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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 25 ottobre 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:


   La III Commissione,

   premesso che:

    i servizi consolari resi ai cittadini all'estero e alle imprese rappresentano una risposta dovuta ai diritti di cittadinanza degli italiani all'estero e un importante fattore di sostegno e di impulso per la proiezione del Sistema Paese in ambito globale;

    la rete estera nei primi lustri del nuovo secolo si è dovuta misurare con processi profondi e dinamiche di cambiamento, quali la costante espansione della presenza dei cittadini italiani all'estero e il progressivo incremento del commercio con l'estero, soprattutto nei settori vitali del made in Italy, che ne hanno messo a dura prova la capacità di rispondere con efficacia a una domanda crescente e differenziata, sia sul piano degli adempimenti amministrativi che di quello delle funzioni promozionali;

    la presenza all'estero degli italiani di cittadinanza, infatti, che nel 2006, all'entrata in funzione della circoscrizione Estero, ammontava a 3.106.251, a distanza di 15 anni supera formalmente i 5,5 milioni (+76,6 per cento) e, secondo i più attendibili dati delle anagrafi consolari, sarebbe raddoppiata, superando ormai i 6,2 milioni;

    alla crescita quantitativa della platea degli utenti si aggiunge l'attribuzione alla rete consolare di nuove funzioni rispetto a quelle tradizionali, sia di natura amministrativa in conseguenza di una progressiva articolazione delle normative e delle regolamentazioni, sia di natura promozionale;

    in attuazione del decreto-legge 21 settembre 2019, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 novembre 2019, n. 132, sono state trasferite al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale importanti funzioni relative alla internazionalizzazione delle imprese, in precedenza di competenza del Ministero dello sviluppo economico e nello stesso tempo rafforzate le strategie volte all'incremento del turismo culturale, della ricerca in ambito internazionale, del turismo delle radici e del turismo enogastronomico, affidate e/o coordinate dalle strutture estere del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale;

    questi processi espansivi non hanno avuto una risposta organizzativa e funzionale adeguata a causa della crisi finanziaria ed economica di rilevanti proporzioni del 2007-2008 e del condizionamento dei cogenti impegni europei, che hanno indotto ad adottare una linea di risanamento e contenimento finanziario, concretizzatasi in politiche di spending review. In concreto, essa si è tradotta per il sistema dei servizi erogati dalla rete estera nella riduzione delle sedi distribuite sul territorio (consolati, agenzie consolari, Istituti di cultura e altri) e nella persistenza per oltre un decennio del blocco del turnover del personale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale;

    a fronte di una presenza di connazionali distribuita in 236 Paesi del mondo, nel 2015 sono state chiuse quasi una cinquantina di strutture, di cui 36 sedi consolari, e quattro anni più tardi erano cancellati 27 uffici consolari onorari, tra agenzie, consolati e viceconsolati, sia pure molti dei quali residuali e inattivi;

    nello stesso tempo, per quanto riguarda il contingente del personale, dal 2009 al 2019 la pianta organica per le sole aree funzionali si è ridotta da 3.657 unità a 2.575 (-29,5 per cento), con un conseguente innalzamento dell'età media (56 anni) e maggiori difficoltà a trasferirsi all'estero, soprattutto in aree geografiche lontane, spesso insicure sotto il profilo delle condizioni ambientali;

    al fine di contenere questo andamento, a seguito delle autorizzazioni ottenute nel 2018, la Farnesina ha avviato le procedure concorsuali per l'assunzione di 177 funzionari amministrativi e consolari nel biennio 2018-2019 e di 44 funzionari appartenenti all'area della promozione culturale (assunti nel 2020), ai quali sono da aggiungere ulteriori 100 unità di personale della terza area, autorizzate con la legge di bilancio 2019, e 200 unità di seconda area;

    le procedure di selezione delle 177 unità di funzionari amministrativi e consolari, ampliati a 277, si sono concluse solo nel corso del 2020, anche a causa della emergenza sanitaria in atto, con conseguente rinvio delle relative assunzioni al 2021. Queste immissioni nei ruoli e la prospettata assunzione delle unità di personale di seconda area, una volta conclusi i concorsi, saranno tuttavia appena sufficienti a compensare le previsioni di quiescenza del medesimo biennio;

    di fatto, ad oggi, la situazione è che rispetto a una «lista dei movimenti» aperta di 400 posti in organico da riempire, di cui 248 riferiti alla III area funzionale, solo 87 possono essere ricoperti nel giro dei prossimi mesi, mentre per gli altri si possono fare solo discorsi di prospettiva. È da tenere presente, inoltre, che solo i due terzi circa degli incarichi onorari riconosciuti sono attualmente ricoperti;

    negli ultimi anni, l'Amministrazione, per fare fronte a questa situazione di emergenza, ha fatto ricorso in misura crescente a personale a contratto reclutato localmente, ma nel 2020 tale aumento di contingente (3.000 unità) ha subito un arresto, superato per il 2021 con un nuovo aumento, previsto dalla legge di bilancio, pari a 80 unità. Tale necessaria e utile soluzione, tuttavia, si presenta con caratteri parziali, in quanto vi sono alcune funzioni pubbliche che non possono essere affidate integralmente a personale reclutato localmente, ad esempio in materia di riconoscimento della cittadinanza, di rilascio di passaporti, di documenti di stato civile e visti, nonché di gestione del bilancio e del patrimonio delle sedi;

    da oltre un decennio si sono sviluppati contatti e incontri con gli organismi rappresentativi dei patronati operanti all'estero per giungere alla definizione di una Convenzione volta a definire protocolli di collaborazione nella fase istruttoria delle pratiche, che sarebbero di grande sollievo per gli uffici consolari, senza pervenire tuttavia alla sottoscrizione della Convenzione, nonostante si sia da tempo arrivati a un accordo su un testo condiviso;

    la limitazione dei contatti in presenza negli uffici consolari, dovuta alla pandemia, ha richiamato l'esigenza di uno sviluppo più accelerato e diffuso dei programmi di digitalizzazione in corso di realizzazione, soprattutto per quanto riguarda il sistema di prenotazione, la distribuzione della carta di identità elettronica (Cie) e la possibilità di acquisire lo strumento di identità digitale Spid come veicolo di accesso a distanza a una pluralità di servizi amministrativi. Le criticità riscontrate, in particolare, sotto il profilo dell'efficienza dei servizi di prenotazione, dei tempi di distribuzione delle Cie e del compimento dall'estero delle procedure previste per l'acquisizione dello Spid non hanno finora consentito di registrare sensibili miglioramenti nell'erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese;

    le ricadute sul funzionamento della rete estera delle misure di prevenzione della pandemia, adottate dalle autorità locali e dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di fatto hanno fortemente aggravato lo scompenso dell'erogazione dei servizi rispetto alla domanda, determinando in tutte le aree continentali un prolungamento dei tempi di attesa e di conclusione delle pratiche e generando arretrati che si stanno cumulando con quelli «storici», non solo nelle realtà dove questo fenomeno si era stabilizzato e cronicizzato nel tempo;

    sul piano degli interventi, dunque, è necessario e urgente prevedere un'iniziativa di emergenza volta, come primo passo, a riportare il sistema dei servizi a un'ordinaria funzionalità, in una prospettiva di riequilibrio strutturale delle risorse finanziarie, umane, organizzative e tecnologiche da destinare alla rete estera, in una logica di sistema che porti ad azionare, sia pure con la gradualità dettata dalle compatibilità con il bilancio dello Stato e con quello del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, le leve necessarie all'efficientamento della rete in modo coerente e armonico, senza limitarsi ad azioni parziali, disorganiche ed episodiche,

impegna il Governo:

   a definire e rendere operativa, con l'urgenza che la situazione richiede, un'iniziativa straordinaria di emergenza volta a:

    a) rafforzare la dotazione di personale nelle situazioni in cui si manifestino le maggiori difficoltà, a tale scopo utilizzando l'avanzo relativo all'indennità di servizio maturato per l'impossibilità di assicurare, a causa della pandemia, il normale avvicendamento all'estero e il previsto aumento delle presenze medie, nonché prevedendo nel disegno di legge di bilancio il ricorso a risorse aggiuntive per il prossimo triennio per potere corrispondere, previo allargamento della pianta organica riferita ai posti all'estero, le indennità di servizio all'estero previste dall'articolo n. 170 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18;

    b) assicurare nell'immediato l'immissione di quote di personale a contratto aggiuntivo e il potenziamento delle dotazioni informatiche e delle altre dotazioni strumentali, necessari per riassorbire l'arretrato che si è accumulato nelle sedi, anche a tale scopo prevedendo nel prossimo disegno di legge di bilancio risorse adeguate e specifiche;

    c) favorire un livello più equilibrato ed equo nella retribuzione del lavoro degli impiegati a contratto locale, oggi esposto a differenza di trattamento e a situazioni di sottosalario nonostante la provata utilità del contributo arrecato da questa categoria, inserendo nel primo provvedimento utile la destinazione di 600.000 euro per la correzione delle sperequazioni salariali tra i contrattisti, finora solo in parte compensate dai provvedimenti già operanti;

   a promuovere, in una prospettiva di più lungo periodo, da avviare in ogni caso con il disegno di legge di bilancio per il 2022 e per il triennio 1922-24, un programma di riorganizzazione e riforma della rete estera che tenga conto delle seguenti esigenze:

    a) inserire la riorganizzazione e il potenziamento della rete estera nei programmi di riforma della pubblica amministrazione e di promozione della transizione digitale, obbiettivi che il Governo e la maggioranza che lo sostiene perseguono nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr);

    b) prevedere per ciascuna annualità del prossimo triennio le autorizzazioni di spesa e di modifica del tetto degli specifici contingenti per procedere a un numero di assunzioni, soprattutto nelle aree funzionali, adeguato a colmare i vuoti delle attuali piante organiche e a reintegrare gradualmente, almeno in parte, la drastica riduzione di personale che si è determinata nell'arco dell'ultimo decennio a causa del blocco del turnover;

    c) considerare il contingente dei 3080 contrattisti un elemento di natura strutturale nel quadro funzionale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, da consolidare mediante un più equo trattamento retributivo che tenga conto della variabilità del mercato locale e del costo della vita, la valorizzazione del merito e la concessione di premialità in rapporto ai risultati, la possibilità di accedere a percorsi di professionalizzazione qualificata, l'opportunità di immettere in ruolo una quota di tale personale, previa modifica della dimensione del contingente e mediante concorso per titoli ed esami, alla luce dell'esperienza realizzata per i lavoratori a contratto di cittadinanza italiana con la legge 21 dicembre 2001, n. 442;

    d) cogliere l'occasione della pandemia per dare un reale impulso ai processi di digitalizzazione, incrementando nell'immediato la distribuzione delle Cie anche al di fuori del perimetro europeo, semplificando le procedure per l'utilizzazione del Fast.it per la fruizione dei servizi consolari anche da parte di utenti di ordinaria alfabetizzazione digitale, cercando di superare le persistenti problematiche che rendono ancora molte difficile per un residente all'estero il completamento delle procedure per l'acquisizione dello Spid, riconsiderando l'operatività della piattaforma Prenota online e prevedendo quantomeno il contemperamento del sistema elettronico con quello a interlocuzione personale;

    e) utilizzare in modo più efficace la rete onoraria di cui l'amministrazione all'estero dispone, in particolare nelle circoscrizioni di ampie dimensioni, nelle quali essa può dare un sostegno reale ai connazionali per l'espletamento di alcuni servizi di base e concorrere a decongestionare la pressione sugli uffici consolari, impegnandosi a dare esecuzione alle indicazioni contenute nella risoluzione n. 7-00629 del 5 maggio 2021, approvata dalla Commissione esteri della Camera;

    f) valorizzare il ruolo di sussidiarietà che i patronati operanti all'estero possono assolvere sul piano dell'istruzione delle domande di servizi, nei limiti e con le modalità fissate all'articolo n. 11 della legge di riforma 30 marzo 2001, n. 152, procedendo alla sottoscrizione della Convenzione Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale Patronati, rimasta in sospeso dopo ripetuti e approfonditi confronti tra le parti interessate.
(7-00744) «La Marca, Schirò, Quartapelle Procopio».


   La III Commissione,

   premesso che:

    il Vertice dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri del G20 avrà luogo sotto presidenza italiana a Roma nei giorni 30-31 ottobre 2021 e conclude il lavoro di un anno, articolatosi in ben 175 eventi, 62 riunioni dei gruppi di lavoro, 60 riunioni del finance track, 20 riunioni ministeriali, 8 engagement group e due riunioni dei leader su Afghanistan e salute;

    è stato svolto un ciclo di audizioni informali dalla Commissione con i rappresentanti diplomatici in Italia di tutti gli Stati membri del G20, inclusa l'Unione europea;

    va tenuto conto delle priorità della Presidenza italiana del G20 – persone, pianeta e prosperità – e delle tematiche che saranno al centro dell'agenda del vertice: il contrasto alla pandemia di Covid-19, la crisi climatica e la ripresa globale, con un focus specifico dedicato alla situazione in Afghanistan;

    va apprezzato l'impegno del Governo italiano per un pieno coinvolgimento di tutte le potenze mondiali nei dibattiti su temi a tratti divisivi, come la sfida ambientale e la situazione afghana, mediando tra divergenze di Paesi come «il blocco occidentale» da un lato – Unione europea e Stati Uniti in primis – e Russia e Cina dall'altro;

    il Covid-19 ha causato quasi 5 milioni di morti e oltre 241 milioni di casi. Resta, soprattutto, assai diseguale la distribuzione dei vaccini, con il picco negativo dell'Africa dove il 4 per cento della popolazione ha ricevuto una dose di vaccino e meno del 3 per cento due dosi e solo dieci Paesi africani hanno raggiunto un tasso di vaccinazione del 10 per cento;

    l'Italia hanno dato un contributo essenziale alla promozione dell'iniziativa globale Access to Covid-19 Tools Accelerator (ACTA), – volta ad accelerarlo sviluppo, la produzione e l'accesso equo a nuovi test diagnostici, terapie e vaccini contro il Covid-19 – ed in particolare alla piattaforma Covid-19, finalizzata ad assicurare l'accesso ai vaccini ai Paesi a basso e medio reddito;

    la distribuzione dei vaccini tra i Paesi più svantaggiati rappresenta non solo la premessa per la ripresa economica globale ma la precondizione per l'assunzione di ogni altro impegno nella lotta alle disuguaglianze e alla tutela dei più deboli e per realizzare gli obiettivi dell'Agenda 2030;

    secondo dati forniti dalle Nazioni Unite, la crisi economico-sociale ha portato oltre 120 milioni di persone nel mondo sotto la soglia di povertà, mentre sono stati persi l'equivalente di 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno;

    l'Unione europea e l'attuale Amministrazione degli Stati Uniti concordano sulla necessità della transizione ecologica per conseguire l'obiettivo di zero emissioni nocive nel 2050. Su altro fronte, la Cina ritiene che la transizione verde debba invece iniziare nel 2030 e l'azzeramento delle emissioni solo dal 2060 e sono numerosi gli Stati che fondano ancora il proprio modello di sviluppo sullo sfruttamento delle energie tradizionali, mentre altri richiedono ai Paesi più ricchi stanziamenti immediati per far fronte alla minaccia dei drammatici cambiamenti climatici già in atto;

    emerge dunque l'assenza di una visione comune sul pianeta come «casa comune» e l'accordo in sede G20 è essenziale per ogni avanzamento sul terreno della lotta all'inquinamento e ai cambiamenti climatici, tenuto conto che i membri del G20 rappresentando i due terzi della popolazione mondiale, il 75 per cento del commercio globale e oltre l'80 per cento del Prodotto interno lordo mondiale e sono responsabili di circa quattro quinti delle emissioni globali;

    nell'incontro su ambiente, clima ed energia che si è tenuto a Napoli, il 13 e il 14 settembre, il Presidente del Consiglio Draghi ha ricordato che «il G20 ha riaffermato l'impegno a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi e a raggiungere zero emissioni nette entro il 2050», in linea con quanto anche concordato in sede europea, e a «raccogliere finanziamenti pari a almeno 100 miliardi di dollari l'anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo nella transizione ecologica»;

    è opportuno sottolineare che gli effetti dei cambiamenti climatici si riversano in modo particolare sugli Stati più svantaggiati: nove dei dieci Stati più colpiti da eventi meteorologici estremi tra il 1999 e il 2018 non sono infatti economie avanzate;

    secondo gli analisti internazionali i cambiamenti climatici rappresenteranno anche nei prossimi anni una delle principali cause di instabilità geopolitica: secondo alcune previsioni 10 milioni di persone potrebbero decidere di migrare a causa degli effetti dei cambiamenti climatici nelle regioni dell'Africa subsahariana, nell'Asia meridionale e in America Latina. Tra i Paesi più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici figurano l'india, il Pakistan, l'Iraq, l'Afghanistan, il Myanmar, la Corea del Nord e gran parte dei Paesi del Centroamerica;

    sul fronte della ripresa economica globale il G20 ha prospettato tre importanti novità: l'introduzione di una Global minimum tax del 15 per cento sui profitti digitali delle multinazionali; l'allocazione di 650 miliardi di diritti speciali di prelievo del Fmi a favore dei 190 Paesi membri; la riforma dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) a partire dall'incontro ministeriale di Ginevra a fine novembre;

    in occasione del vertice dei Parlamenti del G20, il Presidente del Consiglio Draghi ha sottolineato come «la ripresa sia ancora fragile e disomogenea, anche a causa della diversa intensità nelle risposte di politica economica alla crisi»;

    durante la presidenza di turno italiana si è avuta l'implosione della crisi afghana, accelerata dal ritiro delle forze occidentali. Ne è conseguita la convocazione di una riunione straordinaria del G20, tenutasi la scarso 12 ottobre 2021, conclusa con l'impegno alla ricostruzione delle istituzioni di quel Paese, a inviare dosi di vaccini anti COVID-19, a scongiurare il rischio terrorismo e ad organizzare corridoi umanitari per chi intende lasciare l'Afghanistan;

    ha destato preoccupazioni, tuttavia, l'assenza di Russia e Cina da tale riunione, tanto più alla luce del Moscow Format che si è celebrato il 19 ottobre e avente ad oggetto la stessa crisi afghana, e delle esercitazioni militari combinate svolte dai due Paesi;

    tutto ciò premesso, il G20 riveste un'importanza cruciale, dovendosi confrontare con la crisi sanitaria del Covid-19, per l'esigenza di creare le condizioni per una solida ripresa economica nonché per la necessità di preparare il mondo di domani, con azioni di lungo termine in grado di prevenire le crisi future,

impegna il Governo:

   a promuovere un modello di cooperazione internazionale integrata e solidale che si trasformi in una opportunità di ricostruzione dell'economia mondiale in un formato più sostenibile combattendo insieme la tentazione del protezionismo;

   ad adottare iniziative per individuare meccanismi di coordinamento tra i Paesi G20 per incrementare la capacità di risposta collettiva alle maggiori sfide globali, in particolare di tipo sanitario, condividendo le migliori pratiche, individuando il giusto equilibrio tra salute pubblica e attività economica, valutando anche l'istituzione di banche dati delle best practice;

   nel segno dello slogan «nessuno è al sicuro finché non siamo tutti al sicuro», a ribadire l'importanza di un multilateralismo efficace per elaborare risposte coordinate a livello globale, soprattutto in campo sanitario in cui occorre lavorare per la ridefinizione di una architettura globale in grado di prevenire le nuove pandemie, applicando il principio del One Health;

   ad adottare iniziative per sancire una più forte coesione contro il Covid-19 per realizzare l'obiettivo indicato dall'Organizzazione mondiale della sanità di vaccinare il 70 per cento della popolazione globale entro l'inizio della sessione dell'Assemblea generale dell'Onu del settembre 2022;

   nell'auspicio che il successo conseguito dalla presidenza italiana in questo ambito contribuisca a rilanciare anche la discussione, in sede di Unione europea, per una vera integrazione in materia di fiscalità, a lungo bloccata dal principio di unanimità, ad adottare iniziative per rendere davvero efficace la riforma sulla tassazione delle multinazionali promuovendo un ridimensionamento dei «paradisi fiscali» e ad elaborare un piano dettagliato di implementazione;

   a promuovere in sede G20 il lancio da parte degli Stati membri di piani di investimenti che rimuovano ostacoli alla crescita e aiutino economicamente i Paesi più fragili per una ripresa dell'economia globale sostenuta e durevole;

   a promuovere l'implementazione del Piano del Fondo monetario internazionale che prevede l'incremento dei diritti speciali di prelievo, con l'obiettivo di far crescere l'adeguatezza delle riserve delle economie dei Paesi meno avanzati, e dunque più vulnerabili ai danni finanziari prodotti dalla pandemia;

   ad adottare iniziative per prorogare la sospensione del servizio del debito per i Paesi più poveri, adottando un approccio flessibile, basato su una valutazione Paese per Paese;

   a contribuire ad una riforma dell'Omc per il pieno ripristino dell'operatività dell'organo per la risoluzione delle controversie.
(7-00745) «Fassino».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GRIPPA e BARBUTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia, al Ministro per le politiche giovanili, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da un articolo di stampa pubblicato il 20 ottobre 2021 sulla pagina web «Abruzzolive» titolato, «Alcol, cannabis e gratta e vinci venduti a minori: un commerciante su 2 non controlla età» si legge che più di un commerciante su 2 vende prodotti vietati ai minori. Il 57 per cento dei minori intervistati dichiara che al momento dell'acquisto di bevande alcoliche il venditore non ha verificato la sua età, percentuale che sale al 62 per cento per il tabacco e le sigarette e ben al 71 per cento per le infiorescenze di cannabis light. Dati che emergono dall'indagine «Venduti ai Minori» realizzata dal Moige – Movimento Italiano Genitori, in collaborazione con l'istituto Piepoli, condotta su oltre 1.000 minori dai 10 ai 17 anni, intervistati in tutta Italia;

   ai dati già particolarmente allarmanti si aggiungono quelli ulteriormente preoccupanti inerenti alla facilità di accesso a contenuti pornografici da parte dei minori, specie tramite la rete web sempre riportati nel medesimo articolo: «Il 44 per cento dichiara di averla scoperta perché gliene hanno parlato gli amici, il 19 per cento tramite internet, il 9 per cento attraverso pubblicità online che lo/la hanno incuriosito e il 40 per cento in altro modo. L'81 per cento dei siti non verifica l'età dell'utente e, quando questo accade, il 15 per cento mente per poter accedere ugualmente. Il 35 per cento dei minori gioca solitamente con videogiochi vietati ai minori di 18 anni con amici collegato ad internet, il 19 per cento con amici in presenza, il 6 per cento con familiari, il 3 per cento online con sconosciuti e il 36 per cento da solo. Il 32 per cento ritiene che giocare con videogiochi con contenuti violenti o volgari non comporti dei rischi, per il 41 per cento esistono, ma sono pochi...»;

   nei casi in cui venga venduto dell'alcol ai minori che hanno un'età compresa fra i 16 e i 18 anni, è prevista unicamente una sanzione di tipo amministrativo, che va da un minimo di 250 euro fino a un massimo di 1.000 euro. Nel 2017 è stato introdotto un decreto-legge che ha dato la possibilità ai sindaci dei vari comuni di decidere in autonomia quali sono le limitazioni relative alla vendita di alcolici. Per esempio, il sindaco ha il diritto di alzare l'età per richiedere un superalcolico fino a 18 anni;

   rispetto alla somministrazione è stato fornito un chiarimento dal Ministero dello sviluppo economico attraverso la risoluzione 18512/13, la quale ha specificato che il divieto di vendere bevande alcoliche ai minori di 18 anni, previsto dall'articolo 7 del decreto-legge n. 158 del 2012, riguarda anche la somministrazione sul posto;

   le conseguenze dell'abuso di alcol sono maggiormente evidenti nei giovani, e sono tanto più gravi quanto più è giovane l'età, perché il sistema di enzimi presente nel fegato che serve a metabolizzare l'alcol non si sviluppa pienamente prima dei 20/21 anni di età. Altri studi in materia inoltre hanno appurato che l'alcol non assorbito nei giovani interagisce con i neuroni e ne può pregiudicare il funzionamento comportando gravi danni alla salute –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano assumere in relazione a quanto esposto in premessa, al fine di garantire la piena applicazione della legge che vieta la vendita di alcolici ai minorenni e di tutte le altre disposizioni normative inerenti alla vendita dei prodotti sopra citati;

   se il Governo non ritenga necessario adottare iniziative straordinarie a tal fine e se intenda intraprendere campagne di sensibilizzazione sul tema degli effetti di un uso improprio dei prodotti registrati nel citato Rapporto per i minori in collaborazione con le famiglie e gli istituti scolastici e con le altre istituzioni coinvolte.
(5-06913)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MELONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le politiche giovanili. — Per sapere – premesso che:

   è clamoroso e inaccettabile quanto accaduto negli ultimi giorni con la pubblicazione sui profili social della Presidenza del Consiglio di una grafica istituzionale per il centenario del Milite ignoto che non ha nulla a che vedere con la nostra storia nazionale;

   nell'immagine dedicata alla celebrazione del centenario, infatti, non solo i soldati rappresentati non sono italiani ma americani, e le loro divise appartengono a un periodo storico ed eventi bellici molto più recenti delle vicende che si commemorano col centenario, ma la cartina alle spalle dei soldati mostra un pezzo di territorio addirittura colombiano invece che italiano;

   in seguito all'errore la Struttura di missione presso la Presidenza del Consiglio che si occupa degli anniversari nazionali, e alla quale è delegata la Ministra per le politiche giovanili, Fabiana Dadone, ha pubblicato un tweet attribuendo la responsabilità di quanto accaduto a «un refuso durante le attività di selezione» e «a carichi di lavoro particolarmente intensi», promettendo l'adozione di provvedimenti sanzionatori;

   la memoria del Milite ignoto, simbolo di migliaia di soldati morti in combattimento durante la prima guerra mondiale, è parte essenziale del patrimonio storico nazionale, e un simile errore è tanto più grave perché si è verificato al vertice delle nostre istituzioni, dimostrando scarsa competenza e una preoccupante superficialità nell'affrontare l'identità storica e culturale nazionale –:

   a chi sia stata affidata la scelta dell'immagine per la celebrazione del centenario del Milite ignoto, quale sia stata la procedura seguita, e, se del caso, quali siano state le società esterne coinvolte;

   alla luce della dichiarazione resa dopo i fatti dalla Struttura di missione, quali siano i provvedimenti assunti nei confronti dei responsabili del clamoroso errore.
(4-10514)


   AMITRANO, DEL SESTO, MARTINCIGLIO e D'ORSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. — Per sapere – premesso che:

   la legge 6 agosto 2021, n. 113 «Conversione in legge, con modificazioni del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, recante misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e per l'efficienza della giustizia» ha previsto una serie di misure volte ad accelerare le procedure selettive utilizzabili per il reclutamento di personale a tempo determinato (prevalentemente profili tecnici e gestionali) e il conferimento di incarichi di collaborazione da parte delle amministrazioni pubbliche titolari di progetti previsti nel Pnrr;

   l'articolo 1, comma 5, del sopra citato decreto-legge, ha stabilito che «il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso il portale del reclutamento di cui all'articolo 3, comma 7, della legge 19 giugno 2019, n. 56, istituisce “uno o più elenchi” ai quali si possono iscriversi, rispettivamente: sia i professionisti ed esperti per il conferimento incarichi di collaborazione con contratto di lavoro autonomo di cui all'articolo 7, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sia il personale in possesso di un'alta specializzazione per l'assunzione con contratto di lavoro a tempo determinato, ma non può non tenersi conto del fatto che il “personale assunto a tempo determinato per la durata del Piano”», anche alla luce delle riserve opportunamente previste per i concorsi successivi, rappresenterà presumibilmente la leva amministrativa dei prossimi anni; pertanto, l'impianto normativo, pur considerato necessario e utile alla luce dell'intenzione di dotare la pubblica amministrazione di mezzi adeguati in vista dell'attuazione degli obiettivi del Pnrr, andrebbe ulteriormente rafforzato non solo con disposizioni volte a valorizzare il merito e la competenza del capitale umano da reclutare ma anche con il personale attuale che comunque dovrà svolgere le importanti funzioni, di cui l'amministrazione costituisce privilegiato presidio;

   le norme messe in campo dal Governo rappresentano una innovazione di carattere organizzativo, recando misure volte al rafforzamento e alla valorizzazione del capitale umano che consentiranno di rendere più dinamico, moderno e attrattivo il mercato del lavoro pubblico, eliminando quelle rigidità strutturali che oggi penalizzano e demotivano le persone più capaci, rallentandone i percorsi di carriera e i processi di acquisizione e valorizzazione delle competenze necessarie per favorire la transizione amministrativa;

   l'utilizzo diffuso delle tecnologie digitali rappresenta ormai una necessità nell'obiettivo di accrescere l'efficienza della macchina amministrativa, contenendone i costi e sviluppando una relazione più proficua e trasparente con cittadini e imprese, basata sulla riconfigurazione dei servizi e sulla riduzione degli adempimenti a loro carico;

   l'emergenza pandemica ha imposto l'esigenza di operare un'innovazione e un'accelerazione del programma di riforme politiche nell'ambito della digitalizzazione, che va dalla governance dei dati, ai servizi digitali, ai mercati digitali e alla costruzione di una strategia sulla sicurezza informatica, che saranno finalizzati a superare le vulnerabilità rappresentate dalla disponibilità delle tecnologie e delle infrastrutture, ma sarà altresì necessario intervenire anche sul basso livello di competenze digitali all'interno delle amministrazioni, poiché una profonda trasformazione indotta dalla crescente digitalizzazione incontra alcuni ostacoli nell'attuale struttura demografica del pubblico impiego, ossia l'invecchiamento degli occupati nella pubblica amministrazione –:

   se il Governo intenda adottare ulteriori iniziative volte al rafforzamento della formazione permanente specifica sui processi di pianificazione e digitalizzazione a supporto dei dipendenti della pubblica amministrazione, anche in una prospettiva di valorizzazione delle competenze già esistenti, al fine di soddisfare le diverse esigenze organizzative che comportano uno sforzo di adeguamento prospettico alle importanti richieste di rinnovamento e innovazione digitale del pubblico impiego.
(4-10519)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SANI. — Al Ministro della cultura, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   nel 2009 sono stati sottoscritti due accordi di programma per la «Messa in sicurezza mineraria e la bonifica ambientale dei siti minerari e dei siti contaminati delle Colline Metallifere, della Piana di Scarlino e del Comune di Mandano (Gr)», tra Regione Toscana, Provincia di Grosseto, Provincia di Siena, i Comuni di Gavorrano, Manciano, Massa Marittima, Montieri, Scarlino e Chiusdino, Arpat, Syndial ed ENI G&P, e per la «Messa in sicurezza e la bonifica dell'area del Merse», tra Regione Toscana, Provincia di Grosseto, Provincia di Siena, Comune di Chiusdino, Comune di Montieri, Arpat e Syndial attività diversificate spa;

   tali accordi (che riguarda 35 siti inquinati, 4 concessioni minerarie e 3 gallerie di scolo di acque di miniera) sono nati dalla necessità di definire un piano organico di bonifica di siti minerari dismessi e risolvere, dopo anni di incertezze, il problema delle acque delle gallerie di scolo delle miniere, determinando risorse congrue (150 milioni di euro), fissando tempi certi e coinvolgendo pienamente gli enti locali;

   l'accordo prevede, inoltre, studi innovativi rivolti alla caratterizzazione delle acque delle gallerie minerarie e alla valutazione degli effetti esercitati da quest'ultime negli ecosistemi acquatici e nelle falde freatiche con la valutazione del rischio sanitario;

   obiettivo di tali progetti è quindi quello di risanare l'ambiente (contrastando anche il dissesto idrogeologico), tutelare la salute pubblica e garantire al tempo stesso nuove opportunità e strumenti per lo sviluppo del territorio dal punto di vista turistico. Le aree bonificate, infatti, potranno essere restituite alla collettività ed inserite nel Parco minerario delle Colline metallifere;

   si apprende da fonti stampa che l'iter di realizzazione delle bonifiche starebbe subendo forti ritardi; tali ritardi sarebbero da attribuire alle soprintendenze dei beni culturali competenti che tarderebbero (da oltre due anni) a rilasciare le valutazioni di interesse culturale (Vic) per alcuni siti ex minerari ricompresi negli Accordi di programma;

   secondo quanto dichiarato infatti, ormai 7 mesi fa, dall'assessore all'ambiente della Regione Toscana Monia Monni: «le valutazioni sono tutte richieste da Eni Rewind e sono ferme ormai da circa due anni, producendo in tal modo uno stallo in quanto la società non può procedere alla progettazione esecutiva» per alcuni siti;

   è quindi necessario ed urgente chiarire le reali motivazioni per cui tali valutazioni non vengono rilasciate, al fine di salvaguardare la salute pubblica e l'ambiente di un territorio che attende da anni la bonifica dei siti minerari dismessi, anche come volano di crescita economica, occupazionale e sociale –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti intendano assumere, per quanto di competenza, affinché tutte le bonifiche previste dai citati accordi di programma siano effettuate senza ulteriori ritardi.
(5-06912)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   RUGGIERO, MISITI e NAPPI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 29-bis del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, reca modifica all'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, e recita «1. All'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “e per i sussidi tecnici e informatici volti a favorire l'autonomia e l'autosufficienza delle persone con disabilità di cui all'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104”. 2. Con proprio decreto di natura non regolamentare, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Ministro dell'economia aggiorna il comma 2 dell'articolo 2 del decreto del Ministro delle finanze 14 marzo 1998, prevedendo che le persone con disabilità ai fini dell'applicazione dei benefici previsti possono produrre il certificato attestante l'invalidità funzionale permanente rilasciato dall'azienda sanitaria locale competente o dalla commissione medica integrata e sopprimendo la necessità di presentare contestualmente la specifica prescrizione autorizzativa rilasciata dal medico specialista dell'azienda sanitaria locale di appartenenza»;

   il decreto del Ministero dell'economia e delle finanze 7 aprile 2021 precisa che i citati certificati, dai quali non risulti il collegamento funzionale tra il sussidio tecnico-informatico e la menomazione permanente, «sono integrati con la certificazione, da esibire in copia all'atto dell'acquisto, rilasciata dal medico curante contenente la relativa attestazione, richiesta per l'accesso al beneficio fiscale»;

   la guida sulle agevolazioni fiscali per i disabili, scaricabile dal sito del Ministero dell'economia e delle finanze, alla sezione sussidi tecnici informatici cita chiaramente i medici curanti come figure che devono espletare questa pratica; inoltre, con la risposta n. 578/2021 dell'Agenzia delle entrate si evidenzia che «nel caso in cui il verbale della commissione medica pubblica non contenga le indicazioni relative al collegamento funzionale tra menomazione permanente e sussidi tecnici informatici, perché rilasciato in data anteriore alle modifiche apportate all'articolo 2 del DM 14 marzo 1998, è necessario esibire l'attestazione del medico specialista»;

   l'articolo 2 del decreto ministeriale del 14 marzo 1998 definisce i sussidi tecnici ed informatici rivolti a facilitare l'autosufficienza e l'integrazione dei soggetti portatori di handicap le apparecchiature e i dispositivi basati su tecnologie meccaniche, elettroniche o informatiche, appositamente fabbricati o di comune reperibilità, preposti ad assistere la riabilitazione, o a facilitare la comunicazione interpersonale, l'elaborazione scritta o grafica, il controllo dell'ambiente e l'accesso alla informazione e alla cultura in quei soggetti per i quali tali funzioni sono impedite o limitate da menomazioni di natura motoria, visiva, uditiva o del linguaggio. I soggetti portatori di handicap, ai fini dell'applicazione dell'aliquota del 4 per cento, per le cessioni dei sussidi tecnici ed informatici effettuate direttamente nei loro confronti producono il certificato attestante l'invalidità funzionale permanente rilasciato dalla unità sanitaria locale competente e la specifica prescrizione autorizzativa rilasciata dal medico specialista della azienda sanitaria locale di appartenenza dalla quale risulti il collegamento funzionale tra il sussidio tecnico ed informatico e la menomazione;

   non esiste un elenco di prodotti tecnico-informatici su cui ottenere i benefici: la valutazione della correlazione tra il prodotto ed il relativo beneficio passa per il medico prescrittore, il quale rilascia la prescrizione autorizzativa dopo aver constatato il collegamento funzionale fra il tipo di ausilio e il tipo di disabilità –:

   quali iniziative i Ministri interrogati intendano intraprendere per riconoscere la stessa semplificazione e uniformare la prassi da seguire anche per le persone alle quali è stata riconosciuta l'invalidità in data antecedente all'entrata in vigore del decreto ministeriale del 14 marzo 1998.
(4-10521)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   FRAGOMELI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la Procura della Repubblica di Lecco controlla e regolamenta l'amministrazione della giustizia su di un territorio che conta 84 comuni per complessivi 332.593 abitanti residenti;

   secondo una ricerca per la classificazione dell'indice di criminalità nazionale – effettuata nel 2020 dal quotidiano «Il Sole 24 Ore» sulla base dei dati forniti dal dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'interno – su un totale di 106 aree territoriali prese in considerazione, la Provincia di Lecco si pone al 50esimo posto globale e, in particolare, al 17esimo posto per quanto riguarda i furti in abitazione, per complessive 10.508 denunce presentate;

   allo stato attuale – secondo la relazione sull'Amministrazione della giustizia nel distretto della Corte di appello di Milano per l'anno giudiziario 2021 – la percentuale di scopertura del personale della magistratura della Procura di Lecco ammonta al -20 per cento dell'organico teorico, mentre quella del personale amministrativo arriva al -25 per cento;

   nello specifico, il posto di procuratore è vacante ormai da oltre un anno (dal 9 settembre 2020) e in questo lasso di tempo si sono alternati quattro diversi dirigenti facenti funzione;

   in questo ultimo anno si sono inoltre succeduti (per non più di tre mesi ciascuno e a tempo parziale) quattro sostituti procuratori, mentre otto, tra dirigenti e quadri apicali, hanno dovuto alternarsi per riuscire a garantire la funzionalità dell'ufficio della Procura di Lecco; dal 4 ottobre 2021, il lavoro dell'ufficio è retto – anziché, come previsto, da un dirigente e da cinque quadri apicali – unicamente da due sostituti procuratori;

   a ciò bisogna, infine, aggiungere la cronica mancanza di personale amministrativo e il prossimo pensionamento di tre dei diciotto dipendenti attualmente in servizio;

   la situazione sin qui descritta è quindi, secondo l'interrogante, palesemente rappresentativa di una gestione delle risorse umane e del turnover del personale in posizione apicale, operanti presso la Procura della Repubblica di Lecco, quantomeno inefficiente –:

   se il Ministro interrogato non intenda valutare l'opportunità di mettere in atto le iniziative di competenza per porre finalmente termine alla non più tollerabile e inadeguata gestione del personale della Procura e degli uffici giudiziari di Lecco e ripristinare, in tal modo, un servizio che, per tempistica e qualità, sia all'altezza di quanto dovuto, per diritto e rispetto, ai i cittadini della Provincia di Lecco.
(5-06906)


   FREGOLENT. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale è un'Autorità di garanzia, collegiale e indipendente, non giurisdizionale che ha la funzione di vigilare su tutte le forme di privazione della libertà;

   il Garante dei detenuti, a tutti i livelli territoriali, è nominato dalle istituzioni di riferimento e assume un ruolo imparziale di garanzia;

   il Garante dei detenuti, a livello comunale, viene nominato direttamente dal sindaco, con proprio atto e rimane in carica per 5 anni e comunque non oltre il mandato del sindaco stesso;

   il Garante dei detenuti di Ivrea Paola Perinetto, nei giorni scorsi e dopo aver preso ripetutamente posizioni contro il Green Pass, ha pubblicato un post sui social in cui ha denigrato il Presidente del Consiglio Mario Draghi accostandolo al detenuto Cesare Battisti;

   tale post ha subito suscitato numerose prese di posizione e critiche: il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ha chiesto immediatamente un intervento nei confronti di Paola Perinetto per «l'inqualificabile parallelo da lei proposto e le valutazioni espresse». Il Garante nazionale, in una nota, chiede anche che si «stabiliscano finalmente delle linee omogenee affinché i Garanti localmente designati rispondano a criteri di indipendenza e professionalità»;

   il sindaco e il consiglio comunale di Ivrea valuteranno, nei prossimi giorni, la rimozione della Garante dall'incarico ricoperto;

   appare infatti evidente che chi denigra le istituzioni, esaltando oltretutto un terrorista pluriomicida, non è degno di rappresentarle ed è inammissibile che un ruolo così importante e di garanzia all'interno delle carceri possa essere rivestito da chi celebra le gesta di un criminale e offende una delle più alte cariche dello Stato –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non intenda adottare iniziative di competenza, in particolare di carattere normativo, al fine di definire in maniera più stringente i requisiti per la nomina dei garanti dei diritti dei detenuti in ambito territoriale, evitando che tali incarichi, fondamentali e delicati per le funzioni assolte, vengano ricoperti da persone imparziali e non rappresentative delle istituzioni ma da professionalità realmente indipendenti e di garanzia.
(5-06907)

Interrogazione a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   poiché la Corte di giustizia dell'Unione europea ha recentemente confermato che i magistrati onorari dovrebbero avere lo status di lavoratori, la Commissione ha deciso di avviare una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia inviando una lettera di costituzione in mora il 16 luglio 2021 concedendo all'Italia 2 mesi per adottare le misure necessarie;

   la Consulta della magistratura onoraria ha recentemente inviato una lettera alla Commissione europea per lamentare la sostanziale inerzia dello Stato italiano in merito ai punti rilevati;

   giova ricordare che la Commissione ritiene che la legislazione italiana non rispetti diverse disposizioni: dell'accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE sul lavoro a tempo determinato; dell'accordo quadro allegato alla direttiva 97/81/CE sul lavoro a tempo parziale; della direttiva 2003/88/CE sull'orario di lavoro e della direttiva 92/85/CEE sulle lavoratrici gestanti;

   secondo la Commissione, diverse categorie di magistrati onorari non godono dello status di «lavoratore» in base al diritto nazionale italiano e, pertanto, non godono della protezione offerta dal diritto del lavoro dell'Unione europea e risultano penalizzati dal mancato accesso all'indennità in caso di malattia, infortunio e gravidanza, dall'obbligo di iscriversi presso il fondo nazionale di previdenza sociale per i lavoratori autonomi, nonché da divari retributivi e relativi alle modalità di retribuzione, dalla discriminazione fiscale e dal mancato accesso al rimborso delle spese legali sostenute durante procedimenti disciplinari e al congedo di maternità retribuito;

   inoltre, la Commissione ritiene che tali categorie non siano sufficientemente protette contro gli abusi derivanti da una successione di contratti a tempo determinato e non hanno la possibilità di ottenere un adeguato risarcimento per tali abusi;

   infine, l'Italia non ha istituito un sistema di misurazione dell'orario di lavoro giornaliero di ciascun magistrato onorario. La nuova normativa adottata dall'Italia nel 2017 non ha ancora fornito soluzioni al riguardo;

   poiché la lettera di costituzione in mora non lascia margini o dubbi interpretativi, occorre agire immediatamente per ripristinare lo stato di diritto e, finalmente, riconoscere loro lo status di lavoratori e tutte le tutele giuridiche ad esso connesse –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo per adeguare la legislazione italiana ai rilievi della Commissione europea sullo status giuridico dei magistrati onorari, indicati nella lettera di costituzione in mora e nella sentenza della Corte di giustizia europea UX contro Italia.
(4-10515)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   il decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 26 ottobre 1972, in conformità con la direttiva europea n. 2006/112/CE del Consiglio del 28 novembre 2006 (articolo 371), ha da sempre agevolato ai fini dell'Iva il trasporto acqueo di persone, qualificandolo come esente fino al 2016 (ai sensi dell'articolo 10, n. 14, del citato decreto del Presidente della Repubblica, in vigore fino al 31 dicembre 2016) e come imponibile con aliquota agevolata al 5 per cento dal 2017 in avanti (ai sensi del n. 1-ter della Tabella A, Parte II-bis allegata al citato decreto del Presidente della Repubblica);

   la menzionata disciplina si applica pacificamente anche a tutte le imprese operanti nel settore del cabotaggio a corto raggio, tra le quali sono incluse quelle che effettuano trasporto di persone via mare sulle piccole isole italiane;

   con riferimento all'applicazione di tali regimi agevolativi, diversi uffici territoriali dell'Agenzia delle entrate hanno assunto posizioni discordanti nei confronti di imprese operanti nel settore del cabotaggio a corto raggio che effettuano trasporti pubblici a finalità turistica sulle piccole isole. Si tratta in particolare di quelle imprese la cui gestione caratteristica si sostanzia sia nel trasporto da e per la località di interesse turistico, sia nella circumnavigazione delle piccole isole per scopo di visita turistica, ferma restando, in entrambi i casi, la prestazione di un servizio di mero trasporto e l'assenza di servizi accessori a bordo;

   in particolare, in relazione a servizi di trasporto identici tra loro, quanto a modalità esecutive che contenuto delle prestazioni, alcuni uffici territoriali dell'Agenzia delle entrate, come per esempio quelli campani, hanno considerato illegittima l'applicazione del regime agevolato (esenzione da Iva fino al 2016), ritenendo che tale regime non possa applicarsi ai trasporti effettuati con finalità turistica; di contro, altri uffici territoriali, come quelli liguri, hanno assunto una posizione diametralmente opposta, considerando invece illegittima l'omessa l'applicazione del regime di esenzione, in capo ad alcune imprese operanti in detto settore;

   in questo assai disordinato contesto, l'associazione di categoria, Associazione italiana armatori trasporto passeggeri – Aiatp, ha lamentato la grave situazione di incertezza normativa in cui versa il settore del trasporto turistico su tutto il territorio nazionale e ha presentato una richiesta di consulenza giuridica alla direzione centrale dell'Agenzia delle entrate, al fine di chiarire definitivamente il corretto trattamento Iva da applicare alle attività di trasporto turistico e garantirne conseguentemente una applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale;

   la direzione centrale, con la risoluzione n. 8/E del 2 febbraio 2021, ha confermato che il trasporto via mare deve beneficiare del regime Iva agevolato anche quando è prestato per finalità turistiche, così fornendo un'interpretazione unitaria della norma valevole per tutto il territorio nazionale e quindi per tutti gli uffici territoriali;

   tale posizione è stata decisamente ribadita nella successiva risposta ad interpello n. 530 del 2021 resa sul medesimo tema, con la quale la direzione centrale ha confermato la natura di trasporto agevolato per le imprese che prestano un servizio di trasporto a scopo turistico via mare;

   allo stato sussiste un contrasto evidente tra la posizione assunta a livello centrale dall'Agenzia delle entrate e le contestazioni sollevate alle imprese operanti nel settore del trasporto turistico da alcuni uffici territoriali, mirate a disconoscere l'applicazione del regime Iva agevolato al trasporto con finalità turistiche, quale è quello effettuato sulle piccole isole (circumnavigazione dell'isola e trasporto andata e ritorno verso i punti di interesse turistico);

   da ciò emerge che, nonostante i tentativi di chiarimento della direzione centrale, sussiste ancora una situazione di perdurante incertezza applicativa, sulla reale portata delle disposizioni su richiamate;

   le contestazioni sollevate sul territorio e la presa di posizione con esse manifestata si risolvono in un notevole aggravio di costi: (i) per le imprese del settore del trasporto pubblico turistico che, operando esclusivamente nei confronti di consumatori finali (B2C), non possono esercitare il diritto di rivalersi sui propri clienti della maggiore Iva accertata (diritto invero accordato solo in relazione ad operazioni B2B ex articolo 60 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972) e devono quindi sopportare in via definitiva l'esorbitante onere della maggiore Iva accertata, che li espone con certezza al fallimento; (ii) per gli utenti del servizio di trasporto turistico che, se si accetta a regime l'impostazione avallata nei detti accertamenti, subiranno, per effetto della rivalsa dell'Iva, un maggior aggravio dei costi per la sua fruizione;

   la situazione di grave incertezza sopra descritta si pone altresì in diametrale contrasto con le intenzioni del Governo che, anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ha riconosciuto il settore turistico come uno dei più fortemente colpiti dalla pandemia ed intende ora porre in essere una strategia per il suo rilancio, nel dichiarato intento di sostenere – tra l'altro – «la ripresa dello sviluppo e delle attività turistico-culturali nelle isole minori in quanto aree particolarmente fragili e distribuite in ampia parte del territorio nazionale» (così il Pnrr, misura M1C3, Turismo e Cultura 4.0);

   in tale contesto, appare evidente la necessità ed urgenza di intervenire al più presto per definire se il trasporto effettuato per scopi turistici, ivi inclusa la circumnavigazione delle isole, rientri a pieno titolo nella disciplina Iva del trasporto via mare –:

   quali iniziative di competenza i Ministri interpellati intendano assumere, al fine di fugare ogni dubbio, in merito alla corretta interpretazione dell'articolo 10, n. 14, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 (in vigore fino al 31 dicembre 2016) e del n. 1-ter della tabella A, parte II-bis, allegata al medesimo decreto del Presidente della Repubblica (in vigore dal 1° gennaio 2017), nel senso di chiarire che il trasporto via mare prestato per finalità esclusivamente turistiche, ivi incluso il trasporto prestato per la circumnavigazione delle piccole isole finalizzato a mostrare ai turisti i punti di interesse presenti lungo il percorso e/o ad accompagnarvi i turisti, deve considerarsi esente da Iva fino al 2016 ed imponibile con aliquota agevolata (5 per cento) a partire dal 2017.
(2-01349) «Lupi, Schullian».

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

  alcune testate locali hanno riportato, nel corso dei festeggiamenti a seguito dell'elezione alla carica di sindaco di Caserta, immagini che destano, ad avviso dell'interrogante, alcuni dubbi sui rischi di infiltrazione mafiosa nel comune campano;

   il riconfermato sindaco di centrosinistra Carlo Marino è stato fotografato e ripreso mentre si dava «il cinque» e abbracciava R. C., figlio di G.C., pericoloso ex capozona del clan Belforte a Caserta e da anni ridotto in carcere con condanne pesantissime;

   appare evidente, a giudizio dell'interrogante, che, se il sindaco Marino ha usato un segno di riconoscenza così fraterno nei confronti di una persona, voglia significare che questa gli sia stata vicina e abbia contribuito al risultato, oltre a presupporre una conoscenza diretta e reciproca da parte di chi si scambia gesti così amichevoli;

   inoltre, sempre nel corso dei festeggiamenti, è stato ripreso anche con F.A., che insieme al fratello è noto all'autorità giudiziaria per una serie di crimini che spaziano dalle violenze contro le persone e le cose al grande spaccio di stupefacenti;

   giova ricordare che, nei prossimi anni, le amministrazioni locali saranno chiamate a spendere circa un terzo delle risorse destinate all'Italia per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e, pertanto, dal corretto utilizzo di tali risorse passa il rilancio economico-sociale dell'intera nazione;

   al fine di preservare l'integrità delle istituzioni e al fine di fugare ogni dubbio in merito ad eventuali rischi di condizionamento esterno sulla nuova amministrazione di Caserta, appare necessario all'interrogante intervenire immediatamente e con somma urgenza attraverso l'uso dei poteri antimafia previsti dall'ordinamento –:

   se il Governo intenda promuovere l'invio di una commissione d'accesso, ai sensi dell'articolo 143 del testo unico della legge sull'ordinamento degli enti locali, presso il comune di Caserta al fine di accertare l'eventuale presenza di condizionamenti mafiosi rispetto alla nuova amministrazione.
(4-10512)


   DEIDDA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 24 ottobre 2021 due cittadini di nazionalità algerina sono stati arrestati per furto aggravato nel centro commerciale nel comune di San Sperate. I due immigrati sono domiciliati nel Cas di Monastir ed erano arrivati da pochi giorni in Italia;

   la notizia è apparsa sui principali mass media della Sardegna e segue quella che riportava, qualche giorno prima, l'allarme lanciato dal Sap (Sindacato autonomo Polizia), dal Siap e dalle altre sigle sindacali degli agenti di polizia, sull'aumento degli sbarchi di immigrati nelle coste della Sardegna e sulla fine dei posti disponibili nella stessa struttura del Cas, visto il numero di sbarchi avvenuti negli ultimi giorni;

   sono circa 200 gli ospiti del Cas di Monastir, mentre altre decine di cittadini stranieri sono stati trasferiti in altra struttura alberghiera della provincia di Cagliari;

   i sindacati di Polizia denunciano, non da oggi, l'esiguità delle Forze di polizia assegnate al controllo del Cas di Monastir, del quale l'interrogante ha già denunciato l'inadeguatezza strutturale;

   ad oggi, nonostante diversi atti di sindacato ispettivo, nessuna misura è stata adottata per mettere fine agli sbarchi illegali di immigrati ma neanche alcun provvedimento per impedire gli atti criminali da parte degli «ospiti» del Cas di Monastir o per venire incontro alle richieste dei vari sindacati della Polizia –:

   se sia a conoscenza di quanto sopra esposto, quale sia il numero di agenti della Polizia assegnato alla sorveglianza del Cas e se lo ritenga adeguato e quali opportune iniziative intenda adottare al fine di impedire altri sbarchi di immigrati nelle coste della Sardegna.
(4-10518)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CIAMPI, DI GIORGI, PRESTIPINO, ROSSI, PICCOLI NARDELLI, LATTANZIO, NITTI e ORFINI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 59, comma 14, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73 («Sostegni-bis»), ha previsto l'avvio delle prove scritte del concorso ordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado, indetto con D.D. 21 aprile 2020 n. 499, finalizzato al reclutamento del personale docente, per le classi di concorso A020, A026, A027 A028 e A041;

   la suddetta procedura e l'articolazione della medesima, cosiddetto concorso Stem, sono derivate dalla necessità di coprire le numerose cattedre vacanti relative alle materie scientifiche;

   in molte regioni tale procedura risulta espletata sia per la prova scritta che quella orale e risultano pubblicate le graduatorie per i soli candidati vincitori, oggi di ruolo;

   rispetto ai concorsi espletati, i maggiori quotidiani di settore riportano il dato che in diverse regioni, risulterebbe un numero di cattedre finanziate dal Ministero dell'economia e delle finanze superiore alla somma delle cattedre assegnate dal concorso straordinario (D.D. n. 510 del 23 aprile) e di quelle assegnabili dal concorso Stem (decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73);

   solo a titolo esemplificativo, sembrerebbe che nella regione Campania: il numero di cattedre finanziate dal Ministero dell'economia e delle finanze della classe di concorso A041, utili alle assunzioni nell'anno scolastico 2021/2022, risulti pari a 232 posti, di cui 86 assegnate dal concorso straordinario (D.D. n. 510 del 23 aprile 2020) e di cui 71 previste dal bando del concorso Stem (decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73), rimanendone così scoperte 75 cattedre;

   si sta verificando, inoltre, che il numero dei posti a bando per il concorso Stem non sia completamente coperto, in quanto alcuni vincitori, già vincitori anche del concorso straordinario, risultino rinunciatari, causando quindi un ulteriore numero di posti scoperti a causa della mancata eventualità dello scorrimento della graduatoria degli idonei;

   le cattedre oggi vacanti potrebbero essere invece assegnate al ruolo agli idonei Stem;

   il succitato decreto «Sostegni-bis», ha, inoltre, previsto, in seguito alle operazioni ordinarie e straordinarie di immissione in ruolo, una procedura straordinaria di assunzione da Gps (graduatorie provinciali per le supplenze) prima fascia e dai relativi elenchi aggiuntivi;

   con l'avvio di tale procedura gli idonei Stem risulterebbero scavalcati da chi non è rientrato nei posti del concorso straordinario o non ha superato il concorso, ma ha maturato il servizio o magari risulta in prima fascia, perché ha conseguito l'abilitazione all'estero;

   i docenti che hanno superato più prove selettive di un concorso ordinario oggi sono penalizzati rispetto alle diverse procedure straordinarie attuate per le immissioni in ruolo –:

   se il Ministro interrogato – sulla base delle motivazioni suesposte – non intenda adottare iniziative per prevedere l'inserimento degli idonei del concorso Stem in una graduatoria di merito da utilizzare per le future immissioni in ruolo, analogamente a quanto fatto per il concorso straordinario e, in ogni caso, se non ritenga urgente assumere iniziative entro il termine del 30 ottobre 2021, affinché le cattedre finanziate dal Ministero dell'economia e delle finanze, attualmente ancora vacanti, siano assegnate agli idonei del concorso Stem.
(5-06909)

Interrogazione a risposta scritta:


   DEIDDA. — Al Ministro dell'istruzione, al Ministro della salute, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   il 14 agosto 2021 il Ministero dell'istruzione e le competenti associazioni sindacali hanno sottoscritto «Il protocollo d'intesa per garantire l'avvio dell'anno scolastico nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione di COVID-19 (anno scolastico 2021/2022)»;

   al punto 8 del documento, che disciplina l'utilizzo dei locali scolastici da parte di soggetti terzi, si legge «Con riferimento alla possibilità di consentire l'utilizzo dei locali scolastici, come le palestre, da parte di soggetti esterni, le precauzioni prevedono di limitare l'utilizzo dei locali della scuola esclusivamente per la realizzazione di attività didattiche. In caso di utilizzo da parte di soggetti esterni, considerabile solo in zona bianca, dovrà essere assicurato il rispetto delle disposizioni previste dal decreto n. 111 del 2021, nonché un'adeguata pulizia e sanificazione dopo ogni uso»; in sostanza, l'uso e concessione delle palestre delle scuole alle associazioni sportive e, in generale, ad enti esterni è valutabile solo in zona bianca;

   tale disciplina è confermata anche nel «Piano scuola 2021-2022. Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative nelle istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione» con riferimento alle indicazioni fornite alle istituzioni scolastiche per la pianificazione delle attività relative a «Educazione fisica e palestre»;

   nonostante l'avvio dell'anno scolastico, il positivo andamento della campagna vaccinale e della curva epidemiologica persiste il diniego di alcuni dirigenti scolastici, a Cagliari come nella città di Sassari ma non solo, all'utilizzo delle palestre da parte di società o associazioni sportive negli orari pomeridiani serali;

   il rifiuto è motivato con l'emergenza da COVID-19 in contrasto con la volontà delle amministrazioni comunali, provinciali e delle città metropolitane e nonostante gli obblighi per le associazioni concessionarie siano esplicitamente regolati, ad esempio per la pulizia approfondita e igienizzazione, da condurre obbligatoriamente al termine delle attività medesime, non in carico al personale della scuola;

   negli ultimi giorni sono stati pubblicati diversi articoli sui quotidiani locali della Sardegna in merito a questa vicenda e alla circostanza che diverse società di pallavolo e altre attività agonistiche non possono usufruire delle palestre scolastiche, nonostante il consenso dell'Ente proprietario –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra esposto e quali immediate iniziative di competenza intenda assumere in merito, con particolare riguardo alla necessità di garantire su tutto il territorio nazionale l'utilizzo dei locali scolastici, come le palestre, agli enti terzi che ne facciano richiesta, nel rispetto delle regole e dei protocolli ritenuti necessari.
(4-10517)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FERRI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'Inps ha bandito un concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di milleottocentocinquantotto posti di consulente protezione sociale nei ruoli del personale Inps, area C (Gazzetta Ufficiale n. 78 del 1° ottobre 2021);

   per quanto rileva in questa sede, l'articolo 9 («Valutazione dei titoli»), comma 2, del bando, dispone:

    «Al punteggio di cui al comma 1 del presente articolo saranno sommati i seguenti punteggi relativi ai seguenti titoli posseduti, dichiarati in domanda:

     a) 4 punti per uno o più master di secondo livello inerenti alle materie di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), del presente bando di concorso;

     b) 8 punti per uno o più dottorati di ricerca (DR) inerenti alle materie di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), del presente bando di concorso;

   il punteggio massimo attribuibile per la valutazione dei suddetti titoli è pari a 8 punti»;

   i titoli post-laurea suscettibili di essere valutati sono il dottorato di ricerca (8 punti) ed il master di II livello (4 punti), mentre alcuna rilevanza ha il diploma conseguito in esito alla frequentazione biennale di una Scuola di specializzazione per le professioni legali (Sspl), alla quale, come noto, si accede tramite concorso ed il diploma è rilasciato previa discussione di una tesi finale, analogamente a quanto è previsto per i master di II livello;

   l'esclusione di una qualsivoglia valenza al diploma rilasciato dalle Sspl è, secondo l'interrogante, irragionevole in quanto, come noto, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ha sancito, in data 20 dicembre 2012, l'Accordo sulla referenziazione del sistema italiano delle qualificazioni al quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente (Eqf) di cui alla raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008. Nel predetto Accordo, recepito con decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 13 febbraio 2013, il diploma di specializzazione e il master di II livello figurano nell'ottavo livello formativo del sistema di referenziazione;

   l'irragionevolezza dell'esclusione della rilevanza del diploma rilasciato dalle Sspl nell'articolo 9, comma 2, del bando è stata sancita dalla giurisprudenza amministrativa in una pregressa vicenda concorsuale avviata dall'Inps;

   in particolare, in virtù della sentenza del Tar Lazio, Sezione terza quater, 15 dicembre 2020 n. 13532, è stato disposto l'annullamento dell'articolo 9, comma 2, del bando del concorso a 967 posti di consulente protezione sociale nei ruoli del personale dell'INPS, Area C, indetto con determinazione presidenziale 24 aprile 2018, n. 42, unitamente ad altri atti impugnati, «nella parte in cui limitano l'attribuzione del punteggio previsto dall'articolo 9 del bando di concorso ai soli master di II livello (relativi alle materie di cui all'articolo 2 del medesimo bando), con esclusione dei titoli formativi post - lauream come quello vantato dalla ricorrente (diploma di specializzazione per le professioni legali), appartenente al medesimo livello formativo»; per l'effetto, è stato accertato il diritto di parte ricorrente «alla rideterminazione del punteggio ad essa spettante, ai fini della corretta collocazione nella graduatoria finale»;

   ne consegue che, poiché il diploma rilasciato dalle Sspl è equiparabile ad un master di II livello, l'articolo 9, comma 2, lettera a), del bando di concorso menzionato in esordio (Gazzetta Ufficiale n. 78 del 1° ottobre 2021) si appalesa, ad avviso dell'interrogante, illegittimo nella parte in cui prevede l'attribuzione di 4 punti solo ai master di II livello con esclusione dei diplomi di specializzazione per le professioni legali; pertanto, in parte qua tale disposizione deve essere emendata, equiparando, sul piano valutativo, entrambi i titoli formativi –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per risolvere il problema indicato.
(5-06910)

Interrogazioni a risposta scritta:


   LICATINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il tecnico della prevenzione (TdP) nell'ambiente e nei luoghi di lavoro è una figura professionale in possesso di titolo accademico abilitante, le cui preziose competenze riguardano una grande varietà di ruoli e mansioni sia nel settore pubblico sia in quello privato;

   tale figura, nel complesso, è responsabile di tutte le attività di sicurezza, di igiene e di prevenzione nei luoghi di lavoro e negli spazi pubblici, nel settore sanitario e veterinario, nell'ambito del controllo di cibi e bevande e in quello della protezione ambientale, prestando il proprio servizio professionale anche all'interno delle Arpa;

   in considerazione delle sue competenze, il TdP rientra nel novero delle professioni sanitarie non mediche e, in quanto tale, collabora all'interno delle aziende sanitarie locali, coadiuvando il personale medico nel raggiungimento degli obiettivi di tutela della salute pubblica;

   il momento storico attuale, segnato dalla pandemia da COVID-19 che lentamente ci stiamo lasciando alle spalle, ha dimostrato quanto nelle nostre comunità sia indispensabile investire non solo in controlli, ma anche e soprattutto nella prevenzione;

   di fatto, anche il TdP ha dato il suo contributo per fronteggiare l'emergenza Coronavirus, non solo svolgendo i compiti affini alla sua professione (dalle attività ispettive a quelle di vigilanza), ma eseguendo anche altri incarichi come inchieste epidemiologiche e sorveglianza sanitaria;

   oltre all'emergenza da COVID-19, anche i casi di incidenti sul lavoro attestano l'importanza di una prevenzione efficace. Con una media di 3 morti al giorno e un preoccupante incremento degli infortuni di circa l'8,5 per cento il fenomeno appare troppo diffuso per essere ricondotto soltanto a negligenze aziendali o a mere fatalità;

   mentre da una parte si assiste a una tragica escalation di incidenti sul lavoro a livello nazionale, dall'altra parte non sembra giungere alcun adeguato incremento di TdP nelle dotazioni organiche delle agende sanitarie locali;

   ad esempio in Sicilia, a seguito della deliberazione n. 382 del 25 ottobre 2019 per l'adeguamento dei piani triennali di fabbisogno di personale degli enti del servizio sanitario regionale, è stato previsto un minimo di 0,06 e un massimo di 0,08 TdP per 1000 abitanti. Pertanto, si parla di non più di 137 TdP per tutta la provincia di Palermo che devono far fronte a una quantità di compiti spropositata visto il numero così esiguo di operatori;

   il Governo ha considerato l'esigenza di rafforzare le condizioni di sicurezza dei lavoratori, con una decretazione che mira ad ampliare le competenze dell'ispettorato del lavoro ed a inasprire le sanzioni. Misure che sembrano opportunamente orientate a reprimere a posteriori le irregolarità delle aziende, ma trascurando la possibilità di rimuovere le condizioni di pericolo prima del verificarsi degli incidenti. Un obiettivo, quest'ultimo, che potrebbe essere raggiunto puntando maggiormente sui Tdp e sulle loro specifiche competenze –:

   se e quali iniziative di competenza, alla luce di quanto esposto, il Governo intenda adottare sul tema della sicurezza dei lavoratori e della pubblica incolumità mediante una degna valorizzazione dei tecnici della prevenzione, sia sul piano quantitativo per risolvere le difficoltà legate alle carenze di organico, sia sul piano qualitativo per ampliare competenze e responsabilità di questa figura professionale altamente qualificata e ingiustamente sottovalutata.
(4-10522)


   GADDA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   come noto, ai sensi dell'articolo 1 comma 1 del decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, è previsto l'obbligo temporaneo dal 15 ottobre al 31 dicembre 2021 di possedere ed esibire, a richiesta, la certificazione verde COVID-19 per tutti coloro che svolgono un'attività lavorativa nel settore privato;

   in particolare, il comma 4 rimette ai datori di lavoro del settore privato la verifica in ordine all'osservanza dell'obbligo di possesso esibizione della certificazione verde COVID-19, mentre il comma 5 demanda sempre ai datori di lavoro la definizione delle modalità operative per l'organizzazione delle suddette verifiche;

   l'estensione della certificazione verde COVID-19 all'intero settore privato comporta l'inclusione del lavoro domestico, settore caratterizzato da rapporti di lavoro a tutti gli effetti subordinati che possiede però delle peculiarità che lo rendono atipico. La platea dei datori di lavoro domestico è principalmente composta, da persone anziane — spesso digitalmente analfabete — o persone non autosufficienti per età o per patologia. Nel caso di assenza di familiari ai quali delegare il controllo della certificazione verde> la verifica di quest'ultimo potrebbe diventare alquanto problematica, inoltre, alcune tipologie di lavoro domestico hanno come loro principio cardine quello di sopperire all'assenza del datore di lavoro, come a esempio nel caso di colf e baby sitter che spesso svolgono la propria funzione in assenza del datore –:

   se siano previste modalità semplificate e non continuative di controllo del Green Pass per il datore di lavoro domestico, quali siano le autorità che potranno effettuare i controlli sulla famiglia datrice di lavoro e se i lavoratori domestici vaccinati all'estero con vaccini non ancora riconosciuti dalle autorità competenti potranno ottenere il certificato verde.
(4-10524)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta orale:


   ANNA LISA BARONI, SANDRA SAVINO, NEVI, BOND, CAON e PAOLO RUSSO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   le produzioni italiane di Dop e Igp sono oggetto non solo di imitazioni illegali, l'italian sounding, in violazioni delle norme giuridiche poiché, dopo i recenti fatti che hanno riguardato il Prosecco, fortunatamente non ancora definitivi e recuperabili, anche l'aceto balsamico rischia ciò che all'interrogante appare come una forma surrettizia di concorrenza sleale compiuta dalla Slovenia;

   infatti, il Paese aderente all'Unione europea ha comunicato alla Commissione europea l'emanazione di una novella normativa nazionale che disciplina la produzione e commercializzazione degli aceti balsamici, fatto che ci appare nettamente contrastante con gli standard comunitari e con il principio di armonizzazione del diritto dei Paesi membri in materia di disciplinari agroalimentari;

   la richiesta, ad avviso dell'interrogante, è manifestamente strumentale, fatta per consentire il declassamento dell'aceto balsamico a un mero standard di prodotto, in questo modo aggirando il sistema dei marchi di tutela Dop e Igp attualmente vigenti, quindi incompatibile col diritto comune perché non si considera la tutela già ottenuta dai nostri prodotti;

   in sede unionale, il Governo deve tutelare al meglio i diritti dei produttori agricoli italiani, opponendosi alla comunicazione della Slovenia. Si devono garantire tutti i nostri produttori i quali, nelle rispettive zone d'origine, hanno creato un patrimonio di qualità e tradizione, frutto di antichi saperi e di costante dedizione, rischiosi investimenti e moltissimo lavoro;

   stante la competenza dell'Unione europea, il Governo italiano deve opporsi in quella sede al fine di non snaturare le regole comuni che dovrebbero garantire la qualità dei prodotti tutelati dall'Unione europea, e chiedere che l'interpretazione chiarissima, fatta per dirimere analoghi casi dalla Corte di giustizia europea, come per la tutela dello champagne, sia confermata dalla Commissione. In caso contrario, subirebbero un danno non solo i produttori di aceto balsamico di Modena, perché pericolosi precedenti potrebbero aprire la strada a un sistematico attacco ai prodotti italiani mediante imitazioni con denominazioni assonanti dei prodotti Dop e Igp italiani;

   l'iniziativa slovena potrebbe ingrossare il mercato internazionale dei prodotti imitativi, che illegalmente fattura già oltre 100 miliardi di euro, utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti falsificati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. Si è costruito nel tempo un patrimonio enorme di credibilità, alimentato ancora oggi da migliaia di aziende, lavoratrici e lavoratori che devono essere sostenuti per fatti concludenti, conseguendo risultati giusti e necessari –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare, in sede europea, al fine di contestare la legittimità della normativa nazionale slovena comunicata alla Commissione europea, difendere il marchio di tutela «Aceto balsamico» e contrastare quelle che appaiono come forme surrettizie di concorrenza sleale.
(3-02563)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   INCERTI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   i compensi per le imprese di allevamento da latte sono da troppo tempo al di sotto dei costi di produzione. Un aumento di costi che solo nel 2021 ammonta a ben 2,4 centesimi al litro, senza tenere conto degli imminenti rincari che arriveranno sul versante energetico. Una perdita media di quasi 250 milioni euro per l'anno in corso;

   da tempo gli allevatori chiedono un aumento del prezzo minimo del latte per salvare le stalle strette nella morsa dei rincari delle materie prime;

   il Ministro interrogato, nelle scorse settimane, ha dichiarato di aver avviato un confronto con tutta la filiera e di aver proposto, per un periodo transitorio, un innalzamento di almeno 3 centesimi del prezzo riconosciuto alla stalla;

   occorre porre rimedio con assoluta urgenza al ritardo accumulato in questi mesi e intervenire affinché venga attuata la legge che prevede l'indicizzazione del prezzo del latte –:

   entro quali tempi il Ministro intenda assumere le iniziative di competenza necessarie a sostenere una revisione condivisa del prezzo del latte alla stalla, che garantisca una corretta remunerazione ai produttori e un'equa distribuzione del valore tra tutti gli attori della catena lattiero-casearia.
(5-06911)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   DI LAURO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 24 dicembre 2020 veniva pubblicato un avviso pubblico, per soli titoli, sul sito istituzionale dell'Azienda sanitaria locale Napoli 3 Sud per il reclutamento di personale a tempo determinato, di 6 mesi, da impiegare nelle attività connesse al COVID-19 e da inserire nelle varie articolazioni dell'azienda;

   tra i requisiti previsti dall'avviso, oltre a quelli generali, vi era il possesso di un diploma di perito informatico o in alternativa il possesso di Eipass o Ecdl. La scadenza per l'invio delle candidature, da trasmettersi attraverso un apposito modulo on line era prevista entro 5 giorni dalla pubblicazione ossia il 29 dicembre 2020;

   nell'avviso pubblico veniva omessa l'indicazione dell'atto di indirizzo, ossia la delibera di approvazione da parte del direttore generale, su cui poggiasse, dal punto di vista amministrativo, il codesto reclutamento;

   a causa di questa omissione, con deliberazione n. 0993 del 29 dicembre 2020 veniva ratificata a posteriori, da parte del direttore generale, la volontà di procedere, a causa di carenze del personale amministrativo, alle assunzioni in parola per organizzare nell'immediato i servizi connessi alla emergenza COVID-19. Inoltre, con lo stesso atto, veniva rettificato il bando precedente, contenente «da una più attenta lettura», come espressamente dichiarato nella narrativa in premessa, «dei refusi». Nello specifico, veniva modificato, a procedura in corso, il requisito di ammissione relativo al titolo di studio in possesso del candidato, aggiungendo anche il diploma di scuola secondaria di primo grado con attestato Eipass o Ecdl. Inoltre, risulterebbe anche modificato il profilo della figura professionale ricercata, la quale si sarebbe tramutata da perito informatico a coadiutore amministrativo. Per effetto di tali modifiche si stabiliva nella stessa delibera di prorogare i termini per la presentazione delle domande fino al 2 gennaio 2021;

   con deliberazione del direttore generale n. 0008 del 7 gennaio 2021 venivano così approvati la graduatoria di merito e i relativi atti della Commissione valutatrice, all'uopo costituitasi in pari data. Quest'ultima, con proprio verbale, dichiarava di aver optato di avvalersi di una «Valutazione massiva» attraverso dei parametri valutativi elaborati dalla piattaforma informatica Ison con cui sono state recepite le domande di partecipazione da parte dei candidati. Ciò, a detta della Commissione, per velocizzare la procedura visto che sono pervenute in totale 497 candidature e demandando, inoltre, l'accertamento dei requisiti in capo a ciascun partecipante «al momento della convocazione per il conferimento dell'incarico»;

   a seguito di alcune notizie riportate dalla stampa, si è venuti a conoscenza del fatto che «alcune contraddizioni emergono nel bando pubblicato, visto che l'articolo 4 statuiva che la commissione risultava deputata all'accertamento del possesso dei requisiti necessari prima di redigere la graduatoria finale. Di contro, nella delibera numero 8/2021 invece, si demanda l'accertamento dei requisiti al momento della convocazione, pertanto ad una sola persona dell'ufficio del personale, e non ad un organo collegiale come la commissione. [...] Inoltre, in palese e chiara contraddizione con il presupposto previsto nella stessa delibera, si evidenzia in maniera netta ed inequivocabile che l'ufficio del personale può produrre solo osservazioni ma, in sintesi, è destinato solo a prendere atto di quanto decide la commissione». Inoltre, parrebbe che diversi nominativi presenti in graduatoria siano riconducibili a esponenti politici e sindacali e al personale dell'amministrazione sanitaria;

   ad opinione dell'interrogante, in una fase delicata che il Paese sta attraversando per fronteggiare l'emergenza pandemica e socio-economica, è inaccettabile che vengano espletate soluzioni poco trasparenti, sebbene urgenti –:

   se il Governo intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a verificare il corretto svolgimento della procedura concorsuale in questione a tutela della regolarità della stessa, attivando i servizi ispettivi dell'ispettorato della funzione pubblica.
(4-10510)

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:


   SAPIA. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   dal 2010 la regione Calabria è sottoposta a commissariamento per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario;

   nell'interrogazione a risposta scritta n. 4-06052 del 17 giugno 2020, ancora in attesa di risposta, l'interrogante prospettava, in base a notizie stampa, un ritardo, da parte del commissario governativo ad acta, circa la valutazione, prevista dalla legge, dell'allora commissario straordinario dell'Azienda ospedaliera di Cosenza, Giuseppina Panizzoli, e la mancata approvazione, nei termini prefissati, dell'atto aziendale della medesima, per come riportato dal consigliere regionale della Calabria dell'epoca, Carlo Guccione;

   nella suddetta interrogazione, si chiedeva, pertanto, quali fossero «gli esiti della prescritta valutazione semestrale dei vertici delle aziende del servizio sanitario regionale della Calabria»; in un articolo pubblicato in data 23 ottobre 2021 sulla testata on line Il Fatto di Calabria, con riferimento al suddetto incarico ricoperto dalla dottoressa Panizzoli, si legge che la medesima avrebbe incassato «il "premio" da 50 mila euro per la performance su segnalazione di Crocco consegnata nelle mani fidate di un funzionario Agenas»;

   ivi è riassunto: «Panizzoli si insedia il 10 settembre del 2020, successivamente le vengono assegnati degli obiettivi da raggiungere, concordati e firmati proprio dalla sub commissaria Maria Crocco. Obiettivi di gestione e non di programmazione, come avrebbero dovuto essere invece. Va da sé, che più o meno fatalmente, nessuno degli obiettivi è stato raggiunto»;

   nell'articolo in predicato si specifica, in ordine ai predetti obiettivi «il mancato completamento del Mariano Santo, che avrebbe consentito di utilizzare i 120 posti letto come ospedale per l'emergenza Covid», insieme al «mancato completamento del Dea, che avrebbe consentito oggi al pronto soccorso di utilizzare i 20 posti letto», nonché «il mancato completamento delle procedure di assunzioni ordinarie con gravi ripercussioni sulla gestione e garanzia assistenziale»;

   nello stesso articolo si fa poi riferimento al «mancato utilizzo dei fondi Covid assegnati dalla Regione più le risorse» destinate alla «copertura del turn over», come alla «restituzione delle risorse assegnate (12 milioni) da parte del ministero per investimenti in edilizia e tecnologie», al «crollo dei Lea e delle prestazioni ambulatoriali e ospedaliere», all'«aumento della migrazione sanitaria verso strutture del Nord» e al «Piano emergenza Covid (Dca 91/2020) mai attivato»;

   ancora, nell'articolo, a proposito della direzione aziendale da parte della dottoressa Panizzoli, si cita un'ispezione ministeriale nell'ospedale di Cosenza, a seguito della quale vengono rilevate, secondo quanto ha riportato la stessa fonte giornalistica, «gravi "inadeguatezze gestionali della governance aziendale"»;

   nell'articolo si riporta, poi, che la valutazione della suddetta dirigente «è stata effettuata, su disposizioni di Maria Crocco, da un funzionario Agenas, ovviamente saltando a piè pari il dipartimento della Regione che sulla carta è l'unico soggetto abilitato a disporre valutazioni»; ivi si precisa che «è poi la stessa Panizzoli ad (auto)liquidarsi (prima di andarsene) il compenso assieme ai direttori amministrativo e sanitario senza il decreto di riconoscimento e di erogazione da parte del ministero, che ovviamente non sarebbe mai arrivato stante la pesante bocciatura degli ispettori inviati proprio dal governo»;

   nell'articolo in parola, a commento si legge: «Misteri di Cosenza, e del Crati. Sulle cui ridenti sponde c'è qualcuno convinto che a cena si può disporre di tutto e di più. Anche "premi" per obiettivi non raggiunti?» –:

   di quali informazioni dispongano al riguardo;

   se con urgenza, non intendano assumere specifiche iniziative di competenza al fine di verificare i fatti e, all'occorrenza, la legittimità del riferito «premio» ricevuto dalla dottoressa Panizzoli e, ove ne sussistano i presupposti, se, per il tramite del commissario ad acta, non intendano adottare iniziative per revocarlo in quanto in contrasto con il Piano di rientro dal disavanzo sanitario.
(4-10513)


   LACARRA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in Italia 5 milioni di persone soffrono di incontinenza e il 60 per cento sono donne;

   tale patologia è ancora vissuta come un vero stigma sociale, e in tale ottica il Ministero della salute con direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 maggio 2006, ha indetto il 28 giugno la «Giornata nazionale per la prevenzione e la cura dell'incontinenza»;

   la Giornata è stata promossa dai pazienti evoluta dal Ministero della salute ed ha le seguenti finalità: «Nell'ambito di tale giornata, le amministrazioni pubbliche e gli organismi di volontariato s'impegnano a promuovere, attraverso idonee iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, quali il contributo di specialisti, che effettueranno controlli medici gratuitamente, l'attenzione e l'informazione sui problemi delle persone incontinenti e di quanti sono coinvolti, direttamente o indirettamente, nelle loro vicende, al fine di sviluppare politiche pubbliche e private che allarghino le possibilità di guarire dalla malattia, o quantomeno conviverci con dignità»;

   in Italia l'incontinenza incide pesantemente sulla qualità e quantità di vita provocando nelle persone colpite isolamento sociale, ansia e depressione che fanno sì che solo una piccola minoranza si rivolga al medico di famiglia. La patologia, invece, come evidenziano i massimi esperti nel settore, nella stragrande maggioranza dei casi può essere curata con successo tramite la rieducazione perineale, la chirurgia mininvasiva, la neuromodulazione, e altre terapie;

   stime indicano che lo Stato, tramite regioni e Asl spende oltre 420 milioni di euro l'anno (più Iva 4 per cento e costi della filiera) per i soli pannoloni, mentre tramite l'implementazione di percorsi riabilitarvi i costi si ridurrebbero drasticamente. I costi globali del settore, tra pubblico e privato sociale ammontano a circa 2,5 miliardi di euro annui, come stima l'Associazione pazienti Fincop - Federazione italiana incontinenti e disfunzioni del pavimento pelvico);

   l'incontinenza è, come detto, un vero e proprio tabù medico ed è pertanto importante divulgare le problematiche e le possibili soluzioni. A tal proposito sarebbe fondamentale attivare appositi «Centri»;

   un Tavolo sull'incontinenza è stato istituito nel 2015 (decreto del Ministero della salute, 2 ottobre 2015) dalla precedente Ministra della salute e ha prodotto l'Accordo in Conferenza Stato-regioni del 24 gennaio 2018, che prevede l'attivazione dei «Tavoli di lavoro regionali sull'incontinenza» e l'apertura dei Centri di 1, 2 e 3 livello in ogni regione;

   per monitorare l'operatività delle regioni e l'attivazione dei «Tavoli regionali» con l'apertura dei «Centri riabilitativi di 1, 2 e 3 livello», si ritiene utile ed indispensabile attivare presso il Ministero della salute un «Tavolo permanente e ristretto sull'incontinenza urinaria, fecale e disturbi al pavimento pelvico» con la partecipazione delle associazioni pazienti;

   il «Tavolo» non comporta al Ministero alcun onere economico, poiché le riunioni possono svolgersi da remoto e con oneri economici a carico dei partecipanti –:

   se intenda chiarire le ragioni per le quali non è ancora stato attivato il «Tavolo» sull'incontinenza come richiesto dalle associazioni pazienti;

   se intenda intraprendere immediate iniziative al fine di attivare il suddetto «Tavolo».
(4-10523)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARATTO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   nelle ultime settimane, il prezzo di elettricità e gas metano e di altre fonti energetiche ha subìto pesanti rincari che si stanno ripercuotendo in maniera diretta e verticale su cittadini e imprese e sul costo delle materie prime; i dati dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) segnalano che, unitamente alle alte quotazioni dei permessi di emissione di CO2, i calcoli si assestano su un aumento superiore al 45 per cento della bolletta dell'elettricità e di oltre il 30 per cento di quella del gas;

   in particolare, il gas metano in base alle statistiche elaborate dal Gestore mercati energetici (Gme) è passato da 0,23 euro al metro cubo del settembre 2019 agli 0,85 di ottobre 2021, fino a toccare addirittura 0,98 euro in questi giorni, peraltro in aumento pressoché quotidiano e in costante crescita; si stima un delta medio di circa 50 centesimi a metro cubo;

   gli aumenti rappresentano un colpo profondo a centinaia di piccole e medie imprese artigiane che, sorprese da un aumento imprevisto, rischiano concretamente, oggi, di non riuscire a farvi fronte. In particolare, tale situazione sta colpendo le vetrerie di Murano: a seguito dell'aumento del gas metano, utilizzato per alimentare le fornaci 24 ore su 24, le associazioni di categoria prospettano una situazione drammatica per quella che è non solo una fiorente industria artigiana ma un simbolo del Paese nel mondo;

   il Governo ha stanziato oltre 3 miliardi di euro con il decreto-legge n. 130 del 2021 per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale; in particolare ha previsto la riduzione al 5 per cento dell'aliquota Iva applicabile alle somministrazioni di gas metano, per un periodo di 3 mesi (ottobre-dicembre 2021), indipendentemente dallo scaglione di consumo; la prevista riduzione al 5 per cento dell'aliquota Iva applicabile alle somministrazioni di gas metano, riguarda gli usi civili ed industriali, e, nell'ambito degli usi civili, non solo gli usi delle famiglie, ma anche gli altri usi civili; anche l'intervento sugli oneri generali del sistema elettrico e del gas, ha riguardato i clienti finali, domestici e non domestici; come sottolineato da Arera nel comunicato-stampa, il decreto-legge n. 130 del 2021 consente di attutire l'impatto del caro bollette di elettricità e del gas, su 29 milioni di famiglie e 6 milioni di microimprese –:

   quali ulteriori iniziative intenda assumere, oltre a quelle previste dal decreto-legge n. 130 del 2021, a sostegno delle aziende gasivore, in particolare per le piccole e medie imprese e le imprese artigiane che rischiano, allo stato, la chiusura.
(5-06905)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GALLO, DEL SESTO, MANZO, GRIPPA e VILLANI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   con circolare del 12 maggio 2021 la Direzione generale per la sicurezza del suolo e dell'acqua del Ministero della transizione ecologica ha richiesto alle regioni, in coordinamento e di concerto con gli enti di Governo d'ambito, di inviare, entro il 15 giugno 2021, un elenco di interventi per il settore fognario e depurativo al fine di individuare quelli eleggibili a finanziamento nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr);

   nella medesima circolare viene evidenziato che, ai fini dell'allocazione delle risorse del Pnrr, è necessario che vi sia l'avvenuta costituzione degli Egato e l'avvenuto affidamento del Servizio idrico integrato (Sii) a soggetti industriali adeguatamente strutturati, efficienti e affidabili aventi adeguata capacità gestionale e in grado di conseguire le previsioni di spesa e di realizzazione degli interventi nei tempi e nei modi imposti dal Pnrr;

   in particolare, viene specificato che, sebbene vi sia necessità di superare il divide water service tra regioni del Centro-nord e del Sud d'Italia, anche in ragione del ritardo nell'attuazione del Sii in alcune Regioni del Sud, il Pnrr prevede che il 70 per cento delle risorse siano assegnate ai singoli progetti per i quali l'affidamento del Sii interviene o sia intervenuto entro settembre 2021, mentre il restante 30 per cento ai singoli progetti per i quali l'affidamento interviene entro giugno 2022 (scadenza quest'ultima inderogabile e indifferibile). Quindi, nelle regioni in cui gli Egato non hanno ancora provveduto all'affidamento del servizio e pertanto non soddisfano i suddetti criteri, è necessario procedere alla piena attuazione del servizio entro e non oltre il 30 giugno 2022, in modo che sia possibile usufruire quanto meno del 30 per cento dei finanziamenti resi disponibili dal Pnrr;

   le tempistiche e le modalità indicate nella circolare appaiono il risultato di una lettura eccessivamente restrittiva delle disposizioni del Pnrr, e, che rischia di escludere anche quelle gestioni del Sii pur rispondenti ai requisiti richiesti;

   si osserva che il superamento del water service divide attraverso gli investimenti al Sud, espressamente raccomandato dalla Commissione europea all'Italia, costituisce l'obiettivo principale della Missione 2 del Pnrr, e, nelle more di una riforma complessiva finalizzata a rafforzare il processo di industrializzazione del settore, presupponga l'adozione misure inclusive che tengano conto del quadro del comparto idrico nel Mezzogiorno, caratterizzato da un'ampia quota di gestioni in economia, che, in alcuni casi, come l'azienda speciale Abc di Napoli, sono pienamente in grado di soddisfare gli standard di efficienza e capacità industriale richiesti, anche in assenza dell'affidamento d'ambito;

   la tempistica indicata nella circolare, che si limita a riprodurre le scadenze fissate per ottenere la prima parte delle risorse Rrf entro il 2021 ed il restante 30 per cento entro il 30 giugno 2022, non appare all'interrogante pienamente rispondente agli obiettivi della citata Missione 2 e tantomeno adeguata rispetto al complesso processo di riforma e di adesione alla gestione unitaria del servizio idrico integrato per ambiti territoriali, con l'effetto di escludere dalle risorse del Pnrr destinate alle infrastrutture idriche proprio i comuni del Mezzogiorno (solo in Campania risultano esclusi la città di Napoli e i 31 comuni dell'area nord della Città Metropolitana, le province di Caserta, Avellino e Benevento) –:

   se il Ministro interrogato intenda fare chiarezza in merito ai presupposti normativi da cui discende l'interpretazione fornita dalla circolare ministeriale citata in premessa e se non ritenga di adottare, all'esito di approfondita istruttoria, adeguate iniziative correttive che consentano di includere nei finanziamenti del Pnrr tutti i soggetti gestori in possesso dei requisiti di efficienza e capacità industriale richiesti anche con riferimento agli Ambiti territoriali ottimali (Ato) nei quali non è stata ancora definita la governance del servizio idrico integrato.
(5-06908)

Interrogazioni a risposta scritta:


   PETTARIN. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), nella Missione M1C2 denominata «Digitalizzazione, Innovazione e Competitività nel sistema produttivo» viene riportato anche l'obiettivo di favorire la transizione digitale e l'innovazione del sistema produttivo incentivando gli investimenti in tecnologie avanzate, ricerca e sviluppo per 13.97 miliardi di euro, attraverso la Transizione 4.0;

   per questo programma sono previsti investimenti volti a promuovere lo sviluppo e l'adozione di tecnologie avanzate da parte del sistema produttivo italiano; il piano è biennale, ma la decorrenza delle misure è stata anticipata al 16 novembre 2020, per beni che si possono ricevere fino al giugno 2023 e le aliquote dei crediti di imposta variano a seconda della categoria di beni i cui costi si vogliono compensare;

   un piano analogo, come il «Superbonus 110 per cento» ha portato – secondo i dati ENEA di settembre 2021 – a 37.000 le richieste depositate per l'avvio di lavori agevolati, per un totale di 5,68 miliardi di euro di investimenti ammessi alla detrazione al 31 agosto;

   proseguono, da parte di numerose micro e piccole imprese italiane, contenziosi e interpelli con l'Agenzia delle entrate a causa della complessità nel trovare risposte alle situazioni particolari in cui si vengono a trovare durante le procedure per accedere agli sgravi fiscali previsti dal suddetto Piano;

   il tema della Transizione 4.0 è legato agli investimenti per il miglioramento e il potenziamento ecologico, come dichiarato dallo stesso Ministro della transizione ecologica, eppure permangono problemi decisivi che ingolfano il sistema e tutte le aziende coinvolte hanno ripetutamente lamentato che senza la cebilità agli istituti di credito o agli intermediari finanziari, tale agevolazione non produrrà effetti immediati –:

   quali iniziative i Ministri interrogati intendano intraprendere per dare piena e migliore attuazione al Piano Transizione 4.0 al fine di favorirne una maggior funzionalità per il mondo imprenditoriale.
(4-10516)


   LICATINI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il valore ambientale ed economico che ha l'olio esausto recuperato è tale da essere ritenuto un modello di riferimento in termini di economia circolare;

   agli oli e ai grassi vegetali e animali provenienti da utenze professionali (ad esempio, ristoranti e friggitorie) non corrisponde un apposito codice europeo dei rifiuti nel relativo elenco, il quale piuttosto li identifica con lo stesso codice dei rifiuti urbani;

   l'assenza di un codice dedicato, impedisce di programmare al meglio la gestione e quindi lo smaltimento, il riciclaggio e soprattutto la tracciabilità di questi rifiuti. In altre parole, gli oli e i grassi vegetali e animali provenienti da attività professionale, vengono raccolti, trasportati e gestiti in modo analogo ai rifiuti urbani;

   integrare l'elenco generale del codice dei rifiuti per differenziare con distinte codificazioni i rifiuti urbani e i rifiuti provenienti da attività professionale, è necessario al fine di garantire una corretta tracciabilità e per assicurare la precisa trasmissione dei dati nella comunicazione annuale al catasto dei rifiuti (Mud) e, conseguentemente, nelle relazioni che lo Stato italiano è chiamato a trasmettere alla Commissione europea, ai sensi della direttiva 2008/98/CE;

   nella comunicazione della Commissione Europea su «Orientamenti tecnici sulla classificazione dei rifiuti (2018/C 124/01)» si legge espressamente che: «nell'ambito della classificazione dei rifiuti, l'articolo 7 della direttiva quadro sui rifiuti definisce le basi per l'elenco dei rifiuti (cfr. in appresso) e la sua applicazione. Gli Stati membri possono, dunque, introdurre voci aggiuntive nei documenti nazionali che riflettono l'elenco dei rifiuti» (cfr. par. 2.1.1.);

   una corretta tracciabilità, favorita dall'adeguata conoscenza e classificazione dei rifiuti, si configura anche come valido strumento di prevenzione e di contrasto agli illeciti, alle frodi e alla corruzione;

   conferire correttamente gli oli esausti consente di recuperarli del tutto, riducendo tanto l'inquinamento quanto gli sprechi di energia;

   l'economia lineare basata sulla produzione, il consumo e lo smaltimento di un bene, ha avuto un impatto devastante sull'ambiente e sulla salute delle persone. È dunque opportuno promuovere la diffusione dell'economia circolare che, prediligendo una crescita slegata dal consumo incontrollato, consente di ridurre la produzione dei rifiuti e l'impiego di risorse;

   i rifiuti vanno convertiti in energia e in fonti di ricchezza, una trasformazione possibile solo a condizione di una corretta classificazione che stia alla base di una loro efficace gestione –:

   se, alla luce di quanto esposto, il Governo intenda adottare iniziative per integrare a livello nazionale i codici dei rifiuti, con una nomenclatura ad hoc per gli oli e i grassi vegetali e animali derivanti da attività professionali, al fine di ottimizzarne i criteri di smaltimento e di favorirne una corretta tracciabilità.
(4-10520)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   TOCCAFONDI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   nel 1982 una professoressa, docente di lingua e letteratura inglese presso un'università italiana, si vide negato il congedo di maternità di cinque mesi garantito invece alle lavoratrici italiane;

   grazie alla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 2 agosto 1993, alcuni diritti, tra i quali il congedo di maternità, furono estesi al personale docente universitario non nazionale, ma non venne attuata la piena parità di trattamento;

   con il decreto-legge 21 aprile 1995, n. 120, poi convertito dalla legge 21 giugno 1995, n. 236, i lettori di madrelingua straniera vennero qualificati come collaboratori linguistici. Così facendo, a tali figure professionali non sono stati conteggiati gli anni precedenti di servizio, né i diritti di anzianità acquisiti nel corso del tempo e non ottennero l'equiparazione, come parametro per la determinazione del salario, alla figura del professore associato;

   la Commissione delle Comunità europee ha impugnato, nel 2001, la legge 21 giugno 1995, n. 236, presso la Corte di giustizia dell'Unione europea. La successiva sentenza della Corte del 26 giugno 2001 (Case C-212/99) ha condannato l'Italia per il mancato riconoscimento dei diritti degli ex lettori di lingua straniera, garantiti invece alla generalità dei lavoratori nazionali;

   successivamente alla sentenza, con il decreto-legge 14 gennaio 2004, n. 2, convertito in seguito con modificazioni dalla legge 5 marzo 2004, n. 63, è stato attribuito ai collaboratori linguistici un trattamento economico corrispondente a quello del ricercatore confermato a tempo indeterminato;

   la Commissione delle Comunità europee, non soddisfatta della risposta data dalle autorità italiane, ha ricorso nuovamente presso la Corte di giustizia dell'Unione europea contro l'Italia, sostenendo che il decreto-legge 14 gennaio 2004, n. 2, fosse comunque discriminatorio;

   la Corte di giustizia dell'Unione europea, ritenendo che l'Italia non avesse dato attuazione a tutti i provvedimenti che l'esecuzione della sentenza del 26 giugno 2001 comportava, ha condannato il nostro Paese con la sentenza del 18 luglio 2006 Case C-119/04;

   con la legge 30 dicembre 2010, n. 240, sono stati fissati i parametri per calcolare la retribuzione dei collaboratori di madrelingua straniera ma ancora non sono stati applicati;

   il Parlamento italiano, per superare il contenzioso tra lo Stato italiano e i collaboratori linguistici e per prevenire nuovi contenziosi nei confronti delle università statali italiane, con l'articolo 11 della legge 20 novembre 2017, n. 167, ha previsto un aumento del Fondo per il finanziamento ordinario e la sottoscrizione di contratti integrativi;

   con il decreto interministeriale n. 765 del 16 agosto 2019, all'articolo 3, è stata limitata l'applicabilità dei contratti integrativi ai soli collaboratori entrati in servizio a partire dal 31 dicembre 2018, escludendo di fatto gli ex lettori andati in pensione nel periodo dalla promulgazione della legge Gelmini fino all'uscita del decreto interministeriale sopracitato;

   gli eurodeputati Jude Kirton-Darling, Sean Kelly e Clare Daly hanno presentato diverse interrogazioni parlamentari alla Commissione tra il 2019 e il 2020 sulla condizione degli ex lettori;

   con il procedimento pilota 2079/11/EMPL, la Commissione europea sta valutando, in base al principio di parità di trattamento e di libera circolazione dei lavoratori europei, la compatibilità dell'articolo 26, comma 3, ultimo capoverso, della legge n. 240 del 2010 con l'articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e, in caso positivo, quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per risolvere la condizione di disparità dei collaboratori linguistici.
(4-10511)

Apposizione di una firma
ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Fiorini n. 4-10500, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 ottobre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Tonelli.

Ritiro di documenti
del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interpellanza Lacarra n. 2-01279 del 15 luglio 2021;

   interrogazione a risposta in Commissione Gariglio n. 5-06667 del 15 settembre 2021;

   interrogazione a risposta scritta Gagliardi n. 4-10297 del 23 settembre 2021.

Trasformazione di documenti
del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta orale Di Lauro n. 3-02054 del 17 febbraio 2021 in interrogazione a risposta scritta n. 4-10510;

   interrogazione a risposta in Commissione Toccafondi n. 5-05943 del 5 maggio 2021 in interrogazione a risposta scritta n. 4-10511;

   interrogazione a risposta in commissione Anna Lisa Baroni e altri n. 5-06733 del 23 settembre 2021 in interrogazione a risposta orale n. 3-02563.