Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 25 maggio 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   Le Commissioni IV e VIII,

   premesso che:

    l'11 aprile di ogni anno si celebra la giornata nazionale del mare istituita con il decreto legislativo n. 229 del 2017 e incentrata sui temi della sostenibilità ambientale e dei cambiamenti climatici. Con l'edizione 2021, è stata introdotta un'importante novità e la nuova «funzione-avvistamenti» dell'applicazione per telefoni cellulari denominata «PlasticFreeGC» con la quale il cittadino avrà l'opportunità di segnalare in diretta, attraverso il proprio smartphone la presenza in mare di microplastiche e particolari specie marine;

   nel decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri si dispone l'istituzione del Ministero della transizione ecologica (MiTE) che acquisisce, oltre ai compiti già attribuiti al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nuove funzioni relative allo sviluppo sostenibile e alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente, del territorio e dell'ecosistema;

   il decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 11 ha previsto l'adozione da parte del Consiglio dei ministri di un Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici. In precedenza, con il decreto cosiddetto Salva-mare si è inteso favorire la raccolta dei rifiuti e in particolari della plastica in mare e nelle acque interne (fiumi, laghi e altro), assimilandoli ai rifiuti urbani e prevedendo il riciclaggio delle plastiche raccolte, elemento importantissimo per la salute del mare e per la sopravvivenza delle specie marine e dei cetacei nel Mediterraneo;

   il 25 settembre 2020 l'Ipcc – il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico – ha diffuso un nuovo rapporto speciale sul clima dedicato in particolare al peggioramento delle condizioni degli oceani e delle calotte di ghiaccio. Il documento è il frutto dell'analisi di circa 7 mila ricerche scientifiche e nelle sue conclusioni dice che il livello del mare continua ad aumentare, i ghiacci si sciolgono rapidamente e molte specie si stanno spostando alla ricerca di condizioni più adatte alla loro sopravvivenza. Il cambiamento, scrivono gli scienziati, è dovuto principalmente alle attività umane e alle loro emissioni che peggiorano l'effetto serra;

   attraverso la cosiddetta Maritime Strategy la Marina militare fornisce un rilevante contributo nel monitoraggio dei parametri ambientali marini utili ad accertare lo stato di salute dei mari nazionali e internazionali ed, oltre alle unità navali specialistiche della squadra navale, tutte le unità navali hanno tra i propri compiti secondari quello della salvaguardia dell'ambiente marino che si esplica sia nei controlli e negli accertamenti degli sversamenti di idrocarburi in mare nel monitoraggio relativo alla presenza dei cetacei nonché nella segnalazione di addensamenti da plastiche e microclastiche. In particolare, la Marina militare ha collaborato in diversi campi della tutela ambientale marina tra cui: l'habitat del fondale marino e delle biodiversità, le condizioni idrografiche e ambientali marine, il rumore sottomarino;

   uno studio del Fondo monetario internazionale evidenzia una recente scoperta dei biologi marini, i quali rilevano che le grandi balene svolgono un ruolo significativo nel catturare il carbonio dall'atmosfera (Roman e altri 2014), poiché assorbono in media 33 tonnellate di CO2. Le balene sarebbero in grado, con il loro respiro, di assorbire il 40 per cento di tutta l'anidride carbonica prodotta nel mondo: 37 miliardi di tonnellate, un lavoro per il quale dovrebbero essere investiti 1700 miliardi di alberi, pari a quattro foreste amazzoniche. Salendo in superficie e scendendo in profondità, rivela lo studio, i cetacei portano in superficie minerali fermi in profondità e li muovono nei mari. Tali minerali sono cruciali per lo sviluppo del fitoplankton, il più efficiente nel risucchiare anidride carbonica: secondo i biologi, il plankton è tanto più abbondante, quante più sono le balene;

   nel maggio 2019 i ricercatori del Dipartimento di biomedicina comparata e alimentazione dell'Università degli Studi di Padova hanno realizzato uno studio preliminare da cui emerge che in Italia si spiaggiano in media 150-160 cetacei l'anno e che negli ultimi dieci anni nel 33 per cento degli spiaggiamenti i cetacei sono stati ritrovati con frammenti di plastica nello stomaco;

   Accobams (Accordo istituito tra 24 Stati sulla Conservazione dei cetacei nel Mar Nero, Mar Mediterraneo e Aree Atlantiche Contigue) è uno strumento di cooperazione per la conservazione della biodiversità marina nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero. Il suo scopo è quello di ridurre le minacce per i cetacei e migliorare la conoscenza di questi animali. Nello specifico, la Marina militare con i suoi sottomarini, potrebbe contribuire al monitoraggio dei mammiferi marini. Si tratta di un tema quanto mai caldo e discusso anche a livello di Nazioni Unite attraverso il Segretariato permanente di Accobams che si pone l'obiettivo di affrontare gli impatti del rumore antropogenico sui cetacei, agevolando il dialogo tra le diverse Marine Nato e non-Nato del Mediterraneo, esaminando e valutando le procedure di mitigazione degli Affetti dei Sonar attivi sui cetacei;

   gli strumenti principali che permettono ai sottomarini di acquisire le informazioni sono i sistemi idrofonici capaci di captare tutte le sorgenti di rumore presenti nella dimensione subacquea che vengono localizzate ed identificate, anche grazie all'analisi condotta con l'ausilio di sofisticati software, e processate dal personale idrofonista che, per le capacità peculiari, rappresenta una risorsa preziosa ed insostituibile,

impegnano il Governo

a rendere maggiormente strutturato e continuativo l'impiego delle unità della componente sommergibilistica, in concomitanza di attività operative o addestrative già pianificate dalla Forza armata, dotandole di appositi software in grado di analizzare e decodificare in maniera autonoma i rumori biologici, nell'ottica di rendere costante il monitoraggio e la mappatura dei cetacei presenti nel Mediterraneo e con il fine di condividerne i risultati con i dicasteri e gli enti di ricerca interessati del Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici.
(7-00669) «Rizzo, Licatini, Scerra, Grillo, Dori, Martinciglio, Scanu».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della transizione ecologica, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro per il sud e la coesione territoriale, per sapere – premesso che:

   la città di Crotone rientra nel sito di interesse nazionale (Sin) Crotone-Cassano-Cerchiara;

   il territorio ha subito per anni l'inquinamento delle industrie ivi operanti talché il Tribunale di Milano, con sentenza divenuta irrevocabile, ha condannato l'Eni a ristorare con circa 70 milioni di euro i danni ambientali provocati nel sito di Crotone e detta somma è stata versata al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del Mare;

   per il sito di Crotone, incluso tra i siti da bonificare sin 2002 e riperimetrato nel 2017, era stata nominata nel 2016 commissario straordinario delegato a coordinare, accelerare e promuovere la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale, la dottoressa, Elisabetta Belli, il cui mandato, tuttavia, è scaduto il 28 giugno 2018 senza che successivamente si sia provveduto alla sostituzione della stessa in un territorio che ha già tanto dovuto soffrire, e soffre, in termini di inquinamento e presenza di discariche di rifiuti, pericolosi e non pericolosi;

   il commissario straordinario è nominato dal Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro della transizione ecologica, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, a distanza di tre anni, l'assenza di un commissario ha determinato e determina non solo un grave ritardo nelle attività di contenimento del danno ambientale e del completamento della bonifica, ma consente anche i continui tentativi da parte dei responsabili dell'inquinamento di sottrarsi agli impegni già assunti nelle sedi istituzionali, per limitare non solo le operazioni di bonifica e, pertanto il loro costo, ma anche per proporre di lasciare sul territorio i materiali e i metalli pericolosi ivi presenti;

   dal 2018, infatti, nonostante le reiterate sollecitazioni in tal senso, concretizzatesi in diversi atti di sindacato ispettivo, non è stato ancora nominato il nuovo commissario, anche se, in più occasioni, sembrava fossero state individuate le persone, alti ufficiali dell'Arma dei carabinieri, che avrebbero avuto tutti i requisiti per ricoprire il delicato ruolo e, quindi, oltre alla necessaria competenza, la forza e gli strumenti idonei per garantire la legalità e la trasparenza nelle operazioni di bonifica che risultano, tra l'altro, ad elevatissimo rischio di pervasività da parte della pericolosa criminalità organizzata presente nel territorio crotonese;

   è notizia di questi giorni, pubblicata dalla stampa locale, in particolare da «il Crotonese» del 14 maggio 2021, che Eni, nonostante con l'approvazione del POB2 si fosse impegnata a rimuovere e trasportare fuori regione tutti i rifiuti industriali, tra l'altro aumentati nelle loro quantità per la presenza tra le scorie pericolose da smaltire di metalli pesanti, tenorm e fosforite, quest'ultima radioattiva, abbia richiesto la riapertura del Paur (provvedimento di autorizzazione unica regionale), che ha imposto il veto allo smaltimento degli scarti nei confini regionali, non intendendo più portare fuori regione nemmeno un grammo degli stessi, che, al contrario, verrebbero in parte «tombati» nel sito industriale e in parte trasferiti a pochi chilometri, ovvero nella discarica privata di Columbra ormai satura, posta a pochi chilometri di distanza dal sito da bonificare e adiacente ad un quartiere periferico della città di Crotone, limitandosi, con una sorta di perverso «gioco di prestigio», a spostare i rifiuti pericolosi da un sito ad un altro, sempre in loco, senza risolvere i problemi dell'inquinamento ambientale e senza nessun vantaggio effettivo per il territorio, a parte un evidente vantaggio economico per pochi;

   in relazione al veto imposto dalla regione Calabria, Eni ha, infatti, proposto ricorso straordinario al Capo dello Stato, sul quale non vi è stata ancora una pronuncia;

   la mancanza di un commissario straordinario che acceleri coordini e diriga la bonifica dei siti inquinati e l'irragionevole ritardo nella sua nomina rischiano di creare ulteriori e gravissimi danni alla popolazione residente, che ha visto crescere negli anni a dismisura il numero di casi di neoplasie tumorali, oltre che vedersi privata della fruizione delle aree interessate, poste a ridosso del centro abitato;

   pertanto, è necessario e urgente che venga nominato un commissario straordinario, da individuare tra figure di altissimo profilo, che con competenza e autorevolezza possa dirigere e coordinare le attività necessarie alla bonifica e al trasferimento delle scorie tossiche fuori regione;

   la regione Calabria, infatti, dopo oltre vent'anni di commissariamento del ciclo dei rifiuti, non ha ancora risolto i suoi problemi e la città di Crotone dove è presente l'unica discarica privata per rifiuti pericolosi e non, quella per l'appunto di Columbra, ha già dato tanto in termini ambientali, avendo accolto negli ultimi anni gli scarti di lavorazione dei rifiuti solidi urbani di tutta la regione;

   è appena il caso di ricordare che la provincia di Crotone è una delle aree più depresse d'Italia, dal punto di vista sociale ed economico e il perdurare del danno ambientale incide negativamente su tale situazione, con conseguenze nefaste per la popolazione e gli investimenti economici –:

   se il Governo sia a conoscenza della gravissima situazione in cui versa il sito d'interesse nazionale di Crotone e quali elementi intenda fornire in ordine all'irragionevole ritardo sinora accumulato nell'individuazione e nella nomina del commissario straordinario delegato a coordinare, accelerare e promuovere la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito di Crotone;

   quali iniziative intendano adottare perché lo stesso venga nominato al più presto, individuandolo per le sue comprovate capacità tecniche e organizzative, anche in considerazione della particolare situazione ambientale del territorio, permeato dalla presenza della criminalità organizzata, senz'altro interessata alla gestione e alla spesa delle ingenti somme necessarie alla bonifica.
(2-01231) «Barbuto, Grippa, Orrico, Tucci, Villani».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DE LUCA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il piano nazionale per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alle povertà fissa il rapporto di 1 assistente sociale per ogni 5.000 abitanti per ogni ambito territoriale, quale indicatore per il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni sociali;

   la circolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (direzione generale Inclusione, divisione 2, prot. n. 11812 del 22 novembre 2018), prevede che la «Quota servizi del fondo povertà» deve essere destinata ad assicurare il rispetto di tale standard;

   l'articolo 1, comma 797, della legge di bilancio 2021 sottolinea la necessità di realizzare il livello essenziale del rapporto di un assistente sociale assunto per ogni 5.000 abitanti residenti ma definisce anche un ulteriore obiettivo di servizio pari ad 1 a 4.000;

   l'articolo 1, commi 797-799, della legge di bilancio 2021 riserva fino a 180 milioni di euro annui del Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, da utilizzare per attribuire agli ambiti territoriali sociali un contributo pari a 40.000 euro per ogni assistente sociale assunto a tempo indeterminato per raggiungere il primo obiettivo (rapporto 1/5.000 tra assistenti sociali e abitanti) nel caso tale rapporto sia superiore a 1/6.500, e di 20.000 euro per raggiungere il secondo obiettivo (un rapporto 1/4.000), in caso tale rapporto sia superiore a 1/5.000;

   l'articolo 1, comma 801, della legge di bilancio 2021 prevede che «... i comuni possono effettuare assunzioni di assistenti sociali, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, fermo restando il rispetto degli obiettivi del pareggio di bilancio, in deroga ai vincoli di contenimento della spesa di personale...»;

   la norma in questione consente agli ambiti territoriali sociali di accedere al contributo per raggiungere lo standard di 1 assistente sociale per ogni 5.000 abitanti solo se gli stessi hanno già raggiunto il rapporto 1/6.500, il che non avviene nella stragrande maggioranza degli ambiti territoriali sociali del Mezzogiorno e in numerose aree interne in tutto il Paese;

   la misura adottata prevede che gli ambiti territoriali e/o comuni che hanno già raggiunto il rapporto di 1 assistente sociale per ogni 5.000 abitanti e vogliano assumere ancora, riceveranno un bonus, pari a 20 mila euro per assistente sociale, fino a conseguire il livello di 1/4.000 abitanti;

   tale misura – che avrebbe dovuto avere l'obiettivo di garantire un livello minimo di prestazioni sociali e di contrasto alla povertà su tutto il territorio nazionale – finisce per potenziare il servizio sociale nelle aree in cui è già presente e depotenziarlo ulteriormente dove è insufficiente;

   questa evidente incongruenza determinerebbe ancora una volta un'ingiusta penalizzazione per tanti territori del Paese, dove notoriamente è riscontrabile una carenza di servizi sociali adeguati alle esigenze della popolazione –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra esposto e se non ritenga opportuno adottare urgenti iniziative di competenza, anche di carattere normativo, per garantire un livello minimo di prestazioni sociali su tutto il territorio nazionale e, conseguentemente, assicurare il potenziamento dei servizi sociali degli ambiti territoriali sociali in ogni area del Paese.
(5-06070)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRUSONE e SCAGLIUSI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in data 13 ottobre 2020 otto Paesi (Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia, Italia, Giappone, o Lussemburgo, Emirati Arabi Uniti) hanno sottoscritto gli «Artemis Accords», accordi multilaterali di cooperazione internazionale che prevedono, tra l'altro, di mandare il prossimo uomo e la prima donna sulla Luna per il 2024, con l'obiettivo di stabilirvi una presenza sostenibile per il 2028;

   l'Italia, rappresentata dall'allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle politiche per l'aerospazio, onorevole Riccardo Fraccaro, rientrò così tra gli otto Paesi sottoscrittori degli Accordi, rafforzando in tal modo il posizionamento del nostro Paese in ambito spaziale;

   gli «Artemis Accords» abbracciano un ampio spettro di future attività spaziali di cruciale importanza per la scienza, la tecnologia e l'industria dei Paesi aderenti, tra le quali si evidenziano missioni lunari, marziane, su asteroidi ed altri corpi celesti, nelle orbite tra i corpi celesti menzionati e nei punti di Lagrange del sistema Terra-Luna;

   tali Accordi implementano i principi stabiliti nel Trattato delle Nazioni Unite sullo spazio extra-atmosferico (OST) del 1967, che guidano le attività dei Paesi nell'esplorazione e nell'uso pacifico del medesimo;

   la firma italiana fa inoltre seguito all'intesa bilaterale tra Italia e Stati Uniti siglata il 25 settembre 2020, che definisce i termini della partecipazione italiana alla missione americana sulla Luna;

   con tale sottoscrizione il Governo italiano ha aderito ad un ampio programma di cooperazione spaziale, impegnandosi a rispettare e implementare una serie di norme che accomunano diversi Paesi attraverso una visione condivisa e sostenibile, con il fine ultimo di proiettare la presenza pacifica dell'umanità nello Spazio;

   sono stati stabiliti una serie di principi guida che dovranno essere rispettati nel corso dell'esplorazione spaziale, al fine di garantire la sicurezza ed un comportamento responsabile, così da creare un futuro sicuro e prospero nello Spazio per il bene dell'umanità intera;

   ulteriore fine degli «Artemis Accords» è quello di portare l'esplorazione umana su Marte;

   il contributo italiano al Programma, che sarà dettagliato con dei successivi Accordi attuativi tra l'Agenzia spaziale italiana (Asi) e l'Agenzia spaziale statunitense Nasa, riguarderà la fornitura di moduli abitativi per l'equipaggio e di servizi di telecomunicazione;

   l'Italia possiede una fervente comunità scientifica spaziale, una tradizione di ricerca e sviluppo tecnologico nel settore, nonché importanti ed apprezzate realtà industriali operanti nel campo delle tecnologie applicate alla ricerca, all'esplorazione e all'accesso allo Spazio –:

   quali siano le iniziative che il Governo sta intraprendendo, nell'ambito delle sue competenze di definizione e coordinamento delle politiche spaziali nazionali, per mettere in condizione le realtà scientifiche e industriali italiane di sfruttare appieno le enormi potenzialità derivanti dalla sottoscrizione e dalla futura implementazione degli Accordi e dall'Intesa in questione;

   quali iniziative il Governo intenda promuovere, anche in coordinamento con gli enti esponenziali delle realtà industriali operanti nel settore dell'aerospazio, per massimizzare le ricadute positive sul tessuto produttivo e tecnologico e sulla società italiana in generale derivanti della partecipazione italiana al sistema multilaterale di cooperazione spaziale avviato dagli «Artemis Accords»;

   se sia stata posta in essere una oculata e attenta ricognizione dei vari soggetti imprenditoriali, rendendo noto conseguentemente l'elenco degli stessi, in grado di intercettare i potenziali benefici in termini di ricadute positive che scaturiranno dall'implementazione delle suddette iniziative multilaterali in materia spaziale.
(4-09358)


   BIGNAMI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   con l'articolo 9 del decreto-legge n. 76 del 16 luglio 2020 venivano previste disposizioni finalizzate alla revisione, all'ampliamento e alla proroga della disciplina dei commissari straordinari di cui all'articolo 4 del decreto-legge n. 32 del 2019 (cosiddetto «sblocca cantieri»);

   nell'elenco delle grandi opere sbloccate con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri di nomina dei 29 Commissari che le gestiranno, firmati il 16 aprile 2021, fra cui 14 opere stradali, non è stata inserita la E45, in particolare la tratta Orte-Ravenna, nonostante già da anni lo stato di degrado e di pericolosità continui ad essere oggetto di denunce e segnalazioni da parte delle amministrazioni locali interessate e degli automobilisti;

   le pessime condizioni della strada, aggravate da un traffico sempre più intenso e da un elevato numero di mezzi pesanti che transitano lungo la tratta, non sono ancora oggi state risanate nonostante nel 2016 Anas avesse ottenuto un ingente finanziamento, per un valore complessivo di 1 miliardo e 600 milioni di euro, al fine di avviare un piano di risanamento straordinario mirato in primo luogo alla riduzione dei sempre più numerosi incidenti stradali dovuti alla scarsa, se non nulla, manutenzione della pavimentazione stradale, alla messa in sicurezza delle barriere e dei viadotti ammalorati, all'incremento della visibilità e alla riduzione degli incolonnamenti e della rumorosità soprattutto nei pressi dei centri abitati;

   per le ragioni sopra evidenziate, si ritiene non più procrastinabile un intervento urgente di risanamento e messa in sicurezza della superstrada E45, con particolare riguardo alla tratta Orte-Ravenna, in considerazione sia dell'importanza strategica che tale infrastruttura rappresenta per il tessuto economico-sociale del territorio a livello locale, sia per l'importanza che ricopre a livello nazionale quale fondamentale arteria di collegamento fra il Sud ed il Nord Italia fino ad arrivare al Nord Europa –:

   per quali ragioni la superstrada E45 sia stata esclusa dall'elenco delle grandi opere strategiche del «Piano Nazionale de Ripresa e Resilienza»;

   se, alla luce di quanto sopra esposto, il Governo non ritenga indispensabile adottare iniziative urgentemente per la definizione di un piano di risanamento e messa in sicurezza della E45 e se, a tal fine, ritenga pertanto di inserire la superstrada nel secondo elenco delle grandi opere stradali che, stante a quanto preannunciato dal Ministro interrogato dovranno essere sbloccate con un'ulteriore decreto del Presidente del Consiglio dei ministri entro il mese di giugno 2021;

   in caso contrario, per quali motivazioni non intenderebbe agire in tal senso.
(4-09367)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta orale:


   MANIERO, TRANO, MASSIMO ENRICO BARONI, SAPIA, CORDA, COLLETTI, CABRAS, FORCINITI, GIULIODORI, PAOLO NICOLÒ ROMANO, SPESSOTTO, TESTAMENTO, VALLASCAS e LEDA VOLPI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nelle giornate di domenica 23 e lunedì 24 maggio 2021 il TgR Veneto e il quotidiano La Verità hanno riportato la notizia di un connazionale, Marco Zennaro, detenuto dal 1° aprile in Sudan in attesa di giudizio per una accusa di frode;

   Marco Zennaro, 46 anni di Venezia, è un imprenditore nella produzione di materiale elettrico recatosi personalmente in Sudan per risolvere un contenzioso relativo alla vendita di una partita di trasformatori a un distributore sudanese, tal Ayman Gallabi, il quale avrebbero dovuto destinare i prodotti alla società elettrica nazionale del Sudan;

   secondo l'accusa di Gallabi, i prodotti sarebbero stati testati da un'azienda locale, concorrente dell'azienda di Zennaro, riscontrando una presunta non conformità dei trasformatori;

   proprio al fine di risolvere la questione, Zennaro si è recato a Khartum, dove la polizia lo ha immediatamente condotto agli arresti su richiesta dello stesso Gallabi il quale aveva nel frattempo denunciato Zennaro per frode;

   dopo una trattativa tra Zennaro e Gallabi, quest'ultimo avrebbe accettato di ritirare le accuse in cambio di 400 mila euro;

   tuttavia, il 1° aprile, giorno in cui Zennaro sarebbe dovuto rientrare in Italia, l'imprenditore italiano è stato nuovamente arrestato in aeroporto a seguito di una nuova denuncia presentata dallo stesso Gallabi;

   secondo quanto riportato dalla stampa, il principale finanziatore della ditta di Gallabi sarebbe Abdallah Ahamed, miliziano vicino al generale Mohammed Hamdan Dagalo, coinvolto nel golpe del 2009 e su cui pendono accuse di stupri e massacri perpetrati nel 2004 ad Adwa, nel Darfur meridionale;

   il 21 maggio 2021, intanto, Gallabi è stato ritrovato morto nel Nilo azzurro, per quella che secondo le fonti giornalistiche dovrebbe essere una vendetta da parte dei miliziani;

   a oggi Marco Zennaro è quindi detenuto da 49 giorni presso una cella comune di un commissariato di Khartum assieme ad altri 30 detenuti, costretto a dormire sul pavimento, in condizioni igieniche precarie e soggetto a ripetute minacce da parte delle guardie: «Ricorda cosa è successo a Giulio Regeni»;

   nel mentre, la nostra rappresentanza diplomatica a Khartum ha diramato una nota in cui ha assicurato il pieno sostegno del nostro personale diplomatico al connazionale, anche attraverso la fornitura di «generi alimentari, indumenti, biancheria, libri e altri beni necessari», sensibilizzando le autorità locali al rispetto dei diritti;

   la Farnesina, a quanto risulta all'interrogante, avrebbe negato che a oggi vi siano stati contatti tra il Ministro interrogato e il suo omologo sudanese per risolvere la questione, sebbene i due abbiano anche avuto modo di interloquire il 17 maggio 2021 a Parigi in occasione della Conferenza internazionale sul Sudan –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e di quali ulteriori elementi disponga al riguardo;

   quali urgenti iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere per pervenire alla liberazione del connazionale Marco Zennaro.
(3-02293)


   PALAZZOTTO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 1° gennaio 2021, Luca Ventre, giovane italiano residente in Uruguay – dopo aver suonato senza ricevere risposta – si è introdotto all'interno dell'ambasciata d'Italia a Montevideo, nel piazzale antistante l'edificio, scavalcando la recinzione;

   dalle successive ricostruzioni è emerso come il giovane sia stato fermato da un vigilante – raggiunto subito dopo da un poliziotto uruguayano – presenti in quel momento all'interno dello spazio dell'ambasciata italiana;

   il vigilante lo ha immobilizzato, tenendolo per il collo, con la rischiosa tecnica chiamata «chiave di judo» durata almeno 14 minuti, fino a fargli perdere i sensi, come mostrano i fotogrammi registrati dalla telecamera di sorveglianza dell'ambasciata;

   dai racconti di tale tragico evento riportati dai media italiani e uruguayani è emerso come Luca Ventre voleva introdursi ad ogni costo all'interno dell'ambasciata italiana per chiedere protezione alle nostre autorità a seguito di presunte minacce esterne da cui voleva sottrarsi;

   probabilmente, il giovane, in preda all'ansia e alla paura, non avendo ricevuto risposta all'ingresso si sarebbe convinto a scavalcare il muro esterno dell'ambasciata;

   dalle verifiche fatte non sarebbe stata evidenziata la presenza di armi di offesa nella borsa che Luca Ventre aveva con sé;

   dopo essere stato immobilizzato e aver perso i sensi, il giovane Luca Ventre veniva trascinato all'esterno dell'ambasciata e trasportato su un'auto di una unità della polizia uruguayana presso l'ospedale Clinicas di Montevideo, dove veniva accertata la sua morte;

   per le autorità locali Luca Ventre era ancora vivo quando è stato trasportato in ospedale, ma il video di una telecamera che riprende l'ingresso dell'ospedale, mostra il trentacinquenne che non sembra affatto dare segnali di vita mentre viene trasportato da cinque agenti su una sedia a rotelle;

   Luca Ventre era un giovane imprenditore di 35 anni, lascia una figlia di 7 mesi;

   nel rispetto delle prerogative delle magistrature coinvolte e dei procedimenti di accertamento avviati nei due Paesi, che si auspicano puntuali e non influenzati da elementi di altra natura al di fuori della sua fattispecie, a parere dell'interrogante questo tragico evento impone al Governo italiano di pretendere e fornire tutti i necessari e dovuti chiarimenti, affinché emerga rapidamente la verità e affinché situazioni del genere non abbiano a ripetersi nella nostra rete diplomatica all'estero, alla quale, si ricorda, fanno riferimento i 6.275.000 italiani all'estero per una molteplicità di fabbisogni e di servizi –:

   se il Ministro non intenda chiarire se, pur nella concitazione dei fatti, siano state adottate le necessarie misure di salvaguardia della vita del giovane Luca Ventre e se le modalità di gestione dell'evento da parte degli addetti alla sicurezza abbiano seguito i protocolli previsti;

   se fosse normale, legittima e giustificata la presenza all'interno dell'ambasciata di un poliziotto che risponde ad altra autorità di uno Stato straniero e di operatori di polizia privata locale e se tali presenze siano consuete all'interno delle rappresentanza diplomatiche italiane all'estero e, in caso affermativo, se esse siano giustificate da necessità di risparmio sui capitoli di spesa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e quali siano le linee di condotta per essi previsti e la linea di comando a cui rispondono e se, nel caso specifico, siano state rispettate;

   quali iniziative di competenza intenda assumere per affermare il principio secondo cui nell'espletamento delle loro funzioni, gli addetti alla sicurezza delle rappresentanza diplomatiche italiane di qualunque provenienza essi siano, debbano garantire innanzitutto la sicurezza dei cittadini italiani che ad esse si presentano, vedendo in tali luoghi un baluardo di protezione dei propri diritti civili in contesti talvolta difficili.
(3-02294)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

III Commissione:


   LUPI e CARELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il Governo del Bahrein ha intensificato la repressione e il controllo sulla società civile attraverso l'interrogatorio, l'arresto e l'incarcerazione di attivisti, giornalisti, leader politici e personalità religiose;

   Human Rights Watch e Amnesty International hanno riportato che i tribunali hanno privato della propria cittadinanza dozzine di dissidenti, giornalisti e avvocati come punizione per reati che includono critiche pacifiche al governo. Le autorità hanno chiuso l'unico giornale indipendente nel paese e i partiti di opposizione;

   con lo scoppio della pandemia da Covid-19, il regime bahreinita si è dimostrato incapace di proteggere la salute dei prigionieri, in quanto ai prigionieri politici vengono spesso negate le cure mediche, in contravvenzione alle regole minime standard delle Nazioni Unite per il trattamento dei detenuti;

   19 organizzazioni che si occupano di diritti umani, hanno firmato una richiesta ufficiale per il Bahrein, affinché liberi i prigionieri politici con patologie pregresse che potrebbero renderli particolarmente vulnerabili al Covid-19;

   il Gulf Centre for Human Rights ha pubblicato un report in cui analizza le modalità con le quali le istituzioni ricorrono alla tortura nei confronti della società civile in Bahrein;

   nel 2020, il Governo ha posto ulteriori restrizioni alla partecipazione politica sciita e al loro diritto di preservare e praticare le loro tradizioni religiose;

   Americans for democracy human rights in Bahrein (Adhrb) ha contattato l'ambasciata italiana, per sollevare le proprie preoccupazioni in materia di diritti umani, ma a quanto consta agli interroganti, non avrebbe ricevuto alcun tipo di riscontro;

   se fosse confermata la mancata collaborazione dell'ambasciata nel proteggere i difensori dei diritti umani del Bahrain, non si farebbe fede alle linee guida europee, nello specifico sulla tutela dei difensori dei diritti umani, nello specifico il punto n. 10 delle linee guida;

   l'11 marzo 2021, il Parlamento europeo ha votato a stragrande maggioranza l'adozione di una risoluzione urgente con cui «chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutti i difensori dei diritti umani e prigionieri di coscienza, detenuti e condannati per avere semplicemente esercitato il loro diritto alla libertà di espressione» ed esorta «gli Stati membri a sollevare sistematicamente la questione delle violazioni dei diritti umani in Bahrein» –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle motivazioni che sono alla base delle mancate risposte dell'ambasciata italiana a Manama alle continue sollecitazioni dell'organizzazione Adhrb, anche al fine di adottare, per quanto di competenza, adeguate iniziative per far rispettare i diritti umani in Bahrein.
(5-06086)


   FITZGERALD NISSOLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   in data 11 febbraio 2021 l'allora Sottosegretario Merlo ha dichiarato: «Oggi sono entrate al Ministero degli esteri 270 nuove unità di personale. (...) Una parte di questo personale sarà inviato presso i diversi Consolati italiani nel mondo (...)»;

   l'autorizzazione alle nuove assunzioni è da rinvenirsi nell'articolo 3, commi 1 e 3, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, e in quanto disposto dall'articolo 1, comma 274, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, recante il «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e il bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020»;

   dal 2006 a fine 2019 la riduzione di circa il 35 per cento delle unità in servizio alla Farnesina ha portato le unità di personale da 3.006 a 2.465; una perdita rilevante se si tiene anche conto degli ulteriori 500 pensionamenti previsti per il 2022;

   la cessazione dal servizio per innalzamento dell'età impatta pesantemente sul funzionamento della rete diplomatica e consolare, con una dotazione di personale mediamente inferiore a quella dei Ministeri dei Paesi omologhi membri dell'Unione europea;

   le autorizzazioni, introdotte nella legge di bilancio per il 2021, all'assunzione di appena 80 unità del contingente degli impiegati a contratto e all'assunzione nelle aree funzionali, di circa 150 unità tra seconda e terza area, sebbene qualificate come conquista amministrativa, nei fatti rappresentano un'esigenza operativa inderogabile, in quanto tali incarichi andranno a malapena a colmare i vuoti derivanti dai pensionamenti e non incrementano il precario status quo;

   inoltre, rimangono preoccupanti i dati afferenti alle liste di trasferimento cosiddette «invernali» del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dai quali emerge che l'80 per cento di posti sulla rete estera risulta attualmente vuoto e a tale carenza stanno sopperendo i lavoratori a contratto, le cui precarie condizioni operative, contrattuali e retributive sono note e oggetto di molteplici solleciti al Governo anche in sede parlamentare;

   è urgente rafforzare le rappresentanze diplomatiche e consolari con un più adeguato contingente di personale, condizione imprescindibile per garantire servizi più efficienti agli italiani residenti all'estero –:

   come il Ministro interrogato intenda dislocare i 270 neo assunti nella rete estera e con quali tempi, al fine di sopperire alla carenza di personale all'estero e alla necessità di smaltire e velocizzare pratiche e servizi destinati ai nostri connazionali.
(5-06087)


   COMENCINI, SNIDER, BILLI, CECCHETTI, COIN, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, PICCHI, RIBOLLA e ZOFFILI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la stampa ha dato recentemente notizia degli effetti del deteriorarsi delle condizioni di sicurezza in cui si trova la comunità cattolica del Niger, che sta subendo attacchi ed intimidazioni in particolare nella zona del Dolbel, a partire dalle celebrazioni per la recente fine del Ramadan;

   i gruppi responsabili delle violenze sarebbero affiliati ad al Qaeda o al sedicente Stato Islamico;

   quello nel Dolbel è il più antico insediamento cattolico in terra nigerina;

   la circostanza che i cattolici stiano fuggendo dal Dolbel desta conseguentemente viva preoccupazione sul futuro della coesistenza tra religioni diverse in Niger, sollevando in particolare gravi dubbi sulle prospettive di sopravvivenza della Chiesa cattolica locale;

   sarebbero già migliaia le persone che hanno cercato rifugio a Tillabery, situata a un centinaio di chilometri dalla capitale Niamey;

   l'Italia è presente in Niger con un contingente di propri militari –:

   quali iniziative il Governo ritenga di dover assumere per concorrere alla protezione della comunità cattolica del Niger e contribuire alla salvaguardia della libertà religiosa in quel Paese.
(5-06088)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il Ministro interrogato, nel corso di un'informativa alla Camera dei deputati sull'incidente che ha visto mitragliato il peschereccio Aliseo da parte della Guardia Costiera Libica, ha dichiarato: «La questione non è tanto di sapere se i nostri pescatori possano andare a pescare in quelle acque» ossia le acque libiche; ha poi affermato: Conosciamo già la risposta e la risposta è negativa. La questione [...] più urgente è invece quella di individuare strumenti alternativi di supporto economico per sostenere quelle categorie di pescatori e armatori che più direttamente subiscono le conseguenze di questa condizione;

   il Ministro interrogato ha riferito che la Libia ha dichiarato quelle acque zona di pesca protetta nel 2005, con una modalità da ritenersi «legittima»;

   il Ministro interrogato ha poi sottolineato che il comitato di coordinamento interministeriale per la sicurezza sui trasporti e delle infrastrutture ha definito quelle acque molto pericolose per tutte le navi battenti bandiera italiana a prescindere dalla tipologia il 20 maggio 2019 con una misura tuttora in vigore e che tale rischio era stato segnalato con una lettera al sindaco di Mazara del Vallo;

   a giudizio dell'interrogante tale atteggiamento del Governo è assolutamente inaccettabile. Tali dichiarazioni rese al Parlamento assumono un precipuo valore di indirizzo politico e comportano, per la prima volta, la supina accettazione da parte dell'Italia dell'autoproclamata zona economica esclusiva libica e l'effettivo discarico delle colpe per gli incidenti causati nel tempo in capo alla marineria mazzarese, rea di «violare» i diritti libici e di mettersi coscientemente in pericolo;

   lasciare ampie porzioni di Mar Mediterraneo alla Libia è contrario agli interessi nazionali, come lo è l'addossare alla marineria mazzarese le responsabilità governative di una politica estera in Libia decisamente inconsistente. In un momento storico dove la Turchia implementa una politica di espansione ed egemonia nel Mediterraneo esternazioni di tal genere indeboliscono ulteriormente le difese dell'Italia –:

   quali siano le ragioni e le valutazioni alla base della posizione del Governo dichiarata al Parlamento, nella quale si è ritenuta legittima l'autoproclamata zona di pesca esclusiva libica e che conseguentemente, limita, secondo l'interrogante, se non vieta di fatto, la possibilità per i pescatori italiani di lavorare in acque pescose, sostenendo l'economia nazionale.
(5-06089)


   QUARTAPELLE PROCOPIO, DELRIO, BOLDRINI, FASSINO e LA MARCA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   Marco Zennaro, un imprenditore veneziano che opera in Sudan da oltre 25 anni nel ramo dei trasformatori elettrici, da due mesi è detenuto in Sudan, con l'accusa di frode inserita in un'intrigata vicenda di cui si dice vittima;

   Zennaro aveva raggiunto Khartoum nel marzo 2021 dopo una contestazione di una fornitura destinata alla Sedec, la società nazionale di energia elettrica. Secondo notizie stampa, il mediatore con il quale aveva trattato la vendita, Gallabi – che è stato trovato poi morto – aveva acquistato la fornitura, con il finanziamento di Abdallah Esa Yousif Ahamed, un militare che fa parte del clan del generale Hamdan Dagalo, capo del Rapid Support Force, le milizie che operano nella capitale e che furono protagoniste durante il golpe del 2019. Secondo Abdallah c'erano difformità tra le caratteristiche tecniche e i parametri indicati nei certificati di collaudo, sulla base di analisi di una ditta concorrente. Zennaro, quindi, aveva chiesto di affidarsi ad un soggetto neutrale, invece, è stato denunciato e arrestato;

   inizialmente, è rimasto agli arresti in albergo e dopo, parrebbe, una trattativa con gli acquirenti di 400 mila euro, mentre stava per rientrare in Italia, è stato nuovamente arrestato perché la controparte chiedeva altri 700 mila euro. Stavolta è stato condotto in una cella della polizia con altri 30 detenuti e una temperatura infernale. Inoltre, l'udienza, per il ricorso sulla scarcerazione sembrerebbe continuamente rinviata;

   secondo quanto ha riferito la famiglia, le richieste di pagamento sono state accompagnate da riferimenti intimidatori al caso di Giulio Regeni. «Regeni! Regeni! Paga», gli è stato detto. Questo il messaggio (riportato da Il Gazzettino di Venezia) spedito dal segretario di Abdallah al padre di Zennaro; «Il problema è che la fiducia tra tutte le parti è crollata e il motivo è Gallabi. Questo è il motivo per cui Abdallah non permetterà che i suoi soldi vengano pagati attraverso un credito bancario... Vuole i suoi soldi in contanti fino al rilascio di Marco. Spero che si trovi una soluzione, perché la situazione di tuo figlio è difficile in carcere... ho parlato con la polizia per farlo sedere in un ufficio, non in cella, e per essere trattato con gentilezza... Ma credimi, fai il tuo lavoro e salva tuo figlio da questa tragedia»;

   Vassallo, ambasciatore in Sudan, ha riferito che: «il personale dell'ambasciata segue il caso, portando in cella generi alimentari» –:

   quali notizie abbia il Ministro interrogato in merito alla vicenda e come intenda attivarsi, nei rapporti bilaterali con il Sudan, per sbloccare la situazione e permettere il rientro in Italia del nostro connazionale.
(5-06090)


   DI STASIO, BUFFAGNI, DEL GROSSO, DEL RE, MARINO, EMILIOZZI, FANTINATI, GRANDE, BERTI, OLGIATI e SPADONI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 23 maggio 2021 il volo Ryanair 4978 da Atene a Vilnius, mentre stava sorvolando la Bielorussia, è stato costretto dalle autorità nazionali ad effettuare un atterraggio di emergenza, sembrerebbe col pretesto di un allarme bomba;

   una volta atterrato a Minsk, la polizia bielorussa ha arrestato due passeggeri: Roman Protasevich, giornalista blogger ventiseienne che in questi anni ha animato la protesta popolare contro il regime del presidente Lukashenko, e la sua fidanzata Sofia Sapega, ventitreenne cittadina russa e studentessa di master a Vilnius;

   nella giornata dei 24 maggio 2021 il ministero dell'interno bielorusso ha confermato l'arresto del giornalista e della sua fidanzata. Entrambi sarebbero in stato di carcerazione preventiva, in attesa del processo;

   Roman Protasevich è il cofondatore ed ex direttore del canale Telegram Nexta, usato dall'opposizione per condividere informazioni e organizzare le proteste. Il 23 maggio 2021 tornava a Vilnius da Atene, dove aveva partecipato a una conferenza insieme alla leader dell'opposizione, Svetlana Tikhanovskaya. Aveva lasciato il Paese già nel 2019, per trasferirsi in Lituania, nel timore di essere arrestato. A novembre 2020, è stato incriminato per incitazione a disordini pubblici e odio sociale;

   il dirottamento aereo avvenuto sui cieli della Bielorussia, che ha comportato il sequestro di 149 persone e l'arresto di due passeggeri, è, ad opinione degli interroganti, un fatto di estrema gravità che va condannato fermamente e che esige misure immediate e rigorose;

   in aggiunta, ciò che è accaduto, attraverso il dirottamento di un volo commerciale, mette a repentaglio la libera circolazione nel mercato unico in Unione europea e rappresenta, oltre che una palese violazione delle norme del diritto internazionale, una gravissima violazione delle leggi internazionali in materia di sicurezza aerea –:

   quali iniziative abbia intrapreso o intenda intraprendere, anche in cooperazione con gli altri partner europei, nonché in sede di Consiglio europeo, come risposta al gravissimo evento verificatosi il 23 maggio 2021, anche al fine di ottenere l'immediata scarcerazione di Roman Protasevich e di Sofia Sapega.
(5-06091)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   EMILIOZZI e SGARBI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il saggio «L'Assedio Invisibile», scritto da Andrea Angeli, political advisor di Kfor XXIV e pubblicato dall'editore Rubbettino, ha rivelato numerosi e interessanti dettagli circa la lunga e delicata mediazione che l'ambasciatore d'Italia in Kosovo, Nicola Orlando, di concerto con il comandante Nato-Kfor Generale Michele Risi, ha condotto nel secondo semestre del 2020 in relazione alla disputa relativa alla viabilità tra la comunità monastica di Dečani e le autorità kosovare;

   da un approfondimento della controversia risulta evidente, non solo, la complessità dell'accordo raggiunto, ma anche la necessità di un sostegno all'implementazione che prevede il simultaneo completamento di due vie di comunicazione che preservino l'ambiente naturale di un bene patrimonio dell'umanità e di cui i militari del nostro Paese da ventidue anni mantengono la sicurezza per conto della Nato e, al tempo stesso, le legittime aspirazioni degli abitanti della zona di dotarsi di strade adeguate;

   nei prossimi mesi l'Italia cederà la guida della missione Nato-Kfor all'Ungheria, con conseguente nomina di un nuovo comandante proveniente da Budapest, mantenendo tuttavia la posizione del vice comandante;

   il Consiglio dei ministri ha da poco designato l'ambasciatore Orlando nuovo Inviato speciale per la Libia –:

   quali iniziative il Governo intenda avviare affinché i futuri rappresentanti civili e militari italiani in Kosovo proseguano nell'illuminato solco tracciato da chi li ha preceduti, valorizzando l'atteggiamento di grande apertura mostrato dalle autorità governative kosovare e quello conciliante riscontrato nelle posizioni degli stessi monaci di Dečani;

   se non si intenda altresì sostenere, nelle competenti sedi di Onu, Nato e Osce, la mediazione di Dečani, tenendo presente gli effetti positivi ad essa connessi nel dialogo tra Belgrado e Pristina che prosegue tra non poche difficoltà sotto la guida dell'Inviato speciale dell'Unione europea Miroslav Lajcak.
(5-06071)

CULTURA

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della cultura, per sapere – premesso che:

   la Certosa di Trisulti, ubicata nel comune montano di Collepardo (Frosinone), è stata custodita per anni da monaci certosini;

   la Certosa, costruita nel 1202 per volere di Innocenzo III, ospita un'antica farmacia con arredi settecenteschi, una biblioteca con 36 mila volumi, una foresteria romano-gotica e dipinti barocchi, rappresentando un elemento di spicco del patrimonio culturale nazionale;

   la Certosa versava negli ultimi anni in uno stato di deperimento;

   la Certosa è stata inserita all'interno di un elenco di 13 beni immobili del demanio culturale dello Stato da affidare in concessione ad associazioni e fondazioni dotate di personalità giuridica e non perseguenti fini di lucro;

   a tal fine, è stato erogato un avviso pubblico del Ministero per i beni e le attività culturali pubblicato in data 28 ottobre 2016;

   risulta essersi aggiudicata la gara l'associazione Dignitatis Humanae Institute (DHI) di Roma;

   in data 14 febbraio 2018, la Dhi e il Polo museale del Lazio sottoscrivono la convenzione relativa alla concessione della Certosa di Trisulti;

   in data 29 maggio 2019 l'Avvocatura generale dello Stato, con parere (prot. 15925), evidenzia come l'associazione Dhi alla data di scadenza di presentazione delle offerte, non fosse in possesso di tutti i requisiti richiesti dall'avviso pubblico e prescritti dal decreto ministeriale 6 ottobre 2015;

   con il parere sopracitato si configura la possibilità per il Ministero di adottare, previa comunicazione di avvio del procedimento, un provvedimento di annullamento in autotutela ai sensi dell'articolo 21-novies, legge 7 agosto 1990, n. 241;

   il Ministero dispone l'annullamento dell'assegnazione alla Dhi della Certosa di Trisulti in data 16 ottobre 2019;

   il provvedimento di annullamento sottolinea con ogni evidenza che la Dhi non risultava in possesso della personalità giuridica, del requisito concernente la previsione, tra le finalità principali definite per legge o per statuto, dello svolgimento di attività di tutela, di promozione, di valorizzazione o di conoscenza dei beni culturali e paesaggistici e del requisito concernente la documentata esperienza quinquennale nel settore della collaborazione per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale;

   nel perdurare della disputa legale, come riportato da fonti giornalistiche, nel novembre 2019 una parte del tetto della foresteria della Certosa è crollato;

   in data 22 novembre 2019 l'associazione Dhi ricorre al Tar del Lazio, sezione di Latina, per l'annullamento del provvedimento di revoca della concessione in uso della Certosa di Trisulti;

   in data 13 maggio 2020 la sezione di Latina del Tar del Lazio, con sentenza n. 173 del 2020, accoglie integralmente il ricorso dell'associazione Dhi;

   il Ministero della cultura presenta ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione della sezione di Latina del Tribunale amministrativo del Lazio di sospendere l'annullamento del provvedimento di concessione della Certosa di Trisulti all'associazione Dhi;

   con la sentenza n. 2207 del 2021 la Sesta sezione del Consiglio di Stato ha dato definitivamente ragione al Ministero della cultura che a ottobre 2019 aveva revocato, in autotutela, la concessione dell'Abbazia alla Dhi –:

   in quale stato versi attualmente la Certosa è se sia stata fatta una ricognizione dei beni e delle eventuali problematiche dello stabile a seguito degli ultimi anni;

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interpellato intenda adottare, anche attraverso un piano straordinario di interventi, al fine di garantire la pubblica fruizione, la valorizzazione, nonché un'adeguata conservazione e corretta gestione della Certosa.
(2-01232) «Frusone, Segneri, Del Sesto».

Interrogazione a risposta scritta:


   DEIDDA. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   la necropoli di Mont'e Prama – casualmente scoperta nel marzo del 1974 ad opera di contadini che eseguivano lavori agricoli – è stata interessata, negli anni, da diversi interventi di scavo e di recupero: in particolare, nel 1975, la Soprintendenza per i beni archeologici di Cagliari e Oristano e l'Università degli studi di Cagliari condussero una prima campagna che consentì l'individuazione di una decina di sepolture, a cista litica quadrangolare, e altre a pozzetto circolare, alcune delle quali associate a materiali ceramici nuragici;

   a tale prima campagna, seguirono altri diversi interventi, oltre che un'importante attività di restauro che consentì la ricomposizione di 28 statue – frammentarie e che rappresentano 16 pugilatori, 6 arcieri e 6 soldati – tutte scolpite in arenaria gessosa locale e di altezza varia tra i 2 e i 2,5 metri;

   l'Assessorato alla cultura della regione Sardegna, unitamente alla Fondazione del Banco di Sardegna, ha commissionato al geofisico, Gaetano Ranieri, e all'archeologo, Raimondo Zucca, uno studio che prevedeva l'analisi dell'area in questione con l'utilizzo del georadar, al fine di rilevare eventuali presenze anomale nel sottosuolo;

   dalla suindicata analisi è stata rilevata la presenza di oltre 60.000 anomalie, tra le quali, sono stati individuati, precisamente, corpi di varie dimensioni, squadrati e tondeggianti, oltre a precise linee verticali e orizzontali, e, per comprendere esattamente l'origine di tali anomalie, andrebbe condotta un'ulteriore campagna di scavi, i quali, però, allo stato, non dovrebbero riprendere in tempi brevi;

   nonostante l'immediata consegna, ai finanziatori del progetto e alla competente soprintendenza, delle prime ricerche relative allo studio suindicato, nello stesso terreno è stata autorizzata, anche dalla stessa soprintendenza, l'installazione di un vigneto e, dunque, anche al fine di evitare ulteriori modificazioni delle aree in questione, appare necessario procedere alla programmazione delle attività di scavo;

   alla luce dei risultati dello studio in questione e della rilevanza storica delle relative scoperte, appare opportuno riprendere quanto prima la citata attività di ricerca e di scavo, dando il via, conseguentemente, alla formalizzazione degli espropri, con la corresponsione di quanto legittimamente dovuto ai singoli proprietari –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e, data la rilevanza storico-culturale delle scoperte di cui in premessa, quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, affinché nell'area in questione riprendano immediatamente le attività di ricerca e di scavo, al fine di riportare alla luce quanto ancora conservato nel sottosuolo.
(4-09357)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 172 del 2019 ha comportato una disparità di fatto tra l'Arma dei carabinieri e le altre forze di polizia ad ordinamento militare e civile nell'accesso al grado apicale della carriera dei marescialli e ispettori;

   giova ricordare che il decreto legislativo n. 95 del 2017 contiene disposizioni in linea con il principio di equiordinazione degli ordinamenti delle Forze armate e delle Forze di polizia. Nel rispetto del predetto principio il decreto ha apportato correzioni e integrazioni di carattere formale e sistematico alla disciplina del riordino, nonché alcune misure ritenute idonee ad intervenire parzialmente sulle criticità applicative emerse nella fase di prima attuazione del complesso intervento normativo di revisione dei ruoli delle Forze di polizia, rinviando ad una fase successiva altri necessari interventi, che potranno essere coperti finanziariamente anche con gran parte delle predette;

   per l'Arma dei carabinieri è stato giustamente prevista una modifica all'articolo 2252 del codice dell'Ordinamento militare con la quale è stato introdotto un limitato incremento del numero delle promozioni al grado di luogotenente per l'anno 2021, al fine di garantire l'armonico sviluppo del ruolo degli ispettori dell'Arma dei carabinieri;

   l'articolo 15 del decreto legislativo n. 95 del 2017 prevede che «I marescialli maggiori giudicati idonei e iscritti nel quadro d'avanzamento “a stelta” sono promossi, in ordine di ruolo, al grado superiore nel limite dei posti disponibili»;

   lo stesso trattamento non è previsto per il Corpo della polizia penitenziaria, per i quali l'articolo 37 del medesimo decreto prevede che «La promozione alla qualifica di ispettore superiore si consegue a ruolo aperto mediante scrutinio per merito assoluto»;

   giova ricordare che il ruolo di luogotenenti delle forze ad ordinamento militate è equiparato a quello di Ispettore superiore sostituto commissario del Corpo di polizia penitenziaria ad ordinamento civile, mentre quello di primo maresciallo è equiparato a quello di ispettore superiore;

   a giudizio dell'interrogante, appare necessario estendere la condizione di maggior favore prevista per l'Arma dei carabinieri anche alle altre Forze armate e di polizia, in particolar modo al Corpo della polizia penitenziaria che vive una severa condizione di limitato accesso alle cariche superiori nell'ambito dei ruoli degli ispettori e dei sovrintendenti –:

   quali siano le intenzioni del Governo in merito alla possibilità di estendere la promozione «a scelta» al grado di luogotenente prevista per l'Arma dei carabinieri anche al Corpo della polizia penitenziaria e alle altre forze armate e di polizia.
(4-09362)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata:


   CURRÒ, MARTINCIGLIO, CANCELLERI, CASO, SCERRA, ALEMANNO, GRIMALDI, GABRIELE LORENZONI, MIGLIORINO, RUOCCO, TROIANO e ZANICHELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nell'era dell'economia digitale si sta mettendo a punto in Europa e in Italia una nuova tassazione per le imprese che operano in rete. L'obiettivo è quello di garantire equità fiscale e concorrenza leale tra industria on line e industria tradizionale. In Italia l'imposta sui servizi digitali si applica sui ricavi che sono conseguiti dalla fornitura di servizi, come indicati all'articolo 1 della legge di bilancio dello Stato per l'anno 2019, legge n. 145 del 2018, all'articolo 1, commi 35-50;

   per servizi digitali la norma indica che sono tali quei servizi che: veicolano su un'interfaccia digitale pubblicità mirata agli utenti della medesima interfaccia, mettono a disposizione di un'interfaccia digitale multilaterale, che permette agli utenti di essere in contatto e interagire tra loro, anche al fine di facilitare la fornitura diretta di beni o servizi, e permettono la trasmissione di dati raccolti da utenti e che sono originati dall'utilizzo di un'interfaccia digitale;

   tutti gli esercenti di attività d'impresa sono soggetti passivi di imposta se nel corso dell'anno solare, precedente a quello in cui sorge il presupposto impositivo, realizzano ovunque nel mondo, singolarmente o congiuntamente a livello di gruppo, un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a euro 750.000.000 e, nel medesimo periodo, sempre singolarmente o congiuntamente a livello di gruppo, un ammontare di ricavi da servizi digitali non inferiore a euro 5.500.000 nel territorio dello Stato;

   con un comunicato del 9 marzo 2021, il Ministero dell'economia e delle finanze aveva annunciato il differimento dei termini per il versamento dell'imposta sui servizi digitali e per la presentazione della relativa dichiarazione, fissando al 17 maggio il termine per il versamento dell'imposta e al 30 giugno il termine per l'invio della dichiarazione annuale;

   il 17 maggio 2021 è, quindi, stato il termine per il versamento della prima rata dell'imposta sui servizi digitali (web tax) pari al 3 per cento dei ricavi derivanti da determinati servizi digitali realizzati nel 2020 da imprese di rilevanti dimensioni –:

   se abbia già a disposizione i dati relativi ai soggetti che hanno adempiuto a tale obbligo fiscale e quanto gettito abbia prodotto il pagamento della prima rata di tale imposta.
(3-02296)


   FASSINA e FORNARO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   fonti giornalistiche affermano che su Alitalia-Ita si sarebbe raggiunta un'intesa di massima con la Commissione europea, intesa che potrebbe concretizzarsi in un accordo sin dai prossimi giorni;

   le notizie di stampa sul possibile accordo seguono le dichiarazioni rese dallo stesso Ministro interrogato, nella conferenza stampa del 20 maggio 2021, nelle quali affermava che il confronto con la Commissione europea si avvicinava a soluzione e nell'ambito di tale confronto riteneva di poter assicurare che il brand Alitalia sarebbe stato comunque mantenuto, pur attraverso un riconoscimento del valore di acquisto dello stesso;

   sempre il Ministro interrogato confermava quanto dichiarato dall'amministratore delegato di Ita, Franco Lazzerini, rispetto alle interlocuzioni e alle trattative in corso con alcuni vettori europei per i necessari accordi commerciali propedeutici a partnership industriali;

   articoli di stampa riportano che l'intesa di massima prevedrebbe, quale dotazione iniziale di Ita, 55-60 velivoli, per arrivare a inizio 2022 a 75 velivoli, con un numero di dipendenti all'avvio previsto tra i 4.500 e 5.000, i quali sarebbero selezionati dal bacino degli attuali dipendenti dell'Alitalia in amministrazione straordinaria da una società terza;

   sempre secondo la stampa, i servizi di handling e di manutenzione sarebbero ceduti a terze società di cui Ita dovrebbe detenere una quota di partecipazione non maggioritaria;

   gli interroganti prendono atto della scelta del Governo di continuare il lungo negoziato con la Commissione europea senza procedere all'affitto degli asset di Alitalia da parte di Ita, ma rilevano, in conseguenza di tale scelta, l'impossibilità di cogliere appieno i flussi di passeggeri della stagione estiva, dati i tempi indicati nelle audizioni parlamentari dai vertici di Alitalia e Ita per l'operatività della newco;

   gli interroganti sottolineano, altresì, l'impegno al quale il Governo è stato chiamato dal Parlamento – mediante l'ordine del giorno n. 9-02845-A/150 accolto dal Governo – al fine di preservare l'unitarietà degli asset di Alitalia, in amministrazione straordinaria, in alternativa alla vendita in parti distinte di aviation, handling e manutenzione e di garantire i livelli occupazionali nel passaggio del personale da questa ultima a Ita –:

   se confermi le anticipazioni della stampa sull'intesa di massima che sarebbe stata raggiunta con la Commissione europea su Alitalia-Ita e se, in tale contesto, non ritenga necessario esplicitare, innanzitutto presso le competenti Commissioni parlamentari, il contenuto dello schema di accordo prima che sia sottoscritto, anche al fine di garantire la salvaguardia dell'occupazione ed evitare una selezione discriminatoria del personale da trasferire da Alitalia in amministrazione straordinaria ad Ita.
(3-02297)


   FREGOLENT, MORETTO, BENDINELLI, MOR, UNGARO, MARCO DI MAIO, VITIELLO e OCCHIONERO. – Al Ministro dell'economia e delle finanze. – Per sapere – premesso che:

   il «decreto sostegni», appena approvato dal Parlamento, reca misure urgenti volte a supportare gli operatori economici che siano risultati particolarmente danneggiati dalla crisi ingenerata dalla pandemia, riconoscendo un contributo a fondo perduto in favore di professionisti e imprenditori;

   la platea dei beneficiari di tali contributi, tuttavia, all'articolo 1, comma 3, viene fortemente circoscritta dalla previsione che esclude tutti quei soggetti che abbiano dichiarato più di 10 milioni di euro di ricavi o compensi nel periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2019;

   per effetto di tale preclusione, le medie e grandi imprese italiane vengono fortemente penalizzate, nonostante la necessità di un loro sviluppo e il rafforzamento del loro elevato livello di produttività sia stata segnalata dalle principali istituzioni internazionali e, in particolare, dall'Ocse;

   in Italia si contano circa 62.000 medie imprese, le quali generano oltre il 40 per cento del prodotto interno lordo del settore privato, impiegando circa il 30 per cento della forza lavoro del nostro Paese;

   ci sono complessivamente più di 3.600 grandi imprese italiane che, da sole, impiegano circa il 21 per cento della forza lavoro, generando valore aggiunto per un totale pari a circa il 32 per cento del prodotto interno lordo nazionale;

   le catene della grande distribuzione non alimentare e i centri commerciali, fino ad ora fortemente penalizzati dalle misure di contenimento, la cui riapertura nel fine settimana è stata recentemente stabilita, generano un valore complessivo pari a più di 140 miliardi di euro l'anno, per un totale di circa 800.000 posti di lavoro;

   escludere queste realtà dalle misure di sostegno appare tanto ingiusto quanto controproducente, in quanto non tiene in considerazione il reale impatto negativo che può avere sull'economia italiana una flessione significativa del loro operare;

   in questo senso il Governo ha accolto l'ordine del giorno, a prima firma Boschi, n. 9/3099/71, riformulato, nel quale veniva sottoposta la problematica in oggetto;

   la delicata fase emergenziale che sta vivendo il Paese e la necessità di scrivere una fase postpandemica in grado di ridare speranze a cittadini, lavoratori e imprese impone il superamento di posizionamenti ideologici che hanno l'effetto di compromettere la ripartenza dell'Italia –:

   se non ritenga di dover adottare iniziative volte a modificare, già con il primo provvedimento utile, la platea dei beneficiari della disposizione di cui in premessa, al fine di superare il limite di 10 milioni di euro di fatturato 2019 e valorizzare così il fondamentale apporto delle medie e grandi imprese italiane allo sviluppo del tessuto economico e produttivo del Paese.
(3-02298)


   CLAUDIO BORGHI, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   indubbiamente la pandemia e le scelte governative di chiusura e sospensione delle attività economiche e sociali per contenere la diffusione del contagio da COVID-19 hanno avuto impatti negativi sul prodotto interno lordo e – quindi – sulla crescita economica del Paese;

   è innegabile che molte imprese e attività economiche hanno subito cali del volume di affari così drastici da metterne in dubbio la sopravvivenza: infatti, nonostante l'intervento con sostegni economici a cittadini e imprese, alcune lentezze nell'erogazione di fondi non hanno permesso di raggiungere tempestivamente tutte le persone e le attività economiche in difficoltà e, comunque, non hanno potuto compensare pienamente il fermo dell'attività;

   secondo Banca d'Italia, ogni settimana di lockdown costa all'Italia lo 0,5 per cento del prodotto interno lordo annuo, circa 9 miliardi di euro ai valori attuali; per Svimez, addirittura, il lockdown costa 47 miliardi di euro al mese;

   per Confesercenti (dossier «Le imprese nella pandemia: marzo 2020-marzo 2021») il bilancio del primo anno di pandemia è un bollettino di guerra: dal primo lockdown alla seconda ondata, dodici mesi di convivenza forzata con il virus sono costati all'Italia una riduzione di 183 miliardi di euro del prodotto interno lordo, di cui –104 miliardi durante la prima ondata (marzo-giugno 2020) e –53 miliardi durante seconda ondata (novembre 2020-marzo 2021);

   secondo una stima della Coldiretti, il superamento del coprifuoco e la possibilità di apertura all'interno dei locali per il servizio al tavolo, ristoranti, pizzerie ed agriturismi in tutta Italia vale in fatturato almeno 3,5 miliardi di euro al mese, coinvolgendo circa 70 mila industrie alimentari e 740 mila aziende lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro;

   il trend epidemiologico in calo e l'avanzamento della campagna vaccinale confermano la necessità di non proseguire oltre con le chiusure e le sospensioni delle attività –:

   se il Ministro interrogato possa fornire una stima di quanto prodotto interno lordo si sia generato con le prime riaperture rispetto alla fase di lockdown rigoroso e totale e di quanto sia stata effettivamente la perdita di prodotto interno lordo da inizio pandemia ad oggi direttamente o indirettamente imputabile all'adozione di misure di lockdown.
(3-02299)


   PELLA, OCCHIUTO, CANNIZZARO, D'ATTIS, MANDELLI, PRESTIGIACOMO e PAOLO RUSSO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la sentenza della Corte costituzionale n. 80 del 2021 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dei commi 2 e 3 dell'articolo 39-ter del decreto-legge n. 162 del 2019;

   la situazione prodotta da tale sentenza mette a forte rischio i bilanci di diverse centinaia di enti locali, tra cui anche alcune grandi città, sia del Nord che del Sud del Paese, obbligando ad un ripiano delle passività in un arco temporale breve con evidente insostenibilità sulla tenuta finanziaria;

   Anci e Upi hanno chiesto al Governo di adottare una soluzione normativa urgente per far fronte alle ricadute della sentenza della Corte costituzionale n. 80 del 2021, anche considerata la ravvicinata scadenza del termine per l'approvazione del bilancio 2021/2023 –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo per definire una soluzione a regime in merito alla criticità esposta in premessa e scongiurare il rischio di dissesto che incombe su numerosi enti locali e il conseguente danno che si verrebbe a produrre sui cittadini.
(3-02300)


   ROSPI, RUFFINO, SILLI, GAGLIARDI, SORTE, PEDRAZZINI, DELLA FRERA, BOLOGNA, NAPOLI e BENIGNI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze — Per sapere – premesso che:

   con il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, cosiddetto «decreto rilancio», sono stati introdotti nuovi incentivi in materia di efficienza energetica, «sisma bonus», fotovoltaico e mobilità elettrica;

   il «decreto rilancio», all'articolo 119, ha previsto il cosiddetto «superbonus», ovvero l'incremento al 110 per cento delle aliquote previste per le detrazioni delle spese sostenute dal 1^ luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per gli interventi in ambito di efficienza energetica, di riduzione del rischio sismico, di installazione di impianti fotovoltaici e di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici;

   ciò si pone in linea con Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec), che sottolinea il grande potenziale di efficienza del settore edilizio, soprattutto qualora le misure di riqualificazione energetica vengano adottate insieme a quelle di ristrutturazione edilizia, sismica, impiantistica ed estetica di edifici e quartieri, in coerenza con la strategia di riqualificazione del parco immobiliare al 2050;

   l'agevolazione fiscale di cui all'articolo 119 del citato «decreto rilancio» consiste in una detrazione di imposta lorda, da ripartire tra gli aventi diritto in 5 quote annuali di pari importo per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2021 e in 4 quote annuali di pari importo per le spese effettuate nell'anno 2022. L'agevolazione fiscale è concessa al contribuente qualora esegua interventi di efficientamento energetico o interventi antisismici, che aumentino il livello di efficienza energetica dell'edificio o abitazione esistente di almeno due classi;

   la legge di bilancio per il 2021, legge 30 dicembre 2020, n. 178, ha prorogato il «superbonus» al 30 giugno 2022 e in determinate situazioni fino al 31 dicembre dello stesso anno o al 30 giugno del 2023;

   ad oggi si contano solo circa 35.000 richieste di attivazione del «superbonus» in tutta Italia, a fronte di una potenziale platea di oltre 17 milioni di edifici costruiti prima del 1980 e non corrispondenti alle norme vigenti in materia di efficienza energetica e sicurezza sismica –:

   quali iniziative di competenza, anche attraverso il rifinanziamento della misura, il Ministro interrogato intenda assumere al fine di prorogare oltre la scadenza di giugno 2022 la misura del «superbonus 110 per cento» prevista dall'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020.
(3-02301)


   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il Segretario del Partito democratico, forza politica che sostiene la maggioranza di Governo, pochi giorni fa ha proposto di aumentare la tassazione sulle successioni per finanziare una «dote» in favore dei ragazzi che compiono 18 anni;

   secondo la proposta, ai ragazzi, che oggi hanno un'età compresa tra 13 e 17 anni, al momento del compimento del diciottesimo anno di età sarebbe corrisposta una dote di diecimila euro, finanziata con un aumento dell'imposta di successione che porterebbe la tassazione massima per le eredità e donazioni tra genitori e figli sopra i cinque milioni di euro al 20 per cento;

   la misura troverebbe applicazione solo per una parte dei diciottenni perché sarebbe ancorata a parametri reddituali Isee della famiglia di appartenenza e interesserebbe circa 280 mila giovani ogni anno, per un costo complessivo di quasi 3 miliardi di euro;

   dalle notizie apparse sui giornali sembrerebbe che il Presidente del Consiglio dei ministri non abbia accolto favorevolmente la proposta, fatto che, tuttavia, non ha fermato alcuni esponenti della maggioranza nel continuare a sostenerla e proporla;

   a parere degli interroganti, l'attuale momento storico non appare adatto al varo di ulteriori imposte o all'aumento di quelle esistenti –:

   quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla proposta avanzata dal Partito democratico di cui in premessa.
(3-02302)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PAOLO RUSSO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   a seguito della emanazione delle Linee guida da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il pubblico può avere accesso all'interno degli ippodromi durante le giornate in cui si svolgono le corse;

   purtroppo, le scommesse non possono essere ancora accettate a causa della conferma ufficiale del divieto, reso pubblico con una nota dell'Adm;

   infatti, le disposizioni che hanno sospeso le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19 sono tuttora vigenti; quindi, è inibita la raccolta delle scommesse sulla rete fisica all'interno degli ippodromi fino al 1o luglio, data dopo la quale cesserà il divieto di raccolta fisica di tutte le scommesse su tutto il territorio nazionale;

   negli ippodromi il gioco è vietato anche se organizzato nel rispetto delle norme di sicurezza ordinariamente vigenti negli altri luoghi aperti al pubblico. Si consideri che la presenza di punti di accettazione delle scommesse è organizzabile all'aperto, in apposite strutture, quali gazebo o similari;

   sono quindi possibili le sole scommesse on line, costringendo gli ippodromi a dotarsi di reti wi-fi per consentire agli spettatori il collegamento on line con i siti di scommesse senza essere penalizzati dal fatto di seguire le corse dal vivo;

   molti operatori del settore sono rimasti stupiti, poiché il blocco delle scommesse ippiche fisiche negli ippodromi all'aperto non appare più rischioso delle giocate alle lotterie nazionali effettuate fisicamente nelle edicole o al tabaccaio –:

   se il Governo non ritenga necessario adottare opportune iniziative normative per dare soluzione alle problematicità esposte in premessa, ove si consideri che la mancata apertura del comparto giochi comporta minori entrate stimate in 20 milioni di euro al giorno.
(5-06073)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   FERRO e VINCI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con una nota dell'8 aprile 2021, le sigle sindacali maggiormente rappresentative della categoria dei lavoratori del comparto sicurezza, hanno proclamato lo stato di agitazione a fronte del perdurare delle criticità che, da tempo, caratterizzano la casa circondariale di Castrovillari, con gravi ripercussioni negative sul piano della tutela degli agenti di polizia penitenziaria che vi lavorano e sul regolare andamento dell'istituto in termini di ordine e sicurezza;

   come si legge nella nota, in particolare, «L'attuale situazione dell'organico di Castrovillari è assolutamente deficitaria per il ruolo degli ispettori e, ancor di più, degli agenti/assistenti uomini. Infatti, a fronte di n. 15 ispettori previsti (n. 12 uomini e n. 3 donne) ne sono attualmente presenti n. 6 (solo uomini pur in presenza di una sezione femminile), mentre a fronte dei n. 70 agenti/assistenti uomini dell'organico previsto ne sono in servizio n. 60 (dai n. 73 della forza operativa vanno detratti n. 13 recentemente passati al ruolo di sovrintendenti). Di questi 60, n. 4 sono assenti da lungo tempo per malattia ed ormai prossimi al pensionamento, per cui di fatto non rientreranno più in servizio; n. 2, invece, sono stati già destinatari di provvedimento di messa in quiescenza nei prossimi mesi. Di conseguenza, allo stato attuale, tolte le n. 7 unità assegnate al locale N.T.P., il servizio a turno del reparto maschile e buona parte di quello degli uffici/settori viene garantito da n. 47 unità»;

   la mancanza di personale rende gravosa la condizione lavorativa degli agenti di polizia e costringe ad affrontare turni massacranti, anche in considerazione dell'elevato numero di traduzioni necessarie a seguito della soppressione del tribunale di Rossano;

   i sindacati lamentano, altresì, la mancata esecuzione di numerosi trasferimenti di detenuti per motivi che vanno dall'ordine e sicurezza, all'osservazione psichiatrica, ai motivi sanitari, così come la condizione igienico-sanitaria dell'istituto penitenziario, l'unico della regione Calabria dove le camere detentive non sono dotate di docce, in palese violazione del dettato normativo;

   altra situazione deficitaria riscontrata è quella relativa all'area contabile, al punto che un giorno a settimana viene assegnato in missione un contabile dalla casa circondariale di Paola, a fronte di due unità di polizia penitenziaria inviate in missione presso il Prap di Catanzaro in qualità di autista di un contabile del penitenziario di Castrovillari, distogliendo ulteriori risorse dall'organico;

   tale grave situazione, peraltro, è stata denunciata anche con riferimento al C.R. Ucciardone di Palermo, dove i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione per i continui e non più tollerabili episodi di violenza ai danni degli agenti di polizia penitenziaria, che lavorano costantemente sotto organico, con gravi ed evidenti ripercussioni sul carico di lavoro e di stress e, ovviamente, sulla sicurezza interna ed esterna alla struttura penitenziaria –:

   se il Governo sia a conoscenza dei gravi fatti esposti in premessa e quali immediate iniziative di competenza intenda assumere per sanare le criticità relative alla casa circondariale di Castrovillari e, in generale, a tutti gli istituti penitenziari italiani, con particolare riguardo alla cronica carenza di organico, anche attingendo eventualmente alle graduatorie vigenti, e alla esecuzione dei trasferimenti, soprattutto per motivi di ordine e sicurezza;

   di quali informazioni disponga in merito alla situazione degli istituti penitenziari italiani, con particolare riferimento agli organici della polizia penitenziaria e alle condizioni di sicurezza interna.
(4-09354)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   SOZZANI e ROSSO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il collegamento ferroviario alta velocità Torino-Lione è un'infrastruttura di rilevanza strategica inserita all'interno delle reti transeuropee dei trasporti (Ten-T);

   la tratta in territorio italiano da Torino a Bussoleno è parte integrante dell'opera complessiva, e il suo tracciato è stato oggetto di definizione in sede europea ai fini del relativo finanziamento, ma la sua progettazione è stata sospesa dal 2019 dall'allora Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli;

   il 12 maggio 2021 il Ministro interrogato, in un'intervista, ha dichiarato in merito alla realizzazione della tratta Torino Bussoleno di voler ricorrere al dibattito pubblico, al fine di ragionare sul tracciato e sulle opere compensative;

   su questa affermazione il Ministro è tornato in replica ad alcune domande poste nel corso dell'audizione svolta presso la Commissione trasporti della Camera in data 20 maggio 2021 precisando che il riferimento riguardasse nello specifico il tratto Avigliana-Orbassano;

   sempre in tale sede il Ministro non ha ritenuto di fornire una specifica risposta alla domanda posta da diversi deputati, tra cui anche il primo firmatario del presente atto, in merito alla nomina di un commissario per la realizzazione dell'opera, richiesta in tal senso già avanzata con forza dalla regione Piemonte –:

   se il Governo non intenda nominare un commissario per la realizzazione della tratta ferroviaria Torino Bussoleno.
(5-06092)


   GARIGLIO, DI GIORGI e CARNEVALI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il 3 marzo del 1999 veniva stipulato l'Accordo quadro, tra regione Toscana, provincia di Firenze, comune di Firenze, Ministero dei trasporti e Ferrovie dello Stato s.p.a., per il completamento del progetto relativo al Polo tecnologico ferroviario ubicato nel comune di Firenze in località Osmannoro;

   il 24 maggio 2001, veniva sottoscritto l'accordo di programma quadro per la definizione delle risorse finanziarie necessarie per la realizzazione dell'Impianto dinamico polifunzionale e del Centro dinamica sperimentale dell'Osmannoro, completato nel 2004;

   con il Protocollo d'intesa, 18 maggio 2005, si sono convenute le condizioni per la delocalizzazione dell'attività di manutenzione dei rotabili dalle Officine di Porta al Prato negli impianti ferroviari di Firenze Osmannoro;

   ad oggi il Polo tecnologico ferroviario del comprensorio fiorentino dell'Osmannoro ha assunto la forma di realtà unica e completa per quanto racchiude al proprio interno il «ciclo del materiale rotabile» ospitando, il Centro dinamica sperimentale e le due officine dedicate alla manutenzione ciclica delle carrozze nazionali di Trenitalia ed alla manutenzione corrente dei treni regionali della Toscana di Trenitalia;

   la manutenzione ciclica delle carrozze terminerà alla fine del 2021 e, nella metà del 2022, Trenitalia punterà principalmente sull'acquisto di nuovo materiale rotabile e, conseguentemente, a conservare solo le 600 carrozze medie distanze;

   nel corso del 2019 sono entrati in funzione i primi treni «Rock e Pop» ed, entro il 2022, le flotte regionali potranno utilizzare 450 nuovi treni frutto della commessa di un valore di circa 4 miliardi e mezzo di euro assegnata a Hitachi e Alstom;

   si ritiene urgente effettuare gli investimenti tecnologici necessari per adeguare l'officina per la manutenzione ciclica dei treni di nuova generazione «Rock e Pop» e nello stesso tempo, visto che terminerà il lavoro delle 600 carrozze media distanza, effettuare la manutenzione ciclica dei treni Vivalto oggi utilizzati in Toscana di cui circa 180 nell'officina di Osmannoro –:

   se il Ministro interrogato non intenda – per quanto di competenza – adottare iniziative per salvaguardare la piena funzionalità di tutti i servizi ospitati presso l'officina di Trenitalia di Osmannoro a Firenze, promuovendo l'affidamento al polo di Osmannoro, dal 2024, della manutenzione ciclica dei treni «Rock e Pop», anche al fine di tutelare e valorizzare le risorse umane, altamente qualificate, che da anni prestano servizio presso tali sedi.
(5-06093)


   TASSO, GAGLIARDI, ROSPI, SILLI, BOLOGNA, DELLA FRERA, PEDRAZZINI e RUFFINO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la giornata del 23 maggio 2021 è stata funestata dalla strage derivata dalla caduta della funivia di Stresa-Mottarone, dove hanno perso la vita 14 persone;

   l'incidente si ipotizza possa essere stato provocato dal tranciamento del cavo traente dell'impianto, la fune d'acciaio che produce il movimento delle cabine. È ancora in fase di accertamento se la rottura del cavo sia causa diretta dell'evento o conseguenza di un'anomalia del funzionamento, che avrebbe spostato la fune fuori dalle guide provocandone lo strappo;

   di certo, la cabina dove erano trasportate le persone ha cominciato ad arretrare, senza intervento di alcun freno, andando a sbattere contro un pilone portante, prima di precipitare per oltre quindici metri e lungo il pendio;

   dalle prime informazioni raccolte, l'ultima revisione ai cavi, volta a verificarne l'integrità, era stata effettuata a novembre 2020, anche tramite apposito controllo magnetoscopico. Ultima revisione generale di tutti gli elementi dell'impianto pare essere stata effettuata nel 2016;

   a ciò sarebbero dovute aggiungersi anche le ispezioni ministeriali sulla struttura, anche per il tramite dell'Ustif di Torino ad oggi non ancora rese pubbliche;

   questa disgrazia, come si sa, non è purtroppo l'unica che ha riguardato recentemente una infrastruttura italiana. L'evento va ad aggiungersi ad un triste elenco, costituito dai crolli dei ponti di Genova ed Albiano Magra (MS) sino ai deragliamenti ferroviari di Viareggio e della Lombardia. Sembra ormai evidente che i sistemi di vigilanza ministeriale, anche se cambia l'Ente preposto (Ministero, Ustif o Ansfisa), siano insufficienti;

   nello specifico, poi, occorre evidenziare come l'incidente si sia verificato su un impianto di risalita montano, appena un giorno dopo la riapertura. Questi sistemi, come noto, sono stati fermi per tutto il periodo dell'emergenza sanitaria da Covid-19: occorre perciò urgentemente accertare se il prolungato inutilizzo abbia reso meno sicuri gli impianti di risalita o se la concomitanza tra la tragedia di Stresa e la riapertura sia stata solo una tragica coincidenza –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per implementare il sistema di controllo e vigilanza ministeriale sulle infrastrutture italiane, al fine di garantirne la sicurezza per gli utenti e, nello specifico, per verificare se il prolungato inutilizzo degli impianti di risalita montani abbia accentuato il rischio di malfunzionamenti.
(5-06094)


   MACCANTI, RIXI, GUSMEROLI, CAPITANIO, DONINA, FOGLIANI, FURGIUELE, GIACOMETTI, TOMBOLATO, ZANELLA e ZORDAN. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   l'incidente alla funivia Stresa-Mottarone del 23 maggio 2021, che ha causato 14 vittime e un minore ferito grave, è una tragedia nazionale;

   ancora non sono certe le dinamiche del malfunzionamento dell'impianto, anche se dalle prime ricostruzioni emergerebbe che a causare l'incidente sia stata una combinazione di rottura del cavo e mancata attivazione del freno di emergenza della cabina, la quale al momento dell'incidente si trovava a 100 metri dall'ultimo pilone, in uno dei punti più alti dell'impianto;

   l'ultimo intervento di manutenzione e sicurezza da parte dell'azienda altoatesina Leitner – società operante nel settore delle tecnologie funiviarie a cui si deve la costruzione dell'impianto in questione – era stato svolto il 3 maggio 2021 proprio sulle centraline idrauliche dei freni d'emergenza coinvolti dal malfunzionamento;

   una revisione completa era stata fatta da parte della stessa Leitner tra il 2014 e il 2016, la società ha inoltre dichiarato che l'ultimo controllo magnetoscopico della fune è stato effettuato a novembre del 2020 e gli esiti dello stesso non hanno fatto emergere criticità;

   in merito alla vicenda è stata aperta un'inchiesta dalla procura di Verbania per fare luce sull'accaduto e per accertare eventuali responsabilità penali;

   il Ministero ha già istituito una commissione ispettiva di esperti che dovrà redigere una relazione dettagliata da presentare al Ministro sulle cause tecniche e organizzative che hanno provocato l'incidente;

   tali approfondimenti andranno ad aggiungersi agli accertamenti della direzione generale per le investigazioni ferroviarie e marittime (Dgfema), che ha avviato un'inchiesta finalizzata ad accertare le cause dirette ed indirette dell'incidente per individuare le azioni più opportune per evitare il ripetersi di eventi analoghi;

   tale tragedia conferma che serve urgentemente un piano straordinario per le manutenzioni delle infrastrutture, secondo precisi cronoprogrammi –:

   quali ulteriori iniziative di competenza intenda adottare per far luce su questa tragedia nel più breve tempo possibile e per imprimere una svolta nell'affrontare le gravi carenze di manutenzione che coinvolgono molte infrastrutture del nostro Paese.
(5-06095)


   SCAGLIUSI, BARBUTO, LUCIANO CANTONE, CARINELLI, DE LORENZIS, FICARA, GRIPPA, LIUZZI, MARINO, RAFFA, SERRITELLA e TRAVERSI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la necessità di agire velocemente durante l'emergenza pandemica ha portato spesso alla pubblicazione di decreti cosiddetti «omnibus», caratterizzati per la loro stessa natura da un elevato grado di complessità attuativa, tale da richiedere ulteriori norme per definire i contenuti di dettaglio. Per questa ragione i decreti attuativi hanno assunto un rilievo fondamentale per l'applicazione delle norme approvate;

   i decreti attuativi richiesti per le leggi pubblicate durante la XVIII legislatura infatti sono complessivamente 1.183, di cui 637 ancora da pubblicare (secondo dati OpenPolis, al 14 maggio 2021);

   sempre secondo la ricerca citata, il Ministero maggiormente coinvolto risulterebbe essere quello dell'economia e delle finanze, mentre al secondo posto compare invece il Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili. Quest'ultimo dicastero dovrebbe emanare complessivamente 97 decreti attuativi;

   alcuni di questi, considerati di estrema rilevanza, dovrebbero concernere disposizioni attinenti a competenze afferenti a più di un dicastero. Si citano, a titolo esemplificativo, ma non esaustivo: il decreto per il collocamento della gente di mare; il decreto volto a ristorare i gestori aeroportuali e i prestatori di servizio aeroportuale di assistenza a terra; il decreto volto all'ammodernamento di corsie preferenziali per il trasporto pubblico locale o le piste ciclabili; il decreto attuativo dei progetti sperimentali di trasporto scolastico sostenibile con mezzi di trasporto ibridi o elettrici; il decreto per l'esecuzione dei controlli alle macchine agricole da sottoporre a revisione;

   ad aprile 2021, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili si è riorganizzato e, secondo fonti di stampa, ha fissato le sue priorità politiche nella direttiva per l'attività amministrativa e la gestione per il 2021 firmata dal Ministro Giovannini;

   dalle priorità politiche derivano 17 obiettivi strategici e 58 obiettivi operativi, con particolare attenzione rivolta proprio alla rapidità di predisposizione dei decreti attuativi previsti dalla normativa vigente;

   in particolare la direttiva individua per l'anno 2021:

    a) gli obiettivi strategici per la realizzazione delle priorità dell'indirizzo politico di Governo nelle materie di competenza del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili;

    b) gli obiettivi operativi annuali per l'attuazione dei predetti obiettivi strategici, con l'indicazione dello sviluppo temporale;

    c) le risorse finanziarie, umane e strumentali assegnate alle strutture di pertinenza –:

   quali iniziative intenda porre in essere al fine di gestire la problematica rappresentata in premessa e se esista attualmente un cronoprogramma che assicuri l'emanazione dei decreti attuativi nei tempi previsti.
(5-06096)


   ROTELLI e SILVESTRONI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio 2021 (legge 30 dicembre 2020, n. 178) ha modificato la normativa in materia di revisione dei veicoli a motore (di cui all'articolo 80 del codice della strada), al fine di adeguarne la relativa tariffa e ha introdotto al contempo, come misura compensativa, per un triennio, un buono denominato «buono veicoli sicuri»;

   l'articolo 1, commi 705-707, prevede che con decreto ministeriale sia novellato l'articolo 2, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Ministro dei trasporti 2 agosto 2007, n. 161, modificando la tariffa per la revisione dei veicoli a motori e dei loro rimorchi e «aumentandola di un importo pari a 9,95 euro»;

   a più di 5 mesi dall'approvazione della legge di bilancio, però, non sono ancora stati emanati dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili i decreti attuativi relativi alle citate disposizioni, con un importante nocumento per tutto il settore: si stima, infatti, per esso una perdita di fatturato di circa 600.000 mila euro al giorno –:

   quali saranno i tempi di emanazione dei decreti attuativi e se non ritenga necessario adottare le iniziative di competenza, con estrema urgenza, per sanare questa inadempienza.
(5-06097)

Interrogazioni a risposta scritta:


   TORTO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   a partire dagli ultimi mesi del 2020 si sta registrando l'incremento dei costi per l'acquisto di alcune materie prime che sta determinando forti preoccupazioni di molte imprese;

   secondo l'Ance il prezzo dell'acciaio, tra novembre 2020 e febbraio 2021, ha registrato un aumento eccezionale pari a circa il 130 per cento (elaborazione dell'Ancesu dati Meps – prezzo base del «ferro - acciaio tondo per cemento armato»), mentre altri materiali di primaria importanza per l'edilizia, come, ad esempio i polietileni, nello stesso periodo hanno mostrato incrementi superiori al 40 per cento, il rame ha fatto registrare un +17 per cento e il petrolio un +34 per cento (Fonte Prometeia);

   tali aumenti potrebbero risultare straordinari rispetto alle normali variazioni di mercato, in quanto condizionati dagli effetti della pandemia sulle produzioni sia di materie prime che di prodotti industriali;

   un effetto inaspettato potrebbe verificarsi nel campo dell'edilizia ed in particolare sulle imprese appaltatrici delle ricostruzione nelle aree geografiche che hanno subito danni agli immobili e alle infrastrutture a causa degli eventi sismici degli ultimi anni. Infatti, un aumento di proporzioni inaspettate del materiale edilizio potrebbe compromettere la regolare esecuzione degli appalti, che diventerebbero antieconomici per le imprese;

   sul fronte dell'edilizia privata potrebbero verificarsi ripercussioni su misure molto importanti decise dallo Stato. Negli ultimi anni come i vari bonus legati alle ristrutturazioni, in quanto potrebbero lievitare sensibilmente i costi preventivati, con conseguente aumento delle spese per i cittadini, soprattutto per quegli interventi detraibili solo parzialmente;

   ai rincari sui materiali si potrebbe aggiungere anche una ulteriore problematica legata alla reperibilità degli stessi, che causerebbe un inevitabile rallentamento degli interventi appaltati in corso, oltre a ripercuotersi sulle misure previste dal Recovery Plan in termini di tempi di realizzazione;

   è necessario intervenire sia sul tema dei rincari delle materie prime e ad uso edilizio, sia in ordine alle difficoltà della filiera legata alla reperibilità delle stesse –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo per fronteggiare le criticità esposte al fine di salvaguardare i cantieri della ricostruzione post sisma e il comparto dell'edilizia legato agli interventi sugli immobili che beneficiano dei bonus statali.
(4-09364)


   DE GIORGI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   nel giugno del 2019, nel contesto del Programma operativo nazionale «Infrastrutture e reti» 2014-2020, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha ufficializzato l'Avviso pubblico di manifestazione di interesse per la formulazione di proposte progettuali nell'ambito della linea di azione II.2.2 - Infomobilità - prot. n. 10612 del 20 giugno 2019. L'invito ha visto come destinatari pubbliche amministrazioni e soggetti pubblici o privati gestori della rete infrastrutturale o di sistemi/piattaforme digitali di info-mobilità;

   il Pon «Infrastrutture e Reti» 2014-2020 è volto a perseguire le priorità dell'Unione europea nell'ambito delle infrastrutture di trasporto nelle regioni meno sviluppate di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Il Programma ha come obiettivo quello di ridefinire modelli, moduli e flussi dell'architettura nazionale dei sistemi telematici per la circolazione e i trasporti in Italia, finalizzati al miglioramento, all'evoluzione e all'attuazione dei contenuti in tutte le sue componenti, in modo da fornire agli utenti un quadro di riferimento che contribuisca alla realizzazione e alla diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti (Its);

   nei termini previsti dall'avviso pubblico in oggetto, il comune di Taranto ha presentato la proposta progettuale denominata «SmartTaranto 4.0». L'intervento, per un importo di euro 2.920.063,80, prevede la realizzazione di un sistema Its da installare presso la centrale operativa del comando della polizia locale del comune di Taranto che sia in grado di monitorare lo stato del territorio urbano, di interagire con i flussi semaforici modificando i piani di traffico in modo programmato o on-demand, fornire informazioni agli utenti sullo stato della mobilità cittadina (info-mobilità) attraverso pannelli a messaggio variabile, siti web e app dedicate, integrate con i moderni sistemi di navigazione veicolare;

   il 7 luglio 2020, come si evince dal verbale di valutazione finale, il gruppo di valutazione (GdV) istituito per l'esame dei progetti da ammettere a finanziamento a valere sul Pon «Infrastrutture e Reti 2014-2020» ha approvato la proposta progettuale avanzata dal comune di Taranto attribuendo alla stessa un punteggio pari a 66;

   nel medesimo verbale di valutazione finale, il GdV ha ritenuto di approvare con l'attribuzione di un punteggio pari a 78, anche la proposta progettuale che, denominata «Monkey», è stata presentata dal Comune di Bari sempre nell'ambito del Pon «Infrastrutture e reti» 2014-2020;

   tale approvazione si è registrata nonostante in un primo momento la proposta progettuale del comune di Bari fosse stata dichiarata inammissibile stando al verbale di valutazione provvisorio redatto dal GdV in data 17 gennaio 2020, perché non era stata evasa la richiesta di integrazioni necessarie per la qualificazione del progetto che era stata avanzata dall'Autorità di gestione del Pon «Infrastrutture e Reti» 2014-2020. Come si evince dalla nota del Ministero prot. 0018292 del 13 novembre 2019, le integrazioni in questione avrebbero dovuto essere inoltrate entro il termine perentorio di 30 giorni a partire proprio dal 13 novembre 2019;

   dagli atti dell'istruttoria amministrativa e tecnica del Pon in questione si può notare come le integrazioni siano state trasmesse all'Autorità richiedente solo il 10 aprile 2020, con un ritardo di oltre quattro mesi. Ad ogni modo, nonostante il mancato rispetto del termine, la documentazione integrativa inoltrata dal comune di Bari è stata ammessa determinando la successiva approvazione del suo progetto denominato «Monkey» ed il conseguente slittamento in graduatoria del progetto «SmartTaranto 4.0» che, pur essendo ammissibile, a questo punto non è più finanziabile –:

   quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per chiarire i criteri che hanno comportato l'approvazione di una proposta progettuale inizialmente esclusa per la mancata trasmissione in tempo utile delle integrazioni necessarie per la sua valutazione.
(4-09368)

INTERNO

Interrogazione a risposta immediata:


   PAGANI, ENRICO BORGHI, CECCANTI, CIAMPI, FIANO, GIORGIS, POLLASTRINI, RACITI, BERLINGHIERI e LORENZIN. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa si è appreso che sul sito della Polizia di Stato è stato pubblicato un bando di gara di interesse per la Polizia di Stato, l'Arma dei carabinieri, la Guardia di finanza e la polizia penitenziaria per la gestione e l'implementazione della rete 4G – e per le sue evoluzioni, come, ad esempio, il 5G – sul territorio di undici province italiane (Bari, Belluno, Bologna, Cagliari, Catania, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino);

   il bando, per un valore complessivo che si aggirerà intorno al miliardo di euro, prevede anche la fornitura dell'equipaggiamento hardware, ossia di tablet, smartphone, accessori per encoder video hd, e di «sim abilitate al traffico dati che consentano la fruizione dei servizi di comunicazione e di connettività», nonché la fornitura di «servizi di videosorveglianza in mobilità» e di «servizi di accesso alle banche dati»;

   è evidente che chi si aggiudicherà la gara avrà, dunque, la responsabilità della sicurezza delle telecomunicazioni delle forze dell'ordine, del loro equipaggiamento e del transito di dati sensibili; è bene inoltre ricordare, come segnalato dagli esperti, che la rete 5G è molto più veloce e performante di quella 4G, ma la sua possibile violazione da parte di attori ostili espone i suoi utilizzatori a rischi molto maggiori;

   le province coinvolte appaiono tutte non solo nevralgiche sotto il profilo della sicurezza nazionale, ma anche molto sensibili sotto quello della sicurezza internazionale e transatlantica, considerato che nel loro territorio si trovano anche la base di Sigonella (Catania) e il Comando Nato per il Sud Europa (Napoli);

   quel che desta maggior allarme è il fatto che il bando sembra fare solo generici riferimenti al tema della sicurezza, mentre il criterio determinante per la sua aggiudicazione sembra risiedere nel «miglior rapporto qualità-prezzo»;

   i tempi sono ormai strettissimi, alla luce del fatto che le offerte devono essere presentate entro il 28 maggio 2021, mentre la procedura di aggiudicazione della prima tranche, con un valore stimato dell'appalto di oltre 133 milioni di euro, si aprirà a inizio giugno 2021 –:

   se il Governo abbia adottato tutte le iniziative necessarie atte ad evitare che le nostre forze di polizia siano esposte all'ingerenza di soggetti non sicuri e se non ritenga opportuno stabilire requisiti assai più stringenti, atti a garantire che chiunque si aggiudichi il bando possa offrire le necessarie garanzie in termini di sicurezza e affidabilità.
(3-02295)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SCHIRÒ e LA MARCA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   le misure di contenimento della pandemia e di distanziamento sociale, adottate in modo pressoché generalizzato nei Paesi nei quali sono insediate le maggiori comunità di italiani, hanno ulteriormente limitato e appesantito lo svolgimento dei servizi consolari per i connazionali, che hanno visto aumentare le già gravi difficoltà di ottenere risposte in tempi congrui anche per le pratiche amministrative più necessarie ed urgenti;

   in particolare, i tempi per ottenere degli appuntamenti con gli uffici consolari si sono progressivamente dilatati, oscillando, secondo le circoscrizioni, da alcuni mesi a qualche anno, con comprensibili e seri disagi per coloro che, ad esempio, hanno bisogno del rinnovo dei documenti di identità e del passaporto;

   le conseguenze di tale situazione, oltre a riversarsi sulle esigenze personali degli utenti, costituiscono anche delle remore di non poco conto in vista di un'auspicabile ripresa della mobilità internazionale e dei flussi turistici «di ritorno» verso l'Italia, in particolare quando impediscono il rinnovo dei documenti, come il passaporto e la carta di identità, che abilitano al passaggio delle frontiere;

   il decreto-legge 30 aprile 2021, n. 56 (Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi), ha stabilito la proroga al 30 settembre 2021 dei documenti di identità, come i passaporti e le carte d'identità, ma ai soli fini dell'identificazione delle persone, non come titoli di legittimazione alla mobilità internazionale;

   la mancanza di un attestato di proroga, per altro, non mette i cittadini all'estero al riparo dagli inconvenienti derivanti dall'accertamento da parte degli organi di polizia locali che il documento esibito sia formalmente scaduto;

   la scadenza della proroga (30 settembre) all'estero in molti casi non consente il rinnovo dei documenti di identità per la difficoltà ad avere entro quei termini i necessari appuntamenti con gli uffici consolari;

   in Europa, da alcuni mesi, è stata avviata la distribuzione della carta di identità elettronica anche agli iscritti all'Aire, tuttavia con tempi che sono condizionati dalla situazione degli uffici consolari sopraindicati;

   il ritardo nella consegna della carta di identità elettronica comporta conseguenze di ordine pratico, in quanto in alcuni Paesi, come la Germania, ne è richiesto il possesso come condizione per aprire un conto corrente bancario, per ottenere una scheda telefonica, e così via;

   molti interessati che si sono rivolti ai consolati hanno avuto l'indicazione che la via più praticabile nell'immediato poteva essere quella di richiedere la carta di identità presso i comuni di residenza Aire –:

   se non ritengano di adottare iniziative al fine di consentire l'emissione della carta di identità elettronica presso i comuni di iscrizione all'Aire per coloro che ad essi si rivolgeranno per il rinnovo di tale documento, allo scopo di decongestionare gli uffici consolari in questa fase di particolare difficoltà e, in prospettiva, di evitare inutili duplicazioni;

   se non ritengano di prevedere un piano di intervento straordinario volto all'avvio di un percorso di regolarizzazione nell'attività dei consolati che consenta a coloro che intendano rientrare in Italia nel corso dei prossimi mesi estivi di dotarsi dei necessari documenti di viaggio.
(5-06069)

Interrogazioni a risposta scritta:


   IEZZI e GIGLIO VIGNA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   si ha notizia dalla stampa che lunedì 17 maggio 2021 sarebbero atterrati all'aeroporto di Fiumicino, grazie a un corridoio umanitario, dall'isola greca di Lesbo 40 profughi, di cui 13 minori;

   l'arrivo – previsto da un protocollo firmato tra Sant'Egidio e il Ministero dell'interno – sarebbe stato realizzato anche grazie alla collaborazione delle autorità greche e al sostegno della Commissione europea;

   i migranti, di nove nazionalità diverse, tra cui l'Afghanistan e alcuni Paesi africani, saranno ricollocati in diverse regioni italiane (Lazio, Lombardia, Liguria, Piemonte, Sicilia, Puglia, Molise, Friuli e Trentino-Alto Adige) a carico di Sant'Egidio, Chiese protestanti, parrocchie e associazioni come la Comunità Papa Giovanni XXIII;

   il modello sperimentato dei corridoi umanitari appare sicuramente una «buona pratica» per il contrasto al traffico di esseri umani che, tuttavia, risulta del tutto vanificata dal contestuale incremento dei flussi migratori illegali verso il nostro Paese;

   secondo quanto dichiarato dallo stesso Ministro interrogato, in audizione presso il Comitato Schengen, ad oggi, sono 13.358 i migranti arrivati via mare nel 2021, con un picco di 3.500 a maggio: la maggior parte (8.987) è partita dalla Libia, segue la Tunisia (4.041) e circa mille provengono anche da Grecia e Turchia;

   sempre secondo fonti del Ministero dell'interno, dopo il noto Accordo di Malta, dal 23 settembre 2019, al 18 maggio 2021, dei 52.845 immigrati sbarcati in Italia, solo 995 sarebbero stati ricollocati in altri Paesi europei;

   pertanto, oltre alle dichiarazioni di intenti di questi ultimi giorni, relativamente a negoziati in corso per accordi tra le istituzioni comunitarie e i Governi di Tripoli e Tunisi per bloccare le partenze, sarebbe invece auspicabile la stessa collaborazione ed un uguale intervento di aiuto da parte degli altri Paesi europei e dalla stessa Commissione europea nei confronti dell'Italia –:

   quali iniziative intenda assumere relativamente a quanto esposto in premessa in ambito comunitario, in accordo con gli altri Paesi europei, a fronte della grave emergenza migratoria illegale che sta coinvolgendo l'Italia.
(4-09360)


   COSTA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   da tempo è stato sollevato il caso dell'ormai drammatica carenza di segretari comunali che rischia di paralizzare lo svolgimento dell'ordinaria attività amministrativa e il buon andamento degli uffici pubblici in numerosissimi comuni, specie quelli di piccole dimensioni, assumendo i caratteri di una problematica di portata nazionale;

   dagli ultimi resi disponibili dal Ministero dell'interno si evince che sono circa 2.300 le sedi vacanti sulle 4.794 sedi disponibili. In provincia di Cuneo, ad esempio, ad oggi risultano vacanti 114 sedi di segretariato su 247 comuni;

   ad aumentare il grado di difficoltà dei comuni nel reperire la figura del segretario comunale ha contribuito il decreto ministeriale del 21 ottobre 2020 che ha introdotto nuove regole circa le convenzioni per l'ufficio di segretario comunale e provinciale, limitando a 5 il numero massimo di comuni convenzionabili;

   le associazioni rappresentative degli enti locali hanno ripetutamente sottolineato al Governo la lentezza delle procedure concorsuali di reclutamento di nuovi segretari comunali e provinciali e, in ogni caso, l'insufficienza dell'incremento di organico che le stesse riusciranno ad assicurare. Ad esempio, il corso-concorso «Co.A 6» del 2017, attualmente in espletamento, porterà all'inserimento di soli 294 nuovi segretari comunali;

   la carenza dei segretari comunali verrà ulteriormente aggravata anche a causa dei prossimi pensionamenti, poiché non sarà possibile assicurare un tempestivo turnover degli stessi;

   tale preoccupante quadro rischia di provocare la paralisi dell'attività amministrativa, specie nei piccoli comuni, e la messa in discussione della fondamentale figura dei segretari comunali, i quali, oltre a svolgere un ruolo chiave nella preparazione ed esecuzione delle deliberazioni dei consigli e delle giunte, espletano funzioni che assumono un valore strategico e di garanzia per l'azione amministrativa dell'ente, nonché rispetto all'attività negoziale e contrattuale dello stesso;

   l'urgenza di far fronte alla carenza di segretari comunali, specie per quanto concerne i piccoli comuni, rende indispensabile il vaglio di forme ulteriori di reclutamento degli stessi rispetto al corso-concorso, come, ad esempio, la previsione per gli enti locali di affidare incarichi a tempo determinato ai soggetti risultati idonei non vincitori di concorsi pubblici – quali quello per l'accesso alla carriera prefettizia o quello per segretari comunali e provinciali bandito dallo stesso Ministero dell'interno – andando così a determinare la figura del cosiddetto «segretario supplente», sulla scorta del modello adottato da diversi anni nel mondo dell'istruzione. Tale modello potrebbe rispondere ad una duplice esigenza: da un lato, quella di garantire comunque la presenza di una professionalità, risultata comunque idonea nella prima fase di un corso-concorso pubblico, all'interno degli enti locali, che svolgerebbe la sua funzione sotto la supervisione di un segretario abilitato, dall'altro, quella di permettere a tali soggetti di svolgere in concreto un'attività lavorativa formativa ed eventualmente propedeutica alla preparazione ed all'accesso a futuri bandi di corsi-concorsi pubblici –:

   se siano a conoscenza di tale grave situazione e se stiano valutando di porre in essere iniziative normative mirate, al fine di superare e correggere le criticità del corso-concorso attraverso una semplificazione e velocizzazione delle procedure selettive;

   se intendano assumere, comunque, iniziative urgenti per affrontare e gestire l'attuale e grave carenza di segretari comunali sopra descritta, e, in particolar modo, se ritengano di valutare un'iniziativa normativa che possa dare la possibilità agli enti locali di sopperire alla mancanza di segretari comunali mediante l'affido di incarichi a tempo determinato a soggetti da reperire nel novero dei candidati risultati idonei nella prima fase di determinati corsi-concorsi pubblici, ivi compreso quello per segretari comunali e provinciali bandito dal Ministero dell'interno, che possano operare sotto il coordinamento di un segretario abilitato, garantendo così la reggenza delle sedi vacanti.
(4-09361)


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 30 marzo 2021 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana 4a Serie speciale «Concorsi ed esami» il bando del concorso pubblico, per titoli ed esami, per l'assunzione di 130 commissari della Polizia di Stato, indetto con decreto del Capo della Polizia del 25 marzo 2021;

   all'articolo 3, lettera f), viene indicato fra i requisiti richiesti ai candidati per la partecipazione al suddetto bando l'«essere in possesso di una laurea magistrale o specialistica a contenuto giuridico conseguita presso un'Università della Repubblica italiana o Istituto di istruzione universitario equiparato....», ovvero laurea magistrale a ciclo unico in giurisprudenza, classe LMG01, laurea specialistica in giurisprudenza, classe 22/S, laurea specialistica in teoria e tecniche della normazione e informazione giuridica, classe 102/5;

   il precedente concorso pubblico, per titoli ed esami, per il conferimento di 120 posti di commissario indetto con decreto del Capo della Polizia – direttore Generale della pubblica sicurezza del 2 dicembre 2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana 4a Serie speciale «Concorsi ed esami in data 3 dicembre 2019, prevedeva fra i titoli di studio ammessi per la partecipazione anche la classe di laurea specialistica in scienze politiche (70/S)»;

   già il regio decreto del 31 agosto 1933 n. 1592, Testi unico delle leggi sull'istruzione speciale superiore, prevedeva l'equiparazione tra classe di laurea in giurisprudenza e classe di laurea in scienze politiche – scienze internazionali e diplomatiche così come riportato anche nella Tabella di equiparazione tra diplomi di Laurea di vecchio ordinamento, lauree specialistiche (LS) ex decreto ministeriale n. 509 del 1999 e lauree magistrali (LM) ex decreto ministeriale n. 270 del 2004 ai fini della partecipazione ai pubblici concorsi;

   con decreto legislativo 27 dicembre 2019, n. 172 recante modifiche ed integrazioni alle disposizioni in materia di revisione dei ruoli delle Forze di polizia, la laurea specialistica in scienze politiche non è più riconosciuta come titolo di studio ammesso per la partecipazione dei candidati ad eventuali concorsi indetti per l'assunzione di commissari di Polizia nonostante il decreto ministeriale del 15 febbraio 2011 abbia stabilito l'equipollenza del diploma di laurea in giurisprudenza al diploma di laurea in scienze politiche;

   ciò comporta l'esclusione anche di persone che da molti anni ricoprono il ruolo di agente di polizia, che hanno frequentato specifici corsi di formazione e che pertanto avrebbero tutti i requisiti per accedere alla qualifica di commissario della Polizia di Stato –:

   se non ritenga che la riforma sopra richiamata, escludendo dalla possibilità di partecipare al concorso i candidati in possesso di laurea specialistica in scienze politiche e relazioni internazionali (LM62), preveda un criterio eccessivamente stringente e penalizzante;

   se ritenga di adottare quanto prima un'iniziativa normativa volta a modificare quanto stabilito dal decreto legislativo del 27 dicembre 2019 n. 172, al fine di riconoscere fra i requisiti richiesti ai candidati per la partecipazione al concorso di cui in premessa anche l'essere in possesso di laurea specialistica in scienze politiche e relazioni internazionali ed eventuali altre lauree che possono essere ritenute analogamente equipollenti.
(4-09363)


   PALAZZOTTO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   sabato 22 maggio 2021, Musa Balde, un giovane di 23 anni proveniente dalla Guinea si è suicidato con un lenzuolo nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino, dove da giorni era rinchiuso in isolamento sanitario;

   il giovane qualche settimana era stato vittima di un violento pestaggio, testimoniato anche da un video, da parte di 3 italiani armati di spranghe e bastoni per le vie di Ventimiglia, per un presunto tentativo di furto di un cellulare;

   dopo l'aggressione il ragazzo era stato trasportato in ospedale e poi, appurato che era sprovvisto della documentazione necessaria a giustificare la sua presenza sul territorio italiano, era stato trasferito presso il Cpr di Torino;

   il Garante per le persone private della libertà Mauro Palma, così come riporta il sito online Redattore sociale, ha ribadito anche in questa circostanza l'inadeguatezza dei Cpr e, in particolare, della struttura di Torino ad accogliere persone fragili e vittime di violenza;

   il suicidio di Musa Balde pone diversi interrogativi anzitutto rispetto all'idoneità del centro ad accogliere un ragazzo che si stava riprendendo da un'aggressione; inoltre ci si chiede se lo stesso sia stato preso in carico come persona fragile e quindi quale tipo di assistenza abbia realmente ricevuto;

   da quanto riportato da Redattore sociale per i casi di «isolamento sanitario» nel Cpr di Torino viene utilizzato il cosiddetto «Ospedaletto», costituito da un unico corpo di fabbrica suddiviso in 12 locali di pernottamento con una capienza pari a 24 posti;

   la prefettura competente avrebbe assicurato che questi ambienti vengono riservati esclusivamente alle persone trattenute che presentano particolari esigenze, che la collocazione avviene sotto continua sorveglianza medica e che gli unici casi di persone trattenute collocate in tali ambienti per ragioni «non sanitarie» sono ascrivibili a soggetti che ne fanno espressa richiesta e comunque sempre per motivi legati alla tutela della loro incolumità fisica;

   il Garante per le persone private della libertà ha sollevato molteplici criticità sulla struttura chiamata «Ospedaletto» e ha mosso diversi rilievi, dai quali emergono le numerose difficoltà a garantire un'effettiva sorveglianza sanitaria da parte del personale preposto e una condizione detentiva considerata «inaccettabile» che si sviluppa in un contesto «disumanizzante», dove l'accesso ai diritti di cui le persone trattenute sono titolari passa attraverso la demarcazione fisica della relazione di potere tra il personale e lo straniero ristretto che versa in una situazione di inferiorità;

   a questo si aggiunge la prassi di utilizzare gli ambienti dell'isolamento sanitario anche per altri scopi riconducibili a ragioni di sicurezza e mantenimento dell'ordine, per cui il ricorso all'isolamento per ragioni sostanzialmente disciplinari senza una specifica disciplina giuridica che definisca la procedura con le dovute garanzie di contraddittorio, i tempi di durata della misura e la possibilità di ricorso è molto critica e presenta profili di inaccettabilità;

   a parere dell'interrogante, Musa Balde, da vittima, nonché testimone di violenza subita e potenziale richiedente asilo, tenuto anche conto del Paese di provenienza, è stato trattato come straniero da espellere senza nemmeno considerare i rischi ai quali veniva esposto con il rimpatrio in Guinea ed è stato trattenuto in un Cpr inadatto a prendere in carico situazioni del genere –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere affinché si faccia chiarezza su quanto di gravissimo è accaduto presso il Cpr di Torino e in relazione al trasferimento di Musa Balde presso quel Cpr nelle delicate ore successive alle sue dimissioni dall'ospedale e se risulti al Ministro interrogato che lo stesso giovane abbia ricevuto adeguata assistenza dal punto di vista medico-psicologico e legale attraverso chiare informazioni sull'esercizio dei propri diritti in materia di protezione internazionale, anche in quanto vittima di violenza.
(4-09369)


   GIACHETTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato dai principali organi di stampa nazionale, Moussa Balde, ventitreenne proveniente dalla Guinea, domenica 23 maggio 2021, si è suicidato impiccandosi con un lenzuolo nel Centro di permanenza per i rimpatri di Torino;

   il ragazzo, come documentato da un video diventato immediatamente virale su tutti i social, il 9 maggio 2021 era stato vittima a Ventimiglia, fuori da un supermercato in cui chiedeva l'elemosina, di una brutale aggressione xenofoba da parte di tre cittadini italiani che lo avevano preso a bastonate, a cazzotti in testa, in faccia e a calci nell'addome mentre era già per terra;

   gli aggressori di questo efferato pestaggio sono stati identificati e denunciati a piede libero per rispondere del reato di lesioni aggravate, mentre Balde dopo il ricovero in ospedale e una prognosi di 10 giorni, era stato trasferito dalla Liguria al Cpr di Torino in quanto privo di documenti e dunque «clandestino»;

   secondo quanto riportato oggi in un articolo de Il Riformista, il ragazzo si trovava per non meglio precisati «motivi sanitari» in una cella in isolamento dove poi è stato rinvenuto senza vita; inoltre, viene riportato che alcuni testimoni raccontano che al ragazzo erano state negate richieste di aiuto e di soccorso per i dolori e che le botte ricevute erano state ignorate dagli operatori, dalle guardie e dallo staff medico del centro di detenzione;

   secondo quanto dichiarato in un articolo di Repubblica del 24 maggio 2021 da Monica Gallo, garante per i detenuti del comune di Torino e referente per il monitoraggio delle condizioni delle persone accolte nel Cpr di Torino: «Musa era estremamente vulnerabile (...) quel caso doveva avere la massima attenzione, avevo sollecitato su questo la direzione del Cpr. Avevo contattato l'area migranti del garante nazionale proprio per capire gli aspetti cui porre più attenzione: da un punto di vista giuridico, Musa era la parte offesa di un procedimento penale»;

   in diversi atti normativi in materia di immigrazione viene ribadito il principio per cui in tali strutture lo straniero deve essere trattenuto con modalità tali da assicurare la necessaria assistenza ed il pieno rispetto della sua dignità –:

   se il Ministro interrogato sia conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non intenda valutare l'opportunità di acquisire, per quanto di competenza, ulteriori elementi, anche promuovendo iniziative ispettive e di controllo al fine di verificare se il ragazzo abbia ricevuto la necessaria assistenza medica e il dovuto supporto psicologico a fronte di una prevedibile condizione di fragilità a seguito della grave aggressione subita pochi giorni prima;

   se, anche alla luce del caso esposto in premessa, non intenda valutare, per quanto di competenza, l'adozione di iniziative volte al superamento di tali strutture o quanto meno a modifiche normative che garantiscano il rispetto dei diritti e la sicurezza delle persone ivi trattenute.
(4-09370)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   MOLINARI, BENVENUTO, BOLDI, CAFFARATTO, GASTALDI, GIACCONE, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, LIUNI, MACCANTI, PATELLI, PETTAZZI, TIRAMANI, CAPARVI, LEGNAIOLI, MINARDO, MOSCHIONI, MURELLI, PAROLO, SNIDER, ANDREUZZA, BINELLI, CARRARA, COLLA, FIORINI, GALLI, MICHELI, PIASTRA e SALTAMARTINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la nascita di Stellantis con la fusione tra Fca e Psa è stata salutata come un importante passo in avanti per la politica industriale torinese; l'operazione, suggellata dalla nuova bandiera sventolante sulle roccaforti Fiat di un tempo, Mirafiori e Lingotto, e dal nuovo simbolo per i dipendenti su divise e mail, con la quotazione a Milano, Parigi e New York, porta Stellantis a rappresentare ora il quarto gruppo automobilistico italiano, con un capitale di circa 5 miliardi di euro;

   tuttavia, da subito l'operazione ha innescato il timore di uno spostamento del baricentro dell'azienda verso la Francia, creando non poche incertezze, in specie, per le eventuali sovrapposizioni che porterebbero inevitabilmente ad esuberi e, quindi, a tagli di personale, con un paventato pericolo anche per tutto l'indotto che orbita intorno a Fca (circa 2.200 aziende, 200 mila dipendenti, che contribuiscono per il 5,6 per cento al prodotto interno lordo italiano;

   dopo la decisione nel marzo 2021 di procedere al taglio dei costi relativi alle spese di pulizia e servizio mense, arriva ora la comunicazione della nascita di un nuovo sistema multimarche: con una lettera inviata a tutti i rivenditori e alle associazioni di categoria in Europa, Stellantis ha comunicato la disdetta e l'intenzione di creare entro i prossimi due anni una nuova rete di vendita;

   anche quest'ultima novità ha creato preoccupazioni tra i singoli dealer, stante l'inevitabile conseguenza di una riduzione del numero dei concessionari: a farne le spese saranno soprattutto i concessionari piccoli rispetto ai gruppi organizzati con dimensioni medio-grandi –:

   se e quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, il Governo abbia già adottato o intenda adottare, con specifico riguardo a quanto esposto in premessa, a tutela e salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e dell'indotto.
(3-02292)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XI Commissione:


   FRATE e COSTANZO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la Officine Meccaniche Giovanni Cerutti s.p.a. sono una società per azioni italiana con sede a Casale Monferrato (AL), leader nel settore della progettazione e costruzione di macchine ed attrezzature per la stampa, soprattutto rotocalco e flexografica;

   il 31 agosto 2020 il tribunale di Vercelli, a seguito delle istanze depositate dalle due società in concordato preventivo, Officine meccaniche Cerutti e Cerutti Packaging Equipment, ha autorizzato la costituzione di una «newco», denominata Gruppo Cerutti srl;

   a maggio è scaduta la cassa integrazione concessa con efficacia retroattiva per il periodo tra il 1° aprile e il 2 maggio 2021 per tutti i lavoratori risultanti in forza ai due fallimenti, e dunque 195 lavoratori occupati alla Officine Meccaniche Giovanni Cerutti S.p.a., e 53 lavoratori occupati alla Cerutti Packaging Equipment S.p.a.;

   il 3 maggio è scaduto il termine per le presentazioni delle offerte per l'acquisto dell'azienda;

   attualmente i circa 250 lavoratori della storica azienda risultano privi di ammortizzatori sociali;

   come riportato da Il Monferrato in data 11 maggio 2021, i sindacati hanno chiesto la proroga della cassa integrazione per COVID-19 per altri due mesi, ma non è ancora giunta risposta;

   Il Monferrato evidenzia anche come le svariate commesse in ordine alla Cerutti, a causa del fermo produttivo, si stanno perdendo, mentre il Ministero del lavoro e delle politiche sociali valuta ancora la richiesta di interlocuzione con i sindacati;

   mercoledì 17 marzo 2021, durante il question time tenutosi in diretta televisiva alla Camera, il Ministro interrogato ha risposto all'interrogazione sulla crisi della Cerutti firmata dai deputati Federico Fornaro e Guglielmo Epifani (Leu) e a quella dei deputati Riccardo Molinari e Andrea Giaccone (Lega), garantendo la disponibilità a collaborare con il Ministero dello sviluppo economico al fine di avviare un confronto con commissari e parti sociali –:

   se il Governo non intenda adottare iniziative, con la massima urgenza, per sostenere i lavoratori dell'azienda Cerutti con la concessione della cassa integrazione, anche al fine di conservare i posti di lavoro per un successivo rilancio produttivo della medesima azienda.
(5-06075)


   INVIDIA, CASO e AMITRANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   tra i mesi di giugno e agosto 2021 scadranno le nomine di molti docenti con incarico annuale, i quali, conseguentemente, accederanno alla nuova assicurazione sociale per l'impiego (Naspi);

   contemporaneamente prenderanno avvio le attività del Piano scuola estate nelle quali, presumibilmente, potrebbero essere impiegati proprio i docenti «precari», vista la nota carenza di personale scolastico e lo svolgimento del Piano nei mesi estivi;

   i docenti richiamati per svolgere le attività scolastiche si troveranno quindi costretti a scegliere se percepire l'indennità della Naspi o sospenderla per partecipare al Piano scuola estate. Tale situazione potrebbe, da un lato, non rendere disponibile il personale docente necessario alle attività programmate del Piano scuola estate e, dall'altro, costringere i docenti precari a rinunciare alla maggior remunerazione dell'indennità di disoccupazione per svolgere attività utili ai fini curriculari –:

   se il Ministro interrogato sia al corrente di tale situazione e quali iniziative di competenza intenda adottare per agevolare la partecipazione dei docenti precari al Piano scuola estate evitando la sospensione dell'indennità di disoccupazione.
(5-06076)


   RIZZETTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   i lavoratori dei negozi specializzati nella vendita di prodotti Disney in Italia, stanno vivendo un momento drammatico, poiché la società ha deciso di chiudere tutti i punti vendita sul territorio nazionale;

   i 233 dipendenti hanno saputo improvvisamente della messa in liquidazione della società avvenuta il 19 maggio 2021 e che quindi, a breve, perderanno il loro posto di lavoro;

   nei mesi precedenti non era mai stata neanche ipotizzata la chiusura dei negozi, né era emerso che vi fossero delle criticità aziendali, anche perché, nonostante le complicazioni dovute alla pandemia, l'azienda aveva continuato a fatturare;

   a quanto è dato sapere, la società ha deciso di abbandonare tutto il mercato europeo, non solo quindi quello italiano, per effettuare principalmente vendite online;

   si tratta di una decisione grave, che arriva dopo un anno già difficile di emergenza sanitaria, tra restrizioni e periodi di cassa integrazione alternati. E adesso 233 lavoratori dei Disney Store d'Italia dovranno affrontare un'ulteriore fase di difficoltà e incertezza, con le loro famiglie;

   non è accettabile che una nota società come quella in questione assuma un comportamento, ad avviso dell'interrogante, così irresponsabile e scorretto, decidendo la chiusura dei punti vendita, senza un congruo preavviso e prospettive di salvaguardia per il personale;

   è necessario, quindi, assumere tutte le iniziative utili per tutelare questi lavoratori, affinché non restino senza alcun reddito –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare urgentemente per tutelare i lavoratori dei negozi Disney italiani.
(5-06077)


   CARLA CANTONE, VISCOMI, MURA, LACARRA e LEPRI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   come evidenziato in un recente articolo apparso sul Sole 24 ore, in assenza di una specifica previsione di legge o contrattuale, il lavoratore dipendente che si sottopone alla vaccinazione anti Covid-19 deve utilizzare ferie o permessi annui per preservare il proprio trattamento economico;

   a tutt'oggi, infatti, non è stato previsto un regime di carattere generale che assicuri una specifica tutela in favore del lavoratore costretto ad assentarsi dal lavoro per sottoporsi alla vaccinazione;

   a differenza di quanto previsto dal Protocollo vaccinazione in azienda, del 6 aprile 2021, nel quale al punto 15 si prevede espressamente che, in caso di somministrazione eseguita su iniziativa del datore di lavoro durante l'orario di lavoro, in locali dell'impresa o convenzionati con la medesima, il relativo tempo non è da considerarsi assenza, ma equiparato a tutti gli effetti all'orario di lavoro. Nel caso di somministrazione presso le strutture sanitarie accreditate alla vaccinazione, il lavoratore sarà costretto ad utilizzare le ferie o i permessi;

   l'articolo 31, comma 5, del decreto-legge n. 41 del 2021 dispone, per il solo personale scolastico, che l'assenza per la somministrazione del vaccino è da considerarsi giustificata e non comporta alcuna decurtazione del trattamento economico;

   il progressivo ampliamento della campagna vaccinale, con il corrispondente abbassamento delle soglie anagrafiche, coinvolge sempre più cittadini in età lavorativa;

   occorre favorire ogni iniziativa volta ad assicurare il più ampio e sollecito successo della campagna vaccinale, superando vincoli, difficoltà e diffidenze di ogni sorta al riguardo, nell'interesse della salute pubblica e della ripresa in sicurezza delle attività economiche –:

   quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere per superare l'attuale situazione di disparità di trattamento economico tra i lavoratori che possono usufruire della vaccinazione in azienda e coloro che devono rivolgersi alle strutture accreditate.
(5-06078)


   GIACCONE, CAFFARATTO, CAPARVI, LEGNAIOLI, MINARDO, MOSCHIONI, MURELLI, PAROLO e SNIDER. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   ha creato non poco scalpore la notizia del ventinovenne romeno, che non ha mai vissuto in Italia, vi ha soggiornato per sole 24 ore, ha percepito il reddito di cittadinanza ed è rientrato in Romania;

   secondo i fatti riportati a mezzo stampa, l'uomo è arrivato in Piemonte il giorno prima di presentare la pratica per la richiesta del reddito di cittadinanza; è ripartito per la Romania dopo che lo Stato italiano gli ha consegnato la tessera e ha caricato il budget del reddito mensile;

   l'aggravante della vicenda, tuttavia, è che non si è trattato di una svista del momento, ma di tutt'altro, in quanto è dal 2020 che il romeno percepiva il sussidio senza averne diritto; a tenere la sua tessera è stato un complice residente in provincia di Vercelli, il cui compito, secondo il Corriere di Torino, era appunto quello di ritirare la somma di denaro;

   tale caso, purtroppo non è isolato: a titolo di esempio, si ricordano gli episodi dei cinque stranieri di Beigioioso, che da settembre 2019 avrebbero percepito indebitamente oltre 21 mila euro, o dei «17 furbetti» percettori indebiti del sussidio tra Partinico, Terrasini, Cinisi, San Giuseppe Jato, Borgetto e Palermo per una somma complessiva di 310 mila euro; solo in provincia di Palermo, dall'introduzione del sussidio al mese di marzo 2021, le indagini hanno fatto emergere «495» furbetti per una truffa del valore di 4 milioni e 940 mila euro circa;

   dalle indagini finora condotte sembrerebbe che ingannare l'Inps, l'ente preposto all'erogazione del reddito di cittadinanza, non sia poi così complesso purtroppo, stante il meccanismo dell'autocertificazione che rimanda alla dichiarazione sostitutiva unica, in cui viene calcolato il reddito e l'Isee. È in questa fase che vengono forniti dati falsi o, molto più spesso, che vengono omessi degli elementi che, se segnalati, farebbero crescere la disponibilità economica dei richiedenti e venir meno il diritto al sussidio;

   il problema, dunque, sembrerebbe anche dovuto al controllo «a valle»; invece che «a monte», ovvero quando ormai il sussidio è già stato speso da chi ha dichiarato il falso per ottenerlo, con la conseguenza anche della difficoltà a recuperare la somma Indebitamente percepita –:

   se il Ministro intenda fornire l'ammontare del valore complessivo dell'indebita percezione del reddito di cittadinanza dalla sua introduzione nel nostro ordinamento ad oggi e quali correttivi normativi, nell'ambito delle proprie competenze, intenda promuovere urgentemente affinché sia stroncato ab initio il fenomeno della indebita percezione del reddito di cittadinanza.
(5-06079)


   D'ALESSANDRO e FERRI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la sentenza della Corte Costituzionale n. 152 del 23 giugno 2020 ha previsto che l'aumento della pensione riconosciuta agli invalidi civili totali spetta a partire dai 18 anni e non dal sessantesimo anno di età;

   la circolare dell'Inps n. 107 del 23 settembre 2020 ha reso operativo l'aumento delle pensioni di invalidità;

   l'assegno Inps riconosciuto agli invalidi civili totali è stato, infatti, portato fino a 651,51 euro;

   vi sono casi di persone soggette a invalidità civile totale che sono altresì gravate da ulteriori invalidità, come la parziale cecità;

   tali persone cumulano quindi due distinte forme di invalidità;

   prima dell'innalzamento della pensione riconosciuta agli invalidi civili totali, alle persone che cumulavano due diverse forme di invalidità spettavano dunque due diverse pensioni;

   a seguito dell'innalzamento della pensione per gli invalidi civili totali, risulta invece che, per chi cumula due distinte pensioni di invalidità, l'Inps sommi le due diverse pensioni sino ad arrivare ad una cifra unica massima di euro 651,51;

   la cifra di 651,51 euro è stata però prevista come massima solo per chi ha un'unica pensione di invalidità civile totale;

   occorre comprendere se chi è portatore sia di una invalidità civile totale, sia di altra invalidità parziale possa cumulare le due pensioni sino a superare la cifra di 651,51 euro;

   le persone portatrici di doppia invalidità dovrebbero quindi vedersi riconosciuta la somma di 651,51 euro per l'invalidità totale, più un'ulteriore somma per l'invalidità parziale –:

   se il Ministro interrogato intenda chiarire se chi è portatore sia di invalidità civile totale, sia di altra invalidità parziale possa cumulare le due pensioni, vedendosi riconosciuta la cifra di 651,51 euro per l'invalidità totale, da sommarsi all'ulteriore cifra spettante per l'invalidità parziale.
(5-06080)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MURA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si evince dalla diffida inviata dalla Filt-Cgil di Cagliari alla società Mondo Convenienza, sembrerebbe che 24 lavoratori e 12, furgoni, operanti nel deposito della suddetta società a Cagliari Elmas, sarebbero stati inviati presso la sede di San Giuliano Milanese, ove è in corso di svolgimento uno sciopero dei lavoratori della cooperativa TSL Soc. Coop;

   tale sciopero proseguirà, come da comunicazione della Filt Cgil Lombardia, fino alla definizione della vertenza;

   le disposizioni aziendali impartite ai lavoratori interessati alla trasferta, prevedrebbero la presa di servizio presso la sede lombarda nei primi giorni della presente settimana;

   laddove confermate tali indiscrezioni, siffatta iniziativa finalizzata a sostituire lavoratori in sciopero determinerebbe, a parere della suddetta organizzazione sindacale, nonché dell'interrogante, un palese comportamento antisindacale sanzionabile a norma di legge –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di accertare le concrete circostanze in merito alla vicenda sommariamente evidenziata in premessa, nonché per garantire il diritto di sciopero dei lavoratori operanti nelle sedi della società Mondo Convenienza.
(5-06074)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta orale:


   CALABRIA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   i pini rappresentano uno dei simboli più conosciuti dal paesaggio di Roma, celebrati in poemi sinfonici e strofe musicali che ne testimoniano la piena appartenenza al patrimonio storico e culturale, oltreché ambientale, della città;

   da tempo, ormai, i pini subiscono l'infestazione della Toumeyella parvicornis, meglio nota come cocciniglia tartaruga, che li sta decimando, e rischia di condurre a una estinzione di massa, qualora non vengano adottate misure sistematiche ed urgenti;

   questo parassita di origine nordamericana attacca i pini e rischia di mettere in pericolo il patrimonio verde delle città italiane. In particolare, dal 2015, anno in cui è stato rinvenuto il primo focolaio in Campania, il parassita ha attaccato progressivamente i pini delle città campane e laziali;

   risulta all'interrogante che il comune di Roma, nonostante i fondi previsti a bilancio e la disponibilità di terapie efficaci già note alla scienza (ad esempio, l'endoterapia), starebbe sottostimando il problema, e non stia agendo con la tempestività richiesta, procedendo, nella maggior parte dei casi, a tagliare gli alberi anziché a curarli;

   è appena il caso di osservare come lo stato patologico dei pini non determini solo una inestimabile perdita per il patrimonio ecologico e forestale, o un problema estetico, ma si ripercuota direttamente sulla qualità della vita e dell'ambiente, sull'ossigenazione dell'aria, sulla sicurezza delle strade;

   è stato predisposto dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali lo schema di decreto ministeriale relativo alle misure fitosanitarie di emergenza per il contrasto della cocciniglia tartaruga, condiviso ed approvato dal Comitato fitosanitario nazionale, nella seduta del 25 febbraio 2021;

   per evitare il diffondersi dell'organismo in tutta Italia e tutelare, in particolare, i pini di Roma e il loro valore paesaggistico, il Comitato fitosanitario nazionale, dal mese di luglio 2020, ha predisposto una serie di attività, a partire dallo studio di questo organismo e dei suoi meccanismi riproduttivi, che hanno permesso di identificare le prime misure di contrasto;

   lo schema di decreto, trasmesso alla Conferenza Stato – regioni, prevede la realizzazione di indagini su tutto il territorio nazionale, l'uso di una specifica applicazione per le segnalazioni della cittadinanza, nonché le misure fitosanitarie di intervento nelle aree con presenza del fitofago. Queste misure seguono quelle già previste dalle specifiche Linee guida in materia e, nel loro insieme, consentono di individuare le misure fitosanitarie più appropriate per l'eradicazione della cocciniglia tartaruga, e per individuare le sostanze attive dotate di potenziale efficacia contro il coccide e i possibili agenti di controllo biologico –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, i Ministri interrogati intendano adottare rispetto al contrasto della cocciniglia tartaruga e alla specifica situazione dei pini di Roma, anche, promuovendo interventi ad hoc a tutela del patrimonio arboreo e culturale in questione.
(3-02304)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XIII Commissione:


   ALBERTO MANCA, GAGNARLI, CADEDDU, CASSESE, CILLIS, GALLINELLA, L'ABBATE, MAGLIONE, MARZANA, PARENTELA e PIGNATONE. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   in base a quanto disposto dall'articolo 58 del decreto-legge 22 giugno 2012 n. 83 e dal decreto interministeriale emanato in data 8 aprile 2020, in attuazione dell'articolo 78, comma 2, del decreto-legge n. 18 del 2020, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, ha adottato il programma annuale per la distribuzione delle derrate alimentari alle persone indigenti per l'anno 2020;

   in questo contesto, l'Agea ha indetto un appalto specifico per l'affidamento della fornitura di omogeneizzati di agnello in barattoli di vetro da 80 grammi;

   tale prodotto, secondo quanto riportato nel capitolato tecnico prestazionale, deve essere composto di carne di agnello, proveniente da agnelli nati, allevati e macellati in Italia, deve essere adatto all'alimentazione dei lattanti dal quarto mese di vita e composto in conformità con quanto disposto dalla direttiva 2006/125/CE;

   tale direttiva dispone la composizione essenziale degli alimenti per lattanti sulla base dei principi nutritivi e, in particolare, per i prodotti i cui unici ingredienti menzionati sono carne, pollame, pesce, frattaglie o altre fonti tradizionali di proteine, si stabilisce esse devono rappresentare almeno il 40 per cento in peso del prodotto totale;

   nel suddetto capitolato di appalto di Agea, è indicato che la carne di agnello deve rappresentare almeno il 30 per cento in peso del prodotto totale;

   in un analogo appalto – affidato con determina datata 8 giugno 2020 – per l'affidamento della fornitura di omogeneizzati in barattoli di vetro da 80 grammi di cui 60 per cento circa di carne di manzo, viene indicato che la carne bovina deve rappresentare almeno il 40 per cento in peso del prodotto totale;

   è evidente che, in relazione ai prodotti a base di carne di agnello, il bando predisposto da Agea non risulta conforme a quanto previsto dalla direttiva europea e ciò a discapito sia dei valori nutrizionali del prodotto, sia, evidentemente, della filiera italiana di carne di agnello, che già versa in una importante crisi;

   non si comprende, inoltre, la ragione di una così evidente disomogeneità rispetto a quanto previsto per la carne di manzo –:

   se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se non ritenga di adottare iniziative di competenza al riguardo, posto che si ritengono inopportune le indicazioni contenute nel capitolato tecnico prestazionale predisposto da Agea in relazione al parametro del contenuto di carne, non conformi a quando disposto dalla direttiva europea citata, nonché lesive della filiera italiana della carne di agnello.
(5-06098)


   FRAILIS, INCERTI, CENNI, CRITELLI, AVOSSA e CAPPELLANI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   da alcune settimane è in corso, nelle campagne dei comuni di Noragugume, Ottana, Bolotana, Orotelli, Orani ed Escalaplano, un'invasione di cavallette che sta provocando danni ingenti alle aziende agricole e agli imprenditori che operano nel settore agropastorale, con conseguente compromissione dell'annata agraria ed effetti devastanti su tutta l'economia del comparto;

   una vera e propria catastrofe biologica, che sta mettendo in ginocchio centinaia di aziende con molti agricoltori costretti ad anticipare il raccolto o addirittura a destinarlo ad alimentazione degli animali. Il risultato è quello di gravissimi danni nelle campagne per gli agricoltori che, in pochi giorni, vedono sparire il frutto del lavoro di mesi, costringendo ad ulteriori spese per l'acquisto di foraggio e mangime per sostenere il bestiame;

   le istituzioni locali chiedono, da giorni, l'adozione di opportune iniziative al fine di tutelare gli interessi e salvaguardare i diritti degli operatori economici che stanno subendo gli effetti drammatici dell'evento richiedendo, altresì, alla regione autonoma della Sardegna e agli enti competenti, azioni concrete di prevenzione, volte a scongiurare il ripetersi del fenomeno in atto –:

   quali immediate iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere per debellare e prevenire il fenomeno citato in premessa, anche tramite la convocazione di un tavolo di confronto con i vertici della regione Sardegna e gli altri enti e soggetti preposti, al fine di sostenere e tutelare il reddito degli agricoltori e degli allevatori sardi.
(5-06099)


   SPENA, NEVI, ANNA LISA BARONI, BOND, CAON, SANDRA SAVINO e PAOLO RUSSO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   l'aumento esponenziale dei costi delle materie prime preoccupa il mondo zootecnico;

   l'aumento in atto è confermato dai dati rilevati nelle Borse Merci delle camere di commercio;

   rispetto all'anno scorso, il mais costa il 30 per cento in più, la soia oltre il 50 per cento, l'orzo il 20 per cento; in generale i mangimi hanno visto aumenti dei prezzi tra il 25 e il 40 per cento. Tutte le materie prime utili all'alimentazione e alla cura del bestiame sono in aumento, penalizzando il settore zootecnico e in particolare il comparto lattiero caseario;

   l'aumento dei costi e la minore redditività della produzione, a causa dell'emergenza sanitaria e della chiusura prolungata del canale Ho.Re.Ca, ha amplificato la crisi aggravata anche da una riduzione degli acquisti di latte pari al 5 per cento annuo e una riduzione dei costo a danno delle aziende agricole produttrici;

   il settore agricolo vede aumentare, a causa del Covid, anche il prezzo dei trasporti di merci in container. Aumentano anche le spese per gli imballaggi. Il risultato finale è l'aumento delle quotazioni dei prodotti necessari al settore. Si cita, ad esempio, il rincaro dell'acciaio che si riflette sul costo dei contenitori in banda stagnata per i pelati e la polpa, i quali sono aumentati del 60 per cento. Le consegne, inoltre, avvengono con settimane di ritardo, proprio mentre i conservieri hanno necessità di aumentare la produzione perché nel 2020 con il lockdown, gli italiani hanno consumato più del solito e i magazzini sono vuoti –:

   quali iniziative intenda adottare per dare soluzione alle problematiche esposte in premessa.
(5-06100)


   VIVIANI, BUBISUTTI, GASTALDI, GERMANÀ, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LOSS, MANZATO e TARANTINO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la Commissione europea, con regolamenti europei, è intervenuta al ribasso circa la possibilità di pesca per il Mediterraneo occidentale, riducendo l'attività per la pesca a strascico;

   per i pescatori questi provvedimenti di riduzione dello sforzo di pesca si traducono, soprattutto per le piccole barche a strascico, in più ore in mare e in un danno irrecuperabile al settore, in termini di fatturato e occupazione;

   prima di adottare ulteriori provvedimenti, sarebbe necessaria un'opportuna valutazione scientifica degli impatti prodotti dalle misure già attive; non si può imputare lo stato degli stock ittici del Mediterraneo interamente alle attività di cattura senza considerare tutte le altre fonti di impatto e i cambiamenti climatici;

   per la tutela della risorsa ittica, i nostri pescherecci hanno già ridotto lo sforzo di pesca, come previsto dai regolamenti europei; infatti, negli ultimi 3 anni, l'Italia ha diminuito del 20 per cento lo sforzo di pesca – alcuni segmenti sono già sotto i giorni sufficienti per avere un minimo di redditività –, e rispettano le chiusure spazio temporali, come previsto dall'attuale piano di gestione;

   con questi provvedimenti si continua a prestare attenzione solo all'aspetto ambientale, tralasciando quello economico e mettendo a rischio la sopravvivenza di alcune marinerie;

   inoltre, ad incidere sul settore ci sono anche le norme nazionali, come ad esempio, il decreto ministeriale del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 16 febbraio 2017, il quale prevede che alle imprese di pesca abilitate all'impiego del sistema palangaro e/o dell'attrezzo palangaro derivante non è consentito il passaggio a categoria e/o tipo di pesca professionale superiore a quella autorizzata in licenza;

   questo divieto comporta per i pescatori italiani una limitazione alla possibilità di essere autorizzati a pescare anche oltre le miglia marine previste per la categoria di pesca prevista dalla licenza, il che vuol dire meno possibilità di lavorare;

   è necessario tutelare la domanda nazionale di pesce, che non deve essere soddisfatta dalle importazioni, per non cancellare storia, tradizione e cultura della pesca in mare, per chiudere i nostri mercati ittici, e salvare migliaia di imprese e posti di lavoro di, chi ogni giorno, porta pesce fresco italiano sulle nostre tavole –:

   quali iniziative intenda adottare per il settore della pesca, a partire dal promuovere un maggiore confronto in sede europea per pervenire ad una semplificazione e modifica delle norme nazionali al fine di tutelare il reddito e la competitività, difendere le specificità della pesca italiana, nonché accrescere lo sviluppo delle imprese ittiche nazionali.
(5-06101)


   LOMBARDO e BENEDETTI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la grave crisi pandemica ancora in corso ha trascinato il settore vitivinicolo in una condizione di stallo fino ad oggi mai osservata, caratterizzata da incertezza e preoccupazione per il futuro dell'intero comparto;

   la filiera del vino italiana fornisce un quadro allarmante con un forte calo dell'export per l'anno 2020 e un mercato interno che, a causa della chiusura delle attività di ristorazione, è oggi in forte sofferenza: si stima che le bottiglie rimaste invendute ammonterebbero a 220 milioni di pezzi, con giacenze rilevanti e una forte pressione al ribasso sui prezzi;

   come di recente sottolineato dal Ministro Patuanelli, il vino è uno dei nostri prodotti d'eccellenza che gioca un ruolo essenziale nell'ambito del turismo, dell'ambiente, dello sviluppo delle imprese, dell'economia e dell'occupazione e nella diffusione della nostra cultura e delle nostre tradizioni: per far fronte alla difficile situazione sono stati previsti 150 milioni di euro nel «Fondo Filiere» nell'ultima legge di bilancio e 150 milioni di euro nel Decreto Sostegni da investire anche nel settore vitivinicolo e in tutta la sua filiera;

   fra le misure adottate a sostegno del comparto, nel mese di giugno 2020 veniva completata dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ed Agea la procedura per attivare la misura della cosiddetta distillazione di crisi del vino comune per la campagna 2019/2020, con una dotazione pari a 50 milioni di euro nell'ambito dell'annualità 2020 del Programma nazionale di sostegno Pns;

   con un investimento di 100 milioni di euro per la campagna 2020-2021, è stato previsto un contributo a sostegno della mancata raccolta o cosiddetta «Vendemmia verde», la riduzione volontaria della produzione di uve destinate a vini a denominazione di origine e a indicazione geografica che prevede la distruzione dei grappoli non ancora giunti a maturazione, con l'obiettivo di riequilibrare un mercato duramente colpito dall'emergenza Covid-19;

   in questo momento è essenziale predisporre una serie di strumenti (rafforzamento del contributo a fondo perduto, esonero dal versamento dei contributi previdenziali/assistenziali, sospensione del pagamento delle imposte e del versamento dell'Iva sui crediti bloccati) che garantiscano la messa in sicurezza finanziaria e, quindi, un ristoro economico congruo alle migliaia di aziende del vino che registrano forti perdite a causa della crisi –:

   quali iniziative il Governo intenda introdurre per sostenere e tutelare il settore vitivinicolo in questo particolare momento storico di emergenza sanitaria e di conseguente crisi economica a livello globale.
(5-06102)

Interrogazioni a risposta scritta:


   AMITRANO, MARTINCIGLIO, DEL SESTO e VILLANI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, all'articolo 58, ha istituito un Fondo per la filiera della ristorazione;

   l'istituzione del Fondo per la ristorazione, pari a 600 milioni di euro, era finalizzato all'erogazione di un contributo a fondo perduto, per un minimo di 1.000 ed un massimo di 10.000 euro, a favore delle imprese che effettuano la ristorazione, al fine di sostenere le aziende e le imprese nell'acquisto di prodotti di filiere agricole ed alimentari italiane nonché vitivinicoli, comprendendo tra i beneficiari anche gli agriturismi, mense, ristoratori e servizi di catering, uno strumento di sostegno per valorizzare la materia prima del territorio;

   la ristorazione è un comparto rilevante della nostra economia nazionale ed elemento fondamentale della filiera agroalimentare; il provvedimento era volto al sostegno delle attività che maggiormente hanno sofferto le restrizioni a causa della crisi pandemica e tale fondo sarebbe servito a finanziare i ristoratori in forte crisi di liquidità dovuta ai prolungati periodi di lockdown e conseguenti chiusure delle proprie attività;

   il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, previa apposita convenzione, ha selezionato Poste Italiane quale partner della misura, con il compito di gestire l'acquisizione delle domande, effettuare i controlli concernenti l'ammissibilità delle stesse, nonché erogare i pagamenti dei contributi; le domande andavano presentate dal 15 novembre al 15 dicembre attraverso il «portale della ristorazione», una piattaforma informatica di Poste Italiane, oppure in modalità cartacea agli sportelli;

   a metà marzo 2021, le richieste di contributo complessivamente pervenute erano circa 40 mila e, a seguito dei necessari controlli di rito, previsti dal decreto ministeriale e dalla validazione del Ministero, le aziende aventi titolo, avrebbero beneficiato di un anticipo del 90 per cento erogato tramite bonifico; poi entro 15 giorni, dopo la presentazione a Poste della quietanza di pagamento degli acquisti, ci sarebbe stato lo sblocco del saldo, ossia doveva essere garantito al richiedente il pagamento del restante 10 per cento del contributo a saldo finale;

   a quanto risulta agli interroganti, ad oggi sono numerose le segnalazioni ricevute dai soggetti destinatari della misura, i quali lamentano delle criticità sul forte ritardo nell'erogazione della cosiddetta liquidità immediata che il provvedimento avrebbe dovuto garantire; in una situazione di difficoltà e di carenza di liquidità, i soggetti beneficiari della misura, per motivi organizzativi e burocratici, non hanno ancora beneficiato del contributo, in quanto risulta che molte domande sono ancora in fase di valutazione e altre pur complete di corredo documentale non hanno ricevuto il saldo finale; dalle dichiarazioni dei rappresentanti delle associazioni di categoria, risulta che Poste Italiane ha gestito e sta gestendo l'istruttoria delle domande presentate con un forte rallentamento che si riversa conseguentemente anche nell'erogazione dei contributi –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per far fronte al rallentamento delle procedure sulla liquidazione dei contributi di cui in premessa, al fine di agevolare l'erogazione dei finanziamenti, che attualmente risulta fortemente in ritardo, ai soggetti beneficiari che ne hanno diritto.
(4-09356)


   GOLINELLI, VIVIANI, FIORINI, BUBISUTTI, GASTALDI, GERMANÀ, LIUNI, LOLINI, LOSS, MANZATO, PATASSINI e TARANTINO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   considerata la necessità, anche sulla base dei risultati della consultazione pubblica di Ismea di fornire ai consumatori un quadro informativo più completo sugli alimenti, il decreto 6 agosto 2020, entrato in vigore il 1o febbraio 2021, reca disposizioni per l'indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell'etichetta delle carni suine trasformate;

   il decreto impone l'obbligo di indicare sulle etichette degli alimenti, quali quelli di carni di ungulati domestici della specie suina macinate, separate meccanicamente, preparazioni di carni suine e prodotti a base di carne suina, l'indicazione del luogo di provenienza della carne suina, al fine di assicurare una corretta e completa informazione ai consumatori, prevenire e reprimere le frodi alimentari e tutelare le aziende dalla concorrenza sleale;

   accade però che sui banconi dei super e ipermercati si trovino salumi porzionati e confezionati sul punto vendita della grande distribuzione o in laboratori cui la catena affidi l'operazione, che non recano le informazioni previste dal suddetto decreto sulle carni suine trasformate, quanto questo si applica ai prodotti preimballati, ovvero confezionati dal produttore nel salumificio e la definizione di alimento preimballato, secondo il regolamento europeo 1169/2011 sull'etichettatura, non comprende gli alimenti imballati nei luoghi di vendita;

   si crea così un paradosso. Il prosciutto uscito dal salumificio con la dichiarazione d'origine arriva al supermercato, viene affettato e confezionato in vaschetta, perdendo di fatto la tracciabilità ovvero il Paese di provenienza del suino;

   la carne bovina e l'ortofrutta, ad esempio, anche se confezionate presso il supermercato, devono riportare il Paese d'origine. Questa differenza di indicazione della provenienza dei prodotti crea confusione nei consumatori che non riescono a districarsi tra le etichette; i consumatori hanno diritto ad una maggiore linearità e chiarezza;

   il decreto del 6 agosto 2020, tra l'altro, avendo natura sperimentale, si applica fino al 31 dicembre 2021 e per quella data la Commissione europea dovrebbe approvare una serie di norme vincolanti circa l'origine, inserite nel programma «Farm to Fork» –:

   quali iniziative intenda mettere in atto, anche a livello europeo, al fine di prolungare l'efficacia del decreto ministeriale del 6 agosto 2020 oltre la data del 31 dicembre 2021, nonché di estendere l'obbligo di indicazione del Paese di origine a tutti i prodotti alimentari, soprattutto a quelli porzionati e confezionati sul punto vendita.
(4-09366)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GEMMATO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 10 marzo 2021 è stato siglato il Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale tra il presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per la pubblica amministrazione e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil;

   il patto individua la necessità di avviare una nuova stagione di relazioni sindacali, fondata sul confronto con le organizzazioni, e di portare a compimento i rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021, ritenendoli un fondamentale investimento politico e sociale;

   la costruzione di una nuova e moderna pubblica amministrazione si fonda sulla valorizzazione delle persone, attraverso percorsi di crescita e aggiornamento professionale, e sulla definizione di un piano delle competenze su cui costruire la programmazione dei fabbisogni e le assunzioni del personale;

   tra gli elementi fondanti del patto si evidenzia il punto 3, che prevede che, attraverso i contratti collettivi del triennio 2019-2021, si procederà alla successiva rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale, ricorrendo a risorse aggiuntive con la legge di bilancio per il 2022 e adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze. Il punto 3 evidenzia, inoltre, che risulta necessaria la valorizzazione di specifiche professionalità non dirigenziali dotate di competenze e conoscenze specialistiche, in grado di assumere specifiche responsabilità organizzative e professionali, nonché di estendere i sistemi di riconoscimento delle competenze acquisite negli anni, anche tramite opportune modifiche legislative;

   il Governo ha recentemente emanato un rapporto all'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni gli atti di indirizzo di propria competenza per il riavvio della stagione contrattuale e il 29 aprile 2021 sono iniziate le negoziazioni contrattuali relative ad alcuni comparti della pubblica amministrazione;

   con particolare riferimento al comparto sanità, appare necessario evidenziare che il Coordinamento Nazionale caposala – coordinatori, associazione infermieristica che promuove il coordinamento infermieristico, ha manifestato alcune problematiche relative alle specifiche contrattuali e alle caratteristiche professionali del ruolo dei coordinatori;

   in tutte le strutture sanitarie, i coordinatori infermieristici sono incaricati di svolgere mansioni complesse che necessitano non solo di competenze sanitarie e di organizzazione del lavoro, ma anche e soprattutto di capacità relazionali, di problem solving e richiedono, nel rapporto con il pubblico, grandi doti di umanità e solidarietà; sono, queste, tutte caratteristiche fondamentali per il buon andamento del lavoro nelle strutture sanitarie, soprattutto in periodi di emergenza sanitaria come quella in atto;

   nonostante il ruolo sia evidentemente importante e centrale per l'organizzazione del lavoro delle strutture sanitarie, l'associazione ha rilevato:

    l'inadeguatezza della categoria di inquadramento professionale dei coordinatori infermieristici, ovvero le categorie DS o D, e la necessità di definire e valorizzare, nel tempo, un ruolo specifico per i coordinatori infermieristici;

   l'insufficienza della retribuzione economica spettante ai coordinatori rispetto alla complessità della mansione svolta e alle relative responsabilità connesse allo svolgimento del lavoro;

   alla luce dell'indirizzo definito al punto 3 del Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, appare evidente, dunque, la necessità di valorizzare la professionalità, attualmente non dirigenziale, del coordinatore infermieristico poiché evidentemente dotato di competenze e conoscenze specialistiche e in grado di assumere, come di fatto avviene, specifiche responsabilità organizzative e professionali nel coordinamento degli infermieri –:

   se, nell'ambito dell'attività di negoziazione contrattuale per i rinnovi dei Ccnl relativi al triennio 2019-2021, il Governo intenda porre in essere iniziative di competenza volte a valorizzare la professionalità del coordinatore infermieristico, in particolar modo prevedendo un miglioramento dell'inquadramento professionale, nonché una maggiorazione della retribuzione economica.
(5-06103)

SALUTE

Interrogazione a risposta orale:


   VILLANI, DEL SESTO e BARBUTO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nell'Unione europea ogni anno, nascono 600 bambini affetti da atrofia muscolare spinale Sma, una malattia neuromuscolare genetica rara, causata dalla mancanza di un gene SMN1 funzionale, con conseguente perdita rapida e irreversibile dei motoneuroni, che influisce sulle funzioni muscolari, tra cui la respirazione, la deglutizione e il movimento di base;

   nella Sma di tipo 1, la degenerazione inizia prima della nascita e si intensifica rapidamente;

   la terapia necessaria è quella dell'onasemnogene abeparvovec (nome commerciale Zolgensma), oggetto di una sperimentazione internazionale che si è svolta anche in Italia;

   a seguito dello studio, il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema) raccomandava l'autorizzazione alla vendita condizionata di Zolgensma per il trattamento di alcuni tipi di pazienti;

   il 18 maggio 2020 l'Ema ha autorizzato l'uso del farmaco per tutti i neonati e bambini fino a 21 chilogrammi, senza limitazioni di età. In Italia l'Aifa ha previsto tale trattamento per pazienti fino a 13,5 chilogrammi escludendo i soggetti con ventilazione permanente o alimentazione assistita, che, in altri Paesi, come gli Stati Uniti, hanno potuto accedere alla terapia;

   l'Aifa con determina n. 126266/2020, ha consentito la prescrizione del Zolgensma ai pazienti entro i sei mesi di età;

   il 9 marzo 2021, ha approvato la rimborsabilità della terapia a carico del Ssn per i pazienti Sma1 sotto i 13,5 chilogrammi di peso;

   Paolo è un bambino affetto da SMA1, la forma più grave e, per vivere, ha bisogno dello Zolgensma; purtroppo, necessita di ventilazione meccanica e peg perché la malattia ha compromesso i muscoli e anche quelli per la respirazione e deglutizione;

   lo Zolgensma per il piccolo Paolo rappresenterebbe l'unica speranza di miglioramento e, ad oggi, solo negli Stati Uniti si potrebbe curare. Per lui e altri bimbi affetti dalla stessa malattia, sono state attivate delle raccolte fondi spontanee, ma la cifra di 2.100.0000 dollari è troppo alta per poter avere speranza di farcela –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative di competenza, nel pieno rispetto dell'equità di accesso alle cure, tenendo presente che, nelle varianti più gravi, l'evoluzione della patologia non consente ai bambini di sopravvivere oltre il secondo anno di età, affinché si pervenga al più presto ad un allineamento con la regolamentazione europea, e dunque la platea dei pazienti che potranno accedere alla terapia possa essere estesa anche ai bambini con la tracheotomia;

   se intenda chiarire, acquisendo elementi dall'Aifa, anche promuovendo un'analisi specifica dei casi, per quale motivo in America, nonostante la peg e la tracheotomia, i piccoli pazienti posano avere accesso alle cure;

   se intenda adottare iniziative di competenza volte a introdurre nuove procedure di autorizzazione e rimborsabilità, a favore di tutti i bambini compresi quelli a cui la malattia ha già compromesso muscoli, respirazione e deglutizione.
(3-02303)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MAGI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la Repubblica di San Marino ha concluso in Commissione l'esame del progetto di legge per la regolamentazione ad uso terapeutico di Cannabis;

   in particolare, lunedì 17 maggio 2021, il Movimento civico Rete — partito di maggioranza attualmente al governo nella Repubblica — ha tenuto un incontro per parlare delle prospettive di produzione del medicinale alle quali il Paese si sta avviando, volto non solo a normare l'utilizzo terapeutico della Cannabis ma anche a garantire alle strutture private la possibilità di prendere parte alla produzione e di disporne la commercializzazione attraverso le farmacie dello Stato;

   il progetto di legge, che nel corso del mese di giugno 2021 dovrebbe arrivare alla fine dell'iter legislativo, avrebbe già attratto l'interesse di investitori privati, i quali hanno espresso la volontà di insediarsi a San Marino per prendere parte alla produzione;

   infine, il Segretario di Stato per la sanità e la sicurezza sociale di San Marino, Roberto Ciavatta, durante l'incontro ha dichiarato di avere già avviato una interlocuzione con il Ministero della salute italiano, la direzione dell'ufficio centrale stupefacenti e lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze sulle modalità e tecniche di produzione, al fine di sopperire alla carenza di medicinali cannabinoidi in Italia –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti riportati e quali iniziative intenda adottare per garantire l'approvvigionamento e la continuità terapeutica ai pazienti in cura con medicinali a base di Cannabis e per portare la produzione italiana all'equivalente del fabbisogno nazionale; se e quando il Ministro intenda adottare iniziative per introdurre un sistema di accreditamento, aperto agli operatori del settore, che renda possibile la concessione di licenze all'importazione e alla distribuzione di prodotti terapeutici a base di Cannabis.
(4-09355)


   CUNIAL. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con diversi atti di sindacato ispettivo, l'interrogante ha posto numerose volte le problematiche inerenti ai vaccini Covid-19;

   i dati di efficacia riportati dalla comunità scientifica fin'ora, hanno evidenziato esclusivamente la riduzione del rischio relativo (Rrr), che considera solo i partecipanti che potrebbero beneficiare del vaccino dando valori pari a: 95 per cento per i vaccini Pfizer – BioNTech, 94 per cento) per Moderna - NIH, 90 per cento per Gamaleya, 67 per cento per J&J e 67 per cento per i vaccini AstraZeneca – Oxford;

   con l'interrogazione n. 4/08094, l'interrogante ha già messo in dubbio la questione dell'efficacia dei vaccini Covid-19, rilevando, ad esempio, che sul «The BMJ», Peter Doshi, editore associato, aveva calcolato la reale riduzione del rischio relativo del vaccino Pfizer fosse tra il 19 e il 29 per cento e, con l'interrogazione n. 4/08165, ha denunciato al Governo come, sempre Peter Doshi, il 21 ottobre 2020 avesse illustrato come lo studio di fase 3 di Comirnaty non sia stato pensato per verificare se il vaccino possa interrompere la trasmissione del virus;

   con lo studio dal titolo «Efficacia ed efficacia del vaccino COVID-19: l'elefante (non) nella stanza» del 20 aprile 2021, i cui autori sono membri della Università di Oxford, University College London e del Centro di metodologia e statistica, Istituto di sanità lussemburghese, si è presa in considerazione la riduzione del rischio assoluto (Arr), che è la differenza tra i tassi di attacco con e senza un vaccino, considerata l'intera popolazione. I nuovi valori di riduzione assoluta di rischio sarebbero di: 1,3 per cento per AstraZeneca – Oxford, 1,2 per cento per Moderna – NIH, 1,2 per cento per J&J, 0,93 per cento per il Gamaleya e lo 0,84 per cento per i vaccini Pfizer – BioNTech. Secondo i ricercatori gli Arr tendono ad essere ignorati perché danno una dimensione dell'effetto molto meno impressionante rispetto agli Rrr;

   con l'interrogazione n. 4/08164, l'interrogante si era già occupata della problematica dei due nuovi eccipienti mai autorizzati prima nel vaccino Covid-19 di Pfizer: il lipide cationico ALC-0315 e il lipide PEGilato ALC-0159;

   nel documento di Assessment report del 19 febbraio 2021, EMA/707383/2020, relativo al vaccino Pfizer, Comirnaty6, si legge che «I principali cambiamenti tra i processi AS 1 e 2 sono: [...] purificazione con sfere magnetiche sostituita con digestione della proteinasi K e fasi UFDF» e che «Occasionalmente è stato osservato materiale particolato visivo in lotti di prodotti finiti»;

   il 20 aprile 2021 il Ministero ha pubblicato l'allegato al modulo del consenso informato vaccinazione anti-Covid-19 relativa al vaccino di Moderna. Nella nota riguardante i componenti del farmaco, il Ministero evidenzia: lipide SM-102, colesterolo, 1,2-distearoil-sn-glicero-3-fosfocolina (DSPC), 1,2-dimiristoil-rac-glicero-3-metossipolietilenglicole-2000 (PEG2000 DMG), trometamolo, trometamolo cloridrato, acido acetico, sodio acetato triidrato, saccarosio, e acqua per preparazioni iniettabili;

   Cayman Chemical Company, Inc. (Cayman) ha sviluppato e prodotto il lipide SM-102, che è un amino lipide ionizzabile che è stato utilizzato in combinazione con altri lipidi nella formazione di nanoparticelle lipidiche per avvolgere il filamento di mRNA. Il produttore spiega come tale prodotto (articolo n. 33474), sia destinato esclusivamente all'uso in vitro o animale (esplorativo o preclinico). Nella scheda di sicurezza per SM-102 è scritto che la miscela di sostanze chimiche nel prodotto è composta al 90 per cento da cloroformio e dal 10 per cento SM-102. Il cloroformio presenta diversi rischi gravi noti. Pertanto, il produttore avverte dell'inidoneità per l'uso umano o veterinario;

   l'interrogante ha evidenziato, con diverse interrogazioni, nn. 4/08626 e 4/0867012, i risultati della farmacovigilanza nel mondo sulle razioni avverse dei principali vaccini per il Covid-19 in somministrazione, riscontrandone numeri elevati –:

   se il Governo non ritenga di interrompere con urgenza il piano vaccinale, data la scarsa riduzione di rischio, monitorando seriamente i vaccinati considerate le numerose reazioni avverse.
(4-09365)

SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   il 16 gennaio 2021 è stata costituita la società Stellantis, il quarto costruttore automobilistico al mondo in termini di volumi con 8,8 milioni di auto vendute, 400 mila dipendenti e oltre 180 miliardi di euro di fatturato, frutto della fusione tra i gruppi automobilistici Fca e Psa;

   l'impegno iniziale enunciato dall'amministratore delegato Tavares di non chiudere nessun stabilimento è stato in breve sostituito dall'annuncio di una riorganizzazione degli impianti del gruppo, in particolare quelli italiani definiti troppo costosi, mentre per il piano industriale si dovrà attendere la fine del 2021 e l'inizio del 2022;

   preoccupano le notizie riportate dal Sole24ore in data 8 aprile 2021 relative alla proroga della cassa integrazione per gli operai dello stabilimento di Melfi fino al 2 maggio, e prima ancora la comunicazione della partenza della cassa integrazione anche per quello di Mirafiori, dove gli operai hanno bloccato la produzione dal 22 febbraio al 5 marzo, per calo delle richieste dalle carrozzerie clienti;

   per lo stabilimento di Melfi, ci sarebbe l'intenzione di Stellantis di «una riduzione strutturale della capacità produttiva con l'ipotesi di ridurre da due ad una le linee di produzione della Fiat 500 e della jeep»;

   mentre è stato ribadito più volte dai vertici aziendali che tra le finalità di Stellantis c'è quella di cogliere le sfide più importanti della mobilità del futuro, tra cui quella elettrificata, a Mirafiori scende la produzione di 500 elettriche, anche a causa della mancanza delle batterie che Stellantis importa dalla Corea del Sud;

   intervenuto nel corso dell'assemblea degli azionisti chiamata ad approvare i bilanci della Fiat Chrysler e della PSA, Tavares ha annunciato un piano per l'elettrificazione dell'auto «offensivo», «pieno di scelte radicali» e rivoluzionario, che tuttavia inizierà a prendere forma non prima del 2023, e dalle ricadute non chiare per quanto riguarda gli stabilimenti italiani, dal momento che, in merito alla produzione di batterie, sembrerebbe che la scelta sia caduta sulla Spagna;

   l'automotive italiano è ancora in grande misura dipendente dalle attività e dai successi commerciali del gruppo ex Fca ed è pertanto doveroso chiedersi quali saranno le ripercussioni sulla filiera –:

   quali iniziative il Ministro interpellato intenda intraprendere al fine di avviare un tavolo di confronto con Stellantis e le organizzazioni sindacali in merito al piano industriale, con particolare riguardo alla produzione di batterie, strategica per la tutela del futuro dell'intera filiera dell'automotive.
(2-01230) «Cillis, Maglione, Segneri, Sut, Alemanno, Carabetta, Chiazzese, Fraccaro, Giarrizzo, Masi, Orrico, Palmisano, Perconti, Scanu».

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

X Commissione:


   SQUERI, BARELLI, PORCHIETTO, POLIDORI, BALDINI e TORROMINO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   ad aprile 2021 gli aumenti dei prezzi delle commodities non energetiche sono stati del 33,4 per cento rispetto ad un anno prima, con un'accelerazione dei rincari che a marzo di quest'anno si attentavano al +24 per cento rispetto allo stesso mese del 2020;

   gli aumenti maggiori si registrano per i metalli di base con un +65,7 per cento tra marzo 2020 e marzo 2021. Particolari tensioni si rilevano per minerale di ferro con un +88,1 per cento, seguito da stagno (+77 per cento), rame (+73,4 per cento), zinco (+46,7 per cento), nickel (+38,5 per cento), alluminio (+36 per cento);

   per quanto riguarda il legno da costruzione (sia massiccio sia incollato), il costo è aumentato del 60-70 per cento rispetto alle contrattazioni commerciali del settembre 2020. Il legno lamellare, uno dei più usati, è passato da 400 a 700 euro al metro cubico;

   vi è allarme anche sul fronte delle materie prime energetiche, i cui prezzi a marzo 2021 aumentano addirittura del 93,6 per cento su base annua;

   l'aumento dei prezzi delle materie prime sta colpendo il comparto delle costruzioni e i settori manifatturieri di metallurgia, legno, gomma e materie plastiche, mobili, autoveicoli, prodotti in metallo e apparecchiature elettriche. In questi settori operano 621.000 piccole imprese con 1.893.000 addetti, con un'elevata presenza dell'artigianato, pari a 435.000 imprese che danno lavoro a 1.047.000 addetti;

   Confartigianato stima un impatto potenziale di 19,2 miliardi di euro di maggiori oneri. La fiammata dei prezzi sta mettendo a dura prova i piccoli imprenditori. I continui rincari nel periodo tra l'acquisizione delle commesse e la consegna del prodotto finito erodono il margine di profitto dell'imprenditore fino ad annullarlo o costringendolo a lavorare in perdita o a rinunciare a lavorare;

   tra i settori più penalizzati, c'è quello delle costruzioni che rischia di non cogliere le opportunità di rilancio stimate dal «superbonus 110 per cento»;

   Assolegno ha avanzato la proposta di rivedere i contratti già firmati, sia con privati sia con la pubblica amministrazione, in modo da assorbire questa straordinaria dinamica dei prezzi;

   Confartigianato ha sollecitato forte attenzione al fenomeno e la messa in campo degli strumenti che possano rimettere in squilibrio domanda e offerta;

   le nostre imprese, proprio mentre cercano di riagganciare la ripresa, devono fare i conti con materie prime carissime e introvabili, forniture negate dai grossisti, esaurimento delle scorte, tempi di consegna lunghissimi –:

   quali urgenti iniziative di competenza si intendano adottare a fronte della situazione esposta in premessa.
(5-06081)


   BENAMATI, BONOMO, ZARDINI e GAVINO MANCA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il comparto dell'acciaio è strategico per la manifattura nazionale. La siderurgia italiana è la seconda siderurgia europea, prima nell‘uso del forno elettrico e nel recupero del rottame, con oltre 200.000 dipendenti diretti e indiretti e 40 miliardi di euro fatturato, di cui oltre un terzo diretto alle esportazioni;

   su circa 24 milioni di tonnellate di produzione nazionale annua di acciaio, oltre 20 milioni di tonnellate vengono prodotte nei vari impianti a forno elettrico presenti in Italia;

   il rottame ferroso è alla base del ciclo produttivo dell'acciaio da forno elettrico, un tipo di produzione che sostanzialmente ricicla rottami, ovvero acciaio recuperato da demolizioni o scarti di lavorazione, soprattutto dell'industria meccanica, con emissioni di Co2 pari a circa un decimo di quelle di un altoforno;

   nella dinamica generalizzata dell'aumento dei prezzi delle materie prime a livello mondiale a cui si sta assistendo, nel settore del rottame ferroso si è passati ad un prezzo di circa 350 euro a tonnellata, ossia 150/200 euro in più rispetto ad un anno fa e le previsioni sono di ulteriori rialzi;

   l'Italia, pur utilizzando molto rottame ne esporta circa 400 mila tonnellate annue, e questo è un paradosso visto che un terzo del rottame consumato in Europa viene assorbito dal mercato italiano e che la ripresa economica, conseguente al superamento della pandemia, rischia di far aumentare ancora di più la richiesta di questa materia prima «seconda»;

   l'Europa esporta annualmente circa 17 milioni di tonnellate di materiale ferroso verso gli impianti siderurgici turchi, russi, ucraini e cinesi, tutti nostri competitori che adottano standard produttivi molto inquinanti in termini di emissioni di Co2 e quindi con costi ridotti rispetto a quelli europei, con il doppio effetto di impedire l'affermarsi di un'economia circolare in ambito europeo e di penalizzare le produzioni europee, sostenibili dal punto di vista ambientale e dei diritti dei lavoratori;

   lo sforzo profuso finora per sostenere la siderurgia italiana è risultato determinante ma ancora non risolutivo: in un momento di forte domanda e di prezzi in aumento è necessario mantenere competitiva la filiera della manifattura e delle costruzioni, anche attraverso azioni che consentano il commercio del rottame ferroso solo con quegli Stati che adottino normative uniformi in materia di emissioni climalteranti –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo, alla luce di quanto esposto in premessa, per la competitività della manifattura nazionale, sia in termini di costi che di approvvigionamento di materie.
(5-06082)


   SUT, ALEMANNO, CARABETTA, CHIAZZESE, FRACCARO, GIARRIZZO, MASI, ORRICO, PALMISANO, PERCONTI e SCANU. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la cosiddetta Beni strumentali («Nuova Sabatini») è una storica misura di facilitazione dell'accesso al credito, erogata dal Ministero dello sviluppo economico (Mise) e volta ad accrescere la competitività del sistema produttivo attraverso l'incentivazione degli investimenti delle piccole e medie imprese italiane nell'acquisto di strumentazioni innovative funzionali all'attività di impresa o nella loro acquisizione in leasing, rappresentando quest'ultima un'importante quota delle richieste di finanziamento;

   la misura, più volte rimodulata nelle soglie di investimento agevolabile, è stata rifinanziata dalla legge di bilancio 2020 (articolo i, commi 226-229, della legge n. 160 del 2019) per 540 milioni di euro nel periodo 2020-2025, e per 370 milioni dalla successiva manovra che ne ha previsto, inoltre, un potenziamento a vantaggio delle micro, piccole e medie imprese del Sud Italia che investono in Industria 4.0 e in beni produttivi a basso impatto ambientale;

   dal 2014 la «Nuova Sabatini» ha sostenuto oltre 25 miliardi di euro di investimenti privati a fronte di un contributo pubblico impegnato di circa 2 miliardi, dando prova di saper generare un considerevole effetto leva e confermandosi una misura strategica per l'innovazione delle realtà produttive che, nel tempo, hanno continuato a mostrare un importante gradimento della stessa;

   la centralità della «Nuova Sabatini», ribadita di recente anche da associazioni di categoria, quali Cna e Assilea, ha caratterizzato finanche l'anno di esordio della pandemia, quando si sono registrate richieste di accesso in numero ancor maggiore rispetto al 2019;

   il mese di aprile 2021 ha visto il più alto numero di prenotazioni degli ultimi anni e, a crescere sempre di più, è il ricorso alla misura agevolativa «Tecno Sabatini 4.0»;

   contestualmente, il report sulla misura stilato dal Ministero dello sviluppo economico rileva come i fondi stanziati disponibili risultino impegnati al 92 per cento mentre il residuo 8 per cento pari a poco più di 204 milioni di euro, non coprirà i restanti mesi del 2021, costringendo la maggior parte delle piccole e medie imprese italiane a rinunciare al rinnovo dei propri beni strumentali;

   il mancato ricorso alla misura impatterebbe in termini negativi sul frangente economico che si sta attraversando, in cui il tessuto produttivo necessita di disporre pienamente di tutti gli ausili a disposizione per fare impresa –:

   se non ritenga opportuno, per quanto di competenza, adottare iniziative per procedere tempestivamente al rifinanziamento della misura «Nuova Sabatini - Beni strumentali», atto a consentirne un utilizzo quanto più esteso, auspicabile ai fini della ripresa economica e del mantenimento della giusta spinta innovativa delle imprese italiane.
(5-06083)


   MORETTO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   nel campo della distribuzione automatica, o vending, l'Italia è leader a livello internazionale basandosi sulla più ampia rete distributiva alimentare automatica d'Europa con oltre 820 mila macchine installate e circa il 70 per cento della produzione italiana esportata all'estero, comprendendo anche molti dei prodotti quali prodotti in plastica monouso;

   le oltre tremila le imprese della distribuzione automatica in Italia occupano più di trenta mila persone cui si aggiungono le imprese coinvolte in tutta la filiera, quali quella dei produttori alimentari e dei fabbricanti di accessori e di tecnologie per le vending machine;

   l'emergenza sanitaria da Covid-19 ha influito negativamente sullo sviluppo dell'intero settore dal momento che lo smart working per la pubblica amministrazione, la didattica a distanza per le scuole e università e l'incentivazione del lavoro agile per gli uffici privati, hanno precluso l'utilizzo delle vending machine da parte degli abituali consumatori, per non parlare della chiusura degli spazi di distribuzione automatica h24 che hanno contribuito a far registrare ingenti perdite per il settore;

   il 2020 ha pertanto registrato un calo delle vendite fino al 60 per cento rispetto al 2019 a costi invariati a fronte del mancato accesso ai ristori o a una rideterminazione dell'obbligo del pagamento di canoni concessori e demaniali nella pubblica amministrazione anche per macchine ferme o sottoimpiegate;

   nonostante si sia intervenuti con il decreto-legge n. 34 del 2020 (cosiddetto decreto-legge Rilancio) promuovendo la rideterminazione delle singole concessioni a favore di quelle imprese che mostrino un calo del fatturato conseguito dal concessionario per i singoli mesi interessati dall'emergenza epidemiologica da Covid-19 superiore al 33 per cento, tale misura è stata poco utilizzata perché la clausola di invarianza finanziaria posta dalla norma impedisce una revisione dei budget del soggetto pubblico interessato che dovrebbe registrare un aumento dei costi;

   queste misura potrebbe quindi diventare pienamente efficace solo in presenza di un apposito stanziamento a favore della pubblica amministrazione per coprire le ridotte entrate da canoni concessori –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare, anche valutando l'istituzione di un apposito fondo per aiutare il settore della distribuzione automatica colpita della pandemia.
(5-06084)


   CAIATA, ZUCCONI e DE TOMA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in Italia sono presenti 15 punti vendita Disney i cui store sono allocati anche in importanti città turistiche;

   è notorio che la celebre catena internazionale di negozi specializzati nella vendita di prodotti Disney abbia definitivamente deciso di chiudere tutti i suoi 15 punti vendita sparsi per tutta l'Italia;

   la Disney Italia ha in organico più di 230 dipendenti oltre l'indotto e, dunque, tutte le attività ricettive e non ad esso collegato poiché si «avvantaggiavano» della presenza delle famiglie quali clienti dei negozi della Disney;

   la Disney per decenni ha fatto sognare adulti e bambini anche quando il loro futuro era incerto, rifugiando ogni problema – «ivi compreso quello della recente pandemia ed il rischio di contagio che, per i bambini, è stato e resta tutt'oggi un incubo» – in personaggi e film che rappresentavano e rappresentano un vissuto ancora innocente e, di un mondo, che ha unito ed unisce intere generazioni e famiglie;

   la crisi economica generata dalla pandemia da Covid-19 ha già dato vita ad una delle peggiori recessioni economiche che l'Italia fronteggerà con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr);

   il Pnrr per la Disney Store dovrà essere l'opportunità per un nuovo piano di investimenti economici-finanziari anche per riconvertire le unità lavorative e promuovere una politica gestionale anche della digitalizzazione e dell'e-commerce, degli stessi Store Italia, che valorizzi gli «eventuali esuberi» attraverso una idonea formazione aziendale che utilizzi le previste misure di finanza agevolata che lo Stato italiano ha già messo in campo;

   l'e-commerce è una strategia «integrata» che crea valore e, dunque fatturato, ma non fidelizza assolutamente il rapporto tra il consumatore ed il brand che resta esclusivo degli operatori e per questo dei dipendenti che vivono e fanno vivere gli store della Disney;

   la crisi occupazionale ed economica-finanziaria causata dalla chiusura dei Disney Store Italia graverebbe ancora una volta sulle casse dello Stato italiano, con il ricorso all'uso prolungato degli ammortizzatori sociali che non rappresentano certo la soluzione –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare per salvaguardare la continuità dell'attività della Disney Store Italia, anche con riferimento ai posti di lavoro, nonché tutelare l'indotto economico delle attività collegate agli stessi store.
(5-06085)

Interrogazione a risposta scritta:


   MOLLICONE. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. — Per sapere – premesso che:

   il 3 marzo 2015 il Governo ha approvato la Strategia italiana per la banda ultralarga, al fine di sviluppare sull'intero territorio nazionale una rete ultraveloce e creare un'infrastruttura di telecomunicazioni coerente con gli obiettivi dell'Agenda digitale europea, mediante la riduzione del divario infrastrutturale e di mercato esistente;

   nell'ambito della Strategia richiamata, il Comitato Banda Ultra Larga (Cobul) ha sviluppato un piano di contributi alla connettività in favore di famiglie e imprese, il cosiddetto «Piano voucher connettività», che prevede l'erogazione di voucher da utilizzarsi per la fruizione di servizi di connessione a banda ultralarga;

   il decreto 7 agosto 2020 del Ministero dello sviluppo economico, recante «piano voucher sulle famiglie a basso reddito», ha dato avvio alla cosiddetta «Fase I», con una dotazione di risorse pubbliche pari a 204 milioni di euro. Tale intervento consiste nell'erogazione alle famiglie con Isee inferiore a 20.000 euro di un voucher del valore di 500 euro, da utilizzare per la fruizione di servizi di connettività a banda ultralarga, congiuntamente all'ottenimento di un dispositivo in comodato d'uso; la cosiddetta «Fase II» del Piano prevede, invece, l'estensione della misura alle imprese e alle famiglie con Isee fino a 50.000 euro e l'erogazione di voucher destinati esclusivamente all'acquisto di servizi di connettività. A differenza della precedente, l'intervento di prossima attuazione non ha, dunque, carattere sociale, ma è finalizzato alla trasformazione digitale del Paese mediante l'incentivo al ricorso alla rete in banda ultralarga;

   le piccole e medie imprese rappresentano il cuore del tessuto economico e produttivo del nostro Paese, ma scontano, tutt'ora, un divario in termini di competitività in quanto impossibilitate a usufruire al meglio di quei servizi digitali che rappresentano un vero e proprio abilitatore per la loro trasformazione e la crescita economica;

   secondo l'indice Desi 2020 della Commissione europea, a fronte di un aumento nel nostro Paese del 6 per cento del tasso di diffusione delle reti fisse ad altissima capacità (Vhcn) tra il 2019 e il 2020, il livello di digitalizzazione delle piccole e medie imprese è rimasto invece invariato. Al netto dell'incremento dell'uso dei social network, il ricorso ai servizi cloud da parte delle imprese è infatti rimasto stabile (utilizzati dal 15 per cento) a fronte di una media dell'Unione europea del 18 per cento). Anche l'uso dei big data non ha visto miglioramenti nel raffronto con la relazione Desi del 2019 (stabile al 7 per cento) e, anzi, risulta in diminuzione rispetto al 9 per cento registrato nell'analisi del 2018 (media Unione europea del 12 per cento);

   la missione 1, componente 2, investimento 3 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), recante interventi in materia di reti in banda ultralarga, prevede che, sulla base di un'approfondita analisi del «Piano Voucher» attualmente in corso, si provveda ad «aggiornarlo e, se necessario, potenziarlo per massimizzare l'impatto del sussidio pubblico erogato» –:

   quali iniziative intendano adottare i Ministri interrogati al fine di valutare empiricamente l'efficacia della misura, valutandone eventuali effetti anticoncorrenziali, e per destinare quota parte delle risorse stanziate per la cosiddetta «Fase II» del «Piano Voucher», primariamente, al sostegno delle imprese, in linea con quanto previsto nel Pnrr e con l'obiettivo di favorire la loro trasformazione digitale.
(4-09359)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PASTORINO. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   tra le aree di pregio ambientale, protette secondo la legge n. 394 del 1991, compare la Pineta di Procoio, sita nella Riserva naturale statale del litorale romano, nei territori comunali di Roma e Fiumicino. Si tratta di una vasta zona connotata dalla presenza di vegetazione di qualità e di fauna preziosa (istrici, volpi, porcospini, tassi e altro). Essa costituisce un ecosistema delicato a ridosso delle spiagge ed è meritevole della massima attenzione e cura ambientale;

   la pineta purtroppo è stata fatta oggetto di una concessione estrattiva di taglio in favore della famiglia Aldobrandini. La Regione Carabinieri forestali del Lazio, come specificato nella risposta del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare all'interrogazione n. 5-04077, nel 2019 ha riscontrato interventi difformi rispetto alle prescrizioni dettate negli atti autorizzativi, in particolare l'apertura di viabilità interna non prevista; tali violazioni integrano gli estremi dei reati contravvenzionali di cui alla normativa forestale, naturalistica e paesaggistica. Conseguentemente, i responsabili del cantiere sono stati deferiti all'autorità giudiziaria ed è stato disposto il sequestro dell'area;

   successivamente sono stati autorizzati interventi forestali necessari ai fini della tutela antincendio e della messa in sicurezza della Pineta, realizzati sotto il controllo della polizia giudiziaria e dell'autorità amministrativa, che sono terminati lo scorso anno;

   tuttavia, secondo quanto denunciato da varie associazioni ambientaliste, in prima linea il Gruppo d'intervento giuridico odv, Gufi e Italia Nostra, e riportato da articoli di stampa con documentazione fotografica, nuovi tagli boschivi starebbero minacciando l'area, ruspe e camion sarebbero infatti impegnati da qualche settimana nella zona vicina a via dei Pescatori e via di Castel Fusano. Visto quanto accaduto negli scorsi anni e la facilità con cui si sono infrante le disposizioni di tutela del territorio sottoposto a vincolo paesaggistico, appare necessario accertare se suddetti lavori siano autorizzati;

   inoltre, gli illeciti sopracitati rilevati dai Carabinieri forestali e i nuovi tagli che stanno minacciando il territorio protetto richiedono, ad avviso dell'interrogante, un ripensamento del Commissione di Riserva –:

   se sia a conoscenza dei fatti evidenziati in premessa e nello specifico dei tagli che starebbero nuovamente insistendo sull'area della Riserva naturale statale del litorale romano, verificandone, per quanto di competenza, le relative autorizzazioni;

   se, al fine di garantire l'effettiva tutela ambientale che la legge affida alla Commissione di riserva, il cui parere è obbligatorio e vincolante (ex articolo 4 del decreto ministeriale 29 marzo 1996) e che deve vigilare sul funzionamento e sulla gestione unitaria dell'area, intenda adottare le iniziative di competenza per verificare l'operato della stessa.
(5-06072)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Caretta n. 4-09345, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 maggio 2021, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Ciaburro.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta scritta Dori n. 4-09165, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 499 del 3 maggio 2021.

   DORI. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della cultura. – Per sapere premesso che:

   con delibera del 1° maggio 2016 del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 13 agosto 2016, n. 189, è stato approvato il piano stralcio «Cultura e turismo» assegnando al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo un importo complessivo di 1.000 milioni di euro, a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, da destinare al sistema museale italiano, ai sistemi territoriali turistico-culturali, nonché ad altri interventi di completamento particolarmente significativi e di nuovi interventi da individuarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;

   in particolare, all'insieme di «interventi di completamento particolarmente significativi e di nuovi interventi» è disposta la destinazione di una riserva di importo pari a 170 milioni di euro, di cui 150 milioni di euro a favore di interventi afferenti al «progetto di recupero di luoghi culturali dimenticati, denominato Bellezz@ – Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati»;

   la predetta delibera del Cipe prevede che gli interventi siano individuati sulla base delle segnalazioni pervenute dal territorio e che, laddove comportino finanziamenti superiori a 150 milioni di euro, gli interventi siano selezionati da una Commissione;

   il 9 maggio 2016 la Presidenza del Consiglio dei ministri ha pubblicato l'avviso con il quale è stata data la possibilità a tutti i cittadini di segnalare un luogo da recuperare, ristrutturare o reinventare, per il bene della collettività oppure un progetto culturale da finanziare;

   essendo pervenuto un numero di segnalazioni tale da richiedere una disponibilità superiore alle risorse assegnate, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 giugno 2017 è stata istituita la Commissione per la selezione degli interventi;

   la Commissione, all'esito della selezione, è pervenuta sulla base dei criteri prefissati ad un elenco di 310 interventi conformi alla delibera Cipe del 1° maggio 2016 e al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 giugno 2017 e ad un elenco di 271 interventi selezionati fino a concorrenza delle risorse disponibili;

   nell'elenco dei 271 interventi meritevoli di finanziamento figurano anche sei progetti in provincia di Bergamo;

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 settembre 2018 ha stabilito che per accedere ai finanziamenti è necessaria la stipula di apposite convenzioni tra gli enti beneficiari e il Ministero della cultura;

   con decreto del Presidente del Consiglio di ministri 27 settembre 2018 è stata prevista la Commissione per l'attuazione del progetto al fine di verificare la completezza, della documentazione trasmessa dagli enti pubblici selezionati e la coerenza con il progetto. Con lo stesso decreto è stato subordinato all'esito positivo di tali verifiche l'accesso alla successiva fase di stipula delle Convenzioni con il Ministero della cultura per ottenere i finanziamenti e dare avvio agli interventi;

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 maggio 2019 il termine assegnato per la trasmissione della documentazione, originariamente fissato al 14 maggio 2019, è stato prorogato al 15 settembre 2019;

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 febbraio 2021, in relazione al quale è stato pubblicato un avviso nella Gazzetta Ufficiale n. 111 dell'11 maggio 2021, è stato comunicato che la Commissione per l'attuazione del progetto «ha concluso con esito positivo la verifica» della documentazione solo relativamente agli «enti attuatori degli interventi elencati nell'allegato 1»;

   come emerge dal citato allegato 1, i progetti effettivamente finanziati risultano solo ventidue, per un importo inferiore ai 17 milioni di euro a fronte di uno stanziamento già previsto di 150 milioni di euro;

   il fatto che meno del 10 per cento degli interventi selezionati, 22 su 271, abbia avuto un esito positivo rende evidente, all'avviso dell'interrogante, che le procedure definite dal bando siano rivelate particolarmente gravose, complesse e interpretabili in modo non univoco, penalizzando così le legittime aspettative degli enti –:

   quali urgenti iniziative il Governo intenda porre in essere al fine di consentire agli enti non inclusi nel predetto elenco l'integrazione della documentazione, anche mediante l'assegnazione di un nuovo termine per i necessari adempimenti, in modo da poter finanziare anche gli oltre 200 progetti già selezionati afferenti al progetto «Bellezz@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati».
(4-09165)

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Ferri n. 5-05233 del 7 gennaio 2021;

   interrogazione a risposta scritta Giuliano n. 4-08792 del 1o aprile 2021;

   interrogazione a risposta scritta Carelli n. 4-08918 del 14 aprile 2021;

   interrogazione a risposta scritta Giachetti n. 4-09109 del 27 aprile 2021;

   interrogazione a risposta scritta Costa n. 4-09119 del 28 aprile 2021;

   interrogazione a risposta in Commissione Frailis n. 5-05949 del 6 maggio 2021;

   interrogazione a risposta in Commissione Enrico Borghi n. 5-06063 del 24 maggio 2021.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta orale Deidda n. 3-00892 del 22 luglio 2019 in interrogazione a risposta scritta n. 4-09357.