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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 9 aprile 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La III Commissione,

   premesso che:

    la promozione e il rispetto dei diritti umani dovrebbero rimanere al centro delle relazioni tra l'Italia e la Cina;

    lo Xinjiang è una regione autonoma della Repubblica Popolare Cinese dal 1955. Ospita numerosi gruppi etnici, tra cui uiguri, han, kazaki, tibetani, hui, tagiki, kirghizi, mongoli, russi e xibe. Su una popolazione di quasi 22 milioni di persone, più di 10 milioni sono di origine uigura;

    nella regione, da almeno 50 anni oggetto di rivendicazioni indipendentiste, a seguito delle rivolte iniziate nel 2009 e sfociate in scontri e proteste violente, in particolare, a partire dal 2014, è stata lanciata una campagna del Governo cinese di lotta contro il terrorismo e l'estremismo violento;

    come conseguenza di questa campagna, secondo diverse fonti attendibili, più di un milione di persone sarebbero state detenute nei cosiddetti centri di «rieducazione politica». Sarebbero oltre 380 i sospetti centri di rieducazione che sono stati costruiti o ampliati a partire dal 2017 e almeno 61 i centri di detenzioni costruiti o ampliati tra luglio 2019 e luglio 2020;

    secondo quanto riferito dalle stesse fonti, i bambini piccoli dei genitori internati nei campi di rieducazione sarebbero stati mandati in orfanotrofi gestiti dallo Stato cinese. Alla fine del 2019 risulterebbero oltre 880 mila bambini uiguri collocati in centri di accoglienza;

    già nell'agosto del 2018 il Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione razziale ha denunciato gli abusi commessi nello Xinjiang, compresa l'istituzione di campi di detenzione arbitraria di massa;

    parallelamente alla campagna di lotta al terrorismo violento, sempre a partire dal 2014 sarebbero aumentati i programmi di riduzione della povertà nella regione dello Xinjiang, con il conseguente trasferimento di manodopera in altre regioni cinesi. Secondo un'indagine dell'Australian Strategic Policy Institute (Aspi) del marzo 2020, almeno 80 mila uiguri sarebbero stati trasferiti in nove province cinesi, in fabbriche, principalmente operanti nel campo dell'abbigliamento, della tecnologia e dell'automobile;

    la Cina è uno dei maggiori produttori di cotone al mondo e la regione dello Xinjiang rappresenta oltre il 20 per cento della produzione mondiale di cotone. L'industria dell'abbigliamento e del tessile costituirebbe un elemento centrale di tale programma, aneto alla luce del fatto che il Governo cinese prevede di raddoppiare entro il 2025 la capacità produttiva di cotone nella regione. A tal fine sarebbero diverse centinaia di migliaia le persone già mobilitate nelle operazioni di raccolta del cotone;

    come conseguenza, molti noti marchi dell'industria mondiale dell'abbigliamento, che fino ad ora hanno tratto notevole profitto da questa situazione, hanno sottoscritto o annunciato l'impegno pubblico a dismettere gli approvvigionamenti dallo Xinjiang e uscire dalla regione;

    gli Stati Uniti hanno affermato, il 3 dicembre 2020, che proibiranno 1'ingresso nel proprio territorio di cotone prodotto nei Xinjiang Production and Construction Corps della regione autonoma del Xinjiang, e di prodotti con esso realizzati, in quanto ritengono che la loro produzione sia avvenuta sfruttando i lavori forzati;

    il 22 marzo 2021, il Consiglio dell'Unione europea ha adottato misure restrittive nei confronti degli abusi perpetrati nei uiguri dal Governo cinese. In particolare, sono stati sanzionati lo Xinjiang Production and Construction Corps Public Security Bureau e altri 4 funzionari cinesi,

impegna il Governo:

   ad adottare, in coordinamento con gli altri Stati dell'Unione europea, tutte le iniziative necessarie per persuadere il Governo cinese alla chiusura dei centri di «rieducazione politica» e a porre fine alla pratica della detenzione arbitraria nei confronti dei membri delle minoranze e a cessare tutte le violazioni dei diritti umani nello Xinjiang;

   ad invitare le autorità cinesi a garantire un accesso libero, effettivo e senza ostacoli alla regione dello Xinjiang ai giornalisti e agli osservatori internazionali;

   ad adottare le iniziative di competenza affinché il Governo cinese pervenga alla ratifica e all'attuazione della Convenzione n. 29 dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) sul lavoro forzato, la Convenzione n. 105 dell'Oil sull'abolizione del lavoro forzato, la Convenzione n. 87 dell'Oil sulla libertà sindacale e la protezione del diritto sindacale, e la Convenzione n. 98 dell'Oil sul diritto di organizzazione e di negoziazione collettiva.
(7-00627) «Di Stasio, Del Re, Buffagni».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   MASSIMO ENRICO BARONI, COLLETTI, CABRAS, SODANO, VILLAROSA, MENGA, VIGNAROLI, FORCINITI, CIPRINI, VALLASCAS, CARELLI e PAXIA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la campagna di vaccinazione della popolazione per la prevenzione delle infezioni da Sars-CoV-2 è iniziata il 27 dicembre 2020, nel cosiddetto Vaccine Day;

   il piano vaccinale si è basato su uno scaglionamento strategico della popolazione in ordine di priorità, basato sul rischio, sul tipo di vaccino e sulla quantità disponibile;

   la tabella 2 recante «Stima della numerosità delle categorie prioritarie» riportata nel «Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da Sars-CoV-2» adottato con decreto del Ministro della salute in data 2 gennaio 2021, è stata poi integrata secondo le «Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-Sars-CoV-2/COVID-19», approvate con decreto del 12 marzo 2021 fermo che restando che in via prioritaria assoluta rispetto a tutti gli altri, devono essere vaccinati gli operatori sanitari e sociosanitari «in prima linea», sia pubblici che privati accreditati;

   sono di dominio pubblico le notizie di migliaia di somministrazioni di vaccini ai volontari e operatori della Croce Rossa e della Protezione civile;

   a mero titolo esemplificativo, per diventare volontario della Croce Rossa Italiana è sufficiente frequentare un corso base di 18 ore con esame finale che, se superato, permette il conseguimento del brevetto europeo di primo soccorso – Beps con rilascio di un tesserino, e altre che possono tesserarsi, senza dover seguire corsi e sostenere esami, anche i soci «sostenitori», dietro versamento di una quota annuale;

   secondo recenti fonti di stampa, in diverse parti d'Italia si sarebbero verificati tesseramenti fittizi nelle associazioni di soccorso, con l'unico fine di ottenere la somministrazione del vaccino in via prioritaria, come nella regione Puglia, in cui risulterebbero decine di finti volontari finiti sotto indagine del Nucleo ispettivo regionale sanitario e dei Nas –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti richiamati in premessa;

   se il Governo non ritenga di adottare con la massima urgenza specifiche iniziative di contrasto e prevenzione rispetto a questo vergognoso e abominevole fenomeno, e quali iniziative, per quanto di competenza, ritenga di intraprendere per evitare che tra i destinatari della vaccinazione in via prioritaria si celino falsi volontari delle associazioni.
(4-08862)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta scritta:


   SPADONI e ZANICHELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   le esportazioni dei prodotti agroalimentari Made in Italy in Russia, negli ultimi sei anni e mezzo, hanno perso oltre 1,3 miliardi a causa dell'embargo deciso da Putin che, tuttora, colpisce una importante lista di prodotti europei con il divieto all'ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, come ritorsione alle sanzioni economiche dell'Unione europea (fonte: analisi della Coldiretti in occasione della visita dell'Alto rappresentante della politica estera europea Josep Borrell per l'incontro con il suo omologo Serghei Lavrov dopo la condanna dell'oppositore Alexei Navalny – 4 febbraio 2021);

   l'agroalimentare è l'unico settore tuttora colpito direttamente dall'embargo deciso dalla Russia con il decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e più volte rinnovato che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia dei prodotti presenti nella «lista nera», dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura. Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia, si aggiunge quello della diffusione sul mercato di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy realizzati in Russia (Parmesan, mozzarella, robiola, e altro) o nei Paesi non colpiti dall'embargo come scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano, Parmesan e Gorgonzola di produzione svizzera e Parmesan o Reggianito di origine brasiliana o argentina (fonte coldiretti.it);

   conseguentemente, il danno economico si estende alla ristorazione italiana in Russia che rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali;

   a dicembre 2019, a margine dell'incontro bilaterale col suo omologo russo Sergej Lavrov, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, ha spiegato che «Sul tema delle sanzioni alla Russia da parte dell'Unione europea, l'Italia si muove nel solco di Bruxelles, ma intende promuovere anche una riflessione politica in seno all'Unione sugli effetti che le sanzioni, e le contro-sanzioni russe, stanno avendo sulle nostre aziende». Inoltre, il Ministro ha fatto presente a Lavrov il problema delle sanzioni poste da Mosca sul Parmigiano Reggiano: «È una sanzione che va rimossa perché non rientra nei parametri stabiliti per le altre misure economiche imposte ai prodotti europei. È un prodotto d'eccellenza del nostro made in Italy»;

   come riportato dalla stampa locale (il Resto del Carlino), in data 31 marzo 2021, l'ambasciatore italiano a Mosca, Pasquale Terracciano, in un'intervista a Forbes Russia, in data 26 marzo 2021, avrebbe richiesto l'esclusione del Parmigiano Reggiano dall'embargo russo in ragione della bassissima quantità di lattosio presente nel prodotto. È presto arrivata la risposta di Olag Sirota, presidente dei produttori di formaggi russi, secondo cui una concessione simile provocherebbe il sostanziale fallimento dell'intero comparto lattiero caseario russo e ha aggiunto come provocazione la richiesta di baratto, con il riconoscimento da parte dell'Italia dell'annessione della Crimea alla Russia. Sul caso si è espressa anche la portavoce del Ministro degli esteri russo, dichiarando di «preferire i formaggi russi a quelli italiani» –:

   se il Ministro interrogato, alla luce alquanto sopra esposto, viste le ingenti difficoltà provocate dall'emergenza coronavirus che l'Italia sta affrontando, e visto il pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale, ritenga possibile uno sblocco dell'export del Parmigiano Reggiano in Russia.
(4-08866)


   FORMENTINI, BILLI, CECCHETTI, COIN, COMENCINI, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, PICCHI, RIBOLLA, SNIDER, ZENNARO e ZOFFILI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il Ministero dell'educazione dell'Autorità Nazionale Palestinese ha emanato un documento che contiene le istruzioni cui gli educatori dovrebbero attenersi nella somministrazione di lezioni ai bambini delle scuole materne residenti a Gaza e in Cisgiordania;

   al paragrafo 19 del testo del predetto documento, agli educatori delle scuole materne viene vietato di ricevere contributi finanziari e materiali, aiuti tecnici e persino di intrattenere contatti o condurre attività di normalizzazione con qualsiasi istituzione di quella che è definita l'«occupazione israeliana»;

   tale formulazione non sembrerebbe in alcun modo tendere alla promozione della causa della pace, della riconciliazione e della pacifica coesistenza tra Israele e l'Autorità Nazionale Palestinese;

   il Ministero dell'educazione dell'Autorità Nazionale Palestinese avrebbe pubblicato il documento contenente le linee guida sopra ricordate, beneficiando di un contributo della «PACE – Partnership for a New Approach to Early Childhood», promossa dall'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo –:

   se corrisponda al vero che il documento di cui in premessa, che raccomanda agli educatori delle scuole materne palestinesi di non collaborare con le istituzioni dell'«occupazione israeliana», sia stato prodotto con finanziamenti dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e quali controlli siano stati condotti sulla sua aderenza ai principi cui dovrebbero conformarsi le iniziative sostenute dall'Italia con l'aiuto pubblico allo sviluppo;

   quali iniziative di competenza il Governo intenda intraprendere per evitare che le pubblicazioni palestinesi finanziate con i contributi della cooperazione italiana, o quelli delle organizzazioni multilaterali di cui l'Italia è parte, contengano testi che incitano all'odio e al rifiuto della convivenza pacifica.
(4-08867)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   ZUCCONI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   da tempo la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara soffre di una grave carenza di personale;

   secondo quanto risulta all'interrogante la suddetta Soprintendenza ha un organico attuale di 20 addetti, rispetto ai 48 previsti dalla dotazione. Ciò provoca un evidente gravoso carico di lavoro per il personale in forza e determina ritardi molto significativi nel disbrigo di pratiche autorizzative, sopralluoghi, e altro;

   la situazione è davvero molto grave e determina un danno notevole per l'economia, tenendo fermi, di fatto, tanti importanti lavori sui territori. Enti, privati, professionisti, sono praticamente bloccati nelle loro attività riguardanti recuperi edilizi, conservazione dei beni culturali, restauro del patrimonio artistico;

   in un momento di crisi come questo ogni possibilità di lavoro dovrebbe essere agevolata e incentivata, tenuto conto anche dei bonus che sono stati varati nel comparto edilizio;

   la tutela del patrimonio culturale ha poi riflessi significativi anche per quanto riguarda il turismo e, pertanto, il compito delle istituzioni dovrebbe essere quello di facilitare il più possibile gli interventi, invece di ritardarli;

   spesso gli interventi autorizzativi riguardano pratiche connesse alla sicurezza e/o prevenzione incendi, ed i ritardi in questo caso diventano perfino rischiosi –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sovraesposti e quali iniziative intenda adottare nel breve periodo per rimuovere i disagi che riguardano il personale della Soprintendenza per le province di Lucca e Massa Carrara, al fine di garantire un adeguato servizio ai cittadini che sono in attesa di precise risposte dovute alle loro necessità di intervento.
(4-08861)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   RACHELE SILVESTRI e TRANCASSINI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la ripresa economica nelle aree del Centro Italia colpite dal sisma del 2016 continua a presentare forti criticità;

   tra le misure di beneficio fiscale emanate dal legislatore nel 2017 per aiutare le imprese ubicate nei comuni delle regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpiti dagli eventi sismici succedutisi dal 24 agosto 2016, vi era quella riguardante il credito d'imposta per investimenti nelle regioni dell'Italia centrale colpite dagli eventi sismici, articolo 18-quater del decreto-legge n. 8 del 2017, poi modificato dalla legge di bilancio per il 2020;

   con provvedimento del 9 marzo 2021 l'Agenzia delle entrate ha confermato ufficialmente che la misura sopracitata era fruibile solo per gli investimenti effettuati fino al 31 dicembre 2020, mentre per gli investimenti effettuati nel Mezzogiorno, Abruzzo incluso, il termine risultava essere stato prorogato al 31 dicembre 2021;

   la sopraggiunta crisi sanitaria generata dal Covid-19, iniziata nel 2020, sovrapposta ai danni di diversa natura generati dagli eventi sismici succedutisi dal 24 agosto 2016, ha, nei fatti, ulteriormente aggravato, nei comuni delle regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, facenti parte del cosiddetto cratere sismico, una situazione economica e sociale già di fatto complessa e critica;

   vi sono territori contigui, come, ad esempio ed in particolare, le provincie di Ascoli Piceno nella regione Marche, e Teramo nella regione Abruzzo, che, pur avendo differenti benefici fiscali a causa della diversa ubicazione regionale, posto che la provincia di Teramo è inquadrata nel Mezzogiorno d'Italia, a livello economico, hanno in comune il fatto che entrambe fanno parte sia di un'area di crisi complessa, sia delle regioni colpite dal sisma centro Italia 2016-17, sia, infine, di regioni europee in transizione secondo la carta europea degli aiuti di stato per il settennio 2021-27;

   tale situazione fa sì che, pur essendo territori contigui e pur avendo le medesime criticità economiche e sociali, l'appartenenza a regioni differenti genera, di fatto, un diverso trattamento negli aiuti di Stato;

   nell'ultima legge di bilancio e in successivi provvedimenti legislativi, numerosi sono stati i parlamentari che hanno presentato emendamenti al fine di far rientrare i comuni delle regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, colpiti dagli eventi sismici succedutisi dal 24 agosto 2016, tra le aree da considerare per i benefici di Stato che interessano il Mezzogiorno d'Italia, tra i quali il credito d'imposta per gli investimenti –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità della questione, quali immediate iniziative di competenza intenda adottare al fine di riconoscere un'equità di trattamento fiscale ad aree territoriali contigue al Mezzogiorno d'Italia, che vivono le stesse problematiche socio-economiche;

   se il Governo abbia predisposto o stia predisponendo iniziative normative volte ad estendere alcune misure di benefici fiscali riguardanti il Mezzogiorno d'Italia, in primis la proroga al 31 dicembre 2021 del credito d'imposta per investimenti, anche per i comuni delle regioni Lazio, Umbria e Marche colpiti dagli eventi sismici succedutisi dal 24 agosto 2016.
(5-05724)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VERINI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 2 aprile 2021 il giornalista Andrea Palladino pubblicava sul quotidiano Domani un articolo in cui rendeva noto che, nell'ambito delle indagini coordinate dalla procura della Repubblica di Trapani circa presunte attività di «favoreggiamento dell'immigrazione clandestina» attribuite ad appartenenti ad alcune Ong (organizzazioni non governative) impegnate nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo, sono stati intercettati telefonicamente giornalisti che non risulterebbero mai stati iscritti nel registro degli indagati;

   è emerso che, nell'ambito del procedimento penale avviato dalla Procura trapanese (n. 4060/16 RGNR mod. 21), la giornalista Nancy Porsia, definita negli atti investigativi come «giornalista italiana free lance e producer esperta in Medio Oriente e Nord Africa ... Specializzata sulla migrazione, ... si è interessata non solo ... dei migranti, ma anche ... dei trafficanti e collabora con diverse testate, radio ed emittenti nazionali ... e internazionali», è stata lungamente sottoposta ad intercettazione telefonica, con monitoraggio costante della sua posizione personale (cosiddetto positioning), (RIT 107/16); tali intercettazioni consentivano agli inquirenti di acquisire informazioni dettagliate e continuative sui contatti, sulle fonti, sulle attività personali e professionali della giornalista, ritenute dallo stesso procuratore capo reggente della Repubblica di Trapani, dottor Agnello, manifestamente prive di interesse investigativo relativamente ai fatti in questione e, quindi, irrilevanti nell'ambito del suddetto giudizio penale, come riportato da diversi organi di stampa;

   l'ordinamento della professione giornalistica (legge n. 69 del 1963) e la Carta dei doveri del giornalista, sottoscritta l'8 luglio 1993 dal Consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti e dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), tutelano il segreto giornalistico relativamente alle fonti della notizia. Inoltre, la Convenzione europea dei diritti umani (articolo 10), sancisce l'indispensabilità, per i giornalisti e per la libertà di stampa, della tutela della segretezza delle fonti, ove non sia minacciata la sicurezza nazionale;

   sconcerto suscita, inoltre, che, nel corso di questa attività di indagine, sia stata ascoltata, trascritta e diffusa (pubblicazione degli atti ex articolo 415-bis del codice di procedura penale), una conversazione telefonica fra Porsia ed il suo avvocato Alessandra Ballerini, in cui la cronista si confidava con il legale convinta – come deve essere in uno Stato di diritto e come espressamente le confermava il legale – che quel dialogo fosse assolutamente inviolabile (articolo 103, comma 5, del codice di procedura penale);

   sembrerebbe che la diffusione dell'intercettazione telefonica sia avvenuta con piena cognizione dell'identità e del ruolo degli interlocutori anche con riguardo all'avvocato Ballerini, rispetto alla quale si richiama il canone di inviolabilità che presiede ogni comunicazione tra avvocato e assistito;

   l'intercettazione telefonica ha esposto ed espone la giornalista ed il suo legale a rischi enormi di sicurezza personale, poiché la giornalista segnalava nella conversazione pressioni e vessazioni ostruzionistiche subite da alcuni funzionari libici e si conveniva sull'esigenza di coinvolgere la Fnsi, attraverso il suo presidente, unitamente all'associazione «Articolo21» in iniziative per tutelare la cronista da minacce ritenute tuttora concrete;

   inoltre, la trascrizione contiene informazioni estremamente riservate e sensibili riguardanti l'attività professionale dell'avvocato Ballerini quale difensore dei familiari di Giulio Regeni, ucciso al Cairo nel 2016;

   sempre da quanto riportato dalla stampa, la Ministra della giustizia avrebbe disposto accertamenti sull'inchiesta della procura trapanese sulle Ong relativa alle intercettazioni effettuate dagli inquirenti nei confronti di alcuni giornalisti –:

   di quali elementi disponga alla luce degli accertamenti preliminari effettuati, nonché delle ulteriori connesse iniziative che eventualmente abbia assunto o intenda assumere.
(5-05723)

Interrogazione a risposta scritta:


   ROSSI, DELRIO e INCERTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   si apprende che l'istituto penitenziario di Reggio Emilia sarebbe il carcere con la maggiore concentrazione di positivi al COVID-19 in tutta Italia;

   attualmente si conterebbero infatti circa 119 detenuti contagiati, su 355 presenti a fronte di una capienza regolamentare di 293;

   si parlerebbe dunque del 14 per cento su un totale di circa 823 detenuti contagiati, ai quali andrebbero aggiunti anche cinque detenuti ricoverati in gravi condizioni all'ospedale Santa Maria Nuova, oltre ad una ventina di agenti della polizia penitenziaria contagiati dal virus e più di quaranta in isolamento fiduciario;

   risulta, inoltre, allo stato, essere presente nella struttura una sola sezione da 34 posti destinata ai malati di Covid: attualmente i positivi (seppur asintomatici) sarebbero ristretti nelle celle insieme a detenuti non contagiati;

   di fronte all'emergenza determinata dal diffondersi dell'epidemia COVID-19 sono stati numerosi gli interventi normativi adottati in via di urgenza volti a contenere il contagio nelle carceri; inoltre il «Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2», elaborato da Ministero della salute, Commissario straordinario per l'emergenza, Istituto superiore di sanità, Agenas e Aifa, adottato con decreto del 12 marzo 2021, nelle «Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19» del 10 marzo 2021, con le quali sono state aggiornate le categorie di popolazione da vaccinare e le priorità, inserisce, tra le categorie prioritarie, a prescindere dall'età e dalle condizioni patologiche, i servizi penitenziari, comprendendo, dunque, la Polizia penitenziaria, il personale carcerario e i detenuti;

   il Ministro interrogato ha più volte ribadito, anche in Parlamento, l'importanza e la centralità della piena attuazione del suddetto piano al fine di proteggere in modo efficace l'intera comunità carceraria –:

   se non ritenga dunque opportuno far luce sulla situazione di particolare criticità in cui verserebbero gli istituti penitenziari di Reggio Emilia, ed eventualmente quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di garantire la sicurezza e il diritto alla salute dei detenuti, di chi negli istituti penitenziari lavora nonché a tutti coloro che con tale realtà interagiscono, nonché se non ritenga urgente, nell'ambito delle proprie competenze, adottare misure volte a fornire un ulteriore impulso e una maggiore omogeneità sul territorio nazionale al piano vaccinale nelle realtà carcerarie.
(4-08856)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta scritta:


   FOGLIANI, ANDREUZZA, BAZZARO e VALLOTTO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   i lavori di manutenzione del ponte sul fiume Brenta, lungo 209 metri e costituito da sette campate in cemento armato, al chilometro 84,900 della Strada Romea e all'altezza dell'uscita per Ca' Lino nel comune di Chioggia, stanno creando da troppo tempo moltissimi disagi al traffico di zona;

   il ponte, ormai da anni, mostra cenni di usura tali da rendere necessari i lavori di ripristino e di manutenzione straordinaria perché non ne venga compromessa la sua intera stabilità;

   i cantieri sul ponte sono in corso ormai da due anni, per una spesa complessiva di tre milioni di euro ed ora le operazioni di ristrutturazione si trovano nella loro fase più critica per la sostituzione della campata centrale del ponte;

   attualmente, per consentire lo svolgimento dei lavori, la circolazione sulla strada Romea all'altezza dello svincolo per Ca' Lino di Chioggia, è a senso unico alternato, regolata da un semaforo che dovrebbe avere un tempo di attesa di 5 minuti, ma che sta provocando rallentamenti e code interminabili al traffico;

   la modifica della circolazione prevede anche il divieto di transito per i mezzi con massa superiore alle 44 tonnellate;

   il traffico pesante sarà deviato su Cavarzere e Adria, mentre i pendolari delle frazioni limitrofe ai cantieri sono invitati a spostarsi in treno per limitare il più possibile i disagi sui percorsi stradali alternativi già in forte sovraccarico;

   la strada Romea è gestita interamente da Anas a cui competono sia l'esecuzione dei lavori, sia l'implementazione di una apposita segnaletica stradale relativa ai percorsi per la viabilità alternativa; pendolari e categorie turistiche attendono con ansia di conoscere l'esatta durata del senso alternato che, se mantenuto per troppi mesi, inevitabilmente andrà a creare notevoli disagi agli operatori del turismo di zona sull'inizio della stagione balneare, vista l'importanza di questa arteria per il turismo e commercio locale –:

   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda mettere in atto, per quanto di competenza, per far fronte alle problematiche connesse alla sicurezza stradale della strada Romea e del Ponte sul Brenta, nonché alla viabilità alternativa, che rendono la situazione ormai insostenibile e fortemente penalizzante per cittadini e imprese, e quale sia, ad oggi, la previsione della fine dei cantieri per la ristrutturazione del ponte ed il ripristino della viabilità ordinaria.
(4-08864)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la città di Bologna ormai da diverso tempo presenta crescenti fenomeni di degrado e di abbandono che interessano sempre più larghe zone della città: bivacchi, presenza di sbandati, zone di spaccio e di appannaggio di soggetti poco raccomandabili sono sempre più frequenti;

   tra le zone maggiormente colpite vi è quella di Piazza dei Martiri, una delle zone di maggior prestigio negli anni trascorsi;

   i cittadini, ormai esasperati e intimiditi, non possono più vivere liberamente la zona, anche a causa delle disposizioni anti-Covid che, vietando la circolazione se non per motivi urgenti e necessari e comunque precludendola dopo le ore 22, non possono vivere liberamente una zona che così è consegnata a situazioni di degrado;

   di fatto se ai cittadini è vietato girare, a questi soggetti poco raccomandabili sembra tutto sia consentito a qualsiasi ora del giorno e della notte: girano e urlano anche a notte fonda, dormono e usano la piazza come bagno a cielo aperto, bivaccano e mangiano in gruppo o isolati in qualsiasi momento, senza che nessuno intervenga e questo nonostante che la piazza e le zone circostanti vedano continuamente il transito di auto delle forze dell'ordine che, se non altro per mere ragioni di circolazione, si trovano a passare sulla piazza;

   questa situazione appare dunque del tutto sbagliata, sia perché, di fatto, lo Stato si dimostra forte con le persone per bene e debole con chi vive alimentando il degrado e la criminalità, sia perché la condotta di questi individui aumenta le occasioni di contagio e diffusione del virus, considerazione ancor più centrale se si valuta che Bologna da tempo ormai ricade in zona cosiddetta rossa –:

   quali iniziative di competenza si intendano mettere in campo per porre rimedio alla situazione sopra descritta che presenta evidenti profili di criticità sia sotto il versante della sicurezza e dell'ordine pubblico, sia per quello del contrasto alla diffusione del virus;

   quali iniziative intenda assumere, per il tramite dei competenti uffici territoriali, per fronteggiare e risolvere concretamente la situazione.
(4-08860)


   CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Cancello ed Arnone è un comune di 5.685 abitanti sito nella provincia di Caserta in Campania, composto da due centri abitati l'uno Cancello ove è localizzato il municipio, l'altro Arnone dove si trova la caserma dei carabinieri;

   nel centro di Cancello è presente il maggior numero di abitanti oltre che gran parte delle attività commerciali e degli uffici pubblici ed è in questa zona della città che si concentra altresì la movida cittadina;

   con il passare degli anni, nella predetta area, oltre che nelle traverse vicine, sono aumentati gli episodi di micro-criminalità e di disordini al punto da inficiare la sicurezza, l'ordine pubblico e la tranquillità dei cittadini;

   recenti organi di stampa segnalano, infatti, l'aumento della criminalità, in particolare di furti e comportamenti violenti oltre che di una movida incontrollata e incivile; tali circostanze sono state altresì oggetto di esposto presentato dai cittadini alla prefettura di Caserta;

   in particolare, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, in data 11 marzo 2021 i carabinieri avrebbero sorpreso un gruppo di malviventi a rubare in un appartamento di Via Roma nel centro di Cancello;

   i militari, dopo aver intimato l'alt con uno sparo rivolto ovviamente verso l'alto, avrebbero dato inizio ad un inseguimento terminato con la fuga della banda di cui si sarebbero perse le tracce;

   la provincia di Caserta è da sempre caratterizzata da un elevato tasso di criminalità comune ed organizzata che spesso colpisce proprio i centri urbani minori con ripercussioni sull'ordine pubblico, sulla sicurezza dei cittadini e sulle attività commerciali;

   i recenti fatti avvenuti nel comune di Cancello e Arnone, proprio per la peculiarità del territorio, rendono evidente la necessita di interventi volti a potenziare la presenza di forze dell'ordine in ausilio al personale già in servizio presso la caserma dei carabinieri del comune che da sempre si contraddistinguono per il massimo impegno profuso –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intendano intraprendere al fine di incrementare l'organico del personale presso la caserma dei carabinieri del comune di Cancello e Arnone indispensabile per garantire maggiore sicurezza del territorio.
(4-08863)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DALL'OSSO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   per il conferimento degli incarichi a tempo determinato del personale amministrativo, tecnico e ausiliario degli istituti e scuole di istruzione primaria e secondaria, delle istituzioni educative e degli istituti e scuole speciali statali ogni scuola dispone di graduatorie di istituto, diverse in tre fasce;

   nella terza fascia sono inseriti i candidati in possesso dei titoli di accesso ai profili professionali previsti dal bando che viene emanato dal Ministero dell'istruzione con cadenza triennale;

   al fine della valutazione del punteggio per l'inserimento nelle graduatorie di III fascia, il Ministero dell'istruzione ritiene che il servizio prestato presso le Asl non sia da considerare quale servizio prestato alle dirette dipendenze di amministrazione statale o di ente locale;

   alla luce di queste indicazioni del Ministero, a quanto consta all'interrogante alcuni uffici scolastici provinciali avrebbero disposto un'analoga interpretazione delle norme in vigore, sostenendo che il servizio prestato presso le ASL o ASO (Aziende sanitarie Ospedaliere), essendo Enti di diritto pubblico, non si configura come servizio prestato alle dirette dipendenze delle Amministrazioni Statali o EE.LL. con dirette conseguenze su candidati in possesso del requisito del servizio svolto presso Asl i quali, in seguito alla verifica della sussistenza dei requisiti e del necessario punteggio, assistevano alla risoluzione del contratto da parte della scuola;

   l'interpretazione sopra prospettata di voler escludere dal predetto elenco di titoli valutabili il servizio presso le Asl, circoscrivendo l'ambito operativo delle presupposte previsioni alle sole amministrazioni centrali o alle sole amministrazioni locali, ovvero interpretando sia le prime che queste ultime in senso stretto, con conseguente non valutabilità dei titoli maturati/conseguiti da parte del personale interessato alle posizioni Ata, secondo l'interrogante contravverrebbe chiaramente ai principi dell'articolo 97 della Costituzione, ovvero ai principi di buon andamento e imparzialità, introducendo una non giustificata «disparità di trattamento» violativa e/o comunque elusiva dei principi costituzionali, nonché delle norme di cui agli articoli 1, 2 e 30 del decreto legislativo n. 165 del 2001;

   questo avviene, peraltro, in un momento di emergenza sanitaria per cui avere tra i propri ranghi personale con esperienza negli ospedali dovrebbe considerarsi senza ombra di dubbio un supporto qualificato a garantire maggior sicurezza nell'applicazione rispetto delle norme per contrastare il COVID-19;

   a ciò si aggiunge che la scelta restrittiva prospettata è già stata cassata, sulla base di evidenti profili discriminatori, da numerosi tribunali (giudice del lavoro del tribunale civile di Torino, n. 5924 d/2017 del 16 ottobre 2017 e tribunale di Monza – sentenza n. 1145/2015), chiamati a pronunziarsi proprio a tale specifico riguardo, che hanno dichiarato la piena valutabilità del servizio pregresso prestato presso le Asl, in quanto, ai fini della disciplina del rapporto di lavoro con le amministrazioni pubbliche, le amministrazioni dello Stato coincidono integralmente con le amministrazioni pubbliche nell'ambito delle quali, ai sensi del decreto legislativo n. 165 del 2001 (Testi unico del pubblico impiego), all'articolo 1, sono comprese le aziende e gli enti del servizio sanitario nazionale –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per porre urgente rimedio a tale restrittiva interpretazione della norma riguardante i candidati alle posizioni di personale Ata, circa la valutazione del servizio svolto presso le Asl ricomprese nell'elenco Istat delle amministrazioni pubbliche, che attribuirebbe punteggio solo a particolari categorie della pubblica amministrazione stessa.
(5-05720)

Interrogazione a risposta scritta:


   D'ATTIS. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   decreto direttoriale 1259 del 23 novembre 2017 è stato indetto il corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di 2.425 dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali;

   la prova scritta è stato oggetto di numerose contestazioni, ricorsi e richieste di accesso agli atti da parte di candidati che hanno contestato irregolarità nell'operato delle commissioni;

   date le numerose irregolarità riscontrate anche di carattere tecnico, alcuni candidati esclusi per il mancato superamento delle prove selettive hanno presentato istanza di accesso agli elaborati degli altri concorrenti, delle griglie di valutazione e dei verbali di correzione;

   il Ministero rispondeva con la disponibilità a pubblicare nell'area «altri servizi» di Polis, la documentazione relativa a 50 prove, comprensiva di schede di valutazione e verbali di correzione, con punteggi compresi tra 70 e 100 valutate da tutte le commissioni precisando che tale modalità di riscontro avrebbe assicurato il contemperamento dell'interesse privato con quello pubblico;

   avverso alla decisione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca è stato presentato ricorso al Tar del Lazio – accolto – per il riconoscimento del diritto d'accesso integrale agli atti;

   il Consiglio di Stato, con sentenza n. 395/21, si è espresso in merito alle presunte irregolarità salvaguardando la procedura concorsuale, tutelando i vincitori e l'interesse pubblico e consentendo al Ministero di completare l'iter concorsuale al fine di poter nominare, a settembre 2021, ulteriori dirigenti scolastici mediante lo scorrimento della graduatoria di merito;

   per quanto riguarda la richiesta di accesso agli atti, il 19 gennaio 2021 con la sentenza 00587/2, il Consiglio di Stato ha disposto la totale ostensione della documentazione richiesta (verbali di correzione, griglie di valutazione ed elaborati dei candidati vincitori), finalizzata all'acquisizione, in prospettiva conoscitiva, di atti suscettibili di produrre effetti giuridici nella sfera giuridica dei ricorrenti e al fine di permettere ai medesimi la valutazione della legittimità delle operazioni concorsuali;

   il Consiglio di Stato ha anche evidenziato che la richiesta di accesso non potrebbe essere disattesa richiamando le difficoltà organizzative strettamente connesse all'ingente numero dei documenti in quanto, tra l'altro, i documenti oggetto di controversia sono disponibili in formato digitale e risultano quindi accessibili mediante accesso a una piattaforma informatica;

   ad oggi, a quasi tre mesi dalle suddette sentenze il Ministero, a quanto consta all'interrogante avrebbe ancora permesso l'accesso ai dati relativi alle varie fasi della procedura concorsuale spingendo, di fatto, i ricorrenti a far ricorso nuovamente al contenzioso –:

   se il Ministro interrogato non intenda intervenire affinché venga dato seguito alla sentenza del Consiglio di Stato e siano predisposti tutti gli atti e adottate tutte le misure necessari per concretizzare il diritto di accesso agli atti dei soggetti richiedenti e direttamente interessati.
(4-08868)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   FIORINI e GOLINELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   nelle scorse settimane, Fincantieri S.p.a., principale committente di Unifer Navale S.r.l., ha comunicato la decisione di non voler continuare a mantenere le commesse di quest'ultima, mettendo in serio rischio la posizione di ottantotto lavoratori che ivi operano e, quindi, anche delle rispettive famiglie;

   la sopracitata azienda di Finale Emilia fornisce da anni a Fincantieri S.p.a. impiantistica navale e industriale di alta tecnologia, risultato di una riconosciuta capacità professionale dei propri dipendenti e simbolo di un know-how di competenze e di lavoro che occorre tutelare e conservare, soprattutto in un momento di grande e condiviso impegno a far ripartire il nostro Paese;

   nella giornata di venerdì 26 marzo 2021 si è svolto presso i locali di Unifer Navale S.p.a. uno sciopero durato due ore, proclamato dalla Fiom-Cgil e dalla Rsu, al fine di scongiurare il disimpegno di Fincantieri S.p.a. negli ordini, che ha messo a repentaglio la sopravvivenza dell'azienda, dell'occupazione diretta e di tutto l'indotto –:

   quali iniziative di propria competenza i Ministri interrogati intendano adottare al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e il mantenimento dell'attività produttiva nel sito Unifer Navale.
(4-08865)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   LOMBARDO, CECCONI, MURONI e FUSACCHIA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   con nota prot. n. 0137532 del 23 marzo 2021, il Ministro interrogato – nell'ambito della riforma della Pac, rinviata al 2023 a causa della emergenza epidemiologica tutt'ora in corso – avanzava una nuova proposta di ripartizione dei fondi europei assegnati all'Italia nel settore dello sviluppo rurale (Fondo Feasr) per gli anni 2021-2022. La stessa veniva trasmessa alla Segreteria della Conferenza Stato-regioni, al fine di acquisire l'intesa ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281;

   in data 30 marzo 2021, nel corso della seduta della commissione politiche agricole della Conferenza delle regioni e delle province autonome, la regione Sicilia – unitamente alla regione Calabria, la regione Puglia, la regione Basilicata, la regione Umbria e alla Regione Campania – esprimeva pieno dissenso in ordine alla sopracitata proposta ministeriale che confermava quella forte divergenza di proposte fra il Nord e il Sud emersa fin dai primi momenti della trattazione delle disposizioni transitorie di cui al regolamento (UE) 2020/2220 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 dicembre 2020;

   i criteri per la ripartizione dei fondi Feasr individuati dal Ministero vengono definiti «oggettivi», in grado di allocare le risorse in maniera equa fra tutte le regioni: tale principio – già utilizzato per l'applicazione delle risorse assegnate per il de minimis – è destinato a soddisfare esigenze emergenziali volte al risarcimento di un danno. Le risorse del Feasr invece, sono esclusivamente destinate a colmare il divario tra le aree più ricche ed evolute e le aree più povere e marginali: è, pertanto, del tutto evidente come la logica del de minimis non possa essere quella che accompagna la distribuzione del Feasr tra le diverse aree del nostro Paese;

   appare essenziale ricercare nuovi criteri «idonei» a rispondere agli obiettivi generali dello sviluppo rurale e non utilizzare quei criteri di riparto, che tengano conto del peso della produzione lorda vendibile, privilegiando soltanto quelle regioni che possono contare su risorse proprie e ove si concentrano le principali produzioni agricole nazionali;

   dal punto di vista economico, la proposta determinerebbe un impatto preoccupante sul piano finanziario dei programmi di sviluppo rurale delle regioni del Sud, mettendo a rischio le politiche di investimenti e di tutela dell'ambiente e dei territori rurali coinvolti, con una perdita di risorse finanziarie stimata pari a euro 407.407.433;

   al di là degli auspicabili intenti di riequilibrio tra le aree del Paese, negli ultimi anni, la tendenza è stata quella di non ripartire la spesa pubblica nazionale per il settore agricolo in maniera equa: le risorse nazionali per l'agricoltura oggi si concentrano maggiormente nelle aree forti del Paese. In questa prospettiva, la proposta ministeriale di riparto delle risorse Feasr per il biennio di transizione 2021-2022 toglie dalla disponibilità delle regioni più svantaggiate le risorse ad esse destinate, indirizzandole verso i territori più sviluppati: ciò aumenta il divario tra i territori agricoli e rurali e, al contempo, produce un effetto penalizzante nei confronti del comparto agricolo delle regioni del Sud con impatti preoccupanti sulla tenuta economico-sociale dei territori rurali –:

   quali chiarimenti il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda fornire sui fatti esposti in premessa e, al contempo, se intenda rivalutare l'opportunità di modificare gli attuali criteri di ripartizione dei fondi europei assegnati all'Italia nel settore dello sviluppo rurale per gli anni 2021 e 2022, ponderando gli effetti che potrebbero produrre in relazione agli equilibri di equità raggiunti nel tempo e tenendo conto delle differenti agricolture del nostro Paese.
(5-05721)

Interrogazione a risposta scritta:


   ZOFFILI, BUBISUTTI, GASTALDI, GERMANÀ, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LOSS, MANZATO, PATASSINI e TARANTINO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   con atto di sindacato ispettivo (interrogazione n. 3-02037), tuttora privo di risposta, venivano evidenziate le criticità relative all'eccessivo aumento, nella provincia di Como, di alcune specie di fauna selvatica, in particolare cinghiali;

   il 25 gennaio 2021 un articolo comparso sul quotidiano on-line ComoZero denunciava una situazione di pericolo, testimoniata tramite la pubblicazione di un filmato girato nel territorio comunale della città di Como; in particolare, nella zona tra il quartiere di Garzola e l'eremo di San Donato, dove da qualche mese è impossibile ormai uscire a passeggio con i cani, a causa della costante presenza di cinghiali, come mostrato nel suddetto video;

   il 10 marzo 2021 il quotidiano La Provincia di Como ospitava la testimonianza di una mamma di Gironico (Como), aggredita da un cinghiale mentre passeggiava con la figlia di 4 anni nei pressi della scuola elementare del paese; il 6 aprile 2021 lo stesso quotidiano riportava la notizia di un ciclista di 54 anni investito e travolto, la mattina di Pasqua, da un cinghiale a Castelnuovo Bozzente (Como) e ricoverato in ospedale con diverse fratture;

   la presenza di questi animali, non solo lungo i sentieri, ma anche nelle zone abitate, è tema che preoccupa molto la popolazione residente nella provincia di Como; non passa giorno senza che vi siano segnalazioni di avvistamenti degli ungulati, affamati e per questo ancora più pericolosi, a ridosso dei centri abitati e in aree frequentate dai cittadini, mentre non si contano le invasioni delle carreggiate che provocano numerosi incidenti stradali;

   la sospensione dell'attività venatoria e il blocco totale dei prelievi, sia in selezione che in collettiva, dovuto alle misure anti-Covid, ha causato, oltre che ingenti danni all'agricoltura e campi devastati, anche un aumento esponenziale della presenza dei cinghiali, aggravando ulteriormente la già critica situazione in cui versa l'agricoltura italiana. Gli agricoltori, che con le attuali restrizioni già faticano a garantire l'operatività delle filiere alimentari, si trovano costretti a fare i conti con i danni causati dall'aumento della popolazione di cinghiali;

   per arginare il fenomeno sarebbe opportuno predisporre un pacchetto di misure finalizzate a rendere più incisivi gli interventi di contrasto all'incremento delle popolazioni di ungulati, prevedendo puntuali modifiche alla legge n. 157 del 1992, istituendo la figura dell'operatore volontario che, a seguito di appositi corsi di formazione fornisca supporto nell'effettuazione del contenimento numerico della fauna selvatica oggi in capo solo agli agenti dipendenti di regioni, province e città metropolitane, al fine di rendere concretamente attuabili ed efficaci i piani di contenimento e controllo e limitare i danni provocati alle produzioni agricole, gli incidenti stradali e preservare l'incolumità delle persone;

   sarebbe anche opportuno consentire ai cacciatori di poter effettuare l'attività di caccia collettiva, previo parere dell'Ispra, anche in altri periodi per poter recuperare i periodi precedentemente non sfruttati, a seguito delle chiusure e limitazioni imposte dall'emergenza sanitaria, e ridurre così i danni economici e ambientali, divenuti ormai insostenibili, a causa dell'eccessivo numero di esemplari presenti;

   un regolare e continuato svolgimento delle operazioni di contenimento dei cinghiali, oltre alla finalità di tutelare le colture agricole ha anche quella non secondaria di tutelare la pubblica incolumità –:

   se i Ministri interrogati non intendano, per quanto di competenza, adottare iniziative affinché si proceda urgentemente ad una modifica della legge n. 157 del 1992, al fine di controllare la presenza dei cinghiali sul territorio nazionale, nonché di prevedere un riavvio della caccia collettiva e individuale di selezione, per potere recuperare i periodi precedenti non sfruttati per la caccia, in modo tale da limitare le specie invasive quali cinghiali, ungulati e nocivi, evitando così ulteriori ingenti danni all'agricoltura, all'equilibrio ambientale e preservando l'incolumità delle persone.
(4-08859)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   GEMMATO e LOLLOBRIGIDA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto si evince da fonti di stampa, pare che, Piero Di Lorenzo, presidente dell'Irbm di Pomezia, l'istituto italiano che collabora con l'azienda biofarmaceutica AstraZeneca nei test di controllo sul vaccino, abbia dichiarato, nel corso della trasmissione «Porta a Porta», quanto segue: «Avevo invitato il Governo Conte a prendere contatti con l'Università di Oxford per diventare comproprietari di quel vaccino visto che come imprenditore non mi conveniva fare quell'investimento dal momento che c'era l'intenzione di vendere il vaccino a prezzo industriale. Non ci sarebbe quindi stato un utile. Purtroppo questo è uno Stato ingessato. Non si è riusciti a fare un finanziamento da 20 milioni di euro nel giro di pochissimi giorni, più altri 50 milioni nel giro di alcuni mesi verso un'Università straniera perdendo così quest'occasione» –:

   di quali riscontri disponga circa quanto esposto in premessa e se risulti quali siano le motivazioni sottese al mancato investimento descritto in premessa.
(5-05719)


   RIZZETTO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nella vicenda relativa alla concessione dell'autorizzazione al progetto di ricerca «Meccanismi anatomofisiologici soggiacenti il recupero della consapevolezza visiva nella scimmia con cecità corticale-Light Up», n. 803/2018/PR presso l'Università degli Studi di Parma, è emersa la presenza alcuni primati non umani utilizzati in un altro progetto sperimentale, 48/2016/PR;

   in particolare, nonostante per la legge in materia, i macachi debbano essere alloggiati in coppia, è emerso che una femmina di macaco era stabulata da sola (identificata quale macaca mulatta da certificato CITES n. 12NL205451/11 e TRACES INTRA.NL. 2014.0036951-VI), dal giugno 2019 al febbraio 2020;

   è emerso che i funzionari del Ministero della salute, durante la prima ispezione del giugno 2019, dove non era rendicontata la patologia di due esemplari del progetto light up, non comminavano alcuna sanzione amministrativa per l'alloggiamento dell'animale in violazione di legge. Solo nel febbraio 2020, a seguito di una nuova ispezione, erano date alle prescrizioni di alloggiamento in coppia e senza che fossero più note le condizioni dell'animale –:

   quale sia l'attuale situazione della femmina di macaco stabulata da sola, identificata quale macaca mulatta da certificato CITES n. 12NL205451/11 e TRACES INTRA.NL. 2014.0036951-VI;

   qualora l'animale sia ancora tenuto isolato, se intenda adottare iniziative di competenza per disporne l'allontanamento dallo stabulario, affinché possa essere tenuto in condizioni più consone alla sua etologia e possa essere affidato a chi può custodirlo in un habitat adeguato;

   quale sia la sorte dei cinque macachi appartenenti al progetto indicato (48/2016/PR) considerando che l'autorizzazione al progetto risulterebbe essere scaduta e non rinnovata al gennaio 2021, e considerata la sentenza n. 1186 del Consiglio di Stato sul progetto di ricerca «Light Up»;

   per quali motivi i funzionari del Ministero, durante le ispezioni del giugno 2019 e del gennaio 2020, nulla abbiano rilevato sull'alloggiamento dell'animale che, secondo l'interrogante, sarebbe disposto in contrasto con la legge e, per quali motivi, nel febbraio 2020, si siano limitati a fornire le prescrizioni sopra richiamate.
(5-05725)

Interrogazione a risposta scritta:


   BRAMBILLA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nella sentenza n. 1186 del Consiglio di Stato del 28 gennaio 2021 riguardo alla concessione dell'autorizzazione al progetto di ricerca «Meccanismi anatomofisiologici soggiacenti il recupero della consapevolezza visiva nella scimmia con cecità corticale-Light Up» n. 803/2018/PR in corso presso l'Università degli Studi di Parma, si rileva che due macachi femmina, dopo alcuni mesi che erano arrivati presso lo stabulario di Parma per essere utilizzati nel progetto, sono stati restituiti nell'estate 2019 dall'ateneo alla società olandese fornitrice, provenienza Cina, per aver manifestato delle patologie che non sono riusciti a curare, e sono stati sostituiti con due maschi sani. Tale azione viene definita dalla Suprema Corte Amministrativa come «una violazione che esiste»;

   il 7 giugno 2019 un'ispezione verbalizzata di personale del Ministero della salute, presso tale stabulario, nulla ha riportato in merito alle gravissime condizioni di salute dei due macachi femmina che, di fatto, erano ritenute incurabili e quindi da rispedirsi al mittente e anzi definiva tutti gli animali presenti nello stabulario «in buono stato di condizione»;

   il decreto legislativo n. 26 del 2014, all'articolo 19, prevede espressamente la necessità di tutela per specie come quella dei primati non umani e la possibilità di assicurare la vita in un habitat adeguato ad animali non utilizzati o destinati a essere utilizzati o a fine di esperimento ed il Consiglio di Stato ha ritenuto tali prescrizioni vincolanti;

   presso il Ministero della salute, l'Istituto superiore di sanità ha assicurato nei mesi scorsi tale positiva sorte a primati non umani –:

   se intenda chiarire se e per quali ragioni il Ministero della salute abbia in sostanza acconsentito alla restituzione degli animali, e, in caso affermativo, come si concilii tale operazione con quanto disposto dall'articolo 19 del decreto legislativo n. 26 del 2014;

   se intenda disporre accurate verifiche, per quanto di competenza, sulla sorte dei macachi restituiti secondo l'interrogante in contrasto con il decreto legislativo n. 26 del 2014 (femmine con identificativo Traces INTRA.NL.2019.0017293-VI del 6 marzo 2019 con CITES 28 febbraio 2018 n. 17NL248050/11 e rispettivi tatuaggi di riconoscimento 1506112 e 1508382), al fine, in caso siano ancora vivi, di disporne l'affido in un habitat adeguato come fatto dall'Istituto superiore di sanità per casi analoghi;

   per quali ragioni, nell'ambito dell'ispezione del 7 giugno 2019 di cui in premessa, funzionari del Ministero della salute non abbiano attestato, nel verbale ispettivo sulle condizioni degli animali del progetto, le patologie di cui soffrivano gli animali al momento dell'ispezione il cui protocollo farmacologico, oltretutto, deve accompagnare ogni primate non umano.
(4-08869)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:


   POTENTI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   con l'articolo 4 del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, convertito dalla legge 24 marzo 2015, n. 33, il Legislatore disciplinava le cosiddette «piccole e medie imprese innovative», con novità consistenti tra le altre nella redazione di atto costitutivo per start-up .innovative. Il Ministero dello sviluppo economico adottava il decreto ministeriale 17 febbraio 2016, con cui precisava le «modalità di redazione degli atti costitutivi di srl start-up innovative», precisamente, la redazione in modalità esclusivamente informatica;

   dopo un contenzioso avanti al Tar del Lazio, cui il Consiglio nazionale del notariato ha chiesto l'annullamento del predetto decreto ministeriale 17 febbraio 2016; oggi, con sentenza della VI sezione, in sede giurisdizionale del Consiglio di Stato, pubblicata il 29 marzo 2021, la Corte accoglie l'appello del Cnn e respinge quello incidentale del Ministero dello sviluppo economico, affermando che il Ministero non poteva incidere con proprio provvedimento sulla tipologia degli atti necessari per la costituzione delle start up innovative, così come previsti dalla norma primaria e che il decreto del 2016 citato sarebbe illegittimo quando prevede i requisiti necessari per il riconoscimento dello status di start up innovativa derogando il controllo cosiddetto qualificatorio del conservatore del registro imprese, illegittimamente ampliandone l'ambito dei controlli;

   come riportato in un articolo apparso su Italia Oggi del 30 marzo 2021, a firma di Luigi Chiarello e su un altro articolo pubblicato su Il Sole24ore di pari data, si afferma che la situazione determinatasi per le start-up innovative che fossero state costituite senza il passaggio notarile, stimate in Italia in circa 3.600, è ora gravata dalla certezza di essere formalmente e di fatto fuori legge –:

   di quali elementi sia in possesso il Ministro interrogato riguardo ai numeri e ai rischi di cui in premessa resi noti dalla stampa specialistica;

   se e quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intenda assumere per ovviare alla situazione sopra descritta.
(3-02175)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DEIDDA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il Ministero dello sviluppo economico ha pubblicato il nuovo bando «Macchinari innovativi», finalizzato a sostenere, nei territori delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, la realizzazione di programmi di investimento diretti a consentire la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese partecipanti ovvero a favorire la transizione del settore manifatturiero verso il paradigma dell'economia circolare;

   in particolare, la misura in questione intende sostenere gli investimenti innovativi che, attraverso la trasformazione tecnologica suindicata, siano in grado di aumentare il livello di efficienza e di flessibilità dell'impresa nello svolgimento della propria attività economica, se del caso, mediante l'acquisto di macchinari, impianti e attrezzature strettamente funzionali alla realizzazione dei programmi di investimento, nonché programmi informatici e licenze correlati all'utilizzo dei predetti beni materiali;

   considerato che il bando in questione è finanziato con 132,5 milioni di euro – vale a dire, con una cifra pari a quella già messa a disposizione lo scorso anno dal medesimo Ministero con l'apertura del primo sportello del bando – a valere sul Programma operativo nazionale «Imprese e competitività» 2014-2020 FESR e che potranno beneficiare dell'agevolazione le micro, piccole e medie imprese (PMI);

   dal bando in questione l'unica regione del Sud esclusa risulta essere la Sardegna è che tale esclusione segue altre già intervenute nell'ambito di simili importanti occasioni di sviluppo e ammodernamento;

   tale esclusione rappresenti un'evidente discriminazione a danno delle imprese aventi sede in Sardegna, come anche sottolineato dalle rappresentanze regionali di Confindustria e Confapi, le quali hanno chiesto un tempestivo intervento risolutivo al fine di superare tale esclusione –:

   se sia a conoscenza di quanto sopra esposto, nonché delle motivazioni che hanno determinato l'esclusione della regione Sardegna dal bando in esame, e quali iniziative intenda assumere al fine di includere la regione Sardegna tra quelle destinatarie del bando in questione, ovvero quali diverse e ulteriori misure intenda adottare per soddisfare le giuste aspettative delle imprese aventi sede nel territorio sardo.
(4-08857)


   PITTALIS. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   mediante un decreto direttoriale, emanato in data 26 marzo 2021, il Ministero dello sviluppo economico ha definito i termini di apertura del secondo dei due sportelli agevolativi previsti dall'articolo 3, comma 2, del decreto ministeriale 30 ottobre 2019 per la presentazione delle domande di agevolazione di cui al nuovo bando «Macchinari innovativi», a fronte di uno stanziamento di risorse pari a 132,5 milioni di euro;

   tale bando sostiene la realizzazione di programmi di investimento nei territori delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia volti a consentire la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese, ovvero a favorire la transizione del settore manifatturiero verso il paradigma dell'economia circolare;

   l'intervento agevolativo – del quale possono beneficiare anche le micro, piccole e medie imprese (PMI) – è stato definito nell'ambito del Programma operativo nazionale «Imprese e competitività» 2014-2020 FESR;

   tuttavia, il nuovo bando «Macchinari innovativi» esclude la Sardegna dal novero dei beneficiari degli incentivi previsti, non tenendo conto dei mutamenti micro e macro economici medio tempore intervenuti;

   infatti, la crisi economica e finanziaria che sta vivendo il nostro Paese ha colpito in particolar modo il sistema economico del Mezzogiorno, già strutturalmente fragile e tanto più in quelle aree geografiche, come la Sardegna, dove le condizioni iniziali di partenza erano già di grave deficit; posta l'improcrastinabile necessità di una politica industriale centrata sull'innovazione finalizzata alla riconversione e transizione verso la trasformazione digitale e sostenibile, è opportuno adottare un programma di supporto strategico all'evoluzione dell'intero sistema produttivo Meridionale, inserendo, dunque, anche la Sardegna tra le Regioni che possono accedere al bando «Macchinari innovativi» –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per estendere anche alle imprese ubicate nella regione Sardegna la possibilità di beneficiare dei fondi stanziati dal bando menzionato in premessa.
(4-08858)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MANZATO, VIVIANI, BUBISUTTI, GASTALDI, GERMANÀ, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LOSS e TARANTINO. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la promozione delle fonti di energia rinnovabili rappresenta uno dei principali obiettivi dell'agenda politica europea e nazionale che deve necessariamente essere bilanciato con altri interessi quali la necessità di garantire una adeguata tutela ambientale e paesaggistica e promuovere il valore dell'agricoltura;

   gli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra costituiscono una forma di consumo del suolo, sia pur reversibile, in quanto comportano una copertura artificiale del suolo;

   la protezione del suolo è un obiettivo centrale anche nell'ambito del «Green Deal europeo», che rappresenta uno dei programmi fondamentali dell'agenda della Commissione europea che nella Strategia sulla biodiversità per il 2030, recita: «Il suolo è una risorsa non rinnovabile estremamente importante, vitale per la nostra salute e quella dell'economia, così come per la produzione di alimenti e nuovi farmaci.»;

   l'aumento delle coperture artificiali sul suolo mette a repentaglio o distrugge le funzioni ecosistemiche dei suoli come la produzione di biomassa. Le attività agricole e i loro effetti sull'ambiente sono ritenuti fattori importanti per raggiungere gli obiettivi generali di tutela dell'ambiente e della biodiversità;

   la tutela del suolo deve essere perseguita anche nell'ambito della Politica agricola comune 2014-2020 e ancor di più nella prossima programmazione pluriennale;

   la connessione fra protezione del suolo e agricoltura è messa in luce anche dal Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente (Snpa) in un report del 22 luglio 2020, secondo cui «Nella realtà italiana, la gestione del territorio da parte degli agricoltori e delle popolazioni rurali rappresenta un elemento strategico che può contribuire significativamente in termini di rallentamento del degrado e dell'abbandono di aree agricole e quindi, indirettamente, in termini di rallentamento del consumo di suolo»;

   è necessario stabilire una rigorosa tutela dei suoli liberi, sia per salvaguardare gli spazi vitali connessi al benessere dei cittadini e delle comunità, sia per garantire gli usi agricoli necessari all'autosufficienza agroalimentare, nonché la conservazione della biodiversità e la fertilità del suolo;

   a parere degli interroganti bisogna riconoscere la fondamentale importanza che riveste il suolo agricolo in quanto è una risorsa limitata e non rinnovabile e come tale è un bene comune;

   la progettazione degli impianti fotovoltaici collocati a terra deve prevedere un corretto inserimento paesaggistico, anche con riferimento ad eventuali limiti dimensionali e localizzativi degli stessi al fine di rafforzare il concetto di sostenibilità e rapporto con il paesaggio agricolo;

   l'articolo 12, comma 7, del decreto legislativo n. 387 del 2003 stabilisce che gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici purché tengano conto – tra le altre cose – delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali e alla tutela del paesaggio rurale;

   il progetto di realizzare un impianto fotovoltaico collocato a terra, sebbene certamente innovativo per l'intento di combinare la produzione di energia fotovoltaica con la produzione agraria, presenta delle problematicità legate sia alla inevitabile riduzione del suolo agrario che all'alterazione del sistema produttivo tradizionale –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano mettere in atto i ministri interrogati anche attraverso specifiche indicazioni alle regioni nelle sedi opportune, affinché sia rallentato l'utilizzo dei terreni in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici per l'installazione di impianti fotovoltaici collocati a terra, in quanto è necessario effettuare, nella valutazione per l'autorizzazione alla realizzazione di un nuovo impianto, un contemperamento di tutti i valori e interessi coinvolti, come la salvaguardia del suolo e della sua qualità, la tutela dell'ambiente e del paesaggio, nonché per favorire la destinazione agricola e la tutela e la valorizzazione dell'attività agricola.
(5-05722)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Caretta n. 4-08831, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 7 aprile 2021, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Ciaburro.

Modifica dell'ordine dei firmatari ad una mozione.

  Mozione Lattanzio ed altri n. 1-00405, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 novembre 2020, l'ordine delle firme deve intendersi così modificato: «Lattanzio, Casa, Gobbato, Marrocco, Occhionero, Muroni, Siani, Nitti, Piccoli Nardelli, Di Giorgi, Quartapelle Procopio, Lorenzin, Serracchiani, Viscomi, Schirò, Rizzo Nervo, Gribaudo, Pezzopane, Ciampi, Giannone, Spena, Versace, Fioramonti, Fusacchia, Vizzini, Ruocco, Villani, Fantuz, Zanella, Boldi».

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Rotta n. 5-05494 dell'11 marzo 2021.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Dall'Osso n. 4-07592 del 20 novembre 2020 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-05720.