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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 13 luglio 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   Le Commissioni VI e X,

   premesso che:

    in Italia, diversamente dal resto d'Europa, le agenzie di assicurazione costituiscono da sempre, non soltanto una rete commerciale, ma un caposaldo culturale e sociale sia nelle città che, soprattutto, nei piccoli centri, dove rappresentano un punto d'incontro e di confronto con le persone, le famiglie e le piccole imprese sul territorio;

    le agenzie di assicurazione, di qualsiasi dimensione, sono quella infrastruttura sociale il cui rilievo è dimostrato dalla funzione di servizio e sostegno per la realizzazione e la sicurezza di quelle basilari attività che costituiscono il tessuto economico del nostro Paese;

    come noto, la copertura dei rischi non può prescindere dalla conoscenza dei bisogni, dallo scambio di informazioni e consigli, dal confronto sui progetti, che alimentano la crescita culturale, sociale ed economica nei territori;

    il comparto delle agenzie di assicurazione interessa conta circa 20.000 agenti generali, a cui fanno riferimento circa 80.000 dipendenti e quasi 200.000 subagenti iscritti nella sezione E del registro unico degli intermediari, quelli che ripetono il mandato dalle agenzie di assicurazione e non direttamente dalle compagnie;

    in Italia le agenzie di assicurazione in meno di 10 anni hanno ridotto il loro numero di circa il 25 per cento: dal 2012 al 2019 sono spariti dalle nostre città oltre 10.000 agenti e la pandemia potrebbe rafforzare una tendenza già presente. Infatti, la crisi causata dall'emergenza epidemiologica COVID-19 ha colpito in modo particolare i settori del commercio, della ricezione e della ristorazione, tutti settori in cui è presente l'attività delle agenzie di assicurazione e per i quali esse rappresentano una leva fondamentale per la futura ripartenza;

    i dati presentati in diversi studi evidenziano che alcune cause possono essere individuate nelle politiche di «accorpamento» delle compagnie che lasciano intravedere l'intento di scoraggiare i piccoli intermediari per realizzare realtà più concentrate, nonché nella digitalizzazione, sempre più utilizzata dalle compagnie per promuovere prodotti altamente digitalizzati e standardizzati. A concorrere all'indebolimento delle agenzie ha indubbiamente concorso una regolamentazione dell'Autorità di controllo che moltiplica gli adempimenti burocratici a carico degli agenti e degli utenti;

    nonostante le gravi difficoltà le agenzie di assicurazione detengono ancora l'80 per cento del mercato italiano, con una raccolta dell'84 per cento dei premi per la responsabilità civile auto ed il 79 per cento dei rami danni del mercato italiano, a testimonianza del consolidato rapporto di fiducia tuttora esistente tra gli intermediari professionisti e i propri clienti;

    questa presenza fondamentale sul mercato, confermata negli anni dalla fiducia dei consumatori, sta subendo una radicale modificazione a seguito di numerosi provvedimenti e regolamenti emanati dall'Ivass (Autorità di controllo del mercato assicurativo) e a seguito di alcune recentissime, preoccupanti iniziative messe in campo dalle stesse compagnie di assicurazione a danno della garanzia di intermediazione offerta dagli agenti di assicurazione verso i clienti consumatori;

    in particolare, gli interventi successivi e reiterati da parte dell'Ente di vigilanza, con particolare riguardo ad alcune tematiche, hanno finito per gravare sulla figura degli agenti, inserendo elementi di complessità che hanno finito per danneggiarne la professionalità;

    il regolamento 45/2020 e il provvedimento 97/2020 dell'Ivass entrati in vigore il 31 marzo 2021, hanno riversato sulla categoria innumerevoli oneri amministrativi, capaci nella loro mole e nella loro modalità di mettere in serio pericolo la qualità e il ruolo professionale degli agenti verso i consumatori. Ci si riferisce nello specifico, agli obblighi posti a carico degli agenti di dover sempre segnalare alle imprese tutti i rapporti di collaborazione intrattenuti con altri intermediari, vanificando i precetti e le libertà della legge n. 221 del 2012, che ha sancito l'autonomia degli intermediari assicurativi e il superamento degli ostacoli che limitavano questa grande libertà. L'interpretazione data dall'Ivass ad avviso dei firmatari del presente atto non è sorretta da alcuna norma legislativa o comunitaria (direttiva IDD), anzi le smentisce, in quanto pone a carico dell'intermediario obblighi tanto pressanti e condizioni tanto vessatorie da rendere improponibile la sopravvivenza di coloro che sono meno strutturati o che non hanno capacità di spesa per consulenze e gestionali di ogni tipo. Inoltre, rimane la spada di Damocle di un ricorso in cui l'agente di assicurazione non possa difendere il suo operato. In questa situazione tutto il mercato distributivo sarà assoggettato secondo lo schema del prodotto Pog, ad un invasivo e pressante controllo delle imprese volte così a diminuire, certo non ad ampliare, il livello di concorrenza con altri competitor sul mercato, riducendo ampiamente l'autonomia professionale dell'agente di Assicurazione;

    tale circostanza compromette inevitabilmente la possibilità prevista nella legge n. 40 del 2007 che ha posto il divieto di esclusiva nel ramo danni al fine di proteggere la libertà professionale degli intermediari, sollecitandoli a rapporti di plurimandato per risultare più esaustivi e interessanti nella loro funzione sociale. Il controllo assoluto e circostanziato da parte di ogni compagnia assicurativa delle collaborazioni in capo ad un agente mandatario, inevitabilmente spingerà gli agenti di assicurazione ad operare non più come plurimandatari ma tornare al vecchio schema di monomandatari a tutto danno degli interessi dei clienti consumatori;

    a questo proposito giova rilevare che il Tribunale amministrativo regionale per il Lazio ha accolto con sentenza 23 giugno 2021 il ricorso proposto da Sna per l'annullamento del provvedimento Ivass n. 97 del 4 agosto 2020 e, specificamente, delle tre distinte previsioni contenute all'articolo 4 nella parte in cui modificano, rispettivamente, gli articoli 42, 56 e 58 del regolamento Ivass n. 40/2018, che recano le disposizioni riguardanti i nuovi obblighi, a carico degli intermediari, di comunicazione o pubblicazione dell'esistenza di collaborazioni orizzontali, oltre che l'obbligo di consegnare, prima della stipula del contratto, una dichiarazione di coerenza del prodotto con le esigenze dell'assicurato. Le disposizioni volte a ampliare gli obblighi di comunicazione e pubblicazione dell'esistenza di collaborazioni orizzontali e tali, a giudizio dei ricorrenti, da rendere meno efficiente la concorrenza sul mercato dei prodotti assicurativi, vengono annullate «sia per vizi procedimentali, derivanti dal mancato rispetto del contraddittorio infraprocedimentale, sia per profili sostanziali, con riferimento alla ritenuta estraneità dei detti obblighi alla previsione di cui all'articolo 22 del decreto legislativo n. 179 del 2012 (che ha introdotto nell'ordinamento la possibilità di stipulare accordi di collaborazione orizzontale) e alla stessa normativa europea alla quale Ivass ha inteso adeguarsi, nonché in considerazione del fatto che in nuovi adempimenti introdotti risulterebbero contrasto con il principio di proporzionalità», si legge nella sentenza;

    la disposizione volta a istituire l'obbligo, prima della stipula del contratto di assicurazione, di consegnare un documento attestante la congruità del prodotto assicurativo offerto, viene a sua volta annullata «in quanto tale da introdurre un adempimento burocratico non previsto dalla norma primaria, non utile all'assicurato e non proporzionato all'oggetto di un'ampia serie di contratti di assicurazione»;

    anche la recentissima riforma proposta dall'Ivass sullo Schema di regolamento Ivass recante disposizioni relative alla realizzazione del Nuovo preventivatore r.c. auto, (Documento di consultazione n. 3/2021) aggraverà enormemente di oneri le agenzie, prevedendo addirittura tra le nuove disposizioni un questionario a carico dei clienti e un censimento dell'intermediario sui collaboratori e dipendenti interni delle agenzie), il tutto avendo già previsto «uno sforzo organizzativo e costi per gli intermediari a tutto vantaggio dell'efficienza» (da relazione IVASS). Come se aumentare la massa cartacea e sottoporre a obblighi meramente burocratici ripetuti all'infinito, possa risultare di qualche aggiuntiva garanzia per alcuno;

    questo contesto, va fatta chiarezza verso i consumatori, attuando con assoluta trasparenza e corretto beneficio per il mercato assicurativo una urgente modifica legislativa relativa alla composizione della stessa Authority; oggi infatti il Presidente dell'Ivass è il direttore generale della Banca d'Italia. È sua la proposta di nomina dei consiglieri, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico; lo stesso direttorio integrato è costituito dal Governatore della Banca d'Italia, dal direttore della stessa Banca d'Italia, dai 3 vice direttori generali della Banca d'Italia e dai 2 consiglieri dell'Istituto (come sopra definiti). Di provenienza bancaria è anche il segretario generale Ivass. Tale composizione che vede la totale esclusione di rappresentanze del comparto assicurativo può ingenerare dubbi e perplessità nel mercato assicurativo e nella stessa clientela, vedendo come il massimo organo di controllo sia totalmente organico al sistema bancario e non al sistema assicurativo. Nessun dubbio sulla serietà dei soggetti indicati nei ruoli, ma le circostanze di trasparenza obbligano ad avere garanzia di conoscenza del settore di cui trattasi, proprio al fine di procedere con piena consapevolezza delle conseguenze sul mercato assicurativo delle decisioni adottate. Appare rilevante che questi ruoli pur così diversi tra l'Autorità di vigilanza Ivass e la Banca d'Italia si sovrappongano. Tali Autorità indipendenti e separate hanno giuridicamente finalità diverse e interessi che meritano norme più consone alla loro presidenza, come ad esempio quella che i soggetti vigilati abbiano titolo per eleggere il Presidente dell'Autorità indipendente;

    si affaccia infine sul mercato assicurativo italiano una «sperimentazione» societaria che appare per gli agenti di assicurazione e per le stesse associazioni dei consumatori un'iniziativa inquietante, rompendo i princìpi stessi su cui si fonda l'IDD, ovvero la distinzione netta e chiara tra produttore (compagnia di assicurazioni) e distributore (intermediario assicurativo). 2 ruoli separati e distinti che se mescolati, pongono l'evidenza di un grave conflitto di interesse a sfavore dell'utente finale ovvero i Consumatori. Nella crisi determinata dalla pandemia da COVID-19 e più in generale per le difficoltà registrate da molti agenti di assicurazione, un'impresa multinazionale Allianz Assicurazioni conclude con gli agenti una intesa volta a rilevare il 51 per cento del capitale delle società agenziali, demandando il 49 per cento agli agenti superstiti. Tale azione chiamata «Progetto 51» è stata voluta dalla Compagnia Allianz per azzerare l'autonomia professionale e d'assistenza svolta dall'agente nei confronti dei propri clienti-consumatori, in quanto inevitabilmente la nuova politica commerciale che nasce da questa distorsione del sistema, verrà condizionata pesantemente dalle politiche e dalle scelte del soggetto Produttore ovvero la stessa compagnia di assicurazione, proprietaria di fatto dell'agenzia, che anteporrà le sue volontà ed esigenze a quelle del cliente. Si tratta quindi di un modello distributivo nuovo, sistematico e mai visto nel mercato assicurativo italiano, che secondo i firmatari del presente atto cancellerà la concorrenza così come conosciuta, impedirà ogni sviluppo del plurimandato agenziale, una sostanziale chiusura delle collaborazioni tra intermediari. Si è di fronte ad una serie di gravi e improponibili interventi che paiono collegati e volti a rendere ingabbiato l'intero mercato, secondo logiche che impediscono «de facto» libertà e indipendenza degli Agenti di assicurazione, grazie alle scelte e alle interpretazioni di Ivass e da ultimo di preoccupanti manovre volte ad incidere sulla leale concorrenza del mercato assicurativo, a tutto danno dei consumatori italiani,

impegnano il Governo:

   ad individuare e adottare ogni iniziativa utile per la necessaria modifica normativa, legislativa e regolamentare, in riferimento a quanto evidenziato in premessa con la finalità di una reale semplificazione delle incombenze a carico degli agenti di assicurazione, per garantire l'operatività, la funzionalità e la professionalità delle agenzie nonché un'autentica tutela assoluta degli interessi del cliente consumatore;

   ad adottare iniziative per prevedere, entro ed oltre l'ambito del previsto prossimo disegno di legge sulla concorrenza, linee d'intervento e specifiche misure che – in coerenza con le normative primarie europee sulla distribuzione assicurativa (IDD), e in linea con gli obiettivi di potenziamento della coesione sociale e del territorio, di perseguimento della libera iniziativa imprenditoriale e di impegno in favore dei giovani che si avvicinano alla professione – supportino il mantenimento del modello italiano di pluralismo distributivo, ossia la capacità di trasformazione e ripartenza delle agenzie di assicurazione italiane che costituiscono quell'immenso valore economico e sociale che i consumatori continuano ad apprezzare e preferire.
(7-00697) «Alemanno, Martinciglio, Sut, Scanu, Masi, Carabetta, Orrico, Nardi, Zardini, Gavino Manca, Bonomo».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   PEZZOPANE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il Ministero della transizione ecologica (MiTE) ha emesso il bando Parchi per il clima 2021 il 14 giugno 2021 e ha stanziato 80 milioni di euro per la realizzazione delle attività correlate a valere sui fondi delle aste Ets;

   si apprende da fonti di stampa che i fondi già impegnati per tale programma sono stati improvvisamente dirottati per la copertura del decreto-legge n. 99 del 30 giugno 2021 e, in particolare, per il fondo destinato al contenimento degli aumenti delle bollette energetiche;

   ove ciò fosse confermato si tratterebbe di una scelta clamorosa e dolorosa per i parchi nazionali e le aree marine protette, in prima fila nella battaglia per la tutela della biodiversità e della sostenibilità, e un clamoroso paradosso per cui fondi destinati al contenimento dei mutamenti climatici verrebbero dirottati a sostegno dei combustibili fossili, che sono la causa dell'incremento del prezzo dell'energia;

   si rileva, inoltre, che in merito ai citati fondi il Ministero si era mosso con largo anticipo, coinvolgendo ed attivando gli enti parco e le aree marine protette. A tal proposito, risulta all'interrogante che il 1° giugno 2021 si è svolta una riunione plenaria durante la quale sono state tracciate le linee di intervento per il 2021 per le azioni di contrasto ai cambiamenti climatici nelle aree protette. Da quella data, per un mese, amministratori e tecnici dei parchi hanno lavorato per preparare documenti e schede, sono stati incontrati amministratori locali, associazioni, esperti;

   tutto il lavoro di programmazione che si è svolto rischia adesso di essere vanificato ove fosse confermato che i fondi previsti sono stati effettivamente dirottati su altra voce di spesa;

   nel Piano nazionale di ripresa e resilienza il Governo ha destinato lo 0,04 per cento dei fondi per aree protette e si è registrata nei giorni scorsi l'ennesima apertura di una procedura d'infrazione in campo ambientale ed in particolare sulla biodiversità, relativamente ad inadempienze inerenti alla direttiva «habitat» –:

   tenuto conto degli elementi riportati in premessa e ritenendo aree protette e biodiversità materie rilevantissime per l'Italia, quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare per garantire che il programma Parchi per il clima resti finanziato con la sua dotazione originaria, data la grande rilevanza delle attività collegate e il ruolo centrale delle aree protette nella lotta agli sconvolgimenti climatici e nell'impegno comune per la transizione ecologica.
(5-06394)


   COSTANZO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 7 luglio 2021 la Commissione giustizia della Camera ha dato parere favorevole, con osservazioni, al decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, rubricato «Misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali»;

   la prima osservazione riportata nel documento citato, rivolta alla Commissione bilancio che esamina il provvedimento in sede referente, era volta a suggerire l'introduzione di una disposizione per interrompere la sospensione prevista dall'articolo 40-quater del decreto-legge n. 41 del 2021 delle procedure ingiuntive di rilascio degli immobili (sfratti) per quei provvedimenti la cui morosità si sia verificata prima del 28 febbraio 2020;

   sul punto, il Sottosegretario di Stato Francesco Paolo Sisto fa presente che «le osservazioni proposte dal collega Pittalis sono di grande attualità, preannunciando che sulla materia è allo studio un intervento normativo d'urgenza» –:

   quale sia l'intervento normativo d'urgenza indicato in premessa e quali iniziative, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano adottare per tutelare i proprietari di immobili oggetto di provvedimenti contenenti l'ingiunzione di rilascio da parte dei locatari.
(5-06397)

Interrogazione a risposta scritta:


   BUCALO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'attività eruttiva dei crateri sommitali dell'Etna oltre agli intensi episodi parossismi del 16 febbraio e del 7 marzo 2021, che hanno provocato ingenti danni alla viabilità, alle abitazioni, alle aziende e, soprattutto, alle culture, continua in maniera incessante;

   il 4 luglio del 2021, l'Etna si è reso protagonista del 44esimo parossismo dall'inizio dell'anno: prima l'attività stromboliana, poi le fontane di lava alte diverse centinaia di metri e ad accompagnare questa fase, ancora una volta una copiosa emissione di cenere lavica, che ancora una volta si è riversata su tutto il territorio circostante, continuando a mettere a dura prova i comuni, i quali devono poi rimuoverla dalle strade e trasportarla in aree di stoccaggio apposite, con costi che pesano molto sulle casse degli enti pubblici, oltre a pregiudicare la qualità di vita degli abitanti e l'intera economia di alcune decine di comuni interessati;

   a tal proposito, si evidenzia che è stato accolto nella seduta n. 511 di mercoledì 19 maggio 2021 l'ordine del giorno 9/03099/032 che impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere un fondo straordinario, con una dotazione di due milioni di euro per l'anno 2021, per il ristoro parziale a copertura delle spese sostenute dai comuni interessati dall'attività eruttiva dei crateri dell'Etna, un contributo a fondo perduto per tutte le imprese del settore agricolo che operano nel perimetro dell'area colpita dai fenomeni parossistici, oltre al riconoscimento di un credito d'imposta al 100 per cento a valere sulla dichiarazione dei redditi 2021 per privati e partite Iva per le spese di pulizia di tetti, grondaie e superfici di pertinenza privata;

   possono risultare molto pericolosi per la salute dei cittadini la radioattività della cenere e la penetrazione di metalli pesanti nelle falde acquifere utilizzate anche come acqua potabile –:

   quali iniziative tempestive ed immediate intenda adottare il Governo per mantenere gli obblighi assunti;

   se il Ministro della salute ritenga necessario predisporre, per quanto di competenza, uno studio sui potenziali rischi per la salute prodotti dalla cenere vulcanica dell'Etna, al fine di tutelare la salute dei cittadini dei comuni interessati.
(4-09791)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta immediata:


   NAPOLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   è di qualche giorno fa la notizia della richiesta avanzata dal procuratore di Agrigento al Ministro della giustizia di autorizzazione ad aprire un fascicolo contro la Guardia costiera libica per il tentativo compiuto il 30 giugno 2021 di affondamento di un barcone carico di migranti, tentativo per fortuna andato a vuoto;

   sarebbe necessario conoscere il reale utilizzo dei finanziamenti che il Governo italiano eroga alla Guardia costiera libica e gli effettivi destinatari;

   le cronache riferiscono di una Guardia costiera libica inesistente e quindi sedicente, trattandosi in realtà, secondo l'interrogante, di bande criminali impegnate nel controllo del traffico di esseri umani;

   la stessa Guardia costiera è a guardia dei cosiddetti campi profughi, veri e propri lager nella realtà, e non si conosce esattamente agli ordini di chi risponda –:

   se il Governo non intenda sospendere i finanziamenti alla Guardia costiera libica in attesa di un chiarimento del quadro politico in quel Paese.
(3-02396)


   LOLLOBRIGIDA, MELONI, DELMASTRO DELLE VEDOVE, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il Ministro degli esteri pakistano ha confermato, il 9 giugno 2021, che dall'ambasciata italiana di Islamabad in Pakistan sono stati trafugati mille adesivi per i visti Schengen che aprono le porte a 26 Paesi europei;

   la notizia è stata confermata dall'ambasciatore italiano Andreas Ferrarese che, interpellato dalla stampa, ha affermato che «c'è stato un ammanco. Abbiamo individuato l'assenza grazie a controlli periodici e regolari che facciamo. E una volta accertata, abbiamo subito informato l'autorità giudiziaria italiana, tutti i partner Schengen, le autorità di frontiera e quelle del Paese ospite per far sì che si potessero prendere tutte le misure precauzionali per limitare il danno»;

   il Pakistan è undicesimo nella classifica dei Paesi con il più alto tasso di visti Schengen negati;

   è fatto notorio che in Pakistan siano particolarmente attivi, radicati e diffusi gruppi integralisti islamici che potrebbero usufruire dei visti per consentire a numerosi terroristi di far ingresso indisturbati in Europa;

   l'accaduto preoccupa e sconcerta sul fronte della sicurezza, al punto che se ne sta occupando Eurojust, l'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione in materia di giustizia penale e di contrasto alla criminalità organizzata internazionale e al terrorismo internazionale;

   in effetti quanto accaduto, per quanto sia sconcertante a prescindere, assume tratti inquietanti se solo si considera che il Pakistan è considerato tradizionalmente un «hub del terrorismo islamico»;

   poiché nessuno può entrare in ambasciata senza un permesso speciale, quanto accaduto rappresenta certamente una falla nel sistema di sicurezza –:

   se sia stata disposta, alla data odierna, un'indagine interna sull'accaduto o se si intenda disporla e quali siano i protocolli di sicurezza adottati per impedire, soprattutto ad eventuali terroristi, di poter utilizzare gli adesivi per i visti Schengen trafugati.
(3-02397)

AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   con la legge 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di bilancio 2021) si è disposto, ai commi da 91 a 94 dell'articolo 1, l'istituzione di un fondo con una dotazione di 4 milioni di euro per l'anno 2021, al fine di garantire la tutela e la valorizzazione delle aree di particolare interesse geologico o speleologico, nonché di sostenerne lo sviluppo e la gestione ambientalmente sostenibile e di promuoverne la fruizione pubblica;

   come specificato dal comma 92 dello stesso articolo, il fondò è volto in particolare al finanziamento, in favore dei complessi carsici a vocazione turistica, degli interventi di riqualificazione e di adeguamento degli impianti di illuminazione ordinaria, di sicurezza e multimediale, sia di superficie che degli ambienti sotterranei aperti alla fruizione pubblica, anche mediante la sostituzione e il rinnovo degli stessi con tecnologie che garantiscano la sicurezza delle persone, l'efficienza energetica, la tutela dell'ambiente con l'eliminazione delle sorgenti inquinanti e la conservazione del patrimonio ipogeo;

   il comma 93, invece, dispone che il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, con proprio decreto ed entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, debba ripartire le risorse del suddetto fondo tra le regioni e le province autonome nel cui territorio siano presenti grotte naturali turistiche aventi le caratteristiche specificate al medesimo comma;

   a oltre sei mesi dall'entrata in vigore della legge, e dunque ben oltre il citato termine di trenta giorni, il Ministro interrogato non ha ancora emanato il decreto di ripartizione delle risorse, sebbene si apprenda che lo stesso dovrebbe aver già terminato la fase istruttoria per l'individuazione delle regioni in cui sono presenti siti con le caratteristiche richieste –:

   quali siano le ragioni per cui, a distanza di oltre sei mesi dall'entrata in vigore della legge 30 dicembre 2020, n. 178, e malgrado il suddetto termine di trenta giorni, il Ministro interrogato non abbia ancora provveduto ad adottare il decreto ad esso demandato per la ripartizione delle risorse del fondo istituito per la tutela e la valorizzazione delle aree di particolare interesse geologico o speleologico.
(5-06393)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GRIMALDI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio 2020, con l'articolo 1, commi 816 e seguenti, ha introdotto il canone unico che, dal 2021, sostituisce Tosap, Cosap, imposta comunale sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni, il canone per l'installazione dei mezzi pubblicitari e il canone per l'uso o l'occupazione delle strade, limitatamente alle strade di pertinenza dei comuni e delle province; tale canone è comprensivo di qualunque canone ricognitorio o concessorio previsto da norme di legge e dai regolamenti comunali e provinciali, fatti salvi quelli connessi a prestazioni di servizi;

   il canone di concessione per l'occupazione delle aree e degli spazi del demanio o del patrimonio indisponibile, destinati a mercati realizzati anche in strutture attrezzate, di cui ai commi da 837 a 847, nasce dall'esigenza di ridurre l'onere della tassazione sulle occupazioni di suolo pubblico a carico degli operatori commerciali, onere segnatamente aumentato negli anni per un'errata o distorta applicazione delle norme da parte di molti comuni italiani;

   il comma 838, in particolare, chiarisce che il canone di cui al comma 837, che opera sulle occupazioni poste in essere dagli ambulanti, si applica in deroga al comma 816; i comuni non sono pertanto sottoposti al vincolo di assicurare un gettito pari a quello conseguito con i canoni e i tributi sostituiti;

   il legislatore ha indicato le tariffe per tipologie di occupazione e ha previsto che i comuni e le città metropolitane adottino regolamenti attuativi per l'occupazione delle aree e degli spazi pubblici, ai sensi dell'articolo 52 del decreto legislativo n. 446 del 1997, senza disporre tariffe o modalità applicative in contrasto con la legge n. 160 del 2019;

   nei regolamenti già emanati molti comuni italiani prevedono nuove e più elevate tariffe, annullando di fatto il cosiddetto meccanismo del frazionamento orario;

   in contrasto con l'obiettivo di introdurre un canone unico patrimoniale, di fatto si sta realizzando un ingiustificato e spropositato aumento delle tariffe da applicare dal 1° gennaio 2022, dopo il periodo di esonero fino al 31 dicembre 2021 disposto dai provvedimenti adottati dal Governo per il periodo di emergenza –:

   se non ritenga opportuno adottare iniziative normative che introducano una disciplina univoca per tutti i comuni anche al fine di superare situazioni di contrasto tra fonti secondarie di livello locale e la legge istitutiva del canone unico patrimoniale.
(5-06395)

Interrogazione a risposta scritta:


   MURELLI e CAPITANIO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il rapporto annuale 2020 dell'Unità di informazione finanziaria per l'Italia ha registrato un incremento delle segnalazioni riguardanti truffe per il tramite di piattaforme estere attive nel trading online – spesso su prodotti finanziari complessi e criptovalute – che offrono i loro servizi a clientela caratterizzata da uno scarso grado di alfabetizzazione finanziaria, talvolta in assenza delle previste autorizzazioni/abilitazioni. La fattispecie è stata oggetto di attenzione anche alla luce delle possibili correlazioni con le misure restrittive introdotte per il contenimento del COVID-19;

   in particolare, si rileva che ulteriori analisi sono state incentrate sul fenomeno dell'acquisto/vendita di criptovalute mediante dispositivi Atm, installati presso i locali commerciali di società italiane che operano per conto di un Vasp estero. In tali casi, sui conti societari si rilevano consistenti versamenti di contante, non coerenti con il profilo economico dell'attività svolta (piccoli negozi al dettaglio), a cui seguono trasferimenti verso l'estero in favore del Vasp;

   tuttavia, in assenza di regole ad hoc, sottoporre le attività a controlli è arduo e ancora di più lo è far rispettare gli obblighi antiriciclaggio;

   secondo Chainalysis, società di consulenza del settore, nel 2020 circa 10 miliardi di dollari in criptovalute sono stati usati per attività illegali. La somma equivale allo 0,34 per cento delle transazioni totali (in un anno di crescita). Una fetta molto piccola, dunque, tuttavia significativa perché offre copertura per il pagamento di riscatti per ransomware, truffe e acquisti sul mercato nero;

   secondo la polizia tributaria la tecnica consiste nell'infiltrarsi in un business legittimo per creare un ecosistema sofisticato di riciclaggio basato sulle criptovalute. Sfruttare, quindi, le zone d'ombra del settore, comprese quelle degli Atm, satelliti minuscoli nella sconfinata galassia «cripto»;

   il nodo del problema rimane nazionale, dal momento che il regime europeo già prevede obblighi anche per le piattaforme di cambio di criptovalute;

   con il decreto legislativo n. 90 del 2017 e stato modificato l'articolo 17-bis del decreto legislativo n. 141 del 2010 mediante l'introduzione dei commi 8-bis e 8-ter, che prevedono l'iscrizione nel registro dei cambia valuta e attribuiscono al Ministero dell'economia e delle finanze il compito di stabilire modalità e tempistiche con cui i prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale saranno tenuti a comunicare la loro operatività sul territorio nazionale;

   a causa della mancata emanazione del decreto ministeriale, la sezione speciale del Registro dei cambiavalute dedicata ai prestatori di servizi per l'utilizzo di valuta virtuali non è ancora operativa;

   a parere degli interroganti l'Italia, però, sembra essere molto vulnerabile, dove non ci sono controlli effettivi per assicurarsi che tutti gli operatori rispettino le stesse regole, indispensabili soprattutto per la quantità di truffe e di illeciti che si consumano sia con sia senza i bitcoin –:

   quali iniziative intenda intraprendere il Ministro interrogato, per quanto di competenza, per controllare e gestire la diffusione di nuovi sistemi di pagamento digitali, alla luce di quanto evidenziato in premessa.
(4-09792)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   sulla base dei dati forniti dal Governo in risposta a diversi atti di sindacato ispettivo a prima firma dell'interpellante, su un totale di 7093 comuni, sono stati 4695 quelli che hanno inviato la relazione sui proventi derivanti da sanzioni per infrazioni al codice della strada relativi all'anno 2019;

   il Governo ha altresì comunicato che, nei confronti dei comuni inadempienti, erano state avviate specifiche istruttorie per il tramite delle prefetture competenti per ottenere chiarimenti sul mancato adempimento;

   rispondendo, da ultimo, all'atto di sindacato ispettivo 2-01261, sempre a prima firma dell'interpellante, il Governo ha fornito i dati circa le relazioni relative ai proventi dell'anno 2020, comunicando che 5829 comuni hanno inviato una relazione regolare, 582 hanno inviato una relazione non regolare e specificando che, nei confronti delle 2749 amministrazioni risultate inadempienti, sarà avviata una relativa istruttoria, come già avvenuto per le inadempienze relative alle relazioni riferite ai proventi dell'anno 2019 –:

   se il Governo non intenda fornire al Parlamento, come già da tempo richiesto dall'interpellante, le tabelle con i dati completi delle relazioni telematiche relative agli anni 2019 e 2020;

   entro quando saranno concluse le istruttorie attualmente in corso e quando il Governo intenda procedere, e attraverso quali modalità, all'applicazione delle sanzioni previste dal codice della strada, consistenti, come ricordato dal Governo stesso nella risposta al recente atto di sindacato ispettivo citato in premessa, in «quanto previsto dal comma 12-quater dell'articolo 142 del codice della strada, che dispone la riduzione del 90 per cento annuo nei confronti dell'ente che non trasmette la relazione».
(2-01277) «Baldelli, Pentangelo, Rosso, Sozzani».

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   PIZZETTI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, nella recente visita a Cremona, il 9 giugno 2021, durante la presentazione del «Piano Lombardia», ha dichiarato come riportato dal quotidiano La Provincia e da altre testate giornalistiche locali, che tra le questioni prioritarie da affrontare che interessano il territorio c'è quella legata alle linee ferroviarie a binario unico, come ad esempio la Cremona-Crema-Treviglio;

   durante il suo intervento, il presidente Fontana ha ricordato di aver affrontato il problema «già nel 2019 con i vertici di Rete Ferroviaria italiana» e ha proseguito dicendo che in quell'occasione l'amministratore delegato gli aveva assicurato investimenti nei raddoppi per 14 miliardi in 7 anni sulle linee lombarde. Ad oggi, conclude il presidente, nulla è cambiato, ma ha promesso che tornerà a interessarsi per capire se ci sono stati sviluppi;

   il progetto di raddoppio della linea ferroviaria Crema-Treviglio, considerando il grande interesse delle comunità locali, degli operatori economici e dei numerosi pendolari, rappresenta un'infrastruttura strategica per tutto il Nord Italia –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere, per quanto di competenza, per la realizzazione dell'opera di collegamento tra Crema e Treviglio.
(5-06398)


   ROSSO, SOZZANI e PENTANGELO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   in data 17 marzo 2021 l'interrogante ha discusso l'atto di sindacato ispettivo n. 5-05479, a sua prima firma, nel quale si chiedeva conto dello stato di attuazione dei commi 705 e 706 dell'articolo 1 della legge n. 178 del 2020, in materia di adeguamento delle tariffe per la revisione dei veicoli a motore e del cosiddetto bonus veicoli sicuri;

   il Governo, nella risposta all'atto sopra citato, ha fornito le seguenti informazioni: 1) il provvedimento attuativo del comma 705, in materia di adeguamento della tariffa delle revisioni era stato inviato, proprio quel giorno, al Consiglio di Stato per l'espressione del preventivo parere, trattandosi di decreto di natura regolamentare; 2) in merito allo schema di decreto ministeriale attuativo del comma 706, erano in fase di conclusione i lavori dell'apposita commissione costituita per l'elaborazione del decreto e l'individuazione di emissione e di rimborso dei buoni –:

   quale sia lo stato di attuazione delle misure riportate in premessa.
(5-06399)


   MACCANTI, RIXI, CAPITANIO, DONINA, FOGLIANI, FURGIUELE, GIACOMETTI, TOMBOLATO, ZANELLA e ZORDAN. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   da oltre due anni si attende l'emanazione dei decreti attuativi in materia di autoservizi pubblici non di linea (taxi e Ncc) necessari a completare una disciplina puntuale del settore che tuteli gli operatori regolari, già fortemente penalizzati dalla pandemia, dalla concorrenza sleale e dall'abusivismo;

   l'articolo 10-bis del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12, ha novellato la disciplina in materia di autoservizi pubblici non di linea, di cui alla legge-quadro 15 gennaio 1992, n. 21;

   l'articolo 11, comma 4, della legge-quadro n. 21 del 1992, per come modificato dall'articolo 10-bis del decreto-legge n. 135 del 2018, ha introdotto l'obbligo, per il solo servizio di Ncc, di compilazione e tenuta da parte del conducente di un foglio di servizio in formato elettronico, demandando la definizione dei dettagli a un decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, entro il 30 giugno 2019;

   il comma 3 dell'articolo 10-bis del decreto-legge n. 135 del 2018 ha previsto l'istituzione, presso il Centro elaborazione dati del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili un registro informatico pubblico nazionale delle imprese titolari di licenza per il servizio taxi e di quelle titolari di autorizzazione per il servizio di Ncc, demandando ad un decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili l'individuazione delle tecniche di attuazione e delle modalità di iscrizione al registro da parte delle imprese;

   il comma 8 del già citato articolo 10-bis ha demandato ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e del Ministro dello sviluppo economico, la disciplina dell'attività delle piattaforme tecnologiche di intermediazione tra domanda e offerta di autoservizi pubblici non di linea;

   a maggior ragione in un contesto economico che ha fortemente penalizzato il settore occorre fornire un quadro normativo chiaro e semplificato;

   nelle more dell'emanazione dei suddetti decreti rischiano di proliferare sacche di illegalità e abusivismo che non possono essere tollerate;

   tale indeterminatezza sta consentendo ad alcune piattaforme di intermediazione gestite da grandi multinazionali di mettere in atto iniziative di concorrenza sleale che penalizzano gli operatori del settore, scaricando i costi sui compensi dei conducenti –:

   se intenda fornire informazioni in ordine all'adozione, non più procrastinabile, dei decreti attuativi menzionati e quali ulteriori iniziative di competenza intenda adottare per tutelare gli operatori dei settore dalla concorrenza sleale delle multinazionali e dall'abusivismo.
(5-06400)


   FICARA, SCAGLIUSI, BARBUTO, LUCIANO CANTONE, CARINELLI, DE LORENZIS, GRIPPA, LIUZZI, MARINO, RAFFA, SERRITELLA e TRAVERSI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   sin dall'avvio del rapporto convenzionale per l'esercizio dei servizi di collegamento marittimo con le isole minori siciliane (luglio 2012) il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, nell'esercizio delle competenze ad esso attribuite, ha rilevato numerose criticità, tutte tempestivamente contestate alla Regione Siciliana;

   con l'approvazione dell'articolo 25, comma 9, del decreto-legge n. 69 del 2013, la funzione di vigilanza veniva trasferita alla Regione Siciliana;

   in base alla convenzione del 2016, alla Regione Siciliana vengono assegnati circa 110.000 euro annui affinché svolga questa attività;

   frequenti sono le notizie di stampa in merito ai continui disservizi e/o omissioni di corse, per le quali, il Presidente della Regione Siciliana, nel 2018, avrebbe disposto una indagine, della quale, tuttavia, in risposta ad una formale richiesta di accesso agli atti dello scorso anno, formulata in regione «l'Assessorato Infrastrutture e Mobilità non sarebbe a conoscenza della costituzione di un gruppo ispettivo per le finalità specificate...»;

   nel 2019 il Ministero ha sollecitato la regione a intervenire;

   ad oggi, i passeggeri continuano a vivere continui disagi, dovuti anche a continui guasti dei mezzi, lunedì 24 maggio 2021, il traghetto Simone Martini che avrebbe dovuto salpare da Favignana per Trapani è stato bloccato da un guasto. La Caronte & Tourist – che è la società che gestisce i collegamenti marittimi tra la Sicilia e i suoi arcipelaghi con le navi – ha inviato a Favignana il traghetto Ulisse che a sua volta, mercoledì 26 maggio 2021, ha subito un guasto al portellone;

   non è accettabile che isole che fondano la propria economia sul turismo e alle quali si accede solo via mare, debbano scontare queste incredibili vicissitudini, soprattutto in un momento in cui si aspetta la ripresa del turismo dopo un anno e mezzo di fermo dovuto alla pandemia;

   sono state prorogate fino al 31 dicembre 2021 le concessioni, in scadenza a fine 2020, con le due compagnie di navigazione che si occupano dei collegamenti marittimi con le isole minori;

   non è stata ancora effettuata la pubblicazione dei bandi di gara per il periodo 2022-2026, prevista per il 30 aprile 2021 –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra descritti e delle risultanze dei controlli effettuati negli anni dalla Regione Siciliana ed, eventualmente, se e in che modo ritenga opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza, al fine di garantire il diritto alla mobilità dei passeggeri e alla continuità territoriale.
(5-06401)


   ROTELLI e SILVESTRONI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   le Motorizzazioni civili di tutta Italia soffrono di una grave mancanza di personale; il numero di funzionari addetti agli esami per il conseguimento delle patenti di guida e quello degli addetti alle revisioni e collaudi di veicoli non è sufficiente a coprire tutte le richieste;

   con le misure restrittive adottate per contenere la pandemia da Covid-19, i ritardi nelle procedure si sono aggravati e i tempi di attesa si sono ulteriormente allungati. Attualmente in Italia ci sono 359.165 persone che hanno un foglio rosa e per sostenere l'esame pratico di guida, secondo i dati resi dal Ced, dovranno aspettare oltre cinque mesi, tempi destinati ad allungarsi se si considerano le imminenti ferie estive del personale esaminatore della Motorizzazione civile;

   al 22 giugno 2021 risultano 212.990 fogli rosa in scadenza al 30 ottobre, 146.132 quelli la cui scadenza è stata prorogata al 31 dicembre, 43 quelli con scadenza successiva al 31 dicembre; il numero di mesi necessario a smaltire gli esami arretrati, va, quindi, dai 5 mesi di Firenze con 9.606 fogli rosa attivi agli 8 mesi di Como con 5.934 fogli rosa;

   il danno sociale ed economico è incalcolabile: istruttori senza impiego, autoscuole — soprattutto le più piccole e al confine con altre province — a rischio chiusura, fogli rosa da rinnovare ad un costo di 150 euro e nuove spese per gli utenti;

   inoltre, secondo quanto disposto con circolare del 3 maggio 2021 del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, le patenti in scadenza tra il 31 gennaio 2020 ed il 31 luglio 2021 conservano la loro validità per i novanta giorni successivi alla dichiarazione della cessazione dello stato di emergenza, quindi al momento sarebbero valide fino al 29 ottobre 2021; occorrerebbe con urgenza una disposizione che assicuri una nuova proroga;

   l'articolo 13 del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, ha previsto l'utilizzo di esaminatori in quiescenza fino al 31 dicembre 2021 allo scopo di smaltire l'accumulo di esami, in attesa di nuove assunzioni. Ad oggi, non è ancora stato pubblicato il decreto ministeriale attuativo –:

   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda assumere, al fine di superare gli attuali problemi organizzativi, il cronico arretrato della Motorizzazione civile e degli esami di guida, e la carenza di personale, anche in relazione al richiamo del personale istruttore in quiescenza (per cui manca il decreto attuativo indicato in premessa).
(5-06402)

INTERNO

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

I Commissione:


   IEZZI e BUBISUTTI.— Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nelle ultime settimane si è assistito a massicci ingressi di clandestini dai confini sloveni; la ripresa dell'immigrazione illegale attraverso la rotta balcanica a parere degli interroganti è anche la conseguenza di una problematica sentenza del tribunale di Roma che ha stabilito la sostanziale illegittimità delle riammissioni informali dei richiedenti asilo dall'Italia alla Slovenia; il sistema di contrasto all'immigrazione illegale è così entrato in profonda crisi;

   nonostante la comunione di intenti tra Italia e Slovenia sulla necessità di fermare gli ingressi illegali in Europa e la convinzione che tale obiettivo sia perseguibile solo laddove lo Stato italiano abbia la capacità di dissuadere gli ingressi illegali sul proprio territorio, le forze dell'ordine si trovano oggi sostanzialmente privi di uno strumento essenziale per il controllo dei flussi;

   a fronte di questa situazione, è bene poi ricordare come l'incontrollato flusso di clandestini contribuisce a peggiorare il quadro epidemiologico e impedisce un rapido superamento dell'emergenza, stante la straordinaria incidenza del virus nei centri di accoglienza, come ha riconosciuto lo stesso assessore friulano alla sicurezza Pierpaolo Roberti; nell'impossibilità di rimpatriarli, infatti, lo Stato è costretto a ospitarli nelle strutture, dove il virus trova terreno fertile per la sua trasmissione;

   la gestione della migrazione della rotta balcanici è possibile per il nostro Paese solo attraverso la promozione della cooperazione con la Slovenia e, in particolare, attraverso la predisposizione di piani e azioni congiunte di controllo dei confini che consentano di impedire il traffico di essere umani; il modo più efficace di impedirlo è far capire che il canale illegale non può essere, per la maggior parte di loro, la strada giusta; «don't come!» ha detto chiaramente la vicepresidente Kamala Harris nella sua visita di Stato in Guatemala; per poi aggiungere «e io sono convinta che, se vi presentate alla frontiera, sarete respinti» –:

   quali iniziative di competenza il Ministro intenda adottare per ristabilire al più presto il sistema delle riammissioni con la Slovenia, quali strumenti principi per la lotta contro l'immigrazione illegale della rotta balcanica.
(5-06403)


   FORCINITI e GEBHARD. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo n. 155 del 7 settembre 2012, ha disposto la soppressione del tribunale di Rossano, oggi Corigliano Rossano, terza città più grande della Calabria;

   persiste, nonostante varie segnalazioni, la necessità di garantire una significativa presenza dello Stato nel territorio della Sibaritide, contagiato dalla criminalità organizzata;

   il 6 agosto 2018 il Sottosegretario per l'interno pro tempore Carlo Sibilia durante il Governo Conte 1, visitando la prefettura di Cosenza, ha sostenuto l'esigenza di una maggiore presenza dello Stato nei territori «difficili» e dove in passato si è registrato un arretramento da parte dello Stato, augurandosi di portare avanti un rimpinguamento delle risorse;

   a far data, dalla citata visita, il territorio della Sibaritide ha continuato a registrare numerosi atti incendiari e intimidatori, oltre che omicidi di matrice 'ndranghetistica;

   tanto ha reso necessario, il 28 gennaio 2019 un incontro presso la prefettura di Cosenza e una riunione tecnica di coordinamento, presieduta dallo stesso Sottosegretario per l'interno pro tempore onorevole Sibilia, il quale ha garantito «la massima attenzione del Ministero dell'interno sulla esigenza di incrementare la funzionalità dei presidi di polizia mediante il dislocamento di ulteriore personale»;

   a mezzo stampa, il sindacato Les provincia di Cosenza, ha denuncialo «che il Commissariato di pubblica sicurezza di Corigliano Rossano ha guadagnato semplicemente 3 agenti in prova di prima nomina» e attaccato le istituzioni per le promesse non mantenute sul commissariato;

   in risposta all'interrogazione del primo firmatario del presente atto n. 5-04909, il 29 ottobre 2020 il viceministro dell'interno pro tempore, durante il Governo Conte 2, senatore Vito Crimi, relativamente all'elevazione a primo dirigente del commissariato Corigliano Rossano, ha dichiarato: «Per il Commissariato di pubblica sicurezza di Corigliano Rossano è stato previsto un organico pari a 71 unità del ruolo “ordinario” elevandone nel contempo il livello di preposizione alla qualifica di Primo Dirigente. Tale configurazione sarà prevista nel nuovo decreto ministeriale di individuazione dei posti di funzione dirigenziali, che sarà adottato nei prossimi mesi, nell'ambito del più complessivo progetto di riorganizzazione delle articolazioni periferiche dell'Amministrazione della pubblica sicurezza»;

   il 6 maggio 2021, il segretario generale del sindacato di polizia Les, per mezzo degli organi di stampa, ha lamentato «il sottodimensionamento del commissariato di pubblica sicurezza di Corigliano Rossano pari a 50 unità» –:

   quali siano le ragioni ostative della mancata adozione del decreto ministeriale che prevede per il commissariato di pubblica sicurezza di Corigliano Rossano una qualifica di primo dirigente.
(5-06404)


   CECCANTI e CARNEVALI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   Abdelhakim Elliasmine, conosciuto come Hakim, è giunto nel nostro Paese dal Marocco, nel 2008, a soli otto anni, e ha frequentato le scuole dell'obbligo in Italia, diplomandosi come perito elettrico nel 2018;

   nel 2010 inizia a praticare l'atletica a Brembate Sopra, mentre nel 2014, da cadetto, vince i primi due titoli di Campione d'Italia (Cross e 2.000 metri);

   tesserato presso l'«Atletica Bergamo 1959» dal 2015, può considerarsi come uno dei migliori mezzofondisti italiani, avendo già vestito, a soli 22 anni, la maglia di Campione d'Italia per ben 10 volte, mentre dal 2014 ad oggi è salito 23 volte sul podio agli Italiani, con 10 medaglie d'oro, 6 medaglie di argento e 7 di bronzo;

   da notizie a mezzo stampa si è appreso che pur avendo già centrato lo standard per partecipare ai campionati europei under 23 negli 800 metri con il tempo di l'46"89, a fronte di un tempo massimo richiesto di l'48"50, Hakim non potrà partecipare agli Europei di Tallinn non essendo riuscito ad ottenere la cittadinanza italiana;

   il 25 settembre del 2018, infatti, passati 10 anni dalla sua permanenza in Italia, Hakim presenta domanda di cittadinanza, che viene però rifiutata per un'insufficienza reddituale, di poche centinaia di euro;

   il 19 novembre 2019 la Fidal (Federazione italiana di atletica leggera) presenta la richiesta di concessione della cittadinanza italiana per meriti sportivi ai sensi dell'articolo 9, comma 2, della legge n. 91 del 1992. ma trascorsi quasi due anni dalla richiesta non è pervenuta ancora alcuna risposta;

   particolarmente grave è la notizia, appresa a mezzo stampa, che la Fidal ha reso noto i nomi degli 82 atleti selezionati per gli Europei under 23 di Tallinn (8-11 luglio) e fra questi non può esserci Hakim, perché la sua richiesta di cittadinanza italiana non è ancora stata accolta –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di verificare, per quanto di competenza, lo stato dell'arte inerente alla pratica per la concessione della cittadinanza ad uno dei migliori mezzofondisti italiani.
(5-06405)


   PRISCO, MONTARULI e DONZELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'Associazione nazionale piccoli comuni d'Italia denuncia da tempo la carenza di segretari comunali, figure essenziale nelle amministrazioni, ancor più nell'attuale contesto dove i comuni sono chiamati a cooperare con lo Stato per attuare il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

   allo stato attuale delle 2.207 sedi vacanti ben 1.524 si trovano in comuni con meno di tremila abitanti;

   in base al decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, l'accesso alla carriera di segretario comunale e provinciale avviene mediante un corso concorso di formazione della durata di sei mesi, seguito da un tirocinio pratico della durata di due mesi, da svolgere presso uno o più comuni, e si perfeziona con l'iscrizione all'albo nazionale dei segretari comunali e provinciali;

   una quota non superiore al trenta per cento dei posti del concorso può essere riservata ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche che siano in possesso dei titoli di studio previsti e abbiano un'anzianità di servizio di almeno cinque anni;

   nel mese di febbraio 2020 (Gazzetta ufficiale n. 39 del 17 febbraio 2020) è stata autorizzata l'indizione di un nuovo concorso «COA7», che, tuttavia, agli interroganti non risulta ancora essere stato indetto;

   l'Anpci ha avanzato alcune proposte concrete volte a risolvere la grave carenza di segretari comunali, tra le quali: l'immediata immissione in servizio, in enti privi di titolare, dei circa 500 partecipanti al corso concorso di formazione attualmente in attesa di svolgere l'esame orale con lo svolgimento del corso formativo nel primo anno di lavoro dopo la presa di servizio; un reclutamento straordinario di segretari con l'avvio immediato del COA7 e l'indizione urgente di un nuovo bando COA8; prevedere fino al 31 dicembre 2026 la possibilità per i candidati appartenenti alla pubblica amministrazione di essere iscritti all'Albo subito dopo il superamento del concorso; prevedere che il Ministero dell'interno riconosca ai comuni con meno di cinquemila abitanti, a titolo di concorso alla copertura dell'onere sostenuto per la corresponsione della retribuzione del segretario comunale, un contributo annuo di 15.000 euro; prevedere che la spesa comunque affrontata da tutti i comuni italiani per il segretario comunale non sia computata in alcun modo come spesa del personale –:

   quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere per risolvere la grave carenza di segretari comunali, in particolar modo nei piccoli comuni e se non ritenga di accogliere, a tal fine, le proposte dell'Anpci di cui in premessa.
(5-06406)


   MARCO DI MAIO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il blocco del turn over del personale della Polizia di Stato nella provincia di Forlì-Cesena si è rivelato del tutto inadeguato, avendo avuto come unica conseguenza una riduzione dell'organico che rischia di paralizzare la sicurezza, con gravi ripercussioni a carico della collettività;

   difatti, la mole di lavoro è notevolmente aumentata e, con essa, si sono moltiplicati i casi di stress da lavoro correlato;

   inoltre, si registra una carenza di strumenti idonei per affrontare le situazioni più complesse, nonché una generale mancanza di garanzie funzionali, di ambienti di lavoro salubri e idonei allo svolgimento dell'attività lavorativa, ma anche di tutele legali che si traducono, tra le altre, nella richiesta di norme più severe che puniscano l'aggressione agli agenti di Polizia –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione esposta in premessa e quali iniziative intenda adottare per rinforzare adeguatamente e in breve tempo gli organici della Polizia di Stato nella provincia interessata.
(5-06407)


   BALDINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   Mandatoriccio (CS) è un comune di circa tremila abitanti che nel periodo estivo viene raggiunto da decine di migliaia di turisti e villeggianti;

   da quasi un secolo, il comune di Mandatoriccio ha potuto contare sulla presenza della stazione dei carabinieri, che ha garantito un controllo costante e capillare del territorio;

   ritenendo i locali della stazione in via Nazionale, n. 113, non più idonei per una carenza di requisiti di funzionalità, l'Arma dei Carabinieri ha chiesto alla prefettura di Cosenza – con nota prot. 100/960-1-1934 — di rescindere il relativo contratto di locazione;

   al fine di mantenere il predetto presidio all'interno del territorio comunale, sono iniziate una serie di interlocuzioni istituzionale con la prefettura e con il Comando provinciale dell'Arma di Cosenza;

   il comune di Mandatoriccio si è reso disponibile a concedere gratuitamente l'utilizzo dell'ex edificio della scuola media, previa esecuzione di lavori di adeguamento sismico e funzionale, chiedendo un sostegno economico al Ministero dell'interno, vertendo il comune in stato di dissesto finanziario;

   nelle more dell'esecuzione dei predetti lavori e, prima ancora, del reperimento dei fondi, il Comando provinciale dei carabinieri ha disposto il trasferimento temporaneo, mediante «ripiegamento» presso il vicino comune di Scala Coeli e, come noto, il ripiegamento temporaneo delle stazioni diviene definitivo se entro ventiquattro mesi la stazione non rientra nella sua sede originaria;

   per ovviare a tale eventualità e consentire ai comuni in dissesto finanziario il reperimento dei necessari fondi per interventi di adeguamento strutturale delle sedi di forze dell'ordine, ivi compresi i carabinieri, mediante l'approvazione di un emendamento presentato dall'interrogante è stato istituito un apposito fondo;

   il fondo è stato istituito, in favore di quei comuni che intendono avviare lavori di manutenzione straordinaria per immobili da destinare alla Polizia di Stato e per l'Arma dei carabinieri: si ritiene quindi necessario sbloccare i fondi dedicati per consentire l'inizio delle lavorazioni per l'adeguamento sismico e funzionale dell'immobile da destinare all'Arma dei carabinieri presso il comune di Mandatoriccio –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato ritenga di adottare per consentire il rientro dal ripiegamento della stazione dell'Arma dei carabinieri presso il comune di Mandatoriccio, coinvolgendo ove necessario il prefetto, nonché quali iniziative di competenza, anche normative, intenda adottare per evitare la decadenza per decorso del termine per il rientro dal ripiegamento della citata stazione presso il comune di Mandatoriccio.
(5-06408)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   RIZZETTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   sono necessarie delle urgenti iniziative per tutelare i 422 lavoratori licenziati dalla multinazionale inglese Gkn di Campi Bisenzio (Firenze), azienda attiva nel settore della componentistica per auto;

   la proprietà, che è ora il fondo inglese Melrose Industries, ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per la chiusura dello stabilimento, aprendo uno scenario drammatico per circa 1.000 lavoratori tra quelli della fabbrica e quelli dell'indotto;

   tale caso non può essere ricollegato solo ad un effetto del venir meno del blocco generalizzato dei licenziamenti, anche perché i licenziamenti vengono disposti per la chiusura dello stabilimento, rispetto alla quale anche il divieto di licenziare nulla avrebbe potuto;

   è chiaro che, in un periodo già drammatico per le conseguenze sociali ed economiche della pandemia, non sono stati disposti tutti gli idonei provvedimenti che avrebbero potuto creare le condizioni volte ad evitare delle scelte così gravi e con metodi inaccettabili da parte della Gkn. Al riguardo, infatti, la chiusura dello stabilimento e il conseguente licenziamento di 422 persone sono stati comunicati tramite posta elettronica in una giornata in cui tutti i dipendenti erano stati messi in permesso retribuito collettivo;

   i lavoratori in questi giorni si sono mobilitati e hanno aperto un'assemblea permanente nella fabbrica sollecitando delle soluzioni a salvaguardia dei loro posti di lavoro;

   l'azienda ha motivato la scelta drastica di chiusura dello stabilimento senza il ricorso agli ammortizzatori sociali, con il crollo del fatturato a fronte della crisi del settore automotive accentuata dalla pandemia;

   si ritiene che, invece, la condotta della società vada ben oltre queste ragioni. Di fatto, si tratta, ad avviso dell'interrogante, dell'ennesima vicenda che vede l'acquisto di un'azienda italiana da parte di una multinazionale estera, che dopo aver sfruttato il know how dei lavoratori li abbandona, da un giorno all'altro, in base alle proprie convenienze speculatorie;

   si apprende che è stato convocato, per giovedì 15 luglio 2021, un tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico e con la presenza delle parti sociali e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per affrontare i licenziamenti disposti da Gkn –:

   se e quali iniziative urgenti di competenza intenda adottare per tutelare i lavoratori, affinché non restino senza reddito e venga disposto il ritiro dei licenziamenti.
(5-06392)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   CANCELLERI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'Unione europea sostiene la produzione agricola dei Paesi dell'Unione attraverso l'erogazione, ai produttori, di aiuti, contributi e premi. Tali erogazioni, finanziate dal Feaga (Fondo europeo agricolo di garanzia) e Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale), vengono gestite dagli Stati membri attraverso gli Organismi pagatori, istituiti ai sensi del Regolamento (CE) n. 885/2006 (Articolo 1);

   con il decreto legislativo n. 165 del 1999 è stata istituita l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), un ente statale italiano che ha compiti di svolgimento delle funzioni di Organismo di coordinamento e di Organismo pagatore nell'ambito dell'erogazione dei fondi dell'Unione europea ai produttori agricoli;

   considerato che con il Recovery plan alle porte l'Agea avrà un ruolo importante, serve un cambio di rotta rispetto al passato, dove al 31 dicembre 2018 risultano utilizzati un ammontare ad euro 2 miliardi e 953 milioni a fronte del finanziamento comunitario di euro 10 miliardi e 444 milioni;

   a questo si aggiungono molteplici ricorsi al Tar sulle nuove regole volute dall'agenzia per le erogazioni in agricoltura che da ottobre escluderebbe i liberi professionisti dai Centri di assistenza agricola (Caa), cioè il tramite tra gli agricoltori e gli enti che gestiscono e finanziano i programmi e non per ultimo la mancata trasparenza sull'approvazione del bilancio preventivo e consuntivo, in relazione alla quale è intervenuta anche la magistratura;

   quale amministrazione pubblica, secondo l'articolo 10 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, l'Agea deve garantire gli obblighi di pubblicità, di trasparenza e di diffusione di informazioni. Infatti, la promozione di maggiori livelli di trasparenza costituisce un obiettivo strategico di ogni amministrazione, che deve tradursi nella definizione di obiettivi organizzativi e individuali, in ogni fase del ciclo di gestione della performance;

   dai dati elencati sopra sembra chiaro che il sistema di organizzazione e trasparenza debba essere riformato e reso efficiente in modo che i meccanismi risultino più accessibili, efficaci e trasparenti –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, non ritengano opportuno promuovere misure organizzative e iniziative funzionali a riformare il sistema di erogazione dei fondi, anche nell'ambito del Piano di ripresa e resilienza, adottando procedimenti più snelli e trasparenti che permettano di impiegare le risorse europee in modo ottimale e nei tempi prestabiliti.
(4-09789)

POLITICHE GIOVANILI

Interrogazione a risposta scritta:


   NAPOLI. — Al Ministro per le politiche giovanili, al Ministro del turismo, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'istruzione, al Ministro della cultura, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'Associazione italiana alberghi per la gioventù (Aig), inclusa tra le «organizzazioni non governative» segnalate dall'Onu, è ente morale a seguito del decreto del Presidente della Repubblica 1° giugno 1948 e con il decreto-legge n. 97 del 1995, è stato riconosciuto definitivamente ente culturale. Si è sempre occupata di agevolare la promozione della cultura italiana, dei siti paesaggistici, culturali e dei siti riconosciuti patrimonio dell'Unesco, anche attraverso la rete della International Youth Hostel Federation;

   al 1° luglio 2019 l'Aig si trova in procedura fallimentare (n. 492/2019), avviata dal tribunale fallimentare di Roma; il 26 giugno 2019 il tribunale fallimentare di Roma ha respinto la domanda di un'omologa di concordato in continuità, nonostante l'approvazione del piano da parte della maggioranza dei creditori, pronunciatisi a favore di Aig e della sua solvibilità, oltre che a favore della concreta possibilità di un suo pronto rilancio e sviluppo;

   l'Agenzia delle entrate e l'Inps hanno espresso il proprio assenso all'omologazione del piano, anche in virtù dell'elevata patrimonializzazione dell'ente (patrimonio immobiliare dell'ente ammonta a euro 21.941.662,36); l'ente si è opposto alla procedura fallimentare, depositando il reclamo in Corte di Cassazione e, ad oggi, in attesa della fissazione dell'udienza;

   si aggiunga, peraltro, che la procedura fallimentare sta determinando il graduale licenziamento del personale diretto e indiretto, oltre 200 persone con relative famiglie;

   occorre, inoltre, evidenziare le pesanti ricadute per l'indotto dovute alla subitanea messa in vendita dell'ingente patrimonio immobiliare dell'ente, nonché alla dismissione del suo importante «brand» nazionale ed internazionale;

   con atto n. 9/2305/99, la Camera dei deputati ha impegnato il Governo pro tempore ad adottare le misure necessarie a salvaguardia delle attività sociali e assistenziali portate avanti dall'Aig;

   inoltre, la sottosegretaria per i beni e le attività culturali e per il turismo del precedente Governo, rispondendo agli atti di sindacato ispettivo ha ribadito che «Il Governo, oggi come un anno fa, è disponibile a valutare positivamente un'analoga proposta normativa per affrontare e risolvere l'attuale situazione dell'Associazione italiana alberghi della gioventù e salvaguardare le attività e le funzioni che questa svolge» –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intendano intraprendere;

   quali iniziative siano state adottate a tutela del marchio storico e dei servizi di utilità sociali dell'Ente; se il Governo intenda adottare iniziative a tutela del patrimonio immobiliare dell'ente; se, anche a seguito delle reiterate sollecitazioni da parte del Parlamento (inclusa l'approvazione di un ordine del giorno), non ritengano opportuno adoperarsi al fine di salvaguardare le funzioni di un ente (e i relativi posti di lavoro) la cui rete di strutture, la distribuzione e il radicamento in ogni regione italiana svolgono un prezioso ruolo sociale ed educativo, oltre ad essere opportunità di conoscenza del nostro Paese, a livello nazionale e internazionale, garantendone anche crescita e coesione sociale.
(4-09793)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta immediata:


   BALDINO, DIENI, FRANCESCO SILVESTRI, MAURIZIO CATTOI, ELISA TRIPODI, BRESCIA, ALAIMO, DE CARLO, CORNELI, AZZOLINA e GIORDANO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   nelle ultime settimane si sta discutendo del «concorso dei tecnici al Sud», che prevedeva l'assunzione di 2.800 nuove risorse umane a tempo determinato per tre anni e che si è rivelato fallimentare, in quanto i vincitori sono stati 1.484, su 2.800 posti disponibili, e risultano attualmente assunte appena 821 risorse;

   nonostante la rettifica, dove venivano invitati 70 mila candidati, esclusi dalla valutazione dei titoli, a presentarsi alle prove scritte sono stati meno del previsto e la scarsa partecipazione sembrerebbe dovuta non solo a una bassa partecipazione alle prove da parte di professionisti per via dei contratti poco convenienti, ma anche al fatto che i neolaureati sono stati scoraggiati dall'iniziale preselezione per titoli ed esperienze;

   altro importante dato è costituito dai tempi molto stretti per la convocazione alla procedura di selezione, con l'invito a partecipare inoltrato pochi giorni prima degli esami, che avrebbe creato diversi problemi logistici, inducendo molti candidati a non presentarsi alle prove e non avrebbe consentito uno studio accurato delle materie d'esame;

   molti cittadini hanno presentato ricorso al tribunale amministrativo regionale per chiedere il ripristino delle previsioni originarie del bando, a causa dell'apertura indiscriminata del concorso ad altri 70.000 candidati, e ciò potrebbe determinare l'annullamento dell'intera selezione dei 2.800 tecnici, con evidenti pesantissime conseguenze sul piano dell'organizzazione delle pubbliche amministrazioni;

   attualmente, ad aver raggiunto i numeri previsti per una copertura completa, sono solo due profili professionali: il funzionario esperto amministrativo giuridico e il funzionario esperto in progettazione e animazione territoriale. La stessa cosa non si può dire delle altre tre figure ricercate: esperto in gestione, rendicontazione e controllo, funzionario esperto analista informatico e funzionario esperto tecnico;

   lo stesso Ministro interrogato ha ammesso responsabilità in merito alla scelta dei contratti a tempo determinato e al salario medio basso, senza prospettiva per il futuro; ad essere sottolineata è anche la grande importanza data alle esperienze lavorative pregresse, andando così a penalizzare i neolaureati o i giovani disoccupati –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda porre in essere in relazione alle gravi conseguenze che potrebbero derivare dall'eventuale annullamento della procedura selettiva da parte del tribunale amministrativo regionale.
(3-02395)

SALUTE

Interrogazioni a risposta immediata:


   CARNEVALI, DE FILIPPO, LEPRI, PINI, RIZZO NERVO, SCHIRÒ, SIANI, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'Istituto superiore di sanità aggiornato al 5 luglio 2021 in Italia, in base ai dati attualmente disponibili, la percentuale dei casi da varianti «kappa» e «delta» riportati al sistema di sorveglianza integrata COVID-19 è aumentata dal 5,2 per cento nel mese di maggio 2021 al 27,7 per cento nel mese di giugno 2021;

   si prevede che in Europa il 70 per cento delle nuove infezioni da SARS-CoV-2 sarà dovuto alla variante «delta» entro l'inizio di agosto 2021 e il 90 per cento entro la fine di agosto 2021;

   al fine di contenerne l'impatto, è importante mantenere l'incidenza a valori che permettano il sistematico tracciamento della maggior parte dei casi positivi e il sequenziamento massivo di SARS-CoV-2;

   grazie alla piattaforma per la sorveglianza genomica delle varianti di SARS-CoV-2 (I-Co-Gen), sviluppata dall'Istituto superiore di sanità e attiva dalla fine di aprile 2021, la rapidità della capacità di sequenziamento dei ceppi virali circolanti è passata dal circa 0,5 per cento di gennaio 2021 al 2,5 per cento di giugno 2021, anche se si è ancora lontani dalle percentuali degli altri maggiori Paesi europei;

   in vista di una sempre maggior riapertura delle attività economiche, sociali, culturali, turistiche, sportive nonché in previsione della riapertura dell'anno scolastico 2021-2022 in presenza, è necessario continuare a monitorare con grande attenzione la circolazione delle varianti e, in particolare, la presenza di mutazioni riconducibili ad una maggiore trasmissibilità e/o associate ad un potenziale immune escape;

   inoltre, come è stato evidenziato anche dal presidente del Consiglio superiore di sanità, una sola dose di vaccino non copre adeguatamente dalla variante «delta» ma è necessario completare il ciclo vaccinale per avere una protezione adeguata dalla patologia grave e ancor di più per il rischio letale;

   per il periodo estivo vi è la preoccupazione di un possibile rallentamento della campagna vaccinale con il rischio, in alcune zone del Paese, del blocco o del rinvio delle prenotazioni per chi non ha ancora ricevuto la prima dose;

   lo stesso Comitato tecnico-scientifico non ha escluso la possibilità di reintrodurre la cosiddetta «zona rossa» là dove si dovessero verificare dei cluster –:

   se il Ministro interrogato non ritenga necessario adottare misure volte a garantire il tracciamento della diffusione delle varianti, un potenziamento della genotipizzazione ed un incremento delle dosi di vaccino al fine non solo di evitare un possibile rallentamento della campagna vaccinale nei mesi estivi, ma anche di mettere così in sicurezza la popolazione ultrasessantenne non ancora vaccinata, il personale scolastico e gli studenti in età vaccinale.
(3-02400)


   STUMPO e FORNARO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   per l'anno accademico 2020/2021 il Governo finanzia 17.400 borse di specializzazione in medicina per altrettanti giovani laureati: sono il doppio di quelle che esistevano fino a due anni fa e quasi il triplo di quelle stanziate negli anni precedenti. È un risultato straordinario che aumenta le opportunità per tanti giovani medici laureati e pone le fondamenta per il servizio sanitario nazionale del futuro;

   negli ultimi anni il numero delle borse di specializzazione finanziate dallo Stato è stato in costante crescita, passando dalle 5.000 nell'anno 2014/2015 alle 13.400 del 2019/2020, per toccare il numero di 17.400 di quest'anno accademico;

   l'aumento delle borse di studio è stato stabilito da un decreto firmato dal Ministro interrogato, adottato di concerto con il Ministro dell'università e della ricerca, Maria Cristina Messa, e con il Ministro dell'economia e delle finanze, Daniele Franco;

   le ulteriori 4.200 borse di specializzazione rispondono al fabbisogno segnalato dalle regioni e dalle province autonome;

   inizialmente le borse di studio finanziate per l'anno accademico 2020/2021 erano 13.200 e l'ulteriore aumento è stato possibile grazie a quanto previsto nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   le 17.400 borse di specializzazione in medicina rappresentano un risultato concreto e straordinario che aumenta le opportunità per tanti giovani medici laureati e rafforza il percorso di potenziamento del servizio sanitario nazionale del futuro;

   il test di ammissione alle prove di specializzazione si svolgerà il 20 luglio 2021, mentre con decreto del Ministro dell'università e della ricerca sarà definita la distribuzione dei posti presso le diverse scuole di specializzazioni mediche;

   le borse di specializzazione in medicina rappresentano un passaggio essenziale nel percorso di formazione dei medici dopo la laurea e questo risultato è frutto della determinazione del Ministro interrogato nel rafforzare sempre più il servizio sanitario nazionale in piena attuazione dell'articolo 32 della Costituzione e rappresenta un'inversione di rotta rispetto alle politiche di taglio delle risorse destinate al servizio sanitario; in tale ambito il COVID ha dimostrato come la sanità pubblica è centrale per la tutela della salute dei cittadini –:

   se il finanziamento delle ulteriori 4.200 borse di specializzazione esaurisca l'intero fabbisogno e se intenda assumere ulteriori iniziative anche in relazione al disegno di legge di bilancio per il 2022.
(3-02401)


   NOJA, TOCCAFONDI, FREGOLENT, UNGARO, MARCO DI MAIO, OCCHIONERO e VITIELLO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   dopo una serie positiva di quindici settimane consecutive, nella settimana tra il 5 e l'11 luglio 2021 si sono registrati 7.972 nuovi casi di positività al COVID-19 (+51,5 per cento sulla settimana precedente), con alcuni picchi regionali allarmanti (Veneto +122 per cento, Lazio +83 per cento), mentre ricoveri e decessi proseguono nel trend discendente;

   nella conferenza stampa del 9 luglio 2021 sul monitoraggio COVID-19, Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità, ha segnalato come «il 75 per cento sono ancora casi asintomatici o pauci sintomatici, (...) l'infezione tende sempre più a colpire i giovani con un'età mediana dei casi a 31 anni (...), che sale a 52 anni per le ospedalizzazioni», mentre per i ricoveri in intensiva l'età mediana è 63 anni;

   la causa principale della risalita nei contagi è stata individuata con probabilità nella diffusione della variante «delta», pari al 27,7 per cento dei nuovi contagi, e candidata a divenire predominante entro l'estate;

   sia il presidente Brusaferro, sia il capo della prevenzione del Ministero alla salute, Gianni Rezza, hanno sottolineato come le persone vaccinate con due dosi siano ben protette, mentre «una sola dose protegge significativamente meno rispetto a quella completa»;

   secondo l'ultimo report della campagna vaccinale pubblicato dal Governo, sono ancora circa 2,5 milioni le persone con età maggiore di 60 anni che non hanno ricevuto nessuna dose di vaccino, mentre mancano all'appello oltre 42.000 operatori sanitari e quasi 223.000 tra docenti e personale scolastico;

   quanto al personale scolastico, una copertura vaccinale completa della popolazione scolastica (lavoratori e studenti) consentirebbe la riapertura in presenza delle lezioni a settembre 2021, scongiurando il rischio di un ritorno, seppur parziale e temporaneo, della didattica a distanza;

   l'articolo 4 del decreto-legge n. 44 del 2021 ha introdotto l'obbligo vaccinale per gli operatori del settore sanitario;

   il presidente nazionale del sindacato «Dirigenti Scuola», Attilio Fratta, ha proposto «l'obbligatorietà per quegli insegnanti che non si sono ancora immunizzati, come per i medici», esortando inoltre il Governo ad accelerare la campagna di vaccinazione per la fascia anagrafica 12-16 anni –:

   se e quali misure intenda adottare il Governo onde evitare il possibile aumento dei contagi legato alla variante «delta» e, nello specifico, per garantire la ripresa in presenza e in sicurezza delle lezioni nel prossimo anno scolastico, eventualmente prevedendo, analogamente a quanto disposto per il personale sanitario, l'obbligo vaccinale anti-COVID per il personale operante nell'ambito scolastico.
(3-02402)


   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   i medici di medicina generale, in prima linea durante tutte le fasi della pandemia da COVID-19, costituiscono il perno centrale della medicina del territorio; una risorsa essenziale e insostituibile per le esigenze assistenziali dei cittadini;

   l'ammontare delle risorse destinate all'attivazione delle borse di studio per i medici di medicina generale, storicamente insufficiente ad assicurare il turn-over e a soddisfare i fabbisogni regionali, ha provocato una gravissima carenza di medici di base sul territorio nazionale;

   in base alle proiezioni della Fimmg, tale carenza è destinata ad acuirsi nei prossimi due/tre anni, nel corso dei quali è previsto un vuoto di organico che va dalle 10 alle 15 mila unità, con la conseguenza che «14 milioni di italiani potrebbero rimanere senza medico di base»;

   per invertire la tendenza in atto e dare risposte ai bisogni assistenziali dei cittadini, il gruppo Lega–Salvini Premier ha avanzato una serie di proposte concrete, formalizzate anche a livello regionale, nell'ambito di una mozione approvata dal Consiglio regionale della Lombardia nella seduta del 6 luglio 2021. Attraverso tale mozione si è richiesto, in particolare e tra l'altro: di incrementare ulteriormente i finanziamenti per le borse di studio, al fine di dare copertura ai bisogni assistenziali dei cittadini e assorbire allo stesso tempo l'imbuto formativo che penalizza migliaia di giovani medici; di anticipare, a parità di monte ore curriculare, la fine dell'attuale corso di formazione specifica in medicina generale; di aumentare fino a 1.000 assistiti il massimale per i medici in formazione con mantenimento della borsa di studio; nonché di semplificare l'accesso agli ambiti carenti da parte dei medici già in possesso di specializzazione/soprannumerari che intendono intraprendere la carriera di medico di medicina generale;

   parallelamente, nelle more di una revisione complessiva del sistema di formazione specifica dei medici di medicina generale, già preannunciata dall'articolo 9 del decreto-legge n. 135 del 2018, si ritiene opportuno promuovere l'attivazione del tirocinio professionalizzante, confermando la possibilità per i medici iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale di concorrere all'assegnazione degli ambiti carenti e ad incarichi di sostituzione a tempo determinato convenzionati con il servizio sanitario nazionale –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per sopperire alla gravissima carenza di medici di medicina generale che si riscontra su tutto il territorio nazionale.
(3-02403)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PRESTIPINO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il decreto «Uso in deroga di medicinali per uso umano per animali non destinati alla produzione di alimenti» del 14 aprile 2021 prevede la possibilità di prescrizione di un medicinale per uso umano in medicina veterinaria a parità di principio attivo e sulla base della migliore convenienza economica dell'acquirente;

   il Tar del Lazio il 9 luglio 2021 ne ha confermato la validità ritenendo: «insussistente il fumus di fondatezza, in quanto il criterio del “costo delle cure” e “della miglior convenienza economica” sembrerebbe essere sussidiario rispetto alla valutazione di opportunità del professionista e trova applicazione nelle sole ipotesi in cui il medico veterinario “sotto la propria responsabilità” valuti che la prescrizione del medicinale umano sia preferibile, a parità di principio attivo, nei casi previsti dall'allegato A e/o sia la soluzione più idonea per garantire l'effettività delle cure nel caso concreto»;

   il collegio ha inoltre aggiunto che, nel bilanciamento degli interessi contrapposti, prevale la «necessità di garantire, anche nelle particolari situazioni descritte dal decreto, la salute degli animali e, di conseguenza, la salute pubblica»;

   il 28 maggio 2021, in un webinar organizzato dall'Anmvi, Loredana Candela, dirigente veterinario del Ministero della salute, ha definito il suddetto decreto, un atto «non digerito» che contiene «norme che cozzano» dove «c'è chi vuole leggervi quello che vuole», spiegando che «l'Allegato non conta meno del testo del Decreto»; inoltre gli uffici del Ministero della salute avrebbero ritenuto il decreto «politico e non tecnico»;

   queste affermazioni hanno seminato dubbi e sconcerto sull'applicabilità del suddetto decreto;

   tale decreto ministeriale è conseguenza del lavoro tecnico della direzione generale del Ministero della salute e dell'ufficio di cui fa parte la dottoressa citata –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;

   quali siano i suoi orientamenti in relazione all'accaduto;

   se non ritenga opportuno adottare iniziative al fine di fare chiarezza sull'applicabilità del decreto stesso.
(5-06396)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:


   RAMPELLI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   nell'ottobre 2017 veniva emessa sentenza di condanna per D'Ercole e soci, autori della truffa delle cooperative edilizie a Nettuno, che ha visto vittime oltre 77 famiglie che hanno acquistato casa e, dopo aver pagato il mutuo, si sono accorte che i fondi versati nel conto comune non erano stati girati alle banche, che hanno chiesto il sequestro delle abitazioni;

   si legge nella sentenza: «Dalla complessiva ricostruzione della vicenda emerge una gestione di tipo imprenditoriale delle cooperative edilizie, il cui potere decisionale ed economico è risultato accentrato nelle mani di poche persone che, in spregio ai criteri di solidarietà, assistenza amministrativa e supporto hanno fatto degli insediamenti di edilizia economico popolare uno strumento di gestione di potere e risorse, oltre che di arricchimento personale»;

   decisive per la condanna degli imputati sono state le dichiarazioni accusatorie delle persone offese, ossia le cooperative «Mirella», «Selene», «La Famiglia» e «Azzurra», nonché i soci costituiti parte civile, ottenendo provvisionali per quasi 850 mila euro e il risarcimento danni da liquidarsi in sede civile;

   in particolare, stupisce la vicenda della cooperativa «Azzurra», i cui 14 soci negli anni '80 si erano accollati due mutui ventennali, con l'ultima rata pagata a luglio 2006 e con una banca che, qualche mese dopo, comunicò il pignoramento delle loro case, poiché vantava un credito di quasi 360 mila euro;

   come si legge nella querela dei soci della cooperativa «Azzurra» «Nelle varie indagini viene avanzata anche l'ipotesi di una corresponsabilità delle banche, in particolare della Popolare di Novara, che non poteva non sapere della situazione che si era venuta a creare tanto che un'ispezione della Banca d'Italia inserì la Popolare di Novara SpA in "centrale rischi" per l'eccessiva esposizione debitoria e ordinò alla direzione di recuperare i crediti»;

   in più, è emerso il grosso giro di soldi in uscita dalle casse delle cooperative per finire dapprima nelle casse del Consorzio «Cooperative edilizie nettunensi» e poi nelle disponibilità di alcuni degli imputati, con il Consorzio stesso che chiuse l'ultimo bilancio con un passivo di circa quattro milioni di euro e le cooperative che, seppure creditrici nei confronti di quest'ultimo, non avrebbero potuto riscuotere il denaro;

   solo nel 2014, con decreto del 2 ottobre, il Ministero dello sviluppo economico ha disposto lo scioglimento ai sensi dell'articolo 2545-septiesdecies del Codice civile della cooperativa per il mancato deposito dei bilanci per più di due anni consecutivi, nonostante i soci non avessero bilanci dal 2009, e nominato un commissario liquidatore per cercare di venderle all'asta;

   il decreto legislativo n. 220 del 2002, affida, infatti, la vigilanza sugli enti cooperativi al Ministero dello sviluppo economico ed alla direzione generale per la vigilanza sugli enti, che si concretizza, in particolare, in una attività ispettiva svolta in sede di revisione periodica, a cadenza annuale o biennale, a seconda delle caratteristiche e delle dimensioni degli enti;

   la legge ha fatto il suo corso, ma ancora oggi non è chiaro dove siano finiti tutti i fondi frutto dell'appropriazione indebita, mentre è certo che a rimetterci sono stati tanti cittadini, tra cui molti ultraottantenni, che, ancora oggi, si trovano con case all'asta pignorate e in gravi difficoltà economiche, nell'indifferenza degli istituti di credito e delle istituzioni che avrebbero dovuto vigilare –:

   di quali informazioni disponga il Governo per fare chiarezza sulla vicenda esposta in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere per trovare una soluzione a quella che si è trasformata in un'emergenza sociale con numerose famiglie che rischiano di perdere la propria casa;

   se il Ministro interrogato abbia esercitato il potere di vigilanza di cui al citato decreto legislativo 2 agosto 2002, n. 220, e quali siano stati i risultati dell'attività ispettiva.
(4-09790)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazioni a risposta immediata:


   TASSO. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   l'industrializzazione del secolo scorso, spesso accompagnata da una consapevolezza ambientale scarsa o nulla, ha lasciato anche nel nostro Paese una pesante eredità in termini di siti contaminati. Purtroppo, sono migliaia quelli presenti sul territorio nazionale e centinaia di migliaia le persone che vivono in prossimità di questi siti;

   esemplare è la situazione del sito di interesse nazionale di Manfredonia, dove insiste l'area industriale ex Enichem, in agro di Monte Sant'Angelo;

   tale sito è considerato uno dei più inquinati d'Italia e lo stato di salute della popolazione interessata è compromesso, come risulta da un'attenta e qualificata indagine epidemiologica effettuata tra il 2015 ed il 2018;

   il 22 giugno 2021, all'interno di tale area si sviluppava un esteso incendio che aggrediva cumuli di rifiuti speciali classificati «pericolosi» dalla vigente normativa di settore, abbandonati illegalmente in strutture dismesse di aziende fallite, con probabile interessamento della eco-criminalità;

   l'enorme quantità di fumo, maleodorante e nocivo per la salute della popolazione, sprigionato dalla combustione dei cumuli di rifiuti (pneumatici, materiale bituminoso e risulta plastica) ben presto invadeva i nuclei abitati limitrofi, creando panico e disturbi di salute, che, fortunatamente, sono rientrati alla risoluzione del problema;

   tale accadimento non è stato il primo e non sarà l'ultimo, ma l'elemento raccapricciante è che non vi è un censimento delle strutture abbandonate in questa zona che, con i rifiuti contenuti al loro interno, costituiscono delle vere e proprie «bombe ecologiche»;

   da tempo le comunità di Manfredonia e Monte Sant'Angelo, accomunate dallo stesso interesse per la salvaguardia eco-ambientale del territorio, chiedono di essere partecipi ai processi decisionali che determinano il futuro del proprio territorio, a seguito anche della maggiore consapevolezza dei cittadini, che chiedono con forza azioni maggiormente ispirate al rispetto per il territorio, la salute e la sicurezza pubblica;

   di recente l'interrogante, con una lettera ai Ministeri dell'interno, della salute e della transizione ecologica, ha chiesto l'indizione di un tavolo tecnico-istituzionale in cui possano emergere le ragioni di tutti i soggetti titolati ed interessati che, in piena trasparenza e condivisione, possano delineare la destinazione definitiva dell'area –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per la risoluzione del grave ed annoso problema evidenziato, considerato che la missione fondamentale del nuovo Ministero è, tra l'altro, a parere dell'interrogante, riqualificare zone notevolmente contaminate a causa del disprezzo dell'uomo per l'ambiente.
(3-02398)


   SQUERI e D'ATTIS. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   per la svolta «green» contenuta nella missione #02 «Transizione ecologica», il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede 59,5 miliardi di euro che salgono a quasi 70 con le risorse del React-Eu e l'apporto del fondo complementare. Si tratta del 40 per cento dei fondi previsti dal Piano;

   il Ministro interrogato ha affermato che «per cambiare il nostro sistema e ridurre gli impatti ambientali occorre fare dei radicali cambiamenti che hanno conseguenze sui prezzi. Dovremo pagare molto l'anidride carbonica con conseguenze sulla bolletta elettrica»;

   i diritti europei per le emissioni di anidride carbonica si scambiano intorno a 55 euro a tonnellata e secondo molti analisti sono destinati a raggiungere quotazioni a tre cifre sull'onda delle politiche dell'Unione europea di decarbonizzazione;

   la transizione energetica si scontra con la realtà dei mercati: il prezzo del barile, che al momento è attorno ai 75 dollari, è estremamente volatile, sospinto dal rallentamento degli investimenti in nuovi giacimenti, dalla domanda asiatica e dalle incertezze Opec. Persino nell'Europa del green deal i consumi di carbone quest'anno sono aumentati del 10-15 per cento (Germania +35 per cento) e i prezzi sono in rialzo del 60 per cento nel 2021. Il gas è diventato addirittura un bene scarso (tensioni con la Russia e stoccaggi vuoti) e quanto al prezzo, più sale, più costano i permessi per inquinare;

   quanto all'energia elettrica in Italia il prezzo unico nazionale ha superato 100 euro per megawattora per la prima volta da tre anni. Il Governo è intervenuto per limitare i previsti aumenti dell'energia sotto il 10 per cento, creando un fondo da 1,2 miliardi di euro per ridurre gli oneri di sistema;

   secondo taluni analisti si stanno stimando i costi di una transizione energetica senza considerare che l'energia è alla base dell'economia: se cambia il costo dell'energia, a cascata, cambiano i costi di produzione di tutti i beni, compresi quelli dei dispositivi tecnologici destinati ad alimentarla. I prezzi di pale eoliche e pannelli sono infatti in aumento. L'errore consisterebbe nel fatto che ci si sta concentrando eccessivamente sulla generazione elettrica;

   le proteste nel 2018 dei «gilet gialli» francesi contro l'aumento dei prezzi dei carburanti dicono molto sullo scarto tra il dichiararsi contro i cambiamenti climatici ed accettarne le misure per combatterli –:

   se il programma di transizione predisposto dal Governo disponga di sufficiente modularità per adattarsi alle condizioni di mercato esposte in premessa e se non ritenga opportuno diversificare le metodologie tramite le quali tale transizione si potrà raggiungere.
(3-02399)

Apposizione di firme ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Sportiello e Nappi n. 4-09659, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 giugno 2021, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Baldino, Elisa Tripodi.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Baldino n. 4-05374 del 24 aprile 2020;

   interrogazione a risposta scritta Maccanti n. 4-06931 del 29 settembre 2020;

   interrogazione a risposta in Commissione Ficara n. 5-06174 del 7 giugno 2021;

   interrogazione a risposta in Commissione Bagnasco n. 5-06231 del 16 giugno 2021;

   interrogazione a risposta in Commissione Carnevali n. 5-06366 del 6 luglio 2021;

   interpellanza Baldelli n. 2-01274 del 7 luglio 2021.