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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 29 giugno 2021

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:

   alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, opera il «Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica» per il supporto tecnico al Presidente del Consiglio dei ministri in materia economico-finanziaria ai fini dell'attuazione del programma del Governo;

   il Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica, nei prossimi mesi, ha principalmente il compito di coadiuvare il Presidente del Consiglio dei ministri nelle attività di valutazione sul piano macro e microeconomico e di coordinamento degli investimenti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr);

   secondo le notizie riportate dalla stampa, il Presidente del Consiglio dei ministri ha recentemente nominato, nel Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica, 5 economisti, tutti uomini, tutti attivi in atenei e istituti di ricerca del Centro-Nord Italia e, in particolare, riconducibili con diverse intensità ad un'unica scuola di pensiero economico;

   circa 200 economisti, numerosi di standing accademico internazionale, hanno sottoscritto una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei ministri nella quale, da un lato, rilevano che «nella cinquina di nominativi, accanto ad alcune figure di riconosciuta competenza, vi è una preoccupante presenza di studiosi portatori di una visione economica estremista, caratterizzata dalla fiducia incondizionata nella capacità dei mercati di risolvere autonomamente qualsiasi problema economico e sociale» e, dall'altro, sottolineano, comprensibilmente, come «appare paradossale che ci si prepari a gestire il più esteso piano di investimenti pubblici degli ultimi decenni con una squadra di consulenti che in alcuni casi non paiono possedere i previsti requisiti di comprovata specializzazione e professionalità, con riferimenti ai temi su cui saranno chiamati a lavorare»;

   il 23 giugno 2021 il professor Alberto Zazzero, presidente della Società italiana di economia, anche a nome del Coordinamento delle Associazioni di Area economica, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei ministri, nella quale auspica che «il gruppo di esperti individuato possa essere integrato con economiste ed economisti che apportino una visione più ampia e articolata»;

   l'orientamento dei 5 economisti nominati nel Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica è il medesimo dei consulenti economici già chiamati dal Presidente del Consiglio dei ministri;

   la maggioranza parlamentare a sostegno del Governo presieduto dal professor Draghi esprime una pluralità di orientamenti di cultura economica –:

   se non ritenga necessario adottare iniziative per garantire il pluralismo culturale, di genere e di provenienza geografica nelle nomine del nucleo tecnico per la programmazione economica.
(2-01269) «Fassina, Fornaro».

Interrogazioni a risposta scritta:


   SPESSOTTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   in base all'articolo 48 del decreto legislativo dell'11 aprile 2006, n. 198 (codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell'articolo 6 della legge 28 novembre 2005, n. 246), le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le province, i comuni e gli altri enti pubblici non economici, devono predisporre e approvare il Piano triennale di azioni positive (Ptap);

   il (Ptap) è un documento che ha come obiettivo quello di assicurare la rimozione degli ostacoli che, di fatto, impediscono la piena realizzazione di pari opportunità di lavoro e nel lavoro tra uomini e donne, oltreché di favorire il riequilibrio della presenza femminile nelle attività e nelle posizioni gerarchiche, dove è presente un divario fra generi superiore a due terzi;

   il Piano di azioni positive si deve porre in linea con i contenuti del Piano della performance e del Piano per la prevenzione della corruzione e della trasparenza, come strumento per attuare le politiche di genere di tutela dei lavoratori e come strumento indispensabile nell'ambito del generale processo di riforma della pubblica amministrazione, diretto a garantire l'efficacia e l'efficienza dell'azione amministrativa attraverso la valorizzazione delle risorse umane;

   tanto l'approvazione quanto l'aggiornamento del (Ptap) sono da effettuarsi entro il 31 gennaio di ogni anno; il mancato adempimento comporta il divieto di assunzione di nuovo personale, compreso quello appartenente alle categorie protette articolo 6, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001 e l'inadempienza ricade negativamente ai fini della valutazione della performance organizzativa complessiva dell'amministrazione e della valutazione della performance individuale del dirigente responsabile;

   risulta all'interrogante che Aci, Automobile Club Italia, negli anni 2018 e 2019 abbia bandito diversi concorsi per l'assunzione di nuovo personale per varie aree e profili specialistici di diversa natura, nonostante il suo primo Piano di azioni positive sia stato approvato dal Consiglio generale nella riunione del 23 gennaio 2020, per il triennio 2020-2022 –:

   se il Governo sia a conoscenza dell'inadempienza di Aci descritta in premessa e se intenda fornire elementi riguardo alle motivazioni di tale ritardo;

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per assicurare il pieno rispetto e l'applicazione dell'articolo 48 del decreto legislativo n. 198 del 2006, da parte di tutte le pubbliche amministrazioni.
(4-09661)


   MARCO DI MAIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   come rilevato dal Parlamento europeo, con apposita risoluzione, l'attuale pandemia ha colpito i giovani in modo sproporzionato, comportando il rischio di ripercussioni negative gravi e durature relativamente alla loro salute e al loro benessere, determinato anche dallo svolgimento di attività sportiva ed esercizio fisico – soprattutto in circostanze come quelle determinate dalla pandemia, in quanto rafforzano la resilienza fisica e mentale;

   a seguito della pandemia da COVID-19 non si sono svolte quasi due stagioni dei campionati sportivi amatoriali e dilettantistici e quelli professionistici sono stati sottodimensionati;

   la pandemia da COVID-19 sta avendo conseguenze sul settore sportivo a tutti i livelli – professionistico, dilettantistico e amatoriale. Ad esempio in Emilia Romagna, dove si conta una grande vivacità, con 109 società sportive ogni 100.000 abitanti, l'impatto della crisi sanitaria ed economica è stato devastante, soprattutto per il settore giovanile che già in era pre-pandemica non riusciva a trovare risorse diverse dagli aumenti delle iscrizioni a carico delle famiglie;

   gran parte delle sussistenze delle associazioni sportive derivano da donazioni e sponsorizzazioni di aziende private, specialmente piccole e medie imprese locali. Queste, provate dalla pandemia, non sono più in grado di sostenere lo sforzo economico richiesto per le sponsorizzazioni alle società sportive della comunità;

   come noto, lo sport è anche generatore di turismo e indotto economico e necessita di sostegno vista la mancanza di risorse economiche per l'organizzazione degli eventi sportivi da parte delle società –:

   se il Governo sia a conoscenza della situazione esposta in premessa e, nel caso, quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di sostenere il settore sportivo per consentire l'organizzazione delle attività estive e la pianificazione di quelle della prossima stagione invernale, sia in termini generali che con particolare riferimento allo sport giovanile.
(4-09663)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interpellanza:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   a causa dell'emergenza epidemiologica derivante dalla diffusione del virus COVID-19, la libertà di movimento, al fine di contenere il contagio, è stata soggetta a limitazioni;

   alcune di esse, in particolare, prevedono che, per potersi spostare in alcuni Paesi esteri, si esibisca, ai presidi di controllo, il certificato di avvenuta vaccinazione;

   tuttavia, negli scorsi giorni, sono state numerose le segnalazioni da parte di cittadini italiani che, pur essendo riusciti ad allontanarsi dal territorio della Repubblica con l'anzidetto certificato, hanno riscontrato talune difficoltà al momento del rientro in Italia, in quanto il certificato di avvenuta vaccinazione, utilizzato per le partenze verso alcuni Paesi esteri, non sarebbe stato considerato valido per il rientro dei medesimi in Italia, a causa di indicazioni poco chiare da parte del Governo italiano;

   in particolare, nella giornata del 14 giugno 2021, a quanto consta all'interrogante, a decine di italiani, all'aeroporto della capitale della Repubblica di Moldavia, sarebbe stato impedito l'imbarco con gli stessi documenti con cui è stato loro permesso di recarsi all'estero, ossia l'attestazione vaccinale anti COVID-19;

   la normativa per il rientro appare, dunque, alquanto contraddittoria e lesiva in quanto pone in essere disuguaglianze nei diritti dei cittadini italiani che, paradossalmente, si possono recare all'estero liberamente se vaccinati in Italia, ma non possono rientrare altrettanto liberamente in Italia sulla base del medesimo certificato da quest'ultima rilasciato;

   è altresì paradossale il fatto che i cittadini italiani che fanno rientro in Italia debbano, una volta giunti sul territorio della Repubblica, sottoporsi a isolamento fiduciario ed attivare la sorveglianza sanitaria per dieci giorni ed effettuare, successivamente, un ulteriore tampone;

   ciò appare alquanto contraddittorio in quanto gli stessi italiani che dovrebbero sottoporsi a isolamento fiduciario per dieci giorni al termine dei quali è prevista l'effettuazione di un ulteriore tampone, erano liberi di circolare liberamente sul territorio del Paese estero;

   anche il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) ha presentato una diffida urgente al Governo italiano, richiedendo il riconoscimento, da parte dell'Italia, della certificazione inerente il ciclo vaccinale per il rientro dall'estero dei cittadini italiani;

   a parere dell'interrogante, la contraddittorietà di tali disposizioni danneggia, oltre agli utenti, anche il turismo nella nostra nazione –:

   quali urgenti iniziative i Ministri interrogati intendano assumere per l'immediato riconoscimento della validità della certificazione di avvenuta vaccinazione per il rientro in Italia dall'estero di cittadini italiani, specie per il rientro da quei Paesi esteri in cui tale validità è riconosciuta, evitando inutili danni e disagi per gli utenti e per l'intero comparto del turismo.
(2-01270) «Montaruli».

DIFESA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:

   il 16 giugno 2021, si è tenuta una riunione del Cocer Interforze (Esercito, Marina militare, Aeronautica militare, Carabinieri e Guardia di finanza) durante la quale i partecipanti hanno discusso la bozza – che sembrerebbe essere circolata qualche giorno prima – della nuova direttiva per la gestione delle condizioni di eccesso ponderale;

   a seguito di tale incontro, il 18 giugno 2021, sul sito internet ufficiale dell'Organizzazione sindacale italiana dei militari dell'esercito (Itamil), è stata pubblicata una lettera aperta – sottoscritta dal segretario generale, Girolamo Foti – in cui è riportata la politica del Sindacato circa la tutela della salute e la conservazione dello status di militare;

   infatti, la gestione delle condizioni di eccesso ponderale è complessa oltre che delicata: il personale può, laddove sia rinvenuta una simile condizione, essere collocato in convalescenza, accumulando così giorni di malattia e perdendo indennità accessorie, la possibilità di ottenere trasferimenti, di accedere a ruoli superiori oppure, in casi estremi, il lavoro;

   a tal proposito, occorre ricordare che il Sindacato ha recentemente avviato una richiesta d'accesso agli atti all'amministrazione dell'Esercito per comprendere il numerico e valutarne successivamente i presunti costi ed eventuali danni erariali connessi alla collocazione in convalescenza del personale dal 2016 al 2020. Tuttavia, l'istanza è stata rigettata dalla stessa in quanto priva di una banca dati sul numerico richiesto;

   dunque, viste le possibili ricadute sul personale militare, per la definizione dell'eventuale contenuto della direttiva, non si può non tenere conto del parere delle varie organizzazioni sindacali riconosciute, del personale medico specializzato in materia, di avvocati e responsabili al servizio prevenzione e protezione in materia di sicurezza del lavoro;

   il confronto tra questi soggetti agevolerebbe la possibilità di definire le procedure necessarie per aggiornare e implementare le tabelle ormai obsolete relative alle varie patologie – anche tenendo conto di quanto previsto dalle direttive in tema di stress lavoro correlato – evitando così di far ricadere eventuali patologie riscontrate al personale nel corso della carriera sul solo eccesso ponderale –:

   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di avviare un dialogo costruttivo tra le parti, anche attraverso il coinvolgimento di esperti che siano in grado di esprimere un parere in linea con le direttive vigenti in tema di tutela della salute e del posto di lavoro, allontanando, così, ogni dubbio interpretativo o applicativo a danno del personale.
(2-01266) «Paolo Russo».

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SARLI, CECCONI, SIRAGUSA, CORDA, BENEDETTI, VIZZINI, MENGA, MASSIMO ENRICO BARONI, SODANO e TERMINI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da quando è entrata in vigore la legge n. 120 del 2020, i 245.000 avvocati italiani non hanno mai ricevuto alcun tipo di comunicazione ufficiale sulla possibilità di eseguire le autenticazioni delle sottoscrizioni di cui alla legge n. 53 del 1990, in modo da erogare un servizio pubblico finalizzato a rendere effettivo un diritto costituzionale;

   l'Italia è stata condannata in sede di Consiglio Onu per i diritti umani, come scrive Il Fatto Quotidiano del 9 maggio 2020, proprio perché viola il diritto dei cittadini a partecipare alla vita politica del Paese attraverso i referendum e le leggi di iniziativa popolare, essendo la raccolta firme particolarmente complessa per l'obbligo di far autenticare le firme da un pubblico ufficiale presente al momento della sottoscrizione; dunque una disponibilità effettiva e diffusa di avvocati a prestare il servizio pubblico di autentica delle firme avrebbe anche l'effetto di contribuire al rientro nella legalità internazionale del nostro Paese;

   l'articolo 35, comma 1, lettera p), della legge 31 dicembre 2012, n. 247, sulla nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense prevede fra le funzioni istituzionali che il Consiglio nazionale forense «cura, mediante pubblicazioni, l'informazione sulla propria attività e sugli argomenti d'interessa dell'avvocatura»;

   la funzione di vigilanza sul «corretto funzionamento» degli ordini professionali deve necessariamente riguardare la formazione e la diffusione di informazioni professionali;

   dai dati a disposizione del Comitato promotore del referendum sull'eutanasia legale (la cui richiesta è stata annunciata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 95 del 21 aprile 2021) risulta che su 245.000 avvocati soltanto 645 (cioè meno del tre per mille) abbiano effettuato la comunicazione all'ordine, senza che siano reperibili dati ufficiali su questo tema –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere affinché gli ordini professionali si attivino per comunicare la nuova funzione pubblica di autenticatori degli avvocati per garantire il pieno rispetto dell'articolo 75 della Costituzione.
(5-06332)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SPORTIELLO e NAPPI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da quando è entrata in vigore la legge n. 120 del 2020 i 245.000 avvocati italiani non hanno mai ricevuto alcun tipo di comunicazione ufficiale sulla possibilità di eseguire le autenticazioni delle sottoscrizioni di cui alla legge n. 53 del 1990, in modo da erogare un servizio pubblico finalizzato a rendere effettivo un diritto costituzionale;

   l'Italia è stata condannata in sede di Consiglio Onu per i diritti umani, proprio perché viola il diritto dei cittadini a partecipare alla vita politica del Paese attraverso i referendum e le leggi di iniziativa popolare, essendo la raccolta di firme particolarmente complessa per l'obbligo di far autenticare le firme da un pubblico ufficiale presente al momento della sottoscrizione; dunque, una disponibilità effettiva e diffusa di avvocati a prestare il servizio pubblico di autentica delle firme avrebbe anche l'effetto di contribuire al rientro nella legalità internazionale del nostro Paese;

   l'articolo 35, comma 1, lettera p), della legge 31 dicembre 2012, n. 247, sulla nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense prevede fra le funzioni istituzionali che il Consiglio nazionale forense «cura, mediante pubblicazioni, l'informazione sulla propria attività e sugli argomenti d'interesse dell'avvocatura»;

   la funzione di vigilanza sul «corretto funzionamento» degli ordini professionali deve necessariamente riguardare la formazione e la diffusione di informazioni professionali;

   dai dati a disposizione del Comitato promotore del referendum sull'eutanasia legale (la cui richiesta è stata annunciata su Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 95 del 21 aprile 2021) risulta che su 245.000 avvocati soltanto 645 (cioè meno del tre per mille) abbiano effettuato la comunicazione all'ordine, senza che siano reperibili dati ufficiali su questo tema –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere affinché gli ordini professionali si attivino per comunicare la nuova funzione pubblica di autenticatori degli avvocati per garantire il pieno rispetto dell'articolo 75 della Costituzione.
(4-09659)


   POTENTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   ha suscitato grande clamore l'episodio del 19 maggio 2021, in cui prima dell'udienza fissata dinanzi al collegio della quarta sezione della Corte d'appello di Napoli, un avvocato chiedeva al cancelliere di prendere visione del fascicolo all'interno del quale vi rinveniva una bozza di sentenza completa di intestazione, motivazione e dispositivo di conferma, con l'indicazione – nonostante la contestualità della motivazione – del termine per il deposito delle motivazioni in giorni sessanta, del nome e cognome del presidente e del giudice estensore – priva unicamente delle firme – e della indicazione delle conclusioni non ancora rassegnate dalle parti;

   nello specifico, l'avvocato si accingeva a discutere nel merito il processo per chiedere la rinnovazione del dibattimento ed era pronto anche a depositare una memoria e per questo, ancor di più, è apparso anomalo che nel fascicolo vi fosse già una bozza della possibile decisione;

   l'episodio denota, ad avviso dell'interrogante, uno svilimento del ruolo del difensore nel processo e da gran parte dell'avvocatura arriva la richiesta di una reazione dura;

   inoltre, analogo episodio si era verificato nel mese di luglio 2020 presso la Corte d'appello di Venezia il cui presidente trasmetteva le copie autentiche dei verbali delle udienze e di ben 7 pronunce complete di motivazione e di dispositivo. Dalle indagini è emerso uno sconcertante quadro documentale che rischia di legittimare l'ipotesi che esista una sorta di prassi di precostituzione del giudizio, non solo rispetto alla camera di consiglio, ma anche alla discussione delle parti;

   secondo i rappresentanti dell'Avvocatura, ci si troverebbe in presenza di alcuni casi in cui le bozze delle sentenze erano già state predisposte, con il verdetto di condanna e con l'indicazione dei termini di deposito delle motivazioni, prima che si svolgesse l'udienza di fronte a un collegio giudicante;

   tali episodi mortificano il ruolo di avvocato difensore e rischiano di rendere vuoto il contraddittorio finendo con il delegittimare l'intera Corte d'appello e i tanti giudici che praticano con convinzione il giudizio dialettico;

   l'articolo 111 della Costituzione fissa, tra gli altri, due princìpi del giusto processo – terzietà e imparzialità del giudice – che peraltro trovano fondamento anche in altri precetti costituzionali, quali l'articolo 101, secondo comma, in base al quale «I giudici sono soggetti soltanto alla legge» e l'articolo 97, primo comma, secondo cui «I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione»;

   resta imperante il principio di non colpevolezza sino al passaggio in giudicato della sentenza, con la garanzia dell'esercizio del diritto di difesa, in contraddittorio tra le parti e dinanzi ad un giudice terzo e imparziale che perviene alla decisione sulla base del materiale probatorio acquisito e nel rispetto delle regole processuali;

   a parere dell'interrogante quanto sopra esposto evidenzia storture di diversa matrice, tanto che, come affermato il 15 giugno 2021 in un comunicato delle Camere penali della Toscana in merito a tali fatti, «la gravità di questi episodi non può essere vista è liquidata come un fatto isolato di malcostume, o come incidente di percorso» –:

   se intenda valutare se sussistono i presupposti per avviare iniziative ispettive presso gli uffici giudiziari di cui in premessa;

   se non ritenga di adottare iniziative normative per rafforzare le garanzie difensive di tutti i gradi di giudizio.
(4-09660)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interpellanze:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   il 22 maggio 2021 «Il Fatto» ha pubblicato un'inchiesta sulle certificazioni di sicurezza rilasciate dal Registro italiano navale (Rina);

   l'articolo riporta intercettazioni riferite ad un'inchiesta della procura di Genova, partita dopo la strage della motonave Jolly Nero della compagnia Messina, che nel 2013 provocò la morte di 9 persone abbattendo la Torre Pilotti di Genova, ma affronta anche i rapporti di favoritismo esistenti tra gli armatori, il Rina e le capitanerie di porto italiane e similari organismi internazionali;

   le accuse del pubblico ministero sono che la nave, certificata dal Rina, sia salpata con le carte truccate e nonostante avesse apparecchi guasti. Secondo gli investigatori, «è solo la punta dell'iceberg di un sistema»; infatti, le circa 13 mila pagine di atti contengono un elenco lunghissimo di presunte falsificazioni, alcune anche causa di incidenti mortali;

   solo a carico della compagnia Messina, sarebbero state avanzate accuse per aver manomesso i rapporti di 57 incidenti su 107, riguardanti 18 navi della flotta e, come riportano i rapporti della Guardia di finanza, «Nonostante il 50 per cento delle avarie presenti non conformità, gli ispettori del Rina non le hanno riscontrate»;

   il pubblico ministero ritiene che il Rina sia coinvolto anche nella falsificazione delle certificazioni relative a 17 navi di varie compagnie di diverse nazionalità;

   a questo proposito, si fa presente che il Registro italiano navale è, per importanza, il secondo registro navale al mondo, dopo il Registro navale giapponese di Tokyo;

   infatti, dalle indagini emergono pressioni degli armatori sull'ente, che a sua volta spesso è intervenuto intercedendo presso le autorità marittime delle diverse nazioni, per scongiurare il declassamento delle navi – alcune delle quali protagoniste di incidenti anche gravi – ed evitando così agli armatori problemi con le assicurazioni e con i costi sulla messa in sicurezza;

   secondo la Guardia di finanza «La società millanta agli armatori, al fine di acquisirli come clienti, una certa “benevolenza” da parte dell'amministrazione italiana (...) che si concretizza nella capacità dei vertici del Rina di convincere alti ufficiali della Guardia costiera ad adottare soluzioni favorevoli all'armatore»;

   da un articolo del 1° agosto 2020, pubblicato dall'Avvenire, si apprende che, negli ultimi 20 anni il Rina «ha certificato la sicurezza anche di tre navi passeggeri poi affondate, di una petroliera che ha causato un disastro ambientale, di una fabbrica distrutta da un incendio»: tragedie che hanno provocato centinaia di morti, oltre ad enormi danni, per le quali la società «è stata coinvolta in diversi procedimenti giudiziari: alcuni in corso, uno archiviato, uno arrivato a condanna definitiva»;

   il Rina, costituito dalla società madre Rina s.p.a., la holding che controlla le principali sub-holding Rina Services s.p.a. e Rina Consulting s.p.a., è un ente vigilato dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e svolge attività di verifica, di controllo, di certificazione e di ricerca riguardo ai materiali, ai progetti, alle tecnologie, ai prodotti e alle installazioni, sia nel settore marittimo, sia in altri settori produttivi, anche in adempimento a incarichi affidati da amministrazioni pubbliche o da altre autorità;

   con decreto n. 61 del 22 novembre 2019 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la direzione generale per il trasporto e le infrastrutture ferroviarie, ha qualificato Rina per la certificazione di sicurezza ai sottosistemi di natura strutturale quali: materiale rotabile, infrastrutture, controllo-comando e segnalamento, controllo-comando e segnalamento a terra, controllo-comando e segnalamento di bordo, energia;

   la vigilanza sull'attività della società, al fine di verificare i requisiti previsti e la regolarità delle operazioni, è stata demandata ad Accredia: l'Ente unico nazionale di accreditamento designato dal Governo ad attestare la competenza, l'indipendenza e l'imparzialità degli organismi di certificazione, ispezione e verifica. L'ente, dal 2009, opera sotto la vigilanza del Ministero dello sviluppo economico –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di escludere per il futuro le criticità e i rischi emersi a seguito dell'inchiesta della procura di Genova sulla strage della motonave Jolly Nero.
(2-01267) «Spessotto».


   La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   da un articolo pubblicato il 9 giugno 2021 sul quotidiano «La Repubblica», dal titolo «I prodigi di Bonsignore, rimborsi milionari per le strade mai costruite», si apprende che lo stesso giorno si sarebbe tenuta una riunione interna al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, alla presenza del Ministro, sul destino del progetto di collegamento autostradale E45-E55 Orte-Mestre;

   l'opera, che coinvolgeva ben cinque regioni (Lazio, Toscana, Umbria, Emilia-Romagna e Veneto), undici province e quarantotto comuni, rappresentava una delle più grandi, impattanti e costose tra quelle inserite nell'elenco delle infrastrutture strategiche previste dalla delibera del Comitato interministeriale della programmazione economica (Cipe) 21 dicembre 2001, n. 121, in virtù di quanto previsto dalla legge obiettivo (legge n. 443 del 2001). Per il suo devastante impatto sui territori, sin dall'inizio ha provocato forti opposizioni da parte di comitati di cittadini e associazioni ambientaliste;

   il progetto preliminare dell'autostrada fu approvato dal Cipe l'8 novembre 2013 e venne definito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti «un asse viario fondamentale per l'Italia (...), che rientra nei corridoi europei dei progetti TEN-T». In realtà, per la Commissione europea rientrava solamente tra gli interventi complementari alla rete TEN-T;

   per la realizzazione dell'autostrada, promossa anche da Anas spa, il consorzio guidato da Ilia spa – capeggiata dalla Gefip Holding di proprietà dell'ex europarlamentare Vito Bonsignore, oltre che da Banca Carige, Egis, Mec spa, Technip Italy – propose gli strumenti del project financing. Il costo iniziale complessivo ammontava a 9 miliardi e 844 milioni di euro (dei quali circa 1,8 miliardi finanziati attraverso contributi degli enti pubblici e attraverso agevolazioni e detrazioni fiscali statali), per una concessione della durata di 49 anni;

   nel 2015, a seguito di richieste di chiarimenti al Cipe dalla stessa Corte dei conti, di mancanza di finanziatori, ma soprattutto, del coinvolgimento nell'inchiesta chiamata «Indagine Sistema», — condotta dal raggruppamento operativo speciale (Ros) dei carabinieri e dalla procura della Repubblica di Firenze, sui sistemi di corruzione legati agli appalti relativi alle grandi opere, l'autostrada Orte-Mestre è stata stralciata dall'elenco delle opere prioritarie per il Paese. Da allora, il progetto è stato accantonato;

   l'articolo del 9 giugno summenzionato ipotizza che per il collegamento autostradale Orte-Mestre, venga replicata la soluzione adottata per la Società Autostrada Ragusa-Catania (Sarc), concessionaria per la progettazione, costruzione e successiva gestione del tratto autostradale e fondata nel 2014 da Vito Bonsignore, che avrebbe dovuto trovare finanziamenti privati per 448 milioni, pagabili in 35 anni, attraverso i pedaggi presenti sul tratto autostradale che, per appena 66 chilometri totali di percorrenza, sarebbero costati ai cittadini siciliani l'esorbitante cifra di circa 18 euro. A seguito della sua inadempienza a recuperare i finanziamenti e a realizzare l'opera e al subentro di Anas e conseguenti finanziamenti pubblici, l'articolo 35 del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8 (Milleproroghe 2019), ha autorizzato Anas ad indennizzare Sarc, acquistando il suo progetto per oltre 36 milioni di euro, chiudendo con la società ogni contenzioso in corso;

   lo stesso decreto potrebbe dar luogo all'autorizzazione del medesimo intervento per l'autostrada Orte-Mestre, con 10 miliardi di lavori ancora da attuare, ma 180 milioni in favore della società Ilia Or-Me, a capo della holding di Bonsignore, per l'indennizzo delle spese del progetto ma soprattutto per il fallimentare tentativo di realizzare il collegamento;

   a giudizio dell'interpellante, i progetti relativi alle opere suddette, per estensione territoriale, onerosità e complessità per il reperimento degli ingenti finanziamenti privati, appaiono come operazioni opache e di difficile realizzazione. A tale proposito, per entrambe le concessioni, si sottolinea la diretta partecipazione di Vito Bonsignore, persona condannata negli anni '90 a 2 anni di reclusione, per concorso in tentata corruzione, abuso e turbativa d'asta, per l'appalto dell'ospedale di Asti, condanna confermata in appello e in Cassazione, oltreché coinvolto in altre indagini giudiziarie in relazione alle quali però è stato in seguito assolto –:

   se trovi conferma quanto riportato dal quotidiano «La Repubblica» sull'indennizzo di 180 milioni di euro a Ilia Or-Me e se non ritenga opportuno fornire ogni utile elemento sui fatti descritti in premessa;

   se non ritenga di dover chiarire quali siano stati i parametri di valutazione che hanno determinato un indennizzo così oneroso a favore della Società Autostrada Ragusa-Catania per la mancata realizzazione del collegamento autostradale.
(2-01268) «Spessotto».

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata:


   LUPI e COLUCCI. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   i nuovi dati Istat, riportati a partire dalla ricerca su «Spesa per consumi delle famiglie 2021», segnalano l'esistenza di 2.007.000 nuclei famigliari in povertà assoluta. Di questi, 775.000 nel Mezzogiorno;

   il report Inps 2021 su reddito e pensione di cittadinanza indica per il 2020 1.574.579 nuclei beneficiari di almeno una mensilità. Di questi, 942.394 nel Mezzogiorno;

   lo stesso report Inps segnala per il 2020 26.160 redditi/pensioni di cittadinanza revocate e 258.067 decaduti dal diritto (totale 284.236). Di questi, nel Mezzogiorno rispettivamente 10.754 e 146.324 (totale 157.078);

   tale misura mostra uno squilibrio molto significativo in termini di distribuzione territoriale: se a livello nazionale i percettori risultano essere il 64,8 per cento dei nuclei famigliari potenzialmente bisognosi di sostegno economico, il gap tra i territori appare molto pronunciato;

   l'insieme dei due strumenti – reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza – appare addirittura eccedente la quota dei nuclei famigliari in povertà assoluta presenti nel Mezzogiorno (818.603 nuclei contro i 775.000 segnalati in povertà assoluta da Istat); diversamente, la capacità di copertura del bisogno nelle regioni del Nord è inferiore al 30 per cento dei nuclei famigliari e addirittura di poco superiore al 20 per cento degli individui;

   tali dati mostrano che la misura, per le sue caratteristiche, introduce una significativa sperequazione territoriale ai danni delle regioni del Nord, mentre appare addirittura eccedente il numero dei nuclei in condizione di povertà assoluta nel Mezzogiorno: notazione che pone probabilmente con più forza l'urgenza di controlli ancora più stringenti circa l'effettivo diritto di accesso alla misura, che già si è dimostrata inefficace riguardo alla capacità di reinserire i beneficiari nel mercato del lavoro –:

   quali iniziative intenda adottare per superare l'evidente sperequazione citata in premessa che inevitabilmente provoca uno spreco di risorse economiche pubbliche, oltre che un fallimento delle politiche attive del lavoro.
(3-02366)


   VISCOMI, INCERTI, CARLA CANTONE, GRIBAUDO, LACARRA, LEPRI, MURA, SERRACCHIANI, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   con comunicato pubblicato sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si è data notizia della firma, il 25 giugno 2021, del decreto ministeriale che definisce un sistema di verifica della congruità dell'incidenza della manodopera impiegata nella realizzazione di lavori edili, in attuazione di quanto previsto dall'accordo collettivo del 10 settembre 2020 sottoscritto dalle organizzazioni più rappresentative per il settore edile e in ottemperanza di quanto disposto dall'articolo 8, comma 10-bis, del decreto-legge n. 76 del 2020;

   la verifica della congruità si riferisce, in fase di prima applicazione, all'incidenza della manodopera relativa allo specifico intervento realizzato nel settore edile, avendo come riferimento gli indici minimi di congruità riportati nella tabella allegata al citato accordo collettivo del 10 settembre 2020, sia nell'ambito dei lavori pubblici che di quelli privati eseguiti da parte di imprese affidatarie, in appalto o subappalto, ovvero da lavoratori autonomi coinvolti a qualsiasi titolo nella loro esecuzione;

   la firma del suddetto provvedimento rappresenta un significativo passo in avanti nella lotta e nella prevenzione del lavoro irregolare e per la sicurezza nei luoghi di lavoro in un settore fondamentale per la ripresa economica del nostro Paese, ma che, allo stesso tempo, registra alti indici di irregolarità e sinistrosità. Basti pensare che, come denunciato nell'appello della Fillea Cgil rivolto alle massime cariche istituzionali del Paese del 10 marzo 2021, solo nei primi mesi del 2021 nel settore dell'edilizia si è registrato un incremento degli infortuni mortali di oltre il 180 per cento rispetto al 2020;

   misure di tale natura, oltre a costituire un'evidente garanzia per la tutela dei diritti e della sicurezza dei lavoratori dell'edilizia, rappresentano un efficace strumento per il contrasto di forme di concorrenza sleale nei confronti delle aziende sane che rispettano le regole in materia salariale, contributiva e di sicurezza sul lavoro, a maggior ragione in vista dell'ingente programma di investimenti che potranno essere realizzati, grazie alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza –:

   quali urgenti e ulteriori iniziative intenda adottare al fine di potenziare il sistema di prevenzione del lavoro irregolare e garantire il rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza del lavoro nel settore dell'edilizia, anche in vista dell'attuazione del programma di investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e, più in generale, in tutti quei settori dove ancora si registrano alti tassi di irregolarità e sinistrosità.
(3-02367)


   DE LORENZO e FORNARO. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   il 18 giugno 2021 Adil Belakhdim, 37enne sindacalista SiCobas che stava partecipando a una manifestazione davanti ai cancelli del centro logistico Lidl di Biandrate nel novarese, è stato travolto da un camion che ha cercato di forzare il picchetto dei lavoratori che protestavano legittimamente;

   si tratta dell'ennesimo grave dramma che colpisce il mondo del lavoro e, in particolare, quello della logistica, dove da troppo tempo le condizioni di sfruttamento si sono fatte sempre più pressanti e c'è da restare sgomenti che, ancora oggi, chi si batte per i diritti dei lavoratori debba pagare con la vita il suo impegno;

   anche a seguito di questa vicenda il Ministro interrogato, approfondendo i temi della logistica, ha dichiarato che è «la logica dell'esternalizzazione, quella che produce un doppio regime che ha portato a questi episodi di scontro: il tuo dipendente con un contratto regolare negoziato con i sindacati e il dipendente dell'appaltatore con un altro contratto, ammesso che gli venga applicato». Con l'algoritmo che governa la logistica «c'è il rischio di avere sulla carta un bel contratto firmato e poi un algoritmo digitale che scandisce orari e turni. Un algoritmo dentro il quale nessuno è in grado di guardare e che diventa il vero contratto da rispettare»;

   per questo, sempre dalle dichiarazioni del Ministro interrogato, è stato aperto un tavolo con la filiera per avere un confronto su questo, ed è stata annunciata una task force con Ispettorato nazionale del lavoro, Inps, Agenzia delle entrate e rappresentanti degli altri Ministeri competenti per affrontare le criticità di un settore in cui diritti e tutele sono spesso violati;

   secondo il Ministro interrogato i grandi gruppi devono responsabilizzarsi anche per i piccoli. Non possono limitarsi ad affermare che quello che accade fuori dalle loro aziende non li riguarda, perché se essi cambiano il modo di organizzare la logistica, cambiano naturalmente le logiche del subappalto, al quale spesso ricorrono con il sistema del massimo ribasso –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare, coinvolgendo le rappresentanze sindacali e le parti datoriali, affinché vengano affrontati tutti i temi relativi alla logistica e si superino tutte le forme di «giungla» contrattuale e salariale ora presenti.
(3-02368)


   CIPRINI, CUBEDDU e INVIDIA. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   la scadenza del blocco dei licenziamenti è stata fissata dall'articolo 8, comma 9, del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 69 del 2021, al 30 giugno 2021;

   si segnala, al riguardo, che il MoVimento 5 Stelle ha assunto iniziative in sede parlamentare finalizzate alla sospensione dei licenziamenti, anche in attesa della prospettata riforma degli ammortizzatori sociali;

   dal 1° luglio 2021 le aziende con accesso alla cassa integrazione ordinaria avranno la possibilità di disporre licenziamenti sia collettivi sia individuali, anche per motivi economici;

   il Governo ha annunciato l'intenzione di prorogare il blocco dei licenziamenti, in maniera selettiva, favorendo le aziende che operano nel settore dell'abbigliamento, delle calzature e del tessile; tuttavia, al fine di superare l'eventuale vaglio di incostituzionalità, determinato da un eventuale blocco ai licenziamenti in favore di alcuni settori, il Governo starebbe valutando la possibilità di applicare un indicatore consistente nella valutazione dell'incidenza media della cassa integrazione, ossia favorendo, in maniera trasversale, le aziende che hanno maggiormente fatto ricorso alla «cassa integrazione guadagni COVID» rispetto all'uso medio, in un determinato periodo di tempo;

   alcuni sindacati hanno espresso forti perplessità riguardo a questo metodo, sino a ritenere che possa esserci un aumento dell'utilizzo della cassa integrazione e della disoccupazione –:

   se intenda fornire maggiori dettagli circa i tempi dell'annunciata iniziativa di riforma degli ammortizzatori sociali, nonché dell'avvio degli investimenti sulle politiche attive del lavoro previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche in relazione alla sospensione dei licenziamenti e ai relativi rischi sociali.
(3-02369)


   D'ALESSANDRO, PAITA, LIBRANDI, FREGOLENT, UNGARO, MARCO DI MAIO, OCCHIONERO e VITIELLO. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi la città di Genova è stata teatro di tensioni e proteste da parte dei lavoratori dell'ex Ilva per contestare la scelta dei vertici aziendali di fare nuovamente ricorso alla cassa integrazione per 13 settimane, che interesserà 981 addetti a Genova e fino a 4.000 a Taranto. La decisione aziendale prevede, inoltre, il ricorso alla cassa integrazione ordinaria e non alla cosiddetta «cassa COVID», legata alle difficoltà economiche dovute alla pandemia;

   in questo quadro si inserisce la recente decisione del Ministro della transizione ecologica che il 28 giugno 2021 ha firmato un decreto che obbliga la società ex Ilva all'adeguamento ambientale della batteria 12 di Taranto, uno degli impianti che producono coke per alimentare gli altoforni, i cui lavori sarebbero dovuti terminare entro il 2017. Il Ministero ha respinto la richiesta di proroga di ArcelorMittal al 31 gennaio 2022, imponendo l'immediata messa a norma dell'impianto ad alto impatto ambientale;

   il 30 giugno 2021 è attesa la convocazione del consiglio di amministrazione di Acciaierie d'Italia con l'entrata di 3 rappresentanti dello Stato, come conseguenza del nuovo assetto societario che vede ArcelorMittal al 62 per cento e Invitalia al 38 per cento. Una scelta del Governo che testimonia la volontà di investire nel settore dell'acciaio, asse strategico per il rilancio economico del nostro Paese;

   il Governo ha investito oltre 400 milioni nel nuovo assetto societario dell'ex Ilva, frutto della volontà di promuovere l'acciaio, i cui stabilimenti di Taranto, Genova e Novi rappresentano un polo strategico per il rilancio del settore e dell'intera filiera manifatturiera;

   in questo quadro, anche a fronte dell'annunciata decisione del Ministro Giorgetti di anticipare l'incremento della partecipazione di Invitalia al 60 per cento rispetto alla finestra di maggio 2022, il Governo ha chiesto ai vertici dell'ex Ilva di «soprassedere» con la scelta della cassa integrazione, in attesa del vertice al Ministero dello sviluppo economico previsto l'8 luglio 2021, richiesta che al momento è stata respinta –:

   quali iniziative intenda adottare per agevolare le relazioni tra l'azienda e le rappresentanze dei lavoratori e per difendere migliaia di posti di lavoro nel settore dell'acciaio alla vigilia dell'insediamento del nuovo consiglio di amministrazione dell'ex Ilva che vede la presenza di Invitalia, anche facendo sì che si pervenga all'immediata sospensione della procedura per la cassa integrazione annunciata dai vertici di ArcelorMittal.
(3-02370)


   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   la vicenda di Embraco, l'azienda brasiliana del gruppo Whirlpool, che nel 2017 ha deciso di licenziare 417 operai del suo stabilimento a Riva di Chieri (Torino) per trasferire la produzione di compressori per frigoriferi in Slovacchia, sembra essere senza fine;

   alla fine degli anni '90 lo stabilimento impiegava circa 2.500 persone, ma nel 2000 Whirlpool lo cedette alla sua controllata Embraco ed iniziarono le difficoltà. Nel 2004, Embraco apre uno stabilimento in Slovacchia e annuncia 812 esuberi, lasciando a casa 420 addetti. Nel 2014, quando minaccia nuovamente di lasciare l'Italia, la regione, per farle cambiare idea, firma un protocollo di intesa di 2 milioni di euro e in cambio Embraco si impegna a fare nuovi investimenti, ma nel frattempo il numero dei dipendenti si è ridotto. Nel 2017, la società annuncia una riduzione della produzione nello stabilimento di Riva di Chieri poi confermata, a gennaio 2018, dalla decisione di spostare la produzione in Slovacchia e gli oltre 400 operai sono raggiunti dal licenziamento collettivo;

   il resto è storia più recente: Whirlpool destina un assegno di oltre 50 milioni di dollari per la reindustrializzazione del sito di Riva di Chieri, nel frattempo abbandonato dalla società controllata Embraco Europe; Embraco incarica una società di Randstad (Sofit) di individuare imprenditori solidi capaci di garantire l'attività, sotto il controllo del Ministero dello sviluppo economico e di Invitalia;

   la scelta ricade su Ventures, la società israelo-cinese che produce sistemi per la depurazione delle acque e robot per la pulizia a secco dei pannelli solari, che garantisce la conferma di tutti gli operai;

   dopo 14 mesi l'attività produttiva non è affatto ripartita e, ancora oggi, non sembra esserci alcun segnale positivo per i 409 lavoratori della ex Embraco, ceduta dalla Whirlpool al gruppo cino-israeliano Ventures;

   il 22 luglio 2021 agli operai scade la cassa integrazione –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare per salvaguardare i livelli occupazionali della ex Embraco, anche alla luce dell'imminente scadenza degli ammortizzatori sociali.
(3-02371)


   POLVERINI, OCCHIUTO e ZANGRILLO. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   come riportato da numerose fonti di stampa nel mese di maggio 2021, il Ministro interrogato aveva annunciato pubblicamente l'intenzione di procedere alla nomina alla direzione dell'Ispettorato nazionale del lavoro del magistrato dottor Bruno Giordano, esperto in diritto della sicurezza sul lavoro;

   ad oggi l'annunciata nomina del dottor Giordano non è stata ancora ufficializzata e le procedure per la sua messa fuori ruolo dalla magistratura risultano ancora non completate;

   il tema della sicurezza sul lavoro, anche alla luce dei recenti incidenti verificatisi, costituisce una priorità da perseguire con tutti gli strumenti a disposizione del Governo, ad iniziare dall'efficace funzionamento delle istituzioni preposte ad assicurarla –:

   quale sia lo stato dell'arte della procedura per il conferimento dell'incarico di cui in premessa al dottor Bruno Giordano e se vi siano circostanze ostative in tal senso.
(3-02372)


   DE GIROLAMO. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   il Governo ha recentemente annunciato il permanere del blocco dei licenziamenti solo per alcune categorie lavorative, in particolare per il settore tessile e per la filiera della moda, fino al 31 ottobre 2021;

   a causa della grave pandemia da COVID-19 che ha pesantemente colpito il nostro Paese, soprattutto sotto l'aspetto sanitario ed economico, si è dovuto ricorrere a strumenti eccezionali per supportare i lavoratori e anche le imprese con strumenti, quali i ristori, che però si sono dimostrati purtroppo insufficienti;

   miliardi di euro sono stati destinati ad una forma di assistenzialismo secondo gli interroganti cronico, quale il reddito di cittadinanza, e solo un ristretto numero di beneficiari ha trovato lavoro, sancendo il fallimento dello strumento dei cosiddetti «navigator»;

   è necessario che il Governo si adoperi per far ripartire concretamente le imprese –:

   quali iniziative intenda portare avanti il Governo per creare nuovi posti di lavoro nel Paese.
(3-02373)

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   in data 25 maggio 2021, l'Istituto nazionale previdenza sociale ha pubblicato il bando di concorso per i Centri estivi diurni 2021;

   il bando prevedeva l'erogazione di contributi di 100 euro a settimana, per un limite massimo di quattro settimane, a titolo di rimborso spese, per la partecipazione a soggiorni estivi in Italia di figli di dipendenti e pensionati pubblici Inps;

   l'opportunità era rivolta a minori con un'età compresa tra i 3 e i 14 anni;

   il bando distingueva nello specifico tre figure, ovvero: il titolare del diritto, il beneficiario e il richiedente. Erano titolari del diritto i dipendenti pensionati della pubblica amministrazione e i pensionati della Gestione dipendenti pubblici. Il beneficiario era invece il giovane destinatario, ovvero il figlio, il richiedente era colui che presenta la domanda di partecipazione al concorso;

   l'Inps intendeva offrire a bambini e ragazzi la possibilità di soggiornare in centri estivi diurni in Italia durante la stagione 2021, nello specifico nei mesi di giugno, luglio, agosto e fino al giorno 11 settembre 2021. In particolare, si riconosceva un contributo, totale o parziale, per la copertura del costo di partecipazione. Il bonus veniva riconosciuto per l'iscrizione e la partecipazione di durata minima pari a una settimana (cinque giorni) e per quelle di durata massima pari a quattro settimane (20 giorni) anche non consecutive, ma fruite verso un unico fornitore;

   in base al bando, il titolare doveva iscrivere il beneficiario al programma «accesso ai servizi di welfare». L'iscrizione consentiva la presentazione della domanda. Trascorsi cinque giorni lavorativi successivi all'iscrizione, il titolare poteva presentare la domanda di partecipazione al concorso. All'atto della presentazione della domanda, il richiedente doveva aver presentato la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) per la determinazione dell'Isee ordinario o Isee minorenni. Bisognava quindi richiedere la certificazione Isee 2021, che doveva essere riferita al nucleo familiare di cui faceva parte il beneficiario ed era funzionale alla determinazione della graduatoria finale e alla quantificazione del contributo economico;

   la domanda completa doveva essere trasmessa dal beneficiario a decorrere dalle ore 12,00 del 26 maggio 2021 e non oltre le ore 12,00 del giorno 18 giugno 2021;

   sono pervenute molteplici segnalazioni da parte di cittadini che, nonostante avessero i requisiti per la partecipazione al bando, non hanno potuto portare a termine la domanda per problemi tecnici dovuti al malfunzionamento del sito internet. In particolare, le segnalazioni riguardano il lasso di tempo dei cinque giorni che intercorre tra l'iscrizione al programma «accesso ai servizi welfare», avvenuto entro i termini stabiliti dal bando, e la presentazione della domanda. I ritardi sono dovuti al malfunzionamento della piattaforma web dell'ente, non nuova a problemi di questo tipo –:

   se ritenga opportuna un'iniziativa volta alla riapertura dei termini di cui sopra;

   se ritenga opportuna e doverosa un'iniziativa volta all'acquisizione d'ufficio delle domande pervenute oltre il termine, per cause non imputabili al richiedente, nonostante la previa iscrizione al programma «accesso ai servizi di welfare»;

   se ritenga opportuna un'iniziativa per rendere più efficiente e funzionale la piattaforma web dell'Inps.
(4-09662)

SALUTE

Interrogazione a risposta immediata:


   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. – Al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:

   in data 24 giugno 2021 si è tenuta in Consiglio di Stato la prima udienza conseguente all'impugnazione promossa dal Ministero della salute di una delle sentenze del tribunale amministrativo regionale del Lazio, con cui il Ministero è stato condannato alla produzione di documenti di cui era stata negata l'ostensione in seguito ad accessi agli atti promossi dai deputati di Fratelli d'Italia;

   al di là della procedura giurisdizionale che seguirà nelle sedi appropriate il proprio iter, è importante comprendere le ragioni per le quali il Ministero della salute ha ispirato la propria azione, ad avviso degli interroganti, alla totale assenza di trasparenza e condivisione dei processi decisionali che hanno connotato la conduzione da parte del Ministero della preparazione e della risposta alla pandemia fin dall'inizio dell'emergenza;

   al di là delle dichiarazioni che il Ministro interrogato ha speso, è un fatto incontrovertibile che sia sulla richiesta di esibire i verbali della task force, sia sulla richiesta di produrre il piano di cui parlò a Il Corriere della Sera Andrea Urbani, direttore della programmazione del Ministero, sia sul tema del mancato aggiornamento del piano, sia sui verbali del Comitato tecnico-scientifico che ancor oggi non sono integralmente pubblici, solo per citare alcuni casi, il Ministro interrogato, ad avviso degli interroganti, abbia mancato di uniformarsi a quei principi di trasparenza che devono connotare l'azione del decisore politico in materia di sanità pubblica, ai sensi della decisione 10827/2013/UE e del Regolamento sanitario internazionale;

   è, inoltre, necessario precisare che queste domande interessano tutti gli italiani, visto che sia ai sensi del Regolamento sanitario internazionale, sia della stessa decisione, la popolazione è il primo partner per fronteggiare una pandemia e che, con una corretta e trasparente condivisione di dati e informazioni, la popolazione può essere posta nelle condizioni di adottare comportamenti corretti che aiutino a limitare la diffusione della pandemia;

   al contrario, il Ministero della salute, fin dall'inizio della gestione della emergenza, ha connotato la propria azione, ad avviso degli interroganti, all'assenza di trasparenza e condivisione delle informazioni, come dimostra la mancata ostensione, se non all'esito di condanne giudiziali, di documenti rilevanti;

   questo ha determinato, ad avviso degli interroganti, che i territori e le popolazioni realizzassero iniziative ad alto rischio diffusivo promosse dalle autorità locali che hanno funzionato da amplificatore del virus –:

   per quale motivo il Ministero della salute abbia attuato, fin dalla fase iniziale della emergenza e ancora oggi, quella che agli interroganti appare una sistematica violazione delle disposizioni internazionali e comunitarie finalizzate a garantire piena trasparenza, condivisione e imparzialità rispetto alla popolazione sui processi decisionali realizzati dal Governo.
(3-02365)

Interrogazioni a risposta scritta:


   ALAIMO, GIARRIZZO, D'ORSO, MARTINCIGLIO e VILLANI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio 2021 (commi 454-456 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2020, n. 178) modifica la disciplina relativa al finanziamento delle misure a favore dei soggetti con disturbi dello spettro autistico contenute nella legge di bilancio per il 2016 (legge n. 208 del 2015);

   in particolare la legge del 2021 modifica il comma 401 dell'articolo 1 della legge n. 208 del 2015 disponendo un incremento della dotazione del Fondo per la cura dei soggetti con disturbo dello spettro autistico (cosiddetto Fondo autismo) ivi previsto, per un importo pari a 50 milioni di euro per l'anno 2021;

   si ricorda che i commi 401 e 402 della legge di bilancio per il 2016 hanno disposto l'istituzione, presso il Ministero della salute, di tale Fondo, con una dotazione iniziale di 5 milioni di euro annui a decorrere dal 2016, a seguito dell'approvazione della legge n. 134 del 2015 che ha previsto interventi finalizzati a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita e l'inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico, in conformità a quanto previsto da una risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni unite del 12 dicembre 2012 sui bisogni delle persone con autismo;

   le risorse sono state poi aumentate a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020 dalla legge di bilancio per il 2018 (legge n. 205 del 2017 articolo 1, comma 455) e, da ultimo, l'articolo 31-ter del decreto-legge n. 104 del 2020 (cosiddetto decreto agosto convertito dalla legge n. 126 del 2020) ha incrementato di ulteriori 10 milioni di euro la dotazione per il 2020;

   il comma 455 della legge di bilancio 2021 prevede una specifica novella al comma 402, articolo 1, della citata legge di bilancio 2016, disponendo che, con decreto di natura regolamentare, adottato del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, siano stabiliti i criteri e le modalità per l'utilizzazione del Fondo autismo e le altre disposizioni necessarie per la sua attuazione. Il regolamento, ai sensi del comma 456, deve essere adottato entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio;

   ad oggi, trascorso il termine sopra richiamato, sembrerebbe che il Ministero della salute non abbia ancora attivato le procedure necessarie all'adozione del decreto attuativo finalizzato ad individuare i criteri di ripartizione delle risorse stanziate;

   in Italia, secondo i dati dell'Osservatorio nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico, 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) presenta un disturbo dello spettro autistico, con una prevalenza maggiore nei maschi, che sono colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine;

   questi dati sottolineano la necessità di politiche sanitarie, educative e sociali atte a incrementare i servizi e migliorare l'organizzazione delle risorse a supporto delle famiglie;

   ad avviso dell'interrogante, lo sblocco delle risorse del Fondo autismo tramite l'adozione del relativo decreto è, ad oggi, quanto mai urgente e necessario, al fine di attivare tutti quegli interventi, elencati dalla legge di bilancio 2021, relativi allo sviluppo di progetti di ricerca riguardanti le basi eziologiche, la conoscenza del disturbo dello spettro autistico, il trattamento e le buone pratiche terapeutiche ed educative;

   così come gli interventi relativi all'incremento del numero delle strutture semiresidenziali e residenziali pubbliche e private con competenze specifiche sui disturbi dello spettro autistico in grado di effettuare il trattamento di soggetti minori, degli adolescenti e degli adulti; all'aumento del personale del Servizio sanitario nazionale preposto alla prestazione delle terapie in favore di chi soffre di questa patologia –:

   se i Ministri interrogati non ritengano indispensabile adottare iniziative per sbloccare la situazione, predisponendo il decreto necessario per dare attuazione concreta al Fondo autismo e consentire l'accesso alle risorse disponibili al fine di attivare i progetti e le attività ad oggi bloccate.
(4-09664)


   IORIO. — Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   gli allevatori bufalini del casertano sono allo stremo delle forze perché la brucellosi continua a imperversare nella piana del fiume Volturno, con epicentro nei comuni di Cancello e Arnone, Castel Volturno, Grazzanise e Santa Maria La Fossa, dove da anni e ancor oggi si concentra il maggior numero di focolai;

   si tratta di una problematica tutt'altro che nuova dato che il Piano straordinario di eradicazione, approvato dalla giunta regionale della regione Campania nel maggio 2019, è palesemente fallito e una nuova strategia non è più procrastinabile;

   servono degli abbattimenti selettivi e mirati e l'avvio di un piano vaccinale in grado di garantire la necessaria svolta per una situazione colpevolmente ferma da anni;

   la Commissione europea, già a marzo 2021, ha stabilito che «è responsabilità delle autorità nazionali e locali competenti, in collaborazione con la comunità agricola, accelerare il processo di eradicazione della malattia»;

   questa richiesta va contro gli interessi di industriali, commercianti, e del consorzio di tutela che temono ripercussioni sul mercato non facilmente prevedibili, laddove la legge imponga di indicare in etichetta l'uso di «latte da animali vaccinati», ma anche e soprattutto per il rischio che giornali e televisioni, possano dare risalto alla notizia;

   il Tar Campania si è di recente espresso in accoglimento del ricorso presentato dagli allevatori ed ha annullato, in parte, la delibera della giunta regionale n. 207 del 20 maggio 2019, avente ad oggetto «Approvazione Piano Straordinario per il controllo delle malattie infettive della bufala mediterranea italiana per la Regione Campania»;

   è stata impugnata la parte di delibera che obbliga l'allevatore ad abbattere tutti i capi analizzati e risultati affetti da tubercolosi bovina, in caso di presenza anche di un solo animale effettivamente malato, senza quindi predisporre ulteriori controlli individuali ed è stata avanzata richiesta di integrazione probatoria indispensabile per dare un preciso procedimento diagnostico basato su parametri di assoluta certezza di positività prima di procedere ad un eventuale abbattimento del bestiame;

   appare altresì grottesca anche la posizione assunta dalla giunta regionale che, da tempo secondo l'interrogante latita, dopo aver annunciato soluzioni già nel 2019 e aver gravemente minimizzato nel 2020 la situazione;

   l'Istituto zooprofilattico di Teramo propone l'abbattimento dei capi positivi, la vaccinazione delle vitelle di età compresa tra i 6 e i 9 mesi, il divieto di vaccinazione dei capi adulti e l'utilizzo della vaccinazione per contrastare l'incidenza dell'infezione, in particolare nei quattro comuni suddetti. Da estendersi successivamente ai comuni limitrofi di Capua, Carinola, Francolise, Mondragone, Pignataro Maggiore, San Tammaro e Villa Literno;

   attualmente, la profilassi non ammette la vaccinazione di animali per brucellosi, se non dietro autorizzazione in deroga delle autorità, mentre i piani ufficiali di eradicazione si basano unicamente sull'individuazione sierologica dei soggetti infetti e sul loro abbattimento –:

   se i Ministri interrogati, siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative intendano assumere, per quanto di competenza, per scongiurare l'abbattimento di capi di bestiame e promuovere l'avvio di un'adeguata campagna vaccinale.
(4-09665)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   COSTANZO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   come riportato dal Post in data 27 giugno 2021, all'inizio di giugno 2021, Caffarel, storica azienda piemontese che produce cioccolatini di alta qualità, dal 1998 appartenente al gruppo svizzero Lindt & Sprüngli, ha annunciato 90 esuberi su 328 dipendenti e un anno di cassa integrazione straordinaria per tutti i lavoratori, a rotazione;

   con i suoi 328 dipendenti, Caffarel è una delle aziende più grandi della Val Pellice, in Piemonte. La maggioranza delle persone che lavorano nei reparti è rappresentata da donne, di cui molte con più di 40 anni e con una notevole esperienza;

   come riportato dal Post nel 2020 gli effetti dell'epidemia hanno causato un significativo peggioramento dei conti: secondo il report annuale diffuso da Lindt, in Italia, le vendite sono calate del 24,3 per cento per effetto delle misure restrittive. Questo calo generale delle vendite dell'intero gruppo ha interessato in modo particolare i prodotti Caffarel, che, per scelta di mercato, propone i suoi cioccolatini soprattutto ai bar, chiusi per molti mesi nel 2020. Inoltre il lockdown introdotto in primavera e le chiusure nel periodo del Natale hanno compromesso le campagne di vendita durante le festività, i periodi più redditizi dell'anno;

   come ha scritto Federico Fubini sul Corriere della sera, in data 23 giugno, «Caffarel è soggetta ogni anno a “commissioni di management” e “commissioni per uso delle licenze” da versare per vari milioni all'anno alla controllante di Kilchberg, nel cantone di Zurigo. Le commissioni di management sono una tariffa oraria applicata dai dirigenti di Lindt per il loro tempo trascorso a colloquio con quelli di Caffarel. Le commissioni sulle licenze derivano invece dal fatto che Lindt ha acquisito la proprietà intellettuale dei dolciumi Caffarel e ora si fa pagare da quest'ultima per consentirle di produrli. Entrambe le pratiche sono diffuse fra le multinazionali, perché spostano legalmente risorse a favore della casa madre (in questo caso, in Svizzera) senza farle emergere come profitti tassabili nel Paese della controllata (in questo caso, in Italia). Ma applicare simili tariffe a un'azienda in difficoltà come Caffarel – che pure negli anni ha avuto ordinativi da Lindt – oggi appare a molti osservatori discutibile»;

   come riportato dal Post, il 1° giugno 2021 nella sede dell'Unione industriale di Torino si è tenuto il primo incontro tra i rappresentanti dell'azienda e i sindacati, che hanno chiesto di escludere il ricorso alla cassa integrazione straordinaria e di provare a gestire la crisi con un contratto di solidarietà per avviare un piano di riqualificazione professionale. Nell'incontro che si è tenuto venerdì 25 giugno 2021, al termine di una trattativa durata sette ore, è stato trovato un accordo che prevede un anno di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione aziendale: coinvolgerà tutti i dipendenti a rotazione. Il 2 luglio 2021 l'accordo sarà discusso e votato dai lavoratori –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo – per quanto di competenza – al fine di scongiurare futuri licenziamenti;

   se non ritenga opportuno promuovere un dialogo tra la proprietà e i sindacati per avviare una riqualificazione del personale e per incentivare una trasformazione digitale che faccia fronte alla crisi economica del gruppo Caffarel senza pregiudicare i posti di lavoro.
(5-06333)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interpellanza:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro della transizione ecologica, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   la società «Acqua&Sole» S.r.l. di Milano, in data 20 settembre 2017, ha presentato alla provincia di Biella la documentazione ambientale-progettuale-amministrativa per il progetto «Discarica monodedicata a materiali di costruzione contenenti amianto e localizzato in Regione Brianco», localizzato in comune di Salussola (Biella), per ottenere il giudizio di compatibilità ambientale;

   il progetto consiste nell'interramento di circa 1.864.000 metri cubi di amianto e terra;

   l'intervento prevede un invaso ottenuto attraverso lo scavo in profondità per 15 metri ed un abbancamento fuori terra per 17 metri circa di altezza, mentre l'attività insisterà sul territorio per 13 anni circa;

   l'impianto si situerebbe su suolo agricolo di pregio, nelle vicinanze di lotti destinati alla coltivazione agricola e del riso che hanno ottenuto il riconoscimento di Dop Riso di Baraggia biellese e vercellese;

   l'impianto si collocherebbe su un'area indicata dalla regione Piemonte come zona di ricarica di falda degli acquiferi profondi, utilizzati per il consumo umano. Per quel che concerne la struttura geologica, si registra un collegamento diretto tra la falda superficiale e la falda profonda, che rende il sito molto delicato, poiché l'acqua che si infiltra in queste aree viene utilizzata l'approvvigionamento dei pozzi potabili;

   l'amianto assunto per ingestione è in grado di potenziare l'effetto mutageno del benzo(a)pirene e, secondo l'Iarc, ci sono evidenze sul rapporto causale tra ingestione di amianto e cancro dello stomaco e del colon retto. Il rischio sarebbe proporzionale alla concentrazione di fibre ingerite, alla variabilità del consumo idrico, alla durata dell'esposizione e alla concomitante esposizione ad altri carcinogeni. La presenza di fibre di amianto in acqua potabile potrebbe, inoltre, spiegare l'evidenza epidemiologica di mesoteliomi non associabili a esposizione inalatoria;

   numerose evidenze suggeriscono che i rischi sanitari correlati all'amianto sono presenti anche per ingestione, soprattutto attraverso il consumo quotidiano di acqua potabile;

   in Italia mancano limiti di legge e rilevazioni sistematiche sulla concentrazione di fibre di amianto in acqua, nonostante, sia ampia la diffusione delle condotte in cemento-amianto e alcune di queste siano in progressivo deterioramento, anche a causa dell'alto tasso di acidità dell'acqua circolante;

   per rispetto dei principi di precauzione e di prevenzione, sarebbe opportuna una revisione della normativa nazionale e un efficace e sistematico piano di monitoraggio dell'acqua da applicare in tutte le entità amministrative (comuni, province, regioni);

   il principio di precauzione è citato nell'articolo 191 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e garantisce un alto livello di protezione dell'ambiente grazie a delle prese di posizione preventive in caso di rischio;

   secondo la Commissione europea, il principio di precauzione può essere invocato quando un fenomeno, un prodotto o un processo può avere effetti potenzialmente pericolosi, individuati tramite una valutazione scientifica e obiettiva, se questa valutazione non consente di determinare il rischio con sufficiente certezza;

   l'«Approfondimento relativo alla presenza di aree di cava e miniera inattive per l'ubicazione di impianti di smaltimento di materiali contenenti amianto», approvato con deliberazione della giunta regionale del Piemonte n. 25-4693 del 20 febbraio 2017 ha evidenziato come il sito scelto dalla società Acqua&Sole per il proprio progetto di interramento non possiede le caratteristiche di idoneità;

   dopo che, nel 2018, la provincia di Biella aveva espresso il proprio diniego al parere di compatibilità ambientale del sito, e a seguito del ricorso al Tar presentato dalla società «Acqua&Sole», il tribunale ha deliberato che la conferenza di servizi ha coinvolto soggetti non interessati, rendendo necessario un nuovo ricorso al Consiglio di Stato da parte dei comuni di Santhià, Verrone, Cerrione;

   la società Acqua&Sole ha poi ripresentato il progetto, che è nuovamente in fase di valutazione;

   l'ordine dei medici di Biella ha espresso mediante delibera la propria contrarietà al progetto;

   il comune di Salussola e i comuni limitrofi e confinanti hanno espresso, mediante delibera, il proprio diniego nei confronti del progetto;

   la popolazione biellese e vercellese ha manifestato preoccupazione mediante una raccolta di quasi 13.000 firme e una marcia pacifica che nel mese di dicembre 2019 ha portato in piazza oltre 2.000 persone;

   il 5 maggio 2021 si è svolto un sit in di protesta del Comitato «Salussola Ambiente è Futuro» davanti al municipio di Salussola –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa anche in ragione della necessità di evitare rilevanti rischi di natura ambientale e sanitaria;

   se non intenda adottare iniziative normative per stabilire limiti e rilevazioni sistematiche sulla concentrazione di fibre di amianto in acqua, definendo con chiarezza il limite minimo tollerabile di tali fibre nell'acqua potabile, e, per rispetto dei principi di precauzione e di prevenzione, operare una revisione della disciplina nazionale e promuovere un efficace e sistematico piano di monitoraggio dell'acqua su tutto il territorio nazionale.
(2-01271) «Costanzo».

Apposizione di una firma ad una risoluzione.

  La risoluzione in Commissione Viscomi n. 7-00635, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 aprile 2021, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Mura.

ERRATA CORRIGE

  Interrogazione a risposta scritta Giannone e altri n. 4-09655 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 531 del 28 giugno 2021.

  Alla pagina 20675, seconda colonna, alla riga quarantunesima, deve leggersi: «psicologi, il Ministero della», e non come stampato;

  alla pagina 20675, seconda colonna, dalla riga quarantasettesima alla riga quarantanovesima, deve leggersi: «certamente utile una ricerca sistematica a livello nazionale sul tema, che potrà essere promossa dai Ministeri interessati;», e non come stampato;

  alla pagina 20676, prima colonna, dalla riga seconda alla riga terza, deve leggersi: «alcuna conseguenza determinata, nei procedimenti di affido nell'utilizzo di costrutti, comunque denominati,», e non come stampato.