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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 15 settembre 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La III Commissione,

   premesso che:

    confermando gli indirizzi espressi nelle risoluzioni n. 8-00031 del 19 giugno 2019 e n. 8-00114 del 5 maggio 2021, approvate all'unanimità, e in vista del Vertice UE-Balcani occidentali, convocato il 6 ottobre prossimo sotto la Presidenza slovena, si svolgono le seguenti considerazioni;

    sono trascorsi 26 anni dagli Accordi di pace di Dayton che indicarono nell'integrazione europea lo spazio necessario per dare pace, sicurezza, stabilità e prosperità ai Balcani;

    sono trascorsi 18 anni dal Consiglio europeo di Salonicco che varò la strategia di inclusione europea dei Balcani occidentali;

    in quell'arco temporale l'Unione europea ha dato corso all'integrazione di Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Croazia, fatti che hanno ulteriormente accresciuto le aspettative di integrazione dei Balcani occidentali;

    la prospettiva europea dei Balcani occidentali è stata ripetutamente confermata e ribadita da numerosi Consigli europei e Vertici dei Capi di Stato e di Governo dell'Unione europea nonché in dichiarazioni dei massimi esponenti dell'Unione europea, da ultimo il Presidente Michel, la Presidente Von der Leyen, l'Alto Rappresentante Borrell;

    l'Unione europea ha sollecitato i Paesi che aspirano ad entrare nell'Unione europea a realizzare riforme economiche e politiche – in particolare su trasparenza amministrativa, Stato di diritto, lotta alla corruzione, libertà dei media, indipendenza dalla magistratura – in armonia con gli standard europei e i valori fondativi dell'Unione europea;

    per rafforzare e accompagnare il percorso di integrazione e favorire la realizzazione delle condizioni necessarie per l'allargamento è stato implementato il Processo di Berlino con il coinvolgimento dei principali Paesi dell'Unione europea e della regione;

    nel 2014 sono stati aperti i negoziati con Serbia e Montenegro;

    nel marzo 2020 il Consiglio europeo, dopo aver rimodulato le modalità negoziali, ha autorizzato l'apertura dei negoziati con Macedonia del Nord e Albania;

    per favorire una normalizzazione del rapporti tra Serbia e Kosovo l'Unione europea ha nominato un Rappresentante speciale, così come un Rappresentante europeo è stato nominato per sostenere e favorire la coesione istituzionale della Bosnia Erzegovina;

    l'Unione europea ha varato programmi e finanziamenti finalizzati a promuovere lo sviluppo economico e sociale dei Balcani e favorire l'avvicinamento agli standard economici e sociali europei;

    nel mese di agosto 2021 Albania, Macedonia del Nord e Serbia hanno sottoscritto un accordo di libera circolazione che entrerà in vigore dal gennaio 2023;

    altri attori internazionali – tra cui Cina, Federazione Russa, Turchia, Emirati Arabi Uniti – hanno accresciuto la loro presenza nella regione, a conferma dei valore strategico dei Balcani occidentali;

    l'Italia sostiene con convinzione l'integrazione europea dei Balcani occidentali che corrisponde sia ad un interesse strategico del nostro Paese, sia a quello per la stabilità e la sicurezza dell'Europa;

    si registra, tuttavia, con allarmata preoccupazione che:

     i negoziati con Montenegro e Serbia procedono con lentezza;

     a causa di un veto della Bulgaria a tutt'oggi non sono state convocate le Conferenze intergovernative per l'avvio dei negoziati con Albania e Macedonia del Nord;

     non è stato fin qui dato riscontro alla richiesta della Bosnia-Erzegovina di passare dallo status di «Paese potenzialmente candidato» allo status di «Paese candidato»;

     l'attività di mediazione tra Belgrado e Pristina per la normalizzazione dei loro rapporti procede con molta difficoltà;

     non è ancora stata ancora autorizzata dal Consiglio europeo la liberalizzazione dei visti di ingresso nell'Unione per i cittadini del Kosovo, nonostante la Commissione e sussistono le condizioni per tale concessione;

     la strategia di contenimento alle frontiere esterne di flussi migratori irregolari che percorrono la rotta balcanica si è dimostrata fino ad oggi inefficace;

     tutto questo sta determinando una condizione di frustrazione e delusione nelle opinioni pubbliche e nelle cancellerie dei Balcani occidentali, con il riemergere di pulsioni nazionalistiche ed etnocentriche;

     le incertezze europee stanno favorendo il rallentamento delle riforme in materia di stato di diritto, libertà dei media, lotta alla corruzione, tutela delle minoranze che sono state richieste dall'Unione europea ai Paesi balcanici per adeguarsi agli standard europei,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative di competenza affinché il Consiglio europeo imprima una accelerazione della strategia di integrazione dei Balcani occidentali, attraverso:

    a) la ripresa e l'accelerazione dei negoziati di adesione con Serbia e Montenegro;

    b) la rimozione del veto bulgaro e la convocazione delle Conferenze intergovernative per l'avvio dei negoziati di adesione con Albania e Macedonia;

    c) il riconoscimento alla Bosnia-Erzegovina dello status di «Paese candidato»;

    d) la concessione della liberalizzazione dei visti di ingresso per i cittadini del Kosovo;

    e) le iniziative utili alla normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo;

   ad adottare iniziative affinché la Commissione europea promuova politiche di inclusione dei Balcani occidentali attraverso:

    a) la inclusione dei Balcani nei programmi europei di approvvigionamento dei vaccini antiCovid-19;

    b) il coinvolgimento nella elaborazione del «Nuovo Patto per l'asilo e l'immigrazione» proposto dalla Presidente Von der Leyen;

    c) l'orientamento delle risorse finanziarie europee erogate ai Balcani verso programmi di investimento e di sviluppo in sintonia con gli indirizzi del Recovery Fund;

    d) il coinvolgimento delle opinioni pubbliche dei Balcani nella Conferenza sul futuro dell'Europa;

   ad adottare iniziative di competenza affinché i Paesi che aspirano all'integrazione europea perseguano con determinazione e senza rallentamenti le riforme economiche, politiche e legislative necessarie alla convergenza con l'acquis communautaire e gli standard europei;

   a sostenere l'azione del Processo di Berlino, dell'Ince, dell'iniziativa Adriatico Ionica e i programmi Eusair per promuovere e rafforzare i processi di integrazione regionale;

   a sostenere l'azione dell'Osce nell'affermazione nella regione dei diritti umani e dello stato di diritto;

   a promuovere un ulteriore sviluppo della proiezione italiana nella regione, affermando l'Italia come partner e sponsor dell'integrazione europea dei Balcani occidentali.
(7-00722) «Fassino».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende l'Italia, insieme ad altri Paesi occidentali, non parteciperebbe alla prossima Conferenza mondiale contro il razzismo che si svolgerà il 22 settembre 2021 New York;

   a parere dell'interrogante è in corso un'insidiosa campagna tesa a demonizzare la sponsorizzazione da parte dell'Onu di tale conferenza, continuazione di quello che è noto come il «Processo di Durban», finalizzato all'attuazione della Dichiarazione di Durban e del relativo programma d'azione, adottato nella prima Conferenza mondiale sul razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza correlata tenutasi a Durban, in Sudafrica, nel 2001;

   l'Italia ha firmato nel 1968 la Convenzione internazionale sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, che, all'articolo 3 condanna l'apartheid, riconosciuto come crimine contro l'umanità anche nello Statuto di Roma che ha istituito il Tribunale penale internazionale;

   la convenzione prevede, tra l'altro, che se uno Stato firmatario non rispetta la convenzione, un altro Stato possa presentare una denuncia al Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale. Tale procedura non è mai stata utilizzata e nessuno ha mai monitorato il rispetto degli impegni assunti da parte degli Stati firmatari;

   l'Onu e prestigiose associazioni per i diritti umani, negli ultimi anni, hanno descritto e ampiamente documentato l'esistenza di ciò che appare una inequivocabile situazione di apartheid in Israele;

   nel marzo 2017 è stato pubblicato uno studio accademico indipendente, sponsorizzato, dalla Commissione economica e sociale delle Nazioni Unite per l'Asia occidentale (Escwa) che ha concluso che le politiche e le pratiche israeliane costituivano una schiacciante conferma delle accuse di apartheid verso il popolo palestinese;

   il 12 gennaio 2021, è uscito il rapporto dell'Ong israeliana per i diritti umani, B'Tselem: «Un regime di supremazia ebraica dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo: questo è Apartheid» e il 27 aprile 2021 quello di Human Rights Watch: «Una soglia oltrepassata: le autorità israeliane e i crimini di apartheid e persecuzione»;

   tali importanti rapporti non sono mai stati portati all'attenzione delle nostre istituzioni;

   a parere dell'interrogante l'Italia ha fallito nei suoi compiti di firmataria della Convenzione e sembra addirittura voler proteggere una situazione che potrebbe violare molte convenzioni fondamentali per la convivenza internazionale: l'opposto di quanto auspicato da Mary Robinson, Alto Commissario per i Diritti Umani, che nel 2001, in occasione della prima Conferenza disse «se la Conferenza Mondiale deve fare la differenza, non deve soltanto sollevare la consapevolezza riguardo alla piaga del razzismo, ma deve anche condurre ad azioni positive a livello nazionale, regionale ed internazionale che possano portare sollievo a coloro che sopportano l'onta del razzismo e della discriminazione razziale»;

   le delegazioni nordamericana e israeliana lasciarono la prima Conferenza non volendo essere, al pari di ogni Paese firmatario, oggetto di valutazione. Tale rifiuto si sta perpetuando per sfuggire alle accuse di apartheid ad Israele presentate nei tre rapporti sopra richiamati;

   il nostro Paese, a parere dell'interrogante, anziché dimostrare la propria autonomia e indipendenza di giudizio e assicurarsi che i principi fondanti della convenzione contro il razzismo non vengano violati, ha deciso di tacere e non partecipare alla conferenza Onu, per una speciosa ragione che fa equivalere un esame critico delle politiche dello Stato di Israele all'antisemitismo, secondo un'interpretazione della formula usata dall'Ihra (Alleanza internazionale per la memoria dell'olocausto), voluta da Israele ma contestata anche da numerose organizzazioni ebraiche, intellettuali israeliani e da alcuni estensori della formula stessa –:

   se il Governo non intenda chiarire le ragioni della mancata partecipazione dell'Italia alla prossima Conferenza contro il razzismo del 22 settembre 2021, tenuta sotto l'egida dell'Onu e se non intenda rivedere tale decisione, anche avviando un confronto con il Parlamento.
(4-10235)


   D'IPPOLITO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   le malattie dell'apparato cardiocircolatorio rappresentano la maggior causa di morte secondo i dati Istat, contando oltre 230.000 morti all'anno;

   la morte per infarto si è drammaticamente ridotta con l'avvento della rivascolarizzazione coronarica percutanea (PCI) in sala di emodinamica;

   il presidio ospedaliero di Lamezia Terme è situato in una posizione centrale in Calabria e collegato con strade, ferrovia ed aeroporto internazionale ma, nonostante abbia i requisiti strutturali e organizzativi, è sprovvisto del servizio di Emodinamica;

   quanto anzidetto appare discriminatorio per la popolazione del Lametino, anche che considerato il potenziale bacino di utenza del presidio ospedaliero di Lamezia Terme, che si estende al vicino territorio vibonese, il cui ospedale «Spoke» di riferimento non ha l'Emodinamica, e peggiora la prognosi dei pazienti con infarto del miocardio;

   l'autorizzazione di studi emodinamici con conseguente attività interventistiche avrebbe molteplici ricadute sociali ed economiche;

   come precisato in una specifica richiesta a firma della commissione straordinaria dell'Asp di Catanzaro, prot. n. 00798792 del 18 giugno 2021 i ricoveri fuori regione per la disciplina di cardiologia (codice 08), nell'anno 2019, sono stati 3.431 per un totale passivo, a carico del Ssr calabrese, di euro 17.389.324,88;

   il presidio ospedaliero di Lamezia Terme dispone di una cardiologia con Utic (6 posti letto) e degenza cardiologica (14 posti letto con telemetria) necessari per identificare e gestire pazienti critici;

   è in atto una importante opera di acquisizione da parte dell'Asp di Catanzaro di strumenti di diagnosi e cura delle malattie cardiologiche (angiografo portatile, angiografo fisso, respiratori, ecocardiografi) che innalzano e modernizzano la struttura, allineandola con ospedali di rilevanza nazionale e di livello superiore; è inoltre in itinere la costruzione di due sale, con apparecchiatura già acquisita, trattasi di struttura moderna realizzata per l'effettuazione di procedure di elettrostimolazione ed elettrofisiologia;

   il direttore dell'Uoc di Cardiologia è un cardiologo interventista completo, in quanto per le sue competenze, può, come puntualizzato nella succitata nota del 18 giugno 2021, gestire pazienti in sala di emodinamica (gestione della sindrome coronarica acuta) e l'aritmologia interventistica (cardiostimolazione, loop recorder, e altro) che, solitamente, prevedono due strutture cardiologiche differenti;

   il presidio ospedaliero di Lamezia Terme è dotato di un'area per l'atterraggio degli elicotteri; esiste un concreto problema di mobilità dei pazienti con sovraccarico del servizio 118 che non riesce a sopperire alle continue richieste del territorio della provincia di Catanzaro;

   l'aumento delle procedure ha portato, negli anni, ad una riduzione significativa dei costi/procedura pur mantenendosi uguale il Drg;

   la possibilità di realizzare delle gare proposte dalla Consip ha ridotto ulteriormente il costo dei prodotti con indubbia ricaduta positiva sulle aziende sanitarie. Per fare un esempio, uno Stent solo pochi anni fa costava 1.200 euro, oggi può essere acquistato a 300 euro e così tutti gli altri materiali necessari alla Pci;

   il bacino d'utenza potrebbe comprendere non solo il territorio di Lamezia Terme, ma anche quello di Vibo Valentia e del basso cosentino fino ad Amantea. Tali zone richiedono trasporti lunghi verso gli Hub esistenti;

   si sta realizzando una struttura pubblica che si occuperà di riabilitazione cardiologica presso il presidio ospedaliero di Soveria Mannelli, dotata di 8 posti letto di degenza ordinaria e 2 di day hospital, con palestre e ambulatori al servizio delle cardiologie interventistiche e delle cardiochirurgie della Calabria –:

   se il Governo intenda adottare iniziative per quanto di competenza, per autorizzare, per il tramite del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della regione Calabria, l'esecuzione delle procedure di emodinamica presso il presidio «Spoke» di Lamezia Terme, nelle more della rivisitazione della rete ospedaliera regionale.
(4-10242)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta scritta:


   FITZGERALD NISSOLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   risulta all'interrogante da quanto riferito da connazionali iscritti all'Aire, che l'istituto del commercio estero negli Stati Uniti, abbia in essere contratti di lavoro autonomo con i propri dipendenti che, nella realtà dei fatti, svolgono un lavoro di tipo subordinato;

   tale forma contrattuale determina a carico dei lavoratori un'imposizione di tasse federali e statali superiore a quella prevista per il lavoro subordinato;

   per la legislazione americana, infatti, i lavoratori che «timbrano il cartellino», come il caso dei lavoratori Ice in Usa sono da considerarsi a tutti gli effetti lavoratori dipendenti;

   in tale contesto, il Governo federale Usa impone a questi lavoratori Ice di anticipare le tasse ogni tre mesi, con una aliquota del 40,5 per cento, senza poter usufruire di quei benefici di legge che consentono ai lavoratori autonomi di detrarre ogni tipo di spesa atta alla conduzione della loro attività. Inoltre, tali lavoratori sono soggetti al pagamento di una imposizione fiscale statale che va dal 6 per cento al 7 per cento. Di conseguenza, lo stipendio netto si riduce notevolmente, diventando circa la metà di quello lordo;

   ci si trova di fronte, pertanto, ad un trattamento discriminatorio verso personale di una stessa struttura dello Stato italiano che svolge lo stesso lavoro di chi è assunto come dipendente, creando un indubbio disagio a questi nostri connazionali che prestano la propria attività presso l'Ice con la forma del contratto autonomo pur svolgendo un lavoro subordinato –:

   quali iniziative intenda porre in essere il Ministro interrogato, per quanto di competenza, al fine di porre fine a quella che appare all'interrogante come una discriminazione e affinché sia garantita la giusta forma contrattuale ai lavoratori Ice negli Stati Uniti d'America.
(4-10241)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   lunedì 6 settembre 2021, alle ore 12:55 su Rai 3 e su Rai Play, è andata in onda la trasmissione «Storie in Movimento»;

   la conduzione della trasmissione è affidata ad Alessandra Rossi e a Toni Ricciardi. Quest'ultimo è professore di storia delle migrazioni all'università di Ginevra;

   Toni Ricciardi, però, è anche un esponente del Partito democratico, segretario della Federazione dei Circoli Pd in Svizzera dal novembre 2018 e già candidato alla Camera dei deputati per Pd nelle elezioni del 2018, nella circoscrizione estero - Europa;

   la trasmissione, come si legge in una nota dell'ufficio Stampa Rai, è stata finanziata dal consiglio generale degli italiani all'estero e dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e si sviluppa in 10 puntate, dal lunedì al venerdì, alle 12.55 su Rai3;

   tra le varie storie raccontate, vi sono evidenti sovrapposizioni con luoghi e temi di interesse dell'esponente democratico come l'Irpinia e la Svizzera, ma anche altri territori del collegio «Europa» come la Spagna;

   appare quantomai inopportuno per l'interrogante che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, nel corso della campagna elettorale per le amministrative e in un momento delicato per gli equilibri politici nazionali come il semestre bianco, finanzi una trasmissione condotta dal segretario del Partito democratico in Svizzera e che racconta di attività di suo sicuro interesse tra Svizzera e Irpinia;

   giova ricordare che le opposizioni parlamentari non sono rappresentate in seno al consiglio d'amministrazione dell'azienda, in quanto non è stato eletto alcun consigliere indicato dalle stesse; giova ricordare, infine, che nel codice etico di Rai è prescritto che la «RAI non eroga contributi di alcun genere, direttamente o indirettamente, a partiti politici, movimenti, comitati e organizzazioni politiche e sindacali, [...] né a loro rappresentanti o candidati». Pertanto, in considerazione del ruolo ricoperto da Toni Ricciardi nel Partito democratico, nella rispondenza tra le tappe indicate del programma in Irpinia e Svizzera e considerati gli interessi politici dello stesso, dalle tematiche generali trattate in materia di emigrazione e italiani all'estero, appare quantomai legittimo presumere che la collaborazione dell'esponente del Partito democratico debba intendersi quantomeno a titolo gratuito;

   a giudizio dell'interrogante, vi è stata inoltre una grave lesione di fatto della par condicio –:

   a quanto ammontino il contributo erogato a qualsiasi titolo dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e gli emolumenti eventualmente percepiti dal conduttore Toni Ricciardi, anche segretario dei Circoli Pd, in Svizzera;

   se non si intendano promuovere iniziative, per quanto di competenza, per verificare eventuali violazioni del contratto nazionale di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la Rai.
(4-10243)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BALDELLI, ROSSO e PENTANGELO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 25, comma 2, della legge n. 120 del 2010 prevede che, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'interno, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, siano disciplinate due materie: 1) la relazione telematica con la quale le amministrazioni locali indicano l'ammontare complessivo derivante dalle sanzioni per violazione del codice della strada e gli interventi attuati con le medesime; 2) le modalità di collocazione e di uso degli autovelox;

   in data 30 aprile 2019 la commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati ha approvato all'unanimità la risoluzione 8-00028, a prima firma dell'interrogante, che impegnava il Governo pro tempore a inviare, entro 31 maggio 2019, il nuovo schema di decreto alla Conferenza Stato-città ed autonomie locali al fine di addivenire ad una celere emanazione del provvedimento attuativo;

   il 20 febbraio 2020 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto relativo alla relazione annuale sull'utilizzo dei proventi delle multe;

   in risposta all'atto di sindacato ispettivo 3-01698, a prima firma dell'interrogante, il Governo pro tempore ha comunicato, in data 29 luglio 2020, che una bozza di decreto relativo al posizionamento degli autovelox era stata sottoposta alla valutazione delle Conferenza Stato-città ed autonomie locali, dove erano stati formulati dei rilievi da parte dell'Anci e dell'Upi, e che il Governo aveva ritenuto di procedere alla redazione di una nuova bozza di decreto –:

   quando il Governo ritenga di procedere all'adozione del decreto sulle modalità di utilizzo degli autovelox.
(5-06666)


   GARIGLIO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   lo scalo ferroviario di Torino Stura è uno snodo strategico che collega il capoluogo con altre città del Piemonte e con Milano. Su tale tratta transitano anche i nuovissimi convogli regionali «Pop» che possono trasportare fino a circa 530 persone;

   ogni giorno sono quindi numerosi i viaggiatori che utilizzano tale stazione, in particolare pendolari per necessità di studio e lavoro;

   si apprende da fonti stampa come tale stazione versi da tempo in condizioni fatiscenti che stanno creando gravissimi disagi per persone affette da handicap. Tali disagi sono stati denunciati dalla Consulta per le persone in difficoltà «che ha ricevuto – sempre secondo i media – numerose segnalazioni da parte degli utenti in carrozzina, oppure non vedenti»;

   le criticità riguardano, in particolare, la presenza di numerose barriere architettoniche, la porta di ingresso inagibile, i bagni guasti, gli ascensori malfunzionanti, la mancanza di percorsi adeguati per i non vedenti;

   nonostante i continui solleciti di intervento, Rfi non ha ancora provveduto a risolvere le gravi criticità presenti;

   il decreto del Presidente della Repubblica n. 503 del 1996 stabilisce che tutti gli spazi pubblici debbano garantire la fruizione a chiunque abbia capacità motoria limitata, che si traduce non solo nell'abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche nell'installazione di tutti gli ausili necessari agli edifici pubblici per poterli definire accessibili;

   l'Italia, con la legge n. 18 del 3 marzo 2009 ha ratificato e reso esecutiva la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, adottata dall'Assemblea generale dell'Onu il 13 dicembre 2006 ed entrata in vigore il 3 maggio 2008. Scopo della convenzione è promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, promuovendo il rispetto per la loro inerente dignità;

   a tal fine, all'articolo 20, la convenzione prevede esplicitamente che «gli Stati Parti devono prendere misure efficaci ad assicurare alle persone con disabilità la mobilità personale con la maggiore indipendenza possibile» –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti intenda assumere, per quanto di competenza, per risolvere le gravissime criticità presenti da tempo nella stazione ferroviaria di Torino Stura che impediscono alle persone con handicap di esercitare il loro diritto alla mobilità.
(5-06667)


   BUSINAROLO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   ancora una volta, dopo il precedente ritrovamento di alcuni reperti affiorati sul colle della Venga a Desenzano (Bs) nel corso dei lavori per la posa della tratta Brescia-Verona della nuova linea alta velocità, un nuovo rinvenimento è avvenuto nei giorni scorsi, come riportato da recenti fonti giornalistiche;

   a San Martino Buon Albergo (Vr), in località Chievo; il sito è interessato dai lavori relativi alla realizzazione della linea AV Verona-Vicenza; il rinvenimento è avvenuto nel mezzo delle operazioni dirette a verificare la consistenza geologica dei terreni, alla bonifica di eventuali residuati bellici e all'analisi della presenza di eventuali presenze di reperti di interesse archeologico;

   i lavori hanno portato alla luce un'area di probabile interesse archeologico, caratterizzata dalla presenza di alcune sepolture riconducibili presumibilmente ad insediamenti rurali risalenti ai primi secoli dopo Cristo;

   attraverso una dichiarazione alla stampa è intervenuto sulla vicenda il sindaco, Franco De Santi, il quale ha comunicato di avere immediatamente chiesto informazioni al consorzio di imprese «Iricav due», a cui è affidata l'esecuzione dei lavori per la realizzazione della Tav per conto di Rete Ferroviaria Italiana, ricevendo la conferma del rinvenimento di quattro o cinque tombe che risalirebbero al secondo o terzo secolo dopo Cristo;

   il sindaco De Santi ha inoltre fatto presente che Iricav due ha informato della vicenda la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Verona, competente sul caso –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa e se intendano fornire chiarimenti sulla vicenda, al fine di avere notizie certe relativamente ai diversi reperti archeologici rinvenuti, anche in considerazione del fatto che gli stessi sono stati ritrovati su un territorio che, a causa del tracciato per la realizzazione della linea ferroviaria alta velocità continua a subire notevoli disagi, che si ripercuotono sulle attività produttive e la popolazione residente, preoccupata dal susseguirsi di lavori che si protrarranno per molti anni.
(5-06668)


   BALDELLI, PENTANGELO e ROSSO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 142, comma 12-quater, del codice della strada obbliga gli enti locali a trasmettere ai Ministeri delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e dell'interno, entro il 31 maggio di ogni anno, una relazione sull'ammontare dei proventi delle sanzioni per infrazioni stradali relativi all'anno precedente e sull'utilizzo di tali risorse;

   la medesima disposizione prevede per gli enti inadempienti una decurtazione del 90 per cento della quota di proventi delle multe per eccesso di velocità rilevate tramite autovelox;

   il decreto ministeriale 30 dicembre 2019 ha dato attuazione all'articolo 142, comma 12-quater, del codice della strada, e ha previsto che, in caso di mancato invio della relazione, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili comunichi l'inadempienza all'ente interessato che ha trenta giorni per sanare la propria posizione;

   dalla risposta fornita dal Governo all'atto di sindacato ispettivo 4-10160, a prima firma dell'interrogante, si apprende che per le rendicontazioni relative ai proventi dell'anno 2019, la cui istruttoria è ormai chiusa, quelle mancanti sono 1531, mentre per le rendicontazioni relative ai proventi dell'anno 2020, la cui istruttoria si è chiusa il 10 settembre, quelle mancanti sono 2.747 –:

   se il Governo abbia applicato per gli enti inadempienti la decurtazione di cui all'articolo 142, comma 12-quater e se abbia effettuato la conseguente segnalazione al procuratore regionale della Corte dei conti prevista dalla medesima disposizione.
(5-06670)

INTERNO

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

I Commissione:


   CALABRIA, PEREGO DI CREMNAGO, APREA, CATTANEO, MANDELLI, ORSINI, PALMIERI, ROSSELLO e SACCANI JOTTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 2 della legge 4 aprile 1956, n. 212, al comma 1, stabilisce l'obbligo per le giunte comunali, tra il trentatreesimo e il trentesimo giorno precedente quello fissato per le elezioni, di delimitare, in ogni centro abitato con popolazione residente superiore a 150 abitanti, appositi spazi da destinare, a mezzo di distinti tabelloni o riquadri, esclusivamente all'affissione degli stampati, dei giornali murali od altri e dei manifesti per la propaganda elettorale;

   tali spazi, a mente del citato articolo, devono essere scelti nelle località più frequentate e in equa proporzione per tutto l'abitato;

   tuttavia, stando a quanto risulta all'interrogante, la giunta del Comune di Milano, nonostante i termini summenzionati siano decorsi, alla data del 12 settembre 2021, non avrebbe ancora adottato alcuna deliberazione in merito, ledendo così i diritti di tutti soggetti partecipanti alle elezioni amministrative che ivi si svolgeranno nelle giornate del 3 e 4 ottobre;

   in particolare, su un totale di 28 liste ammesse, sono stati installati solo 24 pannelli, e, di conseguenza, non risulterebbe essere stato garantito il legittimo spazio per la propaganda elettorale a 4 delle liste presentate, tra le quali una della coalizione di centro destra corrispondente al partito di Forza Italia (cui era stata assegnata la venticinquesima postazione);

   si ricorda che, ai sensi del citato articolo 2 della legge n. 212 del 1956, nel caso di ritardi delle giunte comunali nei prescritti adempimenti, sussiste un potere di intervento del prefetto, che può nominare un commissario –:

   se sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere al fine di garantire tempestivamente la regolarità dello svolgimento della campagna elettorale.
(5-06671)


   PRISCO e MONTARULI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a decorrere dal giorno di indizione dei comizi elettorali, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 19 della legge 10 dicembre 1993; n. 515, i comuni, sulla base di proprie norme regolamentari e senza oneri a proprio carico, sono tenuti a mettere a disposizione dei partiti e dei movimenti politici presenti nella competizione elettorale, in misura eguale tra loro, i locali di loro proprietà già predisposti per conferenze e dibattiti;

   nel quadro dei rapporti tra lo Stato e le autonomie locali il cui coordinamento è ascritto alle Prefetture Utg; dal decreto legislativo 30 settembre 1999, n. 300, il prefetto assicura il corretto svolgimento del procedimento elettorale, e vigila sulla corretta applicazione delle disposizioni in materia di par condicio, anche con riferimento all'utilizzo di spazi e locali messi a disposizione dei comuni;

   a Bologna, tuttavia, la richiesta di una piazza adeguata per lo svolgimento di una manifestazione elettorale di Fratelli d'Italia che vedrà anche la presenza della leader nazionale del partito, il 26 settembre 2021, non ha avuto una risposta positiva, stante il fatto che sembrerebbe che tutte le piazze più centrali sarebbero già occupate da altri eventi non di natura elettorale, e l'amministrazione comunale ha deciso di relegare l'evento di FdI in una piazza marginale;

   nell'ambito della presente campagna elettorale, a Bologna nelle prossime settimane sono previsti diversi comizi di chiusura da parte di altre forze politiche, che saranno tutti ospitati nelle piazze più centrali e capienti, come molti si sono già svolti, e addirittura il PD ha celebrato per oltre due settimane consecutive prima la propria festa nazionale e, ora, quella provinciale in periodo regolato dalla normativa elettorale, su spazi pubblici, con assegnazioni preferenziali sottratte alla disciplina interpartitica;

   Fratelli d'Italia risulta quindi essere l'unico partito cui la concomitanza di numerosi eventi di diversa natura precluderà la possibilità di utilizzare uno spazio congruo per la propria manifestazione elettorale –:

   quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere affinché a ciascun partito sia concesso l'uso di uno spazio congruo per la propria manifestazione elettorale, garantendo la corretta applicazione e il pieno rispetto delle disposizioni sullo svolgimento delle competizioni elettorali.
(5-06672)


   BRESCIA, CASA, BALDINO, MAURIZIO CATTOI, CORNELI, DE CARLO, FRANCESCO SILVESTRI, DIENI, ELISA TRIPODI, ALAIMO, AZZOLINA e GIORDANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   domenica 3 ottobre e lunedì 4 ottobre 2021 si terranno le elezioni amministrative, le elezioni regionali in Calabria e le elezioni suppletive della Camera dei deputati nei collegi uninominali 12-Siena della XII Circoscrizione Toscana e 11-Roma-Quartiere Primavalle della XV Circoscrizione Lazio 1;

   il solo voto per le elezioni amministrative coinvolgerà più di 1.300 comuni, di cui circa 130 enti con più di 15 mila abitanti;

   come già rilevato dagli stessi firmatari nell'interrogazione n. 5-05457, il differimento delle elezioni operato con il decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 maggio 2021, n. 58, comporterà la sospensione dell'attività didattica a pochi giorni dall'avvio del nuovo anno, a causa dell'elevato numero di edifici scolastici adibiti a seggio elettorale;

   solo il 13 per cento circa dei 61,569 seggi non si trova all'interno di edifici scolastici;

   al fine di ridurre i disagi relativi all'interruzione delle attività didattiche, grazie all'approvazione di un emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle, l'articolo 23-bis del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41 convertito, con modificazioni, dalla legge 21 maggio 2021, n. 69, ha previsto un fondo da 2 milioni di euro per i comuni che al 15 luglio 2021 abbiano individuato sedi alternative agli edifici scolastici da adibire a seggi elettorali;

   il Ministero dell'interno ha tempestivamente adottato il relativo decreto attuativo, definendo i criteri e le modalità di concessione delle risorse dei fondo, che giustamente intendono premiare i comuni che abbiano trasferito il maggior numero di sezioni in sedi extrascolastiche e garantito al maggior numero di studenti di beneficiare della mancata sospensione dell'attività didattica;

   in occasione delle consultazioni elettorali del 20 e 21 settembre 2020 che hanno coinvolto tutti i comuni italiani, sono stati 471 su circa 8.000 gli enti che hanno previsto lo spostamento di 1.464 sezioni elettorali per una quota pari a poco più del 2 per cento del totale;

   la questione dell'interruzione delle attività didattiche nelle scuole-seggio si riproporrà anche nel 2022, alla luce dello svolgimento di ulteriori elezioni amministrative e di eventuali consultazioni referendarie –:

   se il Ministro interrogato intenda fornire il numero dei comuni che hanno individuato sedi di seggio alternative agli edifici scolastici, indicando anche i dati sulle sezioni e sugli studenti interessati, e valutare l'impatto della misura, al fine di confermare l'istituzione del fondo, in vista delle competizioni elettorali dei prossimi anni.
(5-06673)


   MARCO DI MAIO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   i vigili del fuoco di Cattolica attualmente dispongono di una sede la cui struttura si trova in cattivo stato di manutenzione;

   la crisi sanitaria da Covid-19 ha ulteriormente ridotto la vivibilità della stessa; il personale può, di fatti, usufruire di spazi limitati in cui si svolge la normale attività quotidiana: sala briefing, sala operativa, sala pranzo e sala riposo sono concentrate in sole due stanze;

   con apposito accordo firmato dagli enti interessati il 15 maggio 2018, si prevedeva l'avvio dei lavori per la realizzazione di una nuova sede operativa: questo, però, è ostacolato da lungaggini burocratiche che non consentono di registrare alcuno sviluppo in merito, pur a seguito di numerosi incontri con gli uffici della prefettura a cui hanno partecipato tutti gli attori interessati alla realizzazione della Cittadella del Soccorso;

   piuttosto, gli sforzi dei soggetti coinvolti si concentrano sull'individuazione del comune capofila dei lavori col ruolo di Centrale unica di committenza;

   si è appreso che il Ministero, con comunicazione recapitata a mezzo di posta elettronica certificata al comune di Firenze al posto del comune di Rimini, ha stabilito che la funzione di stazione appaltante non verrà svolta da alcun comune interessato alla sede, ma sarà assegnata al provveditorato interregionale per le opere pubbliche Lombardia-Emilia Romagna;

   preso atto delle procedure appena esposte, i vigili del fuoco del comando provinciale di Rimini hanno indetto una giornata di sciopero con sit-in di protesta per esprimere il proprio disaccordo rispetto alla fallimentare gestione della situazione –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e, in tal caso, quali iniziative intenda adottare per consentire l'avvio dei lavori per la realizzazione della Cittadella del Soccorso, in modo da garantire ai vigili del fuoco del comando provinciale di Rimini la possibilità di usufruire di una sede che offra un ambiente di lavoro idoneo alle loro esigenze logistiche e operative.
(5-06674)


   IEZZI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   un recente servizio della trasmissione televisiva «Le Iene» ha avuto il merito di cercare di far luce su alcuni passaggi del cambio al vertice della polizia locale di Milano che, nel 2017, ha visto la frettolosa sostituzione di Antonio Barbato con l'attuale comandante Marco Ciacci;

   l'anomalia delle modalità e delle tempistiche nell'avvicendamento sono state di per sé alquanto inusuali, ma è la stessa scelta del candidato che ha lasciato in molti perplessi;

   Marco Ciacci, infatti, era un soggetto esterno all'organico della polizia locale e proveniva dalla sezione dall'ufficio di polizia giudiziaria della procura della Repubblica di Milano incaricata delle indagini su Expo, di cui era il responsabile;

   la tesi sostenuta da Barbato nell'intervista rilasciata a «Le Iene» è che la nomina di Ciacci, allora capo della polizia giudiziaria in Procura, sarebbe stato un favore da parte del sindaco Beppe Sala proprio alla procura che in quegli anni stava indagando su di lui sul caso Expo;

   se questo fosse confermato, costituirebbe un fatto gravissimo e non solo in termini di inopportunità politica;

   anche da un punto di vista di trasparenza della procedura amministrativa vi sarebbero alcune opacità: l'amministrazione prima di affidare tale incarico aveva l'obbligo, non la facoltà, di effettuare una ricognizione interna per verificare che vi fossero figure interne idonee che potessero ricoprire tale incarico, magari tra quelle segnalate appositamente da Anci;

   inoltre, sulla delibera di affidamento dell'incarico a Ciacci molti requisiti d'ingresso previsti dal regolamento degli uffici, risultano celati da omissis;

   il comune di Milano ha inoltre raddoppiato lo stipendio di Marco Ciacci, che avrebbe invece dovuto ricevere solo il trattamento economico di fondamentale dell'assegnazione temporanea;

   appare, insomma, all'interrogante che la nomina non sia del tutto conforme ai requisiti di trasparenza che la procedura amministrativa impone;

   nel 2020 l'Anac, come risulta dalla interrogazione n. 4-08060, dopo aver esaminato taluni profili della vicenda, avrebbe trasmesso la documentazione alla procura di Brescia in relazione alla possibilità di eventuali ipotesi di reato anche a carico di alcuni magistrati della procura di Milano con riferimento a presunti scambi di favori che sarebbero emersi nella segnalazione alla stessa Anac –:

   quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato, per quanto di competenza, in relazione alle anomalie descritte in premessa e se, in particolare, sussistano i presupposti per promuovere, per quanto di competenza, una ulteriore verifica in ordine alle procedure per il conferimento dell'incarico di comandante del Corpo di polizia locale di Milano a Marco Ciacci.
(5-06675)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   CIMINO e DEL SESTO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   il decreto cosiddetto «sostegni-bis» (articolo 59, commi 4-9, decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito con modificazioni dalla legge 23 luglio 2021, n. 106) prevede una fase straordinaria di assunzioni dalle GPS di 1 fascia;

   con decreto ministeriale n. 242 del 30 luglio 2021 viene regolamentata questa procedura;

   gli uffici scolastici stanno pubblicando le graduatorie definitive utili per la predisposizione delle nomine dei candidati sul portale Istanze online (Polis). Da diversi organi di stampa, oltre che da sollecitazioni di associazioni di precari della scuola, pervengono segnalazioni in merito alle modalità di costituzione degli elenchi aggiuntivi alle graduatorie per le supplenze (Gps) del personale docente ed educativo, in applicazione dell'articolo 10 dell'O.M. n. 60 del 2020 ed in particolare rispetto la nota questione dei titoli di abilitazione e di specializzazione sul sostegno acquisiti all'estero;

   le suddette graduatorie sarebbero, ad onore del vero, solo il consolidamento di una serie di rettifiche e convalide che hanno avuto corso durante l'anno scolastico che sta per concludersi. In buona sostanza gli aggiustamenti di posizione sono il frutto di controlli mirati di secondo livello effettuati dalle segreterie scolastiche. Si parla, nello specifico, della convalida dei titoli di accesso o di quelli culturali, dichiarati e posseduti da quei docenti che l'anno scorso hanno ricevuto una supplenza fino al 30 giugno o 31 agosto. Le rettifiche sono state apportate in seguito a decreti post sentenza (con parere negativo), i quali hanno permesso .alle amministrazioni scolastiche interessate, il transito del docente dalla prima fascia delle (Gps) alla seconda. La normativa vigente permette l'inserimento nelle prime fasce delle graduatorie per le supplenze (Gps), ai soggetti che hanno acquisito un titolo valido entro il 31 luglio 2021;

   tuttavia, bisogna denunciare la presenza di un elevato numero di docenti che lamentano la presenza di parecchi errori negli elenchi di ultima pubblicazione, soprattutto per ciò che attiene i punteggi degli elenchi aggiuntivi; in molti, infatti, si sono visti attribuire punteggi nettamente inferiori rispetto a quelli a cui avrebbero realmente diritto, o peggio, sono stati direttamente esclusi. La questione diventa molto delicata, visto che tali graduatorie sono quelle che verranno prese in considerazione in maniera ufficiale per l'attribuzione del ruolo, ma anche per le supplenze. Diventa dunque indispensabile una loro completa revisione, individuando quei docenti presenti in graduatorie e potenzialmente nominabili per la supplenza e per il successivo ruolo;

   inoltre la normativa afferma che il titolo estero, per essere validamente utilizzato per l'inserimento in Gps deve essere non solo acquisito entro il 31 luglio 2021 ma anche validamente riconosciuto dal Ministero dell'istruzione non rilevando, quindi, la mera data dell'istanza per il riconoscimento;

   i vari uffici scolastici regionali (Usr), però, stanno agendo in maniera non uniforme sul territorio nazionale; alcuni, infatti, hanno permesso l'inserimento con riserva; altri hanno proceduto al depennamento;

   quindi, da quanto sopra detto, non può considerarsi spendibile un titolo sprovvisto del relativo e prescritto decreto di riconoscimento acquisito entro il 31 luglio 2021, non potendo, infatti, equivalere al riconoscimento la mera presentazione dell'istanza ad hoc al Ministero dell'istruzione –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra esposto;

   se e quali iniziative intenda adottare per evitare che centinaia di docenti rimangano esclusi ingiustamente dalle suddette graduatorie;

   se e quali immediate iniziative intenda adottare affinché pervengano, agli uffici scolastici regionali, precise indicazioni ministeriali che facilitino la corretta applicazione della normativa vigente anche per prevenire e contenere possibili azioni giudiziarie da parte dei vari attori in gioco.
(4-10238)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BUSINAROLO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   in data 7 agosto 2021, nel corso del tg, edizione delle ore 12, trasmesso dall'emittente Telearena, è stato trasmesso un servizio relativo alle gravi conseguenze subite dagli agricoltori della provincia veronese a seguito delle eccezionali gelate della scorsa primavera che, in particolare nella città di Pescantina, hanno letteralmente bruciato la totalità delle coltivazioni tardive della pesca nettarina, una delle maggiori produzioni realizzate nella zona;

   a seguito di tale evento la Coldiretti, come riportato nello stesso servizio giornalistico, ha invitato gli agricoltori a presentare le domande necessarie a ricevere i sostegni economici previsti dal Governo;

   è opportuno ricordare che, a tutela degli agricoltori colpiti da simili eventi, sono intervenuti il cosiddetto «decreto sostegni-bis», che ha previsto un incremento della dotazione del Fondo di solidarietà nazionale, utilizzato anche per gli interventi indennizzatori per le gelate tardive, ai quali è destinata una somma di circa 161 milioni di euro, attraverso un coordinamento con le varie regioni;

   le gelate eccezionali che hanno distrutto la totalità della produzione delle pesche tardive hanno messo in ginocchio l'economia del comparto agricolo della provincia veronese interessata, già duramente provata, come nel resto del Paese, dalla emergenza sanitaria ancora in atto legata alla pandemia da Covid 19 –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda porre in essere al fine di garantire tempi brevi per la fruizione di ogni misura di sostegno economico per le categorie lavorative colpite, nello specifico, dall'ondata di gelate verificatesi nei mesi della primavera scorsa.
(5-06669)

Interrogazione a risposta scritta:


   CARETTA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   come noto, nel 2013, la Croazia ha richiesto il riconoscimento a livello europeo della menzione tradizionale «Prošek» (traduzione in croato del termine «Prosecco»), da abbinare alla denominazione di vino bianco locale, la allora Commissione europea presentata da Barroso rifiutò il riconoscimento in quanto avrebbe costituito una rievocazione, potenzialmente fraudolenta, del Prosecco italiano;

   la rinnovata richiesta di riconoscimento avanzata dalla Croazia ha trovato l'approvazione della Commissione europea, come confermato dal Commissario all'agricoltura della Commissione Von Der Leyen, Janusz Wojciechowski, in una cui nota ha specificato che la richiesta di ottenere il riconoscimento della denominazione Prošek è «conforme ai requisiti di ammissione e di validità»;

   dal momento della pubblicazione della nota in Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, è previsto un periodo di 60 giorni nei quali altri Paesi membri, tra cui l'Italia, possono inviare ricorsi, obiezioni e osservazioni;

   qualora la decisione della Commissione europea trovasse conferma, costituirebbe un grave attacco ai meccanismi di protezione e garanzia dei marchi di tutela delle produzioni geografiche europee, che non solo indebolirebbero la posizione negoziale europea in sede di trattative inerenti ad accordi di scambio, ma andrebbero a potenziare il fenomeno dell'Italian Sounding, per il quale il falso Made in Italy alimentare vale 100 miliardi di euro di danni all'economia nazionale, in quanto due prodotti su tre che richiamano l'Italia in realtà non sono di origine italiana;

   le tre denominazioni d'origine del Prosecco producono, ogni anno, più di 600 milioni di bottiglie; da solo, il consorzio della Doc il più grande, con 500 milioni di bottiglie prodotte l'anno, ha un giro d'affari di 2.4 miliardi di euro, il 78 per cento dei quali incassati all'estero;

   l'export di Prosecco, nel primo semestre del 2021, è cresciuto del 35 per cento con forti incrementi negli Stati Uniti (+48 per cento, primo acquirente di prosecco, Germania (+37 per cento), Francia (+32 per cento) e Russia (+115 per cento);

   la Corte di giustizia dell'Unione europea, con sentenza n. C-783/19, nata su ricorso del Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (CIVC), del 9 settembre 2021, ha dichiarato illegittimo l'utilizzo di nomi che rievocano in modo strumentale ed ingannevole prodotti a denominazione d'origine riconosciuti e tutelati dall'Unione;

   tale sentenza è nata ed ha trovato applicazione nel caso di specie di una rievocazione dello Champagne in una catena di bar spagnola dal nome «Champanillo»;

   qualora il punto politico ed il punto di diritto di cui alla sopracitata sentenza non trovassero applicazione nel caso del Prošek, si costituirebbe un grave danno nei confronti di un'eccellenza italiana come quella del Prosecco, nonché un vero e proprio doppiopesismo;

   la richiesta di denominazione del Prošek croato, nonostante non sia di riconoscimento Doc, ma di Stg (Specialità tradizionale garantita), rischia, in ogni caso, di creare enorme confusione tra i consumatori stranieri, soprattutto extra-europei; infatti, nonostante il vino in questione sia un vino fermo, il disciplinare di denominazione protetta del Prosecco prevede anch'esso una versione ferma della bevanda –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intenda assumere per tutelare in modo permanente la denominazione del «Prosecco», alla luce di quanto portato avanti dalle Autorità croate ed in seguito alla manifesta intenzione della Commissione europea di approvare la richiesta di riconoscimento croata.
(4-10236)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 4 dell'ordinanza adottata dal Ministero della salute in data 14 maggio 2021 prevede quanto segue: «sono vietati l'ingresso e il transito nel territorio nazionale alle persone che nei quattordici giorni antecedenti hanno soggiornato o transitato in Brasile»;

   la portata del divieto in questione, efficace sino al 25 ottobre 2021, ai sensi dell'ordinanza adottata dal Ministero della salute in data 28 agosto 2021, ha carattere quasi assoluto, essendo previste delle deroghe ad esso unicamente per fattispecie tassative ed eccezionali quali in particolare: a) soggetti con residenza anagrafica in Italia; b) soggetti che intendano raggiungere figli minori o il coniuge in Italia; c) soggetti autorizzati dal Ministero della salute per inderogabili motivi di necessità; d) motivi di studio;

   ad avviso del firmatario del presente atto di sindacato ispettivo, l'andamento della situazione epidemiologica e il positivo avanzamento della campagna vaccinale, tanto in Italia, quanto in Brasile (258 milioni di dosi somministrate alla data odierna), rendono evidente la necessità di superare il divieto in questione, tenuto conto anche delle ripercussioni pesantissime che questo produce dal punto di vista economico, commerciale, sociale, lavorativo e anche per la continuità delle relazioni familiari di moltissimi cittadini italiani e brasiliani;

   la sicurezza degli spostamenti in questione, d'altra parte, potrebbe essere garantita attraverso l'applicazione degli obblighi dichiarativi, documentali o di altro genere che normalmente vengono applicati agli altri viaggiatori provenienti da Paesi extra Unione europea, sicché il divieto di ingresso attualmente in vigore per il Brasile, che perdura ininterrottamente da oltre quattro mesi, appare ingiustificato anche sotto questo profilo –:

   se non ritenga di dover apportare urgenti modifiche alle ordinanze citate in premessa, al fine di consentire nuovamente, nel rispetto delle necessarie misure di sicurezza, l'ingresso e il transito nel territorio nazionale alle persone che hanno soggiornato o transitato in Brasile.
(4-10237)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   CARETTA. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

  come emerso dalla nota ministeriale protocollata n. 8979/PNM del 2 maggio 2018, è stata richiesta una revisione del documento «Key Concepts» relativo all'armonizzazione delle date di migrazione prenuziale di molte specie cacciabili in Italia, con quelle di altri Paesi europei, ai fini di superare le incongruenze tra le date di inizio della migrazione primaverile indicate, per l'appunto, dai diversi Paesi;

   le proposte di modifica attualmente presenti nella bozza finale del documento Key Concepts da parte della Commissione europea mantengono ed aumentano le discrepanze presenti tra gli Stati dell'Unione europea di analoga latitudine, accentuando una serie di problematiche già presenti dal 2001;

   nella redazione del documento, infatti, per l'Italia, sono state inserite unicamente le variazioni proposte dall'Ispra, che non hanno largamente tenuto conto di numerose fonti di letteratura esistenti;

   nella fattispecie, nel caso del Tordo bottaccio, la decade presente è la prima di gennaio, con un anticipo di 3-4 decadi rispetto a Croazia, Francia, Portogallo e Spagna, al netto di ben cinque riferimenti scientifici pubblicati su riviste di ornitologia scientifica riconosciute, non annoverati, invece, nelle integrazioni dell'Ispra;

   per quanto attiene al Tordo sassello, la decade presente è la seconda di gennaio, con un anticipo di 3 decadi rispetto a Croazia, Francia, Portogallo e Spagna, ed, anche in questo caso, Ispra non ha inoltrato e fatto riferimento ad alcuna pubblicazione scientifica riconosciuta a sostegno della proposta;

   nel caso della Cesena, la decade presente è la seconda di gennaio, mentre Croazia, Francia, Portogallo e Spagna collocano l'inizio della migrazione in febbraio, e proprio su questa specie sono stati trasmessi al Ministero della transizione ecologica le evidenze conseguite con la telemetria satellitare sulla specie che attestano e dimostrano l'inizio degli spostamenti migratori proprio nel mese di febbraio;

   anche per la Beccaccia la decade presente è la seconda di gennaio, mentre tutti gli Stati dell'Unione europea collocano l'inizio della migrazione nei mesi di febbraio-marzo;

   sul punto, le date previste da tutti gli Stati dell'Unione europea per la Beccaccia sono congruenti con i risultati della telemetria satellitare e Gps-Gsm parzialmente pubblicati sulla rivista internazionale Current Zoology e già trasmessi al Ministero della transizione ecologica stesso;

   infine, per quanto attiene all'Alzavola, la decade presente è la seconda di gennaio, mentre tutti gli Stati dell'Unione europea collocano l'inizio della migrazione a febbraio;

   su questo punto il cambiamento della decade dalla terza alla seconda di gennaio è stato proposto da Ispra utilizzando gli stessi dati che, nel 2001 avevano fatto collocare l'inizio della migrazione nella terza decade di gennaio, senza utilizzare dati di più recente produzione;

   il comportamento assunto dalle amministrazioni competenti in materia, al netto delle evidenze scientifiche a queste riportate dalle associazioni di categoria, pone l'Italia in una posizione di imbarazzante isolamento scientifico e pone il comparto venatorio nazionale in condizione di sostanziale ed effettiva disparità rispetto agli omologhi del resto dell'Unione europea –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti;

   se intenda spiegare le ragioni per cui nella bozza del documento Key Concepts di cui in premessa, nella parte attinente alla documentazione scientifica utilizzata per stabilire l'inizio della migrazione prenuziale della specie non vi sia – per la parte riguardante l'Italia – nessun accenno alle informazioni menzionate in premessa, riportate sul portale «Eurobird Portal», strumento raccomandato dal gruppo di esperti dell'Unione europea sulla Direttiva Uccelli e Habitat (Nadeg);

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare per armonizzare contestualmente alla redazione ed approvazione del documento «Key Concepts», le date di migrazione prenuziale a quanto stabilito negli altri Paesi membri dell'Unione europea, che collocano tali date nel mese di febbraio.
(4-10239)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   CIMINO e DEL SESTO. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il decreto ministeriale 730 del 25 giugno 2021 regola lo svolgimento del test di ammissione nazionale ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia e odontoiatria e protesi dentaria;

   a pochi giorni dalla fine del test d'accesso per le facoltà di medicina e odontoiatria, tenutosi il 3 settembre 2021, emergono, come rilevato sia da numerosi partecipanti alla prova sia da numerose scuole di preparazione, delle irregolarità riguardanti alcuni quesiti. Nello specifico, le appena citate irregolarità, si riferiscono ai quesiti: n. 21 avente ad oggetto una domanda di chimica erroneamente disposta in quelle di cultura generale la quale, inoltre, non presentava la risposta corretta, n. 2 di logica, n. 23 di biologia con un errore che era già stato segnalato, qualche giorno prima, per il test di veterinaria. Per tali gravi irregolarità, le graduatorie di merito e i punteggi, potrebbero essere inficiati, con la conseguenza che i circa 77 mila partecipanti alla prova sarebbero costretti a ricorrere a professionisti legali per veder tutelati i propri diritti –:

   quali iniziative intenda adottare per prevenire ed evitare sia un pregiudizio grave per tutti i partecipanti al test, sia le possibili azioni giudiziarie che i candidati porrebbero inevitabilmente in essere;

   se sia stato istituito il tavolo tecnico per la proposta di definizione, a livello nazionale, delle modalità e dei contenuti delle prove di ammissione, e, in caso affermativo, se intenda consentire di accedere ai verbali all'uopo predisposti;

   se gli argomenti oggetto del test di cui all'allegato «A» del decreto ministeriale 25 giugno 2021, n. 730 siano stati aggiornati come previsto dall'articolo 4 della legge 264 del 1999 ai programmi scolastici dell'anno 2020/21 e, in caso affermativo, da quale ufficio e/o commissione sia stata posta in essere la procedura;

   secondo quale procedure sia stata nominata la Commissione nazionale di esperti di cui all'articolo 2 del decreto ministeriale 25 giugno 2021, n. 730;

   quante sessioni di lavoro abbia svolto la Commissione nazionale di esperti di cui all'articolo 2 del decreto ministeriale 25 giugno 2021, n. 730 e se intenda consentire di accedere ai verbali all'uopo predisposti e ai costi relativi ai lavori della Commissione.
(4-10240)

Apposizione di firme ad una mozione.

  La mozione Meloni e altri n. 1-00494, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 giugno 2021, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Giachetti, Novelli, Versace.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Cancelleri n. 5-06580, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 agosto 2021, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Martinciglio.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Marco Di Maio n. 5-06336 del 30 giugno 2021.

INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA


   BALDELLI, PENTANGELO, ROSSO e SOZZANI. – Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:

   sulla base dei dati forniti dal Governo in risposta a diversi atti di sindacato ispettivo a prima firma dell'interrogante, su un totale di 7.093 comuni, sono stati 4.695 quelli che hanno inviato la relazione sui proventi derivanti da sanzioni per infrazioni al codice della strada relativi all'anno 2019;

   il Governo ha altresì comunicato che, nei confronti dei comuni inadempienti, erano state avviate specifiche istruttorie per il tramite delle prefetture competenti per ottenere chiarimenti sul mancato adempimento;

   rispondendo, da ultimo, all'atto di sindacato ispettivo 2-01261, sempre a prima firma dell'interrogante, il Governo ha fornito i dati circa le relazioni relative ai proventi dell'anno 2020, comunicando che 5.829 comuni hanno inviato una relazione regolare, 582 hanno inviato una relazione non regolare e specificando che, nei confronti delle 2.749 amministrazioni risultate inadempienti, sarà avviata una relativa istruttoria, come già avvenuto per le inadempienze relative alle relazioni riferite ai proventi dell'anno 2019 –:

   se il Governo non intenda fornire al Parlamento, come già da tempo richiesto dal primo firmatario del presente atto, le tabelle con i dati completi delle relazioni telematiche relative agli anni 2019 e 2020;

   entro quando saranno concluse le istruttorie attualmente in corso e quando il Governo intenda procedere, e attraverso quali modalità, all'applicazione delle sanzioni previste dal codice della strada, consistenti, come ricordato dal Governo stesso nella risposta al recente atto di sindacato ispettivo citato in premessa, in «quanto previsto dal comma 12-quater dell'articolo 142 del codice della strada, che dispone la riduzione del 90 per cento annuo nei confronti dell'ente che non trasmette la relazione».
(4-10160)

  Risposta. — In relazione alle questioni poste con l'atto di sindacato ispettivo in esame, sono state assunte informazioni presso il Ministero dell'interno, che ha rappresentato quanto segue.
  I dati relativi all'attività di monitoraggio inerenti le rendicontazioni sui proventi derivanti da sanzioni per infrazioni al codice della strada, trasmesse dai comuni e dagli altri enti locali interessati, sono in costante evoluzione, a seguito del continuo aggiornamento del flusso informativo che via via si acquisisce.
  Nello specifico, in merito alle rendicontazioni dell'anno 2020 (proventi 2019) la situazione registrata è la seguente.
  Le rendicontazioni totali pervenute sono 6.696, di cui:

   6.358 dei Comuni, acquisite tramite l'apposito portale o pervenute via PEC;

   253 acquisite per il tramite delle unione dei comuni;

   74 acquisite dalle amministrazioni provinciali;

   11 acquisite dalle città metropolitane.

  Le rendicontazioni errate/incomplete sono 360, di cui 347 dei comuni e 13 delle unioni di comuni.
  Il totale delle rendicontazioni mancanti è pari a 1.531, di cui:

   1.209 dei Comuni;

   304 delle unioni di comuni;

   15 delle amministrazioni provinciali;

   3 delle città metropolitane.

  Tali dati sono emersi a seguito della conclusione, nella prima settimana dello scorso mese di agosto, dell'apposita istruttoria presso le prefetture competenti per territorio, finalizzata all'individuazione degli enti inadempienti.
  Per quanto riguarda la rendicontazione dell'anno 2021 (proventi 2020), il 9 agosto 2021 è stata avviata analoga istruttoria presso le prefetture, indicando il 10 settembre 2021 quale termine di scadenza per la produzione delle rendicontazioni ed invitando gli enti a fornire giustificazioni sull'eventuale ritardo.
  Alla data del 6 settembre 2021, i dati provvisori evidenziano 5.345 rendicontazioni pervenute, di cui:

   5.097 dei comuni, acquisite tramite l'apposito portale o via PEC;

   174 acquisite per il tramite delle unioni di comuni;

   65 acquisite dalle amministrazioni provinciali;

   9 acquisite dalle città metropolitane.

  Le rendicontazioni errate/incomplete sono pari a 327, di cui:

   307 dei comuni;

   15 delle unioni;

   4 delle amministrazioni provinciali;

   1 delle città metropolitane.

  Le rendicontazioni mancanti sono pari a 2.747, di cui:

   2.500 dei comuni;

   220 delle unioni di comuni;

   22 delle amministrazioni provinciali;

   5 delle Città metropolitane.

  Terminati i riscontri con le prefetture, si potranno attivare le procedure amministrative nei confronti dei comuni inadempienti, propedeutiche all'eventuale segnalazione al procuratore regionale della Corte dei conti per la mancata trasmissione della relazione, così come previsto all'articolo 142, comma 12-quater del codice della strada.
  Infine, circa l'accessibilità alle relazioni telematiche relative agli anni 2019 e 2020, le norme vigenti in materia non prevedono l'obbligo per gli enti locali di pubblicare sui propri siti istituzionali il contenuto delle relazioni in questione, ferma restando la possibilità di esercitare il diritto di accesso secondo le vigenti disposizioni di legge

Il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili: Enrico Giovannini.


   LUCIANO CANTONE. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il Piano urbano per la mobilità sostenibile (Pums) è un piano strategico di medio e lungo periodo (10 anni) progettato per soddisfare i bisogni di mobilità delle persone e delle imprese in ambito urbano e periurbano, allo scopo di migliorare la qualità di vita; esso costituisce il documento strategico avente la funzione di attuare le politiche per la mobilità e gli interventi sulle infrastrutture con le strategie di carattere economico, sociale, urbanistico e di tutela ambientale;

   il Pums pertanto, è un piano strategico che orienta la mobilità in senso sostenibile con un orizzonte temporale di medio e lungo termine che prevede monitoraggi regolari e valutazione degli impatti nell'ambito di un processo strutturato dinamico, al fine di sostenere l'efficacia delle strategie individuate; compito specifico del Pums, è quello di indagare e soddisfare la variegata domanda di mobilità delle persone e delle merci anche nell'area della città metropolitana di Catania, individuandone l'entità, le interazioni spaziali e temporali, i motivi dello spostamento e le modalità di soddisfacimento, al fine di migliorare la qualità della vita nel territorio secondo i principi di integrazione, partecipazione, monitoraggio e valutazione;

   con decreto del sindaco metropolitano n. 4 del 14 gennaio 2021 è stato approvato il primo rapporto Pums ed è stata presentata l'istanza al fondo previsto dalla legge n. 232 del 2016, l'articolo 1, comma 140, per l'ottenimento di risorse per il trasporto rapido di massa, rifinanziato con la «legge di bilancio 2018», (legge n. 205 del 2017), articolo 1, comma 1072, in relazione all'intervento relativo al «Potenziamento e trasformazione della Ferrovia Circumetnea nelle aree urbane di Catania e Misterbianco e della tratta suburbana fino a Paternò»;

   si apprende dalla stampa, La Sicilia del 29 gennaio 2021, che l'amministrazione catanese ha provveduto alla richiesta, nel rispetto dei termini necessari e previa approvazione del primo rapporto Pums, a richiedere i fondi di 342 milioni di euro al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile con una rapida accelerazione sui tempi;

   ai sensi di quanto previsto dal decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 4 agosto 2017 e successive modificazioni e integrazioni, «le città metropolitane procedono, avvalendosi delle Linee guida adottate con il decreto, alla definizione dei PUMS al fine di accedere ai finanziamenti statali di infrastrutture per nuovi interventi per il trasporto rapido di massa, quali Sistemi ferroviari metropolitani, metro e tram» esse si avvalgono altresì della partecipazione di stakeholders, associazioni e cittadini per la definizione partecipata del piano;

   le associazioni, ad esempio, hanno evidenziato l'incoerenza nell'investire tutte le risorse reperibili nelle zone in cui è già in esercizio l'unica infrastruttura «metropolitana» dell'intera area ed in cui non si è avuto alcun incremento demografico a discapito delle zone a nord, dove si è avuta la migrazione di circa 100.000 abitanti e che sono ancora completamente isolate e penalizzate dai tagli sui trasporti;

   in ottemperanza alle linee guida di cui al decreto ministeriale l'amministrazione di Catania ha provveduto a predisporre, nel 2020, la relazione tecnico-illustrativa del bando di progettazione contenente un cronoprogramma, ove la consegna del primo rapporto Pums si collocava in fase successiva alla partecipazione dei cittadini alla redazione;

   considerato che in data 22 gennaio 2021 si è proceduto alla stipula del contratto per la redazione del Pums e che già in data 14 gennaio 2021 il sindaco procedeva ad approvare il primo rapporto Pums, all'interrogante la procedura appare viziata e la partecipazione dei cittadini sembrerebbe essere stata bypassata posto che solo in data 4 marzo 2021 sul sito della città metropolitana si trova l'avviso a loro rivolto –:

   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti illustrati;

   alla luce delle criticità di cui in premessa, se e quali iniziative di competenza, anche normative, intenda intraprendere in relazione all'esigenza di assicurare la piena partecipazione dei cittadini al processo decisionale riguardante i piani urbani per la mobilità sostenibile (Pums), ai quali è condizionato l'accesso alle rilevanti risorse statali sopra richiamate.
(4-08689)

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo parlamentare in esame, l'interrogante chiede quali iniziative saranno messe in atto per assicurare la piena partecipazione dei cittadini catenesi al processo decisionale riguardante i piani urbani per la mobilità sostenibile (PUMS).
  Al riguardo, sulla base delle informazioni fornite dalla direzione generale per il trasporto pubblico locale, la mobilità pubblica sostenibile e gli interventi nel settore del trasporto ferroviario regionale, si rappresenta quanto segue.
  L'approvazione del PUMS è avvenuta con delibera della città metropolitana di Catania che, il 14 gennaio 2020, ha trasmesso a questo Ministero una scheda relativa al monitoraggio dello stato di redazione del PUMS stesso, comunicando altresì che il percorso partecipato era stato avviato in data 19 dicembre 2019.
  In data 30 marzo 2021, l'Amministrazione catanese ha trasmesso l'aggiornamento della citata scheda, dichiarando di aver avviato la concertazione con i comuni della città metropolitana nel mese di febbraio 2020, Tale attività di concertazione è stata poi sospesa a causa dell'emergenza sanitaria da Covid-19, mentre quella con gli
stakekolder è stata avviata il 25 marzo 2021 con l'apertura di un portale dedicato.
  Si evidenzia che le linee guida per i PUMS (decreto ministeriale 4 agosto 2017, n. 397) demandano ad ogni Amministrazione la possibilità di scegliere l'approccio e le tecniche che ritiene più opportune in relazione alle caratteristiche territoriali ed alle risorse disponibili. Inoltre, una volta adottato, il PUMS va inviato al tavolo di monitoraggio, istituito con il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti dell'8 maggio 2018, n. 232, per una valutazione formale sulla conformità ai contenuti definiti dal predetto decreto ministeriale 4 agosto 2017, n. 397, da condividere successivamente con l'Ente.
  Per quanto concerne l'istanza presentata per il finanziamento del potenziamento e della trasformazione della ferrovia Circumetnea, la città metropolitana di Catania, congiuntamente alla gestione governativa ferroviaria Circumetnea, ha presentato la domanda per accedere al «Fondo per il rilancio degli investimenti delle Amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese» istituto con legge 30 dicembre 2018, n. 145, le cui risorse sono destinate al trasporto rapido di massa ad impianti fissi. L'istanza è stata prodotta conformemente ai contenuti dell'Avviso n. 2 (risorse destinate al trasporto rapido di massa ad impianti fissi) ed inoltre, la città metropolitana ha trasmesso il decreto del sindaco n. 4 del 14 gennaio 2021, con il quale è stato approvato il primo rapporto PUMS.
  

Il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili: Enrico Giovannini.


   CIABURRO e CARETTA. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   secondo stime di Asstel, riportate dal Sole 24 Ore, occorrono in media oltre otto mesi e permessi da sei enti diversi per far partire un cantiere di realizzazione di un'infrastruttura di telecomunicazioni a banda ultralarga (Bul) in Italia e sette mesi con permessi da sette enti differenti per la realizzazione di reti mobile;

   come evidenziato da Asstel stessa, il problema dietro la mancata realizzazione della rete Bul sul territorio nazionale non è stato risolto né con il cosiddetto decreto Scavi né col cosiddetto decreto-legge Semplificazioni, in quanto nessun provvedimento normativo ha veramente toccato le modalità e gli ambiti applicativi delle normative vigenti;

   per la realizzazione di un progetto di infrastruttura di telecomunicazioni in un'area rurale occorrono, infatti, circa 250 giorni, con mediamente permessi da 6 enti diversi e con 50-80 giorni legati all'autorizzazione allo scavo e l'ordinanza per il traffico dei comuni, periodo sovrapposto a 90 giorni di autorizzazioni per gli scavi da parte delle province e 100 giorni per le autorizzazioni paesaggistiche, a cui si aggiungono circa 125 giorni per l'autorizzazione allo scavo e/o posa Pcn da parte del Genio civile ed eventuali autorizzazioni da parte di Anas, Rfi o Autostrade, per 180 giorni medi di attesa, a cui infine si possono aggiungere ulteriori 50-80 giorni circa qualora uno degli enti coinvolti chieda modifiche al progetto in corso d'opera;

   tra le cause scatenanti di queste immense lungaggini processuali figurano anche la mancata applicazione del principio del silenzio-assenso quando l'amministrazione procedente avvia la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria su iniziativa di un privato, nonché il funzionamento della conferenza di servizi;

   data ormai la prassi consolidata, è ragionevole affermare che il tempo massimo di attesa non dovrebbe superare i 60 giorni complessivi, anche quando si tratta di molteplici autorizzazioni che dovrebbero essere gestite in parallelo dall'ente procedente con la conferenza di servizi –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intendano adottare per effettuare una semplificazione normativa, anche in termini di procedimento amministrativo come enucleato in premessa, con il fine di velocizzare la costruzione della rete Bul sul territorio nazionale, con particolare riguardo alle aree interne, montane e rurali.
(4-08209)

  
  
Risposta —L'obiettivo è quello di promuovere l'innovazione e la digitalizzazione del sistema produttivo e include importanti investimenti per garantire la copertura di tutto il territorio con reti a banda ultralarga (fibra FTTH, FWA e 5G), condizione necessaria per consentire di catturare i benefici della digitalizzazione e più in generale per realizzare pienamente l'obiettivo di gigabit society.
  Sul punto, è stato emanato in data 31 maggio 2021 il decreto-legge n. 77 che all'articolo 40 introduce una norma volta a semplificare e ridurre i termini complessivi previsti dalle procedure di segnalazione e autorizzazione di cui agli articoli 86, 87 e 88 del Codice delle comunicazioni elettroniche per i procedimenti autorizzatori necessari alla realizzazione di infrastrutture di reti e di impianti di comunicazioni elettroniche.
  In particolare, l'intervento ha inteso chiarire che le suddette autorizzazioni sono regolate da un procedimento unico e semplificato, soggetto alla conferenza di servizi obbligatoria e con termini dimezzati allorquando l'autorizzazione sia soggetta ad uno o più atti di autorizzazione, assenso o nulla osta comunque denominati, di competenza di diverse amministrazioni o enti, comprese le autorizzazioni disciplinate dal Codice dei beni culturali. È previsto, inoltre, un meccanismo di silenzio assenso per l'acquisizione degli assensi nell'ambito della conferenza ad eccezione dei casi in cui è intervenuto un parere negativo dell'ARPA o un tempestivo dissenso, adeguatamente motivato, da parte di una delle amministrazioni titolari di interessi cosiddetti sensibili. Si dimezzano altresì i termini finali di conclusione dei procedimenti, portandoli da 180 a 90 giorni.
  L'intervento normativo risponde, pertanto, non solo alla necessità di dettare una disciplina semplificata e più rapida per l'infrastrutturazione di tutto il territorio nazionale ma anche di garantire l'accesso ad Internet ad una platea sempre più ampia di soggetti.
  Lo stesso articolo 40 ha previsto, inoltre, che per gli interventi di posa in opera di infrastrutture a banda ultra larga effettuati con la metodologia della microtrincea, nonché per quelli effettuati con tecnologie di scavo a basso impatto ambientale con minitrincea, non sono richieste le autorizzazioni di cui al Codice dei beni culturali e del paesaggio, e non si applicano le previsioni di cui all'articolo 7, commi 2-bis e 2-ter, del decreto legislativo 15 febbraio 2016, n. 33. L'operatore di rete si limita a comunicare, con un preavviso di almeno quindici giorni, l'inizio dei lavori alla soprintendenza competente, allegando la documentazione cartografica prodotta dall'operatore medesimo relativamente al proprio tracciato e, qualora la posa in opera interessi spazi aperti nei centri storici, un elaborato tecnico che dia conto delle modalità di risistemazione degli spazi oggetto degli interventi. L'ente titolare o gestore della strada o autostrada, ferme restando le caratteristiche di larghezza e profondità proposte dall'operatore in funzione delle esigenze di posa dell'infrastruttura a banda ultra larga, può concordare con l'operatore stesso accorgimenti in merito al posizionamento dell'infrastruttura allo scopo di garantire le condizioni di sicurezza dell'infrastruttura stradale.
  Il comma 5, infine, è relativo agli interventi di cui agli articoli 87-bis e 87-ter del decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259. Questi ultimi si stabilisce che siano realizzati previa comunicazione di avvio dei lavori all'amministrazione comunale, corredata da un'autocertificazione descrittiva degli interventi e delle caratteristiche tecniche degli impianti e non sono richieste le autorizzazioni di cui al Codice dei beni culturali e del paesaggio, purché gli stessi interventi comportino aumenti delle altezze non superiori a 1,5 metri e aumenti della superficie di sagoma non superiori a 1,5 metri quadrati. Gli impianti sono attivabili qualora, entro trenta giorni dalla richiesta di attivazione al l'organismo competente non sia stato comunicato dal medesimo un provvedimento negativo.
  Le politiche innanzi descritte, per essere pienamente efficaci, saranno accompagnate dallo sviluppo di un'infrastruttura di reti fisse e mobili ad altissima capacità (
very high capacity network), accelerato attraverso l'adozione di un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico e l'evoluzione del quadro normativo.
  La connessione ubiqua è infatti prerequisito abilitante per la piena realizzazione della
gigabit society e per consentire di usufruire di diverse «tecnologie 4.0» (sensori, l'internet of things, stampanti tridimensionali, e altro) che richiedono collegamenti veloci e con bassi tempi di latenza.
  L'intervento del PNRR in questo ambito si colloca nel solco degli sfidanti obiettivi definiti in sede europea (iniziativa
flagship «connect») e nella consapevolezza che le reti a banda larga ultraveloce sono una general purpose technology, in grado di innescare guadagni di produttività e di crescita su larga scala in tutti i settori amministrativi ed economici.
  Questa linea di azione è concepita in continuità con la strategia impostata dal Governo italiano negli ultimi anni. In particolare, nel 2015 è stata varata la Strategia nazionale per la Banda ultralarga, che è già stata capace di mobilitare oltre 12 miliardi di risorse pubbliche e private e che con il PNRR si intende accelerare ulteriormente, garantendo come sempre la piena concorrenza nella fornitura dei servizi.
  L'obiettivo dei piani sulla connettività approvati nel PNRR è quello di portare la connettività a 1 Giga su tutto il territorio nazionale entro il 2026, in anticipo rispetto agli obiettivi europei del Digital compass (2030), eliminando così il
gap di connettività ad alte prestazioni che ancora affligge il Paese (secondo l'ultimo indice DESI siamo al 17° posto per «Connettività» sui 28 Paesi dell'Unione europea e solo il 13 per cento delle famiglie italiane ha un abbonamento di rete fissa ad almeno 100 Mbit/s, rispetto alla media UE del 26 per cento. In termini di copertura, solo il 55 per cento delle famiglie è raggiunto da una rete con velocità superiore a 100 Mbit/s, e poco meno del 23 per cento è coperto con una rete in grado di fornire velocità di trasmissione in download fino a 1 Gbit/s.).
Il Ministro per la pubblica amministrazione: Renato Brunetta.


   FURGIUELE e RIXI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito del Programma operativo nazionale (Pon) «Infrastrutture e reti» della programmazione 2014-2020 del Fondo europeo di sviluppo regionale (Pesr) avrebbe dovuta essere inclusa la realizzazione del gateway ferroviario del porto di Gioia Tauro;

   il progetto del terminal, in particolare, comprende l'attrezzaggio con un gruppo di fasci di binari, (n. 4) articolati su due aree distinte per la trattazione di merce rispettivamente allocato nazionale ed estero, oltre alla realizzazione di aree di stoccaggio e di scambio per una superficie complessiva di 269.000 metri quadri, per la movimentazione di merce nazionalizzata e 132.000 metri quadri di merce allo Stato estero;

   l'intervento si prefigge di razionalizzare la movimentazione dei convogli ferroviari rispetto all'attuale assetto, riducendo la lunghezza delle aste ferroviarie adibite al carico e scarico sia la tortuosità delle manovre necessarie al passaggio dalla linea alla stazione e dalla stazione alle aste di carico e scarico, nonché di potenziare le infrastrutture esistenti sia in termini di gate di ingresso e di aree di sosta merci, sia di lunghezza dei binari e delle relative infrastrutture di movimentazione di container mediante carroponte;

   agli interroganti risulta che l'intervento in parola non sia stato poi incluso nel Pon «Infrastrutture e reti» per il mancato perfezionamento nei tempi prescritti della concessione di realizzazione e gestione tra l'Autorità portuale di Gioia Tauro e l'ipotetico concessionario;

   tuttavia, nelle more del perfezionamento della citata convenzione e della conseguente ammissione al beneficio del finanziamento europeo, l'Autorità portuale di Gioia Tauro ha avviato i lavori di realizzazione del gateway ferroviario, effettuando pagamenti — a valere delle risorse proprie — per euro 12.688.304,36, a fronte di un costo complessivo pari a euro 19.955.899,74, secondo i dati riportati nella banca dati «OpenCoesione»;

   nell'aprile 2020, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti pro tempore onorevole Paola De Micheli, ha sancito con il Ministro per il sud e la coesione territoriale e altri Ministri un protocollo d'intesa con il quale è stato disposto il trasferimento di 279,3 milioni di euro dal Pon «infrastrutture e reti» al Pon «Imprese e competitività»; in ragione di tale trasferimento di risorse sono stati definanziati quegli interventi (come quello in parola) per i quali, nell'anno 2020, non erano già state assunte delle obbligazioni giuridicamente vincolanti;

   oggi, dunque, l'Autorità portuale di Gioia Tauro ha effettuato buona parte dei lavori a proprie spese, confidando nelle risorse europee del Pon «Infrastrutture e reti», delle quali però non potrà disporre essendo stato tale programma oggetto di definanziamento;

   la realizzazione del gateway ferroviario è ora ferma, mancando risorse per circa 7,2 milioni di euro necessari ai pagamenti residui dei fornitori e all'effettuazione del collaudo tecnico-amministrativo propedeutico alla concreta messa in esercizio –:

   se e quali iniziative urgenti intenda mettere in atto per attribuire all'Autorità portuale di Gioia Tauro le risorse per i lavori di realizzazione del gateway ferroviario.
(4-08893)

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo parlamentare in esame, gli interroganti chiedono quali iniziative il Ministro stia mettendo in atto per garantire le risorse necessarie per la realizzazione del progetto terminal intermodale del porto di Gioia Tauro.
  Al riguardo, sulla base delle informazioni fornite dalla direzione generale per lo sviluppo del territorio, la pianificazione e i progetti internazionali, si rappresenta quanto segue.
  Il progetto, già finanziato dal PON Reti e Mobilità 2007-2013 per 20 milioni di euro, è entrato a far parte dell'Accordo di programma quadro (APQ) Polo logistico di Gioia Tauro siglato il 28 settembre 2010.
  Superati i termini per l'utilizzo delle risorse riferite al PON 2007-2013, l'intervento è stato previsto nel PON infrastrutture e reti 2014-2020 tra quelli di completamento e ammesso a finanziamento per un importo pari a circa 20 milioni di euro, con realizzazione attraverso lo strumento del
project financing.
  Nella fase istruttoria della Convenzione PON 2014-2020, questa Amministrazione ha rilevato elementi di criticità in relazione al contenuto della clausola riportata nell'articolo 16, comma 6, del contratto di concessione n. 23/2016 tra l'Autorità portuale di Gioia Tauro, in qualità di concedente, e la società SOGEMAR, in qualità di concessionario/promotore,
  Tale clausola prevedeva il diritto per il concessionario di recedere dalla concessione laddove non dovesse essere riscontrata la sostenibilità economica-finanziaria dell'attività operativa.
  In caso di recesso da parte del concessionario, non sarebbe dovuto alcun onere ovvero indennizzo per la somma dallo stesso ricevuta a qualsiasi titolo, ad eccezione dell'acquisizione da parte del concedente delle strutture c dei servizi realizzati,
  La suddetta clausola è stata infatti ritenuta da questa Amministrazione come non coerente con il naturale rischio operativo a carico del concessionario e, a supporto di tale interpretazione, l'Avvocatura generale dello Stato ha espresso specifico parere.
  Con nota 11 ottobre 2019, I*Autorità portuale di Gioia Tauro comunicava di aver avanzato alla società SOGEMAR richiesta di modifica del citato articolo e che la stessa non era stata accettata dal concessionario. Quindi il concessionario, dopo aver realizzato i binari, all'atto di diventare gestore si è ritiralo dall'impegno assunto.
  Nel corso del 2020, l'Autorità portuale di Gioia Tauro ha informato il Ministero circa l'intenzione della società MCT Medcenter container terminal di avvalersi dell'istituto del subentro, previsto dall'articolo 159 del decreto legislativo n. 163 del 2006.
  Nel dicembre 2020, l'Autorità portuale di Gioia Tauro trasmetteva a questo Ministero copia del contratto con la società MCT Medcenter container terminal per le verifiche di rito.
  A seguito della pandemia da Covid-19, veniva sottoscritto – tra il Ministro per il Sud e la coesione territoriale ed i Ministri titolari del PON – un protocollo d'intesa con conseguente trasferimento di risorse pari a 279,3 milioni di euro dal PON infrastrutture e reti al PON imprese e competitività, a fronte del quale si è proceduto – con decisione della CE C(2020) 6758 final del 29 settembre 2020 – ad una riprogrammazione delle risorse che ha determinato l'impossibilità di finanziare ulteriormente l'intervento con il citato programma.
  Tutto ciò premesso, la direzione generale per lo sviluppo del territorio, la pianificazione e i progetti internazionali si è attivata con una puntuale attività di ricognizione finalizzata ad individuare soluzioni alternative atte a garantire la copertura finanziaria di tutti quei progetti che, pur ritenuti ammissibili, non potevano più essere finanziati dal citato programma.
  In relazione al progetto Terminal Intermodale del porto di Gioia Tauro: gateway ferroviario, o stata individuata nel Programma di Azione e coesione (PAC) complementare al PON infrastrutture e reti 2014-2020 la fonte finanziaria alternativa per il finanziamento dell'intervento.

  Tuttavia, ciò ha richiesto necessariamente l'attivazione della procedura di rimodulazione del programma PAC.
  Acquisiti lutti i pareri e i nulla osta previsti dalla delibera CIPE il 10 del 28 gennaio 2015, il suddetto progetto ha trovato adeguata copertura finanziaria nell'ambito dell'asse E del citato programma complementare.
  La direzione generale in premessa ha concluso la valutazione di tutta la documentazione necessaria alla stipula della convenzione ed è in fase di ultimazione la redazione della scheda progettuale e della relativa documentazione di supporto che, in conformità con le procedure per l'attuazione del PAC 2014-2020 infrastrutture e reti, costituiscono allegato alla predetta convenzione.

Il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili: Enrico Giovannini.


   GIACOMONI, SPENA, CALABRIA, BARELLI e RUGGIERI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la stazione di Vigna Clara fu istituita come stazione di testa di un collegamento ferroviario con lo stadio olimpico di Roma previsto per il campionato del mondo del 1990, cessando tuttavia il servizio dopo soli otto giorni al termine della manifestazione;

   tale la stazione, per quanto consta all'interrogante, risulterebbe del tutto collaudata e pronta per il suo utilizzo, ma sino ad oggi risulta ancora tutto fermo, nonostante la zona circostante soffra da anni in modo cronico di assenza di collegamenti con il resto della capitale e si continui a rinviare di anno in anno la riapertura;

   in data 6 febbraio 2020 il sindaco di Roma, Virginia Raggi, aveva diffuso un comunicato dove si leggeva che la stazione di Vigna Clara sarebbe stata riaperta entro l'anno 2020, grazie ai lavori di Rete ferroviaria italiana, spiegando che il collegamento rappresenta una valida alternativa a chi abita e lavora in quel territorio. In particolare il sindaco di Roma aveva dichiarato: «Costò la bellezza di 100 miliardi di vecchie lire. Ieri è stata una giornata importante per i residenti del quadrante nord di Roma: dopo anni di attesa sono iniziati i collaudi dei treni nella stazione di Vigna Clara. Prove tecniche indispensabili per aprire la nuova fermata ed avviare il servizio ferroviario entro l'anno». E ancora «Il treno simulerà il percorso per nove giorni mentre i tecnici saranno impegnati nel testare l'impatto sugli edifici, misurando vibrazioni e rumore. Questo è il primo passo per completare l'anello ferroviario, la circle line di Roma. Praticamente una linea su ferro che corre attorno al centro della città e si collega alla restante rete del trasporto pubblico... Quella della stazione di Vigna Clara è una vicenda lunga e ingarbugliata... Dopo numerose battaglie legali è arrivata la sentenza del Tar che ha sbloccato la situazione. Lo scorso anno abbiamo approvato l'intesa con Rfi per il completamento del raddoppio della linea Vigna Clara-Valle Aurelia e per lo sblocco dei lavori per la chiusura dell'anello ferroviario con la realizzazione del nodo di scambio a Tor di Quinto. Tutti interventi necessari per dare alla nostra città più collegamenti e ampliare la mappa di opere su ferro, dalla periferia al centro»;

   la stazione di Vigna Clara riveste chiaramente un'importanza cruciale per il comune di Roma, collegando il quadrante nord con il resto della capitale e non si comprendono i motivi, anche alla luce delle dichiarazioni del sindaco di Roma, dei continui ritardi per la sua definitiva apertura;

   la definitiva apertura della stazione richiede tra l'altro l'effettuazione delle necessarie verifiche da parte dell'agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (ANSFIA) –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto rappresentato in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere con la massima sollecitudine affinché RFI, affidataria dell'opera, espleti ogni adempimento necessario al fine di assicurare l'apertura della stazione di Vigna Clara e la piena attivazione della linea ferroviaria Valle Aurelia-Vigna Clara.
(4-08084)

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo parlamentare in esame gli interroganti chiedono iniziative per consentire l'apertura della stazione di Vigna Clara e la piena attivazione della linea ferroviaria Valle Aurelia-Vigna Clara.
  Al riguardo, sulla base delle informazioni fornite dalla direzione generale per il trasporto e le infrastrutture ferroviarie e dal Gruppo ferrovie dello Stato italiane, si rappresenta quanto segue.
  Gli interventi oggetto dell'interrogazione rientrano nel progetto di investimento per il ripristino della linea ferroviaria Valle Aurelia-Vigna Clara che prevede il
restyling della fermata di Vigna Clara, l'adeguamento alle normative vigenti in materia di accessibilità nonché le opere propedeutiche al raddoppio della linea, previsto in un altro progetto denominato completamento anello ferroviario di Roma (Cintura Nord).
  Nonostante gli accordi istituzionali tra Roma Capitale e Rete ferroviaria italiana (RFI), il ripristino del tratto ferroviario ha subito ritardi per il ricorso al TAR Lazio avanzato da cittadini residenti nei quartieri interessati dall'intervento, parzialmente accolto con sentenza n. 3413 del 28 marzo 2018.
  In relazione ai contenuti ed alle motivazioni dalla sentenza, RFI eseguiva, nel febbraio 2020, una campagna vibrazionale, mentre per gli aspetti relativi alle autorizzazioni ambientali, la verifica dell'assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale doveva espletarsi in sede regionale ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 152 del 2006.
  Al riguardo, in data 30 settembre 2020, la regione Lazio ha rappresentato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che nel corso del procedimento di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale sono state acquisite osservazioni al progetto secondo cui «[...] il tracciato ferroviario risulta il medesimo di un progetto già sottoposto alla procedura statale (Cintura Nord – parere Commissione V.I.A. del 24/02/2004)».
  Pertanto, lo scorso 21 gennaio, la regione Lazio ha sospeso il suddetto procedimento in attesa di un chiarimento in merito alla riconducibilità dell'intervento alla tipologia di opere di competenza statale o regionale.
  Nel frattempo il Ministero per la transizione ecologica con nota del 19 gennaio 2021, oltre a richiedere un ulteriore approfondimento della questione al soggetto promotore RFI, anche in ordine alla valutazione delle interferenze e dei condizionamenti di carattere progettuale e ambientale determinati dalla coesistenza della linea ferroviaria da riattivare rispetto a quella di progetto della Cintura Nord, ha chiesto di conoscere l'avviso di questo Ministero anche in ordine alla relazione - sotto il profilo tecnico trasportistico - con il progetto della Cintura Nord.
  Il successivo 4 marzo 2021, i competenti uffici di questo Ministero hanno comunicato al Ministero della transizione ecologica che l'intervento a «parere di questa Amministrazione, fino anche ad una futuribile ed auspicabile diramazione per Roma Smistamento (Bivio Ter di Quinto), si configura come un intervento di carattere regionale».
  In attesa della definitiva determinazione sulla questione ambientale circa la riconducibilità dell'intervento di riattivazione della linea Valle Aurelia - Vigna Clara alla tipologia di opere di competenza statale o regionale, RFI sta procedendo con le attività funzionali al ripristino della linea.

Il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili: Enrico Giovannini.