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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 4 agosto 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:


   Le Commissioni I e III,

   premesso che:

    il sistema pubblico d'identità digitale, denominato Spid, permette di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione usando semplicemente le credenziali fatte di username e password. Tale pratica, che ben si inserisce nel processo di digitalizzazione della nostra pubblica amministrazione, sarebbe di particolare utilità per i connazionali residenti all'estero, al fine di snellire le procedure per ottenere i documenti dai consolati;

    tuttavia, si registrano ancora difficoltà nell'ottenere lo Spid per chi risiede all'estero, tanto che la sua diffusione tra i nostri connazionali all'estero rimane scarsa;

    il Governo ha, pertanto, più volte prorogato il termine per gli uffici all'estero, per il rilascio esclusivo da parte delle pubbliche amministrazioni delle credenziali Spid e Cie ai fini dell'identificazione e l'accesso in rete, dapprima dal 28 febbraio 2021 al 30 settembre 2021, e successivamente con l'estensione di ulteriori 15 mesi fino al 31 dicembre 2022 con apposito decreto;

    il cosiddetto «decreto semplificazioni» prevede che dal 31 dicembre 2022, per accedere al portale dei servizi consolari «Fast It», e quindi ai servizi online erogati dalla pubblica amministrazione, si dovranno utilizzare le credenziali Spid o la carta d'identità elettronica (Cie);

    nonostante le suddette proroghe previste per Spid e Cie per gli uffici all'estero, è quanto mai utile concludere il piano operativo per la sua realizzazione, anche mediante una semplificazione delle procedure per accedere al sistema Spid per gli iscritti Aire, siano essi residenti nella Unione europea che nei paesi extra Unione europea;

    in tale direzione, l'ordine del giorno n. 9/02845-A/099, del 23 febbraio 2021, dei firmatari del presente atto, accolto dal Governo durante l'esame del cosiddetto «decreto milleproroghe», impegnava il Governo stesso «a valutare la possibilità, mediante successivi interventi di natura legislativa o regolamentare, di attivarsi per disporre procedure maggiormente facilitate e semplificate per l'ottenimento dell'identità digitale per i nostri connazionali, anche mediante la predisposizione, da parte degli Identity Provider, di un servizio ad hoc per gli italiani all'estero, in collaborazione con i consolati e i patronati, per il rilascio dello Spid»;

    permangono, infatti, alcune difficoltà procedurali, tra cui il fatto che per gli italiani residenti all'estero, in taluni casi, risulta possibile il solo accesso ad alcuni IdP (identity provider accreditati) con modalità di registrazione a pagamento; non tutti gli IdP, tuttavia, prevedono identiche modalità di registrazione;

    anche la Cie è di scarsa diffusione all'estero e non viene rilasciata dagli uffici consolari situati nei Paesi extra Unione europea eccetto che in Svizzera, Norvegia, Principato di Monaco, San Marino e Santa Sede – Città del Vaticano;

    il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) prevede, nell'ambito del paragrafo dedicato all'investimento (Servizi digitali e cittadinanza digitale), un intervento di 285 milioni di euro, sotto forma di prestiti, affinché siano rafforzati i servizi sia di identità digitale che di carta di identità elettronica (Cie), con un target del 70 per cento della popolazione italiana entro il 2026 e un'adozione piena di questi servizi da più di 16 mila pubbliche amministrazioni interessate;

    il potenziamento dei servizi digitali, con attenzione ai temi di identità e autenticazione, collocandosi in una più ampia riforma della pubblica amministrazione, con l'obiettivo di sburocratizzare i processi, riducendone drasticamente tempi e costi, rappresenta un'imperdibile occasione per interventi strategici capaci di semplificare la vita a enti, imprese e cittadini, compresi i cittadini italiani residenti all'estero,

impegnano il Governo:

   a portare a conclusione il piano operativo che consente di estendere le procedure di realizzazione della carta di identità elettronica e del sistema Spid ai cittadini italiani residenti all'estero, con riferimento sia ai cittadini italiani residenti nei Paesi dell'Unione europea che a quelli residenti nei Paesi extra Unione europea e iscritti all'Aire;

   ad assicurare le risorse necessarie e a definire le modalità organizzative tecniche, affinché i consolati italiani all'estero, anche nei Paesi extra-Unione europea possano emettere la Cie, con modalità di consegna che non prevedano maggiori costi, nonché a velocizzare il cronoprogramma predisposto dai Ministeri competenti per il rilascio della Cie all'estero, al fine di procedere all'integrazione dei sistemi informatici della rete consolare e completare la fase di sperimentazione prevista;

   a consentire ai nostri connazionali la possibilità di presentare domanda di rilascio della Cie presso il comune di iscrizione Aire, durante il loro soggiorno in Italia, secondo le istruzioni governative agli uffici anagrafe dei comuni.
(7-00711) «Fitzgerald Nissoli, Milanato».


   La III Commissione,

   premesso che:

    nell'Accordo-Quadro di pace in Medio Oriente, sottoscritto nel 1978 dal Primo Ministro israeliano Begin e dal Presidente egiziano Sadat, su spinta dell'allora Presidente americano Carter, nell'ambito dei cosiddetti accordi di Camp David, si legge: «Dopo quattro guerre in trenta anni, e nonostante gli intensi sforzi umani, il vicino Oriente, culla della Civiltà e fonte delle tre grandi religioni, non gode ancora dei benefici della pace»;

    la cornice storica che racchiude il passaggio sembrerebbe rimasta indenne al tempo, sebbene la crisi israelo-palestinese abbia giovato della forza propulsiva a partire dalla Conferenza di Madrid del 1991, del successivo biennio 1993/1994 che vide la concretizzazione degli Accordi di Oslo, con il piano d'autonomia dei territori occupati – cominciando da Gaza e Gerico –, il riconoscimento reciproco tra lo Stato ebraico e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), la dichiarazione di principi sugli accordi transitori di autonomia, il passaggio dei territori sotto l'amministrazione di un'Autorità nazionale palestinese appositamente nominata, in attesa delle elezioni del Consiglio palestinese, e, infine, l'affidamento della sicurezza a un corpo di polizia palestinese. Ma anche gli accordi di Israele e Giordania del 1994, l'Accordo interinale del 1995, gli Accordi su Hebron del 1997, l'Accordo di Wye Plantation del 1998, il Memorandum di Sharm el-Sheik del 1999, i negoziati di Camp David, il vertice di Sharm el-Sheik, l'espressa posizione di Onu e Unione europea e la proposta di mediazione del Presidente americano Clinton, tutti nell'anno 2000, solo per citare gli sviluppi meno recenti della vicenda;

    alcune tappe sono state realizzate; tuttavia, il percorso verso una soluzione positiva e condivisa è divenuto via via più accidentato e i tempi si sono allungati senza mai trovare un approdo definitivo alla questione. Non più tardi del 21 maggio storse infatti, al termine di alcuni giorni di conflitto, il Governo israeliano e Hamas hanno dichiarato l'ultimo cessate il fuoco;

    risulta ormai imprescindibile avere una lettura complessiva del quadro storico e dello scenario attuale per cercare di addivenire a una linea propositiva e concreta. Innanzitutto, nella nuova coalizione di Governo di unità nazionale, che prevede una rotazione tra Bennet e Lapid, figura anche – e per la prima volta nella storia di Israele – il partito arabo Ra 'am, guidato da Mansour Abbas con l'espressione di due Ministri. Questa inedita realtà politica potrebbe, nel breve periodo, accelerare il percorso verso una ricomposizione dell'assetto statale interno e favorire l'inclusione della minoranza arabo israeliana;

    si segnala, inoltre, come il presidente americano Joe Biden abbia mostrato fin dal suo insediamento un profilo collaborativo e certamente più distensivo del suo predecessore. Si rileva anche la volontà del Governo israeliano, pur mantenendo la sua assoluta contrarietà, di conservare con gli Stati Uniti un'interlocuzione in merito all'accordo sul nucleare con l'Iran. Necessario è infine l'accenno agli Accordi di Abramo che hanno consentito nuove opportunità di dialogo fra Israele ed alcuni rilevanti Paesi arabi;

    parallelamente ai sopracitati profili di attualità, è utile rilevare che Israele e la Palestina rimangono il fulcro di un ingranaggio fragile in quanto in esso convergono i conflitti tra i mondi sciita e sunnita insieme al disegno della Fratellanza Musulmana. Ne fanno parte i Paesi del Golfo, con la differenziazione del Qatar più prossimo alla Turchia di Erdogan, Hamas, l'Iran, gli Hezbollah del Libano, dove tra l'altro è presente da anni un contingente italiano e infine i campi profughi palestinesi in Giordania;

    come ha suggerito Janiki Cingoli, in audizione davanti alla Commissione esteri il 6 luglio 2021 in qualità di esperto in Medio Oriente e Mediterraneo, già presidente del Centro italiano per la pace in Medio Oriente (Cipmo), l'Europa e quindi l'Italia devono porsi come attori internazionali capaci di perseguire un percorso di costruzione della pace che sia innanzitutto aderente alla realtà, attraverso la valutazione di passi concreti per farlo effettivamente ripartire. Ad oggi, nessuno pensa a un accordo complessivo che punti tangibilmente alla pace, migliorando ad esempio la condizione dei palestinesi, riaprendo il consolato degli Stati Uniti a Gerusalemme est, organizzando un meccanismo serio di controllo sui fondi stanziati per la ricostruzione della città di Gaza, affinché essi siano effettivamente destinati alle famiglie e alle case danneggiate;

    in questo senso è necessario superare facili schemi ideologici che puntano a individuare «il colpevole», il che non significa rinunciare a individuare responsabilità precise all'interno di entrambe le parti, ma riconoscere che non si ha a che fare con blocchi omogenei, ma piuttosto nel contesto, con realtà che presentano infinite sfumature e radicali contrapposizioni. Non bisogna dimenticare poi, che da tempo diversi think tank, tra cui il Council on Foreign Relations, iniziano a considerare il vecchio approccio consistente nella difesa della proposta dei due Stati non più conciliabile con la realtà sul territorio, come ha recentemente scritto Foreign Affairs, circostanza che sembra avvalorata anche dal consenso di buona parte della minoranza palestinese sul territorio;

    è necessario infine prendere anche atto della crescente influenza di un'intera generazione di arabi-israeliani (ormai il 20 per cento della popolazione) che hanno accettato di diventare cittadini dello Stato ebraico, imparando la lingua, studiando e divenendo parte integrante della società civile. Su questo versante si cita il riuscito esperimento della West-Eastern Divan Orchestra che, fondata nel 1999 da Daniel Barenboim e dallo scrittore di origine palestinese Edward Said, riunisce giovani musicisti provenienti da Israele e da numerosi Paesi arabi, oltre che da Turchia e Iran,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative di competenza, nelle relazioni bilaterali e nelle sedi europee e internazionali:

    a) affinché sia valorizzato il compito ineludibile della Repubblica Italiana, intesa come Stato membro dell'Unione europea e parte della Comunità internazionale, nel contribuire a preservare la tregua sopracitata senza valutarla come un semplice epilogo temporaneo di un conflitto;

    b) affinché possa essere seriamente considerata ogni proposta, alternativa agli approcci tentati in passato e risultati ormai fallimentari, in relazione al conflitto di cui in premessa, che possa concretamente contribuire a costruire una pace duratura;

    c) affinché sia rivalutato il ruolo delle migliaia di Cristiani che, pur convivendo con le dinamiche di scontro tra israeliani e palestinesi, non sono stati finora debitamente coinvolti, sebbene costituiscano una risorsa decisiva su cui investire per un processo di distensione;

    d) affinché sia valutato nell'alveo di un percorso di pacificazione, la questione delle diaspore che, in mondi diversi ma interconnessi, vantano da entrambe le parti una grande trasversalità politico-culturale.
(7-00712) «Ermellino».


   La III Commissione,

   premesso che:

    dal 4 agosto 2020, quando nel porto di Beirut esplosero 2750 tonnellate di nitrato d'ammonio, la crisi del sistema politico-istituzionale libanese ha subito una spinta d'accelerazione. Attualmente il Libano versa in gravi difficoltà socio-economiche: la lira libanese ha perso oltre l'80 per cento del suo valore in un solo anno, provocando un aumento dei prezzi di circa il 300 per cento; e la metà della popolazione vive in condizioni di povertà. A ciò si aggiunge la difficoltà di reperire beni di prima necessità, tra cui anche farmaci, e il fatto che la fornitura di energia elettrica è stata ridotta e procede a singhiozzo da tempo;

    l'Unicef rivela che più di 4 milioni di persone corrono il rischio immediato di perdere l'accesso all'acqua potabile, stimando che, a causa della carenza di fondi, di carburante e di rifornimenti di cloro e pezzi di ricambio nelle prossime settimane, la maggior parte del pompaggio di acqua cesserà gradualmente in tutto il Libano;

    il Libano, ben prima dell'esplosione del 4 agosto 2020, è stato teatro di numerose proteste popolari contro la corruzione endemica del Paese: la richiesta non negoziabile proveniente dalla società civile era la dimissione dell'intera classe dirigente. Il destino politico del Libano continua a essere incerto, le proteste hanno ormai da tempo ed esplicitamente identificato il confessionalismo come l'origine della corruzione sistemica. La religione viene politicizzata in una logica di divide et impera che sfrutta i network privati per distribuire favori e welfare informale su base settaria;

    gli equilibri di potere fondati sulla sua distribuzione interna in base a meccanismi settari espongono il Paese anche a crescenti interferenze esterne. L'Hezbollah libanese rappresenta il principale alleato non statuale dell'Iran che, nel corso del tempo, ha anche dotato il movimento politico e militare di missili a corto e medio raggio. Hezbollah non è una realtà a sé stante in Libano, ma in base alla sua progressiva integrazione, il movimento ha acquistato sempre più una dimensione propria, profondamente connessa alla realtà libanese, pur mantenendo lo stretto legame con Teheran;

    lo stretto legame tra Hezbollah e l'Iran non permette al Libano di esprimere neutralità nei confronti dei Paesi prossimi. Ad esempio la frangia libanese di Hezbollah è intervenuta nel 2013 nella guerra in Siria affianco all'Iran, e, al contempo, la collaborazione tra la suddetta frangia e l'Iran continua a essere funzionale al mantenimento della pressione su Israele;

    parallelamente al quadro di crisi economica, politica e sanitaria, vi è anche l'aspetto umanitario da tenere in alta considerazione. In Libano si conta la presenza di rifugiati siriani e campi palestinesi, che, tradotta in numeri, fa registrare, nel gennaio 2020, la presenza di 910.256 rifugiati sul territorio libanese. Il loro permanere comporta alcune implicazioni politiche, in quanto una naturalizzazione dei siriani in Libano appare un percorso impervio, a fronte del fragile equilibrio tra gruppi confessionali che si fonda anche sulla proporzione demografica tra cristiani, sunniti e sciiti. Inoltre, i campi temporanei in cui sono confinati i rifugiati non sono equipaggiati sufficientemente per garantirne la protezione. I rifugiati, quindi, essendo al centro del dibattito politico, vengono, da una parte, strumentalizzati dallo Stato per ottenere finanziamenti internazionali, dall'altra, utilizzati per giustificare una crisi economica;

    l'impegno italiano in Libano vanta un percorso quarantennale, da quando nel 1979 il nostro Paese ha inviato uno squadrone di elicotteri dell'Esercito, costituito da circa 50 uomini e 4 velivoli, con il compito di condurre missioni di ricognizione, ricerca e soccorso, trasporto sanitario e collegamento. Il contributo italiano, che è considerato il più rilevante dell'intera forza multinazionale schierata dalle Nazioni Unite e denominata United Nations Interim Force in Lebanon (Unifil), ha vissuto evoluzioni positive, ampliando il perimetro del suo mandato, che, attualmente, contempla anche il supporto alla popolazione locale attraverso progetti umanitari e di sviluppo. Unifil non è però l'unica missione che vede presenziare l'Italia in Libano: dal 2013, il Paese ha approvato la Missione bilaterale italiana in Libano (Mibil), un'iniziativa che si occupa del supporto alle attività addestrative in favore delle Forze armate libanesi, delle forze dell'ordine e della Guardia presidenziale del Libano. Qualche mese fa si è poi conclusa l'operazione «Emergenza Cedri», un impegno che ha visto l'intervento di circa 500 militari italiani, prevalentemente provenienti da reparti del genio, che hanno fornito supporto alle autorità libanesi nello smaltimento delle macerie causate dall'enorme esplosione del 4 agosto 2020;

    a fronte degli oltre 40 anni di operazione, che hanno permesso all'Italia di accogliere il plauso delle Nazioni Unite e della popolazione libanese, oltre che del Governo israeliano, l'Italia è ora potenzialmente in grado di esercitare una forte influenza nell'area;

    l'Unione europea, infine, è pronta a ricorrere a tutti i suoi strumenti strategici per contribuire a una risoluzione durevole dell'attuale crisi e per evitare un ulteriore deterioramento della democrazia e dello Stato di diritto in Libano, nonché per intervenire sulla sua situazione economica, sociale e umanitaria. Durante il Consiglio «Affari esteri» del 12 luglio 2021, l'alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'Unione europea ha annunciato un'intesa politica secondo cui sarà istituito un regime di sanzioni nei confronti di persone o enti responsabili di compromettere la democrazia o lo Stato di diritto in Libano,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative di competenza, nelle relazioni bilaterali e nelle sedi europee e internazionali:

    a) affinché non sia vanificato l'impegno profuso fino ad oggi dall'Italia e i risultati raggiunti in Libano, ma si utilizzi la credibilità del nostro Paese con lo scopo di supportare una proficua stabilizzazione del quadrante di preminente interesse strategico del «Mediterraneo Allargato», dove il Libano è il perno;

    b) per ribadire, attraverso i canali diplomatici, la necessità per ogni parte che compone la leadership libanese di accantonare le divergenze e collaborare alla formazione di un Governo che adotti le misure necessarie per guidare il Paese verso una ripresa sostenibile negli interessi del suo popolo;

    c) per accompagnare il Libano verso un processo di riforme in grado di favorire una stabilità politica basata sull'uguaglianza dei cittadini di fronte ai diritti, la loro partecipazione alla vita pubblica del Paese, promuovendo in particolare la partecipazione femminile;

    d) per continuare a collaborare con le istituzioni locali sul fronte della promozione dell'educazione e della tutela della salute, identificando le operazioni di sostegno con le reali esigenze della società civile e del mercato;

    e) per promuovere, anche attraverso la cooperazione internazionale, l'invio di aiuti concreti ed urgenti di beni di prima necessità, assicurandone la distribuzione diretta alla popolazione;

    f) per promuovere e partecipare a eventi internazionali di confronto che abbiano come tema la soluzione delle sfide che il Governo e il popolo libanese stanno affrontando.
(7-00713) «Ermellino».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GRIPPA, DEL SESTO, D'ARRANDO, BARBUTO e VILLANI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   da diverse fonti di stampa, analisi e rapporti sul tema, si apprende che la rete internet abbia garantito alla pedofilia una significativa espansione del ventaglio di possibilità cui i malintenzionati potevano attingere. L'obiettivo di questi soggetti è trovare con sempre maggiore facilità le vittime di cui vogliono abusare o che desiderano osservare scaricando gli svariati contenuti messi a disposizione dalla rete e, in particolare, dal darknet. Oggi, nell'era dei «social» tale piaga avrebbe conosciuto un nuovo mondo, essendoci la possibilità di reperire e far circolare il materiale pedopornografico molto più facilmente, spesso sfuggendo alle maglie sempre più strette delle autorità nazionali ed internazionali. Di conseguenza, anche le strategie per sgominare tali situazioni sono in evoluzione e necessitano di implementazioni;

   l'allarme sulla pedopornografia on line giunge anche dai recenti dati forniti dalla Ministra dell'interno, Luciana Lamorgese, in un'audizione alla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza che sta svolgendo un'indagine conoscitiva sulle dipendenze patologiche diffuse tra i giovani. Nei primi mesi dell'anno l'apposito Centro di contrasto della polizia postale ha registrato un aumento del 232 per cento dei casi trattati rispetto all'analogo periodo del 2019: da 475 a 1.578; in forte crescita anche gli indagati, da 181 a 454. A far salire la preoccupazione sono le «dipendenze tecnologiche», acuite durante la pandemia, che ha fatto calare quasi tutti i reati tranne proprio quelli legati al web, in deciso aumento. Un aspetto di questo fenomeno, osserva il Ministro, «è legato alla vulnerabilità dei minori che, trascorrendo molto tempo sul web, possono finire oggetto di adescamento a scopo sessuale»;

   a parere dell'interrogante, il fenomeno in questione, in ragione del suo preoccupante diffondersi, assumendo caratteri nuovi e per alcuni versi difformi dai «tradizionali» profili della pedofilia, solleva interrogativi e nuove sfide sia sul versante della repressione di queste condotte illecite, sia sul piano della prevenzione;

   in linea con le esigenze rappresentate dalla Commissione, il Governo ha già avviato l'implementazione della banca dei dati dell'Osservatorio per il contrasto alla pedofilia e alla pedopornografia. Questa banca dati, come è stato precisato anche dal Ministro per le pari opportunità e la famiglia, «ha l'obiettivo di consentire una lettura approfondita di questo fenomeno, in generale della violenza e poi con l'accezione anche della pedofilia e pedopornografia minorile». L'importanza di tale Osservatorio sarebbe emersa soprattutto nel contesto epidemiologico in atto, nel quale, come del resto rilevato anche dalla Commissione, si è potuto constatare un aumento dei fenomeni violenti in danno dei minori;

   sicuramente la collaborazione tra le varie organizzazioni ed intelligence mondiali, la quale sta progressivamente prendendo piede perfezionandosi, permette di snidare più facilmente i flussi di tali contenuti e rintracciarne gli autori. Per citare un esempio nazionale, una importante collaborazione che ha portato all'arresto di diversi responsabili è avvenuta negli scorsi anni grazie alla comunicazione da parte dell'organizzazione non governativa statunitense National Centre for Missing Exploited Children (Ncmec) al Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia on-line (Cncpo) del servizio polizia postale di Roma, il quale ha approfondito la segnalazione operando gli opportuni controlli incriminando i responsabili –:

   quali iniziative si intendano intraprendere con carattere prioritario per definire, con urgenza, un accordo tra tutti gli Stati che permetta di combattere in modo efficiente, rapido e senza compromessi la pedopornografia e la sua diffusione attraverso internet;

   quali ulteriori iniziative, per quanto di competenza, i Ministri interrogati intendano adottare al fine di rendere concrete le azioni di contrasto alla pedopornografia on line nonché debellare questo aberrante e intollerabile fenomeno, tutelando i bambini dai mostri presenti nelle maglie della rete.
(5-06574)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DELRIO e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale — Per sapere – premesso che:

   Nnamdi Kanu, leader del popolo indigeno del Biafra, IPOB – un gruppo separatista, che chiede il Referendum per i diritti umani, contro l'emarginazione e la violenza nella regione del Biafra, dichiarato fuorilegge in Nigeria e che è stato proscritto come organizzazione terroristica – è stato illegalmente arrestato a Nairobi ed estradato in Nigeria per essere processato. Era ricercato dalle autorità nigeriane dal 2015, quando fu accusato di reati di terrorismo e istigazione, dopo le trasmissioni andate in onda su Radio Biafra, emittente digitale da lui fondata e gestita da casa sua in Inghilterra, dove risiede in quanto cittadino britannico;

   il procuratore generale della Nigeria, Abubakar Malami, ha dichiarato che Kanu «è stato riportato in Nigeria per continuare ad affrontare il processo dopo essere scomparso su cauzione», e lo ha accusato di «impegnarsi in attività sovversive» e di essere responsabile di attacchi armati. L'inizio del nuovo processo era stato fissato per il 26 luglio 2021, ma è stato aggiornato al 21 ottobre a causa dell'incapacità del Dipartimento dei servizi di Stato di presentarlo in tribunale lunedì;

   Kanu è stato arrestato per la prima volta in Nigeria nel 2015 e rilasciato nel 2017 su cauzione, ufficialmente per ragioni di salute. In seguito, l'attivista era stato costretto a fuggire dalla Nigeria dopo che i militari nigeriani avevano tentato senza successo di ucciderlo nella sua casa di Umuahia e nel tentativo di difenderlo, numerosi militanti dell'Ipob furono uccisi;

   l'avvocato di Kanu, Ejiofor, contesta il trasferimento illegale del proprio assistito dal Kenya, definendola una «extraordinary rendition», cioè un'estradizione totalmente illegale, a cui sono seguiti anche giorni di tortura. Difatti, essendo Kanu un cittadino britannico, non sarebbero state rispettate le normali procedure per l'estradizione, stabilite per legge sia in Kenya, sia in Nigeria. E, il Governo britannico ha anche chiesto ufficialmente al Kenya chiarimenti a proposito della legalità del suo arresto. Ejiofor, dopo esser riuscito a vedere l'attivista in carcere, ha affermato che «sebbene l'autorità detentrice gli stia dando cure mediche, ha ancora bisogno di cure mediche avanzate»;

   il nuovo arresto di Kanu accresce notevolmente le tensioni locali nel sud-est della Nigeria. L'Ipob ha minacciato che ogni lunedì dal 9 agosto 2021 ci sarà un «blocco totale» nella regione fino al rilascio di Kanu da parte del governo federale;

   dal 2015 – dopo l'elezione del presidente Muhamadu Buhari, che era un maggiore di brigata durante la guerra civile del Biafra, uno dei capitoli più oscuri della storia nigeriana – le proteste dei biafrani hanno incontrato una risposta brutale da parte delle forze di sicurezza nigeriane e, secondo Amnesty International, più di 150 persone sono state uccise durante le manifestazioni pro-Biafra nel solo anno successivo all'elezione di Buhari. Recentemente, Twitter ha cancellato un post di Buhari per aver violato le sue regole sugli abusi, dopo aver fatto riferimento alla guerra civile in una minaccia contro i gruppi armati biafrani. E, in rappresaglia per la cancellazione, il Governo poco dopo ha vietato Twitter in Nigeria –:

   quali iniziative intenda intraprendere il Governo, nelle relazioni bilaterali con la Nigeria e nei consessi europei ed internazionali, per chiedere il rispetto dei diritti umani per Kanu nonché la garanzia della sua incolumità e lo svolgimento di un giusto processo a suo carico.
(5-06579)

Interrogazioni a risposta scritta:


   BILLI, CECCHETTI, COIN, COMENCINI, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, FORMENTINI, PICCHI, RIBOLLA, SNIDER e ZOFFILI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la circoscrizione consolare di Madrid comprende attualmente circa 114.290 italiani iscritti all'Aire;

   il Consolato generale a Madrid è stato chiuso nel 2012 a causa dei tagli imposti alla pubblica-amministrazione;

   sempre nel 2012, gli iscritti all'Aire nella circoscrizione di Madrid erano 66.905;

   gli iscritti all'Aire nella circoscrizione di Madrid sono aumentati del 71 per cento negli ultimi 15 anni;

   negli ultimi anni si è registrata una crescita degli iscritti all'Aire nella circoscrizione di Madrid pari a circa il 5 per cento all'anno, caso unico al mondo, eccetto Londra dove una crescita esponenziale si è avuta a causa della Brexit –:

   se, alla luce di quanto descritto in premessa, il Governo intenda aprire al più presto un consolato generale a Madrid per venire incontro alle esigenze del folto numero dei connazionali in loco e rendere più efficiente il rilascio dei documenti e l'assistenza idonea a una comunità italiana in continua crescita.
(4-10027)


   COMENCINI, CECCHETTI, COIN, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, FORMENTINI, PICCHI, RIBOLLA, SNIDER e ZOFFILI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la stampa estera ha dato notizia il 30 giugno 2021 della decisione assunta dalle autorità kosovare nei confronti di Risto Jovanovic, cittadino della Repubblica del Montenegro, arrestato due giorni prima durante la celebrazione del Vidovdan a Gazimestan, del quale è stata prorogata la detenzione di ulteriori trenta giorni in un carcere situato a Mitrovica Nord;

   in occasione del Vidovdan, le Chiese ortodosse serba e bulgara ricordano ogni anno il 28 giugno il martirio di San Vito;

   Jovanovic sarebbe stato accusato di aver incitato all'odio ed all'intolleranza nazionali e religiosi;

   la difesa di Jovanovic ha naturalmente respinto le accuse;

   stando alla sua difesa, Jovanovic si sarebbe limitato a contestare la decisione di alcuni poliziotti kosovari intenti a controllare il contenuto della borsa con la quale una suora aveva visitato un santuario a Gazimestan;

   secondo i media kosovari, invece, Jovanovic avrebbe intonato canzoni provocatorie;

   l'ambasciata della Repubblica del Montenegro sta assistendo Jovanovic –:

   di quali elementi il Governo disponga relativamente ai fatti che hanno coinvolto Risto Jovanovic in Kosovo tra il 28 ed il 30 giugno 2021;

   se il Governo non ritenga che le circostanze descritte in premessa non sostanzino una forma di repressione della libertà religiosa in Kosovo e se e quali iniziative di competenza, a carattere diplomatico, intenda assumere per promuoverne il rispetto.
(4-10033)

AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE

Interrogazione a risposta immediata:


   MARCO DI MAIO, NOJA, PAITA, TOCCAFONDI, NOBILI, FREGOLENT, UNGARO, OCCHIONERO e VITIELLO. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   il Consiglio dei ministri del 22 luglio 2021 ha deliberato la proroga dello stato di emergenza dal 31 luglio al 31 dicembre 2021. Contemporaneamente sono state stabilite le modalità di attuazione del green pass secondo le quali, dal 6 agosto 2021, sarà possibile svolgere alcune attività solo se si è in possesso di certificazioni verdi COVID-19 (green pass), comprovanti l'inoculamento almeno della prima dose vaccinale SARS-CoV-2 (validità 9 mesi) o la guarigione dall'infezione da SARS-CoV-2 (validità 6 mesi) o l'effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus SARS-CoV-2 (con validità 48 ore);

   tale documentazione sarà richiesta per poter svolgere o accedere a diverse attività o ambiti, tra i quali: servizi per la ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per consumo al tavolo al chiuso, spettacoli aperti al pubblico, competizioni ed eventi sportivi, musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre, piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all'interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso; sagre e fiere, convegni e congressi ed altro;

   in questi giorni, inoltre, l'Esecutivo si appresta a varare un nuovo decreto-legge che dovrà essere approvato in settimana per estendere il green pass ai trasporti e affrontare il nodo scuola. La linea sembra essere quella di adottare il green pass solo per navi, aerei e treni a lunga percorrenza, anche se rimane da decidere la data di entrata in vigore del suddetto l'obbligo;

   il problema principale è sicuramente da riferirsi al coordinamento con le regioni, che dovranno essere chiamate a condividere le scelte del Governo –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare, congiuntamente alle regioni, al fine di garantire la tutela della salute dei cittadini nell'utilizzo dei mezzi di trasporto e nell'esercizio del diritto allo studio tramite la didattica in presenza in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale.
(3-02447)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   RAMPELLI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   la vicenda del patrimonio immobiliare pubblico del comune di Roma è sintomatica di un deficit di trasparenza, che, invece di valorizzare i beni dell'amministrazione, li svende eludendo i processi partecipati;

   è di questi giorni la notizia, anticipata da «la Repubblica», secondo la quale l'ex rimessa dell'Atac di Piazza Ragusa è stata venduta ad Amazon, che avrebbe manifestato interesse anche per quelle di Piazza Bainsizza e San Paolo, rispetto alle quali, due anni fa, era stato avviato dalla giunta capitolina un sedicente processo partecipativo per la rigenerazione urbana;

   il tentativo di «rivalorizzazione» delle tre rimesse romane, però, si è rivelato un fallimento; Atac, la municipalizzata dei trasporti del comune di Roma, ha, infatti, messo in vendita il proprio patrimonio immobiliare per far tornare i conti del concordato preventivo, ma tra aste deserte e immobili in rovina, l'unico affare certo è quello del colosso americano di vendite on-line, che si è aggiudicato quale unico partecipante l'ex-rimessa di piazza Ragusa;

   quella di Piazza Ragusa, che aveva una valutazione prudenziale di almeno 14 milioni di euro, sarebbe stata acquistata da Amazon per 10,5 milioni di euro e lo stesso colosso americano avrebbe presentato una manifestazione di interesse anche per altri due immobili di pregio, la rimessa San Paolo e quella di piazza Bainsizza, 19 mila metri quadri a due passi dal centro di Roma;

   secondo fonti interne all'azienda, l'offerta di Amazon si aggirerebbe intorno ai 27 milioni di euro per entrambe le rimesse, un valore più basso di quello di mercato;

   il 30 novembre 2021 il sindaco Raggi aveva certificato, con una memoria di giunta, l'intenzione di rilevare la rimessa in via Tuscolana, l'ex deposito di Piazza Bainsizza ed il parcheggio di via Acilia, «in quanto funzionali alla realizzazione degli obiettivi previsti nel PUMS (Piano urbano della mobilità sostenibile)» e a febbraio 2021 erano stati individuati anche i fondi necessari per coprire l'operazione, attraverso un maxi emendamento al bilancio, approvato in Aula Giulio Cesare;

   l'interesse nei confronti di piazza Bainsizza sarebbe emerso anche dopo che, il 22 aprile 2021, l'asta indetta da Atac per la vendita dell'immobile era andata deserta: proprio il Campidoglio, infatti, aveva comunicato, tanto all'azienda, quanto ai commissari del tribunale, l'intenzione di investire una parte dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che il Governo intende destinare al trasporto romano sulle ex-rimesse Atac, trasformandole in depositi per i futuri bus elettrici;

   nonostante ciò, l'interesse del comune, inspiegabilmente, non si sarebbe concretizzato in un'offerta formale, come dimostrerebbe una lettera inviata nei giorni scorsi dalla direzione dell'azienda al Campidoglio: «Non disponiamo della definitiva versione della deliberazione finalizzata a presentare, entro il prossimo 27 luglio, l'offerta di acquisto da parte di Roma Capitale per gli immobili “Bainsizza” e “Ragusa”»;

   secondo l'interrogante, proprio nei tentennamenti del Campidoglio, si è inserita Amazon che dovrà, comunque, fare i conti con i vincoli architettonici presenti sugli immobili e attendere la necessaria approvazione di una serie di varanti per il cambio di destinazione d'uso dell'edificio;

   se tale procedura dovesse concretizzarsi, si consentirebbe, per la prima volta, al gigante del commercio elettronico di entrare nella città storica con una piattaforma logistica, manifestamente incompatibile con i vincoli e con la vocazione della città, che non dovrebbe prevedere inanimati snodi logistici;

   l'immobile, peraltro, avrebbe potuto essere riconvertito e destinato a molteplici funzioni culturali e sociali a beneficio della cittadinanza –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e di quali informazioni disponga, per quanto di competenza, per fare chiarezza sulla vicenda, con particolare riguardo alle procedure adottate per la vendita del patrimonio immobiliare Atac che risulta sottoposto a vincoli di carattere storico e architettonico; nonché quali immediate iniziative di competenza, anche normative, intenda assumere a salvaguardia del tessuto urbanistico di Roma Capitale.
(4-10037)

DIFESA

Interrogazione a risposta orale:


   BOND. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il nuovo regolamento per la disciplina delle uniformi (SMD-G-010) pubblicato il 4 dicembre 2019 dallo Stato Maggiore Difesa (Smd) ha disciplinato in modo restrittivo l'uso delle uniformi per militari in congedo e per le associazioni d'arma. Lo Smd rimanda ai regolamenti delle singole Forze armate la scelta dei contrassegni uniformologici consentiti agli iscritti ad associazioni d'arma;

   il regolamento, infatti, prescrive al capitolo VII «Militari in congedo» che: «Ai militari in congedo è sempre precluso l'uso dell'uniforme al fine di evitare ogni possibile confusione con i militari in servizio, ad eccezione di particolari casi» inoltre stabilisce che: «I militari in congedo iscritti alle Associazioni d'Arma formalmente riconosciute dal Ministero della Difesa, che partecipano a cerimonie o a eventi ovvero che prendono parte ad attività connesse con gli scopi/finalità dell'Associazione, sono autorizzati ad indossare solo gli elementi uniformologici e gli accessori eventualmente stabiliti da ciascuna Forza Armata»;

   segnala l'Unione nazionale ufficiali in congedo d'Italia che precedentemente era possibile indossare l'uniforme in tutte quelle manifestazioni autorizzate dalla Presidenza nazionale (gare e attività segnalate ad inizio anno) nonché quelle organizzate dall'autorità militare del luogo ove si svolgono (2 giugno, 4 novembre e altro);

   gli ex appartenenti al Corpo degli alpini, nelle medesime occasioni potevano indossare l'uniforme completa di cappello alpino, privata delle due stellette bianche sul colletto;

   la nuova disposizione sta ingenerando malumori tra i militari in congedo, in particolare quelli facenti capo alle associazioni d'Arma formalmente riconosciute dal Ministero della difesa, perché li priva della possibilità di indossare, nelle manifestazioni autorizzate, l'uniforme che hanno sempre portato;

   precludere sempre l'uso delle uniformi ai militari e agli ufficiali in congedo equivale a privarli del loro senso patriottico di appartenenza. Significa impedirgli di partecipare alle festività militari in cui si rendono gli onori alla Repubblica ed alle Forze armate, in genere molto sentite dal personale militare, seppur in stato di congedo;

   per non parlare delle tante attività addestrative in cui regolarmente i militari in congedo mantengono l'elevato profilo delle loro competenze, fisiche, tecnico-tattiche ed operative –:

   se non si ritenga opportuno adottare iniziative per modificare la disposizione indicata in premessa, al fine di consentire ai militari in congedo di sentirsi ancora strettamente legati ai Corpi che hanno orgogliosamente servito e in definitiva di essere ancora utili al Paese.
(3-02446)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FOTI, OSNATO e BIGNAMI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in ragione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 è stata disposta, con l'articolo 6 del decreto-legge n. 23 del 2020, come modificato dall'articolo 1, comma 266, della legge n. 178 del 2020 (legge di bilancio 2021), una sospensione «facoltativa» delle previsioni del codice civile con riferimento alle perdite di esercizio «... emerse nell'esercizio in corso alla data del 31 dicembre 2020 ...»;

   detto intervento legislativo, rubricato come «Disposizioni temporanee in materia di riduzione del capitale», risulta ancor oggi di controversa interpretazione in merito alle perdite cui fare riferimento;

   coesistono infatti al riguardo due interpretazioni differenti:

    a) una cosiddetta «estensiva», volta ad includere nella suddetta sospensione anche le perdite di esercizi precedenti al 2020 e riportate nel bilancio relativo a tale annualità. Detta interpretazione condivisa, in particolare, dal Consiglio notarile di Milano (massime n. 191 e n. 196), dal Consiglio nazionale del notariato (studio n. 88-2021), da Assonime, e dal Tribunale di Venezia (ordinanza del 25 maggio 2021) – si fonda sulla convinzione che l'intento del legislatore fosse quello di considerare non solo le esigenze delle imprese che si sono trovate a fronteggiare perdite imprevedibili a causa della situazione pandemica, ma anche di quelle alle prese con le difficoltà nel reperimento di capitali per coprire perdite pregresse per le medesime motivazioni straordinarie;

    b) una cosiddetta «restrittiva», volta ad includere nella suddetta sospensione solo le perdite relative all'anno 2020 e non quelle riportate da anni precedenti. In tal senso, si sono espressi il Ministero dello sviluppo economico (circolare n. 26890 del 29 gennaio 2021) e il Tribunale di Catania (provvedimento del 28 maggio 2020);

   alla luce di quanto sopra evidenziato, appare inevitabile l'assunzione di idonee iniziative volte a chiarire il contenute della norma che qui interessa, evitando il radicarsi di uno sterile e controproducente contenzioso –:

   se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative di competenza, anche normative, al riguardo, così che risultino chiaramente indicate le perdite che rientrano nella sospensione di cui in premessa, garantendo un'interpretazione univoca del dettato normativo in ossequio al fondamentale principio di «certezza del diritto».
(5-06576)

Interrogazione a risposta scritta:


   ZANICHELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la trattativa in corso tra il Ministero dell'economia e delle finanze e Unicredit per l'acquisizione da parte di quest'ultimo del Monte dei Paschi di Siena, il più antico istituto di credito del mondo, destano, ad avviso degli interroganti, dubbi in relazione a tale operazione, tuttora in corso, in particolare per quanto attiene l'intendimento dell'istituto di credito che intenderebbe procedere con l'acquisizione selettiva delle parti ritenute più attrattive;

   tale prospettiva, confermata peraltro anche da analisi finanziarie pubblicate su organi di stampa, coinvolge inevitabilmente anche la dirigenza di Unicredit, il cui attuale presidente Pier Carlo Padoan, in qualità di Ministro dell'economia e delle finanze pro tempore, nel 2017, disponeva l'acquisizione del Monte dei Paschi di Siena attraverso una ricapitalizzazione precauzionale;

   al riguardo, gli interroganti osservano che le suesposte considerazioni s'incrocino, fra l'altro, con la circostanza relativa alte elezioni suppletive che si svolgeranno proprio nel capoluogo toscano ad ottobre 2021 in seguito alla vacatio del seggio seguita all'individuazione come, presidente, dell'istituto bancario dello stesso Pier Carlo Padoan come presidente del Consiglio di amministrazione di Unicredit;

   in aggiunta, le recenti notizie riferite al piano di acquisizione di Unicredit, che individua in circa 5-6 mila gli esuberi degli attuali dipendenti di Mps – pari a circa un quarto dell'attuale organico dell'istituto bancario, i cui costi sarebbero sostenuti attraverso l'istituzione di fondo statale – evidenziano altresì preoccupazioni e incertezze, stanti le ricadute occupazionali e sociali, negative e penalizzanti per l'economia non solo territoriale, che, con ogni probabilità, si configureranno nei prossimi mesi;

   in relazione a quanto suesposto, che rileva un quadro complessivamente critico e incerto, per un'operazione di acquisizione societaria o di variazione della partecipazione bancaria detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze, risulta pertanto urgente e necessario che, in osservanza di quanto disposto dall'articolo 1, comma 243, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 – cosiddetta legge di bilancio per il 2021 –, il Ministro interrogato riferisca preventivamente alle Camere in ordine a eventuali operazioni di aggregazione o acquisizione, in precedenza richiamate e detenute dal medesimo Ministero nei riguardi della banca dei Monte dei Paschi di Siena –:

   quali valutazioni di competenza il Ministro interrogato intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;

   quali siano le iniziative di competenza intraprese dal Ministero dell'economia e delle finanze al fine di ottenere una risoluzione della partecipazione nel Monte dei Paschi di Siena che contemperi gli interessi dei contribuenti, dei lavoratori, dei risparmiatori e del tessuto economico toscano e dell'intero Paese, anche considerando l'esigenza della promozione di un contesto di sana concorrenza tra istituti di credito.
(4-10036)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato in diversi articoli dal quotidiano «Il Riformista», nella notte tra il 26 e il 27 luglio 2021, il detenuto V. S., di 49 anni, si è tolto la vita nel padiglione protetti del carcere di Sanremo che si trova in località Valle Armea, impiccandosi con un lenzuolo nel bagno della cella, venendo ritrovato (probabilmente dopo ore) dall'agente di turno che, verso il mattino, ha notato la sua assenza in branda;

   V. S. si trovava in carcere per reati contro il patrimonio commessi diversi anni prima e, nonostante fosse un detenuto «comune», era stato collocato nel reparto destinato prevalentemente ai sex-offenders, nel quale si trovava al momento del decesso;

   il detenuto aveva già manifestato propositi autosoppressivi e messo in atto 3 giorni prima un tentativo di suicidio, a seguito del quale avrebbe dovuto essere sottoposto ad opportune attenzioni mediche e di sorveglianza;

   il carcere di Sanremo è classificato come casa di reclusione e ospita detenuti condannati a pene anche di lunga durata e alcuni ergastolani; dovrebbe, quindi, offrire adeguata attività trattamentale, scolastica e lavorativa a chi vi è ristretto;

   in particolare, il padiglione protetti si trova da anni in una situazione di deprecabile abbandono e trascuratezza e vi si rileva una pressoché totale assenza di attività trattamentale e scarsa presenza del personale educativo e medico; nello specifico, non viene attuato nessun percorso terapeutico e riabilitativo dedicato ai sex-offenders;

   nelle carceri liguri è stata molte volte denunciata, anche dai rappresentanti della polizia penitenziaria, una grave carenza di assistenza psichiatrica, sembrerebbe particolarmente avvertita nel carcere di Sanremo, a causa dei tagli apportati nel corso degli anni dalla Asl 1 di Imperia;

   la possibilità di ammissione al lavoro per i detenuti ristretti nel carcere di Sanremo sono abbastanza scarse: su circa 250 detenuti presenti, solo in 4 avrebbero accesso, a quanto risulta all'interrogante, ad attività lavorative, garantite dall'officina di serramenti della Coop. «Articolo 27»; inoltre, si rileva anche uno scarso rapporto con i servizi, le associazioni e le realtà culturali della città, determinato probabilmente dalla scelta di realizzare la struttura detentiva in località isolata e lontana dal centro abitato;

   l'istituto, nonostante circa il 60 per cento dei detenuti siano stranieri, non risulta abbia mai attivato la figura dei mediatori culturali –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa; se si intenda avviare, per quanto di competenza, in via cautelativa, un'indagine amministrativa interna al fine di verificare se nei confronti del detenuto morto suicida siano state messe in atto tutte le misure di sorveglianza previste e necessarie e, quindi, se non vi siano profili di responsabilità per omessa vigilanza e cura da parte dell'amministrazione dell'istituto;

   se l'istituto disponga di un «protocollo per la prevenzione e la gestione del rischio suicidano» e se in questo caso sia stato rispettato;

   se non si ritenga opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza, affinché l'istituto attivi dei percorsi terapeutici e riabilitativi per i sex-offenders e istituisca e attivi la figura dei mediatori culturali e si adoperi per implementare, attraverso specifici progetti, le possibilità di lavoro interno ed esterno;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano porre in essere al fine di garantire condizioni di vita dignitose, adeguata attività trattamentali, assistenza e supporto psichiatrico per tutti i detenuti ospitati nell'istituto e, in particolare, per coloro che si trovano nel padiglione protetti, anche attraverso il reperimento di adeguate risorse umane ed economico-finanziarie.
(4-10034)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta scritta:


   ZIELLO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   da molto tempo sarebbe necessaria la realizzazione di nuove opere collegate alla rete ferroviaria italiana che consentano una migliore funzionalità della stessa e allo stesso tempo garantiscano la sicurezza per gli abitanti delle comunità locali interessate dal passaggio di binari;

   la comunità di Putignano, ad esempio, ospita un passaggio a livello che divide in due il paese, che ogni dieci minuti viene bloccato a causa del frequente passaggio dei treni su quei binari;

   ad ogni treno che passa, i cittadini sono costretti ad aspettare circa 15-20 minuti per la riapertura e per poter accedere a servizi che magari sono collocati nell'altra parte del paese, al di là dei binari;

   questa situazione costringe frequentemente gli abitanti della comunità a mettere a rischio la loro sicurezza e attraversare ugualmente i binari, anche con le sbarre chiuse, per poter accedere a servizi indispensabili collocati in una zona diversa rispetto alla loro abitazione;

   il 12 luglio 2021, una signora, per poter accedere al negozio di alimentari del paese, ha attraversato i binari nonostante le sbarre chiuse e purtroppo è deceduta;

   il comune di Pisa e Rete ferroviaria italiana (Rfi) hanno sottoscritto un documento che prevede lo stanziamento di risorse nonché la messa a disposizione di alcune aree del paese per l'eliminazione del passaggio a livello e la realizzazione di un sottopassaggio ciclopedonale e un sottopasso carrabile ad alcune centinaia di metri di distanza, per i quali l'avvio dei lavori è previsto tra fine anno e il 2022, mentre la conclusione è prevista entro il 2023 –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire la sicurezza dei cittadini delle comunità locali interessate dal passaggio di reti ferroviarie e quali ulteriori iniziative intenda adottare, in particolare, per garantire la messa in sicurezza del passaggio a livello presente a Putignano, in attesa della realizzazione dei citati sottopassaggi.
(4-10029)


   ZOFFILI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   le Motorizzazioni civili di tutta Italia, ormai da diverso tempo, soffrono di una grave mancanza di personale; infatti il numero di funzionari addetti agli esami per il conseguimento delle patenti di guida e quello degli addetti alle revisioni e collaudi di veicoli non è sufficiente a coprire le richieste che provengono da territorio, autoscuole, studi di consulenza, autotrasportatori, costruttori e installatori di veicoli;

   negli ultimi mesi è aumentato il numero di esami non effettuati per la cronica mancanza di un sufficiente numero di esaminatori, con conseguenti disagi per tutti i candidati al conseguimento della patente di guida e per le autoscuole del territorio;

   in particolare, nella provincia di Como si conta un ritardo di oltre 6.000 richieste di esami per il conseguimento delle patenti di guida;

   la Motorizzazione civile di Como, con il personale sottodimensionato occupato principalmente a svolgere le mansioni d'ufficio, da un anno a questa parte riesce a soddisfare non più dell'8-10 per cento del fabbisogno della provincia (circa 500/600 esami al mese) e questo grazie principalmente alla disponibilità di lavoro straordinario da parte di pochi funzionari e all'aiuto di esaminatori provenienti da altre province;

   questa grave situazione ha creato un arretrato di oltre 4.000 candidati che da dicembre del 2019 a febbraio 2021 hanno sostenuto l'esame di teoria e si ritrovano con la scadenza del foglio rosa prorogata di 90 giorni dopo la fine dello stato di emergenza e dunque ancora attendono di poter sostenere l'esame di guida;

   solo il gruppo delle autoscuole associate Unasca (che rappresenta 85 per cento delle autoscuole comasche) nel mese di agosto 2021 dovrà affrontare 517 scadenze e a settembre 647, considerando che la media di esami concessa in tutta la provincia è di circa 500 al mese, non sarà possibile far fronte a tutte le richieste;

   gli uffici provinciali delle zone confinanti sono più efficienti e questo provoca una forte migrazione dell'utenza verso le autoscuole delle altre provincie che riescono a garantire esami in tempi più rapidi e ragionevoli rispetto a quelli dell'ufficio di Como, generando, a giudizio dell'interrogante, una sleale concorrenza, basata non su un vantaggio competitivo dovuto alla normale attività imprenditoriale ma su una disparità di servizio da parte degli uffici provinciali;

   da un calcolo effettuato da Unasca sui mesi d'attesa prima di effettuare l'esame di guida, Como è l'ultima provincia lombarda con 8,35 mesi d'attesa e con soltanto l'11,98 per cento di esami fatti ogni 100 richieste, ben al di sotto quindi del fabbisogno necessario a smaltire le code –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare affinché si possa garantire una situazione di normalità nell'erogazione di servizi indispensabili per cittadini e imprese presso tutte le Motorizzazioni civili e, in particolare, presso quella di Como.
(4-10031)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   ZIELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi, a Pisa, si è verificato un eclatante reato di grave allarme sociale: una rapina perpetrata ai danni di tre giovani ragazzi nella centrale via San Lorenzo, ad opera di tre malviventi. Desta certamente preoccupazione la dinamica dell'aggressione; infatti, i criminali hanno agito a volto scoperto ed in pieno centro storico;

   le vittime, due maggiorenni ed un minorenne, hanno raccontato agli inquirenti di essere stati aggrediti da tre uomini di origini straniere: due di colore ed uno apparentemente dell'Est Europa, dopo essersi separati dal gruppo di ragazze con le quali avevano passato la sera. Gli aggressori, ognuno dotato di un coltello, hanno minacciato i tre giovani, che turbati dalle modalità dell'agguato, sono stati immediatamente collaborativi consegnando ai criminali quanto richiesto. In particolare, sono stati sottratti ai ragazzi contanti ed un crocifisso di importante valore economico;

   i dati statistici degli ultimi due anni hanno evidenziato che la popolazione straniera sarebbe responsabile di circa il 31 per cento dei reati commessi in Italia di cui, il maggior numero viene perpetrato da immigrati sprovvisti di regolare permesso di soggiorno;

   tali dati sembrerebbero confermare la sussistenza di una stretta correlazione tra l'incremento della commissione di delitti predatori e il fallimento della gestione del fenomeno dell'immigrazione irregolare;

   come dianzi esposto, la situazione negli ultimi due anni è peggiorata, ma non si tratta di picchi criminali da ricondurre a circostanze passeggere: le statistiche dei reati redatte a cura del Ministero dell'interno dimostrano che la situazione di grave insicurezza è riscontrabile in maniera lineare e costante negli ultimi decenni;

   il problema di sicurezza pubblica per Pisa non è soltanto reale, ma anche endemico e perciò richiede un particolare sforzo da parte dello Stato –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per garantire l'ordine pubblico e la sicurezza a Pisa e se, anche in considerazione dei fatti e dei dati esposti in premessa, non ritenga a tal fine necessario rafforzare l'organico del personale di polizia della città.
(4-10028)


   GALLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nella città di Torre Annunzia, comune dell'hinterland vesuviano, che conta circa 42.000 abitanti, negli ultimi mesi, si registra una preoccupante escalation di violenza, con gravi episodi delittuosi di criminalità comune e organizzata che vedono coinvolti i maggiori clan locali operanti sul territorio;

   con riguardo a tali preoccupanti eventi, registrati sul territorio del comune di Torre Annunziata, la relazione al Parlamento del Ministro dell'interno sull'attività svolta dalla Direzione investigativa antimafia per i mesi di gennaio-giugno 2020, precisa che «A Torre Annunziata sono operativi gli storici clan contrapposti GIONTA e GALLO-cavalieri»;

   già in uno incontro tra il prefetto dottor Valentini ed il sindaco, tenutosi nel mese di maggio 2021, sono emersi, tra le varie problematicità, sia la forte carenza di personale che compone la polizia municipale la quale consta di sole dieci unità, sia la totale mancanza di un sistema di videosorveglianza sul territorio;

   inoltre, le forze dell'ordine presenti sul territorio cittadino non sono sufficientemente equipaggiate; si rileva, ad esempio, che il commissariato di polizia è allocato in un immobile che risulterebbe inadatto alla funzione istituzionale riservata;

   a tali endemiche lacune, si aggiungono i preoccupanti allarmi lanciati dal Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusurai nella relazione a sua firma, per l'anno 2020, in merito all'aumento vertiginoso del fenomeno dell'usura e del racket. Secondo il Commissario, infatti, le immani e devastanti conseguenze economiche generate dalla pandemia sono state terreno fertile per l'espansione del cosiddetto «welfare mafioso di prossimità», ovvero quel sostegno attivo alle famiglie agli esercenti attività commerciali e imprenditoriali in difficoltà o in crisi di liquidità, con la non remota possibilità di infiltrarsi ulteriormente nel tessuto economico;

   lo stesso calo di reati che la prefettura registra negli anni 2019-2020, in vari comuni della provincia di Napoli ed anche nel comune di Torre Annunziata, poiché risulta essere un dato in contrapposizione alla realtà locale che emerge, dovrebbe essere letto, piuttosto, come un probabile indice di una diffusa sfiducia e stanchezza della popolazione locale a ricorrere allo strumento della «denuncia»;

   si rendono quindi necessarie azioni mirate a rafforzare i presidi di legalità sul territorio e ad intensificare il controllo per impedire l'opera della criminalità organizzata che domina alcuni quartieri periferici;

   tra le misure necessarie e oramai improcrastinabile, vi è senza dubbio, quella di allocare presso il Palazzo Fienga, immobile sottratto al clan Gionta e sito nel Quadrilatero delle Carceri, quartiere periferico noto per essere la base operativa della criminalità organizzata, un polo per le forze dell'ordine che rappresenti un tangibile presidio di legalità e che sia funzionale, non solo ad un maggior controllo del territorio, ma anche e soprattutto a dimostrare concretamente la presenza tangibile dello Stato in una delle zone più problematiche dell'hinterland napoletano;

   il progetto di recupero e di rifunzionalizzazione del Palazzo Fienga che potrebbe rappresentante il simbolo di rinascita della città e di riqualificazione sociale e urbana di quartiere periferico gestito dalla criminalità ha trovato però, negli anni, numerosi ostacoli e rallentamenti alla sua realizzazione, tant'è che, ad oggi, non se ne registri l'avvio –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo sul territorio del comune di Torre Annunziata al fine di rafforzare e garantire un maggiore controllo e una maggiore sicurezza del territorio cittadino, anche prevedendo di adottare iniziative per quanto di competenza, per fornire un eventuale supporto al comune per la mancanza di un sistema di viodesorveglianza e per far fronte alla scarsezza di personale in forza alla polizia municipale;

   di quali elementi disponga circa lo stato dell'arte del progetto di recupero e di rifunzionalizzazione del Palazzo Fienga.
(4-10035)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   COLMELLERE. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   il Ministero dell'istruzione, in piena pandemia, ha bandito un concorso straordinario per il ruolo del personale docente di cui al decreto dirigenziale n. 510 del 23 aprile 2020 e al decreto dirigenziale n. 783 dell'8 luglio 2020;

   con riguardo alla classe di concorso A049 relativa all'insegnamento dell'educazione motoria nelle scuole secondarie di primo grado in Veneto sono stati messi a bando 55 posti e si sono presentati 183 candidati che hanno sostenuto la prova in piena pandemia, con grave pregiudizio per la salute propria e dei familiari conviventi e nonostante le immaginabili difficoltà connesse all'emergenza sanitaria (in primis quelle di spostamento fra comuni anche all'interno della stessa regione);

   gli esiti di tali prove sono stati pubblicati con molto ritardo, anche perché le procedure di correzione degli elaborati sono state particolarmente lunghe e farraginose a causa delle continue dimissioni di alcuni membri delle commissioni giudicatrici chiamate a valutare il percorso didattico prodotto da ciascun candidato in base alle richieste della traccia;

   è necessario sottolineare che la prova di esame non prevedeva, ad avviso dell'interrogante, una correzione strettamente oggettiva come accade utilizzando questionari a risposta multipla, bensì lasciava che entrasse in gioco la soggettività di chi è chiamato a correggere ciascuna prova;

   con la pubblicazione delle graduatorie si è appreso che sono risultati ammessi solo 21 candidati, a fronte di 55 posti disponibili: ha passato la prova solo l'11,5 per cento dei candidati veneti;

   il dato desta forte preoccupazione dal momento che, per la medesima classe di concorso, i risultati delle altre regioni fotografano una situazione non omogenea ma di gran lunga più confortante (Calabria 84,1 per cento, Puglia 36 per cento). Sempre in Veneto, a mero titolo di esempio, si consideri che invece per la classe di concorso A028 – matematica – è stato ammesso il 79,8 per cento dei partecipanti;

   in Veneto, ad avviso dell'interrogante, ci sono ora docenti di scienze motorie valutati inidonei all'assunzione a tempo indeterminato ma invece utili a restare precari ed essere mandati in classe a settembre a ricoprire le stesse identiche funzioni di un docente di ruolo. Un paradosso tutto italiano che porta a chiedersi se in questo modo si leda il diritto degli studenti a ricevere un'educazione adeguata e conforme agli standard previsti a livello nazionale o quello degli insegnati che, nonostante abbiano conseguito una laurea, una specializzazione e diversi anni di esperienza nelle scuole, restano impiegati a tempo determinato, contrariamente a quanto previsto dall'Unione europea –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere per garantire piena oggettività alle procedure concorsuali e assicurare parità di trattamento ai docenti su tutto il territorio nazionale.
(5-06573)

Interrogazione a risposta scritta:


   CIABURRO, SILVESTRONI, FERRO, VINCI, ROTELLI, VARCHI e CARETTA. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   come è noto ed emerso a mezzo stampa, ad un insegnante di religione cattolica, presso l'istituto Statale «Velso Mucci» di Bra (CN), è stato preannunciato un trasferimento dal proprio istituto scolastico, a seguito di alcuni commenti e prese di posizione pubblicate su gruppi e reti molto seguite su Facebook in merito al disegno di legge cosiddetto «Ddl Zan» attualmente in discussione presso il Senato della Repubblica;

   nella fattispecie, a seguito di una serie di commenti e prese di posizione del professore, contrarie al disegno di legge Zan, non sono solo seguite dure e violente risposte nei confronti del docente, ma il preside del proprio istituto di riferimento ha altresì ritenuto necessario prendere le distanze dal docente sulla piattaforma Facebook medesima, schierando nel merito l'istituzione pubblica da lui diretta;

   dopo 16 anni di insegnamento, al docente è stato quindi annunciato il trasferimento presso un altro istituto scolastico, ancora in fase di determinazione, recando, come motivazione formale del trasferimento, il progressivo calo dei giovani che si avvalgono dell'ora di religione;

   considerando che l'espressione della propria opinione è una libertà ed un diritto di rango costituzionale, e che il fatto medesimo non si è consumato nell'ambito delle ore di religione, le quali, comunque, prevedono l'insegnamento della religione cattolica, la quale prevede anche l'esposizione di determinati precetti e principi, spesso dirimenti in materia di temi etici e sociali, non si ravvisa la ratio della situazione venuta a verificarsi;

   solleva non poche preoccupazioni, oltretutto, il fatto che la motivazione informale del trasferimento, deducibile anche dai commenti a mezzo social network del preside del predetto Istituto, sia riconducibile alla libera espressione di una opinione personale in merito ad un tema appartenente al dibattito pubblico;

   desta non poche perplessità il fatto che il probabile trasferimento sia avvenuto a seguito della esposizione delle proprie opinioni a mezzo social, in quanto proprio questo mezzo ed i contenuti in esso pubblicati potrebbero essere stati causa del trasferimento medesimo –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti ed in che modo intenda garantire, per quanto di competenza, la più assoluta libertà di manifestazione del pensiero del personale scolastico, alla luce degli eventi delineati in premessa.
(4-10025)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   una nota pubblica delle organizzazioni sindacali nazionali Cgil, Cisl e Uil ha denunciato che in data 31 luglio 2021, la società Ita (Italia Trasporto Aereo) Spa, di proprietà del Ministero dell'economia e delle finanze, ha avviato una procedura ad inviti per assegnare la gestione del proprio servizio di assistenza clienti, fissando come data ultima per la partecipazione il successivo 4 agosto 2021 e come data per l'inizio del servizio il 15 agosto 2021;

   nel disciplinare di tale procedura non si farebbe alcuna menzione né della clausola sociale, né del vincolo di svolgere il servizio sul territorio italiano; sul punto, giova ricordare che il servizio di assistenza clienti di Alitalia-Società Aerea Italiana spa, che presenta le medesime caratteristiche di quello oggetto della procedura, è gestito dalla società AlmavivA Contact la quale impiega 621 dipendenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato, alcuni con anzianità di servizio ultraventennale, che operano prevalentemente presso la sede di Palermo (oltre 500) e, secondariamente, presso quella di Rende (CS);

   la procedura risulterebbe primariamente impostata al massimo ribasso e garantirebbe addirittura un punteggio premiale nel caso in cui il servizio venisse reso a Roma, di fatto ponendo il sito di Palermo e i suoi lavoratori in posizione di assoluto svantaggio e rischiando di privare del proprio lavoro, improvvisamente, oltre 600 famiglie in contesti occupazionali ed economici complessi come quelli di Palermo e di Rende;

   le sigle sindacali hanno proclamato unitariamente il blocco di tutte le attività del servizio Alitalia dal 5 agosto 2021 al 9 agosto 2021 compresi, riservandosi ulteriori azioni –:

   se il Governo intenda attivare immediatamente un tavolo istituzionale con Ita, Almaviva Contact e le organizzazioni sindacali per garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali e della professionalità dei 621 lavoratori da 20 anni impegnati nel servizio assistenza clienti di Alitalia tra Palermo e Rende.
(2-01301) «Varrica, Orrico».

Interrogazioni a risposta immediata:


   LAPIA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 255, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio 2018), definisce la figura del caregiver familiare come «la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell'altra parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto (...) di un familiare o di un affine (...) che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé»;

   i suoi compiti sono quelli di assistere l'infermo, accompagnarlo nei luoghi di cura, prestargli assistenza durante eventuali ricoveri ospedalieri, tenere i rapporti con i medici facilitando la comunicazione tra loro ed il paziente, svolgere atti di natura burocratica ed amministrativa che il malato non può più compiere in maniera autonoma. Si tratta di un vero e proprio lavoro che porta il caregiver a sottrarre tempo ai propri interessi e sovente a non poter esercitare un proprio impiego che, rispetto al primo, risulti retribuito e dotato di tutte le garanzie e tutele previste dall'ordinamento. Ciò non permette al soggetto una piena autonomia, con ricadute sia a livello fisico che psicologico;

   il caregiver familiare costituisce, inoltre, un importante elemento di sostenibilità economica per il welfare del nostro Paese, per quel che riguarda la gestione della cronicità e della disabilità, sottraendo di fatto al sistema sanitario nazionale la gestione di quei pazienti che possono essere assistiti in assenza di professionalità mediche;

   un'indagine dell'Istat nel 2018 ha rilevato l'esistenza complessiva di 12 milioni 746 mila persone tra i 18 e i 64 anni (34,6 per cento della popolazione) che si prendevano cura dei figli minori di 15 anni o di parenti malati, disabili o anziani. Tra gli occupati, quasi il 40 per cento dei 18-64enni svolgeva attività di cura;

   nonostante l'importanza di tale figura, che denota un valore sociale ed economico non indifferente, l'Italia ad oggi risulta essere uno dei pochi Paesi in Europa a non aver riconosciuto diritti specifici e tutele per il caregiver familiare, sebbene i diversi tentativi del legislatore nazionale degli ultimi anni –:

   quali iniziative intenda adottare per riconoscere l'attività del caregiver familiare garantendo al medesimo la tutela giuridica ed economica spettante a tutti gli altri lavoratori.
(3-02450)


   BALDINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge n. 105 del 2021, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche, prevede dal 6 agosto 2021 la possibilità di accedere ad una serie di servizi, in zona bianca, soltanto ai soggetti muniti di una delle certificazioni verdi COVID-19: per accedere a bar e ristoranti, se si consuma al chiuso, per palestre, cinema, teatri, musei, eventi sportivi o concerti, piscine, centri termali e fiere e quant'altro; la disposizione si applica anche nelle zone gialla, arancione e rossa, qualora queste attività siano state autorizzate;

   per tutelare la salute collettiva e quella dei lavoratori le associazioni imprenditoriali si sono dichiarate disponibili ad introdurre l'obbligo del green pass anche nei luoghi di lavoro e sono impegnate ad aggiornare il protocollo per la sicurezza sui luoghi di lavoro, nella convinzione che «l'esibizione di un certificato verde valido dovrebbe rientrare tra gli obblighi di diligenza, correttezza e buona fede su cui poggia il rapporto di lavoro»;

   l'imprenditore è inoltre, a norma dell'articolo 2087 del codice civile, obbligato ad adottare le misure necessarie ad assicurare l'integrità fisica dei dipendenti;

   i sindacati, contrari a forzature e a violazioni della privacy, ribadiscono che la scelta di introdurre il green pass nei luoghi di lavoro può essere compiuta solo dal Governo; per questo chiedono al Governo e al Parlamento regole chiare e di agevole applicazione –:

   se non ritenga di adottare le iniziative necessarie per introdurre l'obbligo delle certificazioni verdi COVID-19 anche nei luoghi di lavoro.
(3-02451)


   DORI, FORNARO e DE LORENZO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   da organi di stampa si apprende che Logista, la multinazionale monopolista nella distribuzione del tabacco, ha deciso di chiudere il sito di Bologna e ha avvisato tutti i lavoratori con un messaggio via WhatsApp inviato sabato 31 luglio 2021 verso le ore 22;

   la comunicazione è arrivata senza alcun preavviso e senza alcun coinvolgimento delle rappresentanze sindacali, lanciando nell'angoscia circa 90 lavoratori e le loro famiglie;

   nelle settimane scorse già Giannetti ruote a Ceriano Laghetto (Monza) e la Gkn di Campi Bisenzio (Firenze) avevano comunicato per email i licenziamenti ai dipendenti;

   nel sito di Villa Carcina, in provincia di Brescia, aperto nel 1978 e acquisito da Timken nel 1996, la multinazionale ha annunciato la volontà di chiudere lo stabilimento e il conseguente licenziamento dei 106 lavoratori, senza nessun preavviso e senza che fosse stato percepito nessun segnale di crisi;

   a parere degli interroganti questa modalità e il susseguirsi di licenziamenti non è accettabile anche con riferimento al metodo di comunicazione, che purtroppo si sta ripetendo e che calpesta i diritti e la dignità dei lavoratori che resteranno senza occupazione;

   non si tratta solo delle modalità di comunicazione, ma una questione che attiene al lavoro, ai diritti, alla civiltà. Un Paese in cui vieni licenziato dall'oggi al domani via chat non può dirsi civile –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro interrogato per garantire la salvaguardia occupazionale dei lavoratori e se non voglia promuovere, d'intesa con le organizzazioni sindacali e le parti datoriali, misure che contemplino, sempre e comunque, il rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, per evitare che episodi di questa gravità possano ripetersi e che alla fine a pagare il costo delle crisi siano sempre i soggetti più deboli, trattati alla stregua di merce.
(3-02452)


   LOLLOBRIGIDA, MELONI, RIZZETTO, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, ROTELLI, GIOVANNI RUSSO, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 3 agosto 2021 la multinazionale Logistic time srl ha licenziato novanta dipendenti con un messaggio WhatsApp: «A seguito della riduzione delle attività, nella data di lunedì 2 agosto 2021 lei sarà dispensato dalla sua attività lavorativa. Il trattamento economico verrà garantito con gli strumenti previsti di legge. Cordiali saluti Logistic time srl»;

   il clamoroso caso segue quello di altre due aziende, la Gianetti ruote di proprietà di un fondo americano, e la Gkn, multinazionale sotto il controllo di un fondo britannico che produce componenti per il settore automobilistico e aerospaziale attiva in oltre trenta Stati, che hanno licenziato complessivamente 574 dipendenti con una mail, a causa della chiusura dei siti produttivi, rispettivamente, di Ceriano Laghetto in Brianza e di Campi Bisenzio in Toscana;

   tali licenziamenti, effettuati con modalità inaccettabili e lesive esse stesse della dignità dei lavoratori, si vanno ad aggiungere a quelli che nei mesi appena trascorsi hanno interessato 369 dipendenti della Whirlpool e 410 di Embraco, e riverseranno le proprie gravissime conseguenze anche sui rispettivi indotti, arrivando a colpire migliaia di lavoratori;

   tutte queste aziende hanno percepito nel corso degli anni contributi pubblici dallo Stato italiano;

   il decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, cosiddetto decreto dignità, ha previsto misure per sanzionare la condotta di imprese «italiane ed estere, operanti nel territorio nazionale, che abbiano beneficiato di un aiuto di Stato che prevede l'effettuazione di investimenti produttivi ai fini dell'attribuzione del beneficio», prevedendo la decadenza dal beneficio e la possibilità per l'amministrazione titolare della misura di aiuto di irrogare una sanzione amministrativa pecuniaria pari a una somma compresa tra il doppio e il quadruplo dell'importo dell'aiuto fruito;

   tali misure, tuttavia, fuori dei casi in cui gli aiuti siano destinati a specifici siti produttivi, agisce solo nel caso in cui la delocalizzazione avvenga in Stati al di fuori dell'Unione europea;

   tutti i tavoli negoziali convocati sinora dal Governo con riferimento a queste crisi aziendali non sono riusciti a fornire delle soluzioni adeguate e si sono, quindi, mostrati del tutto insufficienti a impedire alle aziende a procedere ai licenziamenti –:

   quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere con riferimento alle problematiche esposte in premessa, per tutelare i lavoratori e il tessuto produttivo nazionale.
(3-02453)


   INVIDIA, DAVIDE AIELLO, AMITRANO, BARZOTTI, CIPRINI, COMINARDI, CUBEDDU, PALLINI, SEGNERI, TRIPIEDI e TUCCI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   secondo dati Inail, pubblicati in data 30 luglio 2021, il bilancio provvisorio (primo semestre dell'anno) dei casi mortali denunciati per infortuni sul lavoro e avvenuti nel 2021 è pari a 538;

   recentemente si è verificato l'ennesimo incidente mortale sul lavoro, nel quale è rimasta vittima a Camposanto, in provincia di Modena, una lavoratrice di 40 anni che svolgeva la prestazione lavorativa presso un'azienda che produce cartoni per alimenti;

   al di là dell'accertamento delle cause dell'accaduto da parte della magistratura, il problema delle morti bianche rappresenta un'emergenza che deve essere affrontata immediatamente da tutti gli attori istituzionali;

   in base al quarto rapporto di Inail, Istat, Inps e Anpal sul mercato del lavoro al tempo del COVID-19, pubblicato a febbraio 2021, le denunce di infortuni sul lavoro pervenute all'Istituto sono state 554.340, delle quali 1.270 con esito mortale, oltre a 13 incidenti plurimi per un totale di 27 decessi;

   nel 2021 le denunce di infortuni pervenute all'Inail, tra gennaio e giugno, sono state 266.804 (+8,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020), 538 delle quali con esito mortale (-5,6 per cento);

   nell'ordinamento la responsabilità del datore di lavoro per la tutela contro gli infortuni sul lavoro trova fondamento negli articoli costituzionali 32, 35, 38 e 41;

   al fine di prevenire il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle cosiddette morti bianche, appare fondamentale introdurre modifiche al decreto legislativo n. 81 del 2008, volte a potenziare i sistemi di controllo, nonché a istituire meccanismi premiali per le aziende che rinnovano i propri macchinari e incentivano la formazione sui luoghi di lavoro;

   va considerata l'approvazione, nel maggio 2021, da parte della Commissione lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati di una risoluzione per l'adozione di una strategia nazionale per la sicurezza sul lavoro –:

   se e quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare al fine di prevenire e contrastare il fenomeno degli infortuni sul lavoro, anche attraverso l'istituzione di un tavolo tecnico-politico, per le finalità di cui in premessa.
(3-02454)


   MAZZETTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   come riportato con grande evidenza dal quotidiano Il Sole 24 ore, l'Associazione nazionale costruttori edili (Ance) ha denunciato la grave difficoltà nel reperire manodopera nel settore edile;

   grazie alla ripresa economica che si sta registrando, in particolare nel settore edilizio, Ance ha stimato che nel 2022 si verificherà un fabbisogno occupazionale di 265 mila posti di lavoro. A fronte di queste stime si registra la carenza a reperire manodopera che, per tutto il settore edilizio, si attesta in media al 31 per cento del totale, arrivando al 52,3 per cento per gli addetti specializzati nelle rifiniture e al 60 per cento per gli operai specializzati nelle costruzioni;

   le criticità maggiori individuate nel reperire il personale necessario consistono, da un lato, nell'assenza di manodopera con adeguata formazione e, dall'altro, nella difficoltà a riportare in cantiere personale già formato uscito dal settore durante il periodo del lockdown, difficoltà che in molti casi è collegata alla percezione del reddito di cittadinanza;

   tale carenza, oltre mettere a rischio la ripresa di un settore fondamentale per l'economia italiana, rischia di produrre ripercussioni anche sull'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza –:

   quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato, per quanto di competenza, al fine di agevolare la formazione e le assunzioni di manodopera da impiegare nel settore edile e se preveda l'adozione di iniziative correttive di quegli aspetti del reddito di cittadinanza che, come nel settore dell'edilizia, possono svolgere un'azione di freno al reperimento di personale da parte delle imprese.
(3-02455)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CARLA CANTONE, MURA e BRUNO BOSSIO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   a distanza di 3 mesi dalla tragica morte della giovane Luana D'Orazio, stritolata a 22 anni da un macchinario in un'azienda tessile nel comune di Montemurlo, un'altra giovane donna, Laila El Harim, originaria del Marocco, è morta nell'azienda Bombonette di Camposanto (Modena);

   Laila è morta incastrata in un grosso macchinario, una fustellatrice, presso il quale operava dopo l'assunzione di solo due mesi fa;

   come hanno titolato molti organi di informazione, sembra che la morte di Luana non abbia insegnato niente e, come ricordato dal segretario nazionale della Cisl, «La sicurezza sul lavoro rimane una grande emergenza nazionale»;

   del resto, lo stesso Inail aveva denunciato come nel 2020, l'anno della pandemia, vi sia stato un calo delle denunce pari al 13,6 per cento, ma un incremento dei casi mortali di 181 unità rispetto al 2019, arrivando a 1.270 decessi, per una percentuale pari a un più 16,6, a fronte di una riduzione dei decessi in itinere del 30,1 per cento;

   si condivide l'impegno del Ministro del lavoro e delle politiche sociali per lo sblocco del concorso per l'assunzione di 2.100 ispettori, presso l'ispettorato nazionale del lavoro, ed il coinvolgimento della Conferenza delle regioni e del Ministro della salute per verificare i livelli degli organici nelle Asl che hanno il compito di fare i controlli ed i sopralluoghi in materia di sicurezza sul lavoro;

   è di tutta evidenza come il tema della sicurezza del lavoro e della regolarità dei rapporti di lavoro meriti una strategia di medio-lungo periodo che colmi i ritardi sin qui registrati e le incertezze di recenti riforme che non son riuscite a conseguire i risultati auspicati;

   su tali temi, la Commissione XI della Camera dei deputati ha concluso il 2 dicembre 2020 un'apposita indagine conoscitiva, dalla quale emergono indicazioni normative e funzionali utili per un potenziamento ed efficientamento del sistema ispettivo che coinvolge l'Inl, l'Inps e l'Inail;

   in coerenza con tale impostazione, il 12 maggio 2021 la Commissione XI della Camera dei deputati ha approvato un'articolata risoluzione finalizzata all'adozione di una strategia nazionale per la sicurezza sul lavoro;

   tali tragici episodi, così come il più complessivo tema della tutela della dignità del lavoro, dopo i tanti casi di licenziamenti collettivi adottati da grandi gruppi, anche in solide condizioni finanziarie e di mercato, meritano un nuovo slancio che caratterizzi l'azione del Governo nei prossimi mesi –:

   quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di dare rapida attuazione alle indicazioni fornite dalla Commissione XI della Camera dei deputati, nonché per prevenire e contrastare il preoccupante fenomeno del depauperamento del valore sociale del lavoro nel nostro Paese.
(5-06575)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CARBONARO e ASCARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in data 31 luglio 2021, 65 magazzinieri di Logistic Time, Consorzio Metra, società fornitrice unica di Logista, multinazionale monopolista nella distribuzione del tabacco per i Monopoli di Stato, hanno ricevuto l'avviso di licenziamento via Whatsapp, con effetto a decorrere dal 2 agosto 2021. Oltre ai 65 magazzinieri, hanno ricevuto lo stesso avviso 15 impiegati diretti e il personale addetto alle pulizie e alla vigilanza, per un totale di circa 100 lavoratori;

   la multinazionale Logista ha deciso di interrompere il rapporto contrattuale con Metra per dismettere le attività concentrate nel sito di Bologna e delocalizzarle in altri siti. Si tratta di una decisione doppiamente immotivata in quanto il settore della logistica non attraversa un momento di crisi e il territorio bolognese offre un sistema infrastrutturale di assoluta eccellenza in Italia;

   secondo quanto riportato dalla stampa locale e confermato dalle rappresentanze sindacali, i lavoratori avrebbero ricevuto il messaggio riportato di seguito: «Buonasera, a seguito della riduzione delle attività, da lunedì 2 agosto lei sarà dispensato dall'attività lavorativa. Cordiali saluti, Logistic Time»;

   quanto accaduto rappresenta l'ennesimo episodio di grave violazione dei diritti e della dignità dei lavoratori. Oltre alla modalità inaccettabile e allo scarso preavviso con il quale è stato comunicato il licenziamento, l'episodio denota l'ormai ampia diffusione di tali condotte in spregio al dettato costituzionale che individua nel lavoro il principio fondante della Repubblica –:

   se e quali iniziative il Governo intenda avviare per tutelare i lavoratori dalle sempre più frequenti condotte datoriali lesive della dignità delle persone e dei diritti dei lavoratori;

   se e quali iniziative il Governo intenda avviare per preservare i livelli occupazionali dei territori interessati da fenomeni di delocalizzazione delle attività economiche e produttive.
(4-10024)


   FRAILIS. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   Fonsarda è un quartiere di Cagliari, a carattere residenziale e commerciale, sorto nella seconda metà del Novecento. Negli anni Quaranta, alla fine del secondo conflitto mondiale, l'amministrazione comunale decise di costruire un gruppo di case popolari, per risolvere almeno in parte la situazione di chi avesse perso la casa durante i bombardamenti;

   la stampa locale, qualche giorno fa, riporta la notizia della battaglia di un gruppo di inquilini che si sono ritrovati ad affrontare una guerra sui prezzi degli appartamenti nel palazzo dove vivono in affitto da molti anni. Il palazzo dell'Inps è in vendita, il prezzo che la «Romero», società campana che lo gestisce da circa due anni, vuole imporre a chi ha deciso di acquistare è molto più alto del suo reale valore;

   l'istituto applica, da un lato, le condizioni previste nel piano dismissioni del 2001 che prevedono uno sconto sulla valutazione del 30 per cento; inoltre, gli immobili vengono trattati con i prezzi di mercato attuali come se si trattasse di edilizia residenziale;

   come denunciato dagli inquilini, il palazzo presenta numerose ed evidenti criticità; l'Inps, in qualità di proprietario dell'edificio, ad oggi, non ha dato risposte adeguate, né si è interessato dei disagi evidenziati da chi vive nello stabile. Inoltre, in qualità di proprietario dell'edificio, dovrebbe anche monitorare l'operato della ditta che lo gestisce –:

   alla luce dei fatti esposti in premessa, quali iniziative i Ministri interrogati intendano assumere, per quanto di competenza, per far luce sulla vicenda ed evitare un contenzioso, che sembrerebbe ormai inevitabile, visto il prezzo per l'interrogante improponibile richiesto per l'acquisto degli appartamenti a chi li abita da anni e vive i numerosi disagi.
(4-10032)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta immediata:


   LOSS, BUBISUTTI, VIVIANI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MOLINARI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   l'Ips typographus, è un coleottero scolitide corticicolo dell'abete rosso classificato tra le dieci specie di insetti responsabili dei maggiori danni alle foreste europee; è individuato dai regolamenti europei come organismo nocivo da quarantena rilevante;

   gli attacchi di questo insetto alle foreste di conifere colpite da vento sono noti, tanto da causare massicce perdite oltre la massa già abbattuta; soprassuoli danneggiati dal vento favoriscono lo sviluppo del bostrico e possono originare pullulazioni a partire dagli alberi schiantati, per poi spostarsi sulle piante sane vicine;

   con la tempesta Vaia si sono avuti aumenti delle popolazioni di bostrico in molte aree del Triveneto, tenuto conto anche dell'elevato numero di alberi abbattuti, un ottimo ambiente di riproduzione per questo insetto;

   le infestazioni di bostrico sono legate a situazioni climaticamente sfavorevoli all'abete rosso e i fenomeni climatici legati al cambiamento climatico e al riscaldamento globale, registrato sia a livello alpino che europeo, stanno generando un progressivo aumento dell'intensità delle infestazioni, oggi aggravate dalla situazione generata da Vaia;

   il monitoraggio del bostrico nel 2019 e 2020 ha rilevato come le popolazioni dell'insetto si siano già sviluppate nella gran massa di alberi caduti e sono in grado di avviare una crescita demografica esponenziale che può mettere in crisi la sopravvivenza anche degli abeti rossi non colpiti dalla tempesta, minacciando le foreste alpine delle Dolomiti, con pesantissime ripercussioni ambientali, economiche e paesaggistiche;

   gli interroganti avevano già fatto presente questa problematica situazione chiedendo specifiche iniziative per la lotta ed il contrasto al bostrico; fu risposto che, per la definizione delle più opportune strategie integrate di intervento e prevenzione da attuare sul territorio nazionale, la questione sarebbe stata discussa in sede di Comitato fitosanitario nazionale;

   in questo ultimo periodo la situazione si sta aggravando ulteriormente in quanto gli andamenti climatici discontinui e le ultime ondate di caldo sottopongono a «stress» le popolazioni di abete rosso, con la crescita della mortalità degli alberi in piedi per il diffondersi del bostrico, con il grave rischio di arrivare ad un'assenza quasi totale dello stesso nelle foreste alpine italiane –:

   se e quando siano state dibattute nel Comitato fitosanitario nazionale le questioni inerenti alle strategie integrate di intervento e prevenzione al bostrico e quali siano state le conclusioni alle quali si è arrivati per impedire che nel breve termine le foreste italiane, in particolare del Triveneto, si spoglino dell'abete rosso a causa degli attacchi di bostrico.
(3-02448)


   INCERTI, AVOSSA, CAPPELLANI, CENNI, CRITELLI, FRAILIS, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la prospettiva per la nuova agricoltura è legata indissolubilmente allo sviluppo di pratiche agricole sostenibili e al sostegno degli agricoltori impegnati ogni giorno a tutelare la biodiversità e a salvaguardare il paesaggio;

   l'accesso al cibo sano e la sicurezza alimentare sono al centro del dibattito internazionale. Gli agricoltori assumono un ruolo fondamentale nella produzione di prodotti alimentari salutari e rispettosi dell'ambiente;

   gli imprenditori e gli operatori delle filiere vanno sostenuti nel percorso di innovazione dei processi di produzione, al fine di poter utilizzare al meglio nuovi strumenti tecnologici e digitali;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenterà un'occasione fondamentale se si sarà in grado di sostenere e rafforzare la competitività del nostro sistema agroalimentare italiano, migliorando nel contempo la sostenibilità dei processi produttivi agricoli;

   con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, secondo quanto annunciato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, prende avvio il cambio di paradigma dell'intero settore agroalimentare nazionale. Gli stanziamenti principali diretti per il settore agricolo, a cui si affiancano altri progetti condivisi con altri Ministeri, sono infatti i seguenti:

    a) 800 milioni di euro per la logistica;

    b) 1,5 miliardi di euro per il cosiddetto agrisolare;

    c) 500 milioni di euro per l'ammodernamento delle macchine agricole;

    d) 1,2 miliardi di euro, nel fondo complementare, per i contratti di filiera;

    e) 2 miliardi di euro per lo sviluppo delle produzioni e delle tecnologie inerenti il biogas e il biometano;

    f) 880 milioni di euro per gli invasi e il sistema irriguo –:

   quali orientamenti il Ministro interrogato stia assumendo rispetto alle linee strategiche di utilizzo delle risorse indicate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per rafforzare la competitività e la sostenibilità del comparto agroalimentare italiano.
(3-02449)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   CAVANDOLI e TOMBOLATO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con atto di sindacato ispettivo n. 4-06402 gli interroganti richiamavano l'attenzione dei Ministri interrogati circa la chiusura al pubblico dell'ufficio territoriale dell'Agenzia delle entrate di Borgo Val Di Taro (PR);

   la chiusura dell'ufficio, avvenuta provvisoriamente nel marzo 2020 a causa del Coronavirus, ha comportato gravi disagi per le popolazioni locali e per il tessuto economico del territorio delle Valli de Taro e del Ceno che dovevano recarsi all'ufficio dell'Agenzia delle entrate di Parma, ad oltre 70 chilometri di distanza. Non sono mancate le manifestazioni di dissenso da parte dei residenti con richiesta di intervento anche alla regione Emilia-Romagna;

   il sito internet agenziaentrate.gov.it riporta che «dal 2 aprile, fino al termine dell'emergenza sanitaria, lo sportello è chiuso. Al termine dell'emergenza sanitaria saranno ripristinati i consueti orari d'apertura», mentre, a quanto consta all'interrogante, un cartello scritto a mano e affisso all'ingresso aggiunge l'invito a rivolgersi all'ufficio di Parma;

   a parere degli interroganti, come già evidenziato dal precedente atto di sindacato ispettivo, la chiusura della sede comporta gravi disagi per i residenti nel Comune di Borgotaro e nell'Unione montana dei comuni delle Valli del Taro e del Ceno che si trovano da quasi un anno e mezzo privati di un servizio di prossimità fondamentale; a ciò si aggiunge il dubbio che la perdurante chiusura dell'ufficio possa non essere temporanea ma prodromica alla definitività –:

   se non ritengano di adottare, in tempi rapidi le iniziative di competenza volte a garantire il regolare svolgimento del servizio di apertura al pubblico dell'ufficio territoriale delle Agenzia delle entrate di Borgo Val Di Taro e così dare continuità e piena operatività ad un servizio importantissimo per il vasto territorio delle Valli del Taro e del Ceno.
(4-10026)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BOND. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   a maggio 2021, la Corte dei conti ha bloccato la sperimentazione del vaccino anti COVID-19 ReiThera, in quanto il decreto relativo allo schema di investimento è stato ritenuto illegittimo, e quindi ha deliberato di ricusare il visto a causa della previsione di utilizzo di una parte dei fondi per l'ampliamento di stabilimento produttivo;

   a seguito della suddetta decisione della Corte dei conti, i volontari che sono stati sottoposti alla vaccinazione si trovano quindi in una condizione in cui, se non vengono inseriti nell'anagrafe vaccinale, non potranno mai ottenere la certificazione «verde» di effettuata vaccinazione;

   i novecento italiani che si sono offerti come volontari per la sperimentazione di ReiThera, quello che avrebbe dovuto essere il vaccino italiano, restano quindi, per ora, senza green pass;

   chi si è sottoposto alla sperimentazione del farmaco italiano dovrà quindi fare il tampone per recarsi all'estero, perché la norma europea che regola la certificazione rilascia il documento solo a chi ha ricevuto AstraZeneca, Pfizer, Moderna e J&J;

   in pratica, questi volontari, avendo comunque avuto iniettato un vaccino non potranno farne un altro di quelli già approvati prima di un certo tempo. E dunque attualmente si ritrovano nello scomodo limbo di coloro che non hanno diritto al pass nonostante siano vaccinati;

   tra l'altro, il vaccino dimostra un'ottima risposta anticorpale: tre settimane dopo la prima dose il 93 per cento dei volontari ha sviluppato una protezione contro il virus che raggiunge il 99 per cento dopo la seconda somministrazione –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per dare rapida soluzione a quanto esposto in premessa, al fine di non penalizzare i tanti volontari che si sono sottoposti alla sperimentazione del vaccino anti COVID-19 ReiThera e che hanno dato un contributo importante alla ricerca italiana e al fine di includerli nell'anagrafe vaccinale italiana.
(5-06577)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SQUERI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge n. 13 del 2021, concernente la ripresa delle attività economiche, nel rispetto delle esigenze di contenimento dell'epidemia da COVID-19, prescrive che siano incentivate le operazioni di «sanificazione» finalizzate al contenimento del contagio e inoltre stabilisce che nelle imprese, negli esercizi commerciali, nei luoghi aperti al pubblico deve essere assicurata la sanificazione periodica dei locali;

   per sanificazione si intende (Rapporto Istituto superiore di sanità COVID-19) n. 12 del 2021) un «complesso di procedimenti e operazioni» di pulizia e/o disinfezione che comprende il mantenimento della buona qualità dell'aria;

   il medesimo rapporto Iss segnala, quanto alla trasmissione del virus, che oggi è necessario focalizzarsi «...più sulla via aerea piuttosto che attraverso il contatto con le superfici...; pertanto maggiore attenzione è richiesta per la sanificazione dell'aria ...»;

   sono da tempo in commercio dispositivi attivi nella riduzione della carica batterica e virale nell'atmosfera degli spazi chiusi. Una delle tecnologie più promettenti, efficaci ed ecologiche per la sanificazione indoor è la fotocatalisi, da tempo testata nel settore aerospaziale. C'è poi la ionizzazione (o elettrificazione) dell'aria a plasma freddo o temperato. Si tratta di prodotti utilizzabili senza rischi anche in presenza, al contrario, dei sistemi a ozono o con le lampade germicide a flusso UV;

   correttamente il Ministero della salute, con la circolare prot. 42343 dell'11 giugno 2021 della Direzione generale dei dispositivi medici, ha negato che tali prodotti possano essere registrati come dispositivi medici;

   con decreto direttoriale del 7 ottobre 2020, dell'ufficio I/Affari generali era stata concessa una autorizzazione in deroga, ex-articolo 55, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 528/2012 sui biocidi che riguardava anche i prodotti in attesa di registrazione dell'ente europeo Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) della durata di 180 giorni, non rinnovabile;

   per taluni dei prodotti sopra citati sono in corso le registrazioni come biocida, ai sensi del citato regolamento (UE) n. 528/2012. Come è noto l'Echa, demanda all'Autorità sanitaria nazionale la verifica dell'effettiva capacità di tali prodotti ad abbattere le cariche virali;

   poiché tali verifiche non hanno avuto ancora esito, questi prodotti sono venduti come «dispositivi di sanificazione» equiparabili agli elettrodomestici. È evidente come questa definizione ne sminuisca la possibile portata sanitaria e ne precluda la possibilità di essere utilizzati per mettere in sicurezza anche luoghi come scuole e ospedali;

   è necessario implementare gli strumenti di difesa della salute pubblica, anche in considerazione del possibile approssimarsi di una nuova ondata pandemica –:

   se non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza al fine di accelerare i procedimenti di verifica e registrazione come biocida dei dispositivi per la sanificazione dell'aria, per i quali è stata presentata anche richiesta di registrazione presso l'Echa.
(4-10023)


   BIANCHI, ZOFFILI e FORMENTINI. — Al Ministro della salute, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. — Per sapere – premesso che:

   continuano a susseguirsi le segnalazioni di cittadini italiani che hanno ricevuto la somministrazione all'estero di un vaccino anti-SARS-CoV-2 autorizzato dall'Agenzia europea per i medicinali (Ema – European Medicines Agency) e che, ciononostante, non riescono a scaricare la certificazione verde COVID-19 di cui all'articolo 9 del decreto-legge n. 52 del 2021, valida come EU digital COVID certificate a partire dal 1° luglio 2021;

   con circolari in data 29 e 30 luglio 2021, il Ministero della salute ha finalmente disciplinato, con un ritardo peraltro di diverse settimane rispetto alla tabella di marcia programmata, le condizioni in presenza delle quali le certificazioni rilasciate negli Stati terzi – rectius, in alcuni Stati terzi – sono riconosciute come equipollenti a quelle di cui all'articolo 9 del citato decreto-legge n. 52 del 2021;

   in particolare: la circolare del 29 luglio 2021 ha previsto che: «le certificazioni rilasciate dalle autorità sanitarie del Canada, Giappone, Israele, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord (...) e Stati Uniti d'America sono riconosciute come equivalenti a quelle di cui all'articolo 9, comma 2, lettere a), b) e c) del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52»; la successiva circolare del 30 luglio 2021 ha elencato i contenuti minimi che le certificazioni rilasciate dai suddetti Stati devono possedere ai fini del riconoscimento;

   si è quindi risolto, in parte, il problema relativo all'equipollenza delle certificazioni rilasciate dagli Stati terzi, almeno di quelli menzionati nelle circolari sopra citate;

   continuano a rimanere non disciplinate, invece, le modalità attraverso le quali i cittadini italiani vaccinati all'estero possono scaricare la certificazione verde, COVID-19 valida e usufruire così di tutti i servizi riservati ai possessori di green pass attraverso il codice QR, senza necessariamente dover dimostrare, ogni volta, l'equipollenza della propria certificazione in lingua straniera a quella italiana;

   secondo il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 giugno 2021 (articolo 5), la piattaforma DGC dovrebbe mettere a disposizione degli utenti un «apposito modulo online» per consentire il caricamento dei dati relativi alle vaccinazioni effettuate all'estero dai cittadini italiani, ai fini del successivo rilascio delle certificazioni verdi COVID-19 «secondo modalità stabilite con circolare congiunta del Ministero della salute e del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale»;

   ad oggi, tuttavia, a pochi giorni dall'entrata in vigore delle disposizioni sull'obbligo di green pass di cui al decreto-legge n. 105 del 2021, l'apposito «modulo online» per il caricamento delle vaccinazioni estere non è disponibile, così come non si hanno notizie della «circolare congiunta» del Ministero della salute e del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, salvo la pubblicazione di alcuni stralci di essa da parte del quotidiano Repubblica;

   i ritardi ingiustificati nell'attivazione della procedura necessaria ai fini del rilascio delle certificazioni verdi COVID-19 in favore dei cittadini italiani vaccinati all'estero sono fonte di gravi pregiudizi, anche e soprattutto in vista delle festività estive che vedono normalmente il rientro di migliaia di connazionali dall'estero. A far data dal 6 agosto, infatti, i cittadini in questione dovranno esibire certificazioni in lingua straniera per accedere a servizi e attività basilari, con problematiche non trascurabili anche sotto il profilo della loro verifica da parte dei gestori delle attività e dei servizi stessi, peraltro soggetti a sanzione in caso di mancato controllo del green pass –:

   se non ritengano di adottare con la massima urgenza la «circolare congiunta» che dovrebbe disciplinare il rilascio delle certificazioni verdi COVID-19 in favore dei cittadini italiani vaccinati all'estero, con vaccino anti-SARS-CoV-2 autorizzato dall'Agenzia europea per i medicinali, attivando contestualmente il modulo online per il caricamento dei dati sulla piattaforma DGC.
(4-10030)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DE LUCA. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 784 del 1980, prima, e la legge n. 147 del 2013, poi, hanno previsto la realizzazione di un programma di metanizzazione del Mezzogiorno attraverso la concessione di contributi in conto capitale e in conto interessi. In applicazione della suddetta previsione normativa, con delibera C.i.p.e. del 28 gennaio 2015, pubblicata in data 18 giugno 2015, sono state dettate le norme di attuazione degli interventi e, in particolare, sono stati affidati al Ministero dello sviluppo economico l'attuazione e il controllo per la parte tecnica e al Ministero dell'economia e delle finanze per la parte economica;

   nel 2016, il Ministero dello sviluppo economico ha avviato la predisposizione delle dovute istruttorie tecniche da inoltrare al Ministero dell'economia e delle finanze ai fini dell'adozione dei relativi decreti di finanziamento;

   in data 21 dicembre 2017, è stato sottoscritto un accordo di programma tra il Ministero dello sviluppo economico e la Regione Campania avente ad oggetto «Intervento di metanizzazione del Cilento» e, in conformità al suddetto A.d.P., (art. 3) è stato costituito un gruppo tecnico di lavoro congiunto Ministero dello sviluppo economico/Regione Campania con il compito di individuare comuni da metanizzare;

   la copertura finanziaria di tale intervento è garantita, per lo più, da un finanziamento a valere sulle risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2014/2020;

   per la gran parte dei progetti previsti si è reso necessario attivare il procedimento di valutazione di impatto ambientale (sin dal 2017) e detto procedimento è stato definito solo nel mese di luglio 2021;

   a causa del pensionamento del personale, dirigente e funzionario, il Ministero dello sviluppo economico ha perso la struttura operativa tenuta agli adempimenti relativi al progetto di metanizzazione e, nel tentativo di superare le difficoltà dovute a tale circostanza, il Ministero dello sviluppo economico ed il Ministero dell'economia e delle finanze hanno sottoscritto apposito accordo al fine di trasferire alla Regione Campania la gestione tecnico-amministrativa del completamento del programma di metanizzazione relativo ai comuni interessati;

   ad oggi, nonostante siano stati individuati i concessionari, definiti i progetti e impiegate risorse all'uopo destinate, il processo di trasferimento delle competenze alla Regione Campania non si è ancora concluso e una vasta area della stessa Regione si vede inibita la realizzazione di una importante infrastruttura –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intendano assumere al fine di rendere noti i tempi di completamento del processo di trasferimento delle competenze tecnico-amministrative alla Regione Campania ovvero, in alternativa, con quali modalità e termini i suddetti Ministeri intendano rendere immediatamente cantierabile l'«Intervento di metanizzazione del Cilento», chiarendo, oltre a ciò, i tempi di realizzazione assegnati ai concessionari a decorrere dalla conclusione dei procedimenti amministrativi presupposti.
(5-06578)

Apposizione di firme ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Versace n. 5-06550, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 1° agosto 2021, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Occhiuto, D'Attis, Labriola, Giannone, Giacometto, Aprea, Rossello, Rotondi, Saccani Jotti, Polidori, Anna Lisa Baroni, Cassinelli, Mazzetti, Milanato, Torromino, Pentangelo, Palmieri, Zangrillo, Maria Tripodi, Sandra Savino, Porchietto, Battilocchio, Rosso, Spena, Marrocco, Siracusano, Cattaneo, Martino, Pittalis, Caon, Perego Di Cremnago, Novelli, Casino, Cannizzaro, Orsini.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Cirielli n. 4-10019 del 3 agosto 2021.