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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 7 luglio 2020

ATTI DI CONTROLLO

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta orale:


   DE GIORGI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da anni la città di Taranto è costretta a convivere con una gravissima emergenza sanitaria dovuta ad una produzione industriale i cui effetti, nonostante siano stati già oggetto di indagini epidemiologiche che ne hanno sottolineato la pericolosità e di pronunciamenti della magistratura, continuano a creare apprensione fra gli abitanti;

   l'ultimo episodio, ma solo in ordine di tempo, si è registrato nel pomeriggio del 4 luglio 2020, quando una violenta tromba d'aria si è abbattuta sul capoluogo ionico. L'evento atmosferico, di impressionante portata, non ha provocato solo danni ed allagamenti nelle zone interessate, ma ha pure provveduto a diffondere nell'aria enormi cumuli di polvere rossastra. Quella stessa polvere che sicuramente è stata respirata dall'intera cittadinanza, sempre più abbandonata a se stessa nella lotta contro un inquinamento che da decenni provoca lutti e malattie;

   inequivocabili riprese filmate, divenute ben presto virali sul web, hanno consentito di individuare con precisione il luogo di provenienza della sostanza trasportata dalla bufera: lo stabilimento ex Ilva, lo stesso che per alcuni, a breve, sarà trasformato in uno dei più moderni e performanti di Europa, anche se al momento nulla lascia credere che potrà diventarlo;

   l'inquietante episodio si è registrato a fronte della presenza, nell'area della fabbrica attualmente gestita dal gruppo franco-indiano «ArcelorMittal», di due mega strutture che, costate oltre 300 milioni di euro, sono state realizzate allo scopo di contenere le polveri di derivazione industriale accumulate in appositi siti ed impedirne la dispersione nell'aria;

   alla luce di quanto accaduto il 4 luglio 2020, i cittadini di Taranto devono prendere ancora una volta atto di come la questione inquinamento resti drammaticamente irrisolta a fronte di promesse alle quali non crede più nessuno. Del resto, dopo quello che è successo, ci si chiede come si possa ancora dare credito alla tesi secondo cui sarebbe bastato coprire i parchi in cui vengono stoccati i minerali dell'ex Ilva per scongiurare la diffusione delle polveri nel quartiere cittadino «Tamburi», lo stesso che si trova a ridosso del siderurgico ovvero come si possa sostenere che lo stabilimento dell'ex Ilva sia ancora un asset strategico per il Paese se ogni mese accumula perdite milionarie, se in molti reparti viene lamentata l'assenza di manutenzione degli impianti e se basta un evento atmosferico come quello del 4 luglio per mettere a nudo la sua inaffidabilità;

   è arrivato il momento di capire fino a quando il siderurgico di Taranto potrà continuare a garantire una produzione dell'acciaio degna di tal nome e soprattutto come gli attuali gestori intendono farlo. Va tenuto conto che i dati dello studio epidemiologico denominato «Sentieri», un cui aggiornamento è stato pubblicato dall'Istituto superiore di sanità nel giugno dell'anno 2018, hanno confermato le criticità del profilo sanitario della popolazione tarantina emerse in precedenti, analoghe indagini e che sono stati rilevati, con riguardo alla fascia d'età pediatrica, l'incremento di tumori di ogni tipo, l'allarmante eccesso di mortalità per tutte le cause e l'ospedalizzazione a seguito di malattie respiratorie acute –:

   quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano intraprendere per scongiurare accadimenti simili a quello registratosi nel capoluogo ionico il 4 luglio del 2020 e per accertare quali conseguenze sulla salute della popolazione tarantina sono state prodotte dall'evento atmosferico in questione.
(3-01656)

Interrogazioni a risposta scritta:


   VILLANI, NAPPI, DEL MONACO, PROVENZA, SARLI, BARBUTO e ILARIA FONTANA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   il 23 giugno 2020 nel comune di Sarno, un gruppo molto numeroso di cittadini, quasi tutti residenti in zona «Masseria della Corte», si è recato presso il locale commissariato di polizia per protestare contro l'odore nauseabondo proveniente da via Ingegno che si estendeva fino al centro della città;

   ad oggi le esalazioni e i miasmi provenienti dalla succitata area, sono tanto intensi e disgustosi da compromettere il diritto al respiro dei residenti, impossibilitati a condurre una vita sociale e familiare serena;

   gli stessi cittadini, costituiti anche in un Comitato civico «Uniti per l'ambiente» denunciano già da qualche anno, una situazione ormai intollerabile;

   l'intera area di ubicazione e pertinenza dell'attuale complesso industriale del comune di Sarno risulta ad oggi perimetrata all'interno dell'ambito di trasformazione produttiva denominato «Area PIP di Via Ingegno»;

   in molteplici occasioni sono state segnalate, con esposti anche della interrogante, gravi anomalie sulle attività industriali nella zona PIP di Sarno, sugli scarichi e gli sversamenti abusivi;

   nelle zone limitrofe si registrano di frequente gravi e varie patologie tra i residenti che entrano a contatto anche con la sorgente del Sarno e precisamente Rio Foce, per l'adiacenza della Prt srl e il conseguente inquinamento delle acque nocivo per la salute dei cittadini;

   utile rammentare che, a seguito di un drammatico incendio, verificatosi a marzo 2020 in un capannone della stessa azienda che, da anni svolge attività di trattamento rifiuti, i residenti della zona adiacenti gli impianti, sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni per alcuni giorni per cercare di tutelare la propria salute e quella dei propri cari, nel periodo di quarantena dovuta al COVID-19;

   la stessa vicenda è stata oggetto di una interrogazione a risposta scritta, la n. 4/05752 al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, a prima firma dell'interrogante, al fine di avere contezza sui fatti esposti e sulle iniziative da assumere per garantire la sicurezza dei cittadini e la tutela dell'ambiente in relazione all'impianto di rifiuti speciali nel territorio del comune di Sarno;

   giova ricordare che la Prt srl, inoltre, attraverso i suoi impianti recupera i rifiuti, prepara e produce materie prime secondarie e fino a pochi mesi fa trasformava miscele eterogenee di materie plastiche rientranti nel Prgs;

   detta attività produce e ha prodotto esalazioni maleodoranti, presumibilmente cancerogene, che pervadono ed impregnano sia l'esterno che l'interno delle zone residenziali sopra citate, rendendo totalmente invivibile l'ambiente;

   la dannosità delle immissioni è tale da avere irrimediabilmente compromesso la salute di numerosi abitanti della zona e delle zone limitrofe;

   si sottolinea che il comune di Sarno rientra per il Ministero della salute tra i centri ad alta densità di tumori legati all'inquinamento ambientale;

   nel contesto normativo europeo assume particolare importanza la direttiva quadro 2008/98/CE del Parlamento europeo del 19 novembre 2008, che «stabilisce misure volte a proteggere l'ambiente e la salute umana»;

   all'articolo 272-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, introdotto dal decreto legislativo n. 183 del 2017, viene, normato il potere delle regioni di legiferare in materia di emissioni odorigene per quanto concerne gli impianti autorizzati di cui alla parte quinta del testo unico in materia ambientale;

   non è più procrastinabile una tale drammatica quanto pericolosa condizione di vita dei cittadini residenti nella su citata area –:

   se, per quanto di competenza, risulti al Ministro interrogato se siano state individuate le cause delle reiterate contaminazioni della matrice ambientale aerea del suolo e delle acque registrate nell'area Pip di Sarno e se sia a conoscenza di quante sorgenti nocive (anche ad alta attività) siano da sottoporre immediatamente a screening;

   se e quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per chiarire il grado di pericolosità dei fenomeni odorigeni avvertiti dalla cittadinanza per porre fine a questi fenomeni evitando che in futuro episodi simili si possano ripetere e tutelando il supremo diritto alla salute dei cittadini di quel territorio, già fortemente penalizzati.
(4-06246)


   ZIELLO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel 2008, su progetto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono stati effettuati i lavori sulle spiagge bianche di ghiaia della Toscana in corrispondenza delle dighe 6 e 7 (tra piazza Gorgona e piazza Sardegna), oltre che più a sud, sulla spiaggia tra gli stabilimenti Foresta e Barbarossa, con la regolarizzazione delle dighe esterne, portandole mediamente 50 centimetri sotto il livello del mare e con un'estensione delle stesse fino a 20 metri; successivamente, sono stati previsti lavori anche per Marina a San Rossore e per la protezione del litorale al Gombo;

   da allora, la regione Toscana deve provvedere nei mesi primaverili di ciascun anno a spianare le spiagge sottoposte ad un delicato equilibrio idrodinamico a causa delle violente mareggiate che mettono a dura prova il sistema scogliere-spiaggia;

   purtroppo, quest'anno la regione Toscana è molto in ritardo sui lavori; la cosiddetta «cresta», che si forma durante il periodo delle mareggiate invernali, rende problematica la fruizione da parte dei bagnanti;

   si tratta di ritardi che si ripetono, visto che, anche nel 2019, sono stati effettuati nel mese di giugno, rendendo sempre problematica la fruizione della spiaggia di Marina che rappresenta uno dei pochi punti di ingresso libero del litorale pisano e, pertanto, molto frequentata dai cittadini;

   quest'anno la spianatura delle spiagge di Marina è annunciata a partire dal 13 luglio 2020, nonostante tale lavoro dovrebbe essere completato almeno nel mese di maggio di ciascun anno;

   in piena stagione balneare, la presenza di camion e ruspe creeranno disagi insopportabili e danni ai bagnanti e alle imprese che lavorano nel litorale pisano, già provate dal recente lockdown;

   la mancata programmazione e il mancato finanziamento dei lavori da parte della regione, in tempi congrui per l'inizio della stagione balneare, oltre che l'eccessiva burocratizzazione del procedimento amministrativo di tali lavori che si ripetono annualmente, crea enormi disagi anche all'amministrazione comunale e al genio civile di Livorno che, ancora, è in attesa dell'approvazione dell'appalto da parte della regione –:

   se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative, per quanto di competenza, in merito ai ritardi sullo spianamento delle spiagge della Marina, valutando l'opportunità di favorire un pronto intervento per risolvere la questione, stanziando finanziamenti statali aggiuntivi, diretti ad abbreviare i tempi della realizzazione dei lavori e compensare i ritardi dimostrati dalla regione Toscana, a vantaggio dei bagnanti e delle imprese che lavorano nei litorale pisano, già provate dal recente lockdown.
(4-06249)


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   nel 2012, in seguito al provvedimento di sequestro dell'area a caldo dello stabilimento ex-Ilva di Taranto, emergeva l'esigenza di coprire i parchi minerari per fermare la diffusione di polveri su alcuni rioni della città. Tale intervento, infatti, figurava sin dall'inizio nell'autorizzazione integrata ambientale;

   nel febbraio 2018 sono stati avviati i cantieri per la copertura dei due parchi minerari. La consegna dei lavori di ambedue le opere era prevista per il maggio 2020, ma, ad oggi, risulta completata solo una delle due strutture di copertura;

   nell'aprile 2019 ArcelorMittal, annunciando l'anticipazione della fine dei lavori per la prima delle due strutture, riteneva che l'opera potesse avere «un ruolo decisivo nel limitare la dispersione di polveri verso la città, in particolare nel quartiere Tamburi»;

   il 4 luglio 2020, un fenomeno meteorologico estremo e violento, caratterizzato da forte vento, ha causato il sollevamento di ingenti quantità di polveri e detriti di natura ferrosa depositati nei parchi minerari dello stabilimento ex-Ilva di Taranto;

   il materiale trasportato dal vento si è riversato sull'intera città di Taranto e, in particolare, sul quartiere Tamburi, adiacente al sito dello stabilimento siderurgico, con inquantificabili danni per la salute dei cittadini tarantini e per l'ambiente;

   alcuni organi di stampa hanno pubblicato un'ampia documentazione fotografica, risalente ad alcune ore dopo l'evento avverso del 4 luglio, dalla quale si osservano cumuli di materiale stoccati allo scoperto nel parco Omo, sito sul lato est della fabbrica e adiacente alla strada statale per Statte, in un'area dislocata tra la copertura dei parchi e l'area agglomerato;

   gli stessi organi di stampa riportano che i cumuli, «prelevati dall'area parchi sotto la copertura, vengono stoccati all'aperto prima di essere mescolati negli impianti dell'agglomerato, dove creano una mistura, cosiddetta omogeneizzato, che poi sarà inviata agli impianti dell'altoforno» e che anche i cumuli mescolati e cotti (con trattamento che prevede cottura a 1300° e che dunque ne innalza esponenzialmente il livello di tossicità) sono stoccati in aree prive di copertura;

   altre fotografie mostrano ulteriori cumuli di materiale sui nastri trasportatori anch'essi scoperti, sebbene sia prevista la realizzazione di un intervento di copertura integrale che, dapprima avrebbe dovuto essere ultimato entro il 31 maggio 2020, ma che, per effetto di una proroga, reca un termine di ultimazione entro il 30 settembre 2020;

   anche l'area dell'agglomerato, secondo gli organi di stampa «è dotata di impianti che provocano notevole dispersione di materiali» e considerevoli quantità di polveri si sono innalzate anche «dall'area GRF, dove si scaricano le scorie delle paiole, e della discarica Mater Gratiae, dove l'azienda stocca all'aperto fanghi e polverino di altoforno e acciaieria»;

   secondo quanto affermato, dunque, i minerali verrebbero prima stoccati in un'area coperta per poi essere stoccati nuovamente in un'area priva di copertura, rendendo del tutto inutile la copertura, seppure parziale, dei parchi minerari –:

   se e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per scongiurare futuri episodi inquinanti come quello rappresentato in premessa;

   se intenda, per quanto di competenza, provvedere a una valutazione completa con riguardo all'efficacia delle opere di copertura dei parchi minerari realizzate e in corso di realizzazione;

   se non ritenga, per quanto di competenza, di effettuare una ricognizione dello stato dell'arte delle opere di ambientalizzazione previste dall'autorizzazione integrata ambientale e dal piano ambientale contenuto nel contratto di affitto con ArcelorMittal e consentirne la piena conoscibilità quantomeno in sede parlamentare;

   se trovi conferma che parte del processo produttivo prevede che il minerale precedentemente stoccato sotto le coperture, sia in un secondo momento trasportato all'esterno e stoccato in un'area priva di copertura prima del suo utilizzo.
(4-06250)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI E TURISMO

Interrogazioni a risposta immediata:


   TASSO. – Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. – Per sapere – premesso che:

   l'emergenza sanitaria COVID-19, nei mesi passati ha imposto la chiusura di ogni luogo pubblico, compresi i siti di interesse culturale;

   nella circolare ministeriale n. 26 del 2020, avente ad oggetto «Linee guida per la riapertura dei musei e dei luoghi della cultura statali (omissis)» vengono riportate le misure e i provvedimenti, nonché le necessarie prescrizioni raccomandate dal Comitato tecnico-scientifico, per la riapertura in sicurezza di tutti i siti museali e i luoghi di cultura statali su tutto il territorio nazionale;

   a Manfredonia, in provincia di Foggia, sorge il Parco archeologico di Siponto, luogo di cultura afferente al Ministero e assegnato alla Direzione regionale musei Puglia, nel quale insiste la «Basilica di Siponto», installazione permanente di Edoardo Tresoldi, che ripropone le sembianze dell'antica basilica paleocristiana a ridosso della quale fu costruita la chiesa romanica, tuttora esistente. Si tratta di una scultura trasparente in rete metallica ormai conosciuta in tutto il mondo e forte attrattore culturale per tutto il territorio, insignita della Medaglia d'oro all'Architettura italiana, istituito da «La triennale di Milano» e dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo;

   la sua riapertura, annunciata per mercoledì 1° luglio 2020, è stata rinviata a data da destinarsi per carenza di personale;

   superfluo sottolineare come tali siti di interesse culturale rappresentino un'occasione preziosa per implementare flussi turistici significativi e vitali per rivitalizzare un territorio che, al pari di altri, sta subendo una grave crisi economica a causa dell'emergenza sanitaria;

   da rilevare, inoltre, che anche il Museo archeologico nazionale – ospitato all'interno del Castello svevo-angioino, che custodisce i reperti archeologici più noti ed espressivi del territorio della Capitanata e dell'area garganica, tra cui le «stele daunie» – è chiuso al pubblico da 4 anni e pare lo sarà per un anno ulteriore;

   più in generale, dal sito ministeriale si evince che, in provincia di Foggia, unica di tutta la Puglia, non risulta ancora accessibile alcun luogo della cultura statale, nonostante quanto disposto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 maggio 2020;

   sul territorio operano diverse associazioni di promozione culturale, archeologica e turistica che potrebbero sopperire – con modalità da individuare, ma certamente possibili – alla carenza di personale denunciata –:

   quali iniziative si intendano adottare per superare le criticità evidenziate e permettere la fruizione di tali siti culturali che possono contribuire sia alla valorizzazione del patrimonio culturale della Capitanata e del Paese che al rilancio economico della regione Puglia, vista anche l'importanza culturale dei suddetti siti che possono richiamare molti turisti.
(3-01662)


   MORETTO, GADDA, FREGOLENT e D'ALESSANDRO. – Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. – Per sapere – premesso che:

   dal 1° giugno 2020 è operativo il «bonus vacanze», previsto dal decreto-legge «rilancio», con uno stanziamento di 2,4 miliardi di euro; una misura che ha l'obiettivo di aiutare i cittadini a coprire parte delle spese di alberghi, camping, agriturismi e b&b a condizione che siano utilizzate in Italia;

   un contributo di 500 euro per le famiglie di almeno 3 persone, che scende a 300 euro per quelle con 2 membri ed arriva a 150 in caso di unico componente;

   una disposizione importante ma certamente non esaustiva per le problematiche legate ad uno dei settori trainanti dell'economia del nostro Paese, che oggi vive momenti di profonda incertezza: prima dell'emergenza COVID-19 l'84 per cento delle persone prevedeva di trascorrere 10-20 giorni in ferie, quota che, secondo un recente sondaggio, oggi è scesa al 34 per cento. Calano coloro i quali prenderanno l'aereo, – 64 per cento, e cresce la quota di quelli che opteranno per la propria auto, + 28 per cento. I proprietari di case-vacanze hanno per lo più deciso di sfruttarla in proprio, mentre chi risentirà maggiormente degli effetti della pandemia saranno residence ed alberghi, con un calo delle presenze rispettivamente del 43 e del 53 per cento;

   è l'intera filiera del turismo ad essere in crisi, dalle strutture ricettive fino alle agenzie viaggio, ai tour operator e alle guide turistiche. Affinché tutto riparta è necessario assicurare sostegno economico agli operatori e aiuti alle famiglie, ma anche garantire la piena mobilità e fruibilità in sicurezza dei luoghi d'arte, di cultura e turistici del nostro Paese;

   si assiste anche in questi giorni a diffuse cancellazioni di voli e di tratte di collegamento marittimo e, nel contempo, si registra un forte aumento delle tariffe aeree e dei traghetti, rincaro che rende ancora più difficile gli spostamenti sul territorio nazionale e penalizza, in particolare, i trasferimenti da e per le isole a scapito della continuità territoriale;

   queste difficoltà di spostamento compromettono la stagione turistica estiva e la ripartenza dell'intero comparto, che attende indicazioni chiare sul proprio futuro –:

   quali iniziative intenda adottare per delineare la strada della ripartenza dell'intera filiera del turismo e se non ritenga, anche di concerto con gli altri Ministeri competenti, di dover mettere in campo iniziative specifiche per facilitare gli spostamenti sia ferroviari che aerei e marittimi, con particolare riguardo alla continuità interregionale e alla condizione difficoltà in cui si trovano le isole in piena stagione turistica.
(3-01663)


   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ACQUAROLI, BALDINI, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. – Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. – Per sapere – premesso che:

   il settore del turismo è stato il primo a subire le conseguenze della crisi economica dovuta alla pandemia di COVID-19 e purtroppo sarà l'ultimo a ripartire a causa delle numerose perdite subite per la chiusura prolungata di tutte le attività;

   secondo una stima di Federalberghi serviranno tre anni affinché la crisi sia riassorbita totalmente, posto che sembra che nel primo anno riusciranno a ripartire solo il 40 per cento degli operatori e nel secondo anno ancora solo il 70 per cento;

   a fronte della crisi gravissima che il settore sta attraversando, l'Agenzia del turismo, ente pubblico preposto proprio all'attività di promozione e incremento del turismo, non appare particolarmente attivo; piuttosto, come riportano gli organi di stampa, risulterebbe impegnato nella gestione di nuovi contratti ad evidenza non pubblica, aumenti di stipendio per i dipendenti e nelle nuove nomine del consiglio di amministrazione, il tutto a discapito della mission istituzionale dell'ente;

   si apprende dagli organi di stampa che nel 2019 l'organismo, che dovrebbe promuovere il turismo italiano, ha aumentato gli stipendi dei dirigenti e fatto registrare spese ingenti per le missioni in Italia e all'estero;

   ad avviso degli interroganti, è in corso un tentativo di condizionare la gestione dell'Agenzia da parte del Ministro interrogato, che trova un'ulteriore conferma nelle norme inserite nel cosiddetto «decreto rilancio» che ne disciplinano la governance, trasformando anche sostanzialmente il componente attualmente indicato dalle categorie in un membro di nomina politica;

   in questo momento in cui il turismo è clamorosamente in crisi e gli operatori in esso impiegati rischiano di perdere il posto di lavoro, risulta quanto meno inopportuno scoprire che in Enit, agenzia importante legata al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, si stiano approvando contratti a tempo indeterminato senza procedure di evidenza pubblica e di particolare rilevanza economica –:

   quali siano stati i requisiti e i criteri di assunzione previsti per le nuove nomine, se ci siano stati rapporti professionali diretti con il Ministro interrogato e se non ritenga necessario garantire una gestione assolutamente trasparente e libera dell'ente, volta esclusivamente al perseguimento più efficace dei fini per i quali è stato creato.
(3-01664)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   FERRARI, FANTUZ, TOCCALINI, BONIARDI, PICCOLO, PRETTO, ZICCHIERI e CASTIELLO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   rispondendo per iscritto all'interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03583, con testo pubblicato nell'allegato al bollettino in Commissione IV il 13 febbraio 2020, il Ministro della difesa rendeva nota «l'intenzione di supportare la creazione della missione EMASOH» da schierare nelle acque del Golfo Persico, anche «al fine di salvaguardare fondamentali interessi per il paese»;

   nella medesima circostanza, veniva altresì ricordato come il nostro Paese avesse sottoscritto il 20 gennaio 2020 un Joint Statement proprio con l'obiettivo di concorrere all'avvio della missione «European-led Maritime Awareness Strait of Hormuz» (EMASOH);

   il Ministro della difesa aveva anche sottolineato come la partecipazione ad EMASOH avrebbe testimoniato la volontà del nostro Paese di continuare a costituire un punto di riferimento per gli Stati del Golfo, a garanzia del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale;

   ad avviso del Ministro della difesa, inoltre, la partecipazione italiana ad EMASOH avrebbe permesso di mantenere un'autonoma capacità nazionale di apprezzamento della situazione marittima locale, rilevando anche eventuali atti illegali e contribuendo comunque a consolidare la capacità d'intervento europeo nella regione del Golfo;

   a dispetto delle lodevoli ed ambiziose finalità enunciate in quella occasione, tuttavia, nella deliberazione del Governo concernente l'autorizzazione all'avvio di nuove missioni militari nell'anno 2020 non figurava alcun cenno alla nostra partecipazione alla missione EMASOH;

   il 25 febbraio 2020, con una cerimonia svoltasi nella sua base ad Abu Dhabi, la Francia ha dichiarato pienamente operativa la componente militare della missione di pattugliamento marittimo EMASOH –:

   quali siano le ragioni di carattere politico che hanno portato a non includere la partecipazione ad EMASOH nel novero dei nuovi interventi militari di cui autorizzare l'avvio nell'anno in corso.
(4-06253)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   SAPIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la regione Calabria è commissariata per l'attuazione del piano di rientro dal proprio disavanzo sanitario;

   in un articolo di Gabriele Carchidi pubblicato il 3 luglio 2020 sul blog «Iacchite», si paventano presunti favoritismi da parte del precedente commissario dell'Asp di Cosenza, Giuseppe Zuccatelli, «agli amici degli amici»;

   nello specifico si tratterebbe di «promozioni» lavorative per alcuni dipendenti dell'azienda suddetta, che ivi vengono nominati con la precisazione degli incarichi ricevuti;

   l'articolista riporta che tre dipendenti dell'Asp di Cosenza, inquadrati come «quarti livelli», avrebbero dato il «via» ad una vertenza, mediata «dall'avvocato Brogno dell'Asp» e avallata dall'allora commissario aziendale Zuccatelli, per diventare «collaboratori amministrativi esperti» e ottenere quindi maggiori emolumenti;

   il primo dei dipendenti, V.B., si dice – continua Carchidi – che sia molto vicino, all'ex consigliere regionale Pasqualino Perfetti;

   il dipendente «è entrato all'Asp di Cosenza come terzo livello, Petramala lo ha portato al quarto, Scarpelli al sesto e adesso vorrebbe il settimo», scrive Carchidi;

   il secondo – come ancora riportato dall'articolo – sarebbe D.G., fratello di un avvocato, legale storico – secondo Carchidi – di un importante politico cosentino, noto anche – rappresenta l'articolista – per i numerosissimi incarichi legali ricevuti dall'Asp in predicato;

   grazie a queste entrature, secondo Carchidi il predetto dipendente dell'Asp di Cosenza avrebbe raggiunto il settimo livello partendo da coadiutore amministrativo di quarto livello;

   il terzo dipendente, C.N., «che – continua Carchidi – almeno apparentemente non ha padrini», avrebbe seguito gli stessi percorsi amministrativi degli altri due;

   l'articolo contesta anche altre decisioni dell'allora commissario aziendale Zuccatelli durante il recente lockdown: riguardo agli ospedali di Castrovillari e Cetraro, «eletti al rango di Centri Covid senza requisiti», alla Rsa «Villa Torano», «al blitz per regalare l'autorizzazione al Centro di Radiologia» e ad una cooperativa operante in ambito sanitario;

   di recente la Corte dei conti, come anche riportato nell'interrogazione a risposta scritta n. 4/06025 del 15 giugno 2020, con riferimento all'Asp di Cosenza ha cristallizzato lo stato gestionale, caratterizzato da perdite progressive, pesante esposizione debitoria nei confronti dei fornitori, mancata approvazione del consuntivo 2018, utilizzo irregolare del ricorso ai contratti flessibili, aumento esponenziale delle spese, incompletezze nella stima del contenzioso pendente e pagamento di commissioni elevatissime circa il ricorso ad anticipazioni di cassa –:

   se siano a conoscenza di quanto riassunto in premessa;

   quali iniziative intendano assumere, per il tramite della struttura commissariale preposta all'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario della Calabria, in ordine alle succitate vicende e al fine di assicurare, in proposito, il rispetto delle norme vigenti e dei principi di imparzialità e buon andamento dell'amministrazione pubblica.
(4-06251)

GIUSTIZIA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   su «La Stampa», Domenico Quirico ha pubblicato, il 29 giugno 2020, una inchiesta sulle modalità di svolgimento del concorso per l'accesso alla magistratura;

   un candidato bocciato ai concorsi del 1992 e del 2000, l'avvocato Pierpaolo Berardi, dopo una serie di innumerevoli ricorsi, è finalmente riuscito ad acquisire la completa documentazione del concorso 1992, facendo emergere un sofisticato e truffaldino sistema, grazie al quale, gli elaborati di taluni candidati erano agevolmente individuabili. Erano evidentemente quelli dei candidati che dovevano essere ammessi in ogni caso all'orale;

   dagli elaborati dei promossi spuntano «orrori»: segni di riconoscimento lasciati sui fogli, come saltare le prime righe, o scrivere solo una parte delle facciate, o cambi di calligrafia in punti chiave;

   e poi errori grossolani di diritto: un candidato confondeva dolo con colpa, un altro parlava di diritto civile in un tema di diritto penale, una brutta copia era allegata come parte dell'elaborato;

   dai verbali dei lavori della commissione risulta inoltre che la valutazione di ogni elaborato in media tre minuti per ciascuno, durante i quali sarebbero stati letti e giudicati collegialmente i tre elaborati scritti;

   l'articolo è stato ripreso il 3 luglio 2020 dal professore Guido Neppi Modona, già vice presidente della Corte costituzionale, in un commento pubblicato sul «Il Dubbio»;

   dopo l'articolo di Quirico non sono state registrate reazioni di carattere istituzionale;

   né il Consiglio superiore della magistratura, né l'Associazione nazionale magistrati, tante volte così solleciti nell'ergersi a paladini del buon nome e dell'onore della magistratura italiana, hanno stavolta «proferito verbo»;

   eppure, a giudizio dell'interpellante, lo scandalo denunciato, se confermato, è devastante, di gravità paragonabile allo stesso «affaire Palamara»;

   sorge secondo l'interpellante il legittimo dubbio che decine di magistrati in carica siano stati selezionati in questi decenni, attraverso «loschi traffici»;

   sorge il sospetto, per l'interpellante, che altrettanti candidati meritevoli possano esser stati bocciati solo per far loro posto –:

   se il Ministro interpellato abbia adottato iniziative, per quanto di competenza, anche di carattere ispettivo, in relazione a quanto denunciato negli articoli di Domenico Quirico e del professore Guido Neppi Modona;

   quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda adottare per evitare che quanto denunciato possa ripetersi in futuro.
(2-00850) «Zanettin».

Interrogazione a risposta orale:


   ASCARI e SCUTELLÀ. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nel dicembre 2019 è stata portata a termine la maxi operazione «Rinascita-Scott» contro la 'ndrangheta nel vibonese condotta dalla procura di Catanzaro, in cui risultano indagate 416 persone e sono stati effettuati 330 arresti, in 11 regioni italiane e all'estero, in Germania, Bulgaria e Svizzera, tra i quali risultano esserci imprenditori, politici e forze di polizia;

   sembrerebbe che in Calabria non vi sia un'aula che, tenuto conto anche dell'emergenza COVID-19 e delle presenti e forse anche future restrizioni dovute al distanziamento sociale, possa ospitare gli oltre 400 imputati, i loro avvocati, i testimoni e tutte le parti del processo, creando quindi notevoli disagi se non addirittura problemi alla regolare esecuzione del processo stesso;

   la situazione della geografia calabrese risulta, infatti, piena di criticità, come evidenziato dal magistrato Nicola Gratteri, e presenta una dislocazione degli uffici giudiziari del tutto inefficiente; in particolare, si ricorda la soppressione del tribunale di Rossano con conseguente accorpamento al tribunale di Castrovillari;

   secondo alcune stime, la suddetta soppressione avrebbe comportato uno spostamento medio di magistrati, avvocati, praticanti e utenti fino a 1.000 persone al giorno, con costi quantificati per gli utenti in complessivi 6,7 milioni di euro annui, a cui si aggiungono i costi per l'erario per traduzioni, trasferte operatori e agenti e forze dell'ordine e altro;

   viste le storiche carenze infrastrutturali della regione, gli utenti e il personale costretti a raggiungere il tribunale di Castrovillari impiegano fino a 2 ore e mezzo;

   l'accorpamento dell'ufficio giudiziario ha moltiplicato i costi di funzionamento e accesso alla giustizia, anche a causa del rallentamento dei ritmi di lavoro che gli uffici patiscono perché oberati e sovraccaricati di adempimenti, che rischiano di rendere vani i risparmi di spesa previsti dal legislatore;

   dall'altra parte, vi sono uffici giudiziari inspiegabilmente attivi a poche decine di chilometri gli uni dagli altri, senza difficoltà di collegamenti infrastrutturali, come il caso della procura di Paola, che tuttora funzionante, dista solo 30 chilometri da Cosenza, con il relativo spreco di risorse umane, finanziarie e strumentali;

   come dichiarato da Gratteri in audizione in Commissione antimafia, trattando delle difficoltà relative alla celebrazione del processo derivante dalla maxi indagine antimafia «Rinascita-Scott», la geografia giudiziaria calabrese deve essere ridisegnata per renderla più efficiente e ridurre gli sprechi di tempo e denaro;

   a questo si aggiunge la mancanza di personale negli uffici giudiziari; criticità questa comune a tutto il sistema Paese ma che, in questo particolare contesto, assume una rilevanza ben maggiore tenuto conto delle peculiarità mafiose della 'ndrangheta e il suo radicamento nel territorio –:

   se il Governo sia a conoscenza delle incidenze finanziarie dovute all'accorpamento del tribunale di Rossano a Castrovillari;

   se il Governo intenda attivarsi, per quanto di competenza, al fine di verificare l'efficienza e l'efficacia della geografia giudiziaria calabrese ed, eventualmente, prendere in considerazione l'adozione di iniziative per la riattivazione di uffici giudiziari precedentemente dismessi o comunque attualmente non utilizzati e per dismettere quelli poco funzionali, anche al fine di ridurre i costi per l'utenza e l'erario.
(3-01655)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FERRI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 18 novembre 2016 è stato indetto dal Ministero della giustizia un concorso pubblico per 800 posti a tempo indeterminato per il profilo professionale di assistente giudiziario, area funzionale II, fascia economica F2;

   la conclusione della procedura selettiva ha portato alla formazione di una graduatoria composta da 4.915 idonei;

   su 4.915 idonei totali, negli anni hanno preso servizio 4.078 candidati;

   rimangono quindi 838 idonei in attesa di chiamata, tutti in possesso di un notevole bagaglio di esperienze lavorative e professionali, molti dei quali laureati in discipline giuridico-economiche e abilitati all'esercizio della professione forense;

   la suddetta graduatoria è stata interamente autorizzata e finanziata, in quanto il piano triennale del fabbisogno di personale predisposto dal Ministero della giustizia del 13 giugno 2019 per gli anni 2019/21 e il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 giugno 2019 sulle assunzioni nella pubblica amministrazione ne prevedono l'integrale scorrimento;

   il Ministero della giustizia ha preso l'impegno di esaurire la graduatoria entro ottobre 2020;

   le modalità di realizzazione di tale progetto assunzionale e di scorrimento della graduatoria rimangono però incerte, in quanto gli ultimi 838 idonei dovranno attendere i prossimi pensionamenti, nonostante la necessità di nuovo organico;

   occorre prendere in considerazione i gravi vuoti di organico registrati negli uffici giudiziari e i numerosi pensionamenti che stanno interessando l'amministrazione, in modo da permettere lo scorrimento totale della graduatoria in tempi brevi;

   alla luce della progressiva digitalizzazione della giustizia e della carenza di organico e personale amministrativo negli uffici giudiziari è necessario procedere alle nuove assunzioni;

   in assenza di nuove assunzioni di personale, si perderebbero notevoli risorse in grado di interagire con i sistemi digitali, modernizzare e velocizzare la macchina della giustizia;

   il profilo di assistente giudiziario è tra quelli con maggiore scopertura negli organici dell'amministrazione, ed è essenziale per il funzionamento degli uffici giudiziari e per l'assistenza ai magistrati sia nei tribunali che nelle procure;

   il Ministero della giustizia ha annunciato la predisposizione di un decreto ministeriale per la revisione della pianta organica degli assistenti giudiziari;

   è auspicabile che tale decreto contenga la previsione dell'assunzione in un unico blocco degli 838 idonei in attesa di chiamata;

   occorre altresì valorizzare l'impegno e le aspettative di centinaia di giovani idonei preparati, aggiornati e utilmente collocati nella graduatoria –:

   se e quali iniziative il Ministro interrogato intenda porre in essere per permettere un celere scorrimento della graduatoria del concorso pubblico indetto il 18 novembre 2016 per il profilo professionale di assistente giudiziario, così da permettere la rapida assunzione in un unico blocco degli 838 idonei in attesa di chiamata e colmare il vuoto di organico di personale nelle amministrazioni.
(5-04302)

Interrogazione a risposta scritta:


   FERRO, VARCHI e MASCHIO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   a distanza di appena due mesi dalle dimissioni di Basentini, l'amministrazione penitenziaria è tornata a far discutere di sé per una recente circolare che, di fatto, a parere dell'interrogante ha ripristinato la famosa circolare del 21 marzo 2020;

   pur non trattandosi di un ordine di scarcerazione, infatti, dopo la circolare di marzo 2020 sono aumentate le richieste di messa ai domiciliari dei detenuti che avevano superato i 70 anni di età, soprattutto se affetti da patologie, con il risultato che i capimafia detenuti in regime di 41-bis, che per legge non possono usufruire di pene alternative, uno dopo l'altro, hanno cominciato a lasciare il carcere;

   sei sono state le scarcerazioni più note di cui si ha notizia, ma c'è chi ne conta addirittura quaranta: Francesco Bonura e Domenico Perre a Milano, Pino Sansone a Palermo, Ciccio La Rocca sempre a Milano, Rocco Santo Filippone a Reggio Calabria, Pasquale Zagaria a Sassari;

   nonostante ciò, nella nuova circolare del Dap del 30 giugno 2020 viene allegato il protocollo del Ministero della salute per la prevenzione ed il controllo dell'infezione da Sars-Cov2 negli istituti penitenziari, che indica, tra le altre, di «favorire l'applicazione di misure alternative alla detenzione per tutte le persone che presentano gravi patologie che possono essere significativamente complicate dal Covid-19», senza alcuna distinzione tra tipi di detenzione;

   ancora una volta, sembra prevalere l'idea, sbagliata a parere degli interroganti, che negli istituti penitenziari italiani non si possano assicurare dignitosi percorsi sanitari e terapeutici –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare per scongiurare il rischio di nuove scarcerazioni di detenuti in regime di 41-bis e di alta sicurezza.
(4-06252)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   con precedenti interrogazioni a risposta scritta (n. 4/05582 e n. 4-05654), unitamente ad altri colleghi, è stato chiesto al Governo anche di tutelare i diritti dei viaggiatori, assicurare condizioni di sicurezza e introdurre opportune norme di salvaguardia che vietassero, in queste fasi di ripartenza economica, il ricorso da parte delle compagnie aeree alla pratica dell'overbooking, nonché eventuali misure sanzionatorie relative a presunti comportamenti scorretti delle compagnie aeree o agenzie intermediarie;

   diversi quotidiani online, tra cui blogsicilia, riportano le denunce dei viaggiatori che, non avendo possibilità di prenotare con largo anticipo, devono affrontare costi che frequentemente superano 400 euro, un importo considerevole se rapportato alle criticità economiche e sociali affrontate dai cittadini in questo periodo; appare evidente la necessità di garantire collegamenti aerei, da e per la Sicilia, a tariffe sottoposte ad un «price cap»;

   molte compagnie, in questi mesi, hanno cancellato numerosi voli senza possibilità di rimborso dei costi se non esclusivamente con voucher nominali, come previsto dall'articolo 88-bis del decreto-legge n. 18 del 2020 convertito dalla legge n. 27 del 2020 cosiddetto «Cura Italia», disposizione applicabile nel periodo di emergenza;

   tra l'altro, in taluni casi, avrebbero venduto biglietti pur consapevoli dell'incertezza del volo e, nonostante la cancellazione non fosse riconducibile all'emergenza, si sarebbero avvalsi delle disposizioni dell'articolo citato;

   sono tuttora in atto cancellazioni per i voli tra luglio e ottobre 2020, con opzioni di rimborso non ancora attive;

   per tutelare i consumatori, Confconsumatori ha lanciato questa petizione su change.org: «voucher al posto del rimborso in denaro, oltre che non condivisibile, è oggettivamente ingiusto perché non garantisce al consumatore la restituzione effettiva del servizio acquistato. Infatti, nel momento in cui il turista sceglierà di utilizzare il voucher per l'acquisto di un nuovo pacchetto turistico, di un titolo di viaggio o di un soggiorno, si potrebbe trovare di fronte ad una lievitazione dei prezzi, che lo costringerebbe ad un ulteriore esborso per garantirsi un servizio di qualità equivalente a quello annullato. Per tali motivi il voucher, è una soluzione del tutto ingiusta di per sé. Confconsumatori chiede la modifica delle attuali previsioni legislative con l'introduzione della possibilità per il consumatore di ottenere il rimborso in denaro»;

   in Europa i diritti dei passeggeri vengono tutelati dal regolamento (CE) n. 261/2004; in data 18 marzo 2020 la Commissione europea ha pubblicato gli «Orientamenti interpretativi relativi ai regolamenti UE sui diritti dei passeggeri nel contesto dell'evolversi della situazione connessa al Covid-19»; in merito ai «DIRITTI DEI PASSEGGERI DEL TRASPORTO AEREO (REGOLAMENTO (CE) N. 261/2004)» interviene il punto «3.2. Diritto al rimborso o all'imbarco su un volo alternativo: in caso di cancellazione di un volo da parte delle compagnie aeree (indipendentemente dalla causa), l'articolo 5 impone al vettore aereo operativo di offrire al passeggero la scelta tra: a) il rimborso, b) l'imbarco su un volo alternativo non appena possibile, o c) l'imbarco su un volo alternativo ad una data successiva di suo gradimento»;

   sulla questione è intervenuta anche l'Enac sostenendo che «addurre come motivazione per la cancellazione dei voli, con il riconoscimento di un voucher invece che il pagamento del prezzo versato, l'emergenza sanitaria dopo il 3 giugno, data in cui sono state rimosse le restrizioni sulla circolazione delle persone fisiche in territorio nazionale, nell'area europea Schengen, Regno Unito e Irlanda del Nord, appare più come una scelta imprenditoriale e commerciale dei vettori aerei, che una decisione intrapresa a garanzia delle misure anti-Covid»;

   quanto elencato determina delle condizioni insostenibili per chi ha la necessità e l'urgenza di effettuare un viaggio e lo scenario che si prospetta non è certo dei migliori per garantire continuità territoriale e rilancio del turismo;

   in data 2 luglio 2020 la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro Italia e Grecia per quello che ritiene il mancato rispetto delle norme dell'Unione europea a tutela dei diritti dei passeggeri, riconducibile all'adozione di una legislazione che permette alle compagnie aeree (e non solo) di offrire i buoni come unica forma di rimborso, mentre ai sensi dei regolamenti sui diritti dei passeggeri dell'Unione europea i passeggeri hanno il diritto di scegliere tra il rimborso in denaro e altre forme di rimborso, come un voucher –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo per affrontare la complessa situazione descritta e per trovare una soluzione definitiva alla problematica dei rimborsi per i voli annullati e del «caro voli» da e per la Sicilia;

   quali iniziative di competenza intendano adottare i Ministri interpellati per garantire una effettiva continuità territoriale ai residenti nelle regioni del Sud Italia e per tutelare il diritto alla mobilità e alla sicurezza, assicurando un adeguato numero di aerei e un prezzo equo delle tariffe;

   se e quali iniziative intenda adottare il Governo per applicare su tutto il territorio nazionale delle tariffe al cosiddetto «price cap».
(2-00851) «Papiro».

Interrogazione a risposta scritta:


   BAGNASCO, MULÈ e CASSINELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la rete autostradale ligure è interessata in queste settimane, su indicazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, da un piano di manutenzione, monitoraggio ed ispezione delle gallerie che sta creando notevoli disagi agli utenti che percorrono la tratta;

   il suddetto piano di manutenzione, monitoraggio ed ispezione sta inoltre arrecando gravissimi danni al sistema economico, turistico e logistico della Liguria, già messi a dura prova dal crollo del viadotto Morandi e dall'emergenza sanitaria da Covid-19;

   l'attuale situazione crea rilevanti difficoltà di spostamento anche ai mezzi di soccorso che devono percorrere l'autostrada, con serio e concreto rischio di mettere in pericolo, a causa dei ritardi derivanti dal formarsi di code e rallentamenti, la vita dei pazienti per cui si richiedono interventi d'emergenza;

   i lavori e le chiusure sulla rete autostradale provocano il riversarsi sulla viabilità ordinaria di una ingente quantità di traffico, con pesanti conseguenze per i centri cittadini interessati;

   il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha indicato il 10 luglio 2020 quale data per l'ultimazione dei cantieri critici;

   la prosecuzione delle ispezioni nelle modalità imposte dal Ministero potrebbe però continuare a provocare disagi anche oltre il mese di luglio 2020, come affermato da Autostrade per l'Italia s.p.a.;

   attualmente è di fatto compresso il diritto alla mobilità dei cittadini, oltre che la possibilità per numerose imprese di svolgere a pieno la propria attività –:

   quali iniziative intendano intraprendere per favorire il completo ritorno alla normalità viabilistica sulla rete autostradale ligure, per garantire il pieno diritto alla mobilità dei cittadini e per sostenere il sistema economico, turistico e logistico ligure pesantemente danneggiato dall'attuale piano di manutenzione, monitoraggio ed ispezione.
(4-06245)

INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:


   DEIDDA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il comma 2 dell'articolo 6, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 giugno 2020, ha previsto che, fino al 30 giugno 2020, restano vietati gli spostamenti da e per Stati e territori diversi da quelli di cui al comma 1 (Stati membri dell'Unione europea; Stati parte dell'accordo di Schengen; Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord; Andorra, Principato di Monaco; Repubblica di San Marino e Stato della Città del Vaticano) salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute;

   il suindicato termine del 30 giugno è stato esteso al 14 luglio a mezzo di apposita ordinanza del Ministro della salute in data 30 giugno 2020, registrata dalla Corte dei conti il 1° luglio 2020 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana solamente il successivo 2 luglio: ordinanza che ha previsto, in particolare, la possibilità per i cittadini di alcuni Stati extra-Unione europea, ricompresi in apposito elenco, di accedere al territorio nazionale;

   in data 1° luglio 2020, alcuni cittadini statunitensi – accompagnati da altri di nazionalità sia italiana, sia inglese, sia tedesca e neozelandese – a mezzo di un volo privato, regolarmente autorizzato dall'ente competente, partito dal Colorado il 30 giugno 2020, una volta atterrati all'aeroporto di Cagliari-Elmas, si sono visti notificare apposito atto respingimento, con conseguente divieto di accesso al territorio nazionale, in quanto, gli Usa non sarebbero stati ricompresi tra gli Stati ammessi dalla citata lista: e ciò, nonostante i viaggiatori in questione si siano recati in Sardegna per ragioni lavorative, al fine di trattare alcuni rilevanti affari economici e, pertanto, il viaggio fosse comunque legittimo;

   il presidente del Tar Sardegna, a seguito di un ricorso presentato dai legali dei soggetti respinti, con apposito decreto, ha sospeso il suindicato provvedimento di respingimento, stabilendo, espressamente, la legittimità dell'accesso al territorio nazionale da parte di chiunque, se giustificato da comprovate esigenze lavorative;

   il citato respingimento – frutto di un'eccessiva proliferazione normativa, tutt'altro che idonea a garantire la certezza del diritto, nonché di un eccessivo ritardo nella pubblicazione degli atti normativi, spesso anche limitativi di diritti costituzionalmente garantiti – conseguente ad un'errata interpretazione della norma ad opera del Ministero dell'interno, ha leso l'immagine della regione Sardegna e rischia di provocare un gravissimo danno economico anche ai soggetti interessati –:

   se siano a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative intendano assumere al fine di garantire una precisa interpretazione della norma in esame, nonché di consentire l'immediato accesso dei soggetti interessati nel territorio nazionale e, in particolare, in Sardegna, consentendo ai medesimi l'esercizio della propria attività d'impresa.
(4-06247)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   Cnh Industrial è l'azienda industriale italo-canadese, attiva nel mercato dei capital goods e sorta in seguito alla fusione tra Fiat Industrial e Cnh. Il gruppo progetta, produce e commercializza macchinari per il settore agricolo e delle costruzioni, veicoli per l'industria e commerciali, autobus e mezzi speciali; è inoltre attivo nella produzione di propulsori per applicazione marina e motori. È presente in circa 180 Paesi, con più di 63.000 dipendenti in 67 stabilimenti produttivi e in 56 centri di ricerca e sviluppo;

   Cnh Industrial ha come principale azionista il gruppo Exor, controllato dalla famiglia Agnelli. Dopo l'annuncio, ad ottobre 2019, della chiusura di Pregnana Milanese e della trasformazione in sede logistica dello stabilimento di San Mauro, l'azienda ha comunicato al Ministero dello sviluppo economico una prospettiva molto preoccupante per i siti di Lecce, dove si realizzano macchine per le costruzioni, e Brescia, dove viene prodotto un Eurocargo a marchio Iveco, due impianti che contano circa 2.700 operai. L'azienda ha dichiarato nell'incontro con i sindacati, tenutosi il 24 giugno 2020, di riconsiderare la posizione e il piano industriale di queste due realtà;

   la notizia comunicata dai vertici del gruppo Cnh al Ministero dello sviluppo economico in merito agli stabilimenti di Lecce e Brescia arriva negli stessi giorni in cui Fca Italia ottiene ufficialmente i 6,3 miliardi di euro di prestiti con garanzia Sace, l'agenzia italiana per il credito all'export, all'80 per cento. Il finanziamento, infatti, è stato registrato dal controllo preventivo della Corte dei conti portando così a termine l'iter necessario, dopo che lo stesso prestito aveva avuto l'assenso da parte di Intesa Sanpaolo e del Governo;

   la concessione della garanzia rientra nell'ambito della procedura specifica prevista dal decreto-legge «Liquidità», relativa ai finanziamenti in favore di imprese di grandi dimensioni, con oltre 5.000 dipendenti in Italia o con un valore del fatturato superiore agli 1,5 miliardi di euro;

   se è vero che Fca e Cnh sono dal 2011 due aziende distinte, è altrettanto vero che entrambe sono controllate da Exor rispettivamente con il 28,7 e il 26,9 per cento del capitale;

   in tale quadro, mentre Fca ottiene un prestito garantito dallo Stato italiano, Cnh, ad avviso degli interpellanti, in aperta violazione degli impegni presi nell'accordo del 10 marzo 2020, annuncia un riesame del piano industriale e mette in discussione il futuro di due stabilimenti presenti nel nostro Paese –:

   se i Ministri interpellati intendano dare seguito alla richiesta dei sindacati di un nuovo tavolo con i rappresentanti di Cnh e le parti sociali;

   quali altre urgenti iniziative il Governo intenda assumere, anche in considerazione della garanzia prestata da Sace al finanziamento di 6,3 miliardi di euro deliberato da Intesa San Paolo alla Fca Italy, al fine di assicurare l'integrale rispetto dell'accordo del 10 marzo 2020 tra la Cnh Industrial e le organizzazioni sindacali, garantendo il mantenimento dei livelli occupazionali degli stabilimenti di Brescia e Lecce.
(2-00852) «Fassina, Fornaro».

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   il Governo ed in particolare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali ha testimoniato una grande attenzione nei confronti dei lavoratori stagionali, nella consapevolezza che la crisi sanitaria legata al COVID-19 avrebbe compromesso – in parte o in tutto – le loro prospettive occupazionali, in particolare nei settori, direttamente o indirettamente, interessati dai flussi turistici;

   principale espressione di questa consapevolezza sono stati gli interventi nel decreto-legge «Cura Italia» e nel decreto-legge «Rilancio» a tutela dei lavoratori stagionali nel settore turismo e in tutti gli altri settori;

   in fase di attuazione sono state riscontrate delle criticità legate al fatto che numerosi lavoratori avevano sottoscritto contratti a tempo determinato, invece di contratti stagionali, come previsto dal nostro ordinamento; per ciò che riguarda questi frequenti casi il Ministro interrogato ha annunciato un prossimo decreto interministeriale nel solco dell'articolo 44 del decreto «Cura Italia», finalizzato a sostenere i lavoratori stagionali «de facto» nel settore turistico, anche in presenza di contratti a tempo determinato nell'ultimo biennio;

   quest'ultimo intervento garantirebbe una soluzione pressoché completa del problema, restando necessario esclusivamente l'ampliamento di tale forma di sostegno a quei lavoratori, stagionali «de facto», e a coloro che abbiano operato in settori non riconosciuti in senso stretto nell'ambito turistico ma che dipendono strettamente dai flussi turistici ed in particolare nell'ambito dei trasporti (aeroportuale, marittimo, su strada);

   a prescindere dal meritorio intervento del Governo finora, risulta necessario valutare la forma di sostegno a questi lavoratori alla luce della stagione compromessa (in tutto o in parte) e quindi del rischio di non riuscire ad accedere alla Naspi –:

   se si intendano adottare iniziative per estendere il sostegno già previsto o annunciato anche ai lavoratori stagionali «de facto» (anche con contratti a tempo determinato) che hanno operato in settori non formalmente turistici ma che dipendono strettamente dai flussi turistici ed in particolari quelli dei trasporti (aeroportuale, marittimo, su strada);

   se si intendano adottare iniziative per garantire ulteriore sostegno ai lavoratori stagionali che non riusciranno ad accedere alla Naspi a causa della riduzione dei flussi turistici per l'anno 2020.
(2-00853) «Varrica, Manzo».

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   COSTANZO, VILLANI e SERRITELLA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il gruppo spagnolo Inditex, uno dei maggiori produttori di abbigliamento al mondo e proprietario dei marchi Zara, Bershka, Pull & Bear e Massimo Dutti, ha subìto un brusco calo di vendite durante l'emergenza epidemiologica da Covid-19;

   come riportato dal quotidiano La Stampa in data 11 giugno 2020, le vendite di Inditex hanno subìto un calo percentuale del 44 per cento, pari a un fatturato di 3,3 miliardi di euro tra il 1° febbraio e il 30 aprile 2020, primo trimestre dell'anno finanziario. La società ha registrato una perdita netta di 409 milioni di euro nel primo trimestre. A maggio il fatturato totale è diminuito del 51 per cento, e l'azienda è stata costretta a chiudere il 90 per cento dei suoi negozi nel mondo;

   secondo quanto riportato da La Stampa, Zara chiuderà 1.200 negozi in tutto il mondo, puntando a incrementare le vendite online. Inditex assorbirà tra i 1.000 e i 1.200 negozi, principalmente i più piccoli: le chiusure saranno soprattutto in Asia e in Europa. Il totale passerà così dagli attuali 7.412 a 6.700-6.900 dopo la riorganizzazione, che prevederà anche l'apertura di 450 nuovi punti vendita;

   nel corso della pandemia, la crescita del canale online ha compensato in parte il crollo delle vendite. L'e-commerce è aumentato del 50 per cento rispetto all'anno precedente nel corso del trimestre e del 95 per cento rispetto all'aprile 2019;

   Inditex ha annunciato investimenti per un miliardo di euro sull'e-commerce, con l'obiettivo di ricavare dalle vendite online il 25 per cento del fatturato dell'azienda entro il 2022;

   non si conoscono ancora le strategie del gruppo spagnolo per quanto riguarda i punti vendita presenti in territorio italiano e non è ancora chiara la sorte dei lavoratori italiani impiegati all'interno dei negozi Zara del nostro Paese –:

   se il Governo non intenda monitorare le strategie commerciali del gruppo Inditex in Italia, anche in un'ottica di tutela delle prospettive occupazionali per i lavoratori dei punti vendita attualmente presenti nel Paese.
(5-04303)


   COSTANZO, D'ARRANDO e SERRITELLA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la storica Tipografia G. Canale & C. di Borgaro, fondata nel 1915, è nota in tutta Italia per aver dato alle stampe libri e riviste;

   Elcograf, colosso dell'editoria nato dalla fusione di Mondadori Printing e il Gruppo Pozzoni di Verona ha rilevato la Canale il 28 dicembre 2018, attraverso una cessione di ramo d'azienda;

   al momento dell'acquisizione, nella tipografia di Borgaro lavoravano quasi 200 persone;

   l'acquisizione della Canale, a seguito di una non facile trattativa, avrebbe dovuto ristrutturare il debito di Canale nei confronti del comune di Borgaro, che ammontava secondo il sito sullascia.net a 1 milione e 800 mila euro, evitando il fallimento dello storico marchio;

   secondo quanto riportato da La Repubblica in data 2 gennaio 2019, negli ultimi tempi la Canale aveva visto ridursi le produzioni, tanto da utilizzare contratti di solidarietà, da aprire una procedura ex articolo 67 della legge fallimentare con la presentazione di un piano in bonis per la ristrutturazione del debito e, nell'ultimo periodo, ad applicare la cassa integrazione ordinaria a rotazione;

   l'accordo di acquisizione includeva gli impianti, i prodotti in corso di lavorazione, il diritto di godimento di una porzione dell'immobile che ospita l'azienda e la proprietà del marchio «Canale». Il gruppo veneto si era anche impegnato ad assumere tutti i dipendenti di Borgaro, applicando tuttavia il solo contratto nazionale;

   come denunciato dai dipendenti della ex-Canale sul sito Quotidiano Canavese il 20 dicembre 2019, «sono stati dismessi lavoratori, macchinari e capannoni dei reparti di stampa piana, legatoria, prestampa e uffici e ridotti all'osso quelli delle rotative, spedizioni e magazzino»;

   gli esodi incentivati e il ricollocamento hanno permesso l'uscita di una cinquantina di lavoratori portando a circa 140 l'attuale forza lavoro, posta in cassa integrazione a zero ore fino al 28 gennaio 2021 e impiegata solo nella stampa roto per cui, a regime, Elcograf prevede una sessantina di addetti;

   al comma 500 dell'articolo 1 della legge n. 160 del 30 dicembre 2019, è previsto lo stanziamento di fondi fino al 2027 per il prepensionamento degli stampatori, in vigore dal 1° gennaio 2020. Gli stanziamenti per l'entrata anticipata in pensione ammontano complessivamente a una cifra superiore ai 90 milioni di euro, di cui oltre 60 milioni destinati ai poligrafici;

   nonostante tale misura, i prepensionamenti da parte dell'azienda Elcograf non avrebbero contemplato i lavoratori di Borgaro, che avevano «rinunciato a importanti parti economiche in occasione dell'acquisizione dello stabilimento, a fronte di un piano di rilancio mai attuato», come denunciato dai sindacati e riportato dal sito Torino Oggi in data 29 aprile 2020;

   l'incontro tra la regione Piemonte, gli enti locali, azienda e parti sociali previsto il 2 luglio, dopo l'apertura del tavolo e il primo incontro tenutosi il 18 giugno, non si è tenuto;

   come riportato dal sito stampamedia.net i sindacati chiedono unitariamente la possibilità di applicare l'articolo 35 della legge n. 416 del 1981 per i prepensionamenti con 38 anni di contributi alla generalità dei dipendenti ex Canale, che permetterebbero di ridurre a un'ottantina i dipendenti e quindi, rispetto alla sessantina di lavoratori previsti a regime da Elcograf per la stampa roto, il problema occupazionale da affrontare entro la primavera del 2021 riguarderebbe una ventina di persone –:

   quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda assumere al fine di garantire i livelli occupazionali e la continuità produttiva dello stabilimento Elcograf di Borgaro, anche valutando l'applicazione in deroga del comma 500 dell'articolo 1 della legge n. 166 del 2019 per i lavoratori della ex-Canale.
(5-04304)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GASTALDI, VIVIANI, BUBISUTTI, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LOSS, MANZATO e PATASSINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   dopo alcuni segnali positivi, con il rimborso di una parte dei premi assicurativi per l'anno 2019, peraltro sollecitati in una precedente interrogazione, presentata in data 5 dicembre 2019, il complesso meccanismo di versamento dei contributi assicurativi a favore degli agricoltori e degli allevatori nazionali, è tornato nuovamente ad arenarsi;

   le imprese del settore primario, che hanno già anticipato i pagamenti dei premi assicurativi, sono oggi in un momento di estrema difficoltà, dovendo fronteggiare questa situazione con una forte carenza di liquidità, dovuta alle criticità connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19;

   per quanto concerne i contributi per l'anno 2019, l'Agea, ente incaricato dell'assegnazione dei contributi erogati dall'Unione europea, ha un sospeso, nei confronti delle aziende della provincia di Cuneo, di 1,4 milioni di euro di pagamenti, da erogare per la gestione del rischio su frutta e colture vegetali;

   la situazione si presenta molto più grave sul fronte dei rimborsi assicurativi del comparto zootecnico, dove gli allevatori sono ancora in attesa dei pagamenti riferiti all'anno 2015;

   soltanto l'8 per cento delle aziende zootecniche ha ricevuto i contributi per l'anno 2015 e solo il 5 per cento per l'anno 2016; una situazione simile si rileva per gli investimenti nelle strutture impiegate nel comparto ortofrutticolo, dove ci sono centinaia di aziende ancora in attesa dei dovuti rimborsi; le sollecitazioni di dicembre, avevano portato allo sblocco dei crediti, per l'anno 2019, per un importo complessivo pari a circa 15 milioni di euro a favore delle imprese cuneesi, le quali adesso si trovano ad affrontare nuovamente le criticità, ancora non risolte, di un apparato burocratico vetusto e farraginoso;

   i costi dell'eccessiva burocrazia, secondo uno studio di Confcommercio, valgono 70 miliardi di euro di minor crescita per il nostro Paese e rischiano di penalizzare fortemente, oltre alle aziende italiane, anche i consorzi di difesa, che anticipando i versamenti alle compagnie assicurative, si ritrovano poi esposti con le banche –:

   se il Ministro interrogato intenda attivarsi immediatamente per la risoluzione della problematica esposta in premessa attraverso l'adozione di iniziative per una revisione dell'attuale sistema dei rimborsi assicurativi, il quale sta mettendo in estrema difficoltà comparti strategici dell'economia del Paese.
(5-04305)

POLITICHE GIOVANILI E SPORT

Interrogazioni a risposta immediata:


   VALENTE, VACCA, GALLO, BELLA, CARBONARO, CASA, DEL SESTO, LATTANZIO, MARIANI, MELICCHIO, TESTAMENTO e TUZI. – Al Ministro per le politiche giovanili e lo sport. – Per sapere – premesso che:

   la crisi economica causata dall'emergenza sanitaria ha ridotto la disponibilità finanziaria delle imprese e conseguentemente si verificherà un forte decremento degli investimenti nelle sponsorizzazioni a sostegno dei club sportivi. Secondo un recente sondaggio condotto da Comitato 4.0, comitato che riunisce Lega pro e le leghe basket, volley e atletica, il 98 per cento dei club ritiene che i ricavi derivanti dalle sponsorizzazioni (che rappresentano il 55 per cento dei ricavi) saranno ridotti in maniera più che significativa;

   dalle stime attualmente disponibili e dagli studi effettuati sul settore in esame si ritiene che il 31 per cento dei club è a forte rischio di iscrizione ai campionati della prossima stagione, con grave nocumento in primis per i giovani che praticano l'attività e tanto duramente hanno lavorato per raggiungere determinati obiettivi, oltre alla funzione sociale, universalmente riconosciuta, che lo sport rappresenta;

   le leghe coinvolte chiedono un intervento di sostegno per scongiurare l'irrimediabilità della crisi che causerebbe, in primis, la scomparsa dei settori giovanili e dilettantistici in cui le sponsorizzazioni risultano vitali;

   si confida, infatti, in un intervento sul meccanismo del credito d'imposta volto ad incentivare le imprese che promuovono la propria immagine, ovvero i propri prodotti e servizi, tramite campagne pubblicitarie effettuate da società ed associazioni sportive professionistiche e dilettantistiche che investono nei settori giovanili e rispettano determinati limiti dimensionali –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere per salvaguardare il settore sportivo, garantendo il sostegno ai club e assicurando il regolare avvio dei prossimi campionati.
(3-01657)


   MARIN, BARELLI, COSIMO SIBILIA, PELLA, PETTARIN, VERSACE, APREA, CASCIELLO, PALMIERI, SACCANI JOTTI e VIETINA. – Al Ministro per le politiche giovanili e lo sport. – Per sapere – premesso che:

   il mondo dello sport è stato profondamente colpito dalla pandemia da SARS-Cov-2, con gravi ripercussioni di natura economica per le federazioni, le società, le associazioni sportive e per gli enti di promozione sportiva;

   lo sport in Italia vale l'1,7 per cento del prodotto interno lordo del Paese, secondo le stime del Coni, quindi 30 miliardi di euro. E se si considera anche l'indotto, raddoppia a 60 miliardi di euro;

   ad oggi, una delle realtà più a rischio a seguito del periodo di lockdown e nel corso dell'attuale fase di ripresa è quella delle associazioni sportive dilettantistiche;

   le associazioni sportive dilettantistiche costituiscono nel nostro Paese la spina dorsale del movimento sportivo italiano. Attualmente, in Italia sono più di centomila le associazioni e società sportive dilettantistiche iscritte al registro Coni, mentre i rapporti di affiliazione che caratterizzano lo sport dilettantistico risultano essere circa centoquarantamila, svolgendo un ruolo di enorme rilievo, non solo sul piano economico ma anche su quello sociale: una macchina che si regge sull'impegno quotidiano di decine di migliaia di volontari e di circa quattrocentottantamila operatori, tra dirigenti e tecnici sportivi;

   oggi molte associazioni sportive dilettantistiche si trovano in condizioni di estrema difficoltà, che non permettono loro di rimanere indenni dopo mesi di mancate entrate (dovute, perlopiù, alla mancanza di iscrizioni ed alla chiusura degli impianti). Si tratta, infatti, di realtà che vivono, oltre che di quote di iscrizione, di contributi volontari e di piccole sponsorizzazioni;

   molte di queste attività non potranno, quindi, affrontare le conseguenze della pandemia senza un diretto e considerevole sostegno finanziario da parte del Governo e saranno costrette a chiudere definitivamente;

   Forza Italia, sin dall'inizio della fase di emergenza, ha chiesto la costituzione di un fondo di 200 milioni di euro volto a sostenere l'attività delle associazioni e società sportive dilettantistiche iscritte nel registro tenuto presso il Coni, delle federazioni sportive nazionali e delle altre istituzioni sportive riconosciute dal Coni impossibilitate ad operare nel periodo di emergenza epidemiologica da COVID-19 –:

   quali interventi tempestivi e concreti intenda adottare, nella forma del sostegno economico diretto, volti in particolare a sostenere l'attività delle associazioni e società sportive iscritte nel registro tenuto presso il Coni, anche attraverso l'istituzione di un apposito fondo.
(3-01658)

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:


   GIARRIZZO, ALAIMO, SABRINA DE CARLO, SURIANO e GRILLO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   numerose sono le criticità emerse in tema di erogazione di servizi sanitari in seguito all'emergenza Covid-19, in quanto la maggior parte di coloro che avevano già prenotato visite specialistiche presso strutture sanitarie, durante il lockdown, hanno subito la cancellazione o il posticipo delle medesime;

   dopo lo «stop» imposto dall'emergenza sanitaria, molteplici sono state le situazioni di grave disagio segnalate dai cittadini, su tutto il territorio nazionale, a seguito del perdurare della chiusura dei punti Cup di diverse città, ovvero della presenza di disservizi causati dalla riapertura «a distanza» dei medesimi per la prenotazione di esami o visite sanitarie specialistiche;

   tra le citate segnalazioni, numerose pervengono da città siciliane, quali Catania, Enna e Piazza Armerina che, come denunciato in queste settimane dalla stampa locale, vedono il permanere dell'inattività dei Cup e il consequenziale amplificarsi dei disagi per particolari categorie di utenti, quali ad esempio gli anziani e disabili;

   i Centri unici di prenotazione (Cup) – come riportato dal sito web del Ministero della salute – nascono con l'obiettivo di favorire l'accessibilità ai servizi sanitari mediante una gestione integrata delle agende di prenotazione, attraverso la riduzione dei tempi di attesa per gli utenti;

   lo scenario prefigurato deve indurre a trovare un'immediata soluzione che faccia in modo che il sistema sanitario, già sotto stress, una volta terminata l'emergenza, non rischi il collasso –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere per consentire un'adeguata risposta ai bisogni dei cittadini.
(4-06244)


   FITZGERALD NISSOLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   i cittadini italiani residenti all'estero, in quanto iscritti nell'apposito registro Aire, perdono automaticamente l'iscrizione al servizio sanitario nazionale e conseguentemente, quando tornano nella terra di origine, seppure cittadini italiani, hanno diritto alle sole cure di urgenza per un massimo di 90 giorni;

   i pensionati italiani che ricevono una pensione dall'Italia e pagano l'Irpef in Italia non possono accedere al sistema sanitario nazionale quando tornano in vacanza in Italia ed è preclusa la scelta del medico di famiglia;

   si tratta di cittadini residenti all'estero che, però, pagano le tasse in Italia e pertanto, secondo il parere dell'interrogante, dovrebbero avere il diritto di usufruire dell'assistenza sanitaria quando ritornano nei luoghi di origine;

   riconoscere tale diritto incentiverebbe anche il cosiddetto turismo di ritorno e la cura degli immobili di proprietà in Italia, oltre ad attivare un circuito virtuoso di promozione turistica del territorio nazionale –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative al fine di riconoscere il diritto di accedere alle prestazioni sanitarie del servizio sanitario nazionale ai pensionati italiani residenti all'estero e che pagano le tasse in Italia.
(4-06248)


   BUSINAROLO. — Al Ministro della salute, al Ministro della giustizia, al Ministro per gli affari europei, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   fonti giornalistiche (www.ilfattoquotidiano.it del 3 luglio 2020) riportano la notizia di un'inchiesta condotta dall'organizzazione Signal Network, secondo cui tre whistleblower di nazionalità francese avrebbero contribuito a scoprire alcune irregolarità nella produzione del plasma prodotto dalle macchine della Haemonetics, multinazionale americana del settore, e che consente l'aferesi produttiva, particolarmente efficiente nella produzione delle componenti fondamentali del sangue;

   la vicenda potrebbe aver coinvolto anche l'Italia, in particolare gli ospedali di Parma, Firenze e Palermo, in cui sarebbe stato utilizzato plasma prodotto da Haemonetics;

   l'inchiesta ha avuto origine dalle segnalazioni di tre dipendenti francesi, Alexandre Berthelot, Philippe Urrecho, rispettivamente manager e tecnico della filiale francese di Haemonetics, e Guylain Cabantous, sindacalista di Cgt all'interno dell'Autorità francese per l'approvvigionamento di sangue e per la vigilanza sulla sicurezza della catena trasfusionale;

   a quanto consta all'interrogante per i tre whistleblower, a seguito delle segnalazioni, ci sarebbero state delle ripercussioni, tra cui il licenziamento per uno di essi, nonostante l'Agenzia di Stato per la sicurezza dei dispositivi medici nel settembre 2018 abbia sospeso i kit e le macchine prodotte dalla multinazionale –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano fornire chiarimenti sulla vicenda che avrebbe coinvolto anche alcuni ospedali del nostro Paese e se dispongano di elementi in ordine alla tutela dei tre whistleblower, nello «spirito» della direttiva europea in materia.
(4-06254)

SUD E COESIONE TERRITORIALE

Interrogazione a risposta scritta:


   GIARRIZZO e ALAIMO. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   la Strategia nazionale per le aree interne (Snai) costituisce una delle linee strategiche di intervento dei Fondi strutturali europei Fesr, Fse e Feasr del ciclo di programmazione 2014-2020, definite nell'ambito dell'accordo di partenariato, e rappresenta un'azione diretta al sostegno della competitività territoriale sostenibile, al fine di contrastare, nel medio periodo, il declino demografico che caratterizza talune aree del Paese, definite come quelle aree più lontane dai poli di servizio essenziale primario e avanzato, che corrispondono al 60 per cento della superficie territoriale, al 52 per cento dei comuni e al 22 per cento della popolazione italiana;

   la Snai, in questi anni, ha contribuito, grazie all'impiego non solo di risorse europee ma anche di fondi nazionali, allo sviluppo economico e sociale di particolari macro aree del Paese che, benché ricche di risorse ambientali e culturali, dal secondo dopoguerra in poi sono state soggette ad un progressivo spopolamento, con conseguente riduzione dell'occupazione e dell'offerta di servizi, nonché aumento dei costi sociali a livello sia locale che nazionale causati da fenomeni quali il dissesto idro-geologico o il degrado del patrimonio culturale e paesaggistico;

   le aree interne, così come distribuite tra Nord e Sud sull'intero territorio nazionale, costituiscono circa tre quinti dell'intero territorio nazionale. In Sicilia, in particolare, sono presenti cinque delle suddette aree, le quali però – come rilevato nell'interrogazione della deputata Alaimo n. 4-05796 del 22 maggio 2020 – non ricomprendono numerosi comuni siciliani, tra cui quelli presenti nel libero consorzio comunale di Enna e quelli delle zone in prossimità dei Monti Sicani, che invece per le loro peculiari caratteristiche, quali ad esempio la distanza dai principali centri di offerta di servizi essenziali, dovrebbero essere ricompresi in un'area interna di nuova costituzione;

   i citati comuni, se non ricompresi nella Snai e coinvolti nel virtuoso processo di sviluppo e inclusione a cui la stessa mira, rischiano – soprattutto in seguito alla grave crisi generata all'emergenza da Covid-19 – di subire un ulteriore aggravio della già disagiata situazione in cui versano –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di un eventuale ampliamento delle aree interne in Sicilia.
(4-06243)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta immediata:


   MURONI e FORNARO. – Al Ministro dello sviluppo economico. – Per sapere – premesso che:

   mitigare gli effetti della crisi sanitaria da pandemia di COVID-19 e limitare al contempo i danni di quella economica conseguente è la grande sfida che si ha di fronte. È fondamentale, però, che le politiche di uscita dall'emergenza sanitaria-economica siano collegate ad una strategia a lungo termine che pianifichi la ripresa su un modello economico sostenibile per una società resiliente, equa, in buona salute che vive in equilibrio con la natura. Un modello basato anche sullo sviluppo delle rinnovabili e dell'efficienza energetica, sulla decarbonizzazione dell'economia e sul taglio delle emissioni climalteranti;

   la fase di ripartenza del Paese dovrà puntare sempre più su un Green new deal per difendere il lavoro e uscire dalla drammatica situazione in cui ci ha messo l'epidemia del Coronavirus. Deve andare in questo senso il «superbonus», introdotto dal «decreto rilancio» che copre il 110 per cento delle spese di riqualificazione degli immobili, rappresentando così quell'accelerazione delle politiche green indispensabile per fermare la crisi climatica, ma anche per rilanciare l'economia nella fase post COVID;

   ma c'è anche grande urgenza di azioni concrete di sburocratizzazione autorizzativa, ad esempio per gli interventi di miglioramento delle prestazioni degli impianti esistenti. Una questione di blocco che è ormai generalizzata e che riguarda tutte le rinnovabili, di qualsiasi tipo, su tutto il territorio nazionale. Semplificazioni sono indispensabili per autorizzare i nuovi impianti e fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec);

   sono ormai anni che si attende il cosiddetto «decreto Fer2» sulle fonti rinnovabili innovative, come le biomasse, il biometano, la geotermia, il solare termodinamico e l'eolico off-shore. Il Fer2 riguarda le rinnovabili che hanno il più alto tasso d'innovazione tecnologica e sono un'opportunità per varare una volta per tutte tecnologie a un alto contenuto innovativo, che possono rappresentare un volano di sviluppo economico e sostenibile. Queste misure sono la base di partenza indispensabile per realizzare gli oltre 80 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi previsti dal Piano nazionale integrato energia e clima, in grado di creare circa 75 mila nuovi posti di lavoro permanenti e 117.000 temporanei. Cifre destinate a crescere con l'innalzamento al 50-55 per cento della riduzione di anidride, proposta dalla Commissione europea –:

   quali iniziative intenda assumere per tenere il Paese in linea con quanto previsto dal Piano nazionale integrato energia e clima sul fronte dello sviluppo delle energie rinnovabili.
(3-01660)


   NARDI, BENAMATI, BONOMO, LACARRA, GAVINO MANCA, ZARDINI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO. – Al Ministro dello sviluppo economico. – Per sapere – premesso che:

   il settore manifatturiero italiano è stato fortemente colpito dal duplice shock di domanda e offerta indotto dalla pandemia: tutte le previsioni indicano per il 2020 una contrazione del fatturato nell'ordine almeno del 15 per cento;

   il comparto auto nel 2019 ha fatturato circa 93 miliardi di euro, pari al 5,6 per cento del prodotto interno lordo, con 5.700 imprese e 250 mila occupati che sono il 7 per cento dell'intera forza lavoro dell'industria manifatturiera italiana, mentre il numero dei lavoratori dell'indotto è decisamente elevato poiché per ogni addetto diretto ve ne sono 3,2 nell'indotto con un giro d'affari che ha raggiunto l'11,2 per cento del prodotto interno lordo nazionale;

   su base annua, l'indice della produzione industriale del settore automotive registrerebbe un calo tendenziale dell'85 per cento ad aprile 2020 e del 36,9 per cento nei primi quattro mesi del 2020;

   nel primo quadrimestre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, la fabbricazione di autoveicoli vede calare il proprio indice del 42,5 per cento, quello di carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semirimorchi si riduce del 39,4 per cento e quello di parti e accessori per autoveicoli e loro motori è in calo del 33,4 per cento;

   il primo mese di riaperture delle concessionarie italiane vede un totale di sole 99.711 auto vendute, il 49,6 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2019: la situazione resta molto critica e desta non poche preoccupazioni. Le immatricolazioni totali nei primi 5 mesi del 2020 sono state 451.366, la perdita è di quasi 460.000 unità e quindi un calo superiore al 50 per cento rispetto al 2019. Se le vendite dovessero assestarsi allo stesso ritmo fino alla fine del 2020, le immatricolazioni a fine 2020 potrebbero non superare le 950.000 unità vendute, il calo sarebbe quindi di 17,4 miliardi di euro rispetto al 2019 e quello del gettito Iva di 3,8 miliardi di euro;

   i dati esposti indicano come sia necessario intervenire con urgenza e con una visione di sistema che favorisca il rilancio del settore automotive in un'ottica che coniughi la sostenibilità produttiva, ambientale e occupazionale, tematiche strettamente connesse alle misure che il Partito Democratico ha già saputo declinare con provvedimenti organici ed innovativi come «Industria 4.0» –:

   quali siano gli intendimenti del Governo per adottare un piano organico di politica industriale che riguardi tutta la filiera dell'automobile e consenta il rilancio del settore.
(3-01661)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta immediata:


   PATELLI, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MINARDO, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. – Al Ministro dell'università e della ricerca. – Per sapere – premesso che:

   l'Italia è il Paese in cui, nel XVI Secolo, sono nati i conservatori e ancora oggi detiene il primato per numero di istituti superiori del settore in Europa;

   i conservatori conservano la doppia vocazione didattica e culturale e, insieme, il loro fine non può che essere la salvaguardia dei beni culturali e dei laboratori di formazione, produzione e innovazione, «trasmissione» di un sapere e di una ricerca e creazione di un nuovo sapere;

   la tutela, lo sviluppo e la diffusione dei patrimoni, beni comuni delle accademie, si collocano necessariamente al centro degli obiettivi di crescita civile, sociale ed economica del nostro Paese;

   tuttavia, l'Italia non investe sufficienti risorse nella formazione, mettendo seriamente a repentaglio non solo il rilancio, ma la sopravvivenza stessa di istituzioni storiche e prestigiose;

   ad avviso degli interroganti le accademie italiane in questi anni sono state trascurate ed escluse dagli interventi del Governo e, soprattutto, soffrono delle inadempienze ministeriali, come l'assenza di progettualità politico-culturale riguardante il sistema formativo musicale, con una costante svalutazione dell'importanza della musica nel contesto socio-culturale del Paese, e come i gravi ritardi delle tante pratiche sospese a livello ministeriale che si ripercuotono sulla normale amministrazione ed attività dei conservatori stessi –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere al fine di sanare una situazione che sta mettendo in seria difficoltà l'attività di questo patrimonio culturale italiano invidiato in tutto il mondo.
(3-01659)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Eva Lorenzoni e altri n. 5-04292, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 6 luglio 2020, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Donina, Murelli, Caffaratto, Caparvi, Durigon, Giaccone, Legnaioli, Minardo, Moschioni.

  L'interrogazione a risposta scritta Loss n. 4-06221, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 6 luglio 2020, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Viviani, Bubisutti, Gastaldi, Golinelli, Liuni, Lolini, Manzato, Patassini, Vanessa Cattoi, Binelli, Maturi, Piccolo, Sutto.

Ritiro di una firma da una mozione.

  Mozione Rampelli e altri n. 1-00352, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'8 giugno 2020: è stata ritirata la firma del deputato Cirielli.