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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 16 giugno 2021

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della salute, il Ministro del turismo, per sapere – premesso che:

   dopo quasi un anno e mezzo di pandemia, l'economia italiana, nonostante gli ausilii non sempre giunti ancora a destinazione, a causa della lentezza della macchina operativa, ha subìto una notevole crisi;

   a quasi cinque giorni dall'inizio meteorologico dell'estate, sono ancora presenti regolamenti che non permettono la libera circolazione dei cittadini se non con tamponi in partenza e spesso anche all'arrivo, con conseguenti quarantene;

   numerosi sono i Paesi che permettono ai propri cittadini di viaggiare sempre nel rispetto dei controlli e quindi garantiscono almeno un barlume di ripresa del settore turistico;

   la zona costiera dell'alta Toscana, da sempre caratterizzata dalla presenza di turisti di origine russa, che sono oramai diventati stanziali, visto che sono habitué del territorio e conduttori di immobili per lunghi periodi, vede un'assenza degli stessi dovuta alla non riapertura con la Russia da parte dell'Italia;

   è noto quanto il turismo proveniente da quel Paese sia una fonte economica per alcune zone del nostro Paese e per la Penisola tutta –:

   se il Governo abbia intenzione di adottare iniziative per provvedere, hic et nunc, alla riapertura dei collegamenti con la Russia e incrementare, quanto più possibile, i flussi turistici nel nostro Paese, al fine di rioffrire opportunità all'impresa italiana
(2-01256) «Baldini, Dall'Osso, Sorte, Mazzetti, Baratto, Parisse, Napoli, Carelli, D'Ettore, Marin, Pettarin, Rizzone, De Girolamo, Biancofiore».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   TERZONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   il 18 maggio 2021 il consiglio regionale della regione Abruzzo ha legiferato stabilendo una riduzione dell'area del Parco regionale del Sirente-Velino per migliaia di ettari, oltre il 10 per cento della superficie, eliminando così i vincoli propri di un'area protetta fissati dalla legge n. 394 del 1991; la legge approvata dalla regione Abruzzo è la legge n. 14 dell'8 giugno 2021;

   questa scelta incide, direttamente e indirettamente, su territori inclusi nella Rete Natura 2000 europea essendo – l'intero Parco – zona di protezione speciale (codice IT IT7110130) e – diverse aree – Sic-Zsc (codice IT7110096 e IT7110206);

   la regione, con 3,5 milioni di euro del Piano di sviluppo rurale 2007-2013, a quanto risulta all'interrogante, ha promosso studi per la definizione dei piani di gestione dei siti Natura2000, compresi quelli – allora – ricadenti nel Parco;

   da tali studi, realizzati quando la Zps e le aree immediatamente limitrofe ai Sic-Zsc ricadevano all'interno dell'area protetta, sono state desunte dalla regione le misure sito-specifiche di conservazione che, ovviamente, non prendevano in considerazione impatti, come l'attività venatoria, in quanto allora inesistenti essendo appunto tali aree interne ad un parco;

   a mero titolo di esempio, alcuni siti di riproduzione e aree di foraggiamento di specie protette dalla direttiva 147/2009/CE come Coturnice, Aquila reale, Lanario, Gracchio corallino, ricadranno in tutto o in parte all'esterno del Parco; ai fini della conservazione di specie dei Sic-Zsc sopra ricordati, pur esterni alla riperimetrazione, vi saranno potenziali impatti – basti pensare al disturbo sui corridoi ecologici di Lupo e Orso bruno – imprevisti rispetto alle misure sito-specifiche esistenti. La regione non ha accompagnato il provvedimento con una modifica delle misure sito-specifiche che tenesse conto della mutata condizione vincolistica e della riduzione delle tutele per specie e habitat;

   inoltre, tale provvedimento della regione è, nei fatti, equiparabile a un'attività pianificatoria, in quanto decide della destinazione dei suoli, cambiandone le regole di utilizzo e delle modalità di gestione di fauna e habitat. In tal caso la direttiva comunitaria 42/2001/CE sulla Valutazione ambientale strategica (Vas), Valutazione di incidenza (VIncA) e la direttiva comunitaria 43/92/CE «Habitat» recepite nel nostro ordinamento e – per quest'ultima – le linee guida approvate nel 2019 per la VIncA – impongono di svolgere le procedure di Vas e di VIncA;

   quanto sopra descritto potrebbe configurare, a giudizio dell'interrogante, una violazione delle direttive 42/2001/CE, 147/2009/CE e 43/1992/CE –:

   se non ritengono di valutare se sussistano i presupposti per impugnare davanti alla Corte costituzionale la citata norma approvata dalla regione Abruzzo, ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione.
(5-06240)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CAPITANIO, DONINA, FOGLIANI, GIACOMETTI, MACCANTI, ZANELLA e ZORDAN. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. — Per sapere – premesso che:

   lo sviluppo dell'App IO nel nostro Paese è legato all'articolo 64-bis del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, «Codice dell'amministrazione digitale» e si afferma con il documento «Strategia per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese» presentato il 17 dicembre 2019 dalla Ministra pro tempore Paola Pisano, che inserisce la App IO tra le prime 20 azioni per trasformare il Paese;

   la legge 11 settembre 2020, n. 120, «Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale», prescrive che, dal 28 febbraio 2021, tutte le amministrazioni nazionali hanno l'obbligo di rendere disponibili i propri servizi su App IO, unico punto di accesso per interagire in modo semplice e sicuro con i servizi pubblici locali e nazionali;

   la disciplina generale sul green pass italiano è stata delineata dal cosiddetto «decreto riaperture» (decreto-legge n. 52 del 2021), affidando i particolari tecnici ai successivi decreti attuativi;

   successivamente, il decreto «anticipo riaperture» (decreto-legge n. 65 del 2021) ha esteso l'utilizzo del green pass anche alle feste e cerimonie civili e religiose al chiuso, per le sole zone gialle;

   l'ordinanza del Ministero della salute dell'8 maggio 2021 e il decreto-legge n. 44 del 2021, appena convertito in legge, hanno ampliato ulteriormente l'utilizzo del certificato anche ai parenti e visitatori delle Rsa;

   in merito alle app per scaricare il green pass, il Garante per la protezione dei dati personali ha autorizzato l'uso dell'App Immuni, ma ha rinviato l'impiego dell'App IO, a causa delle criticità riscontrate in termini di tutela della privacy. In particolare, l'Autorità ha chiesto che si interrompano alcuni trattamenti di dati «che prevedono l'interazione con i servizi di Google e Mixpanel, e che comportano quindi un trasferimento verso Paesi terzi (ad esempio Usa, india, Australia) di dati particolarmente delicati (esempio transazioni cashback, strumenti di pagamento, bonus vacanze), effettuato senza che gli utenti ne siano stati adeguatamente informati e abbiano espresso il loro consenso»;

   in un comunicato, PagoPA ha smentito l'affermazione del Garante in merito al trasferimento dati a Paesi terzi da parte dell'App IO: «A riprova, lo stesso Garante ha dato parere favorevole a tutti i servizi esposti sull'App IO fra cui il Cashback e il Bonus Vacanze, che restano attivi per milioni di cittadini, proprio perché essa opera nel pieno rispetto del Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (Gdpr). La società PagoPA, insieme al Dipartimento per la Trasformazione Digitale, sta esaminando i dettagli tecnici e giuridici del provvedimento per ogni opportuna iniziativa e, con spirito collaborativo e determinato, ha avviato un tavolo con le strutture del Garante per portare celermente il Green Pass su App IO, nell'interesse dei milioni di cittadini italiani utilizzatori della stessa app»;

   sulla App IO sono già attivi numerosi servizi pubblici e a maggio del 2021 risultavano 11,4 milioni di download dell'applicazione;

   l'App Immuni, a fronte di circa 10 milioni di download dichiarati, ha consentito di segnalare in Italia solo 19 mila casi di sospetti contagi e a giugno 2021, a un anno dal suo lancio, erano solamente 98.569 le notifiche inviate sugli smartphone per esposizioni sospette; al 14 giugno 2021 solo 11.300 persone avevano caricato il proprio stato di «positività» su Immuni a fronte di 4.242.779 persone che hanno contratto il Covid, con una percentuale di adesione pari allo 0,27 per cento –:

   se e quali iniziative, anche di carattere normativo, il Governo intenda adottare, con riguardo a quanto esposto in premessa, al fine di consolidare e rendere l'App IO davvero il canale trasparente, semplice e unico di dialogo tra la pubblica amministrazione e i cittadini.
(4-09540)


   BIGNAMI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   l'unione italiana tiro a segno è un ente pubblico posto sotto la vigilanza del Ministero della difesa in quanto preposta all'organizzazione dell'attività istituzionale svolta dalle varie sezioni per l'addestramento di coloro che prestano servizio armato e per coloro che sono obbligati ad iscriversi e frequentare una seziona di tiro a segno nazionale;

   è altresì una federazione sportiva nazionale riconosciuta dal Coni in quanto preposta alla promozione, alla disciplina e alla promozione dello sport di tiro a segno, alla regolamentazione e allo svolgimento di attività ludiche nonché alla preparazione dei tiratori per l'attività sportiva nazionale ed internazionale;

   a ottobre 2017, il gabinetto del Ministero della difesa, ha reso noto che la rielezione del presidente uscente dell'Uits era ritenuta illegittima e quindi in base all'articolo 6, comma 2, della legge 24 gennaio 1978, n. 14, si provvedeva alla nomina di un commissario straordinario col compito di gestire l'ente e di condurlo a nuove elezioni;

   con atto n. 4002 del 23 aprile 2021, il Commissario straordinario ha convocato per il 2 e 3 luglio 2021, a Roma, l'assemblea nazionale, al fine di rinnovare le cariche elettive tra cui quella del presidente, carica per la quale risulterebbe si sia candidato lo stesso commissario;

   lo statuto dell'Uits, modificato in data 8 marzo 2021, ma non approvato dall'assemblea nazionale, all'articolo 18 disciplina il consiglio direttivo come organo composto dal presidente nazionale e da 12 membri;

   il Collegio di garanzia dello sport del Coni, ha espresso un parere secondo cui non sarebbero né candidabili, né nominabili alla carica di presidente nazionale dell'Uits se non per un periodo di un anno, coloro che hanno superato i 65 anni di età e sono pensionati; tuttavia, un ulteriore parere della Funzione Pubblica richiesto da alcune sezioni di TSN, enuncia che l'assetto a «base volontaria» dell'ente pubblico porterebbe ad una eccezione della Legge Madia e quindi chiunque sarebbe eleggibile o nominabile;

   si tratta di un tema complesso che potrebbe avere anche forti impatti sulla vita dell'associazione, se non fossero riconosciuti la base associativa dell'Uits i tagli alle spese, la necessità di concorsi pubblici per le assunzioni e altro –:

   se non ritenga necessario adottare iniziative di competenza per derimere la controversia circa lo stato dell'Uits come ente a base associativa o meno e di conseguenza per chiarire tutti i dubbi circa il numero dei consiglieri, le modalità della loro nomina o elezione e gli altri aspetti relativi all'organizzazione dell'ente stesso;

   se non ritenga di procedere ad adottare iniziative di competenza per annullare l'assemblea elettiva in programma, in attesa di chiarire questi punti e, in particolare, in attesa di chiarire le caratteristiche dei candidati in termini di età e di numero;

   se non ritenga anche di dover intervenire a rimuovere l'attuale Commissario straordinario che, a quanto si apprende, avrebbe proceduto ad apportare modifiche allo statuto per potersi candidare senza l'approvazione dell'assemblea nazionale.
(4-09547)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   FARO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   gli Archivi di Stato hanno la funzione di conservazione e sorveglianza del patrimonio archivistico e documentario di proprietà della Repubblica Italiani;

   sono 103 gli Archivi di Stato presenti nelle diverse provincie italiane e sono amministrati dalla direzione generali archivi presso il Ministero della cultura;

   essi svolgono la funzione fondamentale di conservare la memoria storica delle vicende del nostro passato contenuta nell'enorme mole di documenti che senza tali istituzioni andrebbe persa;

   nella provincia di Foggia l'Archivio di Stato ha una amministrazione divisa in tre sedi di cui due a Foggia e una a Lucera e custodisce uno dei patrimoni documentali più vasti dell'Italia meridionale, dopo il Grande Archivio di Stato di Napoli;

   l'archivio di Stato di Foggia negli ultimi decenni ha rappresentato una risorsa importantissima per il mondo del volontariato culturale, espresso dalle varie associazioni presenti sul territorio e per il mondo accademico che in esso hanno trovato sempre una inesauribile fonte di informazioni grazie alle quali, attraverso la ricerca archivistico-storiografica, si è prodotta una enorme quantità di articoli, lavori, volumi e convegni;

   attualmente l'Archivio di Stato di Foggia con la sua sede distaccata di Lucera è interessato da una grave carenza di organico che ne determina una esistenza ai limiti della sopravvivenza. Infatti, al momento, è in servizio un unico funzionario che assolve anche alle funzioni di direttore e si occupa dell'amministrazione dell'Archivio, dividendosi tra le tre sedi e, nei primi mesi del 2022 concluderà la sua carriera col pensionamento;

   inoltre, vi è carenza anche di custodi e funzionari, tale da determinare l'impossibilità di fornire un servizio adeguato alle necessità dell'utenza limitando, quindi, la possibilità di offrire assistenza e indirizzo negli studi e nelle ricerche documentali e delle fonti;

   pertanto, appare necessario e urgente intervenire nell'immediato per risolvere le criticità sopra esposte e fornire all'Archivio di Stato di Foggia le risorse adeguate, in termini di organico, per garantire una amministrazione efficiente dell'istituzione, attesa l'importanza della stessa all'interno del tessuto sociale della Capitanata –:

   quali strumenti, il Ministro interrogato, abbia attivato per risolvere i problemi legati alla carenza di organico presso le sedi di Foggia e Lucera dell'Archivio di Stato;

   se, in attesa dell'eventuale espletamento delle procedure concorsuali, siano state avviate procedure di mobilità interna al fine di garantire in tempi celeri un adeguato organico, costituito da funzionari e custodi, affinché l'Archivio di Stato di Foggia possa garantire un servizio efficiente all'utenza.
(4-09541)

DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:


   CESTARI e FERRARI. — Al Ministro della difesa, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   l'Unione italiana tiro a segno (Uits), è ente pubblico posto sotto la vigilanza del Ministero della difesa, in quanto preposta all'organizzazione dell'attività istituzionale svolta dalle sezioni del tiro a segno nazionale (Tsn) in materia di formazione, addestramento e certificazione; e nel contempo è Federazione sportiva nazionale, riconosciuta dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), in quanto preposta alla promozione, alla disciplina e alla propaganda dello sport del tiro a segno olimpico ed internazionale, e alla regolamentazione e allo svolgimento di attività ludiche e propedeutiche all'uso delle armi;

   nei giorni scorsi, dopo circa due mesi dalla sottoscrizione, è stata pubblicata sul sito ufficiale della Uits la «deliberazione del commissario straordinario Uits» n. 25/21 del 2 aprile 2021, con cui il colonnello Rugiero, nella sua veste commissariale, il cui mandato è peraltro in via di conclusione, dopo avere finalmente indetto le elezioni, ha disposto il rinnovo – quadriennale – del contratto dirigenziale del segretario generale, in scadenza il 30 aprile 2021;

   l'oggettiva circostanza è costituita dal fatto che la delibera del Commissario sia intervenuta in limine del suo mandato, mentre, l'aspetto più grave è costituito dalla mancanza di una regolare gara selettiva, secondo legge, posto che non vi è stato nessun bando, nessun concorso, nessuna candidatura, nessuna selezione, nessuna evidenza pubblica, nessuna comunicazione alle Autorità preposte al controllo –:

   se e di quali informazioni sia in possesso il Ministro interrogato;

   se e quali iniziative intenda intraprendere il Ministro interrogato in relazione all'attività amministrativa dell'atto di nomina.
(4-09545)


   CESTARI e FERRARI. — Al Ministro della difesa, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

  l'Unione italiana tiro a segno (Uits) è ente pubblico posto sotto la vigilanza del Ministero della difesa, in quanto preposta all'organizzazione dell'attività istituzionale svolta dalle sezioni del Tiro a segno nazionale (Tsn) in materia di formazione, addestramento e certificazione; e nel contempo è Federazione sportiva nazionale, riconosciuta dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), in quanto preposta alla promozione, alla disciplina e alla propaganda dello sport del tiro a segno olimpico ed internazionale, e alla regolamentazione e allo svolgimento di attività ludiche e propedeutiche all'uso delle armi;

   in data 10 marzo 2021 era pubblicato il parere n. 1/2021 del Collegio di garanzia dello sport del Coni, Sezione V Consultiva, «Su richiesta di parere presentata dal Segretario Generale del Coni dottor Carlo Mornati», con oggetto una interpretazione della cosiddetta legge Madia (n. 124 del 2015) sulle limitazioni degli incarichi per i pensionati alle elezioni per le cariche di vertice della Uits;

   tale interpretazione stride con diversi precedenti di enti come quelli del Presidente dell'Aci rieletto (nel novembre 2020), a 75 anni, del Presidente dell'AeCI (nel luglio 2020), eletto a 73 anni, nomine ratificate dal Coni e decine di presidenti di sezioni di Tsn (anch'esse insieme enti pubblici e associazioni sportive esattamente come la Uits) ex dipendenti della pubblica amministrazione pensionati ultrasessantacinquenni, la cui nomina, peraltro, è stata regolarmente ratificata dalla Uits –:

   se di quali in formazioni sia in possesso il Ministero interrogato;

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere affinché non sia esclusa la possibilità di fruire del prezioso apporto di soggetti dotati di esperienza e volontà pur in situazione personale di pensionamento.
(4-09546)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:


   ZANETTIN. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel corso della audizione del presidente della Commissione tecnica del Fondo indennizzi risparmiatori, che ha avuto luogo avanti la Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche e sul sistema finanziario in data 15 giugno 2021, il dottore Servello ha segnalato che alla data odierna non sono state liquidate ai commissari le somme a titolo di compenso, i gettoni di presenza per l'attività espletata, negli anni 2020 e 2021, né le somme a titolo di rimborso delle spese di viaggio, vitto ed alloggio sostenute dal 2019 (sin dalla riunione di insediamento);

   appare evidente che questo imbarazzante ritardo nella liquidazione dei compensi, se prolungato oltre, rischia di compromettere la funzionalità della stessa Commissione tecnica, chiamata ad un delicato e insostituibile lavoro di vaglio delle domande di indennizzo a favore dei risparmiatori truffati dalle banche –:

   quali siano le cause del ritardo nella liquidazione dei compensi e dei rimborsi spese alla Commissione tecnica per il Fir e comunque in che tempi il Ministero provvederà ai dovuti pagamenti.
(3-02343)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ALBANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in vista delle imminenti scadenze relative ai bilanci e alle dichiarazioni dei redditi per il periodo d'imposta 2020, si pone la problematica correlata al mancato, e pressoché inevitabile, superamento dei parametri di operatività ai fini dell'applicazione della normativa sulle società di comodo (articolo 30 della legge n. 724 del 1994) e su quelle in perdita sistematica (articolo 2, comma 36-decies e 36-undecies, del decreto-legge n. 138 del 2011);

   i periodi d'imposta 2020 e 2021, infatti, sono stati caratterizzati da condizioni straordinarie di svolgimento dell'attività economica a seguito delle misure urgenti di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, disposte con provvedimenti governativi che accresceranno notevolmente il numero di soggetti impossibilitati al rispetto dei parametri normativi;

   si ritiene necessario disporre la non applicazione delle disposizioni sopra citate, relative alle società di comodo e alle società in perdita sistematica per i periodi d'imposta 2020 e 2021;

   non esiste una espressa previsione normativa di disapplicazione dell'articolo 30 della legge n. 724 del 1994 e dell'articolo 2, comma 36-decies e 36-undecies, del decreto-legge n. 138 del 2011, connessa all'emergenza da COVID-19;

   l'applicabilità della causa di esclusione prevista nel provvedimento dell'Agenzia delle entrate dell'11 giugno 2012 (prot. 87956), che prevede che disapplicano il regime «le società per le quali gli adempimenti e i versamenti tributari sono stati sospesi o differiti da disposizioni normative adottate in conseguenza della dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225», appare dubbia e, comunque, non automatica;

   la necessità di una espressa disposizione a tali fini è comprovata dall'inserimento nel maxi-emendamento, di conversione del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, approvato in commissione finanze, dell'articolo 71-quater rubricato «Periodo di non normale svolgimento delle attività economiche a causa dell'emergenza COVID-19», il quale disponeva espressamente che: «Per il periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2020, in considerazione delle condizioni straordinarie di svolgimento dell'attività economica a seguito delle misure urgenti di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 disposte con provvedimenti governativi, non si applicano le seguenti disposizioni in materia di società di comodo, di cui all'articolo 30 della legge 23 dicembre 1994, n. 724; società in perdita sistematica, di cui all'articolo 2, commi 36-decies e 36-undecies del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148»;

   tale ultima disposizione, tuttavia, non è stata inserita nella legge di conversione del cosiddetto decreto «Cura Italia», a seguito della nota n. 47767 del 9 aprile 2020 della Ragioneria generale dello Stato che ha rilevato che la disapplicazione della disciplina delle società in perdita sistematica per il 2020 avrebbe comportato un onere di 23,2 milioni di euro per l'anno 2021, privo di copertura finanziaria –:

   se il Governo ritenga che sia possibile ritenere già operante la disapplicazione automatica e generalizzata dell'articolo 30 della legge n. 724 del 1994 e dell'articolo 2, comma 36-decies e 36-undecies, del decreto-legge n. 138 del 2011, in conseguenza dell'emergenza da COVID-19;

   se e quali iniziative intenda adottare per risolvere le criticità segnalate in premessa, anche in relazione ai problemi connessi al gettito erariale evidenziati dalla Ragioneria generale dello Stato.
(5-06229)

Interrogazioni a risposta scritta:


   TERZONI, SUT e MARTINCIGLIO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   l'Agenzia delle entrate, con circolare 30/E/2020, paragrafo 5 dedicato a cessione e sconto in fattura, ha ricordato che, per le persone fisiche, si fa riferimento al criterio di cassa «non emergendo elementi che possano determinare una diversa linea interpretativa» (paragrafo 5.1.1) e che, per gli «altri bonus» diversi dal Superbonus 110 per cento, non sono previste attestazioni per l'esecuzione o per la fine lavori (paragrafo 5.2.1);

   il quotidiano «Italia Oggi» del 26 maggio 2021 riporta che l'Agenzia delle entrate nel Videoforum Italia Oggi avrebbe confermato, che «...opzione per la cessione e/o sconto, alternativa alla detrazione diretta, resta condizionata dall'avanzamento dei lavori (Sai) limitatamente agli interventi che fruiscono del 110 per cento. Qualora si tratti, invece, di detrazioni ordinarie (per esempio, 50 e 65 per cento) per le quali non siano stati previsti Sal, il contribuente ha facoltà di eseguire la detta scelta in qualsiasi momento, senza dover tenere conto dello stato di avanzamento degli interventi. Così l'Agenzia delle entrate, in risposta a un preciso quesito posto...»;

   a mero titolo di esempio, se una persona fisica sostiene una spesa per il risparmio energetico (Ecobonus 65 per cento) attraverso bonifico parlante per euro 175,00, a fronte di una fattura per un costo complessivo di euro 500,00, con sconto in fattura del 65 per cento, si ritiene che il bonifico parlante sia condizione necessaria e sufficiente per l'invio della comunicazione dello sconto in fattura per euro 325,00 senza dover attendere lo stato di avanzamento degli interventi o l'ultimazione degli stessi;

   per l'Erario non sarebbe configurabile alcun tipo di danno in quanto il credito d'imposta in questione, pur essendo comunicabile e cedibile a partire dalla spesa, potrà essere materialmente compensato solo a partire dall'anno successivo;

   per comportamenti fraudolenti con lavori non eseguiti, l'Amministrazione applicherebbe gli strumenti di controllo, applicando eventualmente i relativi regimi sanzionatori;

   sono comparse tesi contrarie che pongono in discussione la correttezza dell'operato di migliaia di famiglie italiane –:

   se il Governo intenda, anche attraverso l'Agenzia delle entrate, chiarire la posizione riportata dal quotidiano «Italia Oggi» di cui in premessa;

   se, nella denegata ipotesi di smentita di tali principi, con migliaia di famiglie in difficoltà, si ritenga di specificare che l'invio della comunicazione per lo sconto in fattura prima del completamento dell'intervento non comporti conseguenze per i contribuenti in buona fede, nel caso in cui l'intervento sia stato completato e siano stati rispettati tutti gli adempimenti previsti dalle specifiche discipline (ad esempio comunicazione Enea).
(4-09539)


   RIBOLLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   com'è noto, la disciplina in materia di trasparenza delle erogazioni pubbliche ha subito alcune modificazioni: in particolare, l'articolo 35 del decreto-legge n. 34 del 2029 (cosiddetto «decreto Crescita») ha aggiunto il comma 125-bis all'articolo 1 della legge n. 124 del 2017, che prevede, in caso di ottenimento di contributi e sussidi pubblici, l'obbligo, entro il 30 giugno di ogni anno, di rendere pubbliche tali informazioni;

   si prevede, inoltre, che i soggetti che esercitano le attività di cui all'articolo 2195 del codice civile debbano pubblicare nelle note integrative del bilancio di esercizio e dell'eventuale bilancio consolidato gli importi e le informazioni relativi a sovvenzioni, sussidi, vantaggi, contributi o aiuti, in denaro o in natura, non aventi carattere generale e privi di natura corrispettiva, retributiva o risarcitoria, agli stessi effettivamente erogati dalle pubbliche amministrazioni;

   tuttavia, il medesimo comma stabilisce che i soggetti che redigono il bilancio in forma abbreviata e quelli comunque non tenuti alla redazione della nota integrativa – micro imprese e imprese non obbligate al deposito del bilancio come le società personali e le imprese individuali – devono assolvere l'obbligo indicato mediante la pubblicazione, entro il 30 giugno di ogni anno, su propri siti internet, secondo modalità liberamente accessibili al pubblico ovvero, in mancanza di questi ultimi, sui portali digitali delle associazioni di categoria di appartenenza;

   emergerebbero, dunque, perplessità, a livello interpretativo, dal momento che molte aziende non risultano iscritte ad alcuna associazione di categoria, essendo seguite da professionisti liberamente scelti, nonché il rischio di una possibile alterazione della concorrenza, oltre agli oneri aggiuntivi che dovranno essere sostenuti e alla complessità operativa;

   tale impostazione risulta avallata anche da XBRL Italia, che – con una nota del 22 gennaio 2020 – ha pubblicato le istruzioni operative riguardanti l'utilizzo della tassonomia Principi Contabili Italiani versione 2018-11-04, alla luce delle sopracitate variazioni normative, precisando che le imprese che presentano i bilanci abbreviati o che, comunque, non sono tenute alla redazione della nota integrativa assolvono l'obbligo di trasparenza in esame in forme diverse dalla pubblicazione in bilancio –:

   se e quali modalità debbano adottare, per assolvere tale obbligo, i soggetti non tenuti a redigere il bilancio d'esercizio, che non abbiano un proprio sito internet e non siano iscritti ad associazioni di categoria, considerata l'esigenza di chiarire il quadro normativo e applicativo descritto in premessa.
(4-09553)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FERRO, PRISCO e DONZELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con nota unitaria le sigle sindacali maggiormente rappresentative della categoria dei lavoratori del comparto sicurezza, hanno denunciato la grave criticità inerente alla carenza degli organici presso la casa circondariale «Ugo Caridi» di Catanzaro;

   come si legge nella nota, in particolare, «a distanza di 4 anni dall'emanazione del decreto ministeriale 2017 presso tale struttura si registra ancora una carenza di oltre 90 unità nel ruolo agenti assistenti e consequenzialmente per sopperire a tale insufficienza vengono richiesti turni di 8 ore in quasi tutti i settori, riducendo i diritti dei lavoratori che invero dovrebbero essere costituzionalmente garantiti. Ma ciò che desta maggiore preoccupazione è la circostanza che il concorso straordinario per titoli per 2851 sovrintendenti ha determinato l'aumento di ben 31 appartenenti a tale ruolo – aggiungendosi a quelli già presenti - depauperandoli dal ruolo degli agenti assistenti, con il risultato di non poter programmare il servizio presso tale Istituto se non con enormi e quotidiane difficoltà e soprattutto non potendo realizzare un piano ferie adeguato ed in sicurezza»;

   se è pur vero che nel 2020 l'istituto penitenziario ha ottenuto un incremento di 14 unità da cui ne sono state sottratte 4 per mobilità in uscita, con un aumento reale, quindi, di 10 unità, è altrettanto vero che tali risorse aggiuntive, oltre che irrisorie, sono risultate, di fatto, fittizie poiché altrettanti appartenenti al Corpo negli anni 2020 e 2021 sono stati posti in quiescenza;

   il perdurare di tale situazione ha eroso le condizioni di lavoro del personale di polizia penitenziaria, che, nonostante i turni di lavoro estenuanti e le condizioni sempre più difficili e pericolose, con lealtà, abnegazione e senso dello Stato ha continuato ad operare con professionalità;

   anche sul piano organizzativo e di pianificazione della giornata lavorativa, la carenza degli organici ha amplificato i problemi; basti pensare al piano ferie, difficile da organizzare a causa della carenza di organico ormai strutturale –:

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per sanare le criticità dovute alla carenza di organico presso la casa circondariale Ugo Caridi di Catanzaro, anche attraverso l'immissione in servizio dei neo agenti del 178° corso di formazione;

   se non ritenga necessario convocare un tavolo istituzionale con la partecipazione delle organizzazioni sindacali rappresentative del comparto sicurezza per definire un piano di incremento dell'organico, di assegnazione in prima nomina e di conseguente mobilità ordinaria presso gli istituti penitenziari italiani.
(5-06232)

Interrogazioni a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto ministeriale del 29 ottobre del 2019 è stato indetto il concorso, per esami, di 310 posti di magistrato ordinario;

   a seguito di rinvii dovuti alla situazione pandemica che si sta vivendo da più di un anno, il decreto ministeriale del 25 maggio 2021 ha stabilito il diario delle prove scritte, che si terranno il 15 e il 16 luglio 2021, in sei sedi individuate nel già menzionato decreto;

   il decreto ministeriale del 29 aprile 2021 esplica le modalità operative del concorso. In particolare, precisa che i candidati, nel momento dell'accesso alle aree concorsuali per la consegna dei codici, devono esibire un referto relativo ad un test antigenico rapido o molecolare, effettuato presso una struttura pubblica o privata accreditata/autorizzata, in data non antecedente a 48 ore; allo stesso modo anche nei giorni fissati per lo svolgimento delle prove scritte. Quest'ultima non nell'ipotesi in cui la consegna del materiale sia avvenuta il giorno antecedente alle prove;

   l'articolo 3 del decreto ministeriale sopracitato, elenca le cause di esclusione dal concorso, tra le quali vi è ricompresa la non esibizione dei referti dell'esito del test antigenico e, ovviamente, anche la positività allo stesso;

   il numero degli aspiranti magistrati è di notevoli proporzioni, anche perché il concorso in questione era molto atteso. Molti candidati si sposteranno travalicando i confini regionali, per raggiungere la sede concorsuale di destinazione, sostenendo notevoli costi anche per il pernottamento. A detti costi vanno aggiunti quelli che dovranno sostenere i concorsisti per l'espletamento dei test antigenici rapidi o molecolari;

   la partecipazione al concorso comporta oneri non indifferenti;

   considerato che la positività al Covid-19 comporta l'esclusione dalle prove concorsuali, si fa presente anche la non sicura attendibilità scientifica dei test rapidi, che spesso hanno dato luogo al fenomeno cosiddetto dei falsi positivi. Questa ultima condizione inciderebbe sulla vita personale e professionale di molti candidati che, è giusto ricordare, hanno sacrificato risorse umane ed economiche per la riuscita del concorso;

   il Tar del Lazio, Sez. III-bis con ordinanza del 27 gennaio 2021 nel procedimento n. 11275/20 Reg. Ric., ha ordinato, accogliendo l'istanza cautelare, con riferimento al concorso straordinario per la scuola indetto con d.d n. 510/2020, l'effettuazione di prove suppletive per i candidati sottoposti a misure sanitarie per l'emergenza Covid-19;

   con avviso del 9 giugno 2021 il Ministero della giustizia preannuncia l'esonero dal tampone molecolare/antigenico per i candidati vaccinati, nonostante le linee guida Aifa al 27 maggio 2021 prevedano la possibilità di diffondere il contagio anche delle persone vaccinate e prescrivano, anche per le persone vaccinate, di «continuare ad adottare le misure di protezione anti Covid-19» –:

   se ritenga doveroso prevedere la possibilità per gli aspiranti magistrati che dovessero risultare esclusi perché positivi al test antigenico/molecolare di sostenere prove suppletive, onde evitare ingiuste discriminazioni, predisponendo un calendario alternativo per tutti quei candidati che potrebbero risultare positivi ai test antigenici;

   se ritenga doveroso un intervento volto ad assicurare i test antigenici, rapidi o molecolari, senza costi per i candidati, ovvero ad assicurarli con costi inferiori rispetto ai prezzi di mercato;

   se non ritenga opportuno adottare iniziative volte a installare strutture mobili all'ingresso delle sedi individuate per le prove concorsuali, per effettuare i test antigenici;

   se ritenga necessario adottare iniziative con riferimento a quella che appare all'interrogante un'ingiusta discriminazione nei confronti dei candidati non vaccinati, secondo quanto rappresentato in premessa, a fronte della inesistenza di ragioni ed evidenze scientifiche per il diverso trattamento favorevole previsto per i candidati vaccinati.
(4-09555)


   SIRACUSANO e ZANETTIN. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 17 marzo 2021, il processo per la presunta corruzione internazionale legata all'acquisizione, da parte delle società Eni e Shell, dei diritti di esplorazione del blocco petrolifero Opl 245 in Nigeria si è concluso: infatti, i giudici della VII sezione penale del tribunale di Milano hanno emesso la sentenza, assolvendo tutti gli imputati per l'insussistenza del fatto;

   tuttavia, la vicenda non sembrerebbe poter essere ancora archiviata, poiché la procura di Brescia ha avviato un'indagine nei confronti dei vertici della procura di Milano, ritenendo che questi abbiano occultato – al giudice e alla difesa – un filmato pertinente a documenti e testimonianze rese in aula da un teste;

   in particolare, nel sopracitato filmato, il teste dichiarava che avrebbe denunciato l'amministratore delegato di Eni per gettare, fango e per ricattarlo e, stando a quanto riportato dalla stampa, i pubblici ministeri, pur essendo a conoscenza dell'esistenza di tale prova, davanti alla richiesta di acquisizione di uno dei legali, si erano opposti, ritenendo che fosse irrilevante;

   di diverso avviso fu il tribunale che, invece, lo fece acquisire per poi considerarlo decisivo ai fini dell'assoluzione degli imputati;

   posto che, laddove i fatti sin qui riportati fossero confermati, si potrebbe configurare il reato di rifiuto di atti d'ufficio (ex articolo 328 del codice penale), su cui è competente in via esclusiva l'autorità giudiziaria, v'è da chiedersi come mai non siano stati avviati ne frattempo approfondimenti circa la rilevanza disciplinare di tali comportamenti –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, anche di natura ispettiva, intenda adottare in relazione ai fatti riportati in premessa.
(4-09557)


   SIRACUSANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 27 settembre del 1998, a causa di un nubifragio, il torrente Annunziata, situato nella zona nord della città di Messina, si trasformò in una valanga di fango e detriti, provocando quattro vittime: padre, madre e figlia della famiglia Carità e un giovane ragazzo, Simone Fernando;

   dopo il processo penale, durato ben tredici anni, furono condannati i responsabili della tragedia: infatti, sebbene la quantità di pioggia che i rovesci temporaleschi scaricano non sia un elemento prevedibile, la tragedia si sarebbe – molto probabilmente – evitata se fossero stati effettuati gli interventi necessari alla messa in sicurezza del torrente;

   in conseguenza dell'accertamento della responsabilità del comune di Messina e della Regione Siciliana, con tre gradi di giudizio e una sentenza irrevocabile di condanna emessa dalla Corte di cassazione, IV Sezione penale (sentenza n. 17069/2012), i familiari delle vittime hanno promosso un giudizio civile nei confronti dei due enti, per il risarcimento dei danni subiti;

   tuttavia, il procedimento, iscritto a ruolo nell'anno 2013, continua a protrarsi – a distanza di otto anni – dopo continui rinvii e l'avvicendamento di ben sette differenti giudici. Nell'ultima udienza, tenutasi nel dicembre 2020, il Giudice onorario di tribunale (Got), in sostituzione del giudice titolare del ruolo, ha rinviato, ex articolo 281-sexies codice di procedura civile, per la discussione orale della causa e la contestuale decisione, a udienza successiva, fissata in data 10 febbraio 2022;

   risulta all'interrogante che tale dilazione sarebbe dovuta all'inadeguatezza delle piante organiche del tribunale di Messina rispetto al numero di cause pendenti, per la risoluzione delle quali, nonostante l'applicazione del criterio cronologico, che impone di privilegiare lo smaltimento dei procedimenti ultraquinquennali e ultradecennali, il tribunale non riesca a smaltire la pesante mole di arretrato accumulatosi negli anni;

   oltretutto va rilevato che, nel già citato tribunale, nelle sezioni civili, sono attualmente impiegati 13,5 giudici e 2 presidenti con una media di 1.072 cause pro giudice a fronte delle 300 cause pro giudice dei Tribunali di altre parti d'Italia, specie del Nord;

   rispetto al totale dei procedimenti civili pendenti, infine, 8.052 sono ultratriennali e, nello specifico, sono ultradecennali 397 cause di prima sezione – a cui è assegnata anche quella del Sig. Carità – nella quale la produttività media dei magistrati è pari a 182 sentenze;

   si tratterebbe di criticità già evidenziate e sottoposte all'attenzione del Consiglio superiore della magistratura nella nota n. 4276 del 29 novembre 2011, sottoscritta dal presidente e tutti i magistrati del tribunale di Messina, in ordine alle criticità dell'ufficio, per la risoluzione delle quali si chiedeva la revoca o modifica della delibera del 24 novembre 2001 recante «Individuazione delle sedi da assegnare ai Magistrati nominati con decreto ministeriale 5 agosto 2010» nella parte relativa all'individuazione dei posti assegnati all'ufficio;

   nonostante l'accoglimento delle rimostranze e la risoluzione adottata in risposta dal Consiglio superiore della magistratura, dalla quale si evince che la carenza di organico «rende insostenibile il lavoro dei giudici», ad oggi, per il tribunale di Messina, nulla è cambiato –:

   se, alla luce dei fatti riportati in premessa, non intenda adottare urgenti iniziative, per quanto di competenza, volte a risolvere le criticità che ostacolano la definizione di procedimenti civili ormai datati che riguardano cittadini che attendono giustizia ormai da anni – come la famiglia Carità – provvedendo all'adeguamento delle piante organiche degli uffici giudiziari di Messina.
(4-09561)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   NOBILI e TOCCAFONDI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   a seguito della diffusione della pandemia dovuta al Sars-CoV-2, il 9 di marzo e l'11 di marzo 2020 vennero firmati dal Presidente del Consiglio Conte due decreti che hanno esteso su tutto il territorio italiano il divieto di spostamento per motivi non necessari e ulteriori misure restrittive;

   a seguito dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, anche le scuole guida hanno subito la chiusura, dovendo di conseguenza interrompere la propria attività di insegnamento nonostante numerose candidature per l'ottenimento della patente di guida fossero già in corso. Nella sola provincia di Firenze, ad esempio, gli studenti «bloccati» sono stati 7.800;

   la Motorizzazione civile di Firenze-Prato risponde alle esigenze di 114 autoscuole fiorentine e pratesi per un bacino di utenti di quasi 1 milione di cittadini;

   la suddetta Motorizzazione era, a causa di una persistente mancanza di personale, già incapace di rispondere alle richieste degli utenti che si presentavano agli sportelli;

   la chiusura dovuta al diffondersi della pandemia ha, però, aggravato la situazione già precaria. Nel novembre 2020, infatti, a fronte di 8.000 domande di esame, i richiedenti che effettivamente sono in seguito riusciti ad affrontare la prova sono stati solo il 40 per cento;

   per mezzo della stampa locale, il 9 aprile 2021 le autoscuole fiorentine e pratesi hanno lanciato un nuovo grido di allarme, perché in quella data si registravano più di 9.700 persone in lista d'attesa per affrontare l'esame;

   le suddette scuole guida denunciavano, inoltre, una dilatazione dei tempi necessari per terminare il ciclo di esaminazione (teoria e test al volante): da 6 mesi si è passati a più di 12;

   il mancato turnover che si è protratto negli ultimi decenni ha portato un organico che negli anni '80 contava oltre 115 persone abilitate ad esaminare ai poco più di 10 esaminatori di quest'anno –:

   se il Ministro sia a conoscenza delle problematiche esposte in premessa e se intenda assumere iniziative mirate a porre rimedio alla mancanza di organico della Motorizzazione di Firenze-Prato.
(5-06235)


   GARIGLIO e FORNARO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il 6 maggio 2021, poco prima delle 6.30, il treno regionale 12113 partito da Acqui Terme e diretto a Genova Brignole ha subito la caduta del pantografo, il meccanismo che capta energia elettrica per alimentare il convoglio, che ha sfondato un vetro del treno nell'ambiente viaggiatori;

   secondo quanto ricostruito da Trenitalia, durante il passaggio di un treno merci che viaggiava in direzione opposta, si sarebbe spezzata la fune della linea elettrica di alimentazione. A quel punto, il regionale si sarebbe agganciato danneggiando il pantografo che è caduto lateralmente e rompendo il vetro esterno ma non quello interno;

   l'incidente è avvenuto tra le stazioni di Borzoli e Genova Sampierdarena. I viaggiatori del regionale 12113 sono stati fatti scendere dal treno e accompagnati a piedi, con l'assistenza di agenti Polfer e personale Trenitalia, nella stazione di Genova Rivarolo;

   l'incidente ha avuto ripercussioni sulle linee «Bastioni» e «Sussidiaria» e sui treni regionali del nodo di Genova delle direttrici Alessandria/Acqui Terme-Genova Brignole e linea Arquata-Genova via Busalla. La circolazione alle 7.40 è ripresa su un binario;

   per fortuna l'incidente non ha provocato gravi conseguenze per i viaggiatori, ma, ovviamente, forte è stato lo spavento per chi viaggiava sul treno e, in particolare, per chi sedeva nella carrozza interessata dalla caduta del pantografo –:

   quali iniziative di competenza intenda mettere in campo affinché da parte di Trenitalia ci sia un'elevata attenzione ai profili di sicurezza, con particolare riguardo ad un'adeguata manutenzione della linea in questione, al fine di evitare ulteriori incidenti e disagi ai passeggeri.
(5-06236)


   SILVESTRONI, ROTELLI e DEIDDA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   nel 2017 è stato costituito il Comitato Trenitalia Nuorese, dando avvio a una petizione popolare finalizzata all'istituzione del servizio ferroviario veloce per Nuoro e provincia;

   in pochi giorni, l'iniziativa ha registrato oltre 5.000 adesioni, destinate a crescere ancora, e, in data 6 giugno 2017, il testo della petizione, congiuntamente alla richiesta di distribuzione delle risorse che spettano alla provincia di Nuoro, è stato inviato, a mezzo pec, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, oltre che al competente assessorato regionale, e a Trenitalia spa e all'Arst;

   il comitato ha messo in evidenza la necessità di incentivare l'uso dei mezzi pubblici, al fine di raggiungere una maggiore sostenibilità ambientale, limitando il traffico privato;

   Nuoro è uno dei pochi capoluogo di provincia, sprovvisto di un qualsiasi servizio ferroviario, benché, soprattutto in ragione della morfologia del territorio provinciale e delle condizioni precarie delle strade extraurbane, necessiti di questa infrastruttura;

   il servizio ferroviario permetterebbe di porre fine all'isolamento con il resto della regione, garantendo ai cittadini, agli imprenditori e ai lavoratori, nonché ai turisti, un adeguato collegamento della città con i porti e gli aeroporti;

   la Sardegna, già in passato, ha subito pesanti tagli agli investimenti sul trasporto ferroviario e, in particolare, non esiste nessuna linea ferroviaria che colleghi il territorio di Àbbasanta con quello di Olbia, tagliando fuori i territori del Nuorese e dell'Ogliastra dai collegamenti in questione per persone e merci;

   la mancanza di tale infrastruttura rappresenta una delle concause dello spopolamento delle zone interne, nonché del grave ritardo di sviluppo economico di quei territori;

   l'articolo 16 della Costituzione sancisce il diritto di ogni cittadino alla mobilità e alla libertà di movimento;

   il 13 febbraio 2019, l'allora Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Toninelli annunciò, in occasione di una visita in Sardegna, l'avvio di uno studio di fattibilità nell'ambito del contratto con Rfi, per la realizzazione della tratta ferroviaria Nuoro-Olbia, promettendo la presentazione entro la fine del 2019;

   allo stato attuale non c'è menzione del suddetto progetto neanche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza –:

   se sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e, in particolare, dello stato dell'arte in ordine allo studio di fattibilità della tratta Nuoro-Olbia e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di isolamento ferroviario del territorio in questione.
(5-06237)


   BALDELLI e PENTANGELO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   nella risposta fornita il 3 novembre 2020 all'atto di sindacato ispettivo n. 5-04794, a prima firma dell'interrogante, il Governo ha comunicato che, su un totale di 7.904 comuni, erano state presentate 4.695 relazioni sui proventi delle sanzioni per infrazioni al codice della strada e sul loro utilizzo da parte degli enti locali, 680 delle quali erano state considerate irregolari;

   il Governo ha altresì rappresentato che erano in corso di predisposizione le occorrenti attività amministrative per rendere accessibile al pubblico il contenuto delle relazioni inviate –:

   se siano state adottate le sanzioni previste dall'articolo 142, comma 12-quater, del codice della strada nei confronti degli enti locali che, nell'anno 2020, non hanno inviato la relazione relativa ai proventi dell'anno 2019 nonché nei confronti dei 680 che hanno inviato una relazione irregolare e se siano state ultimate le attività per rendere accessibile al pubblico il contenuto della documentazione inviata.
(5-06238)

Interrogazioni a risposta scritta:


   BAGNASCO e CASSINELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la funivia del santuario Nostra Signora di Montallegro a Rapallo, è l'unica funivia funzionante in Liguria;

   l'impianto, inaugurato nel 1934, collega la valle del rio San Francesco con il santuario di Montallegro.

   È lunga 2,4 chilometri e copre un dislivello di 600 metri;

   una funivia sulla quale, come ha ricordato il sindaco di Rapallo, vengono effettuate continue verifiche per quanto riguarda la sicurezza, e per la manutenzione vengono spesi mediamente 250 mila euro all'anno a carico del comune. Finanziamenti che consentono di garantire i necessari standard di sicurezza, tra i quali la presenza in cabina di un operatore;

   la funivia Rapallo-Montallegro è chiusa dal 26 maggio 2021 per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria da tempo programmati (con riferimento alla determina n. 312 del 15 aprile 2021), e concordati con l'Ustif, Ufficio speciale per i trasporti ad impianti fissi competente per Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta;

   il direttore d'esercizio della funivia di Rapallo era l'ingegnere Enrico Perocchio, lo stesso ingegnere che ricopriva il medesimo incarico alla funivia Stresa-Mottarone, arrestato e poi rilasciato, coinvolto nell'inchiesta sulla tragedia della funivia del Mottarone, che ha causato la morte di 14 persone;

   l'ingegner Perocchio avrebbe dovuto stabilire/la conformità dell'impianto di Rapallo e autorizzarne la ripartenza, ma il suo coinvolgimento nella tragedia del Mottarone gli impedisce di rilasciare l'autorizzazione al funzionamento dell'impianto ligure –:

   sei il Ministro interrogato non intenda adottare iniziative, al più presto, per la nomina del nuovo direttore di esercizio della funivia di Rapallo.
(4-09537)


   SAPIA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   un articolo apparso su «La Gazzetta Marittima» in data 14 aprile 2021, si riportano alcuni problemi di categoria esposti da un ufficiale di macchina della marina mercantile, anche alla luce della situazione emergenziale derivante dal COVID-19;

   ivi si precisa che «non è la “Convenzione Internazionale STCW ad aver creato confusione ed incertezza tra i marittimi italiani ma un'amministrazione nazionale che negli anni invece di semplificare le cose ha peggiorato e ingarbugliato un settore tanto importante del Paese”»; ivi si pone l'accento sui «ritardi del recepimento della normativa internazionale della convenzione ilo-mlc sul lavoro marittimo nota come “Carta dei diritti della gente di mare” e si aggiunge che dei decreti-legge degli ultimi anni sarebbe rispettata solo una minima parte, “a cominciare dai centri di addestramento per la formazione dei marittimi con costi dei corsi non allineati tra un centro e l'altro”»;

   ancora, nell'articolo si rappresenta il problema «dell'istituzione del “corso direttivo” per ufficiali di coperta e macchine e si precisa che in mancanza di quest'ultimo “non si può conseguire la professione di I ufficiale di coperta e macchina”»;

   «discriminatoria – continua l'articolo – è anche la cancellazione dei “titoli professionali” di capitano di lungo corso, “col decreto ministeriale del 30 novembre 2007 (qualifiche e abilitazioni per il settore di coperta e macchine per gli iscritti alla gente di mare)”»;

   vi è poi il problema della «trasformazione degli istituti tecnici nautici – “scrive sempre l'autore” – in istituti tecnici di logistica che ha favorito le accademie del mare e penalizzato gli allievi che non possono frequentare queste ultime»;

   «tutt'oggi» – si aggiunge – «il lavoratore marittimo non è messo nelle condizioni di poter esercitare un proprio diritto che è quello di votare e poter partecipare alla vita democratica del proprio paese»;

   le criticità elencate, in base a quanto ivi si argomenta, sarebbero dovute alla «mancanza del Ministero della marina mercantile» soppresso e accorpato all'allora Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, oggi Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, che «si dovrebbe occupare delle gestione delle problematiche di un settore sconosciuto a tanti»;

   questo comporterebbe, come ancora ivi riportato, che «talvolta il Ministero e gli uffici si contraddicono tra di loro, e le Capitanerie non applicano sempre in maniera uniforme e con corretta interpretazione le direttive in tutte le loro sedi» –:

   se e quali iniziative di competenza, anche normative, intenda assumere al fine di consentire ai lavoratori del settore migliori condizioni di crescita e dignità professionale, specie in considerazione del periodo, condizionato dall'andamento della pandemia da COVID-19.
(4-09554)


   MACCANTI, RIXI, CAPITANIO, DONINA, FOGLIANI, FURGIUELE, GIACOMETTI, TOMBOLATO, ZANELLA e ZORDAN. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   l'emanazione dei decreti attuativi da parte del Governo è indispensabile per rendere operative le norme approvate dal Parlamento, contenenti istanze fondamentali e urgenti a beneficio di cittadini e imprese;

   gli ultimi report pubblicati dal Governo testimoniano un ritardo notevole, aggravatosi con il precedente Esecutivo, nella predisposizione dei suddetti decreti attuativi, ritardo che rende inattuate moltissime misure necessarie soprattutto in questa fase di graduale ritorno alla normalità, in cui sono ancora forti le difficoltà economiche di famiglie e attività;

   si attende con urgenza l'emanazione del decreto attuativo della misura approvata in sede di conversione del decreto- legge 31 dicembre 2020, n. 183, cosiddetto «Milleproroghe», in materia di svolgimento delle prove per il conseguimento delle abilitazioni di guida, che consente di richiamare in servizio gli esaminatori in pensione, per un periodo limitato, così da incrementare il numero di esami svolti e recuperare un po' di arretrati causati dalla carenza di personale presso le Motorizzazioni civili;

   si attende con urgenza l'emanazione del decreto attuativo della misura, approvata con la legge di bilancio 2021, che autorizza il recupero delle targhe originali per i veicoli storici, sia in caso di reimmatricolazione, sia per quelli già reimmatricolati o ritargati negli anni passati;

   si attende con urgenza l'emanazione dei decreti attuativi finalizzati a ridefinire la normativa del settore del trasporto pubblico non di linea, taxi e noleggio con conducente, in particolare in materia di Registro elettronico nazionale, foglio di servizio elettronico e regolamentazione delle piattaforme tecnologiche, per dare norme chiare a tutela delle imprese regolari, che subiscono, oltre che la profonda crisi di questi mesi dovuta all'emergenza sanitaria da Covid-19, anche la concorrenza sleale dell'abusivismo;

   si attende ancora il decreto attuativo della norma, approvata con il precedente «decreto Semplificazioni», che consente ai titolari di licenza taxi e di noleggio con conducente di accedere a uno strumento come il noleggio a lungo termine, che permetterebbe una migliore gestione dei veicoli e un più rapido rinnovo del parco vetture circolanti, disponendo così di veicoli più nuovi, sicuri ed efficienti –:

   quanti nuovi decreti attuativi siano stati emanati in materia di trasporti da quando è in carica e quali e quanti decreti attuativi siano in corso di emanazione per rendere operative quanto prima le urgenti misure citate.
(4-09562)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   SILVESTRONI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   tragedia di Ardea (RM), ha scosso l'Italia intera, dopo che un uomo con un'arma fuoco ha ucciso due bambini: Daniel, 10 anni, che pedalava sulla sua bicicletta e David, 5 anni, che era su un monopattino, nonché il pensionato Salvatore Ranieri, 74 anni, passante, al momento dei fatti, e che non conosceva né il suo assassino né le altre due giovani vittime, e che sarebbe morto gettandosi sui due bambini nell'intento di difenderli: un ultimo disperato gesto di generosità a proteggerli;

   dopo i fatti, l'assassino si è suicidato dopo essersi barricato in casa;

   il 14 giugno 2021 il segretario dell'Associazione nazionale funzionari di polizia, Enzo Letizia, ha dichiarato la necessità di una profonda riflessione sul tema della circolazione delle informazioni rilevanti in materia di armi tra le autorità sanitarie, gli enti locali e le autorità di polizia, concernenti sia il titolare della detenzione o della licenza, sia dei suoi conviventi;

   l'articolo 6. comma 2, del decreto legislativo 26 ottobre 2010, n. 204 dispone che: «Con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'interno ...“Omissis”... Con il medesimo decreto, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, sono, altresì, definite le modalità dello scambio protetto dei dati informatizzati tra il Servizio sanitario nazionale e gli uffici delle Forze dell'ordine nei procedimenti finalizzati all'acquisizione, alla detenzione e al conseguimento di qualunque licenza di porto delle armi»;

   l'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 26 ottobre 2010, n. 204 dispone che: «Con decreto del Ministro dell'interno, da adottarsi entro 12 mesi dalla data in vigore del presente decreto, sono disciplinate le modalità di funzionamento e di utilizzazione del sistema informatico di raccolta dei dati relativi alle armi e alle munizioni in relazione alla tracciabilità delle stesse»;

   il registro informatico, previsto 10 anni fa, ma mai attuato, faciliterebbe la possibilità dei medici curanti e aziende sanitarie locali a segnalare prontamente a questure prefetture chiunque, in possesso di armi, soffra di turbe psichiche o che abbia familiari conviventi con problematiche nella stessa abitazione dove vengono detenute regolarmente armi;

   per contemperare i diritti di rilevanza costituzionale con le esigenze di tutela della privacy e del diritto alla salute e alla vita, si potrebbe provvedere all'adozione di tecnologie e modalità di digitalizzazione delle predette procedure di supervisione, tali da poter dirimere con più efficienza le criticità sin qui delineate sul tema, anche di natura applicativa, mediante una disciplina concertata tra i ministeri interessati –:

   Se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative di competenza per dare attuazione al sistema informatizzato di controllo di cui in premessa, mediante la predisposizione di un regolamento per lo scambio protetto dei dati informatizzati tra il Servizio sanitario nazionale e gli uffici delle forze dell'ordine nei procedimenti finalizzati alla detenzione di armi, per il quale già sono stati spesi ingenti fondi pubblici.
(3-02342)

Interrogazioni a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

  nel comune di Cesena si stanno verificando da diverso tempo situazioni di crescente degrado e insicurezza denunciati dai residenti. In particolare, rileva la difficoltà da parte delle forze dell'ordine di garantire un controllo costante anche in ragione della mancata attuazione dei protocolli intercorsi tra prefettura e comune di Cesena negli anni (2015, 2017, 2018) sotto diversi aspetti (a titolo di esempio, come rilevabile dai dati presenti sul sito del comune di Cesena, risulta installato un numero di telecamere significativamente inferiore rispetto alle 400 previste in uno dei protocolli richiamati);

   il numero degli agenti di polizia locale presenti in organico risulta assai inferiore al parametro medio relativo al numero di abitanti, rendendo quindi meno agevole l'attuazione delle previsioni che pongono in capo alla polizia locale una serie di azioni;

   non risulta attivo un nucleo dedicato alle attività di contrasto alla criminalità e al degrado, con un mero richiamo alla microcriminalità, concetto oramai superato dalle previsioni di cui al «decreto Minniti» che realizza una prospettiva integrata tra sicurezza pubblica e sicurezza urbana ai sensi dell'articolo 118 della Costituzione. Al contempo si deve rilevare come i presìdi di competenza ministeriale presentino una efficienza ridotta rispetto alle esigenze del territorio: a titolo di esempio, il Comando centrale dei carabinieri affaccia esattamente su una delle piazze indicate come luogo di degrado, senza che tuttavia questo comporti elemento di dissuasione per chi bivacca o contribuisce al degrado della zona;

   il commissariato di PS risulta privo di presìdi visibili nella giornata di domenica come, ad esempio, la cosiddetta guardiola sprovvista di personale, apparendo chiuso al pubblico –:

   se non si ritenga di dotare il commissariato di Cesena di un numero più significativo di agenti, strumenti e mezzi, al fine di contribuire concretamente al contrasto dei fenomeni crescenti di degrado e criminalità nel territorio cesenate; se non si ritenga utile adottare le iniziative di competenza per richiamare a maggior incisività il Comando provinciale dei carabinieri di Cesena.
(4-09542)


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   dal 17 al 20 giugno 2021 si terrà a Todi il festival «Todi città del libro», dietro la cui organizzazione ci sarebbe anche l'organizzazione neofascista CasaPound;

   varie associazioni e organizzazioni sindacali tra cui la Cgil, l'Anpi e Libera hanno lanciato numerosi appelli e anche una petizione affinché il comune di Todi e la regione Umbria ritirassero il patrocinio a tale festival ma, ad oggi, la manifestazione si terrà con il beneplacito delle istituzioni;

   in quei giorni dunque, a Todi, con il patrocinio delle istituzioni locali, sfileranno esponenti di CasaPound, giornalisti e scrittori legati al mondo dell'estrema destra e dei sedicenti «fascisti del terzo millennio», la casa editrice Altaforte, vicina a CasaPound ed espulsa nel 2019 dal Salone del Libro di Torino. È noto che tale casa editrice stampi libri tesi a propagandare idee e contenuti d'ispirazione neofascista;

   secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano del 15 giugno 2021, oltre a intellettuali, giornalisti e scrittori «sovranisti», parteciperanno all'evento Marco Gervasoni, indagato per vilipendio alle massime cariche dello Stato e il giornalista sportivo Paolo Bargiggia che nel 2018 si era definito un «fascista»;

   l'organizzatore del festival, vicino al mondo dell'estrema destra, nei giorni scorsi, ha addirittura affermato che l'idea che la Costituzione sia basata sull'antifascismo sarebbe «fantomatica» e che esiste «solo nelle menti degli antifascisti»;

   a parere dell'interrogante la scelta del comune di Todi e della regione Umbria di patrocinare una manifestazione organizzata da realtà che si richiamano esplicitamente al fascismo è sbagliata e non si era mai vista in altre realtà. Il rischio per l'interrogante è che si possa sdoganare l'organizzazione di eventi che presentano tutti i caratteri del peggior revisionismo e che si pongono in contrasto con i valori costituzionali dell'antifascismo –:

   quali iniziative si intendano adottare, per quanto di competenza, al fine di monitorare eventi come quello esposto in premessa che rischiano, a parere dell'interrogante di trasformare gli stessi in occasione di propaganda di idee e contenuti contrari ai valori costituzionali dell'antifascismo e alle leggi vigenti;

   quali iniziative di competenza intendano adottare per realizzare, nella città di Todi, un evento che ribadisca il carattere antifascista della Repubblica, così come previsto dalla nostra Costituzione.
(4-09549)


   GALANTINO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   sta destando paura e preoccupazione tra gli agricoltori pugliesi l'anomalo aumento di fenomeni di danneggiamento delle coltivazioni agricole, in particolare, a nord della provincia di Bari;

   l'ultimo episodio, in ordine di tempo, ha riguardato un appezzamento di alberi di pesche, nelle campagne di Canosa di Puglia, danneggiato da ignoti, con perdite ingentissime ad una azienda secondo quanto si apprende da fonti di stampa, episodi simili sarebbero stati registrati a distanza di poco tempo l'uno dall'altro, come nel caso del danneggiamento, a quanto consta all'interrogante, circa una settimana fa del pescheto della fattoria didattica Valperga di Masino: in cui sono presenti dieci operai, con circa 2.000 giornate annue di lavoro e una trentina di piante danneggiate irrimediabilmente, con la produzione andata persa;

   su tali fatti delittuosi, avvenuti con modalità criminali identiche, stanno indagando le forze dell'ordine per ricostruire la dinamica degli eventi e individuare i responsabili e, in particolare, per capire se siano collegati ad altri episodi registrati lo scorso anno, sempre tra i territori di Minervino Murge, Andria e Canosa di Puglia, con razzie in alcune aziende agricole del territorio, furti di automezzi ed attrezzature agricole, oltre al taglio di tendoni, piantagioni di ulivi e di ciliegeti;

   già nel 2019 centinaia di quintali di olive e uva da tavola erano stati rubati nella notte in Puglia, tanto da spingere gli agricoltori disperati ad organizzarsi in ronde notturne e diurne per fermare gli autori dei gesti criminali, che con i vari furti avevano provocato un danno da «300 milioni di euro l'anno», come denunciato da Coldiretti Puglia;

   se la politica agricola comune rappresenta una delle politiche comunitarie di maggiore importanza, impegnando circa il 39 per cento del bilancio europeo, e la sfida dell'Italia, come dichiarato dal Ministro Patuanelli, è «costruire un sistema agricolo che possa disegnare un nuovo volto per l'agricoltura che vogliamo nel prossimo decennio. Un'agricoltura fatta di innovazione e sostenibilità ambientale, economica e sociale», anche il tema della sicurezza nelle campagne deve essere inserito come prioritario nell'agenda politica nazionale –:

   accertata la fondatezza e la gravità dei fatti esposti in premessa, di quali informazioni disponga il Governo, per quanto di competenza, per fare chiarezza sugli eventi criminosi descritti e per prevenire ulteriori analoghi eventi; se e quali iniziative di competenza intenda assumere per circoscrivere le aree agricole pugliesi a maggior rischio, con particolare riguardo alla provincia di Barletta-Andria-Trani, e intensificare i controlli delle forze dell'ordine a protezione delle aziende e del settore agricolo, anche attraverso la convocazione urgente di un tavolo istituzionale con le principali associazioni di categoria e le istituzioni locali.
(4-09550)


   CIRIELLI e VINCI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   i carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia e della Compagnia di Guastalla stanno indagando sulla scomparsa di Saman Abbass, una ragazza pakistana di 18 anni, residente a Novellara (RE), di cui non si hanno notizie da circa un mese;

   la scomparsa della giovane donna è avvolta da un velo di mistero e riguarda, presumibilmente, i contrasti familiari causati dalla decisione dei suoi genitori di maritare la giovane con un cugino alla lontana che viveva in Pakistan;

   secondo quanto riportato da fonti giornalistiche, Saman si sarebbe opposta alla decisione della famiglia e nel dicembre 2020 avrebbe sporto denuncia contro i genitori con l'accusa di costrizione o induzione al matrimonio;

   a seguito della denuncia, Saman, ancora minorenne, sarebbe stata ospitata per quattro mesi in una struttura dei servizi sociali e, compiuti diciotto anni, sarebbe rientrata spontaneamente presso la casa familiare;

   l'attività investigativa sarebbe partita quando i carabinieri, che si erano recati presso l'abitazione di Novellara per la notifica di alcuni atti, constatavano l'assenza di tutti i componenti della famiglia Abbas;

   secondo l'ipotesi prefigurata dagli investigatori, la giovane Saman sarebbe stata uccisa, e tale indirizzo investigativo sarebbe suffragato dalla visione di un video estratto dalle telecamere di una azienda agricola prospiciente l'abitazione di Saman e da ulteriori elementi probatori;

   il filmato in parola, del 29 aprile 2021, infatti, mostrerebbe tre persone – identificati poi nello zio ed in due cugini della giovane – con due pale, un secchio, un sacchetto di colore azzurro, un piede di porco ed altri arnesi dirigersi dietro l'abitazione degli Abbas per poi rientrare nell'abitazione a distanza di circa tre ore;

   a destare ulteriori sospetti è la singolare circostanza secondo la quale tutti gli Abbas dal 1° maggio 2021 sarebbero scomparsi, ed, in particolare, il padre di Saman avrebbe lasciato l'Italia con la moglie, prendendo un volo per il Pakistan senza la figlia che sembrerebbe non comparire tra i passeggeri, mentre uno dei due cugini sarebbe stato arrestato a Nimes, in Francia, nel tentativo di raggiungere senza documenti alcuni parenti in Spagna;

   vi sarebbe, infine, anche una testimonianza chiave di un minore della comunità pakistana, attualmente sotto protezione, che avrebbe riferito che Saman sarebbe stata uccisa per avere rifiutato il matrimonio combinato dai genitori, confermando l'ipotesi accusatoria degli investigatori;

   la drammatica vicenda di Saman è solo una delle tante storie di giovani e coraggiose donne, che vengono punite per aver deciso di affermare i diritti di libertà e di autodeterminazione sentimentale e matrimoniale ribellandosi al potere patriarcale che le vuole costrette in regole retrogradi e illegali;

   a fronte degli accadimenti appena narrati, lo spirito di accoglienza della nostra Nazione non può esplicitarsi in maniera lasciva senza una rigida affermazione delle nostre fondamenta culturali di cui i diritti e le libertà riconosciuti a tutti gli uomini e donne dalla Carta Costituzionale ne rappresentano il precipitato concreto;

   opinare diversamente etichetterebbe lo spirito di accoglienza della Nostra Nazione, non solo come ipocrita, ma anche come corresponsabile di gravi violazioni dei diritti e delle libertà fondamentali della persona, e porrebbe a repentaglio la tenuta dell'intero sistema di diritto;

   appare doveroso, pertanto, offrire una risposta esemplare per episodi gravi come quelli che hanno coinvolto la giovane Saman e alzare l'attenzione nei confronti di tutte le comunità di stranieri che, se da un lato beneficiano dell'accoglienza della nostra Nazione, dall'altro rifiutano l'integrazione pretendendo di violare, in virtù di una asserita diversità culturale, anche i principi e diritti minimi riconosciuti ad ogni essere umano;

   è necessario, dunque, profondere maggiore impegno al fine di individuare tutte quelle situazioni di violazioni dei diritti umani che rappresentano i prodromi di accadimenti ancor più gravi ed esiziali promuovendo controlli ed iniziative volte a supportare in maniera concreta e continuativa il difficile e solitario percorso di emancipazione –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di contribuire a far chiarezza sulla scomparsa della giovane Saman Abbass, anche verificando se, a seguito della denuncia fatta dalla giovane donna, sia stato attivato un comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica al fine di valutare l'adozione di un adeguato programma di protezione;

   se non intenda adottare iniziative anche di carattere normativo per arginare le discriminazioni e le violenze che le donne della comunità mussulmana sono costrette a subire in Italia.
(4-09558)


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in questi giorni, la stampa ha riportato la notizia che una trentunenne bolognese è stata esclusa dalla scuola superiore della Polizia di Stato a Roma;

   ripercorrendo la vicenda, nel 2018, la giovane aspirante commissario viene bloccata alle visite mediche, perché aveva un tatuaggio sul dorso del piede;

   l'anno successivo, nel 2019, la giovane si ripresenta al concorso, ma questa volta senza il tatuaggio, in quanto rimosso per effetto di un trattamento laser. In sede di visite mediche, viene però dichiarata non idonea al servizio per il tatuaggio in zona non coperta dall'uniforme, nonostante il collant fornito al personale femminile in servizio sia considerato (da tabelle firmate dal capo della Polizia) parte dell'uniforme. È opportuno precisare che al posto del disegno rimosso, era presente un arrossamento cutaneo;

   l'interessata ricorre contro la decisione al Tribunale amministrativo che, in via cautelare, la ammette con riserva. La dottoressa supera tutte le restanti prove concorsuali con successo e, a settembre 2019 fa ingresso alla scuola superiore, posizionandosi al settimo posto su ottanta nella graduatoria dei vincitori. A novembre del 2019, giura fedeltà alla Repubblica;

   nel febbraio 2020 i giudici dichiarano il commissario idonea al servizio, affermano che la Commissione medica non ha valutato l'eventualità che il tatuaggio, in fase di trattamento di rimozione, risultasse praticamente non visibile con la definizione originaria, in quanto destinato a scomparire con il trattamento sanitario di rimozione avviato da tempo;

   nel settembre dello stesso anno, la giovane bolognese riceve anche il giudizio di idoneità ai servizi di Polizia propedeutico all'accesso al secondo anno del corso; inoltre le viene consegnata la fascia azzurra, il conferimento di pubblica funzione di comando;

   nel frattempo, il Ministero dell'interno impugna l'atto del Tar 8 mesi dopo la pubblicazione dello stesso e chiede la sospensione della giovane dalla scuola. Il Consiglio di Stato, il 13 novembre, pubblica l'ordinanza cautelare accogliendo la sospensione. Il 13 marzo 2021 viene discussa l'udienza pubblica e il 18 marzo la Polizia di Stato dimette la ricorrente. L'8 giugno 2021 il Consiglio di Stato pronuncia la sentenza in cui accoglie le richieste del Viminale;

   in base al decreto ministeriale 30 giugno 2003, n. 198, sono causa di non idoneità per l'ammissione ai concorsi pubblici per l'accesso ai ruoli del personale della Polizia di Stato, i tatuaggi sulle parti del corpo non coperte dall'uniforme o quando, per la loro sede o natura, siano deturpanti o per il loro contenuto siano indice di personalità abnorme;

   la funzionaria di Polizia, durante il periodo di formazione, è stata sempre definita un elemento eccellente dai superiori in grado;

   durante il periodo intercorso tra l'ordinanza cautelare e l'esecuzione della stessa, su consiglio dei superiori, ha continuato a frequentare il corso, a percepire lo stipendio, a sostenere tutti gli esami, con assegnazione del titolo della tesi finale –:

   se ritenga doverosa, un'iniziativa, per quanto di competenza, volta a chiarire tutta la vicenda che ha visto protagonista il commissario della scuola della Polizia di Stato;

   se ritenga doverosa, un'iniziativa, che delinei l'interpretazione del decreto ministeriale del 30 giugno 2003, n. 198, in modo tale che non si verifichino dubbi interpretativi.
(4-09559)


   ZIELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   riporta la stampa locale pisana, in particolare l'edizione del 9 giugno 2021 de «Il Tirreno», che in piazza Dante, nel pieno centro di Pisa, ogni giovedì, venerdì e sabato sera, il luogo si trasforma in un ritrovo senza regole della movida; come riportano i residenti al quotidiano, oltre al mancato rispetto del distanziamento previsto dalle normative anti-COVID, nella piazza sono all'ordine del giorno la vendita illegale di alcolici, gli schiamazzi e, spesso, anche le risse: lo stesso quotidiano riprende la notizia dell'accoltellamento avvenuto il 9 maggio 2021, che ha coinvolto due ragazzi, poi ricoverati al pronto soccorso; il mattino successivo ogni nottata, la piazza porta i segni del divertimento incontrollato, con bottiglie sparse dappertutto e chiazze di vomito;

   i presìdi e gli interventi delle forze dell'ordine, che pure ci sono, non sono sufficienti a controllare e contenere un numero così alto di persone; anche il servizio «Pisanite», istituito proprio per assistere locali e avventori durante la movida notturna, pur essendo un valido aiuto, non è sufficiente a impedire che si comprometta la pulizia e il decoro della zona e il sonno dei residenti;

   gli sforzi delle forze dell'ordine e dell'amministrazione per la tutela dell'ordine pubblico hanno bisogno di un maggior supporto da parte della prefettura, affinché si possa impostare una strategia a maggior raggio e di più ampio respiro –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per far fronte alle esigenze esposte in premessa, prevenire situazioni di degrado e permettere un più efficace controllo delle zone del divertimento nel centro di Pisa.
(4-09563)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ASCARI. — Al Ministro dell'istruzione, al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia, al Ministro per le politiche giovanili, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nonostante il grande dibattito pubblico, ad oggi, in Italia non esistono percorsi strutturati, organici e omogenei su tutto il territorio nazionale di educazione all'affettività e alla sessualità che coinvolgano le scuole, di ogni ordine e grado;

   dagli anni Settanta a questa parte, in ogni legislatura, è stato affrontato il dibattito sul tema dell'introduzione come insegnamento dell'educazione affettiva e sessuale nelle scuole. Era il 13 marzo 1975 quando l'onorevole Giorgio Bini (PCI) presentò la prima proposta di legge in tal senso. Da allora, sono state presentate da parlamentari di diversi schieramenti molte altre proposte ma non si è mai arrivati a un risultato concreto, strutturale e duraturo nel tempo;

   all'inizio di questa legislatura è stata approvata dal Senato la mozione di Maiorino (M5S) n. 1-00054 contro la violenza sulle donne. Fra gli impegni al Governo figurava quello di assumere iniziative per introdurre, nell'ambito delle istituzioni scolastiche, anche contemplando il potenziamento dell'offerta formativa, percorsi e progetti mirati a garantire pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, con il coinvolgimento delle famiglie, al fine di superare ogni tipo di disuguaglianza e discriminazione, in tal modo educando le nuove generazioni alla parità tra uomo è donna e all'affettività, nonché a definire linee guida che forniscano indicazioni per includere nei programmi scolastici i rispettivi temi. Pur tuttavia, tale impegno non è mai stato portato a compimento;

   è bene ricordare che l'Italia è tra i pochi Paesi dell'Unione europea a non prevedere in maniera obbligatoria l'insegnamento dell'educazione affettiva e sessuale all'interno del sistema di istruzione e formazione delle scuole. Ormai da decenni l'educazione all'affettività e sessualità è parte integrante dei programmi scolastici di Svezia (dal 1955), Germania (dal 1968), Danimarca, Finlandia e Austria (dal 1970) e Francia (dal 1998);

   per cercare di colmare questo gap e di riaprire il dibattito politico istituzionale sul tema, la sottoscritta ha presentato, il 10 maggio 2021, una proposta di legge (A.C. 3100) sull'introduzione dell'insegnamento dell'educazione affettiva e sessuale nella scuola dell'infanzia, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione nonché nei corsi di studio universitari;

   attraverso l'educazione affettiva e sessuale, la scuola, con anche il supporto di esperti, privati e del terzo settore, avrebbe la possibilità di: promuovere lo sviluppo di rapporti affettivi improntati sui valori del rispetto di sé e dell'altro, della solidarietà nonché del riconoscimento e dell'affermazione delle rispettive personalità e differenze; l'adozione di modelli positivi di comportamento socio-culturali al fine di rimuovere i pregiudizi, gli stereotipi, le discriminazione e la violenza di genere; la divulgazione di informazioni, anche di carattere sanitario e scientifico, per la promozione della salute sessuale e riproduttiva intesa come benessere psico-fisico della persona, nonché l'insegnamento di atteggiamenti positivi e responsabili per la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili e dei rischi ad esse connesse nonché per una procreazione consapevole;

   nel campo degli affetti e della sessualità, come evidenziato anche dagli studi condotti dall'osservatorio giovani e sessualità promosso da Durex con il supporto scientifico di EbiCo, spin-off dell'Università di Firenze, e con Skuola.net, il progressivo indebolimento del ruolo di guida delle famiglie, l'utilizzo di Internet come principale fonte di informazione e la mancanza di percorsi educativi strutturati nelle scuole porta con sé il rischio di lasciare le giovani e giovanissime generazioni indifese e prive di strumenti con i quali affrontare una realtà sempre più articolata e complessa –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di tale mancanza e quali iniziative, anche di carattere normativo, intendano adottare per l'introduzione, già a partire dal prossimo anno scolastico, dell'insegnamento dell'educazione affettiva e sessuale nelle scuole di ogni ordine e grado.
(5-06233)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FORNARO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   a Serravalle d'Asti, frazione del comune di Asti, c'è una piccola scuola primaria pubblica nella quale, da quattro anni, si attua la metodologia «bimbisvegli», che consiste in una integrazione tra didattica formale e informale, basata sui metodi Montessori, Freinet, Baden-Powell, Don Milani e Fraire. Si tratta di un metodo educativo in cui si impara dalla natura, in cui in aula non ci sono cattedre, non ci sono compiti a casa e la giornata didattica si costruisce intorno a passeggiate all'aperto, racconti, teatro, osservazione di luoghi ed eventi. I bambini imparano attraverso l'esperienza diretta e la drammatizzazione. Questo progetto di didattica outdoor, modello di scuola aperta, diffusa, cooperativa e finalizzata alla maturazione di una coscienza critica e di cittadinanza attiva, si avvale del supporto del Comitato scientifico di Bimbisvegli e dell'università degli studi di Macerata;

   è molto intensa la relazione con la comunità locale, con le attività sociali sul territorio e con le associazioni di migranti. Tutto è in comune, banchi e materiale didattico. La classe è un gruppo gestito democraticamente dove l'adulto, però, se è il caso, prende le redini, con un ruolo di guida e facilitatore;

   per alcuni anni la metodologia «bimbisvegli» è stata presente nei documenti ufficiali di iscrizione alla scuola dell'infanzia di Serravalle d'Asti, permettendo, così, alle famiglie di sceglierla per il percorso educativo dei loro figli. Da due anni, però, il progetto è scomparso dai documenti ufficiali del V circolo, nonostante attragga attenzione, sia citata in tesi di laurea, trasmissioni e siti nazionali, sia oggetto di convegni e studiata all'università;

   diversi genitori chiedono che il progetto «bimbisvegli» venga inserito all'interno del piano triennale dell'offerta formativa (Ptof) della scuola primaria «Piero Donna» di Serravalle d'Asti. Il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, Regolamento recante Norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, stabilisce all'articolo 3, comma 1, che «ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti, il piano triennale dell'offerta formativa, rivedibile annualmente. Il piano è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia.». Il decreto del Presidente della Repubblica inoltre, al comma 2 afferma che il Ptof «comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari, valorizza le corrispondenti professionalità e indica gli insegnamenti e le discipline tali da coprire». Nonostante ciò il progetto non viene inserito nel Ptof dell'istituto;

   la piccola scuola piemontese è assurta agli onori della cronaca nelle ultime settimane dopo che l'intera comunità (insegnanti, genitori e anche abitanti del paese) aveva deciso di riunirsi in assemblea permanente proprio di fronte alla scuola. Il 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, insegnanti e genitori hanno organizzato una vera e propria «non-stop» di protesta, con laboratori didattici all'aperto, musica, canti e molto altro;

   tanti bambini arrivano in questa scuola anche da Asti città e da vari comuni della zona. All'arrivo del maestro Giampiero Monaca a Serravalle nel 2017 c'erano 21 iscritti. Oggi sono 53, e per l'anno scolastico 2021/2022 ci sono 63 iscrizioni;

   sarebbe importante proteggere e tutelare questa esperienza di scuola pubblica di eccellenza, preziosa, tanto più perché nata dalla spontanea introspezione professionale e ideale di insegnanti sul campo –:

   se non ritenga utile adottare le iniziative di competenza per valorizzare l'esperienza di questa piccola scuola e inserire il metodo «bimbisvegli» tra le tante realtà di sperimentazione e di valorizzazione delle avanguardie educative e pedagogiche della scuola italiana.
(4-09544)


   NEVI e APREA. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   nel 2019 si sono concluse le procedure del concorso per dirigente scolastico, bandito con Ddg 1259 del 23 dicembre 2017, cui ha fatto seguito una procedura di reclutamento, secondo gli interroganti, caratterizzata da incongruenze e distorsioni, soprattutto in Campania;

   il comma 92, dell'articolo 1, della legge n. 107 del 2015, ha previsto il conferimento dei posti di dirigente scolastico attingendo alla graduatoria ad esaurimento del precedente concorso, bandito nel 2011, in misura non superiore al 20 per cento dei posti vacanti e disponibili eppure, sia nel 2019 che nel 2020, l'intero contingente di posti vacanti e disponibili per le immissioni in ruolo nella regione Campania, è stato assegnato esclusivamente ai candidati idonei del concorso 2011;

   ai vincitori del concorso del 2017, ad oggi, in Campania, sono stati assegnati 2 posti a settembre 2020, in quanto la graduatoria del 2011 risultava oramai esaurita;

   la vicenda Campania ha causato un effetto domino sull'attribuzione delle sedi di destinazione per i vincitori del concorso 2017 che si sono visti assegnare sedi lontane dai luoghi di residenza;

   a ciò si aggiunge che nell'assegnazione delle cattedre non si è tenuto conto delle tutele previste dalla legge n. 104 del 1992, così che dirigenti scolastici con disabilità, o che assistono familiari con disabilità, sono stati costretti a scegliere tra il trasferimento e il depennamento dalla graduatoria nazionale di merito;

   infatti, il comma 4 dell'articolo 15 del Ddg 1259/2017 prevede che «sono altresì depennati dalla graduatoria coloro che, senza giustificato motivo, non prendono servizio nel termine indicato dall'Usr [...]» senza che siano stati esplicitati quali motivi possano considerarsi giustificati e appare dai fatti che essere portatori di disabilità o assistere una persona affetta da disabilità non sia stato considerato un giustificato motivo;

   il 9 ottobre 2019 e il 1° aprile 2020, è stato disposto il depennamento dalla graduatoria di merito di coloro che non hanno accettato la sede assegnata, pur avendo questi espresso motivazioni mediante diffida agli uffici scolastici regionali di destinazione: diffide alle quali gli uffici preposti non hanno risposto chiarendo quali criteri abbiano determinato il depennamento, considerato che tali presupposti non sono indicati dalla norma, come nel caso in specie;

   nonostante il decreto dipartimentale 1461 del 2019 e il decreto direttoriale 413 del 2021, che hanno indicato l'elenco nominativo dei soggetti depennati, indichino il Tar del Lazio quale organo a cui rivolgere i ricorsi giurisdizionali, quest'ultimo, con sentenza 8406 del 20 luglio 2020, si è dichiarato incompetente, rimandando le decisioni al giudice del lavoro, in quanto le vicende trattate sono successive alla chiusura dell'iter amministrativo-concorsuale – che si conclude con la pubblicazione della graduatoria – e attengono alla disciplina dei contratti; i giudici ordinari si sono anch'essi dichiarati incompetenti;

   nella tornata di assunzioni del 2019, in seguito alla comunicazione dei motivi ostativi all'accettazione delle sedi assegnate, si sono liberate sedi di servizio in Puglia e Calabria. Tali sedi sono state assegnate mediante scorrimento delle graduatorie, anziché effettuare una procedura di interpello per verificare l'interesse nei confronti di quelle sedi da parte dei vincitori residenti in quelle medesime regioni e destinati a regioni settentrionali, con la conseguenza che i vincitori con minor punteggio, nella medesima tornata di assunzioni, sono stati assegnatari di sedi sottratte alla scelte dei vincitori con maggior punteggio;

   i vincitori depennati sono a tutt'oggi presenti nella graduatoria nazionale di merito, approvata con si decreto dipartimentale n. AOODPIT 1205 del 1° agosto 2019, come rettificata dal decreto dipartimentale n. AOODPIT 1229 del 7 agosto 2019 e, ad agosto 2020, la piattaforma Polis per la scelta della regione di immissione in ruolo è stata aperta anche ai vincitori depennati nel 2019 –:

   se il Ministro interrogato sia al corrente dei fatti e se non ritenga di dover adottare iniziative di competenza nel merito della vicenda al fine di verificare la correttezza delle procedure adottate dagli uffici scolastici regionali per l'assegnazione dei posti.
(4-09560)


   DONNO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   in data 27 dicembre 2020, venivano approvati definitivamente, nell'ambito dell'iter della legge di bilancio 2021, legge 30 dicembre 2020, n. 178, i commi 510 e 511 dell'articolo 1 derivanti da un emendamento presentato dal sottoscritto interrogante, inerente alla questione dell'ampliamento dell'offerta formativa dei licei musicali al fine di consentire, parallelamente ai corsi di strumento ad indirizzo classico, l'attivazione dei corsi di strumento a indirizzo jazzistico e dei nuovi linguaggi musicali;

   a tale scopo, nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione veniva istituito un fondo, con una dotazione di 3 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2021;

   il comma 511 prevedeva che entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, il Ministero dell'istruzione adottasse, con decreto motivato, le modalità di utilizzazione delle risorse del fondo di cui al comma 510;

   ad oggi, nonostante siano abbondantemente trascorsi i termini di legge, tale decreto non è stato ancora emanato;

   la norma mira ad integrare le indicazioni programmatiche già previste per i licei musicali (anche al fine di allinearle ai programmi di ammissione al triennio delle istituzioni di Alta Formazione musicale in riferimento al decreto ministeriale n. 382 del 2018 «Armonizzazione della filiera musicale») quanto all'istituzione di percorsi formativi a «indirizzo jazz e pop/rock», conferendo specifica delega in ordine all'individuazione delle finalità, degli obiettivi di apprendimento nonché dei diplomi accademici di secondo livello necessari per l'accesso alla funzione docente relativo alla «Scuola di Jazz»;

   in base al decreto 30 dicembre 2020, di ripartizione in capitoli delle unità di voto parlamentare relative al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e per il triennio 2021-2023, il Fondo è iscritto sul capitolo 1420;

   il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89, recante revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei, ha previsto il liceo musicale e coreutico, articolato nelle due sezioni musicale e coreutica, indirizzato all'apprendimento tecnico-pratico della musica e della danza e allo studio del loro ruolo nella storia e nella cultura;

   l'iscrizione al percorso del liceo musicale e coreutico è subordinata al superamento di una prova preordinata alla verifica del possesso di specifiche competenze musicali o coreutiche. L'orario annuale delle attività e insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti è di 594 ore nel primo biennio, nel secondo biennio e nel quinto anno, corrispondenti a 18 ore medie settimanali. Al predetto orario si aggiungono, per ciascuna delle sezioni musicale e coreutica, 462 ore nel primo biennio, nel secondo biennio e nel quinto anno, corrispondenti a 14 ore medie settimanali. Il piano degli studi del liceo musicale e coreutico e delle relative sezioni è definito dall'allegato E al citato decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 2010;

   l'urgenza della pubblicazione del relativo decreto attuativo è connessa con l'avvio del nuovo anno scolastico 2021/2022 –:

   se possa chiarire i motivi per i quali ad oggi non è stato ancora emanato il decreto motivato relativo alle modalità di utilizzazione delle risorse del fondo di cui al comma 510 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2021;

   se possa indicare una data utile entro la quale garantire l'adozione del decreto.
(4-09564)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARZOTTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la globalizzazione e la flessibilizzazione del mercato del lavoro ha originato significativi cambiamenti nel meccanismo di domanda e offerta delle prestazioni lavorative. Tra le nuove figure del mondo del lavoro si colloca il «rider»: un lavoratore definito, allo stato attuale, nel nostro ordinamento come «atipico» e la cui tutela è da tempo oggetto di importanti vicende giudiziarie volte a riconoscere l'esistenza di un vincolo di subordinazione tra i lavoratori e le cosiddette «piattaforme di consegna»;

   è notizia di cronaca quella per cui attraverso un'applicazione polacca, pagando 50,00 euro al mese e sfruttando le nuove frontiere dell'intelligenza artificiale di un bot, coloro che sono iscritti per rendere la prestazione, potrebbero prenotare più velocemente la consegna e quindi avere un vantaggio competitivo rispetto agli altri colleghi che ne sono privi;

   l'applicazione «glovobot.com», offrendo credenziali registrate all'estero, permetterebbe infatti di acquistare abbonamenti annuali da 500,00 euro e addirittura permetterebbe agli utilizzatori di costruire identità finte pagando 250,00 dollari. Sempre pagando, si potrebbe anche accedere ai buoni per «rider» privi di permesso di soggiorno o che sono stati allontanati dalle piattaforme per aver lavorato male. Tutte le comunicazioni tra «rider» e portale sarebbero effettuate tramite Telegram che utilizzerebbe un canale dedicato sul quale ricevere username e password, non appena viene scaricata l'applicazione;

   in questo modo, attraverso l'utilizzo dell'applicazione, i «rider», appena la piattaforma rende disponibile una consegna, potrebbero prenotare immediatamente le fasce orarie nelle quali lavorare, il tutto più velocemente degli altri colleghi, dal momento che il bot (l'identità falsa) risulta sempre connessa alla piattaforma e quindi può più celermente della persona fisica, prenotare lo slot di consegna libero;

   un tale meccanismo sarebbe avvenuto all'insaputa delle piattaforme che starebbero ora adottando soluzioni tecniche mirate ad identificare eventuali anomalie nelle prenotazioni degli slot orari, nei quali il «rider» si rende disponibile per collaborare con l'azienda, cercando così di fugare l'esistenza di nuovi sistemi di prenotazione irregolare;

   in un tale contesto, le ripercussioni sul mercato del lavoro potrebbero essere considerevoli, atteso che, pur di lavorare e avere qualche consegna in più, i «rider» sarebbero addirittura disposti a pagare –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e se intenda valutare l'opportunità di adottare le iniziative di competenza per risolvere i vari aspetti problematici del settore, con l'obiettivo di tutelare gli interessi dei «rider» ai quali devono essere apprestate le dovute tutele.
(5-06234)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta scritta:


   VIVIANI, BUBISUTTI, GASTALDI, GERMANÀ, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LOSS, MANZATO, PATASSINI e TARANTINO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il Regolamento Ue 90/2021 stabilisce, per il 2021, le possibilità di pesca per alcuni stock e gruppi di stock ittici applicabili nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero. Sono regole che impongono l'adozione di misure di conservazione, tenendo conto delle relazioni del Comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (Cstep), conformemente agli obiettivi della politica comune della pesca (Pcp). Le possibilità di pesca sono assegnate agli Stati membri in modo tale da garantire la stabilità relativa delle attività di pesca di ciascuno Stato membro per ciascuno stock o ciascun tipo di pesca;

   la nuova disposizione prevede il raddoppio delle giornate di fermo pesca tecnico che segue i 30 giorni di fermo pesca biologico: uno stop che passa da 15 a 30 giorni per barche inferiori ai 24 metri e da 20 a 40 giorni per quelle di lunghezza superiore;

   con una nota del 14 giugno 2021 del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali si comunica alle associazioni di categoria della pesca professionale e all'autorità marittime che a partire dalla mezzanotte dello stesso 14 giugno, da una verifica dei dati relativi allo sforzo di pesca, è risultato che la quota disponibile per le attività di pesca delle unità con L.F.T. superiore a 24 metri che effettuano la pesca dei gamberi di profondità sia stato superato e pertanto viene stabilito, al fine di tutelare le economie delle imprese e non incorrere in violazioni che possano comportare il superamento della quota nazionale, la chiusura immediata delle suddette attività di pesca nelle GSA 9, 10 e 11;

   prossimamente questa chiusura repentina potrà applicarsi anche ad imbarcazioni di Lunghezza inferiore ai 24 metri e ad altre risorse demersali e questo inevitabilmente porterà all'estinzione delle imprese ittiche italiane e la scomparsa della professione di pescatore;

   a seguito di questa chiusura, dall'oggi al domani, alle imbarcazioni che effettuano tale tipo di attività non è più consentito effettuare l'attività di pesca, nelle GSA indicate, né procedere alle conseguenti operazioni di sbarco e commercializzazione; con le nuove norme europee che tagliano le giornate di pesca, le imprese del settore stanno già registrando un -20 per cento di fatturato con 8 imprese su 10 che rischiano la chiusura della loro attività;

   la filiera ittica riguarda oltre che l'attività stessa della pesca, anche la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti ittici, i servizi alle imprese, la produzione di reti e attrezzature per la pesca, le costruzioni navali e la produzione d'impianti e apparecchiature nell'ambito più allargato del settore;

   negli anni la pesca ha dovuto subire una progressiva riduzione dello sforzo di pesca, in particolare per le risorse demersali ed i piccoli pelagici; il regolamento Ue per il Mediterraneo Occidentale ha introdotto nuovi modelli di gestione che impongono l'obbiettivo del cosiddetto massimo rendimento sostenibile, attraverso progressive riduzioni dei giorni di pesca e della capacità delle flotte –:

   quali iniziative intenda adottare, nelle opportune sedi europee, per ribadire la situazione in cui versano le marinerie italiane, anche a seguito dell'entrata in vigore del suddetto regolamento europeo, in quanto riduzioni costanti delle giornate di pesca possono essere insostenibili per la redditività delle singole imprese nonché per gli aspetti economici e sociali di tutta la filiera ittica;

   quale sia la situazione, allo stato attuale, della nostra marineria operante nelle GSA 9, 10, 11 in relazione alle restrizioni imposte dal regolamento, nonché se siano previste ulteriori imminenti chiusure;

   quale azione di monitoraggio e pianificazione stia svolgendo onde evitare provvedimenti che, senza alcun congruo preavviso, sospendano la cattura di specie bersaglio, rendendo ancora più pesante e difficile da sostenere la redditività delle imprese di pesca.
(4-09552)


   MAGGIONI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   l'aumento della fauna selvatica rappresenta una vera e propria emergenza nazionale: nutrie, cinghiali, caprioli ed altre specie sono sempre più frequentemente causa di disagi per le aziende agricole;

   i cinghiali, ad esempio, nel nostro Paese sono passati da 900 mila capi nel 2010 a quasi 2 milioni di oggi (+111 per cento) con un trend in continuo aumento, provocando giorno dopo giorno danni ingenti e mettendo a repentaglio la vita delle persone nelle strade e ingenti danni alle coltivazioni nelle campagne;

   in merito ai risarcimenti, gli orientamenti della Commissione europea stabiliscono che sono da considerarsi compatibili con il mercato interno gli aiuti destinati a indennizzare i danni causati da animali protetti, se tali aiuti rispettano i princìpi di valutazione comuni e le condizioni indicate negli orientamenti stessi. L'aiuto ammesso è pari al 110 per cento sia dei danni diretti subiti dall'azione della specie protetta sia, alla luce delle recenti modifiche, dei costi indiretti sostenuti;

   il 6 giugno 2018 lo Stato italiano ha notificato alla Commissione europea uno schema di decreto, del Ministero delle politiche agricole, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, da utilizzare come base giuridica per la notifica, da parte degli enti concedenti, del regime nazionale sui danni da fauna selvatica protetta;

   con decisione C (2019) 772 del 2019, la Commissione europea ha informato il Governo italiano di non sollevare obiezioni nei confronti del regime di aiuti notificato e, conseguentemente, con nota 9791 del 26 febbraio 2019 il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo ha comunicato di aver attivato la procedura per la trasmissione alla Conferenza unificata dello schema di decreto interministeriale, che costituisce la base giuridica del regime di aiuto;

   come riportato dall'assessore all'agricoltura di regione Lombardia, già dalla fine del 2019 è stato predisposto un decreto interministeriale che prevede la possibilità di risarcire le imprese attive nella produzione agricola primaria che abbiano subìto danni ad attrezzature, infrastrutture e bestiame, arrecati da qualsiasi animale che risulti «protetto» dalla legislazione unionale o da quella nazionale. Risultano pertanto contemplate anche specie diverse da quelle individuate dalle direttive «Habitat» i cui danni possono essere compensati, purché intervenuti sul territorio di un'area protetta;

   per quanto concerne invece i danni provocati da animali non protetti in aree esse stesse non protette, è possibile soltanto l'indennizzo attraverso gli aiuti in regime de minimis. In tale ambito, a seguito della modifica del regolamento (UE) 1408/2013, il massimale per beneficiario è stato innalzato a 25.000 euro;

   detto provvedimento conclude l'iter di definizione del regime di aiuti di Stato per l'indennizzo dei danni provocati da animali protetti e fornisce una risposta sistematica in materia di danni da fauna selvatica al settore agricolo, nel contesto dei parchi nazionali e regionali, come nel resto del territorio nazionale –:

   se siano a conoscenza della situazione e se non intendano assumere le iniziative di competenza per adottare al più presto, il decreto sopra citato, al fine di poter procedere ai risarcimenti per i soggetti danneggiati da fauna selvatica protetta.
(4-09556)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   CARNEVALI, DE FILIPPO e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in data 8 aprile 2021, il Ministero della salute ha emanato la nuova circolare per la «Prevenzione e controllo dell'influenza: raccomandazioni per la stagione 2021-2022», in anticipo di due mesi sulle analoghe raccomandazioni rispetto agli anni passati;

   vista l'attuale situazione epidemiologica relativa alla circolazione di SARS-CoV-2, il documento raccomanda di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale, a partire dall'inizio di ottobre e, comunque, di offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili, in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione;

   poiché permane una situazione pandemica da Covid-19, il documento raccomanda la vaccinazione antinfluenzale nella fascia di età 6 mesi-6 anni, anche allo scopo di ridurre la circolazione del virus influenzale fra gli adulti e gli anziani. Inoltre, al fine di facilitare la diagnosi differenziale nelle fasce di età a maggiore rischio di malattia grave, la vaccinazione antinfluenzale è fortemente raccomandata e può essere offerta gratuitamente nella fascia d'età 60-64 anni, oltre che agli over 65;

   infine, la vaccinazione è, inoltre, fortemente raccomandata per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, che operano a contatto con i pazienti, e per gli anziani istituzionalizzati in strutture residenziali o di lungodegenza;

   l'Organizzazione mondiale della sanità e il Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-19 riportano, tra gli obiettivi di copertura per la vaccinazione antinfluenzale il 75 per cento come obiettivo minimo perseguibile e il 95 per cento come obiettivo ottimale negli ultrasessantacinquenni e nei gruppi a rischio;

   già nella campagna vaccinale dello scorso autunno-inverno, nonostante le raccomandazioni poste nella circolare «Prevenzione e controllo dell'influenza: raccomandazioni per la stagione 2020-2021» e il pericolo della concomitanza tra il virus antinfluenzale e quello della Sars-cov-2, alcune regioni, hanno avuto notevoli difficoltà nell'approvvigionarsi di un numero adeguato di dosi di vaccino antinfluenzale dovuto anche alle tempistiche di acquisto, tale da coprire in tempo utile tutte le categorie raccomandate nella circolare stessa;

   ciò è avvenuto nonostante il Ministro si fosse attivato sia in data 3 settembre inviando alle regioni e alle province autonome una richiesta di informazioni circa le eventuali difficoltà organizzative nella conduzione delle campagne vaccinali nei tempi previsti dalla circolare ministeriale, sia tenendo successivamente una teleconferenza sempre con le regioni e le province autonome, al fine di acquisire informazioni sulla campagna vaccinale, relativamente alla data, di inizio della campagna, al numero di dosi di vaccino ordinate e distribuite, ai dati eventualmente disponibili di copertura vaccinale, alle situazioni di carenza e alla disponibilità di dosi in farmacia –:

   a fronte della circolare emanata all'inizio di aprile 2021 sull'avvio della campagna vaccinale antinfluenzale 2021-2022, quale sia, ad oggi, l'iter di acquisto delle dosi di vaccino nelle singole regioni e se già siano state segnalate delle difficoltà nell'approvvigionamento di un numero sufficienti di dosi tale da coprire, almeno, le categorie maggiormente a rischio.
(5-06230)


   BAGNASCO e CASSINELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   i medicinali plasmaderivati hanno lo scopo di trattare malattie rare, croniche, gravi, spesso genetiche e potenzialmente pericolose per la vita, per le quali spesso rappresentano le uniche terapie senza alternativa terapeutica, come nel caso delle immunoglobuline (Ig) – riconosciute dall'Organizzazione mondiale della sanità come farmaci essenziali;

   la richiesta di prodotto continua a crescere ogni anno, rendendo il divario tra domanda e offerta in particolare di Ig cronicamente insoddisfatto a livello nazionale, europeo e globale;

   i costi di produzione dei medicinali plasmaderivati sono elevati e in costante aumento, poiché costituiti in gran parte dai costi di raccolta del plasma e dalle misure per garantire la sicurezza dei donatori e dei pazienti;

   in base alla legge n. 219 del 2005, in Italia la strategia di raccolta del plasma è caratterizzata dall'esistenza di un piano autosufficienza (cosiddetti «piano sangue»). Il processo cosiddetto di «conto lavorazione plasma» fa sì che la materia prima raccolta venga poi «lavorata» dall'azienda incaricata e restituita alle strutture pubbliche nelle specialità di plasmaderivati (cosiddetti plasmaderivati di produzione regionale);

   il piano è riuscito a coprire il 75 per cento del fabbisogno nazionale di Ig per uso endovenoso nel 2018 e il 5,6 per cento di quelle per uso sottocutaneo (dati Istisan dell'Istituto superiore di sanità), rendendo necessario un approvvigionamento di prodotti commerciali, soggetti però a logiche competitive a livello globale, tramite accordi/gare con le industrie del farmaco;

   la sostenibilità del settore dei plasmaderivati è ulteriormente minacciata dalla pandemia da Covid-19 che ha determinato un preoccupante calo nelle donazioni, come dimostrato dai recenti dati del Centro nazionale sangue;

   poiché il processo di produzione richiede 7-12 mesi, tale situazione di emergenza ha oggi le sue prime ricadute sulla disponibilità in commercio di Ig: da dati Aifa, diversi prodotti a base di Ig risultano essere carenti sul territorio nazionale;

   inoltre, si è verificato un calo di raccolta del plasma superiore al 20 per cento negli Usa – maggior rifornitore di plasma a livello commerciale globale, da cui dipende anche il completamento del Piano sangue italiano – ove invece sono aumentati i costi di raccolta (15 per cento) e i rimborsi ai donatori (30 per cento);

   per affrontare il tema della carenza, a novembre 2020 si è insediato il gruppo di lavoro sulle immunoglobuline partecipato da rappresentanti del Ministero della salute, dell'Agenzia italiana del farmaco, del Centro nazionale sangue, delle regioni e di Farmindustria/aziende, con l'obiettivo di garantire ai pazienti la disponibilità dei farmaci e, quindi, la continuità terapeutica;

   in Italia, con la legge di bilancio 2019 è stato adottato un nuovo sistema di calcolo del payback farmaceutico per gli acquisti diretti, che tuttavia equipara i plasmaderivati a tutte le altre categorie di prodotti non tenendo conto delle specificità del settore;

   lo Stato italiano ha già riconosciuto la peculiarità dei plasmaderivati, escludendo però solo quelli di produzione regionale dal payback per il ripiano della spesa farmaceutica (ai sensi dell'articolo 15, comma 5, del decreto-legge n. 95 del 2012);

   tale disparità di trattamento manifesta evidenti criticità e incongruenze, promuovendo un sistema non competitivo: l'azienda titolare di autorizzazione all'immissione in commercio è così obbligata a fornire il farmaco salvavita per garantire la continuità terapeutica, ma non detiene un reale controllo sull'acquisto e sulla vendita del farmaco destinato unicamente a supplire alla carenza di plasmaderivati di origine regionale –:

   se non si intendano adottare iniziative per escludere i farmaci plasmaderivati di origine commerciale dal payback per il ripiano della spesa farmaceutica, al fine di dotare il Paese di una effettiva competitività strategica nel settore dell'approvvigionamento di prodotti salvavita e garantire la sostenibilità del settore e l'accesso alle cure per i pazienti.
(5-06231)

Interrogazione a risposta scritta:


   SCHULLIAN. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   a seguito del drammatico episodio del decesso nell'ospedale di Genova di una ragazza diciottenne dopo la somministrazione della dose vaccinale di AstraZeneca, le autorità sanitarie hanno assunto la determinazione di non proseguire con la procedura vaccinale col medesimo prodotto nei confronti della popolazione di età inferiore ai 60 anni;

   una parte della popolazione cui è stata somministrata la prima dose di AstraZeneca, pertanto, stimata in un numero non inferiore ai 900.000 italiani, sarebbe così costretta a subire l'inoculazione di un richiamo con vaccino diverso, compiendo così un percorso vaccinale residuale in chiave emergenziale, che, peraltro, non vede la convergenza di opinioni nel mondo scientifico;

   come si evince dal verbale della riunione del Comitato scientifico dell'11 giugno 2021, non vi sarebbero evidenze scientifiche accertate sul pericolo di danno con la somministrazione seconda dose di AstraZeneca, perché «i fenomeni tromboembolici sono meno frequentemente osservati dopo somministrazione della seconda dose (secondo stime provenienti dal Regno Unito sono meno di 1/10 dei già rari fenomeni osservati dopo la prima dose). Secondo quanto riferito dal Direttore generale di AIFA, ad oggi, in Italia, non sono stati registrati casi di VITT dopo la seconda somministrazione di Vaxzevira. Queste evidenze suggeriscono come il tasso d'incidenza riportato dopo la seconda dose sia inferiore a quello osservato dopo la prima dose»;

   va considerato che si verrebbe a configurare per i già vaccinati con la prima dose di AstraZeneca non ultra sessantenni, una situazione paradossale, per cui l'accesso alla dose di richiamo comporterebbe un rischio di trombosi «straordinariamente raro», mentre i rischi di una combinazione tra AstraZeneca ed una seconda dose vaccinale appaiono ignoti, in considerazione di statistiche non consolidate, configurando, comunque, per il cittadino un quadro che somiglia ad un trattamento sanitario obbligatorio;

   va considerato, infine, che ai cittadini sotto i 60 anni che hanno già ricevuto la somministrazione della prima dose di AstraZeneca è stato chiesto di sottoscrivere una liberatoria in cui si chiedeva di accettare il rischio di effetti indesiderati di tipo trombosico che avrebbero potuto manifestarsi con una numerosità altissima, considerata la somministrazione di massa, pari ad 1 su 10.000 –:

   se non ritenga necessario consentire il completamento del ciclo di somministrazione di AstraZeneca almeno ai soli cittadini che già abbiano fatto la prima dose e che ne facciano richiesta, dopo aver assunto per iscritto i rischi derivanti da un vaccino che in Italia ha subìto considerazioni altalenanti dalle autorità sanitarie.
(4-09551)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   stando agli ultimi dati disponibili, sono circa 3.000 gli impianti per la produzione di energia elettrica rinnovabile, che garantiscono la generazione di circa 20 TWh di energia elettrica per una potenza totale installata pari a 4.200 MW, utilizzando principalmente bioliquidi certificati;

   questi impianti sono simili a tradizionali centrali a gasolio e sfruttano dei motori diesel modificati per poter utilizzare come combustibili bioliquidi prodotti da fonti rinnovabili, cioè di quelle fonti in grado di rigenerarsi almeno alla stessa velocità con cui vengono utilizzati;

   viste le ridotte dimensioni delle suddette centrali, le installazioni sono state implementate col recupero di energia termica a servizio di utenze civili ed industriali, fornendo, così, un notevole contributo al raggiungimento degli obiettivi legati al risparmio e all'efficienza energetica;

   il totale del bioliquido utilizzato annualmente in questi impianti, ammonterebbe a circa 220.000 tonnellate costituiti esclusivamente da oli vegetali e da sottoprodotti di origine animale, garantendo la produzione di oltre 800.000 MWh;

   la sostenibilità dei bioliquidi è stata introdotta in Italia dal decreto legislativo n. 28 del 3 marzo 2011, recante «Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili»;

   è stato duramente colpito anche il settore della produzione dell'energia elettrica da fonti rinnovabili, con effetti sui prezzi delle materie prime saliti a livelli non sostenibili e ben oltre il 70 per cento rispetto all'incentivo che questi impianti percepiscono;

   l'articolo 25 del decreto legislativi n. 28 del 2011 stabilisce che gli impianti che entrano in esercizio entro il 31 dicembre 2012, di potenza nominale media annua non superiore a 1 MW possano beneficiare di una incentivazione mediante una tariffa fissa omnicomprensiva;

   questa situazione sta portando allo spegnimento di molte centrali, con prevedibili danni sia in termini occupazionali, sia in termini ambientali, con l'azzeramento dei benefici derivanti dalla riduzione delle emissioni di agenti inquinanti e della produzione di energia pulita;

   questi impianti sono gli unici del settore delle rinnovabili a generare economia circolare, redistribuendo l'incentivo all'indotto in ragione dell'85 per cento e che utilizzano unicamente bioliquidi certificati e tracciati di origine italiana o europea (no oli di palma);

   l'articolo 24 del decreto legislativo n. 28 del 2011 prevede che l'Autorità per l'energia e il gas, su indirizzi stabiliti dal Ministro dello sviluppo economico, possa definire prezzi minimi garantiti, cioè integrazioni dei ricavi per gli impianti a fonti rinnovabili la cui salvaguardia non e assicurata dalla partecipazione al mercato elettrico;

   risulta inoltre, che, in base alla legge di delegazione europea 2019-2020 (legge 22 aprile 2021, n. 53) è vietato l'utilizzo di olio di palma e dei suoi derivati come pure dell'olio di soia e dei suoi derivati, per la produzione di energia elettrica a partire dal 1° gennaio 2023 –:

   se non ritenga che gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili come quelli che utilizzano bioliquidi certificati e tracciati di origine italiana o europea, possano considerarsi di primaria importanza nella decarbonizzazione e nella realizzazione di una riduzione dell'inquinamento;

   se non ritenga necessario adottare al più presto iniziative volte a prevedere tariffe fisse onnicomprensive di entità variabile a seconda della fonte utilizzata, per la produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati da fonti rinnovabili al fine di evitare che il continuo incremento dei costi per le materie prime porti alla totale chiusura di queste centrali.
(4-09538)


   FRATOIANNI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   le crisi industriali del settore siderurgico che l'intero territorio di Piombino sta attraversando, rischiano di trasformarsi in un drammatico problema sociale;

   a parere dell'interrogante occorre invertire un processo che rischia di incancrenirsi gravando sulle spalle di famiglie e lavoratori e aprire una «vertenza Piombino» che tenga insieme tutte le emergenze in corso, una vertenza unica per costruire, con la partecipazione di tutta la comunità, un piano di rinascita del territorio che, anche attraverso l'utilizzo di adeguate risorse dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) possa elaborare progetti credibili di rilancio delle attività economiche e industriali;

   il Consiglio di fabbrica con le Rsu Jsw, Piombino Logistics e Gsi, alla presenza delle segreterie Fim, Fiom e Uilm, si è riunito recentemente per affrontare le numerose questioni legate al futuro delle acciaierie e ancora senza risposta, prima su tutte la convocazione da parte del Governo per dare una risposta concreta alla vertenza Jsw che, come evidenziano i sindacati, sembra essere nuovamente dimenticata;

   un comparto manifatturiero siderurgico di tale importanza, come quello di Piombino, non può essere lasciato in mano alle sole multinazionali e occorre accelerare i tempi verso una possibile risoluzione positiva delle vertenze del polo industriale piombinese, Jsw e Liberty Magona, stabilimenti storici che sono stati la risorsa economica principale di un intero territorio;

   a parere dell'interrogante senza un urgente intervento del Governo, dopo dodici anni di iniziative e manifestazioni da parte dei lavoratori e delle lavoratrici, il timore è quello di vedere svanire anche tutti gli impegni e le promesse che negli anni sono state avanzate nei loro confronti; mentre tutta Italia si sta preparando alla ripresa delle attività economiche e produttive, il rischio sempre più concreto è che il tessuto produttivo di Piombino rimanga ancora una volta bloccato nell'incertezza più cupa, a partire dal destino delle ex acciaierie Lucchini, poi Severstal poi Cevital ed ora Jsw, sul quale il Governo dovrà assumersi l'impegno di esigere dalla proprietà risposte chiare sul futuro. A questa si aggiunge la crisi dello stabilimento Liberty Magona che rischia, anch'esso, lo «stop» produttivo e la cassa integrazione per i dipendenti;

   da troppi anni si susseguono improvvisati imprenditori intenzionati a rilevare le acciaierie, futuristici e mai realizzati progetti di rilancio, mentre poco o nulla accade di concreto e, nel frattempo, sale la preoccupazione anche per la scadenza, da settembre, degli ammortizzatori sociali;

   i ritardi accumulati dal gruppo Jindal South West Steel nel rispetto degli impegni sottoscritti al momento dell'acquisizione dell'ex acciaierie Lucchini non sono più giustificabili né tollerabili. Il primo piano industriale presentato dalla Jsw nel mese di gennaio non chiarisce quale sia l'impegno finanziario assunto dalla proprietà in riferimento ai costi per la progettazione e realizzazione degli impianti produttivi ed è quindi insufficiente;

   se la proprietà non presenterà a breve un nuovo piano industriale, a parere dell'interrogante il Governo avrà l'obbligo di individuare un'alternativa a difesa dei livelli occupazionali diretti e dell'indotto, già duramente colpiti dalla crisi e da una vertenza decennale;

   appare paradossale all'interrogante che, mentre in tutto il mondo il mercato dell'acciaio vede una forte ripresa, nel 2020 l'Italia ha importato circa 4 milioni di tonnellate di acciaio dall'estero, nel nostro Paese si debbano affrontare crisi industriali di questa portata ed è anche per questo che, a parere dell'interrogante, la vertenza occupazionale ed industriale di Piombino dovrebbe essere assunta direttamente dalla Presidenza del Consiglio –:

   se il Governo non intenda convocare urgentemente un tavolo per la crisi del settore siderurgico piombinese e, contemporaneamente, predisporre con altrettanta urgenza un piano per il rilancio del settore siderurgico che, coinvolgendo le parti sociali e le istituzioni interessate, stabilisca strategie e interventi da adottare.
(4-09543)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   TERZONI e VACCA. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il Comando degli Alpini da diversi decenni utilizza il poligono di Monte Stabiata nel comune di L'Aquila per attività temporanee, di esercitazione con mezzi meccanici, tiri con mortai, lancio di bombe a mano ecc.;

   questo territorio è incluso nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga istituito con decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1995;

   è inoltre parte della Rete Natura 2000, essendo stato individuato dal 1997 quale Zona di Protezione Speciale;

   tale zona è terreno di caccia per specie rare come l'Aquila reale e il falco pellegrino nonché sito di nidificazione per passeriformi migratori protetti come calandro, che nidifica al suolo, e averla piccola;

   il parco ha stimolato la nascita dell'eco-turismo anche a livello internazionale, come dimostra il trend di visitatori stranieri in crescita;

   tale sviluppo di attività economiche sostenibili cozza con l'uso militare di un'area vasta ben 3.400 ettari, come dimostra una recente testimonianza dall'inequivocabile titolo «Monte Stabiata, una giornata molto particolare anche troppo» pubblicata il 12 giugno sul giornale online «Laquilablog»;

   l'incompatibilità delle attività è stata da tempo denunciata da gruppi di cittadini e da associazioni di protezione ambientale e di ricerca faunistica come Stazione ornitologica abruzzese, WWF, Mountain wilderness e Legambiente, anche intervenendo nelle procedure amministrative considerando l'attività militare in area parco come «anacronistica»;

   nonostante il decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 risalga a 24 anni fa, solo il 3 giugno 2019 è stata avviata presso la regione Abruzzo la procedura di Valutazione di incidenza ambientale delle attività. Tale procedimento risulta oggi sospeso anche a causa di approfondimenti in corso sullo stato di contaminazione dell'area, pure aperta alle attività agro-silvo-pastorali, in quanto alcune analisi hanno riscontrato il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione per il piombo. Il procedimento di bonifica di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006 è in corso dal 2014 e non risulta concluso –:

   se non sussista una violazione del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 e della legge n. 394 del 1991 in considerazione del fatto che le recenti attività, prive di valutazione di incidenza ambientale, sono state svolte in pieno periodo riproduttivo di specie migratrici che, quindi, si sono insediate prima di attività che costituiscono un disturbo diretto per la fauna come ammesso anche dagli Alpini nei documenti;

   se non si ritenga che tali attività di addestramento, pure necessarie, vadano trasferite in altra sede in considerazione della rilevanza ambientale e naturalistica del sito di Monte Stabiata, tenuto conto dei rischi di contaminazione ambientale, nonché dello sviluppo dell'ecoturismo e delle attività agro-silvo-pastorali che un parco deve promuovere.
(5-06239)

Interrogazione a risposta scritta:


   FARO. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   l'Oasi del Lago Salso è un'area del Parco nazionale del Gargano che si trova all'interno di un sito d'importanza comunitaria (Sic IT9110005) nel comune di Manfredonia (Foggia), la stessa è anche una zona di protezione speciale (Zps IT9110038) fin dal dicembre del 1998 e si estende in un'area, di 1.040 ettari, che fa parte di una delle zone umide più importanti dell'Italia meridionale: il sistema delle zone umide di Capitanata;

   l'Oasi di Lago Salso è stata gestita fino agli ultimi mesi del 2020 dalla «Oasi Lago Salso s.p.a.» società partecipata dell'Ente parco nazionale del Gargano e con una quota di minoranza del Centro studi naturalistici onlus;

   nell'Oasi si alternano canneti e specchi d'acqua che accolgono, sia nei mesi invernali che in quelli estivi, moltissime specie di uccelli;

   nel corso degli anni, l'area dell'oasi è stata oggetto di un profondo degrado che, di fatto, ha messo in pericolo l'intero habitat che rappresenta una delle zone umide più importanti del Mediterraneo, tant'è che è stata avviata una procedura di infrazione da parte della Commissione europea (procedura 4156/2001) per la violazione dei trattati 79/409/Cee e 92/43/Cee che si è conclusa nel 2012 con la prescrizione di alcune azioni specifiche, tra cui la riconversione dei seminativi in habitat prioritari di interesse comunitario;

   il presidente del Parco nazionale del Gargano, professor Pazienza, nel novembre 2020, sostenuto dal direttivo del Parco nazionale del Gargano, in qualità di socio maggioritario, ha deciso di mettere in liquidazione volontaria la società per azioni Oasi la Salso, generando molte polemiche tra gli ambientalisti, quali temevano che tale decisione determinasse la perdita dei sovvenzionamenti dell'Unione europea destinati proprio al recupero e alla tutela degli habitat naturali;

   in conseguenza di tale decisione dell'Ente Parco, il comune di Manfredonia ha deciso di riprendersi i terreni dati in concessione all'Ente Parco;

   infatti, con il documento prot. n. 14353/2021, inviato al liquidatore unico dell'Oasi Lago Salso, Gianfranco Ursitti e ai soci, ovvero al presidente del Parco nazionale del Gargano, Pasquale Pazienza e al presidente del Centro studi naturalistici onlus, Maurizio Gioiosa, il comune di Manfredonia ha revocato i contratti di concessione di terreno agricolo comunale a causa dell'inadempimento della Società, posta in liquidazione volontaria, degli obblighi assunti con i contratti oggetto di revoca;

   a questo punto, la regione Puglia ha riconosciuto un finanziamento di 500.000 euro al comune di Manfredonia, proprio per avviare gli interventi necessari per la trasformazione in habitat delle aree in discussione, che invece attualmente risultano essere state messe a coltura;

   ad oggi, secondo quanto si è appreso degli allarmi lanciati a mezzo stampa il 16 maggio 2021 dalle associazioni ambientalistiche, quali Wwf di Foggia e la Federazione nazionale pro natura, sono stati avviati lavori che hanno riguardato la messa a coltura di gran parte dei terreni che, come detto, a seguito della conclusione della citata procedura di infrazione n. 4156/2001, sono destinati alla creazione di habitat;

   va evidenziato che, per tali motivi, le associazioni citate si sono rivolte alla Commissione europea, al Ministero della transizione ecologica, all'Ente parco nazionale del Gargano, al comune di Manfredonia e all'Assessorato all'ambiente della regione Puglia al fine di esortare le opportune verifiche sulla riconversione dell'area in colture –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative siano state adottate, al fine di verificare quanto denunciato dalle associazioni ambientaliste;

   se siano state adottate iniziative finalizzate ad evitare una nuova procedura di infrazione da parte della Commissione europea.
(4-09548)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Gallo e altri n. 1-00206, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 giugno 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: Grippa.

Apposizione di una firma ad una risoluzione.

  La risoluzione in commissione Fassino e Gallinella n. 7-00667, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 maggio 2021, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: Quartapelle Procopio.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta in commissione Martinciglio e altri n. 5-05978, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 12 maggio 2021, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: Zanichelli.

  L'interrogazione a risposta in commissione Nardi n. 5-06048, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 maggio 2021, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: Topo.

Pubblicazione di testi ulteriormente riformulati.

  Si pubblica il testo riformulato della mozione Fitzgerald Nissoli n. 1-00359, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 357 del 15 giugno 2020.

   La Camera,

   premesso che:

    recentemente negli Usa si sono nuovamente verificati episodi di intolleranza verso la figura di Cristoforo Colombo, con gesti volti a distruggere o imbrattare le statue che lo ricordano. La settimana scorsa a Richmond, in Virginia (Usa), la locale statua di Cristoforo Colombo è stata abbattuta, data alle fiamme e poi gettata nel lago, mentre a Houston la statua che ricorda il navigatore è stata imbrattata di vernice rossa;

    questi ultimi episodi si ricollegano a quelli del 2017, quando si verificarono diversi episodi di intolleranza verso alcuni simboli della storia americana ivi compreso Cristoforo Colombo, icona per gli italiani d'America che celebrano, nel mese di ottobre, il famoso Columbus Day, dichiarato giorno di Festa nazionale, nel 1937, dal Presidente Franklin Delano Roosevelt;

    proprio tre anni fa a Baltimora, una statua di Colombo, eretta nel 1792, fu distrutta a martellate; a Detroit, il monumento a Colombo fu avvolto da un drappo nero; ed ancora a Houston, una statua, donata alla città dalla comunità italoamericana nel cinquecentenario della scoperta delle Americhe, è stata imbrattata di vernice color sangue. Allora come oggi. Infine, a Los Angeles, il 30 agosto 2017, il consiglio comunale ha votato a grande maggioranza la cancellazione del Columbus Day;

    tali episodi si inquadrano nell'ambito di un acceso dibattito sulla conservazione della memoria storica che si è sviluppato negli scorsi anni negli USA e ha portato a posizioni critiche revisioniste;

    l'estremizzazione del confronto è sfociata anche in iniziative iconoclaste che inizialmente avevano preso di mira le statue dei generali sudisti e schiavisti sconfitti nella guerra civile e, di seguito, altre statue raffiguranti personalità italiane legate alla storia americana, tra queste in particolare quella del navigatore genovese;

    la cancellazione del Columbus Day dal calendario delle feste e gli attacchi alle statue di Colombo rappresentano, oltre che un atteggiamento di indisponibilità a leggere il passato in modo condiviso, una profonda ferita inferta alla comunità italiana che vive negli Usa;

    vale la pena ricordare che Cristoforo Colombo partì alla scoperta di una nuova rotta commerciale con l'oriente, circostanza che fa di lui non un conquistatore, bensì un esploratore;

    Colombo è parte fondante della storia americana e oggi rappresenta l'eredità culturale degli italiani d'America, che nel Columbus Day vedono la celebrazione dell'orgoglio e del successo italiano in America; ogni anno il Presidente Usa, come richiesto dalla risoluzione approvata dal Congresso il 30 aprile 1934 e modificata dalla legge del 28 giugno 1968, proclama il secondo lunedì di ottobre di ogni anno come «Columbus Day»;

    nel 2017 la comunità italiana degli Usa ha rivolto un appello al Presidente Trump sottolineando come «Noi italiani d'America ci appelliamo al Presidente Trump affinché mantenga viva l'eredità culturale di Cristoforo Colombo, parte fondamentale del patrimonio culturale degli Stati Uniti. Senza Colombo non ci sarebbe l'America com'è oggi e forse neanche quella grande civiltà in cui ciascuno può ritrovarsi», un'eredità culturale che merita sostegno da parte delle istituzioni italiane;

    Colombo è simbolo di relazione tra l'Italia e gli Usa e una rimozione di questa figura dalla memoria storica del popolo americano certamente non va incontro ai propositi di buona collaborazione e ai sentimenti di forte amicizia che i due Paesi nutrono reciprocamente;

    è importante offrire uno spazio pubblico ad ogni contributo etnico, affinché la memoria delle radici di un Paese non venga dispersa e obliata. Ogni contributo etnico è vitale, in quanto ha reso possibile il raggiungimento della democrazia americana, così come la si conosce oggi; in tal senso, andrebbe accolta con favore l'idea di istituire un giorno celebrativo anche per le popolazioni indigene e i nativi americani, così come si celebra il St. Patrick day, senza che, tuttavia, ciò venga a sostituirsi all'importante celebrazione del Columbus Day, come invece si sta prospettando da più parti e come è già avvenuto a Los Angeles e in città più piccole, come ad Oberlin, in Ohio, la comunità italo-americana statunitense in questi anni si è sempre mobilitata pacificamente per difendere la memoria di una figura estremamente significativa per la propria storia ed anche per quella americana, evidenziando il contributo positivo che le rappresentanze dei popoli europei hanno dato alla maturazione della democrazia, alla lotta contro ogni forma di discriminazione e all'integrazione culturale e sociale;

    il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, anche attraverso l'Ambasciata a Washington e la sua rete consolare negli USA, sta seguendo da tempo il delicato dibattito sulle figure italiane giudicate negativamente da alcuni segmenti dell'opinione pubblica statunitense e ha continuato a sensibilizzare le proprie controparti sul valore storico di tali figure, in particolare quella di Cristoforo Colombo, divenuta simbolo della vicinanza tra Italia e Stati Uniti;

    il Presidente Mattarella, durante la sua visita dell'ottobre dello scorso anno negli USA, nel corso delle dichiarazioni alla stampa ha sottolineato come Cristoforo Colombo abbia aperto orizzonti, fatto conoscere e posto in collegamento continenti fino ad allora sconosciuti l'uno all'altro,

impegna il Governo:

1) a proseguire il suo impegno, sul piano politico e diplomatico, affinché sia salvaguardata l'eredità culturale italiana negli Usa e la figura simbolo di tale eredità incarnata da Cristoforo Colombo, nel rispetto delle norme vigenti in quel Paese;

2) ad utilizzare tutti gli strumenti di comunicazione a disposizione da parte dei Governo, affinché, sia a livello delle relazioni bilaterali Italia-USA, sia a livello multilaterale, venga valorizzato il reale ruolo storico di Cristoforo Colombo, un esploratore mosso dai nobili sentimenti della scoperta, alla base dell'evoluzione della società e dell'intera umanità.
(1-00359) (Ulteriore nuova formulazione) «Fitzgerald Nissoli, Invidia, Formentini, Pezzopane, Mollicone, Ungaro, Delmastro Delle Vedove, Aprea, Bagnasco, Baldini, Anna Lisa Baroni, Casciello, Cassinelli, Dall'Osso, D'Attis, Ferraioli, Marin, Marrocco, Orsini, Napoli, Palmieri, Pentangelo, Polidori, Rossello, Ruffino, Saccani Jotti, Sozzani, Torromino, Versace, Vietina, Zangrillo, Biancofiore, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, La Marca, Maria Tripodi, Longo, Sangregorio, Carè, Barelli, Valentini, Zoffili, Cappellacci, Polverini, Cannizzaro, D'Ettore, Pettarin, Zanella, Giacometto, Elvira Savino, Bond, Calabria, Fiorini, Frate, Occhionero, Siracusano».

  Si pubblica il testo riformulato della mozione Lollobrigida n. 1-00466, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 489 del 19 aprile 2021.

   La Camera,

   premesso che:

    sovranità digitale è uno dei temi chiave per affrontare le sfide della contemporaneità ed assicurare tutela e protezione ai dati dei cittadini;

    ovunque si è affermata una compiuta consapevolezza sul ruolo e sul valore dei dati personali prodotti dalle pubbliche amministrazioni e fondati sui dati dei cittadini;

    l'Europa, in considerazione dell'assenza di grandi operatori di cloud continentali, ha adottato politiche di sviluppo e di rafforzamento del cloud europeo;

    in Stati come Francia e Germania le politiche del cloud relativamente ai dati dei cittadini sono non a caso nelle mani dei rispettivi Ministri dell'economia e delle finanze, Bruno La Maire e Peter Altmaier, a conferma della considerazione che nei due Paesi riscuote il settore dei dati personali dei cittadini come patrimonio della nazione;

    le legislazioni di alcuni Paesi prevedono l'obbligo per le loro società nazionali operanti in giro per il mondo di garantire l'accesso alle amministrazioni nazionali per ragioni di sicurezza o di interesse nazionale, come nel caso del «Cloud Act» approvato dal Congresso americano nel febbraio 2018;

    in considerazione di tali legislazioni invasive, alcuni Paesi hanno immediatamente aggiornato le proprie normative sul cloud, come nel caso della Francia, che nel maggio del 2018 ha appositamente modificato la propria legge nazionale sul cloud;

    l'Italia ha un enorme ritardo rispetto agli altri Paesi europei e ad altri Paesi avanzati esterni all'Unione europea, disponendo in modo limitato di infrastrutture cloud nazionali dedicate alla raccolta, custodia e trattamento dei dati;

    appaiono a tutt'oggi deboli le politiche pubbliche nazionali di supporto alla creazione di asset nazionali di cloud sin qui adottate dai precedenti Governi;

    le azioni promosse dall'Agenzia per l'Italia digitale in ambito d sviluppo del cloud non hanno risposto alle originarie aspettative, dal momento che hanno tradito gli stessi obiettivi previsti dal primo piano triennale 2017-2019 della stessa Agenzia per l'Italia digitale e, in particolare, non sono riuscite a rendere operativi i poli strategici nazionali ideati per soddisfare la domanda pubblica di cloud da parte di strutture centrali e periferiche della pubblica amministrazione, purtroppo invece oggi obbligate, in conseguenza di tale grave manchevolezza, a rivolgersi necessariamente ai grandi player privati multinazionali che operano sul mercato;

    lo sviluppo di società italiane nel settore del cloud non è solo un fattore di sovranità e tutela dei dati, ma stimola e sostiene la crescita e la diffusione di competenze digitali nel Paese;

    i dati dei cittadini italiani, raccolti e custoditi da pubbliche amministrazioni centrali e locali, a differenza dei dati dei consumatori, devono poter essere affidati a strutture pubbliche e, in caso di insufficienza di queste, a strutture private di nazionalità italiana e con database su territorio italiano;

    la Costituzione stabilisce, all'articolo 117, che «la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali (...)» e, alla lettera r) del secondo comma, specifica che lo Stato ha legislazione esclusiva sul «(...) coordinamento informativo e informatico dei dati dell'amministrazione statale, regionale e locale (...)»;

    l'articolo 117, secondo comma, lettera r), indica il contesto per la realizzazione di un cloud nelle mani dello Stato che tuteli e protegga i dati prodotti dai cittadini, ma che li usi in modo intelligente come supporto alle decisioni assunte nell'interesse pubblico, con l'obiettivo di migliorare la qualità dei servizi e di istituirne di nuovi;

    per adottare tutte le misure, le procedure e le metodologie di uso dei dati come supporto intelligente all'assunzione di decisioni sui servizi destinati ai cittadini, che possono pertanto essere di maggior qualità e di minor costo, occorrono organismi centrali competenti e lungimiranti, attenti alle evoluzioni delle tecnologie e rispettosi delle prerogative di tutela e protezione dei dati personali;

    con l'avvio dei nuovi servizi di 5G e in seguito di 6G, al cloud si affiancherà sempre più l'edge computing, che sarà necessario sviluppare in modo decentrato e dislocato territorialmente in linea con l'architettura di rete del 5G e 6G;

    devono essere adottate con tempestività tutte le misure normative necessarie per assicurare una inversione di tendenza;

    nell'ultima Relazione annuale presentata al Parlamento, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza ha rilevato come l'anno della pandemia da COVID-19 sia stato caratterizzato da una minaccia cibernetica sempre più crescente e sofisticata;

    in merito, il Rapporto Clusit sulla sicurezza Ict in Italia e nel mondo ha rilevato come il 2020 abbia registrato il record negativo degli attacchi informatici: a livello globale: sono stati infatti 1.871 gli attacchi gravi di dominio pubblico rilevati nel corso del 2020, ovvero con un impatto sistemico in ogni aspetto della società, della politica, dell'economia e della geopolitica;

    i dati evidenziano, quindi, un'intensificazione degli attacchi sia in termini qualitativi che quantitativi, complice il contesto della pandemia che ha spinto organizzazioni e professionisti a un rapido ricorso alla digitalizzazione;

    nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), assumono rilevanza strategica gli investimenti e le riforme programmate per la digitalizzazione della pubblica amministrazione. In particolare, risultano stanziati 900 milioni di euro a supporto della migrazione del patrimonio informativo del Paese - oggi detenuto da 1252 data center, il 95 per cento dei quali sono stati classificati come non affidabili dall'AglD – verso un ambiente cloud sicuro;

    a seconda del grado di sensibilità dei dati coinvolti, tale migrazione potrà avvenire verso soluzioni cloud di mercato certificate dall'AglD ovvero verso un Polo strategico nazionale (Psn) di futura creazione, definito dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) come un'infrastruttura dedicata cloud localizzata sul territorio nazionale e all'avanguardia dal punto di vista delle prestazioni e della sicurezza;

    stando a quanto annunciato dal Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, per la creazione del Polo strategico nazionale (Psn) si seguirà lo schema del partenariato pubblico-privato, attraverso il coinvolgimento di società private che verranno chiamate a presentare offerte per la fornitura di infrastrutture e capacità tecnologiche nell'ambito di una gara ad evidenza pubblica;

    come riportano diverse fonti stampa, in vista di tale gara diverse aziende di Stato starebbero intensificando le proprie capacità tecnologiche tramite accordi di cooperazione con le principali aziende multinazionali attive da anni nel mercato della fornitura di servizi cloud;

    le due amministrazioni che risultano maggiormente impegnate sul fronte della digitalizzazione della pubblica amministrazione – quali il Dipartimento per la trasformazione digitale ed il Dipartimento della funzione pubblica – hanno recentemente annunciato, su iniziativa dei rispettivi Ministri, la creazione di organi consultivi volti a rafforzare le sinergie pubblico-private ed a fornire supporto conoscitivo nell'implementazione dei rispettivi progetti per la transizione digitale della pubblica amministrazione, incluso il progetto per la creazione del Polo strategico nazionale (Psn);

    all'interno dei suddetti organi consultivi si rinviene, ad avviso degli interroganti, un'inopportuna rappresentanza di figure manageriali apicali provenienti da aziende non europee, con interessi diretti nella citata gara pubblica per la realizzazione del Polo strategico nazionale (Psn) di prossima indizione, ovvero provenienti da aziende in ogni caso rientranti nell'ecosistema e nella rete di relazione delle suddette aziende multinazionali,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per istituire un organismo di vigilanza, controllo e gestione delle politiche pubbliche sul cloud e sulla custodia, tutela e protezione dei dati personali raccolti dalle pubbliche amministrazioni centrali e locali;

2) ad adottare iniziative volte a porre tale organismo in condizione di operare e cooperare in sintonia con il Garante per la protezione dei dati personali e con le università italiane che svolgono attività di ricerca in ambito di raccolta e trattamento dei dati in ambito tecnologico e giuridico;

3) a qualificare, nel più breve tempo possibile, la lista dei poli strategici nazionali, da affiancare a Sogei, impartendo precise direttive all'Agenzia per l'Italia digitale, al fine di recuperare le manchevolezze dell'Agenzia sin qui registrate;

4) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a valorizzare le strutture pubbliche di cloud oggi gestite dalle locali società in-house pubbliche di molte regioni italiane, perché hanno grandi competenze e perché rappresentano l'interlocuzione naturale per le strutture di pubblica amministrazione che cercano fornitori di cloud nella stessa regione;

5) ad adottare iniziative di competenza volte a far sì che le aziende private italiane fornitrici di cloud e oggi qualificate come cloud service provider dalle direttive dell'Agenzia per l'Italia digitale operino nelle loro regioni come riferimenti privilegiati di offerta cloud per le strutture di pubblica amministrazione territoriale, affiancando i poli strategici nazionali;

6) nell'ottica di evitare la concentrazione dell'intero patrimonio informativo pubblico in un'unica infrastruttura, con i conseguenti rischi in termini di sicurezza dei dati e dell'infrastruttura stessa, ad assicurare che i dati oggetto di migrazione verso l'infrastruttura unica siano esclusivamente quelli che vengono classificati come critici e strategici, predisponendo a tal fine un'adeguata politica di catalogazione delle informazioni, che consenta di effettuare valutazioni di impatto, di introdurre un'adeguata etichettatura dei dati in possesso delle pubbliche amministrazioni, di operare decisioni sulla dislocazione dei dati sul territorio nazionale e di predisporre un monitoraggio continuo dei dati delle pubbliche amministrazioni;

7) ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a tutelare la sovranità digitale e la sicurezza cibernetica, anche attraverso l'istituzione di un'apposita Agenzia, e a migliorare la qualità dell'architettura di sicurezza della nazione, nonché a costituire un'Agenzia per la competitività, al fine di garantire la sicurezza nazionale e incentivare la promozione di tecnologia nazionale, che possa sostenere l'industria nazionale nei processi di produzione di tecnologia avanzata, evitando la dipendenza tecnologica da nazioni ostili;

8) ad adottare tutte le iniziative di competenza nelle sedi europee affinché sia dato seguito agli intendimenti di cui alla dichiarazione congiunta «Building the next generation cloud for businesses and the public sector in the EU», firmata il 15 ottobre 2020 dal Governo italiano e dai Governi di altri 26 Stati europei, assicurando che il progetto per la creazione di un cloud federato europeo (Gaia-X) non sia vanificato attraverso il coinvolgimento di soggetti extra-europei, quali Huawei e Alibaba;

9) a seguito di un'adeguata consultazione di mercato che veda il coinvolgimento prioritario di fornitori di servizi cloud italiani, ad adottare iniziative per assicurare che il partenariato pubblico-privato che risulterà dalla gara pubblica per l'affidamento del Polo strategico nazionale venga sottoposto ad un sistema di supervisione pubblica, analogamente a quanto avvenuto in altre nazioni europee, nell'ottica di garantire la sovranità nazionale nella gestione dei dati pubblici maggiormente sensibili;

10) ad adottare iniziative al fine di garantire la massima trasparenza nella gestione della procedura di gara, evitando che la partecipazione, diretta o indiretta, di aziende big tech nei suddetti organi consultivi, come richiamato in premessa, possa tradursi in una posizione di vantaggio per le stesse nell'ambito della medesima procedura, con rischi di distorsione della concorrenza.
(1-00466) (Ulteriore nuova formulazione) «Lollobrigida, Meloni, Butti, Mollicone, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Deidda, Delmastro Delle Vedove, De Toma, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».

Pubblicazione di testi riformulati.

  Si pubblica il testo riformulato della mozione Lorenzin n. 1-00472, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 494 del 26 aprile 2021.

   La Camera,

   premesso che:

    l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) definisce la salute come «uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia»;

    occorre tenere in considerazione, così come specificato in un messaggio del maggio 2020 del World Economic Forum, i bisogni dei bambini e degli adolescenti in ogni dibattito/decisione di adozione di misure restrittive secondo lo slogan «Non per noi, ma con noi»;

    al momento si calcola che una persona su quattro nel mondo sia colpita da disturbi mentali e l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) indica come il disagio mentale rappresenti per i sistemi sanitari e sociosanitari una questione centrale. La depressione si attesta «tra le prime cause di disabilità a livello mondiale» e il suicidio, che colpisce 800 mila persone ogni anno, è la seconda causa di morte per i giovani di età compresa fra i 15 e i 29 anni;

    nell'Unione europea i problemi di salute mentale colpiscono circa 84 milioni di persone (più di un cittadino su sei) e ogni anno vengono spesi a livello europeo 600 miliardi di euro, il 4 per cento del prodotto interno lordo, per le conseguenze della cattiva salute mentale. Oggi, le patologie mentali costituiscono il gruppo nosologico più numeroso (secondo soltanto alle malattie neoplastiche) e corrispondono al 21 per cento del totale delle patologie con un carico economico che supera i 3 miliardi di euro l'anno;

    i dati Eurostat affermano che i letti per le cure psichiatriche in Europa nel 2018 erano in media 73 ogni 100.000 abitanti (nel 2004 erano 79) con notevole differenza fra i Paesi al primo posto, Belgio (135 posti) e Germania (128) e il fanalino di coda, l'Italia, con solo 9 letti ogni 100.000 abitanti (dietro Cipro con 18, e l'Irlanda con 34). Questo genera un problema oggettivo nell'assistenza ai malati psichiatrici e nella tutela dei più giovani. L'Istat ha stimato 4.000 suicidi complessivi ogni anno nel nostro Paese, di questi, oltre il 5 per cento riguarda i giovani sotto i 24 anni;

    secondo il Rapporto italiano sulla salute mentale del 2018, gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici sono 837.027 e le prestazioni erogate dai servizi territoriali ammontano a 11.039.492, con una media di 14,2 prestazioni per utente. Le giornate di presenza presso strutture residenziali sono pari a 10.234.718 per 28.895 utenti, mentre gli accessi nelle strutture semiresidenziali sono pari a 1.478.244 per 26.544 persone. Per quanto riguarda le strutture residenziali psichiatriche attive pubbliche e private queste sono 1.965, mentre sono 881 quelle semiresidenziali psichiatriche attive pubbliche e private. Infine, la dotazione complessiva del personale all'interno delle unità operative psichiatriche pubbliche è pari a 28.811 unità con un rapporto a livello nazionale tra infermieri e medici pari al 2,4 e tra medici e psicologi al 2.7;

    un'indagine dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) sul COVID-19 e sui giovani ha rilevato come un giovane su due (tra i 18 e i 29 anni) sia soggetto a depressione e ansia, e uno su sei probabilmente ne sia effettivamente colpito, così come prima della pandemia si stimava che un bambino su 6 in Italia potesse avere un problema di salute mentale o di disturbi e sofferenza psicologica e che la risposta alla domanda di assistenza fosse insufficiente;

    è attualmente in vigore il Piano di azioni nazionale per la salute mentale (2013) e, durante i lavori del Tavolo tecnico sulla salute mentale, istituito con decreto ministeriale del 24 gennaio 2019 è stata presentata una prima stesura del report per il monitoraggio e la valutazione del Pansm, elaborato dal coordinamento della Commissione salute della Conferenza delle regioni;

    negli ultimi anni, vi è stato un depotenziamento, sia in termini di risorse economiche, che di personale, e una riduzione del numero dei Dsm (Dipartimenti di salute mentale), nonché dei consultori famigliari, presenti a livello territoriale, a seguito di politiche di austerità e tagli lineari a programmi di razionalizzazione della spesa pubblica, portando all'estensione, talvolta spropositata, del bacino di utenza, creando vere e proprie impossibilità di governo, tradendo la dimensione della «piccola scala», uno dei princìpi fondativi della riforma del 1978 e del lavoro territoriale e sottraendo così opportunità di cura e di presa in carico della persona e della sua famiglia. Così come da più parti emerge la necessità di un potenziamento anche della rete d'urgenza e del post-acuzie;

    i direttori di Dsm segnalano da tempo l'esigenza di un nuovo piano che sappia far proprio il cambiamento dei bisogni in uno scenario complessivo mutato, dando una priorità all'intervento territoriale e puntando sulla necessità di definire percorsi di cura appropriati per patologie ad alta complessità o ad alta prevalenza (Pdta) che riducano disomogeneità e discrezionalità;

    i centri di salute mentale (Csm), presenti percentualmente in numero adeguato in tutto il territorio nazionale (1 ogni 80-100.000 abitanti), non sono equamente distribuiti e sono aperti per fasce orarie ridotte (ad eccezione di alcune realtà regionali);

    è necessario riequilibrare l'allocazione delle risorse, attualmente maggiormente destinate alla residenzialità, prevedendo un progressivo superamento delle strutture di istituzionalizzazione, spesso segreganti e stigmatizzanti, mediante servizi di salute mentale pienamente rispettosi della dignità della persona, incentivando una domiciliarità proattiva, mediante strumenti come il modello del «Budget di Salute», puntando anche su strategie di abitare supportato e sulla riallocazione delle risorse sugli interventi a maggiore specificità clinica e di conduzione territoriale: strategie attive per il supported housing e il supported employment;

    per fare scelte evidence based è fondamentale la capacità di raccogliere ed elaborare dati ai fini della ricerca, così come per elaborare strategie di intervento;

    è fondamentale il ruolo del Sistema informativo per la sanità mentale (Sism), in grado di fornire una base di dati incentrata sul paziente al fine di permettere l'analisi dei servizi assistenziali offerti, nonché di programmare l'erogazione dell'assistenza regionale e locale, e disegnare strategie nazionali;

    i nuovi scenari esigono un potenziamento della ricerca di base e traslazionale così da potenziare l'accesso a terapie sempre più innovative;

    le diverse indagini condotte sull'impatto psicologico della pandemia COVID-19 sulle famiglie in Italia promossa dall'Irccs Giannina Gaslini di Genova, e quelle relative al disagio ed alla sofferenza psicologica condotte dalla CNOP, così come riporta la letteratura scientifica, hanno fatto emergere che l'isolamento, l'assenza di attività scolastiche, ricreative, ludiche e sportive, sia una causa dell'aumento in bambini e bambine e negli adolescenti di disturbi come quelli del sonno, degli attacchi d'ansia, dell'irritabilità;

    il recente rapporto dell'Istituto superiore di sanità sulla promozione della salute mentale e psicologica infantile in tempo di COVID-19 (Iss 2020) ha raccolto evidenze scientifiche dalle quali si evince l'esistenza di un rischio per la salute fisica e mentale e psicologica per alcune fasce di popolazione, tra cui bambini e adolescenti (non necessariamente affetti da pre-esistenti, difficoltà adattive), dovuti a fattori stressogeni, quali l'isolamento in ambiente domestico, la chiusura prolungata della scuola, la mancanza di contatti fisici tra pari;

    sono sempre più numerosi i neuropsichiatri infantili che lanciano quotidianamente un grido di allarme sulle situazioni di emergenza «para-Covid» che stanno vivendo i pochi reparti di neuropsichiatria infantile esistenti in Italia e sull'incremento delle richieste di aiuto e di ricovero che ricevono per tentativi anticonservativi di adolescenti in particolare di sesso femminile;

    è ancora prematuro tracciare un quadro preciso delle reali conseguenze della pandemia sul benessere psicologico e mentale dei più piccoli e degli adolescenti ed è necessario prevedere accanto ad interventi finalizzati a porre fine alla pandemia da COVID-19 e alla tutela della salute pubblica anche interventi mirati a tutela della salute mentale;

    per quanto riguarda gli effetti del COVID-19 recenti ricerche hanno dimostrato come in alcuni pazienti, anche dopo essersi negativizzati, resista una sintomatologia prolungata e persistente nel tempo, caratterizzata, ad esempio, per quanto riguarda l'interessamento del cervello, da cefalea, astenia, nebbia cognitiva, difficoltà di attenzione e concentrazione. Si parla in questo caso di long Covid;

    le persone con disabilità intellettiva e psichica, in particolare quelle con disturbo dello spettro autistico, hanno maggiormente subito dal punto di vista psicologico lo stress dovuto alle misure di contenimento e all'eventuale isolamento domiciliare o ospedalizzazione in caso di contagio;

    l'Istituto superiore di sanità (Iss) ha dedicato uno specifico documento nel quale offre indicazioni, nell'ambito dei contesto emergenziale COVID-19, per prevenire il disagio e per un appropriato sostegno, nei differenti contesti, delle persone nello spettro autistico e dei loro familiari;

    i Progetti formativi personalizzati con budget educativi (Progetto Pfp), intendono favorire un «sistema di alleanza educativa scuola/famiglia/territorio», intervenendo per il miglioramento concreto delle condizioni di vita dei giovani, tenendo conto dei fattori di rischio di abbandono scolastico degli adolescenti o di regressione o stagnazione dello sviluppo psicosociale: situazioni familiari critiche, rischio di abbandono rilevato dal grado di presenza in classe, atteggiamenti provocatorio/oppositivi manifesti, isolamento, difficoltà di integrazione culturale e sociale, comportamenti manifesti di dipendenza patologica;

    il Budget di Salute, strutturato sui bisogni della persona, si caratterizza come uno strumento flessibile, non legato ad un tipo particolare di servizio/intervento o ad uno specifico erogatore definito dall'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità quale «strumento di definizione quantitativa e qualitativa delle risorse economiche, professionali e umane necessarie per innescare un processo volto a restituire centralità alla persona, attraverso un progetto individuale globale»;

    la pandemia ha fatto emergere l'esistenza di una fascia di popolazione con bisogni di sostegno, assistenza medico-psichiatrica e psicologica e la necessità di intercettare precocemente l'insorgenza di patologie/anche utilizzando gli strumenti di telemedicina/tenendo in considerazione le diverse tipologie di utenza e di servizi sul territorio, differenziando misure e interventi a seconda che si tratti di anziani, di minori o tossicodipendenti e contenendo il fenomeno degli abbandoni di percorsi terapeutici, educativi e riabilitativi;

    è necessario procedere verso una salute mentale di comunità, attraverso servizi di prossimità, investendo nella sanità territoriale e mettendo sempre il paziente al centro al fine di poter dare una risposta rapida appropriata ed efficace alla complessità dei problemi connessi ai disagi psichici;

    come sottolinea la Fondazione Brf, sottovalutare l'impatto del Covid-19 tra i più giovani, in una situazione già molto critica in termini di personale, servizi e organizzazione assistenziale per i problemi neuropsichiatrici dell'infanzia e adolescenza, rischia di trasformare un'emergenza sanitaria come quella che si sta vivendo in una crisi dei diritti delle bambine e dei bambini e delle ragazze e dei ragazzi, soprattutto in considerazione del fatto che, attualmente, in Italia, sono solo 92 i posti letto dedicati ai minori con psicopatologie acute nei reparti di neuropsichiatria infantile, non uniformemente distribuiti su tutto il territorio nazionale;

    a seguito della legge n. 81 del 2014, che ha sancito finalmente la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, la maggior parte dei pazienti autori di reato vengono inseriti nelle strutture residenziali psichiatriche (Srp) con provvedimenti di libertà vigilata che in molte regioni rappresentano oltre il 20 per cento dei pazienti che vivono nelle Srp. Questi aspetti non erano stati previsti nella programmazione sanitaria e vengono finanziati con lo stesso budget dei pazienti non autori di reato, che non è stato adeguato alle nuove esigenze di fatto nella maggior parte dei Dsm italiani;

    l'articolo 1 del decreto-legge n. 34 del 2020 (cosiddetto decreto Rilancio), al comma 4-bis, ha previsto la stipula di una Intesa in sede di Conferenza Stato-regioni, sulla base della quale vengono attribuiti al Ministero della salute incarichi di coordinamento per la sperimentazione, nel biennio 2020-2021, di: strutture di prossimità ispirate al principio della piena integrazione sociosanitaria per la promozione e la prevenzione della salute, nonché per la presa in carico e la riabilitazione delle categorie più fragili, in cui vengano coinvolte tutte le istituzioni presenti sul territorio, unitamente al volontariato locale ed a enti del terzo settore no profit: progetti (proposti dalle strutture di prossimità) con modalità di intervento che riducano le logiche di istituzionalizzazione, favoriscano la domiciliarità e consentano la valutazione dei risultati ottenuti anche attraverso il ricorso a strumenti innovativi quali il budget di salute, individuale e di continuità,

impegna il Governo:

1) a adottare iniziative per rimuovere qualsiasi forma di discriminazione, stigmatizzazione ed esclusione nei confronti delle persone con disagio, sofferenza psicologica e disturbo mentale promuovendo anche campagne volte a sensibilizzare e a divulgare la conoscenza del tema;

2) a predisporre, d'intesa con le regioni, un nuovo piano nazionale per la salute mentale per una strategia di intervento volta al rilancio dei servizi per la salute mentale e per il superamento e il riequilibrio delle diversità regionali;

3) a adottare iniziative per garantire, anche durante la pandemia da Covid-19, i livelli essenziali di assistenza di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017;

4) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a garantire pari opportunità di accesso a percorsi di psicoterapia alle persone con disagio mentale, emerso anche a seguito dell'emergenza pandemica;

5) a adottare iniziative, per quanto di competenza, per istituire nell'ambito del Sistema sanitario nazionale, degli ambulatori per l'assistenza dei pazienti cosiddetti «long covid» ossia con una sintomatologia prolungata e persistente nel tempo, al fine di studiarne le caratteristiche e gli eventuali disturbi psicologici e neurologici che dovessero sorgere, offrendo loro un continuo sostegno psicologico e/o psichiatrico;

6) ad istituire un osservatorio sulla condizione della salute e del benessere psicologico dell'adulto, dell'adolescente e del minore a seguito degli interventi e delle misure prese per contrastare l'emergenza sanitaria in atto;

7) a adottare iniziative per garantire risorse adeguate ai dipartimenti di salute mentale e all'unità di offerta dei servizi sanitari a livello regionale sia delle aziende ospedaliere sia dei servizi distrettuali e delle unità di offerta, comprese quelle riabilitative e abilitative sociosanitarie e sociali, prevedendo l'incremento del finanziamento dedicato alla salute mentale oggi mediamente fermo al 3,5 per cento delle risorse pubbliche;

8) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, per rafforzare la medicina territoriale e ospedaliera nell'ambito della salute mentale, neuropsichiatrica e della medicina preventiva, con particolare attenzione ai servizi dedicati alla fascia 14-25, a partire degli ambulatori dei pediatri di famiglia, del medico di medicina generale e dei consultori prevedendo l'istituzione di un gruppo multidisciplinare di coordinamento centrale che possa orientare gli interventi, predisponendo progetti e programmi volti a soddisfare adeguatamente i bisogni della popolazione, inquadrandoli nelle diverse situazioni sia di elezione che di emergenza nell'ambito del territorio nazionale;

9) a sviluppare reti di connessioni e di servizi di sostegno con la scuola attraverso figure formate di psicologi e servizi sociali integrati in una rete funzionale con i singoli ambiti distrettuali, sostenendo la diffusione di linee di ascolto e di emergenza per giovani e adulti;

10) ad adottare iniziative per incrementare, pur mantenendo centralizzata l'attenzione sull'importanza della prevenzione del disagio psicologico nell'infanzia e adolescenza, in raccordo con le regioni, il numero di posti letto pubblici dedicati alla salute mentale ed alla neuropsichiatria infantile, al fine di potenziare le risposte verso i quadri acuti di natura neuropsichiatrica con la disponibilità adeguata di luoghi di ricovero specialistici e a sviluppare adeguati servizi territoriali che possano attuare un'efficace e prolungata presa in carico dopo la risoluzione dell'acuzie;

11) a promuovere, in raccordo con le regioni, la presenza di psicologi specialisti in psicologia del ciclo di vita e in psicologia clinica, nonché di psicoterapeuti, all'interno dei reparti di pediatria e neonatologia degli ospedali del Servizio sanitario nazionale, con l'obiettivo di tutelare il benessere psicologico dei degenti (bambini e adolescenti) e delle loro famiglie, con particolare riferimento alle condizioni di cronicità e/o di disagio psicosociale;

12) a adottare iniziative per implementare la telepsichiatria e la telepsicologia, così come prevista dall'Istituto superiore di sanità (Iss);

13) a adottare iniziative di competenza per aggiornare la piattaforma «Sism», promuovendo attività di ricerca su dati traslazionali, sul disagio psichico, ponendo particolare attenzione nell'immediato agli effetti della sintomatologia post-Covid, rendendo disponibili dati epidemiologici disaggregati per fasce di età associate ad ogni livello educativo (0-6 anni, 7-10 anni e 11-18 anni);

14) ad istituire un osservatorio permanente sul fenomeno suicidario che possa svolgere azione di prevenzione mediante lo studio di situazioni ambientali, particolari condizioni sociali, individuazione ed analisi dei rischi delle condotte autolesive e sostenere la diffusione di linee di ascolto per la prevenzione del suicidio e degli atti di autolesionismo;

15) ad adottare le iniziative di competenza affinché il budget di salute quale sintesi delle risorse economiche, professionali e umane necessarie diventi legge dello Stato nell'ottica di dare completa attuazione della cosiddetta riforma Basaglia;

16) a programmare il fabbisogno di personale nell'ambito della salute mentale per superare l'attuale carenza di psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione psichiatrica e infermieri ridefinendo gli standard quali-quantitativi del personale, quale risorsa fondamentale, dei diversi servizi afferenti ai DSM;

17) ad adottare iniziative per investire sull'innovazione farmacologica, riabilitativa e psicoterapeutica nell'ambito della salute mentale per garantire l'accesso alle cure più efficaci in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale;

18) ad attivare gli strumenti più idonei per favorire una ricerca di base e traslazionale nell'ambito della salute mentale;

19) a adottare iniziative per dare priorità all'intervento territoriale e alla necessità di definire percorsi di cura appropriati per patologie ad alta complessità e/o ad alta prevalenza (Pdta), che riducano disomogeneità e discrezionalità, riequilibrando l'allocazione delle risorse con un marcato contenimento della spesa dedicata alla residenzialità, verso strategie di supported housing e supported employment;

20) a adottare iniziative per potenziare i servizi per la salute mentale nelle carceri e coordinare i percorsi di cura dei pazienti autori di reato in accordo con le autorità giudiziarie;

21) a monitorare il pieno raggiungimento degli obiettivi definiti per le Rems dalla legge n. 81 del 2014 per garantire la piena dignità del paziente psichiatrico;

22) a adottare le iniziative di competenza volte ad incrementare e potenziare le strutture e la rete di intervento completa in tutti i vari livelli di assistenza per la diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare, al fine di garantire l'appropriatezza dell'assistenza con particolare riguardo alla presa in carico globale del paziente e dei suoi familiari in tutte le varie fasi del trattamento, al fine di offrire interventi integrati, coordinati e professionalmente qualificati;

23) a promuovere, per quanto di competenza, condizioni territoriali per un'integrazione tra le politiche sanitarie e sociosanitarie volte ad una reale presa in carico del paziente, favorendo la sinergia tra agenzie educative, terzo settore e realtà territoriali quali risorse importanti per una rete di inclusione e di aiuto;

24) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, al fine di prevedere all'interno degli ambulatori dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale anche la figura dello psicologo di base, per favorire una rete sociosanitaria territoriale così da assicurare la diagnosi precoce e la conseguente presa in carico, adottando anche un approccio biopsicosociale, dei pazienti e delle famiglie in difficoltà;

25) a valutare la possibilità di adottare iniziative, nel rispetto dei vincoli di bilancio e delle competenze, per riconoscere, alle famiglie con figli minori di anni 18 a carico, un voucher destinato a favorire l'accesso ai servizi psicologici e psicoterapeutici alle fasce più vulnerabili della popolazione ed a riattivare il numero verde nazionale di supporto psicologico.
(1-00472) (Nuova formulazione) «Lorenzin, D'Arrando, Panizzut, Bagnasco, Noja, Stumpo, Siani, Carnevali, Serracchiani, Delrio, De Filippo, Lepri, Rizzo Nervo, Pini, Schirò, Avossa, Bazoli, Benamati, Berlinghieri, Boccia, Boldrini, Bonomo, Bordo, Enrico Borghi, Braga, Bruno Bossio, Buratti, Campana, Cantini, Carla Cantone, Cappellani, Carè, Ceccanti, Cenni, Ciampi, Critelli, Dal Moro, De Luca, De Maria, De Menech, De Micheli, Del Basso De Caro, Di Giorgi, Fassino, Fiano, Fragomeli, Frailis, Gariglio, Giorgis, Gribaudo, Gualtieri, Incerti, La Marca, Lacarra, Lattanzio, Losacco, Lotti, Madia, Gavino Manca, Mancini, Mauri, Melilli, Miceli, Morani, Morassut, Morgoni, Mura, Nardi, Navarra, Nitti, Orfini, Pagani, Ubaldo Pagano, Pellicani, Pezzopane, Piccoli Nardelli, Pizzetti, Pollastrini, Prestipino, Quartapelle Procopio, Raciti, Andrea Romano, Rossi, Rotta, Sani, Sensi, Soverini, Topo, Vazio, Verini, Viscomi, Zan, Zardini, Federico, Sportiello, Nappi, Misiti, Ianaro, Novelli, Versace, Bond, Brambilla».

  Si pubblica il testo riformulato della risoluzione in Commissione Toccafondi n. 7-00631, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 486 del 14 aprile 2021.

   La VII Commissione,

   premesso che:

    il «bonus cultura» o «18App» è un voucher di 500 euro per l'acquisto di «prodotti culturali» destinato ai giovani che compiono 18 anni, inserito per la prima volta nella legge di stabilità 2016 come messaggio educativo rivolto ai ragazzi: «I 18enni sono un simbolo – dichiarò il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore Matteo Renzi il 1° dicembre 2015 – Vorrei che andassero a teatro. Diamo loro un messaggio educativo come Stato, quello che le mostre sono un valore bello. Diciamo ai ragazzi che sono cittadini e non solo consumatori»;

    il bonus è una iniziativa a cura del Ministero della cultura e della Presidenza del Consiglio dei ministri e permette ai neo diciottenni di usufruire di attività culturali quali cinema, musica, concerti, eventi culturali, libri, musei, monumenti e parchi, teatro e danza, corsi di musica, di teatro o di lingua straniera; a tali possibilità, dal 2020, è stata aggiunta anche quella di abbonarsi ai quotidiani;

    con il cosiddetto decreto Scuola la possibilità di avvalersi del bonus è stata estesa anche ai neo diciottenni extracomunitari con regolare permesso di soggiorno e, a seguito dell'emanazione del decreto attuativo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19 febbraio 2020, è stata estesa anche ai diciottenni nati nel 2001;

    dopo mesi di attesa dal 1° aprile 2021 è partita la possibilità di richiedere il «bonus 18 anni» anche per i nati nel 2002, che hanno compiuto la maggiore età nel 2020;

    a fissare i tempi per la registrazione sul portale «18app» è stato il decreto attuativo del Ministero dei beni e delle attività culturali del 22 dicembre 2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 17 marzo 2021. Con un avviso pubblicato sui «social» dedicati all'iniziativa, è stata fissata alla data del 1° aprile alle ore 12 la fase di avvio della procedura di registrazione;

    dopo il ritardo nell'emanazione del decreto attuativo, sono ora definiti i tempi per poter accedere al bonus riconosciuto per le spese culturali;

    come dimostrano i dati forniti dal Ministero della cultura, l'esperienza del bonus è stata molto positiva: la percentuale di adesione è infatti andata aumentando di anno in anno. Nella prima edizione i ragazzi che hanno aderito all'iniziativa sono stati 356.273, nella seconda 416.799 e nella terza di 429.739 su una platea complessiva di circa 500.000 potenziali beneficiari;

    nella classifica dei settori di spesa, in testa si piazzano i libri, con oltre 130 milioni di euro, in seconda posizione i concerti, con 26,8 milioni di euro e in terza posizione, la musica, con quasi 20 milioni, segue il cinema con oltre 16 milioni di euro. A grande distanza la formazione (2,4 milioni), teatro e danza (1,6 milioni), eventi culturali (0,6 milioni) e musei (0,4 milioni);

    la richiesta del «bonus 18App» prescinde dal reddito delle famiglie e non comprende l'acquisto di tablet o pc che è invece previsto, sotto forma di bonus di 500 euro per l'acquisto dei suddetti strumenti informatici per le famiglie con un'Isee equivalente o inferiore ai 20 mila, nei provvedimenti per far fronte all'emergenza da COVID-19;

    come confermano anche i dati 2019, i ragazzi hanno ben compreso l'utilità dello strumento: oltre il 70 per cento è stato speso per l'acquisto di libri e ben 430 mila neo 18enni, ovvero l'85 per cento, ha attivato lo strumento e lo ha utilizzato nei 6.400 esercizi convenzionati. Uno strumento utile per i ragazzi, le famiglie ma anche per gli esercizi commerciali e tutta la filiera che si occupa di cultura, editoria, musei, spettacoli dal vivo e teatro. Nei precedenti tre anni la cifra destinata al bonus è stata di 240 milioni di euro l'anno per una platea di circa 500 mila ragazzi;

    come confermato dalla risposta ad una interrogazione del 16 ottobre 2019 il Governo si è impegnato a recuperare anche per il 2020 la stessa cifra degli anni precedenti: «il Ministro Franceschini, lo scorso 1° ottobre, nell'ambito delle proposte avanzate per la manovra di bilancio, ha chiesto di confermare la misura del bonus cultura, rendendola permanente»;

    dai dati diffusi da Unioncamere e Fondazione Symbola nel rapporto 2014, le imprese del sistema produttivo culturale valgono il 7 per cento del totale e producono il 5,4 per cento della ricchezza prodotta in Italia con un valore di 75 miliardi di euro. Un settore che ha un effetto moltiplicatore sul resto dell'economia. Le imprese del sistema produttivo culturale occupano quasi un milione e mezzo di persone;

    il bonus cultura, «18App», funziona bene, come dimostrano i dati del 2019 ovvero quelli del terzo anno anche grazie alle modalità di attuazione – mediante la piattaforma web e i voucher digitali – che risultano particolarmente in linea con le abitudini dei più giovani;

    la misura, poi, oltre ad agire sul consumo culturale dei ragazzi, ha avuto anche ricadute positive apprezzate dagli esercenti e dai produttori dei beni interessati, primo tra tutti il settore dell'editoria, nel «decreto sostegni bis» n. 73 del 2021, sono state incrementate di 70 milioni di euro le risorse per l'assegnazione della cosiddetta Card cultura ai giovani che compiono 18 anni nel 2021 e le risorse complessivamente disponibili per i giovani che compiono 18 anni nel 2021 sono pari a 220 milioni di euro, ossia lo stesso importo previsto per i giovani che hanno compiuto 18 anni nel 2020,

impegna il Governo:

   ad adottare ulteriori iniziative per rendere permanente la misura del «bonus» cultura di 500 euro per i giovani neo diciottenni incrementando i controlli sull'utilizzo dello stesso per evitare abusi e truffe;

   ad adottare iniziative per prevedere un riallineamento tra i neo diciottenni e l'anno in cui poter usufruire del bonus;

   ad adottare iniziative volte a prevedere, nel più breve tempo possibile, l'utilizzo della «18App» anche per l'acquisto delle versioni premium dei quotidiani digitali.
(7-00631) «Toccafondi».

Ritiro di un documento di indirizzo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: Mozione Panizzut n. 1-00495 del 14 giugno 2021.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Deidda n. 4-04895 del 5 marzo 2020;

   interrogazione a risposta scritta Fornaro n. 4-09212 del 7 maggio 2021;

   interrogazione a risposta in Commissione Toccafondi n. 5-06126 del 27 maggio 2021;

   interrogazione a risposta in Commissione Baldelli n. 5-06207 dell'11 giugno 2021;

   interrogazione a risposta scritta Toccafondi n. 4-09530 del 15 giugno 2021.