Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 21 ottobre 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La III Commissione,

   premesso che:

    la XV edizione del Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo, curato dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), ha rimarcato come in una nazione su tre si registrino gravi violazioni della libertà religiosa e in particolare – nel biennio 2018-2020 – tale diritto fondamentale non sia stato rispettato in 62 dei 196 Paesi sovrani;

    il Rapporto evidenzia inoltre una nuova, inquietante frontiera: l'abuso della tecnologia digitale, delle cyber network, della sorveglianza di massa basata sull'intelligenza artificiale (AI) sia per favorire la radicalizzazione e il reclutamento di nuovi terroristi, sia per assicurare un maggiore controllo con finalità discriminatorie;

    in ben 42 Paesi (21 per cento del totale) abbandonare o cambiare la propria religione può determinare gravi conseguenze legali e/o sociali, con uno spettro di possibili conseguenze che va dall'ostracismo familiare alla pena di morte. Si registra anche l'incremento della violenza sessuale impiegata come un'arma contro le minoranze religiose: crimini contro le donne e le bambine che vengono rapite, violentate e costrette a ripudiare la loro fede per abbracciare coattivamente quella maggioritaria;

    il 67 per cento circa della popolazione mondiale, pari a circa 5,2 miliardi di persone, vive attualmente in nazioni in cui si verificano gravi violazioni della libertà religiosa: questa allarmante realtà pone ovviamente un problema politico-istituzionale al quale le istituzioni nazionali e internazionali provano a far fronte in vari modi;

    il 28 maggio 2019 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione per istituire il 22 agosto come Giornata internazionale di commemorazione delle vittime di atti di violenza basati sul credo religioso: tale ricorrenza è stata proposta dalla Polonia con il sostegno di Stati Uniti, Canada, Brasile, Egitto, Iraq, Giordania, Nigeria e Pakistan;

    gli Stati Uniti hanno promosso l'Alleanza Internazionale per la Libertà Religiosa, l'Ungheria ha creato il Segretariato di Stato per la persecuzione cristiana e in un numero crescente di nazioni, quali Danimarca, Paesi Bassi, Stati Uniti, Norvegia, Finlandia, Polonia e Regno Unito è stata istituita o riattivata la carica di ambasciatore per la libertà religiosa e la fede; la Germania ha creato l'Ufficio per il Commissario per la libertà religiosa nel mondo;

   anche la Commissione europea ha nominato un Inviato speciale per la promozione della libertà di religione e credo;

   il Parlamento italiano ha dimostrato in varie occasioni di riconoscere l'enorme importanza rivestita dal diritto di libertà religiosa, tanto da approvare, nella corrente legislatura, la proposta, di iniziativa del primo firmatario del presente atto di indirizzo, di inserire nel bilancio della Farnesina un Fondo apposito da destinare ai cristiani perseguitati nel mondo,

impegna il Governo

ad adottare iniziative per istituire anche per l'Italia la carica di Inviato speciale per la tutela della libertà religiosa al fine di continuare a lavorare per confermare che il diritto di professare liberamente la fede religiosa, riconosciuto dall'articolo 19 della Costituzione italiana, non è valido solo a livello nazionale ma deve anzi essere promosso in ogni sede internazionale, quale diritto inviolabile di ciascuno.
(7-00742) «Formentini, Zoffili, Billi, Cecchetti, Comencini, Coin, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Picchi, Ribolla, Snider».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   PETTARIN. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la comunità linguistica friulanofona fa riferimento a una lingua retoromanza appartenente al ceppo ladino del quale costituisce la diramazione più numerosa in assoluto nel Friuli geografico e storico;

   secondo stime attendibili del Ministero dell'interno si contano circa 600.000 cittadini friulanofoni;

   tutti gli atti normativi di tutela linguistica del Consiglio d'Europa di Strasburgo si applicano anche alla tutela della minoranza linguistica friulana (Sentenza della Corte costituzionale n. 215 del 2013);

   alla minoranza friulana non vengono riconosciuti i medesimi diritti di cui già godono i francesi della Valle D'Aosta, i tedeschi e ladini del Tirolo, gli sloveni del Friuli Venezia Giulia;

   non ha alcun fondamento normativo l'idea di chi afferma che i friulani non siano una minoranza nazionale come quelle soprannominate, ma solamente una minoranza linguistica storica;

   la Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali, adottata dal Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa a Strasburgo il 1° febbraio 1995 sottoscritta e ratificata anche dall'Italia (legge n. 302 del 1997), ha equiparato il termine giuridico «minoranza nazionale» e quello di «minoranza linguistica»;

   il 29 aprile 2021 è scaduta e prorogata per 6 mesi la convenzione integrata tra Presidenza del Consiglio dei ministri e Rai per la trasmissione di programmi radiotelevisivi in lingua friulana che ha stabilito risorse aggiuntive rispetto al passato per un totale di 750 mila euro annui. Ma la programmazione televisiva Rai in lingua friulana, negli ultimi mesi; è stata particolarmente limitata, comprendendo per lo più la trasmissione di repliche, e solo recentemente si è avuta notizia di una produzione originale nuova in lavorazione. Né sono stati stipulati contratti per l'assunzione di personale dedicato, nonostante le richieste in tal senso formulate dai sindacati all'azienda;

   a titolo esemplificativo, il divario tra ladini e friulani, nello spazio concesso all'interno della programmazione televisiva della Rai, è enorme: a fronte del numero di cittadini di minoranza ladina (40.000) e di quella friulana (600.000), i primi possono usufruire di 366 ore annuali di trasmissioni radiofoniche contro 107 ore dei friulani, e ben 123 ore annuali di trasmissioni televisive contro solo 16. I ladini hanno notiziari nella loro lingua e i friulani no. Ed esiste una Rai Ladinia con 10 giornalisti, cosa che ai friulani è concesso solo sognare;

   la comunità linguistica friulanofona non si accontenta più delle briciole. Il friulano ha la stessa dignità delle altre lingue minoritarie presenti nel servizio pubblico radiotelevisivo, dignità riconosciuta dalla Costituzione italiana, dalle leggi statali ed europee. È tempo che la minoranza linguistica friulana veda riconosciuti i suoi diritti, in particolare all'informazione radiofonica e televisiva nella sua lingua. È una questione di giustizia e una battaglia di civiltà –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per garantire alla minoranza linguistica friulana le medesime tutele già assicurate alle altre minoranze linguistiche presenti sul territorio nazionale nel quadro del contratto di servizio con la RAI;

   se il Governo intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, in relazione agli atti convenzionali con la Rai in materia di minoranze linguistiche, affinché l'azienda assicuri l'adeguamento del servizio pubblico alle stanze delle minoranze linguistiche presenti nella regione Friuli Venezia Giulia, in relazione a quanto rappresentato in premessa, a tal fine destinando anche apposite risorse strumentali e finanziarie.
(4-10490)


   CIABURRO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio 2021, legge 30 dicembre 2020, n. 178, all'articolo 1, commi 69 e 70, prevede la possibilità, per le amministrazioni comunali, di assumere a tempo determinato e parziale, per la durata massima di un anno, non rinnovabile, personale da impiegare per potenziare le prestazioni degli uffici comunali preposti agli adempimenti legati al cosiddetto Superbonus 110 per cento di cui all'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, e successive modifiche ed integrazioni;

   come previsto dalla legge di bilancio 2021 medesima, agli oneri straordinari, derivanti dalle assunzioni del personale, si provvede mediante risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, da ripartirsi mediante decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sulla base delle richieste di assunzione avanzate dai comuni entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge n. 178 del 2020, istituente la misura, dunque entro fine gennaio 2021;

   a ottobre 2021 – ben oltre il termine indicato dalla legge di Bilancio 2021 – non sono ancora stati pubblicati i riferimenti per far pervenire le richieste di assunzioni straordinarie di cui al predetto articolo 1, commi 69 e 70;

   inoltre, non è stato ancora adottato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri previsto dalla normativa per la disciplina di dettaglio, lasciando di fatto le amministrazioni comunali in balia di una forte incertezza e penalizzando quelle amministrazioni che già di per sé dispongono di esigue risorse umane;

   considerato che numerose amministrazioni comunali, in particolar modo dei piccoli comuni e dei comuni in dissesto, non dispongono delle risorse necessarie per assumere personale che possa gestire in modo appropriato le pratiche legate al Superbonus 110 per cento, e che pertanto hanno bisogno di usufruire della facoltà straordinaria di assunzione di personale fin qui descritta, occorrono riferimenti puntuali per usufruire della predetta misura;

   come evidenziato dal Sottosegretario per la transizione ecologica durante la risposta ad alcune interrogazioni a risposta immediata, il fondo da 10 milioni di euro, destinato ad alimentare la misura basterebbe per l'assunzione di sole 300 persone, ben poche rispetto alle necessità dei comuni;

   in secondo luogo, è opportuno, data la rilevanza della misura, che questa sia estesa anche all'assunzione di personale a tempo pieno, anche per oltre un anno e in deroga ai limiti assunzionali e di budget imposti ai comuni;

   considerato che a ottobre 2021 non sono ancora state emanate tutte le normative necessarie per far partire la misura, non ci sono i tempi tecnici per permettere in ogni caso ai comuni di attingere al fondo entro la fine dell'anno;

   il Governo, con il documento programmatico di bilancio 2022, anticipato nella Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza 2021, ha confermato la proroga del Superbonus 110 per cento fino al 2023, seppur con severe limitazioni –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e se intenda rendere note le ragioni dietro alla mancata pubblicazione ed indicazione dei riferimenti necessari per richiedere l'utilizzo delle risorse di cui in premessa e quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di:

    a) prorogare l'efficacia della misura di cui in premessa fino alla fine del 2023, abbinandola alla durata del cosiddetto Superbonus;

    b) incrementare lo stanziamento di risorse per la misura in questione in modo tale da poter rispondere alle esigenze di tutti i comuni aventi diritto;

    c) rimodulare la misura per permettere l'assunzione di personale tecnico di cui in premessa anche a tempo pieno e con periodi di tempo superiori all'annualità.
(4-10494)


   CIRIELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 9 ottobre 2021 si è tenuta a Roma, in Piazza del Popolo, una manifestazione per protestare contro il Green Pass, in vista dell'entrata in vigore, dal 15 ottobre, dell'obbligo del certificato verde per tutti i lavoratori;

   nel corso della manifestazione, a cui avrebbero partecipato circa 10 mila persone, come documentato da televisioni e social network, vi sono stati anche momenti di forte tensione e scontri culminati in un assalto alla storica sede centrale della Cgil;

   più precisamente, nel corso del corteo, i manifestanti, ad un certo punto, si sarebbero divisi, la maggior parte sarebbero andati in direzione Via Veneto, mentre una frangia si sarebbe avviata verso gli uffici della Cgil ed ivi giunti, vi facevano irruzione danneggiando i locali della sede;

   l'accadimento ai danni della Cgil appariva fin da subito singolare nella misura in cui non solo era stata consentita la partecipazione alla manifestazione di noti soggetti destinatari di provvedimenti Daspo ma, ancor di più, in quanto l'assalto alla sede sindacale sarebbe stato preannunciato dal palco di piazza del Popolo dal quale, come riportato da organi di stampa, sarebbero state pronunciate frasi allarmanti e violente afferenti il Segretario generale della Cgil quali: «Portateci da Landini o lo andiamo a prendere noi»;

   nel corso degli interrogatori di garanzia dei soggetti arrestati, successivamente, sarebbe emerso che, prima dell'assalto alla sede sindacale, vi sarebbe stata una trattativa con gli organi di polizia che avrebbero autorizzato il corteo ad andare verso la sede della Cgil;

   a confermare la sussistenza della trattativa in parola tra i manifestanti e gli organi della Polizia vi sarebbe anche una annotazione della Digos di Roma redatta il giorno successivo alla manifestazione;

   se gli accadimenti appena esposti fossero confermati, la decisione di legittimare soggetti destinatari di provvedimenti Daspo individuandoli quali interlocutori di una trattativa con le istituzioni e la scelta di assecondare la richiesta di incontrare Landini e di accedere alla sede della Cgil, appare aver precostituito, in ogni caso, colpevolmente le condizioni per il verificarsi dei vergognosi episodi accaduti;

   inoltre, sembrerebbe che il Ministro interrogato sia stato informato di tutto dagli organi deputati alla gestione della sicurezza e dell'ordine pubblico e abbia assunto come proprie tali decisioni –:

   se il Governo, per quanto di competenza, abbia accertato le precise dinamiche dei fatti esposti in premessa e le eventuali responsabilità;

   quali iniziative di competenza intenda adottare per sanzionare l'accaduto ed, in particolare, se non ritenga di invitare alle dimissioni il Ministro interrogato, quale più alto esponente in grado coinvolto nella vicenda in parola.
(4-10496)

AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE

Interrogazione a risposta scritta:


   PAOLIN, MOLINARI, INVERNIZZI, COVOLO e COLMELLERE. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   sono già trascorsi ben quattro anni da un evento straordinario svoltosi il 22 ottobre 2017 con il referendum consultivo regionale sull'autonomia del Veneto, promosso dalla regione Veneto con il seguente quesito: «Vuoi che alla regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia»;

   si tratta di un referendum che ha raggiunto il quorum grazie alla straordinaria affluenza di ben 2.317.923 veneti, pari al 57,2 per cento della popolazione, di questi il 98,1 per cento (2.273.985) ha espresso il proprio voto favorevole al quesito referendario. Nello stesso giorno si è svolto un analogo referendum in regione Lombardia con lo stesso esito, mentre il 3 ottobre 2017 l'assemblea regionale della regione Emilia Romagna ha approvato una risoluzione per l'avvio di un procedimento finalizzato alla sottoscrizione dell'intesa con il Governo richiesta dall'articolo 116, terzo comma, della Costituzione;

   spiace constatare come l'iter per l'attribuzione di maggiori poteri a favore delle regioni si presenti in salita nonostante, nel frattempo, siano pervenute al Governo analoghe richieste da altre 6 regioni (Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Marche e Campania);

   nell'audizione tenutasi dalla vice Ministro Castelli, il 9 giugno 2021, presso la Commissione parlamentare bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale, la stessa ha testualmente dichiarato: «Il Pnrr è rilevante per tre ordini di motivi. In primo luogo, su espressa richiesta della Commissione Europea, l'attuazione del Federalismo fiscale rientra tra le riforme da realizzare, fissando un termine, il primo quadrimestre del 2026, per il completamento del processo con l'attuazione di quanto previsto dal decreto legislativo n. 68 del 2011 per le Regioni...»;

   è opportuno capire se il Governo abbia o meno intenzione di anticipare i tempi previsti per l'attuazione del federalismo fiscale (primo quadrimestre del 2026), poiché si ritiene non accettabile attendere 15 anni per vedere attuato quanto previsto dal decreto legislativo n. 68 del 2011, anche, se in realtà, gli anni sono 17, visto che il decreto legislativo testé citato è stato emanato in attuazione della legge delega 5 maggio 2009, n. 42 recante i principi e i criteri direttivi per l'attuazione del federalismo fiscale in riferimento all'articolo 119 della Costituzione. Tale anticipazione andrebbe anche a rispettare le volontà delle regioni che, nel 2017 e 2018, hanno chiesto di ampliare le proprie competenze affinché non debbano attendere quasi 10 anni per vedere attuato il terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione, senza dimenticare la modifica del Titolo V della Costituzione che il 25 novembre 2021 compie 20 anni –:

   se il Governo, alla luce anche della scarsa affluenza al voto degli elettori nell'ultima tornata elettorale per le elezioni delle amministrazioni comunali, che hanno coinvolto alcune importanti città metropolitane, non ritenga che l'unico modo per riavvicinare i cittadini nelle scelte politiche (amministrazioni comunali e regionali) non sia anche quello di dare attuazione sia al federalismo fiscale, che al terzo comma dell'articolo 116 della nostra Costituzione, dando maggiori deleghe alle regioni, accompagnate dai relativi finanziamenti e quali iniziative di competenza intenda adottare a tal fine;

   se intenda in particolare adottare iniziative, anche normative, per anticipare i tempi previsti per l'attuazione del federalismo fiscale.
(4-10488)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   ORRICO. — Al Ministro della cultura, al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   i contratti istituzionali di sviluppo costituiscono lo strumento per accelerare la realizzazione di grandi progetti strategici, tra loro funzionalmente connessi, di valorizzazione dei territori del Paese;

   in data 14 settembre 2020 veniva stipulato il contratto istituzionale di sviluppo denominato «Cosenza – Centro storico» per un importo finanziato di 90 milioni di euro, come previsto dalla delibera Cipe n. 10 del 28 febbraio 2018, finalizzato alla rigenerazione ed alla riqualificazione della parte antica della città;

   il contratto istituzionale di sviluppo «Cosenza Centro Storico» rientra, insieme ai contratti istituzionali di sviluppo inerenti ai centri storici di Napoli, Palermo e Taranto, fra quelli la cui titolarità è stata affidata al Ministero della cultura per come richiesto dallo stesso Dicastero tramite nota prot. n. 31636 del 21 dicembre 201 ai sensi dell'articolo 7 del decreto-legge n. 91 del 20 giugno 2017;

   nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 31 luglio 2020, che istituisce il Tavolo istituzionale contratto istituzionale di sviluppo Cosenza, è previsto come l'attuazione del programma degli interventi del contratto istituzionale di sviluppo sia coordinato da un responsabile unico del contratto individuato, all'interno del contratto stesso, tra i soggetti istituzionali coinvolti;

   in uno strumento articolato come quello dei contratti istituzionali di sviluppo la figura del responsabile unico del contratto è centrale poiché soprintende il processo complessivo di attuazione per come disposto dallo stesso sopracitato contratto;

   ad oggi, non si ha notizia se il responsabile unico del contratto del contratto istituzionale di sviluppo «Cosenza – Centro Storico» sia stato nominato, come d'altronde non si ha notizia di nomina dei responsabili unici del contratto per i contratti istituzionali di sviluppo guardanti i centri storici di Napoli e Palermo –:

   quali iniziative il Ministro della cultura intenda assumere per verificare lo stato delle procedure relative alla nomina del responsabile unico del contratto per il contratto istituzionale di sviluppo «Cosenza – Centro Storico», nonché per i contratti istituzionali di sviluppo riguardanti i centri storici di Napoli e Palermo, soprattutto alla luce della circostanza che lo strumento di cui sopra prevede un rigido cronoprogramma la cui mancata osservazione comporterebbe una riassegnazione delle risorse.
(4-10495)

DISABILITÀ

Interrogazione a risposta scritta:


   TESTAMENTO. — Al Ministro per le disabilità, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   Poste Italiane S.p.a. è la più grande realtà del comparto logistico in Italia, leader nel settore finanziario, assicurativo e dei servizi di pagamento. Attualmente è partecipata per il 29,3 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze, per il 35 per cento da Cassa depositi e prestiti (Cdp), a sua volta controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze e per la residua parte da investitori istituzionali e retail. Con un fatturato di oltre 12 miliardi di euro, le attività del gruppo generano un impatto positivo anche dal punto di vista occupazionale;

   tra i dipendenti di Poste Italiane risulta esserci il signor Ezio Zara, di 43 anni, affetto da sordomutismo, che, da ben 9 anni, svolge l'attività di operatore Track & Tracking presso il Cpd di Termoli (CB). Il signor Zara, da alcuni anni, svolge le sue mansioni con molta difficoltà al punto che il 4 settembre 2017 invia una lettera all'amministratore delegato di Poste Italiane, dottor Matteo Del Fante nella quale scrive testualmente: «...commetto diversi errori durante lo svolgimento del mio operato, mettendo anche in difficoltà, alcune volte, il lavoro svolto dai miei colleghi. Nonostante mi sforzo di guardare continuamente il monitor e la luce a infrarossi, a causa della mia disabilità, ma anche della grande mole di oggetti da acquisire, continuo ripetutamente a sbagliare». Nella stessa missiva, inoltre, chiedeva di essere assegnato ad altre mansioni come l'attività allo sportello o, meglio, presso gli uffici della divisione Mercato Privati;

   a seguito di tale richiesta, il 21 settembre 2017 il signor Zara veniva convocato per un colloquio dal responsabile risorse umane Sud 1 Bari di Poste Italiane, al termine del quale, come riferito dallo stesso Ezio Zara, in una seconda lettera indirizzata all'amministratore delegato Del Fante e all'allora Ministro per la famiglia e le disabilità onorevole Lorenzo Fontana, sarebbe stata accolta la sua richiesta di ricollocazione presso gli uffici della divisione Mercati Privati. A oggi, però, il signor Zara non ha ancora ricevuto notizie, continuando a svolgere l'attività di operatore Track & Tracking presso il Cdp di Termoli, con tutte le difficoltà che per lui questo comporta;

   considerato inoltre che le disposizioni contenute nella Carta di Nizza, nella direttiva (UE)2000/78 e nella Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità sono concordi nel ricomprendere il tema dell'inclusione dei disabili sotto la lente della tutela dei diritti umani. Inoltre, la legge 12 marzo 1999, n. 68 recante «Norme per il diritto al lavoro dei disabili» sancisce che, per i soggetti in condizioni di disabilità, sia previsto anche un loro collocamento mirato previa adeguata valutazione delle loro capacità lavorative –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda adottare per porre fine alla situazione di disagio vissuta dal signor Ezio Zara e favorire la sua piena inclusione lavorativa in Poste Italiane S.p.a.;

   se non ritenga doveroso, per quando di competenza, verificare le motivazioni che hanno indotto Poste Italiane S.p.a. a non procedere alla concreta ricollocazione del signor Ezio Zara presso gli uffici della divisione Mercati Privati nonostante l'accoglimento – a detta del Zara – in data 21 settembre 2017 da parte del responsabile risorse umane Sud 1 di Bari di Poste Italiane S.p.a. della sua richiesta di trasferimento;

   se non ritenga altresì opportuno avviare un'attività di monitoraggio volta a verificare l'effettiva rispondenza tra i principi enunciati nelle policy aziendali e i comportamenti concretamente messi in atto dalle più autorevoli società partecipate e imprese presenti sul territorio nazionale per garantire la piena ed effettiva integrazione delle persone disabili nelle realtà aziendali.
(4-10485)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   L'ABBATE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il cosiddetto «Bonus Investimenti sud» introdotto dalla legge n. 208 del 2015 prevede l'assegnazione di un credito di imposta per le imprese che effettuano l'acquisizione di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna;

   con circolare n. 34/E del 3 agosto 2016 l'Agenzia delle entrate individua quali destinatari, di tale beneficio tutti i soggetti titolari di reddito d'impresa in base all'articolo 55 del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir), indipendentemente dalla natura giuridica assunta, che effettuano nuovi investimenti destinati a strutture produttive situate nelle aree ammissibili;

   la posizione dell'Agenzia delle entrate preclude quindi l'accesso all'incentivo agli imprenditori agricoli titolari di reddito agrario di cui all'articolo 32 del Tuir e non collima col tenore letterale della norma che non opera preclusioni in virtù della tipologia di reddito determinata dall'impresa, ma che prevede l'attribuzione del credito d'imposta alle imprese che effettuano l'acquisizione dei beni strumentali nuovi, operando esclusivo riferimento alla nozione di impresa nell'accezione civilistica alla quale è riconducibile anche l'imprenditore agricolo di cui all'articolo 2135 del codice civile;

   nel comparto agricolo la tipologia imprenditoriale titolare di reddito agrario, costituita da imprese individuali e società semplici agricole non soggette all'articolo 55 del Tuir rappresentano la gran parte delle realtà produttive in agricoltura in tutto il Paese;

   nel caso di imprese attive nella produzione primaria di prodotti agricoli, la norma specifica che il beneficio può essere goduto nel regime «de minimis» cui sono soggette tutte le imprese agricole senza alcuna differenziazione reddituale –:

   se i Ministri interrogati non intendano urgentemente fornire un chiarimento circa la disciplina di cui in premessa, finalizzato ad evitare che alle imprese agricole produttive di reddito agrario o dominicale, pur in presenza dei requisiti richiesti dalla norma, sia precluso l'accesso alla agevolazione in parola.
(4-10497)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   MORRONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   i sindacati autonomi di polizia penitenziaria, attraverso una nota congiunta, hanno manifestato la situazione di disagio nella quale verte il carcere di Torino;

   il personale di polizia penitenziaria è abbandonato a sé stesso nella totale assenza di relazioni con l'amministrazione;

   accade spesso, a quanto risulta all'interrogante, che il personale verrebbe richiamato in servizio nonostante i riposi programmati; turni e posti di servizio verrebbero cambiati e completamente stravolti senza necessario avviso;

   gli stessi riferiscono, inoltre, che potrebbero essere a rischio anche le imminenti ferie per il periodo natalizio senza contare che alcuni padiglioni hanno una scopertura organica tale da non consentire il godimento imprescindibile dei diritti soggettivi previsti dalla legge;

   anche all'interno dei reparti detentivi la situazione è seriamente preoccupante;

   gli addetti alla sorveglianza generale trovano serie difficoltà per assicurare tutti i servizi, tanto che non sanno più come destreggiarsi al punto tale che la situazione operativa generale può divenire pericolosa per tutti;

   l'istituto penitenziario di Torino subisce da tempo i disagi di un costante sovraffollamento, a differenza di altri istituti di pena sul territorio per i quali gli effetti della pandemia hanno determinato il decremento delle presenze detentive;

   lo stato psico-fisico del personale di polizia penitenziaria è a serio rischio, a causa della stanchezza e delle tensioni a cui è sottoposto tutti i giorni;

   tale situazione sta diventando insostenibile ed è necessario garantire sicurezza che, in questa situazione, è solo un miraggio e anche gli stessi rischi ad essa connessi non sono da sottovalutare –:

   considerati i gravi episodi di aggressioni d'indubbia rilevanza nazionale, quali urgenti iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere al fine di pervenire ad un superamento delle criticità del carcere di Torino.
(4-10493)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   RUGGIERO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 2 agosto 2021 il responsabile del settore finanziario del comune di Mola di Bari comunica alla prefettura di Bari la mancata approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio con la nota prot. n. 23202;

   in data 3 agosto 2021, il vice segretario generale del comune di Mola di Bari, ad integrazione della nota precedente, comunica alla prefettura di Bari, che nello statuto dell'ente, non è previsto l'organo deputato ad intervenire in via sostitutiva per la nomina di un commissario che provveda a riguardo;

   con parere del 27 ottobre 2010 il Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell'interno ha evidenziato che, ai fini della procedura sanzionatoria, ai sensi del combinato disposto dell'articolo 141, comma 2, e dell'articolo 193, comma 4, del decreto legislativo n. 267 del 2000, il legislatore non ha inteso dare rilevanza ai motivi che hanno condotto alla mancata presa d'atto della permanenza degli equilibri di bilancio, ma solo al dato obiettivo della mancata adozione, entro il termine prescritto dalla legge, dei necessari provvedimenti di riequilibrio di bilancio. Al verificarsi di tale evento, la norma prevede che il prefetto debba procedere a diffidare il consiglio comunale, ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge n. 13 del 2002, convertito dalla legge n. 75 del 2002, ad approvare il fondamentale documento contabile e di procedere, in caso di inadempimento, qualora gli statuti degli enti locali non abbiano previsto l'organo deputato ad intervenire in via sostitutiva, a nominare un commissario che provveda al riguardo. Anche la giurisprudenza amministrativa ha peraltro chiarito che «la legge non collega all'inosservanza del termine ordinario di cui all'articolo 175 alcuna immediata e concreta conseguenza dissolutoria, ma la semplice apertura di un procedimento sollecitatorio, che può bensì condurre all'adozione della grave misura dello scioglimento dell'organo, ma il cui presupposto non è la mera inosservanza del termine suddetto, bensì la constata inadempienza ad un'intimazione puntuale e ultimativa dell'organo competente, che attesta l'impossibilità, o la volontà del consiglio di non approvare il bilancio» (Consiglio di Stato, Sezione V, 19 febbraio 2007, sentenza n. 826);

   il presidente del consiglio comunale, in data 11 agosto 2021, invia al prefetto di Bari comunicazione dell'avvenuta riconvocazione del consiglio comunale per la riapprovazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio; la seduta consiliare era fissata per il 16 agosto 2021, in prima convocazione e, in seconda convocazione, per il 18 agosto 2021;

   a quanto consta all'interrogante i consiglieri comunali di Mola di Bari non avrebbero ricevuto alcuna notifica da parte del prefetto di Bari e neanche alcuna comunicazione scritta da parte del prefetto o del sindaco di Mola di Bari che prescrivesse o solo formalizzasse la procedura con cui sono stati chiamati alla seduta consiliare del 18 agosto 2021 –:

   di quali elementi disponga il Ministro interrogato circa i fatti descritti in premessa e se intenda chiarire, per quanto di competenza, se la procedura adottata dal presidente del consiglio comunale e la mancata notifica da parte del prefetto abbiano disatteso il combinato disposto dell'articolo 141, comma 2, e dell'articolo 193, comma 4, del decreto legislativo n. 267 del 2000 e se la convocazione del consiglio comunale e la nuova votazione sulla proposta di delibera sulla salvaguardia degli equilibri sia da ritenersi legittima.
(4-10483)


   ZIELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   è notizia pubblicata sulla stampa – La Nazione del 20 ottobre 2021, quella di un edicolante aggredito, nel pomeriggio di lunedì 18 ottobre, a Pisa, di fronte alla propria rivendita di giornali da parte di un 23enne straniero di origine dominicana residente nel comune di Torino;

   secondo la ricostruzione a mezzo stampa dei fatti, intorno alle 16 di lunedì 18 ottobre 2021 in piazza Vittorio Emanuele angolo via Croce, un giovane si è avvicinato all'edicola chiedendo dei giornali per coprirsi, qualificandosi come homeless, ed uno per informarsi sulle notizie del suo Paese, in centro America; dopodiché è tornato alterato con una lattina di birra, ha buttato a terra motorini e biciclette, ha cercato di staccare un pezzo di marciapiede, ha rimosso un cestino da terra sradicando delle mattonelle che poi ha lanciato contro la vetrina dell'edicola; l'edicolante, nel tentativo di fermarlo ha ricevuto un pugno;

   è intervenuta una volante della questura, che ha provveduto ad identificare l'aggressore, poi accompagnato da un'ambulanza e denunciato per danneggiamento aggravato e percosse;

   per l'edicolante si tratta del quinto episodio di aggressioni similari da inizio 2021 da parte di soggetti noti alle forze dell'ordine; in uno sfogo ha dichiarato che «succede spesso, in 10 mesi 4-5 episodi del genere tra aggressioni, minacce e furti»;

   l'amministrazione comunale ha investito molto per il potenziamento dell'organico della polizia municipale, in termini di uomini, mezzi e strumenti, ma inevitabilmente, non può essere lasciata sola nel contrasto alla delinquenza e necessita di un supporto reale e concreto da parte de prefetto e del questore territorialmente competenti –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare per impedire al soggetto di cui in premessa di poter reiterare gli stessi crimini, inclusa l'attivazione delle procedure di revoca del permesso di soggiorno e di espulsione.
(4-10484)


   CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   organi di stampa riportano la notizia di una inchiesta su presunti appalti truccati condotta dalla procura di Salerno ed afferente una serie di cooperative aventi in gestione i lavori di manutenzione ordinaria e conservativa del comune di Salerno;

   in data 11 ottobre 2021, gli agenti della squadra mobile di Salerno hanno eseguito una ordinanza cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari (Gip) del tribunale di Salerno, applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di Fiorenzo Zoccola presidente di una cooperativa sociale nonché gestore di fatto di altre cooperative che avevano in gestione la manutenzione ordinaria e conservativa del patrimonio del comune di Salerno; della custodia domiciliare nei confronti di Giovanni Savastano, assessore alle politiche sociali del comune di Salerno e consigliere regionale, e di Caselli Luca, all'epoca dei fatti dirigente del settore ambiente del comune di Salerno nonché del divieto di dimora nel comune di Salerno nei confronti degli imprenditori di fatto titolari delle cooperative;

   i reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti inerente l'aggiudicazione dei predetti appalti nonché a carico del Savastano e di Zoccola del reato di corruzione elettorale;

   sono stati, altresì, disposti gli arresti domiciliari a carico di due persone legate alle cooperative sociali Gianluca Izzo, amministratore di fatto della cooperativa sociale «San Matteo» e Umberto Coscia, lavoratore della predetta cooperativa, per la vicenda legata ad un audio circolato alla vigilia della tornata elettorale tenutasi il 3 e il 4 ottobre 2021 per il rinnovo del consiglio comunale della città di Salerno, al cui interno, come riportato da organi di stampa, lo stesso amministratore della cooperativa avrebbe cercato di estorcere il voto dei dipendenti a favore della moglie candidata per il sindaco Vincenzo Napoli, a conferma dell'impianto di corruttela elettorale che vigeva nell'amministrazione politica della città, vicenda già oggetto di una precedente interrogazione (n. 4-10373) presentata dall'interrogante;

   secondo gli investigatori il messaggio, del quale è stata verificata l'autenticità, è «dal chiaro contenuto minatorio»;

   tra le persone iscritte nel registro degli indagati risulterebbe anche il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, a cui sarebbe stata contestata la turbata libertà degli incanti con l'aggravante dell'abuso d'ufficio;

   nell'ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Salerno emerge un presunto «consolidato accordo corruttivo» tra Savastano e Zoccola, secondo il quale il consigliere regionale «stabilmente asserviva le funzioni pubbliche agli interessi personali propri e del privato in cambio del sostegno elettorale assicuratogli da Zoccola, garantendo a quest'ultimo l'affidamento degli appalti banditi dal Comune di Salerno aventi ad oggetto servizi pubblici alle società cooperative sociali riferibili al privato e ai suoi solidali»;

   il quadro indiziario emerso dall'ordinanza del Gip rileverebbe, secondo l'interrogante, la totale inidoneità dell'attuale Amministrazione a garantire la trasparenza e la legalità delle procedure ad evidenza pubblica indette per l'affidamento dei servizi, oltre che una cronica distorsione del potere amministrativo facente capo a taluni pubblici funzionari, che hanno durevolmente e deliberatamente tradito il pubblico interesse;

   la mortificazione della libera concorrenza fra operatori economici costituisce un vulnus al principio di legalità e una costante frustrazione delle aspettative di crescita di operatori economici che agivano nel rispetto della legalità;

   appare, dunque, evidente all'interrogante che il sistematico e rodato sistema di corruttela e di turbativa d'asta emerso dalle indagini in parola, determina la sussistenza delle condizioni giuridiche per disporre lo scioglimento del Consiglio Comunale di Salerno per gravi e persistenti violazioni di legge ex articolo 141 lettera a), del Tuel –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare, anche promuovendo una verifica da parte dei servizi ispettivi di finanza pubblica, al fine di garantire la trasparenza e la legalità delle procedure ad evidenza pubblica indette per l'affidamento dei servizi nel comune di Salerno;

   se non intenda valutare la sussistenza dei presupposti per promuovere le iniziative di competenza con riferimento al comune di Salerno, ai sensi degli articoli 141, lettera a), e seguenti del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali (Tuel) di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000.
(4-10487)


   CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 9 ottobre 2021 si è tenuta a Roma una manifestazione per protestare contro l'entrata in vigore, a partire dal 15 ottobre 2021, dell'obbligo del certificato verde, cosiddetto green pass, per tutti i lavoratori;

   come riportato dagli organi di stampa, anche attraverso il supporto di videoregistrazioni, la protesta è degenerata in forti tensioni e scontri culminati in un attacco alla sede nazionale della Cgil;

   tra i video diffusi sui social network e che hanno documentato alcuni momenti di quei tragici attimi di tensione e terrore, in particolare, ne sarebbero emersi alcuni che riprenderebbero un poliziotto in borghese nella mischia dei manifestanti prima dell'assalto alla prefata sede sindacale;

   in una prima sequenza, in piazzale Flaminio, si noterebbe il predetto agente di polizia che, unico con la mascherina, veniva ritratto accanto ai manifestanti nell'intento di dare spinte ad uno dei blindati della polizia ivi presenti;

   di poi, vi sarebbe una seconda e successiva ripresa nell'ambito della quale, in via del Corso, il medesimo agente di polizia in borghese colpirebbe un manifestante con violenza e ripetutamente con calci e pugni e, in ogni caso, con una condotta degradante, al solo fine di punirlo, atteso che l'uomo era già riverso sul suolo e, dunque, in evidente impossibilità di nuocere grazie anche all'intervento degli altri appartenenti alla polizia in divisa;

   dopodiché, si rileverebbe il soggetto in parola che, dopo essere stato allontanato dagli agenti del reparto mobile, trascinava per i capelli il manifestante appena picchiato;

   secondo quanto riportato da organi di stampa, dopo la diffusione delle videoregistrazioni sopra descritte, il poliziotto in questione si sarebbe presentato in questura e veniva deferito all'autorità giudiziaria;

   l'episodio in parola rientra nelle singolarità e anomalie che hanno caratterizzato la nefasta gestione della manifestazione de qua, andandosi a collocare, unitamente alle paventate contrattazioni tra manifestanti e forze dell'ordine per raggiungere la sede della Cgil, balzate alle cronache nei giorni immediatamente successivi alla protesta, in un quadro ambiguo e poco nitido della vicenda;

   invero, appare assolutamente incomprensibile la ragione per la quale un agente in borghese, come riportato da fonti giornalistiche, fosse mischiato tra i manifestati e piuttosto che sedare la rivolta e individuare i facinorosi per contenerli prontamente, abbia di contro partecipato alla dura protesta, inasprendo il conflitto con le azioni violente riprese dalle videoregistrazioni e precedentemente descritte;

   ancor più inverosimili sono, a parere dell'interrogante, le dichiarazioni rese durante l'informativa alla Camera del 19 ottobre 2021 dal Ministro interrogato che, in ordine alle immagini che riprendevano l'agente in borghese spingere un blindato della polizia avrebbe riferito che: «In realtà quell'operatore stava verificando anche la forza ondulatoria scaricata sul mezzo e che non riuscisse ad essere effettivamente concluso»;

   appare, dunque, doveroso effettuare tutti gli accertamenti del caso al fine di verificare il ruolo del poliziotto ripreso dalle registrazioni e le ragioni delle sue violente azioni anche per preservare il fondamentale compito svolto dalle forze dell'ordine che devono essere esempio di legalità e correttezza ancor di più durante le manifestazioni come quella in parola che potrebbero avere epiloghi infausti sotto il profilo dell'incolumità delle persone, dell'ordine pubblico e della sicurezza –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di verificare l'andamento dei fatti esposti in premessa;

   se non intenda accertare le ragioni per le quali un agente di polizia in borghese abbia partecipato alle condotte violente descritte in premessa ed in modo particolare i motivi per i quali il poliziotto si sia scagliato violentemente contro un manifestante;

   se non intenda fornire informazioni in ordine ai titoli di reato per cui il prefato agente sia stato deferito all'autorità giudiziaria, attesa la gravità della condotta;

   se non intenda verificare quali provvedimenti disciplinari siano stati adottati nei confronti del poliziotto in questione ed, in particolare, se sia stato sospeso dal servizio così come disposto per tanti episodi di violenza indegna da parte delle forze dell'ordine accadute negli ultimi anni.
(4-10489)


   ZOFFILI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   gli organi d'informazione locali comaschi riportano che, su un convoglio della tratta ferroviaria Milano-Asso, più precisamente tra le stazioni di Inverigo e di Lambrugo, sarebbe avvenuta, nei giorni scorsi, almeno un'aggressione da parte di una baby gang composta da giovani, presumibilmente minorenni, di origine straniera che avrebbe accerchiato tre quindicenni, rapinando uno di loro e successivamente picchiando un capotreno;

   secondo quanto si apprende, questa banda avrebbe percorso in lungo e in largo il treno più volte fino prendere di mira i tre minorenni isolati, ai quali sarebbe stato intimato di consegnare accessori, contanti, cellulari e persino le scarpe. La medesima banda avrebbe in seguito colpito con pugni e minacciato con un coltello il capotreno che li aveva invitati a scendere dal convoglio perché sprovvisti di regolare titolo di viaggio;

   si tratterebbe di episodi di straordinaria gravità non solo per le scarse condizioni di difesa in cui versavano i tre ragazzini, impotenti di fronte alla violenza psicologica e alla minaccia di quella fisica che proveniva dal gruppo di rapinatori, ma anche per l'umiliazione che questi ultimi hanno voluto infliggere alle loro vittime privandole addirittura delle scarpe;

   non è spiegabile come il gruppo abbia potuto agire così indisturbato e con una tale freddezza ed è prioritario che il Ministro interrogato non sottovaluti il grave episodio –:

   di quali informazioni disponga sul grave episodio di delinquenza e quali iniziative di competenza intenda adottare per impedire il ripetersi di fatti simili sulla tratta Milano-Asso.
(4-10492)


   ZOFFILI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   dall'inizio del mese di agosto 2021 si è registrato un consistente incremento, sia nella numerosità che nella frequenza, degli sbarchi di migranti in Sardegna;

   va tenuto conto esclusivamente degli ultimi arrivi secondo un criterio temporale:

    è notizia del 20 ottobre 2021 che gli sbarchi, nel corso dell'anno 2021, si attestano a 900 approdi nella sola area del sud-Sardegna, con numeri in costante aumento (200 solo nelle ultime 48 ore). Il fenomeno migratorio sta così raggiungendo le dimensioni registrate agosto 2020;

    tra il 18 e il 19 ottobre 2021 sono sbarcati 129 migranti sulle coste del Sulcis, nella Sardegna sud occidentale. Provengono dall'Algeria e sono stati accompagnati nel centro di accoglienza di Monastir, vicino a Cagliari, per il periodo di quarantena;

    tra il 17 e il 18 ottobre 2021, in poco più di 24 ore, nel Sulcis, sono sbarcate altre 81 persone, tutti algerini e tutti in buone condizioni di salute;

    nei primi cinque giorni di ottobre 2021 sono sbarcati complessivamente un centinaio di migranti, intercettati dalla guardia di finanza e sbarcati a Sant'Antioco, Sant'Anna Arresi, Portopaglietto a Portoscuso e Santa Margherita di Pula, poi trasferiti nel centro di prima accoglienza di Monastir;

    il 28 settembre 2021 altri 18, algerini sono stati intercettati alle 5 del mattino sulla strada statale 195 «Sulcitana», all'altezza di Pula (Cagliari), mentre percorrevano la strada senza una precisa direzione; ai carabinieri hanno raccontato di essere sbarcati poco prima sulla costa con due piccole imbarcazioni;

    il 26 settembre 2021 12 algerini sono stati intercettati dai Carabinieri di Calasetta nella zona di Cala Sapone nel comune di Sant'Antioco, per poi essere scortati nel centro di accoglienza di Monastir;

   questi ultimi e numerosi ingressi vanno ad aggravare e congestionare la situazione del centro di Monastir che non presenta caratteristiche adeguate a garantire la sicurezza degli ospiti e del personale, specialmente in un periodo di emergenza sanitaria;

   la frequenza di questi continui e puntuali sbarchi sulle coste del Sud Sardegna desta ulteriore preoccupazione in quanto si perpetuano anche in un periodo dell'anno in cui, in virtù delle condizioni atmosferiche stagionali, dovrebbero diminuire;

   l'isola è da tempo bersaglio di massicci e inspiegabilmente inarrestabili flussi migratori. Nei mesi scorsi questa gravissima situazione è stata più volte sottoposta all'attenzione del Ministro interrogato dall'interrogante con diversi atti di sindacato ispettivo (tra cui le interrogazioni nn. 4-09455, 4-09317, 4-08438, 4-07952, 4-06362, 4-06993, 4-07705, 4-07511, 3-01903, 3-01754, 3-01751) che avevano come obiettivo quello di sollecitare una sua rapida presa di coscienza e un suo conseguente immediato intervento;

   va preso atto che, nonostante i dati in forte incremento, si protrae la mancanza di una politica nazionale seria e lungimirante in materia di contrasto all'immigrazione clandestina in Sardegna –:

   alla luce di questi nuovi fatti, quali iniziative di competenza, il Ministro interrogato intenda adottare, con la massima urgenza, al fine di fermare i flussi migratori illegali verso la Sardegna;

   se, al fine di gestire in maggiore sicurezza il numero di migranti sbarcati, il Ministro interrogato non intenda incrementare l'organico di uomini e mezzi in dotazione alle forze dell'ordine in servizio sull'isola;

   se, date le condizioni non idonee del centro di Monastir e i continui arrivi, non intenda provvedere ad adottare le iniziative di competenza per verificare le condizioni per un veloce rimpatrio di tutti gli immigrati irregolari ospitati in Sardegna.
(4-10498)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   VIVIANI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   le misure sociali attualmente in essere previste per il comparto della pesca marittima sono le indennità giornaliere onnicomprensive in caso di sospensione dal lavoro derivante da misure di arresto temporaneo obbligatorio e non obbligatorio per ciascun lavoratore dipendente da impresa adibita alla pesca marittima;

   le predette misure, in virtù del loro carattere «estemporaneo» (nonché della farraginosità delle procedure di erogazione che determina ritardi e mancanza di tempestività) non offrono ai lavoratori del comparto pesca una ragionevole sicurezza sulle aspettative reddituali;

   il settore pesca, che sta vivendo da molti anni una crisi profonda, è sprovvisto di un ammortizzatore sociale strutturato, in grado di assicurare una continuità di reddito ai lavoratori nelle diverse fattispecie di sospensione dell'attività lavorativa, indipendenti dalla volontà del datore di lavoro, quali condizioni meteo-marine avverse, manutenzione straordinaria delle imbarcazioni, impraticabilità degli approdi e altro;

   il legislatore nazionale, in virtù di alcune analogie spesso ricorrenti, ha progressivamente assimilato il settore della pesca marittima a quello agricolo ed è oramai universalmente condivisa l'esigenza di dotare anche il settore della pesca di un sistema di ammortizzatori sociali alle medesime condizioni alle quali può accedervi il comparto agricolo ovvero la Cisoa istituita con legge n. 457 del 1972;

   i soggetti interessati che potrebbero beneficiare della Cisoa sarebbero circa 20.000 di cui 10.000 soci lavoratori e 10.000 lavoratori dipendenti per un numero di imprese interessate di circa 6.000, in media;

   un nuovo sistema di ammortizzatori a regime avrebbe per la pesca effetti senza dubbio positivi, in termini di condizioni di sicurezza sul lavoro e salvaguardia della vita umana in mare;

   durante l'esame alla Camera della proposta di legge relativa ad «interventi per il settore ittico» (A.C. 1008 e abb.) era stata inserita una norma, condivisa da tutti i gruppi parlamentari, necessaria per il settore, in quanto prevedeva l'estensione della Cisoa di cui alla legge n. 457 del 1972, ai lavoratori imbarcati su navi adibite alla pesca marittima o esercitata in acque interne e lagunari, ricomprendendo anche i soci lavoratori di cooperative della piccola pesca, gli armatori e i proprietari armatori, imbarcati sulla nave da essi stessi gestita;

   questa disposizione fu poi stralciata a seguito di un intervento in aula, durante l'esame della suddetta proposta di legge svoltosi il 15 giugno 2021, da parte del Ministro Orlando il quale aveva dichiarato di condividere le soluzioni individuate dalla proposta di legge relativamente all'estensione dell'ambito di applicazione della Cisoa ai lavoratori della pesca, ma al tempo stesso, a suo avviso, la stessa proposta di legge non poteva essere il veicolo normativo più idoneo a contenere questa specifica proposta di riforma; quindi, affermava che «nell'ambito della più generale riforma degli ammortizzatori sociali, che è in fase di avanzata definizione, questo particolare profilo sarà espressamente contemplato e adeguatamente valorizzato»;

   agli interroganti, purtroppo, ad oggi non risulta che ci sia in itinere in Parlamento alcuna riforma che vada in questa direzione e, purtroppo, anche quest'anno i pescatori hanno già effettuato il fermo pesca per il 2021 senza avere alcuna forma certa di sostegno al reddito e restando nella speranza che nella prossima legge di bilancio verranno rinnovate quelle indennità giornaliere onnicomprensive in caso di arresto temporaneo obbligatorio e non obbligatorio –:

   quale sia lo stato attuale dell'iter delle iniziative di riforma degli ammortizzatori sociali ed, in particolare, per quanto riguarda l'estensione della Cisoa anche agli operatori della pesca marittima; se non intenda, in alternativa, adottare un'iniziativa normativa ad hoc urgente, per un ammortizzatore sociale stabile e strutturale e non occasionale, per i lavoratori del settore della pesca in modo che sia garantita una continuità di reddito, un sostegno occupazionale e una sostenibilità economica alle imprese ittiche.
(4-10486)

SALUTE

Interpellanze:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   un'indagine di settembre del 2021, a cura dell'Associazione Luca Coscioni, inerente all'applicazione della legge n. 194 del 1978 sull'interruzione volontaria della gravidanza, ha evidenziato che in Italia vi sarebbero almeno 15 ospedali in cui il 100 per cento dei ginecologi è obiettore di coscienza e 5 presidi in cui la totalità del personale ostetrico o degli anestesisti è obiettore;

   l'indagine appura, inoltre, che 20 ospedali avrebbero una percentuale di medici obiettori che supera l'80 per cento e altri 13 ospedali con una percentuale di personale medico e non medico che supera l'80 per cento;

   le regioni in cui sarebbero presenti alcuni ospedali con il 100 per cento di ginecologi obiettori di coscienza sono Lombardia, Liguria, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria, Marche, Basilicata, Campania, Puglia;

   la possibilità che in molte regioni vi siano strutture ospedaliere che impediscano l'esercizio del diritto all'interruzione di gravidanza si potrebbe connotare come una discriminazione tra cittadini in quanto molte donne sarebbero costrette a rivolgersi o a strutture private a pagamento o a cambiare regione per effettuare l'Interruzione volontaria della gravidanza;

   la legge n. 194 del 1978 ha previsto, all'articolo 9, l'obbligo per gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate ad assicurare comunque e in ogni caso l'espletamento delle procedure e gli interventi di interruzione della gravidanza, assegnando inoltre alle regioni il controllo e la garanzia della piena attuazione della legge;

   la relazione di settembre 2021 del Ministro della salute, in attuazione della legge n. 194 del 1978 sull'interruzione volontaria di gravidanza, tratta i dati 2019 e quelli preliminari 2020, con una metodologia che classifica i dati aggregati solo per regione. Questa metodologia di rilevamento dei dati non permetterebbe di rendere pubbliche le percentuali di medici obiettori delle singole strutture sanitarie –:

   se il Ministro interpellato non ritenga d'intraprendere tutte le iniziative di competenza, in coordinamento con le regioni interessate, per appurare se vi siano strutture ospedaliere dove non venga praticata l'Interruzione volontaria della gravidanza;

   se non intenda adottare una diversa metodologia di rilevamento della presenza di medici e di sanitari obiettori di coscienza, disaggregando i dati per le singole strutture sanitarie del Paese e rendendo pubblici tali dati;

   quali iniziative di competenza intenda adottare per far sì che il diritto all'Interruzione volontaria della gravidanza sia garantito in tutto il Paese.
(2-01347) «Sportiello, Martinciglio, Villani».


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   a Napoli dal 13 al 16 ottobre 2021 si è svolto il IV congresso nazionale della Società italiana di riproduzione umana (Siru), come riporta l'agenzia stampa Ansa; nel corso dei lavori del congresso è stato lanciato un allarme riferito a rischi riproduttivi che riguarderebbero circa il 60 per cento di ragazzi, con età media 19 anni, che vivono nelle zone della Terra dei fuochi, l'area territoriale tra la provincia di Napoli e quella di Caserta;

   i dati riguardanti i rischi riproduttivi per le giovani generazioni sono il risultato del progetto «EcoFoodFertility» condotto, per due anni, in aree d'Italia altamente inquinate, sostenuto dal Ministero della salute e da diversi enti di ricerca tra cui il Cnr, l'Istituto superiore di sanità ed Enea;

   il liquido seminale, è stato spiegato nel corso del congresso, è un ottimo marker, indicatore di salute ambientale del territorio. Si sono compiute ricerche in giovani sani che vivono in zone a rischio ambientale in Campania e altre regioni italiane. I dati indicano rischi riproduttivi molto importanti per i giovani che abitano nella Terra dei Fuochi, nell'area di Brescia e nella Valle del Sacco del frusinate. Dalla ricerca si evince che sui problemi riproduttivi non incidono solo gli stili di vita, ma anche i fattori ambientali;

   la ricerca ha fatto emergere alterazioni degli spermatozoi in oltre il 60 per cento dei casi, con una motilità progressiva degli spermatozoi inferiore rispetto ai parametri fissati dall'Oms –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per tutelare lo stato della salute riproduttiva per i giovani con età media 19 anni, nella Terra dei fuochi, nell'area di Brescia e nella Valle del Sacco del frusinate;

   se non intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per attivare dei percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali adatti per individuare eventuali patologie che ostacolano la fertilità, garantendo sicurezza e appropriatezza delle cure in maniera omogenea da Nord a Sud del Paese.
(2-01348) «Sportiello, Grippa».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   RIZZO NERVO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, convertito con modificazioni dalla legge 25 giugno 2019, n. 60, cosiddetto «decreto Calabria», reca all'articolo 13 disposizioni in materia di carenza di medicinali;

   nel predetto decreto, il legislatore ha introdotto, tra le altre cose, nuove misure in tema di obblighi per le aziende nel caso di carenza di medicinali;

   in particolare, è stato innalzato da due a quattro mesi il termine entro il quale le aziende sono tenute ad informare Aifa dell'interruzione, temporanea o definitiva, della commercializzazione di un medicinale di cui sono titolari di Aic, termine previsto dal decreto legislativo n. 219 del 2006;

   l'applicazione della norma ha, tuttavia causato diverse criticità e non ha avuto effetti migliorativi nella gestione delle carenze, comportando disfunzioni organizzative sia per le aziende – costrette a fornire informazioni poco affidabili, dati i tempi incongrui della normativa e soggette a frequenti rettifiche – sia per gli uffici competenti dell'Agenzia;

   al contempo, si considerano sproporzionate e mal calibrate le sanzioni amministrative determinate dalle inadempienze della norma di cui sopra (articolo 148, decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219), dovendosi tali disposizioni invece, a parere dell'interrogante, auspicabilmente limitare – ed inasprire – alle situazioni di carenza di quei farmaci essenziali per i quali non esistono alternative terapeutiche, stabiliti secondo un apposito elenco pubblicato e aggiornato periodicamente da Aifa;

   la situazione emergenziale da COVID-19, aggravando il problema della carenza di farmaci e provocando gravi ripercussioni su tutta la catena farmaceutica (dalla produzione alla distribuzione di farmaci essenziali), ha reso anche necessaria una temporanea sospensione di tutti i termini delle misure previste dal cosiddetto decreto-legge Calabria relative alle pratiche di carenza, al fine di consentire alle aziende di concentrarsi sulla fornitura dei farmaci ai pazienti e all'Aifa di gestire la supply chain tra le varie regioni;

   è stato accolto da parte del Governo un ordine del giorno durante l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 70 del 2021, cosiddetto decreto-legge Sostegni-Bis, sul medesimo tema oggetto dell'interrogazione –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione e se intenda adottare iniziative, anche normative, con riferimento ai punti sottolineati in premessa per allineare l'Italia agli altri Paesi europei sui tempi di preavviso delle carenze dei medicinali e per inasprire le sanzioni unicamente nei casi in cui sussista una diretta responsabilità del titolare che generi un reale caso di carenza.
(5-06895)

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro della salute, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   si richiamano le precedenti due interrogazioni a risposta scritta, presentate dall'interrogante, tuttora inevase;

   la vigente ordinanza del Ministero della salute, in merito alle regole di spostamento da e per il Brasile ha prorogato fino ad almeno il 25 ottobre 2021 la disposizione di proroga delle misure restrittive con divieto al rientro in Italia per i moltissimi cittadini italiani iscritti all'Aire in alcuni Paesi;

   i seguenti Paesi dell'Unione europea hanno aperto l'ingresso a tutti i cittadini (potenzialmente oltre 210 milioni) provenienti dal Brasile:

    Portogallo, dal 1° settembre 2021;

    Spagna, dal 24 agosto 2021;

    Germania, dal 23 agosto 2021;

    Francia, da fine luglio 2021;

    Svizzera, dal 26 giugno 2021;

   mentre l'Italia non permette ancora l'ingresso a propri cittadini iscritti all'Aire provenienti dal Brasile che – nel 2019 – erano poco più di 477.000;

   le restrizioni avrebbero dovuto avere una natura emergenziale e temporanea, ma sono in vigore da oltre un anno e continuano ad essere prorogate senza fornire previsioni di cambiamenti futuri;

   il divieto di ingresso restringe a pochissime eccezioni la possibilità di aderire alla campagna vaccinale in Italia, conformemente a quanto sancito dall'ordinanza del 24 aprile 2021 del Commissario Straordinario per l'emergenza COVID-19, Generale Figliuolo che ha garantito la somministrazione del vaccino anti Sars-CoV-2 anche ai cittadini italiani iscritti all'Aire presenti temporaneamente sul territorio nazionale;

   tale misura impedisce di fatto a molti nostri concittadini (che non siano coniugi o parte di unione civile e ai propri familiari conviventi di primo grado, quindi genitori, figli anche maggiorenni, fratelli e nonni, ...) di potersi recare in Italia per reincontrare i propri familiari dopo quasi un anno e mezzo di tempo, oltretutto applicando un diverso trattamento riservato ad alcuni cittadini rispetto ad altri;

   si rileva la notizia riportata dall'Aise (Agenzia internazionale stampa estero) oltre che dai quotidiani Repubblica, Sky TG24, e altri, che informano di una raccolta di firme presentata da migliaia di cittadini iscritti all'Aire residenti in Brasile che si appellano ai Ministri Speranza e Di Maio affinché rimuovano le limitazioni esistenti al rientro in patria dei, cittadini iscritti all'Aire –:

   se il Governo intenda adottare iniziative per eliminare finalmente le vigenti restrizioni all'ingresso in Italia di cittadini iscritti all'Aire residenti in Brasile, che sono attualmente valide fino al 25 ottobre 2021, considerato che, nel mentre, non pone restrizioni a migranti sbarcati nei porti italiani.
(4-10482)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BUSINAROLO. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   dalla classificazione del comune di Conselve risulta che, dal 2007, lo stesso è collocato in zona A di alta criticità per le polveri PM10, con densità emissiva PM10 compresa fra 7 e 20 t/a/km2;

   l'Arpav Veneto, dal 2005, ha avviato nell'«area ambiente Bonollo» il monitoraggio periodico con campionamenti passivi della qualità «outdoor», con lo scopo di valutare lo stato della troposfera a livello del suolo in relazione agli apporti produttiva;

   lo stabilimento della distilleria Bonollo, ubicato a ridosso di quartieri residenziali nelle vicinanze del centro cittadino, è, da anni, oggetto di continue rimostranze e proteste da parte dei residenti nette zone ubicate nei dintorni è nel resto del territorio comunale a causa di diverse problematiche tra cui, nello specifico:

    continue esalazioni maleodoranti particolarmente intense e di sostanze traccianti inquinanti connesse all'attività della distilleria Bonollo (fra le quali, metanolo è alcol etilico, definite sostanze cancerogene di 1° classe da fonte IARC;

    emissioni rumorose persistenti, con soventi intensificazioni nelle ore notturne;

    depositi nell'area circostante di polveri nere;

    sversamenti di liquami nei terreni e fossati confinanti;

   si sono verificati, negli anni, diversi sversamenti e, recentemente, due gravi episodi sono stati denunciati dai cittadini e verificati da Arpav Veneto e forze dell'ordine;

   la continuità ed elevata intensità di esalazioni odorigene (all'origine di malori, fastidi alla gola e agli occhi riscontrati in diversi casi) e degli sversamenti si ritiene possa essere indice di inquinamento ambientale con emissioni di sostanze tossiche pericolose per la salute umana;

   sulla vicenda, come si evince da fonti giornalistiche (www.padovaoggi.it del 15 luglio 2019), sotto stati indirizzati vari esposti e segnalazioni alla procura della Repubblica;

   nel corso degli anni, la distilleria è stata oggetto di varie modifiche e di importanti interventi di ampliamento approvati dal comune di Conselve: uno nel 2012, con un imponente aumento volumetrico e produttivo e uno nel 2020, con ulteriore ampliamento di oltre 3.000 metri quadri e con l'installazione di un cogeneratore di 1,5 Mw –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della vicenda legata all'azienda Bonollo descritta in premessa e se intenda fornire dati circa la sussistenza di analoghe realtà riguardanti aziende insalubri di prima classe site in contesto urbano;

   se intenda promuovere una verifica, per il tramite del Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente in relazione a quanto esposto e una divulgazione completa dei dati acquisiti allo scopo di accertare che la presenza dell'attività dell'azienda Bonollo non crei danni alla salute pubblica;

   se intenda, altresì, adottare iniziative normative per definire una disciplina più stringente circa le valutazioni di impatto ambientale delle aziende insalubri, in particolare di quelle collocate presso zone residenziali.
(5-06896)

Interrogazione a risposta scritta:


   FRACCARO. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   con le interrogazioni parlamentari 4-04056 e 4-04059 presentate al Senato della Repubblica rispettivamente il 9 ed il 10 settembre 2020, poste rispettivamente all'attenzione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministro della giustizia, si segnalavano episodi di reiterato abusivismo edilizio riguardanti l'ex hotel «Panorama» nel comune di Nago-Torbole (Trento);

   la vicenda è stata oggetto anche dell'interrogazione a risposta scritta n. 1820 presentata al consiglio della provincia autonoma di Trento e rivolta al presidente della provincia di Trento in data 7 ottobre 2020;

   questi sono i fatti avvenuti:

    con sentenza n. 730 del 1996, la corte di appello di Venezia dichiarava abusiva più della metà delle cubature dell'hotel in questione, posto in area vincolata. Dei 3.504 metri cubi realizzati solo 1.570 risultavano regolarmente autorizzati;

    il Tar di Trento, con sentenza n. 125 del 2018 confermava le conclusioni della corte di appello, annullando il permesso di costruire, la variante e tre delibere della commissione edilizia comunale;

    il comune di Torbole non provvedeva ad annullare la concessione né ad emettere ordinanza di demolizione, rilasciando invece una nuova concessione edilizia con volumetria superiore (4.070,70 metri cubi) in favore della ditta proprietaria dell'immobile;

    rispondendo all'interrogazione provinciale n. 1820 sopra citata, il presidente della provincia autonoma di Trento affermava che, con nota del 4 ottobre 2019 il comune di Nago-Torbole avrebbe dichiarato di aver accertato che riguardo all'Hotel Panorama, «le volumetrie originarie sono risultate coerenti con i titoli abilitativi che ne avevano a suo tempo determinato la realizzazione, salvo uno scostamento inferiore al 2 per cento e quindi irrilevante sono il profilo edilizio, mentre le difformità prospettiche e distributive riscontrate sono state oggetto di regolarizzazione previo pagamento delle sanzioni di legge»;

    dalla risposta di cui al punto precedente si evince che la provincia di Trento si sarebbe limitata a prendere atto di quanto dichiarato dal comune di Nago-Torbole ad una richiesta di informazioni del proprio servizio urbanistica e tutela del paesaggio;

   come noto, il rispetto del principio dello Stato di diritto presuppone che i poteri dello Stato e le autorità amministrative debbano essere sempre vincolati ed operare conformemente alle leggi vigenti e alle sentenze emanate dagli organi del potere giudiziario –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti riferiti in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare, urgentemente, al fine di salvaguardare un'area di rilevante pregio ambientale e paesaggistico, anche alla luce delle sentenze richiamate.
(4-10491)

Apposizione di firme ad una mozione.

  La mozione Serracchiani e altri n. 1-00524, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 11 ottobre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Schullian, Gebhard, Plangger.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta orale Bordonali e altri n. 3-02559, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 ottobre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Berlinghieri, Raffaele Volpi.

  L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Formentini e altri n. 5-06893, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 ottobre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Snider.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della mozione Molinari n. 1-00534, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 577 del 19 ottobre 2021.

   La Camera,

   premesso che:

    sabato 9 ottobre 2021 si è tenuta a Roma una manifestazione di protesta contro l'obbligo di possesso della certificazione verde per i lavoratori; secondo i dati della questura, alla manifestazione hanno partecipato circa 10.000 persone, tra cui moltissime famiglie con bambini;

    le istanze pacifiche e democratiche della grande maggioranza dei manifestanti sono tuttavia passate in secondo piano a causa di alcune decine di individui che, dopo essersi staccati dal corteo, hanno preso d'assalto la sede della Cgil, dove sono stati danneggiati suppellettili ed impianti; a questo inaccettabile atto di vandalismo e di intimidazione sono seguiti disordini al Policlinico Umberto I, dove alcuni medici e infermieri sono stati aggrediti;

    per effetto degli scontri con le forze dell'ordine, che hanno riportato diversi feriti, alcuni individui appartenenti a queste frange violente sono stati arrestati; tra loro, sono stati individuati esponenti del movimento di Forza Nuova;

    alla luce di tali fatti, è stata avanzata da alcune forze politiche di maggioranza la proposta di sciogliere il movimento neofascista ed è stata richiamata in proposito la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, che sancisce il divieto di ricostituzione del partito fascista, e la sua disposizione attuativa, la legge 20 giugno 1952, n. 645, cosiddetta legge Scelba; nel rispetto dei princìpi sanciti dagli articoli 18 e 49 della Costituzione, che tutelano i partiti e stigmatizzano tutte le organizzazioni che non sono in linea con i princìpi costituzionali della democrazia, la legge Scelba contempla la possibilità di scioglimento per decreto come extrema ratio rispetto alla mancanza nel sistema ordinamentale di altri strumenti per raggiungere il medesimo obiettivo;

    l'ordinamento italiano prevede, sia a livello costituzionale che normativo, in via ordinaria forme di controllo e restrizione nei confronti di movimenti sovversivi; nondimeno è importante sottolineare come queste abbiano sempre incontrato un'applicazione restrittiva – in ottemperanza al carattere liberale e democratico del nostro sistema – e coerente al dettato costituzionale nel suo complesso, in particolare con riferimento al nucleo insopprimibile dei princìpi del nostro ordinamento fondamentale; non è infatti nello spirito del nostro ordinamento costituzionale consentire l'adozione di misure di restrizione delle libertà fondamentali, tanto più di quelle di natura politica, senza un'attenta ponderazione della pluralità di interessi in gioco fermo restando quanto previsto dalla XII disposizione transitoria e finale;

    non va dimenticato che nel nostro ordinamento esistono altre fattispecie di reati politici atte proprio a reprimere condotte associative sovversive non specificamente riconducibili al fascismo: è il caso del delitto di associazione sovversiva, previsto dall'articolo 270 del codice penale;

    l'assalto alla sede della Cgil portato avanti da esponenti di Forza Nuova costituisce non solo un grave atto contro l'ordine pubblico, ma anche un'intollerabile lesione dei valori costituzionali del nostro sistema;

    episodi di violenza simili non sono, purtroppo, sconosciuti nella storia recente del nostro Paese, dove più volte si sono susseguite aggressioni di natura squadristica ad obiettivi istituzionali, ma anche ad organi di stampa, partiti politici, sindacati e uffici pubblici, luoghi di culto e religiosi, aggressioni anche di natura antisemita e antisionista, provenienti da estremisti di destra legati ad alcune organizzazioni neofasciste e da estremisti di sinistra legati anche ad alcuni centri sociali;

    questi fatti di assoluta violenza ingenerano nell'opinione pubblica allarme sociale e minacciano la convivenza libera e democratica tra i cittadini;

    ad ogni modo, è necessario distinguere in maniera chiara il piano della tutela della salute e delle resistenze alle azioni governative relative alle misure adottate in tale ambito da quello più strettamente politico, legato a . contrapposizioni di tipo ideologico che rischiano di compromettere i successi registrati nel fronteggiare l'emergenza sanitaria che consentono la ripartenza del Paese,

impegna il Governo:

1) a valutare le modalità per attuare ogni misura per contrastare tutte – nessuna esclusa – le realtà eversive che intendano perseguire il sovvertimento dei valori fondamentali dell'ordinamento costituzionale e, di conseguenza, che rappresentano un concreto pericolo per l'impianto democratico;

2) a valutare le modalità per dare seguito, per quanto di competenza e secondo legge, alle verifiche e agli accertamenti della magistratura in ordine agli episodi del 9 ottobre 2021 richiamati in premessa.
(1-00534) (Nuova formulazione) «Molinari, Barelli, Lollobrigida, Marin, Lupi».