Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 4 marzo 2020

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    nella relazione per Paese relativa all'Italia 2020, nell'ambito del documento sul Semestre europeo 2020: «valutazione dei progressi in materia di riforme strutturali, prevenzione e correzione degli squilibri macroeconomici e risultati degli esami approfonditi a norma del regolamento (UE) n. 1176/2011», si può leggere che «A fronte delle deboli prospettive macroeconomiche e della sfida di garantire la sostenibilità, è fondamentale aumentare la produttività e la crescita potenziale per ridurre il rapporto debito pubblico/PIL e correggere gli squilibri macroeconomici dell'Italia»;

    il conseguimento di tali obiettivi rischia, oggettivamente, di essere reso ancor più impegnativo ed incerto laddove si dovessero protrarre gli effetti economici e psicologici conseguenti alla diffusione dell'epidemia da virus Covid-19;

    pur nell'indeterminatezza della situazione, tutte le analisi (Nomura, Moody's, Fondo monetario internazionale) convergono nella previsione di un rallentamento, anche se è ancora prematuro valutarne la reale portata, dell'economia mondiale ed europea in conseguenza di tale evento, con effetti ancor più marcati per i Paesi in cui si registrano i più alti numeri di persone rilevate come affette da tale patologia;

    come noto, per quanto concerne il nostro Paese i casi di virus diagnosticati sono concentrati nelle ricche regioni della Lombardia e del Veneto, che da sole rappresentano circa un terzo del prodotto interno lordo nazionale;

    secondo alcuni studi, se la Lombardia subisse un danno pari al 10 per cento del suo prodotto interno lordo per un mese e il resto del Nord per il 5 per cento, questo equivarrebbe a uno 0,3 per cento di crescita in meno per l'intero Paese su base annua, ovvero l'equivalente della crescita prevista per l'Italia nel 2020;

    per un Paese che, dopo la peggiore recessione del dopoguerra, aveva ripreso a crescere dal 2015 al 2017 rallentando poi nel 2018 e nel 2019, entrare di nuovo in crisi sarebbe una prospettiva molto preoccupante;

    molti sono i settori economici che già segnalano evidenti difficoltà, primo tra tutti quello del turismo. Secondo le stime di Federturismo, solo dalla sospensione delle gite ci si attende un danno da 316 milioni di euro, mentre, secondo Confesercenti, sarebbero a rischio 60 mila posti di lavoro e vi sarebbe il pericolo di chiusura per 15 mila imprese. Le ultime misurazioni di Confturismo-Confcommercio rilevano, più precisamente, una perdita di circa 31 milioni di presenze turistiche con una perdita di oltre 7 miliardi di euro per il periodo 1° marzo-31 maggio 2020;

    notevoli conseguenze stanno subendo anche i comparti del tessile-moda, quello della logistica nelle regioni più colpite così come nel distretto di Prato, quello dello spettacolo, dove l'Agis ha calcolato che in una sola settimana si sono già persi 10 milioni di euro;

    come ha giustamente osservato il Commissario Paolo Gentiloni, «C'è già nelle regole europee la possibilità di avere margini maggiori di flessibilità di bilancio nel caso che si verifichino circostanze inattese, circostanze eccezionali. È una possibilità che il nostro Paese ha già utilizzato in altre occasioni, ad esempio in occasione dei terremoti che hanno colpito il Centro Italia. E certamente questa è una delle ipotesi tipiche di circostanze eccezionali a cui queste clausole fanno riferimento»;

    in tale prospettiva, appaiono più che condivisibili le iniziative del Governo volte a mobilitare ingenti risorse aggiuntive per circa 4 miliardi di euro, previa autorizzazione del Parlamento per il ricorso al deficit, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, per sostenere misure che interessino interi comparti economici o territori direttamente o indirettamente colpiti dall'emergenza Covid-19;

    tuttavia, a fronte di un'emergenza sanitaria che potrebbe avere effetti planetari, ancora non pare emergere con la dovuta incisività e tempestività quello «spirito di solidarietà» tra gli Stati membri che è alla base dei Trattati europei e delle decisioni del Parlamento europeo e del Consiglio dell'Unione europea;

    tra gli strumenti comunitari di intervento attualmente disponibili si segnala il Fondo di solidarietà dell'Unione europea, istituito con regolamento europeo n. 2012 del 2002, che letteralmente prevede che «In occasione di gravi catastrofi, la Comunità dovrebbe dimostrare la propria solidarietà alla popolazione delle regioni colpite apportando un sostegno finanziario per contribuire, a ripristinare rapidamente condizioni di vita normale in tutte le regioni sinistrate»;

    seppure tale strumento sia stato immaginato prioritariamente per le «catastrofi naturali», tuttavia all'articolo 2 del citato regolamento si dispone che «il Fondo può essere mobilitato qualora si producano serie ripercussioni sulle condizioni di vita dei cittadini, sull'ambiente naturale o sull'economia di una o più regioni di tale Stato ammissibile a seguito del verificarsi di una catastrofe naturale grave. Ai fini del presente regolamento per “catastrofe naturale grave” si intende qualsiasi catastrofe naturale che provoca, in uno Stato ammissibile, danni diretti stimati a oltre 3 miliardi di euro a prezzi del 2011, o superiori allo 0,6 per cento del suo reddito nazionale lordo. Per “catastrofe naturale regionale” si intende qualsiasi catastrofe naturale che provochi, in una regione di livello NUTS 2 di uno Stato ammissibile, danni diretti superiori all'1,5 per cento del Pil di tale regione»;

    già nel Meccanismo unionale di protezione civile (decisione n. 1313/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio) si sancisce che «le catastrofi naturali e provocate dall'uomo possono abbattersi su qualsiasi regione del mondo, spesso in maniera del tutto inattesa. Siano esse naturali o provocate dall'uomo, si fanno sempre più frequenti, estreme e complesse, aggravate per di più dalle conseguenze dei cambiamenti climatici e del tutto indifferenti ai confini nazionali. Le conseguenze umane, ambientali, sociali ed economiche derivanti da tali catastrofi possono avere dimensioni sconosciute in precedenza»;

    appare del tutto ragionevole e coerente con tali impostazioni rivedere, anche in via prospettica, la nozione comunitaria di «catastrofe naturale», ricomprendendovi esplicitamente anche le epidemie, quali fenomeni catastrofici che determinano conseguenze dannose per la collettività che le subiscono, con uno sconvolgimento dell'ordine delle cose, e quale avvenimento in seguito del quale si verifica un'inadeguatezza brutale, ma temporanea, tra i bisogni delle persone coinvolte e i mezzi di soccorso immediatamente disponibili;

    per altro, seppure con riferimento ad altro contesto, il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, all'articolo 107, paragrafo 2, lettera b), ammette come compatibili con il mercato interno europeo gli aiuti concessi dagli Stati destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali;

    il diffondersi dell'epidemia anche in altri Paesi dell'Unione dovrebbe far maturare il convincimento dell'esigenza di un approccio innovativo nella gestione di tali emergenze,

impegna il Governo:

1) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta a promuovere un'interpretazione del regolamento che disciplina il Fondo di solidarietà europeo che ricomprenda anche le epidemie nella categoria delle «catastrofi naturali»;

2) a promuovere una strategia europea per il contrasto dell'emergenza sanitaria conseguente al diffondersi dell'epidemia da Covid-19 e per il sostegno dell'economia delle regioni e dei Paesi maggiormente colpiti, anche alla luce della prosecuzione della fase negoziale per il Quadro finanziario pluriennale 2020-2027, attraverso l'individuazione di significative risorse finanziarie aggiuntive;

3) ad assumere tutte le possibili iniziative, nelle competenti sedi europee, affinché vi sia l'esclusione delle spese riguardanti l'emergenza ai fini del rispetto delle regole in materia di deficit, in coerenza con le disposizioni del regolamento (UE) 1466/97 che riconoscono la flessibilità dei conti in caso di eventi imprevisti fuori dal controllo di uno Stato membro;

4) a sostenere, in tutte le prossime occasioni di confronto in sede europea, le eventuali misure che dovessero risultare necessarie per il rilancio dell'economia italiana in conseguenza dell'evento eccezionale dell'epidemia da Covid-19, adoperandosi affinché siano escluse dalla disciplina degli aiuti di Stato.
(1-00337) «De Luca, Berlinghieri, Delrio, Incerti, Rotta, Sensi, Bordo, Gribaudo, Enrico Borghi, De Maria, Di Giorgi, Fiano, Lepri, Pezzopane, Pollastrini, Viscomi, Mura, Quartapelle Procopio».

Risoluzione in Commissione:


   Le Commissioni IV e VIII,

   premesso che:

    il Faro di Capo Caccia è situato nell'omonimo promontorio di Capo Caccia a circa 25 chilometri a ovest di Alghero, sulla costa Nord occidentale della Sardegna, all'interno dei confini del Parco naturale regionale di Porto Conte e dell'Area marina protetta di Capo Caccia – Isola Piana;

    il Faro è situato proprio in cima allo strapiombo che segna l'estremità del golfo di Porto Conte ed è una costruzione imponente, sulla cui sommità svetta una torre di circa 24 metri che, sommati, all'altezza della scogliera, porta l'altezza totale del faro a 186 metri sul livello del mare e che fa di Capo Caccia il faro più alto d'Italia;

    è stato da tempo formulata dal Parco una proposta di progetto di collaborazione con i competenti uffici del Ministero della difesa – Marina Militare per l'utilizzo, in coerenza con le finalità istituzionali delle competenti amministrazioni, di porzioni del compendio immobiliare del Faro di Capo Caccia; proposta che tutt'ora risulta pendente;

    il progetto proposto dal Parco prevede quattro possibili ambiti di intervento: l'educazione ambientale; la fruizione naturalistica; le attività di monitoraggio ambientale; la sperimentazione e la ricerca su progetti innovativi, il tutto anche in un contesto di promozione della valenza storico-culturale e paesaggistica in genere del sito;

    con riferimento al primo ambito, il Parco chiede, nelle forme da concordare, di poter contare sulla disponibilità dell'ex abitazione del fanalista (non più utilizzata essendo oggi il faro automatizzato), per potenziare la propria attività di educazione ambientale che, già oggi, può contare sul coinvolgimento di circa 12.000 studenti all'anno, al fine di poter attuare un ciclo didattico dedicato alla storia ed alle implicazioni naturalistiche degli ambienti che ospitano il faro. Gli oneri riguardanti la manutenzione ordinaria della strada di accesso e dell'immobile (dell'ex fanalista) e gli allestimenti degli ambienti per le esigenze dell'attività didattica sarebbero a totale carico del Parco;

    con riferimento al secondo ambito inerente alla fruizione naturalistica, il Parco per una reale valorizzazione ambientale e storico-culturale degli ambienti di falesia che ospitano il faro, intenderebbe inserire il «percorso del faro» nel quadro delle proprie escursioni naturalistiche offerte a visitatori e turisti, valorizzando la funzione assolta dalla struttura al servizio della comunità, e nei limiti della piena operatività del sito. Anche in questo caso sarebbero a totale carico del Parco gli oneri di organizzazione del servizio di fruizione e mobilità sostenibile e quelli legati alla manutenzione della strada e dell'immobile;

    con riferimento al terzo ambito, ovvero quello del monitoraggio ambientale, una porzione degli immobili dell'ex fanalista potrebbero essere destinati alla realizzazione di un osservatorio internazionale dedicato al monitoraggio permanente degli ambienti di falesia e delle specie protette in essa ospitate, nella piena salvaguardia dei prioritari interessi istituzionali del Ministero della difesa. Sarebbe, anche questa, un'iniziativa con un ampio risalto al livello nazionale ed internazionale ed un caso di eccellenza nei rapporti di collaborazione fra istituzioni civili e militari;

    con riferimento al quarto ambito, concernente la ricerca su progetti innovativi, il Parco ha in corso importanti collaborazioni per iniziative di sperimentazione per la produzione di energia da moto ondoso. L'Italia ed, in particolare, la Sardegna possiedono un importante potenziale di energia associata al moto ondoso ed il primato non solo nell'isola, ma al livello euro-mediterraneo, spetta all'area nord-occidentale nei pressi di Alghero (e quindi a Capo Caccia). Lo sfruttamento dell'energia del moto ondoso è di recente sperimentazione, ma vanno ancora individuati i moduli commerciali che possano soddisfare le esigenze specifiche di un parco naturale e/o di un'area marina protetta con specifico riguardo al contenimento degli impatti in maniera significativa su flora e fauna marine. Il Parco di Porto Conte e l'area marina protetta di Capo Caccia, potrebbero fungere da sperimentatori di un sistema innovativo di produzione di energia pulita e rinnovabile a bassissimo impatto ambientale, utilizzabile in particolare per alimentare la mobilità sostenibile (via mare e via terra) all'interno di un'area parco naturale. Nell'ambito del quadro complessivo esposto, al fine di promuovere un'iniziativa, anche simbolica, a livello internazionale il Parco propone, qualora ne sussistessero le condizioni anche tecniche e di sicurezza segnaletica, e questo non contrastasse e non ostacolasse le attività strategiche da parte del Ministero della difesa, di realizzare un progetto pilota per dimostrare l'utilità della fonte rinnovabile sfruttante il moto ondoso rispetto alle esigenze logistiche del sito specifico;

    da fonti di stampa emerge con forza la richiesta da parte delle istituzioni locali della Sardegna di un intervento finalizzato ad individuare soluzioni che consentano di ottimizzare la gestione delle strutture demaniali facenti capo al Ministero della difesa presenti nell'isola, nell'ottica dello sviluppo industriale e tecnologico del territorio, nel rispetto dell'ambiente e della salute dei cittadini,

impegnano il Governo:

   a porre in essere idonee iniziative al fine di favorire, nell'ambito dei previsti strumenti generali per la valorizzazione e razionalizzazione di immobili già militari, la sottoscrizione di uno o più distinti specifici protocolli d'intesa attuativi aventi ad oggetto gli ambiti di cui in premessa, con il coinvolgimento delle competenti strutture del Ministero della difesa e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dall'Agenzia del demanio, del Parco di Porto Conte e dell'area marina protetta di Capo Caccia e gli enti territoriali di riferimento, ovvero con l'ausilio dell'esistente gruppo di lavoro anche supportato dall’expertise tecnica dei pertinenti organismi in house e con il contributo delle altre competenti strutture ministeriali in ordine alla promozione e alla sperimentazione di produzione di energia elettrica da moto ondoso, anche per favorire la mobilità sostenibile all'interno dell'area Parco, il tutto in un'ottica di migliore razionalizzazione delle procedure in essere a beneficio dei tempi di definizione dell’iter stesso.
(7-00427) «Deiana, Corda, Ilaria Fontana, Braga, Fregolent, Muroni, Daga, D'Ippolito, Federico, Licatini, Alberto Manca, Maraia, Micillo, Ricciardi, Terzoni, Varrica, Vianello, Vignaroli, Zolezzi, Giovanni Russo, Cabras, Marino, Perantoni, Frailis».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   CUNIAL, BENEDETTI, FIORAMONTI, DE TOMA, RACHELE SILVESTRI, GIANNONE, ANGIOLA, NITTI, ROSPI, COLUCCI e LUPI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   dalle anticipazioni del Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano in una intervista a Il Sole 24 ore si apprende che le scelte sulla razionalizzazione degli oltre 11 mila data center disseminati tra le amministrazioni italiane prevedono la realizzazione di un cloud unico nazionale in «joint venture» tra lo Stato e partner industriali privati, sul modello dell'Inghilterra, per gestire i dati strategici della pubblica amministrazione. Si tratterà di un soggetto europeo e il partner, che avrà una quota di minoranza, sarà selezionato con una gara pubblica;

   per la delicatezza del tema la scelta di coinvolgere dei privati è, a giudizio degli interroganti, quanto meno curiosa: le logiche dell'interesse pubblico non hanno nulla a che vedere con le logiche di mercato e di business; le imprese private possono essere portatrici di interessi in conflitto;

   secondo quanto dichiarato dalla Ministra Pisano si tratterà di un «modello con soggetto di mercato, auspicabilmente unico, che farà da Polo strategico nazionale. Il controllo sarà pubblico, ma con una quota di minoranza ci sarà un partner industriale o un pool di partner privati che verranno scelti con una procedura ad evidenza pubblica. Il Polo si occuperà solo dei dati critici, quelli che rientrano nel perimetro di sicurezza nazionale, e comunque, per i diversi profili di competenza, sarà vigilato dalle varie Authority di regolamentazione esistenti. Dovrà sviluppare un vero modello di business per la gestione dei servizi in cloud, con una visione di lungo periodo. Ma gestirà anche una parte di infrastrutture e spazi fisici per lo storage»;

   dalla lettura dell'articolo di medium.com del 21 febbraio 2020 firmato da De Rosa (CTO Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione), Attias (Capo dipartimento per la trasformazione digitale) e Paorici (neo direttore AgID) si apprende inoltre che, in base al censimento realizzato da AgID, vi sono 62 data center di gruppo A e tra questi «35 particolarmente virtuosi che potranno mettere a disposizione spazi ed infrastrutture al PSN perché rispondono ai migliori standard di qualità. Questo non significa che gli enti che gestiscono questi data center potranno agire come PSN ma che potranno proporre al PSN di utilizzare le proprie risorse (dietro retribuzione)» –:

   per quali motivi si ritenga di creare il cloud unico nazionale partendo da zero, invece di riutilizzare le risorse dei 35 idonei al ruolo di polo strategico nazionale;

   se si intenda chiarire in che termini la costituzione del nuovo cloud unico nazionale contribuisca alla costruzione di un sistema informativo nazionale resiliente, distribuito e federato ed in che modo si contribuisca al modello che viene proposto dall'Unione europea;

   se si intenda chiarire quali misure saranno adottate per evitare il lock-in del cloud unico nazionale ed, in particolare, per garantire che lo stesso funzioni utilizzando esclusivamente software libero o open source;

   se si intenda chiarire con quale procedimento si preveda che un cloud unico nazionale partecipato da privati remuneri per servizi 35 soggetti interamente partecipati dalla pubblica amministrazione;

   se si intenda chiarire i motivi per i quali costituire il cloud unico nazionale realizzi meglio gli interessi dello Stato di quanto non si possa fare creando un consorzio a partecipazione interamente pubblica;

   se si intenda chiarire come sarà garantito, per quanto di competenza, il controllo della privacy dei dati dei cittadini;

   se si intenda chiarire se è stata effettuata un'analisi preliminare di risk assessment, se questa sia disponibile e se tale analisi verrà svolta prima di stabilire le modalità di realizzazione della «joint venture» di tale infrastruttura;

   se esista uno studio preliminare che dimostri la convenienza per il settore pubblico del coinvolgimento di imprese private nella gestione dell'infrastruttura e se esistano vincoli al controllo estero sulle società eligibili alla quota privata della medesima;

   se siano state coinvolte le istituzioni di difesa e sicurezza nazionale, data l'importanza di tale infrastruttura.
(4-04888)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   lunedì 23 febbraio 2020, alle ore 07.45, italian è atterrato a Port Luis, capitale della Repubblica di Mauritius, aeromobile di Alitalia (AZ 772) con 212 passeggeri;

   i passeggeri sono stati trattenuti per due ore a bordo dell'aeromobile senza comunicazione alcuna da parte delle autorità aeroportuali e da parte del personale Alitalia;

   successivamente, il personale Alitalia comunicava che gli italiani provenienti dal Veneto e dalla Lombardia, nonostante non manifestassero alcun sintomo influenzale, avrebbero dovuto far rientro immediato in Italia, senza sbarcare, oppure sarebbero stati sottoposti per due settimane ad una quarantena presso strutture sanitarie della Repubblica di Mauritius per verificare l'eventuale infezione dal coronavirus;

   a seguito delle legittime e vibrate proteste degli italiani per quella che appare all'interrogante la disarmante ed evidente arrendevolezza della Farnesina alla unilaterale e folle decisione delle autorità della Repubblica di Mauritius, è stato precisato che la predetta decisione sarebbe stata assunta prima della partenza del volo;

   gli italiani sono, dunque, stati fatti scendere dall'aeromobile e sono stati fatti «accomodare» in un corridoio chiuso e adiacente all'ingresso aeroportuale e osservati, come appestati, dalle autorità locali;

   nonostante la gravità del predetto quadro, il console italiano non ha avvertito la necessità di recarsi in aeroporto per prestare la dovuta assistenza agli italiani;

   dopo circa trenta ore, l'odissea degli italiani in Mauritius è terminata e l'aeromobile di Alitalia è ripartito alla volta di Fiumicino, a seguito della più che legittima e normale indisponibilità degli italiani a rimanere per due settimane in quarantena in Mauritius;

   allo sbarco a Fiumicino, avvenuto alle prime ore del 25 febbraio 2020, non solo gli italiani hanno appreso che il loro bagaglio non era al seguito dell'aeromobile, ma non hanno trovato alcuna autorità italiana, né personale di Alitalia ad attenderli per giustificare e spiegare l'accaduto;

   uno degli aspetti più inquietanti è costituito dal fatto che le autorità di Mauritius, a quanto consta all'interrogante, avrebbero più volte precisato di aver diramato il predetto provvedimento dai contenuti non meglio precisati;

   a ciò si aggiunga che gli italiani erano stati sottoposti ai controlli predisposti dallo Stato italiano al momento dell'imbarco a Fiumicino e con ciò, ad avviso dell'interrogante, le autorità della Repubblica di Mauritius avrebbero ritenuto implicitamente inefficaci le misure di profilassi italiane –:

   se il Ministro interrogato abbia interloquito con le autorità della Repubblica di Mauritius per comprendere l'accaduto e per evitare che si possano ripetere situazioni analoghe a detrimento dei cittadini italiani;

   se il Ministro interrogato abbia immediatamente interloquito con il console italiano per comprendere le motivazioni che lo hanno indotto a non presentarsi immediatamente in aeroporto per prestare soccorso agli italiani e per garantirne i diritti, interloquendo con le autorità della Repubblica di Mauritius;

   se le autorità della Repubblica di Mauritius abbiano comunicato la chiusura degli aeroporti nei confronti dei voli provenienti dall'Italia ed, in ogni caso, quale comunicazione sia intervenuta nella fattispecie e a chi sia stata inoltrata e se l'eventuale comunicazione delle autorità di Mauritius sia stata tempestivamente resa nota a Alitalia o al tour operator interessato;

   se, a fronte della suddetta eventuale comunicazione, il Governo abbia adottato iniziative per evitare tale scenario e quali eventuali formali proteste intenda avanzare nei confronti del Governo della Repubblica di Mauritius;

   quali siano in ogni caso le limitazioni alla mobilità dei cittadini italiani assunte dal Governo della Repubblica di Mauritius.
(5-03743)


   MIGLIORE e CARÈ. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'Istituto italiano statale omnicomprensivo di Asmara (Eritrea) è la scuola statale italiana più grande al mondo, in cui lavorano circa 50 docenti italiani e consta di quasi 1250 studenti dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado con tre differenti indirizzi di studio;

   nella settimana dal 22 al 29 febbraio 2020 le lezioni sono state sospese per la pausa infra quadrimestrale e alcuni insegnanti avevano deciso di rientrare in Italia;

   a seguito dell'emanazione della circolare inviata dalla direzione generale, per le risorse e l'innovazione (Dgri) del Maeci a tutte le ambasciate e consolati del 25 febbraio 2020, l'Eritrea non aveva ancora preso posizione nei confronti dei cittadini provenienti dalle zone cosiddette «rosse» della Lombardia e del Veneto;

   sia i docenti in servizio ad Asmara sia le organizzazioni sindacali scuola estero hanno più volte richiesto al Maeci di indicare con chiarezza quali fossero i protocolli da seguite per la sede di Asmara in una situazione di emergenza, fermo restando che la situazione relativa al Coronavirus è assimilabile a calamità naturale;

   la situazione di emergenza comporta la necessità di prendere provvedimenti speciali che riguardano (al pari delle scuole in territorio italiano) la validità dell'anno scolastico anche nelle scuole italiane all'estero per garantire il diritto allo studio di migliaia di studenti e i diritti dei nostri concittadini all'estero, comprese le nuove assunzioni all'estero del personale avente diritto;

   a partire dal 29 febbraio 2020, nel gruppo dei docenti rientrati in sede ad Asmara, sei e il figlio minorenne di uno di questi (nessuno proveniente dalle zone rosse indicate dal Governo) sono stati prelevati forzatamente all'arrivo all'aeroporto di Asmara e posti in quarantena dalle autorità locali eritree all'interno di strutture ospedaliere mettendo a serio rischio la loro salute e privandoli delle libertà individuali –:

   se il Ministro interrogato, in considerazione delle motivazioni sopra esposte, intenda promuovere al più presto un tavolo di confronto tra le autorità diplomatiche e consolari italiane ad Asmara e le autorità eritree per una soluzione immediata e condivisa che dia la possibilità ai nostri concittadini di scegliere una forma di «autoquarantena» presso le proprie abitazioni e pervenire alla sospensione temporanea delle attività scolastiche.
(5-03744)

Interrogazione a risposta scritta:


   CUNIAL, ROSPI, NITTI, APRILE, GIANNONE, ANGIOLA e BENEDETTI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   Grup Yorum è un gruppo turco che esegue canzoni popolari. Negli anni ha tenuto centinaia di concerti in Turchia, America Latina e Paesi Baschi, ma con l'entrata in vigore delle leggi di emergenza, non può più esibirsi in Turchia e anche altrove viene sottoposto a pesanti restrizioni;

   negli ultimi due anni, il centro culturale Idil, dove tale gruppo aveva il suo studio, ha subìto diverse irruzioni da parte della polizia. Trattati dal Governo turco alla stregua di delinquenti, i componenti del gruppo sono stati arrestati per «appartenenza a una organizzazione terrorista»;

   al momento alcuni membri del gruppo sono in carcere, due latitanti e altri due in sciopero della fame per protestare contro le restrizioni (proibizione dei loro concerti per il carattere politico delle canzoni) e la continua repressione a cui gli stessi vengono sottoposti da anni;

   il 14 febbraio 2020 si è svolta la prima udienza. Per alcuni musicisti si profila addirittura la condanna all'ergastolo. Tra questi Koçak, in sciopero della fame da 240 giorni. Accusato di aver fornito le armi utilizzate nel rapimento del procuratore Kiraz. A suo carico, soltanto la testimonianza di qualcuno che, in un bar, avrebbe sentito dire che Koçak era implicato. Nessuna prova reale è stata portata in tribunale o scritta nell'accusa a suo carico. Quanto al procuratore ucciso, le indagini avrebbero stabilito che era stato colpito dal «fuoco amico» della polizia;

   insieme a lui anche Gökcek, già inserito nella lista dei «terroristi più ricercati» con una ricompensa di 300 mila lire turche (46 mila euro). Gökcek venne imprigionato in base a una «testimonianza segreta» e senza un preciso atto d'accusa. Così come Helim Bölek, uscita dal carcere alla fine del 2019, ma che comunque ha deciso di radicalizzare ulteriormente la sua azione di protesta;

   altri esponenti di Grup Yorum sono, ugualmente in sciopero della fame e così – dal 3 gennaio 2020 – alcuni «avvocati del popolo» incarcerati a loro volta;

   Grup Yorum chiede l'immediata scarcerazione per i musicisti in carcere e l'annullamento del mandato di cattura per tutti i membri del gruppo. Chiede inoltre la fine delle irruzioni nel centro culturale Idil e l'annullamento del divieto di tenere concerti;

   anche l'Associazione del foro di Istanbul, un'Associazione di medici di Istanbul, l'iniziativa degli artisti e l'Assemblea artistica hanno pubblicato una dichiarazione congiunta, un appello rivolto alle autorità affinché si comportino in maniera responsabile nei confronti degli imputati. Le piattaforme Freemuse, Susma (Piattaforma non tacere) e P24 (Bagimsiz Gazetecilik Platformu, Piattaforma per un giornalismo indipendente) hanno richiesto la scarcerazione dei musicisti detenuti, di mettere fine alle illegittimi restrizioni della libertà di espressione del gruppo e di accettare le richieste degli artisti in sciopero della fame;

   l'articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata nel 1948 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sancisce che «ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere»;

   anche l'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e l'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea stabiliscono che «ogni persona ha diritto alla libertà d'espressione» –:

   quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato, anche d'intesa con i partner dell'Unione europea, affinché la condotta delle autorità turche si conformi agli atti ed alle convenzioni poste a tutela dei diritti umani;

   quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato operando sul piano diplomatico, per promuovere l'adozione di sanzioni economiche della comunità internazionale contro la Turchia sino a quando non verrà ripristinata la legalità e verrà posto termine alla violazione dei diritti umani.
(4-04884)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:

   con decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, del 15 settembre 2004, è stata istituita l'area marina protetta denominata Plemmirio la cui gestione, ai sensi dell'articolo 2, comma 37, della legge 9 dicembre 1998, n. 426, è stata affidata al Consorzio all'uopo costituito tra la provincia regionale di Siracusa e il comune di Siracusa con atto notarile del 10 luglio 2003;

   con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, del 26 gennaio 2009, è stato approvato il regolamento di esecuzione e di organizzazione dell'area marina, formulato e adottato dal Consorzio gestore Plemmirio, in qualità di ente gestore, con il quale si conferma l'affidamento, originariamente provvisorio, della gestione al Consorzio costituito tra comune e provincia di Siracusa;

   nel mese di maggio 2018 il direttivo del consiglio di amministrazione ha deliberato l'approvazione dell'allargamento del consorzio citato alla stazione zoologica Anthon Dohrn di Napoli a cui fa seguito la delibera n. 154 della giunta comunale di Siracusa, approvata l'8 giugno 2018, con cui è stata approvata la proposta di protocollo d'intesa, di modifica statutaria di allargamento del consorzio di gestione «Plemmirio» alla stazione zoologica Anton Dohrn;

   con delibera n. 551 del 10 febbraio 2020, dichiarata immediatamente esecutiva, il Commissario straordinario, in sostituzione del consiglio comunale di Siracusa, attualmente sospeso, ha approvato la proposta di modifica dello statuto del consorzio Plemmirio di Siracusa e l'allegato nuovo statuto, composto da 18 articoli;

   con la delibera citata è stato approvato lo statuto del «Consorzio di scopo per la gestione dell'area marina protetta del Plemmirio» – con nuova denominazione – tra il Libero Consorzio (ex provincia regionale di Siracusa), il comune di Siracusa e la Stazione zoologica Anthon Dohrn;

   il nuovo statuto prevede che il fondo consortile sia costituito dalle quote versate nella parte di 1/3 da parte del comune (già versate), 1/3 da parte del Libero Consorzio di Siracusa (già versate) e 1/3 da parte della Stazione zoologica Anthon Dohrn;

   così facendo il comune di Siracusa e Libero Consorzio diminuiscono inspiegabilmente le proprie quote di partecipazione dall'originario 50 per cento al 33 per cento senza nessun corrispettivo e alcuna procedura di controllo da parte del Ministero interpellato;

   il «nuovo» consiglio di amministrazione è composto da 5 consiglieri, mentre, a quanto consta all'interpellante, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si era già pronunciato favorevolmente alla riduzione a tre dei componenti del medesimo organo;

   nel nuovo statuto è altresì introdotta la previsione, mai prevista nei precedenti atti e statuti, secondo la quale il Consorzio Plemmirio possa sciogliersi anche in caso di recesso di due dei tre consorziati;

   ad avviso dell'interpellante il procedimento seguito per la costituzione del nuovo Consorzio è da ritenersi viziato e volto a conseguire un non reale «ampliamento» della compagine del Consorzio, come specificato negli atti propedeutici, quando con il nuovo statuto, peraltro approvato dal commissario straordinario e non dal consiglio comunale, si ricorre all'inequivocabile costituzione di un nuovo soggetto giuridico;

   si ravvisano evidenti perplessità relative alla scelta del nuovo soggetto considerato che, essendo il Consorzio Plemmirio un soggetto pubblico che soggiace al rispetto delle norme di carattere pubblicistico, non vi è stata alcuna procedura ad evidenza pubblica né manifestazione di interesse che avesse potuto consentire ai soggetti interessati, e in possesso dei requisiti di legge, di avanzare le proprie proposte a condizioni, anche economicamente, più vantaggiose per il Consorzio e per la crescita e lo sviluppo dell'area marina stessa;

   sorgono altresì evidenti perplessità in merito al sindacato operato dal Ministro interpellato sulla mancata trasparenza con cui si è proceduto all'individuazione dell'istituto Anthon Dohrn nonché sulla procedura e sulle modalità da seguire per la liquidazione del precedente Consorzio;

   come rilevato dal parere dei revisori dei conti sul bilancio pluriennale 2018-2020, il Consorzio «Plemmirio» non risulta versare in una condizione di difficoltà economica (avanzo di amministrazione di euro 875.390,40) avendo anche ricevuto versamenti annuali significativi da parte dei Consorziati e dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare –:

   se e in che modo il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sia stato consultato o coinvolto nell'ambito del processo che ha portato alla costituzione del nuovo consorzio di scopo per la gestione dell'Area marina protetta, posto che, ad avviso dell'interpellante, non sono stati adeguatamente assicurati i principi di buon andamento e di imparzialità, con particolare riguardo all'individuazione dell'istituto Anthon Dohrn;

   se il Ministro interpellato abbia svolto il controllo di competenza sui bilanci e sui documenti allegati del Consorzio;

   se e quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, in relazione alla procedura di liquidazione relativa al precedente Consorzio nonché al passaggio del patrimonio, delle finanze e delle risorse al nuovo soggetto giuridico.
(2-00666) «Prestigiacomo».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   D'IPPOLITO, CILLIS e PARENTELA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   nel Parco nazionale del Pollino, in territorio protetto in quanto Zps comunitaria nonché patrimonio dell'umanità tutelato dall'Unesco, dal gennaio 2016 è in funzione una mega centrale a biomasse di 41 megawatt elettrici;

   la centrale è stata avversata dalle popolazioni della valle del Mercure, da loro rappresentanti istituzionali e da associazioni e comitati ambientalisti, per il suo impatto sulla biodiversità del parco suddetto e i rischi alla salute pubblica;

   per superare l'opposizione all'esercizio della centrale, fu costituito un tavolo di concertazione presso il Ministero dello sviluppo economico, sostenuto anche dal presidente in carica del Parco nazionale del Pollino, che in data 14 gennaio 2014 portò a siglare un «accordo di compensazione» con, tra l'altro, misure per la «tutela e salvaguardia ambientale e della salute e sicurezza delle popolazioni anche attraverso la costituzione di uno specifico Osservatorio Ambientale» finanziato direttamente da Enel con 100.000 euro annui per otto anni, «con possibilità di ulteriore proroga»;

   tali somme sono state contestate, in quanto potenzialmente strumentali a determinare l'acquiescenza di enti e istituzioni al progetto della centrale del Mercure, nonché, per un altro caso di compensazione, oggetto di sentenza avversa del Tar Puglia (Le) Sez. III n. 17137 del 15 novembre 2016;

   il regolamento del summenzionato Osservatorio prevede che tale organo venga governato da un consiglio di amministrazione presieduto dal presidente del parco nazionale del Pollino – tra l'altro nel contempo direttore generale dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria, nonostante quanto disposto in tema di inconferibilità dall'articolo 4 del decreto legislativo n. 39 del 2013, derivante dal fatto che il riferito parco riceve finanziamenti dalla regione Calabria –, a giudizio dell'interrogante con grave conflitto di interessi tra le riferite cariche;

   in un articolo su Corriere della Calabria del 18 febbraio 2020, si legge di perplessità di Italia Nostra circa provvedimenti recenti con cui la giunta della regione Basilicata ha prorogato i termini di validità del giudizio favorevole di compatibilità ambientale e intrapreso l’iter di esproprio di terreni per realizzare, nel parco suddetto, una centrale idroelettrica sul torrente Frido, nonché di «solidarietà e sostegno» espressi al «consigliere del direttivo del Parco» in questione, «Ferdinando Laghi, per la sua meritoria battaglia contro» tale opera;

   con le regionali del 26 gennaio 2020 Jole Santelli è stata eletta presidente della regione Calabria –:

   se non ritenga urgente, specie per quelli che appaiono agli interroganti conflitti di interessi secondo quanto indicato in premessa, adottare le iniziative di competenza per revocare l'incarico dell'attuale presidente del parco nazionale del Pollino e procedere alla nomina del nuovo.
(5-03745)

Interrogazione a risposta scritta:


   LUCCHINI, BADOLE, D'ERAMO, GOBBATO, RAFFAELLI, PAROLO, VALBUSA, VALLOTTO, BENVENUTO e GAVA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   l'introduzione nell'ordinamento delle due nuove tasse, plastic tax e sugar tax, previste dalla legge di bilancio per il 2020, le cui disposizioni sono da attuare rispettivamente entro il mese di maggio e di agosto dell'anno 2020, ha già portato una contrazione degli investimenti nel nostro Paese da parte di grandi colossi industriali;

   dalle filiere produttive della plastica si ottengono centinaia di prodotti, impiegati in numerosi settori industriali e classificabili in tre famiglie, gli stampati in plastica, i film per imballaggio e le fibre sintetiche, tutti prodotti provenienti dalla petrolchimica, che è perciò un settore abilitante e di importanza strategica per la competitività dell'intero sistema industriale;

   per quanto riguarda la filiera interessata dalla plastictax, introdotta dal comma 651 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160, il registro delle imprese delle camera di commercio industria artigianato e agricoltura (II e III trimestre 2019) conta 1.301 imprese produttrici di imballaggi in plastica con 28.333 addetti, nonché 892 imprese di fabbricazione di macchinari per imballaggi, e 25.768 addetti, di cui circa la metà in Emilia-Romagna;

   in linea generale, le quattro regioni industriali del nostro Paese, ossia l'area «Lover» – Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, insieme con il Piemonte, rappresentano il 70 per cento dell'industria italiana della produzione e trasformazione della plastica;

   anche la filiera bieticolo-saccarifera, già in crisi da diversi anni e oggi rappresentata in Italia dalla sola cooperativa bolognese Coprob-Italia Zuccheri, teme ripercussioni generate dall'introduzione della sugar tax, prevista dai commi da 661 a 676 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2020, che, come spiegato dalle organizzazioni di categoria, colpirà soprattutto le aziende agroalimentari che producono succhi e bevande utilizzando prioritariamente frutta italiana;

   a ciò si aggiunge anche l'allarme lanciato dalle imprese operanti nel settore beverage, che annunciano riduzioni del 10 per cento dei volumi, del 3,5 per cento dei ricavi e del 5 per cento degli addetti su un totale di 5 miliardi di euro di ricavi e 80 mila addetti, tra diretti e indiretti;

   la sola previsione della futura entrata in vigore della sugar tax ha già portato una contrazione degli investimenti nel nostro Paese da parte di grandi colossi industriali come, ad esempio, la Coca-Cola Hbc Italia che evidenzia un impatto devastante con un'ulteriore spesa per l'azienda di 140 milioni di euro all'anno con il conseguente aumento dei prezzi – previsto tra il 15 e il 20 per cento – a fronte di un calo dei consumi del 10 per cento, che potrebbe portare anche alla chiusura di parte degli impianti con gravi ripercussioni occupazionali;

   le due tasse plastic tax e sugar tax colpiscono soprattutto le imprese italiane concentrate nelle quattro regioni maggiormente industrializzate del Paese, che purtroppo sono anche quelle maggiormente colpite dalla diffusione della contaminazione dal Covid-19, con perdite ingenti che incrementano giorno dopo giorno, raggiungendo previsioni disastrose che metteranno in ginocchio l'economia italiana;

   il Governo ha dimostrato l'intenzione di aiutare con incentivi economici le imprese in crisi –:

   se i Ministri interrogati, in considerazione della crisi economica inaspettata creata dall'emergenza sanitaria che colpisce proprio i territori ove si verifica la maggiore concentrazione delle imprese interessate dall'introduzione della plastic tax e della sugar tax, non ritengano opportuno adottare iniziative per un rinvio dell'applicazione delle due nuove tasse.
(4-04889)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   TORTO. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto legislativo del 29 maggio 2017, n. 95, circa il riordino della carriera delle forze di polizia, è stata introdotta una nuova tabella di corrispondenza dei ruoli militari a quelli civili a decorrere dal 1° gennaio 2018;

   gli effetti dell'applicazione della nuova tabella si possono desumere dall'esame di alcuni contratti di lavoro: ad esempio, un maresciallo capo transitato nel 2003 assumeva la qualifica funzionale ex B3, ora area II, F3 (fasce da F3 a F6), mentre un maresciallo capo, che transiterà dal 1° gennaio 2018, assumerà da subito la qualifica funzionale apicale nell'area II di F6, determinando una grave incongruenza e diseguaglianza, anche di natura economica, tra pari grado transitati in epoche diverse;

   quanto sopra riportato è già stato oggetto dell'interrogazione della sottoscritta al Ministro interrogato n. 4-02137; il Governo ha fornito risposta affermando che: «Pertanto, si evidenzia che l'applicazione della nuova tabella, pur comportando l'inquadramento in fasce retributive più alte, non implica alcun pregiudizio economico nei confronti di coloro che transitarono in epoche pregresse. Ciò in quanto la normativa prevede che il personale che transita nei ruoli civili mantenga lo stesso trattamento economico goduto da militare»;

   solo nell'immediato la parte economica può apparire estranea alla tempistica del transito (ante o post 1° gennaio 2018), se si considerano le indennità stipendiali aggiuntive, attribuite in base a coefficienti di fascia;

   aspetto economico a parte, l'attribuzione di una qualifica non è solo una questione di prestigio (lecitamente reclamabile), ma è anche foriera di prospettive e chance economicamente valutabili anche ai fini pensionistici; pertanto, il decreto legislativo del 29 maggio 2017, n. 95, genera una gravissima disparità di inquadramento amministrativo e funzionale;

   rendere uniforme l'applicazione della tabella a tutti i militari nel tempo transitati, considerato che sotto il profilo economico sembra non profilarsi alcuna differenza di rilievo, eliminerebbe la disparità di trattamento sotto il profilo eziologico nel rispetto dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione;

   coloro che sono transitati nei ruoli civili a seguito del giudizio di inidoneità al servizio militare incondizionato per infermità incidentalmente occorse, sfortunati per non poter proseguire la carriera militare, hanno continuato ad assolvere ai compiti istituzionali, a tutela degli interessi del nostro Paese, e non hanno potuto fruire della equiparazione prevista dalla tabella H di cui all'articolo 45, comma 17, del decreto legislativo n. 95 del 29 maggio 2017, riportando quanto maturato onestamente legittimamente nella precedente carriera militare ai fini dei calcoli pensionistici –:

   se il Governo intenda adottare iniziative per modificare i decreti legislativi nn. 94 e 95 del 29 maggio 2017, nella parte in cui prevedono quale data di decorrenza della nuova tabella di equiparazione il 1° gennaio 2018, applicando la tabella di cui ai sopracitati decreti legislativi a tutti i militari transitati in ogni tempo;

   se il Governo intenda adottare iniziative per restituire a chi non ha potuto fruire della equiparazione prevista dalla tabella H di cui all'articolo 45, comma 17, del decreto legislativo n. 95 del 29 maggio 2017 quanto maturato onestamente e legittimamente nella precedente carriera militare ai fini dei calcoli pensionistici.
(4-04890)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   dal decreto fiscale 2020 derivano numerose criticità per il settore dell'edilizia. L'Agenzia delle entrate il 12 febbraio 2020 con propria circolare n. 1/E ha fornito primi chiarimenti in ordine ai nuovi adempimenti relativi al versamento delle ritenute e delle compensazioni effettuate nell'ambito degli appalti e subappalti, di valore complessivo superiore a 200 mila euro;

   l'Ance a livello nazionale, ha già pubblicamente evidenziato come l'intervento dell'Amministrazione finanziaria ha ulteriormente aggravato lo stato di difficoltà in cui versa il settore edile, con interpretazioni peggiorative che, oltre a non risolvere le molte criticità emerse, estendono gli adempimenti e gli obblighi di verifica all'intera catena degli appalti e, pertanto, non solo ai committenti principali, ma anche agli appaltatori in qualità di «committenti» dei subappaltatori. L'interrogante sente l'obbligo di sottolineare come tali nuove indicazioni rendano di fatto oggettivamente inapplicabili e ingestibili i controlli da parte della committenza;

   l'Ance ritiene che alcuni aspetti siano particolarmente allarmanti e ne amplificano l'impatto applicativo, tra cui: l'aver sancito che la verifica del limite minimo dell'opera o del servizio oggetto del contratto, pari a 200.000 euro, deve avvenire solo nell'appalto principale e non anche nel subappalto, tale da comportare il coinvolgimento anche dei contratti di importo ridotto, facenti spesso capo ad imprese di ridotte dimensione; l'onere del controllo sul corretto versamento delle ritenute non esclusivamente di carattere documentale ma implicante una verifica di congruità tra quanto versato e quanto comunicato dall'impresa esecutrice; l'inclusione nel concetto di «sedi di attività del committente» dei cantieri edili, che legittima l'operatività della disciplina anche nel settore edile, in contrasto con l'obiettivo della disposizione di evitare fenomeni di illecita somministrazione di manodopera, del tutto estranei al comparto produttivo;

   è convinzione dell'interrogante che non debba delinearsi una disciplina di estrema difficoltà applicativa, inefficace sul piano della lotta all'evasione fiscale ed esclusivamente onerosa che imputa responsabilità e sanzioni alle imprese in regola per questioni fiscali delle quali non hanno alcun controllo –:

   quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla possibilità di adottare iniziative per abrogare tali norme o, almeno, sospenderne l'efficacia cosicché, nel frattempo, si possa riscrivere completamente l'impianto normativo dei nuovi obblighi.
(4-04887)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:


   GAGLIARDI, PEDRAZZINI, BENIGNI, SILLI e SORTE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   c'è un'Italia tagliata completamente fuori dall'alta velocità. C'è un'Italia spesso priva persino della rete tradizionale a doppio binario, come ampi tratti della Puglia, Sicilia, Basilicata, Calabria, Abruzzo e Molise;

   sono ben noti l'isolamento e l'arretratezza in fatto di trasporti e infrastrutture della Puglia, in maniera particolare la zona del Salento, che in questo campo, nel tempo, è stato spesso penalizzato dal Governo;

   il piano industriale 2019-2023 di Ferrovie dello Stato Italiane prevede 16 miliardi di euro di investimenti al Sud. Rispetto ai 42 miliardi di investimenti totali in infrastrutture si tratta di una percentuale del 38 per cento. Sarebbe un chiaro segnale nella direzione di una rinata attenzione nei confronti del Mezzogiorno, attraverso la realizzazione di infrastrutture. Ma è necessario sbloccare i cantieri e nominare i commissari delle tratte già finanziate;

   sulla rete ferroviaria la maggiore opera in corso è la Bari-Napoli. Il potenziamento e la velocizzazione dell'itinerario Napoli-Benevento-Foggia-Bari-Lecce, dovrebbe consentire di integrare l'infrastruttura ferroviaria del Sud del Paese con il core corridor che collega con l'Europa;

   il miglioramento delle connessioni della regione Puglia e delle province più interne della regione Campania con il sistema di trasporto nazionale ed in particolare con la linea ad alta velocità Milano-Roma-Napoli sarebbe il primo passo di un ampio processo di integrazione e di sostegno allo sviluppo socio-economico del Mezzogiorno, connettendo due aree, quella campana e quella pugliese, che da sole rappresentano oltre il 40 per cento della produzione meridionale;

   la riqualificazione e lo sviluppo dell'itinerario Roma-Napoli-Bari prevedono interventi di raddoppio delle tratte ferroviarie oggi a singolo binario e varianti rispetto agli attuali tracciati perseguendo, con visione di sistema, la scelta delle soluzioni progettuali in grado di assicurare la velocizzazione dei collegamenti, l'aumento dell'offerta di trasporto ferroviario e il miglioramento dell'accessibilità al servizio;

   il costo dell'infrastruttura a carico dello Stato è di circa 6,2 miliardi di euro, con data di ultimazione prevista tra sette anni: 2026. A lavori ultimati il viaggio tra Napoli e Bari potrà essere coperto in 2 ore, contro le circa 4 di oggi, e quello fra Roma e Bari in tre ore;

   su alcuni organi di stampa, il 22 febbraio 2020, è stata data notizia che Trenitalia ha definito la programmazione che prevede, a partire dal 28 marzo 2020, due coppie di treni al giorno, classificati come Intercity, per collegare direttamente Bari e Napoli in tre ore e mezza;

   la prima coppia partirà da Bari alle 6,50 con arrivo a Napoli alle 10,20 e ripartirà alle 19,05 per tornare nel capoluogo pugliese alle 22,40; la seconda coppia partirà da Napoli alle 7,06 con arrivo a Bari alle 10,41 e ripartirà alle 18,30 arrivando a Napoli alle 22,05;

   ciò ancora una volta penalizza studenti universitari, lavoratori, operatori turistici e cittadini salentini –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di porre in essere tutte le iniziative di competenza affinché Trenitalia preveda che i due Intercity per e da Napoli abbiano come stazione di partenza e di arrivo Lecce, prolungandone quindi la linea e attivandone il servizio il prima possibile.
(4-04882)


   GIACOMETTO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio 2020 ha stanziato 828 milioni di euro per la linea 2 della metropolitana di Torino, che saranno ripartiti dal 2020 al 2032 e che serviranno per finanziare uno dei diversi lotti funzionali previsti e per la progettazione definitiva dell'opera;

   a inizio dicembre 2019 la maggioranza a guida Movimento 5 stelle del consiglio comunale di Torino ha annunciato che «la linea 2 della metropolitana partirà da nord e sarà tutta pubblica», considerando «la realizzazione prioritaria del primo tratto che collegherà la periferia nord della città con la stazione di Porta Nuova, dove la linea 2 interscambierà con la ferrovia e la linea 1»;

   la linea 2 della metropolitana rappresenta un'opera di trasformazione territoriale e infrastrutturale importantissima per Torino, consentendo di superare l'attuale paradosso per cui una metropolitana così moderna e innovativa rappresenti un'opzione quotidiana per una minima parte di utenze;

   l'area nord di Torino risulta particolarmente carente di infrastrutture, poiché gli investimenti pubblici degli ultimi anni hanno riguardato prioritariamente l'area sud e ciò ha comportato una perdita di attrattività dei luoghi non coinvolti da interventi strategici;

   Torino e le città dell'area metropolitana sono tra le città più inquinate d'Italia;

   molti dei paesi e delle città site nella fascia collinare a sud del Po, e distribuiti lungo la strada provinciale 590 tra le città di Settimo e Chivasso, hanno come unica possibilità d'accesso a Torino la provinciale stessa, intasandola e saturando l'aria di inquinanti. Allo stesso modo, in assenza di passaggi frequenti dei treni provenienti da Chivasso, Volpiano e Rivarolo, molti utenti si recano Torino attraversando i comuni di Settimo e di San Mauro e generando traffico e inquinamento alle porte del capoluogo;

   il ramo nord di Settimo-San Mauro capta i flussi in arrivo dall'autostrada Torino-Milano e dalla Torino-Aosta, arterie che riversano su Torino un forte afflusso veicolare;

   l'opera, finalizzata a decrementare il trasporto privato, produrrà un significativo beneficio ambientale, che impatterà in aree particolarmente sprovviste di efficienti sistemi di trasporto pubblico, come quella dell'area metropolitana a nord est di Torino, caratterizzata da un elevato traffico pendolare privato da e verso il Capoluogo;

   i dati di spostamento mostrano un maggior afflusso da nord rispetto che da sud;

   nella porzione di tracciato che diparte dallo sfiocco di via Bologna sono ricompresi i popolosi quartieri torinesi di Barriera di Stura (piazza Sofia), Barca e Bertolla, con rilevanti realtà industriali e commerciali esistenti;

   nell'area industriale di Pescarito sono attualmente insediate molte importanti realtà industriali, oltre tantissime piccole e medie e imprese;

   l'arrivo della linea in punti come Pescarito, da un lato, e Mirafiori, dall'altro, permetterebbe a molti lavoratori provenienti da Torino o dalla prima cintura di raggiungere le rispettive aziende senza dover utilizzare il proprio veicolo con conseguente riduzione di traffico e inquinamento;

   si tratta di un'opera volano per l'area produttiva di Pescarito in cui, nel progetto preliminare, è previsto il punto di attestazione finale. L'area, infatti, è oggetto di un progetto di rigenerazione urbanistica;

   occorre assicurare che ci siano le coperture finanziarie per la progettazione definitiva dell'intero progetto e per la realizzazione di un primo lotto dell'infrastruttura –:

   se non intenda adottare iniziative, per quanto di competenza e d'intesa con il comune di Torino, al fine di considerare la progettazione definitiva dell'intera tratta e definire come primo lotto unitario, il tratto Porta Nuova-Rebaudengo-San Mauro con inizio dall'area di Pescarito;

   se il Governo non ritenga necessario adottare iniziative, per quanto di competenza, per la realizzazione di un'opera unitaria, che scongiuri lo «spezzatino» e il singhiozzo degli investimenti che si è visto con la linea 1, attraverso un cronoprogramma che permetta la realizzazione unitaria dei 2 lotti funzionali: Porta Nuova-Rebaudengo-San Mauro e Porta Nuova-Anselmetti-Orbassano.
(4-04885)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BURATTI e MELILLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Massarosa, titolare del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, adotta per il servizio d'interesse economico generale il modulo gestorio dell’in house, attraverso Ersu s.p.a., società a partecipazione comunale indiretta da parte di RetiAmbiente s.p.a. (partecipata da 101 comuni), con affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani (Rsu), quale servizio a rete a domanda individuale;

   Ersu s.p.a. rientra a tutti gli effetti nell'alveo degli organismi di diretto pubblico (ai sensi della Parte I, Titolo I, articolo 3, Definizioni, comma 1, lettera d), del decreto legislativo n. 50 del 2016 recante codice dei contratti pubblici); inoltre, in diritto vissuto si veda la Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 14 marzo 2016, n. 4938, in cui ERSU s.p.a. è assimilata alle articolazioni organiche dell'ente pubblico socio (amplius, che al suo capitale indirettamente vi partecipano in forma totalitaria);

   il comune di Massarosa, con deliberazione consiliare del 27 novembre 2019, n. 84, ha dichiarato il dissesto finanziario, applicando le disposizioni dell'articolo 258 del decreto legislativo n. 267 del 2000 in cui si dispongono modalità di pagamento dei debiti (compresi i crediti privilegiati) entro un termine non superiore a 30 giorni, fatta eccezione «per i debiti relativi alle retribuzioni per prestazioni di lavoro subordinato che sono liquidate per intero»;

   come riconosciuto dalla sentenza della Corte di Cassazione citata, Ersu s.p.a. è una sorta di «impresa-organo», che in relazione alla sua forma e alla personalità giuridica, è sostanzialmente una mera articolazione organica del comune di Massarosa. Sussiste pertanto una sostanzialmente equiparazione funzionale tra detta società, da una parte, e gli organi e organismi variamente inseriti in detta amministrazione comunale, dall'altra;

   il servizio svolto da Ersu s.p.a., è ad alta intensità di manodopera, con una percentuale del 58,30 per cento del costo della manodopera impiegata, e tutelabile ai sensi del codice dei contratti pubblici (articolo 3, comma 1 lettera qqq) e parte II, titolo III, sezione I, articolo 50);

   la Tari è incassata direttamente dal comune di Massarosa che, successivamente, provvede a coprire integralmente i costi sostenuti dal gestore del servizio, Ersu s.p.a.; per il 2019, l'importo da pagare ad Ersu s.p.a., è pari a 4.023.679 di euro;

   il dissesto finanziario del comune di Massarosa porterebbe una perdita di 2.414.207,4 di euro a carico del bilancio 2019 di Ersu s.p.a., con effetti negativi anche sul capitale sociale. Questo inevitabilmente comporterebbe la necessità di interpellare il socio unico RetiAmbiente s.p.a. per procedere alla ricapitalizzazione della società Ersu s.p.a., e pertanto, i 101 enti locali soci di RetiAmbiente. Di fatto, le perdite causate dal dissesto di Massarosa ricadrebbero su tutti i comuni facenti parte della compagine di RetiAmbiente s.p.a., di cui lo stesso comune di Massarosa detiene il 3,6 per cento –:

   se il Governo intenda adottare iniziative normative per chiarire che le disposizioni che prevedono la transazione nei confronti dei creditori, fatta eccezione per i debiti relativi alle retribuzioni per prestazioni di lavoro subordinato che sono liquidate per intero, come disposto dal comma 3 dell'articolo 258 del Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, si applicano anche alle società in house a partecipazione comunale indiretta nei casi in cui effettuano un servizio pubblico locale di rilevanza economica a domanda individuale;

   se il Governo intenda adottare le iniziative di competenza per chiarire se sia possibile – atteso che sussiste un preciso sinallagma tra quanto previsto nel calcolo della Tari dal comune (di Massarosa) e il recupero dei costi totali sostenuti dal gestore (Ersu s.p.a.) per il servizio relativo ai rifiuti solidi urbani erogato nel comune citato – che una quota della Tari continui a essere destinata alla Ersu s.p.a. onde scongiurarne il fallimento.
(5-03742)

Interrogazione a risposta scritta:


   CANTALAMESSA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   con determina del 5 febbraio 2018 del comune di Procida (Napoli) è stato aggiudicato il servizio per accoglienza a favore dei richiedenti asilo alla Associazione Less Impresa sociale onlus (P. IVA 05478121212 C.I:94195150639), con sede legale in Via Fiumicello a Loreto, n. 7, (IMA), risultata prima in graduatoria;

   il 16 maggio 2018 è stato stipulato il contratto di appalto, Rep. n. 81/2018, tra il comune di Procida e l'associazione Less per lo svolgimento delle attività di accoglienza a favore dei rifugiati e richiedenti asilo per 34 posti previsti dall'articolo 3, comma 2, lettera a) dell'allegato al decreto del Ministero dell'interno del 10 agosto 2016;

   detto contratto è stato corretto ed integrato con determina n. 198/909 del 15 novembre 2018, registrata all'Agenzia delle entrate di Ischia, al n. 667, serie III;

   le attività previste dal contratto sono state avviate in data 5 ottobre 2018 e saranno ultimate entro il 31 novembre 2020;

   con nota protocollo n. 017680 del 2018 la Less ha trasmesso la documentazione relativa alla trasformazione avvenuta da «LESS Impresa Sociale Onlus» in «LESS Soc. Coop. Sociale a.r.l.», avente la medesima sede e P. IVA;

   cittadini e consiglieri comunali, a norma dello statuto comunale, hanno chiesto la convocazione di un apposito referendum per poter coinvolgere la cittadinanza in merito ad una decisione che non era prevista nel programma dell'amministrazione, né rientra tra gli adempimenti che la legge rende obbligatori per gli enti locali;

   l'amministrazione in carica ha bocciato la proposta di referendum popolare procedendo nel suo disegno attuativo;

   il progetto ha previsto un costo di 450.000 euro all'anno per 34 migranti con una quota di cofinanziamento a carico del comune di Procida;

   tale progetto ha previsto tra le attività anche il fitto di immobili, previa loro ristrutturazione, a carico dei fondi pubblici;

   da un accesso agli atti da parte di alcuni consiglieri comunali è emerso che il numero effettivo di rifugiati e richiedenti asilo è di 21 persone, a fronte delle 34 indicate nel contratto;

   tale rimodulazione a quanto consta all'interrogante, non sarebbe stata sottoposta all'attenzione del consiglio comunale;

   il progetto è in fase avanzata e, a fronte di fatture di pagamento che il comune è chiamato ad adempiere nei confronti della Less, dagli atti del comune non sono riscontrabili quali siano i fornitori della medesima, né le modalità con le quali siano stati scelti né, tantomeno, si ha riscontro sulle modalità di affidamento e scelta di eventuale personale o ulteriori soggetti che hanno provveduto a fornire beni, servizi e prestazioni professionali –:

   se il Governo sia a conoscenza delle criticità evidenziate in premessa e quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per verificare il corretto utilizzo dei fondi statali erogati per garantire i servizi di accoglienza per richiedenti protezione internazionale, assicurando la dovuta trasparenza.
(4-04891)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XI Commissione:


   RIZZETTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'Enasarco riconosce prestazioni integrative agli agenti e rappresentanti di commercio iscritti all'Ente e che abbiano versato i relativi contributi. Le prestazioni previste sono la pensione di vecchiaia al compimento dell'età pensionabile, con almeno 20 anni di contributi, il trattamento di fine rapporto, nonché ulteriori prestazioni sanitarie e integrative;

   determina un grave danno per ex agenti e rappresentati di commercio la perdita dei contributi versati all'Enasarco, nei casi in cui non si raggiunga il minimo di anni di contribuzione. Addirittura, vi sono centinaia di migliaia di ex lavoratori che, anche per 18 anni, hanno versato i contributi obbligatoriamente per una pensione complementare che non è stata mai corrisposta, nemmeno in parte;

   sussiste un'evidente anomalia, poiché nonostante Enasarco sia una cassa previdenziale ed integrativa privata, vi è l'obbligo di iscrizione all'Ente per tutti gli agenti di commercio, pur essendo gli stessi tenuti alla contestuale iscrizione all'Inps; il problema centrale, come predetto, è che se non si raggiungono i requisiti richiesti, l'Enasarco non riconosce alcun diritto e non prevede nemmeno la restituzione delle somme versate. Quindi, a titolo di esempio, per la pensione di vecchiaia, se non si raggiungono 20 anni di contribuzione, si perdono tutti i contributi versati;

   l'Ente, dunque, trattiene una notevole quantità di cosiddetti «contributi silenti o improduttivi», poiché sono molti gli agenti e i rappresentati di commercio che non raggiungono i requisiti richiesti;

   nonostante l'Ente preveda la possibilità di continuare volontariamente il versamento contributivo una volta cessata l'attività di agente di commercio, si evidenzia che tale opzione non risulta conveniente, soprattutto, per chi ha versato i contributi per pochi anni;

   a ciò si aggiunge che, trattandosi di un ente previdenziale che eroga prestazioni integrative, non è prevista la possibilità di ricongiunzione dei contributi, meccanismo che sarebbe peraltro inutile e improduttivo, posto che la contribuzione Enasarco è già coperta da quella obbligatoria Inps. Inoltre, non è possibile cumulare la contribuzione, per maturare un maggior importo di pensione;

   tale pur distorto meccanismo è, comunque, conforme al regolamento di Enasarco. Sicché, per rimediare a tale situazione è necessario e urgente un intervento legislativo, che, quanto meno, preveda la possibilità di cumulare la contribuzione Enasarco con altra contribuzione previdenziale –:

   se e quali iniziative intenda adottare per eliminare l'anomalia esposta in premessa, che danneggia i lavoratori che versano i contributi all'Enasarco.
(5-03746)


   D'ALESSANDRO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la società Hera srl, controllata di Conad Adriatico, nel corso dei primi mesi dell'anno 2019 ha acquisito dal gruppo Finiper la gestione degli ipermercati di Colonnella (TE), Città Sant'Angelo (PE) e Ortona (CH), prevedendo una prima fase di adeguamento delle unità produttive agli standard dei punti vendita «Conad», nonché di revisione del format ipermercati ed una fase successiva di risanamento e razionalizzazione dei costi;

   in data 28 febbraio 2020, la Hera ha manifestato l'intenzione di avviare una procedura di licenziamento collettivo del personale dipendente dei punti vendita di cui sopra per l'andamento negativo delle vendite (-11,62 per cento nel secondo trimestre 2019) assieme ad ulteriori parametri di costo di struttura e al funzionamento;

   la prospettata riduzione collettiva di personale in organico comporterebbe il licenziamento di 40 lavoratori a Colonnella (su 174 totali), 65 a Città Sant'Angelo (su 221 totali) e 30 a Ortona (su 153 totali), con un esubero complessivo di 135 unità lavorative addette all'area vendita complessivamente considerata con accorpamento dei vari reparti;

   per quanto concerne l'unità produttiva di Città Sant'Angelo sarebbero, inoltre, già in corso riduzioni dell'orario di lavoro nonché trattative per l'affidamento della stessa ad altra società cooperativa, composta da ex dipendenti Auchan;

   i sindacati chiedono l'intervento delle istituzioni per scongiurare una crisi occupazionale che incide su centinaia di famiglie e potrebbe sommarsi alle conseguenze dell'acquisizione – da parte di Conad – dei punti vendita Auchan, passibile di comportare ulteriori ripercussioni in termini occupazionali;

   i sindacati, conseguentemente, stanno già predisponendo un calendario di incontri istituzionali, probabilmente propedeutici all'apertura di una vertenza nei confronti di Conad –:

   quali urgenti iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di salvaguardare i 135 lavoratori citati in premessa, anche istituendo nelle opportune sedi istituzionali un tavolo di ricomposizione con i sindacati, gli enti territoriali e l'azienda, in modo da scongiurare le conseguenze di una procedura di licenziamento collettivo che avrebbe gravi ripercussioni per i territori su menzionati.
(5-03747)


   GIANNONE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il rapporto Istat «Le differenze territoriali di benessere» mostra una condizione di maggior benessere economico per le province del Nord del Paese. Si registrano, infatti, livelli di reddito medio disponibile per famiglia e retribuzioni medie annue maggiori dei lavoratori che operano nelle zone del Nord rispetto alla altre aree del Paese;

   gli indicatori utili a cogliere la capacità reddituale e quelli che riguardano le differenze di reddito tra uomini e donne mostrano in Italia una situazione migliore per le province del Nord. Le retribuzioni medie annue dei lavoratori dipendenti è infatti più alta nel Nord est e nel Nord ovest, mentre quelle più basse si registrano nel Centro e nel Mezzogiorno;

   il sindacato Uil ha elaborato recentemente una classifica analizzando le retribuzioni pro-capite medie delle varie province. Lecce, per esempio, è al sestultimo posto della classifica: nel 2018 il salario medio di 147 mila lavoratori si aggirava intorno ai mille euro, nel 2017 era addirittura inferiore, pari a 995 euro di media per circa 143 mila lavoratori. A penalizzare ulteriormente le retribuzioni medie è anche la forte componente di lavoro part-time nel settore privato che in Puglia incide per il 46 per cento e che riduce sensibilmente le giornate lavorative;

   gli evidenti divari evidenziati dimostrano le gravi criticità presenti nel mercato del lavoro del Mezzogiorno. È quindi opportuno che il Governo intervenga per superarli attraverso misure adeguate che incentivino una occupazione stabile cercando di ridurre gli squilibri oggi presenti nelle diverse aree del Paese;

   solo attraverso politiche mirate, infatti, si possono risolvere gravi problematiche come quelle evidenziate che devono essere superate per permettere un aumento del prodotto interno lordo dei Sud e per eliminare i divari oggi esistenti tra le diverse aree del Paese che non permettono una crescita economico-sociale equilibrata. E soprattutto i divari tra retribuzioni dimostrano come il Sud sia stato molte volte penalizzato da politiche che ne hanno ridotto la capacità produttiva;

   è opportuna quindi una politica dei redditi equilibrata che consenta anche ai dipendenti del Mezzogiorno di avere retribuzioni adeguate rispetto al lavoro prestato, anche per permettere a questa area del Paese una crescita economico-sociale stabile –:

   quali iniziative intenda adottare, nell'ambito delle sue competenze, per superare il divario oggi esistente relativamente alle retribuzioni dei lavoratori privati che svolgono la propria attività nelle regioni del Sud e per consentire, quindi, un miglioramento socio-economico dell'intera area meridionale, così fondamentale per lo sviluppo del Paese.
(5-03748)


   GRIBAUDO, SERRACCHIANI, CARLA CANTONE, LEPRI, MURA e VISCOMI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   lo statuto di Anpal, all'articolo 5, prevede l'incompatibilità del presidente con altri rapporti di lavoro subordinato pubblico o privato, nonché con qualsiasi altra attività di lavoro autonomo, anche occasionale, che possa entrare in conflitto con gli scopi e i compiti dell'Anpal;

   il presidente Parisi, è stato nominato nel febbraio 2019; per ricoprire tale incarico, il professore ha chiesto alla Mississippi State University (Msu) un anno di aspettativa, in scadenza nel mese di marzo 2020 e non è chiaro se gli verrà rinnovata; tale aspettativa, peraltro, a quanto consta agli interroganti non risulta sui siti della Msu e del centro di ricerca Nsparc cui Parisi fa riferimento;

   secondo quanto riportato dagli organi di stampa, nei 12 mesi trascorsi dalla sua nomina, anche in qualità di presidente di Anpal Servizi s.p.a. avrebbe comunque speso circa 71.000 di euro per voli in business class fra l'Italia e gli Stati Uniti, nonché, in virtù di recenti modifiche ai regolamenti aziendali, spese per 55.000 euro per noleggio con conducente e 32.400 euro di affitto per una casa nel centro di Roma. Quindi, un totale di rimborsi ottenuti dal Parisi di quasi 160.000 euro nell'anno che, tuttavia, a differenza di quanto avvenuto per il suo predecessore, a quanto consta agli interroganti non risultano rendicontate sul sito dell'Anpal;

   tipologie di spese ed entità degli importi che, a parere degli interroganti, mal si conciliano con l'incarico esclusivo e a tempo pieno di presidente dell'Anpal;

   ai sensi dell'articolo 5 del decreto-legge n. 95 del 2012 a decorrere dal 1° maggio 2014 le amministrazioni pubbliche tra cui anche Anpal, non possono effettuare spese di ammontare superiore al 30 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2011 per l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio di autovetture, nonché per l'acquisto di buoni taxi; essendo Anpal Servizi S.p.a. società in house di Anpal, è obbligata a comportarsi secondo la normativa prevista e alle stesse prescrizioni per Anpal –:

   se, nell'ambito delle sue funzioni di vigilanza, non ritenga urgente verificare e chiarire gli eventuali profili di compatibilità di cui in premessa del professore Parisi con il ruolo di presidente dell'Anpal, anche alla luce delle sopraindicate spese e della loro coerenza con le disposizioni in materia di spending review, adoperandosi, al contempo, affinché siano resi disponibili sul sito dell'Agenzia sia l'aspettativa ottenuta dal medesimo che il dettaglio delle sue spese.
(5-03749)


   MURELLI, DURIGON, CAFFARATTO, CAPARVI, LEGNAIOLI, EVA LORENZONI, MINARDO e MOSCHIONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   organi di stampa nazionali riportano la notizia secondo la quale gli stranieri con permesso di soggiorno permanente, ovvero quelli che non sono cittadini del nostro Paese, ma ai quali viene riconosciuto il diritto di stare in via definitiva in Italia senza dover per forza ripresentare domanda ogni anno, potrebbero essere mantenuti a spese dello Stato anche per anni;

   secondo la normativa europea di riferimento, dopo almeno 5 anni consecutivi di soggiorno legale in un altro Paese dell'Unione, si acquisisce automaticamente il diritto al soggiorno permanente. Si può quindi chiedere un documento di soggiorno permanente che conferma il diritto a soggiornare in modo permanente nel Paese in cui si vive, senza particolari condizioni;

   oggi il reddito di cittadinanza spetta a cittadini italiani o dell'Unione europea, cittadini di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, o apolidi in possesso di analogo permesso, cittadini di Paesi terzi familiari di cittadini italiani o comunitari, titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente e titolari di protezione internazionale, e il requisito è che si stia in Italia da 10 anni di cui almeno gli ultimi 2 consecutivi;

   questo comporta che uno straniero dopo questo periodo, se perde o lascia il lavoro, percepisce la disoccupazione per circa due anni. Subito dopo scatta il reddito di cittadinanza –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda urgentemente adottare con riguardo a quanto sopra descritto, al fine di correggere prontamente la distorsione riscontrata.
(5-03750)

Interrogazione a risposta scritta:


   PEZZOPANE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   si è tenuto uno sciopero, anche nella città di L'Aquila, una città in particolare sofferenza a causa della difficile ripresa economica post sisma, promosso dalle rappresentanze sindacali aziendali di Cgil, Cisl, Uil e Cisal del raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) Comdata-Network Contacts-Telesurvey Italia, aggiudicatario della commessa Inps-call center:

   con tale iniziativa si è inteso dare risalto alla denuncia della grave situazione che si sta determinando nella gestione di tale commessa: calo del volume di attività e delle chiamate; la modalità di gestione dei Rol; la omissione di specifica sulla obbligatorietà degli stessi in quanto facenti parte del 30 per cento previsto da contratto collettivo nazionale di lavoro; i mancati chiarimenti su fruizione forzata delle ferie in caso di cali dei flussi delle chiamate; il rispetto dell'accordo del 5 novembre 2019 sul monte ore complessivo degli ex Nethex (420 ore in meno rispetto agli ultimi anni) e sugli scompensi economici dei nuovi contratti degli ex Coop; mantenimento occupazione attuale dei lavoratori in somministrazione;

   per di più, per quanto consta all'interrogante, sussistono dubbi circa il pieno rispetto della clausola sociale che stabilisce che tutti i lavoratori interessati siano riassunti ai medesimi livelli occupazionali, salariali e contrattuali, senza procedere a trasferimenti in altre sedi;

   i lavoratori del contact center Inps chiedono chiarezza sulle prospettive del gruppo e sul rispetto dei propri diritti;

   non può non segnalarsi che, dal canto suo, la regione Abruzzo non sta garantendo alcun sostegno alle legittime richieste dei lavoratori;

   a parere dell'interrogante, anche l'Inps dovrebbe richiamare il gestore della commessa alle sue responsabilità, prime fra tutte quella della riassunzione ai medesimi livelli occupazionali e salariali di tutti i 2.800 lavoratori coinvolti nella transizione e assicurare una risposta positiva alle questioni poste dai sindacati del territorio –:

   se non si ritenga di dover attivare immediatamente un tavolo di incontri tra le parti per affrontare la situazione della gestione del servizio di call center dell'Inps;

   quali iniziative intenda assumere al fine di verificare se sussistano le condizioni per una eventuale internalizzazione del servizio da parte di Inps;

   quali iniziative intenda adottare affinché l'Inps proceda alla verifica del rispetto della completa e corretta applicazione della clausola sociale e dei diritti dei lavoratori derivanti dal contratto nazionale.
(4-04883)

SALUTE

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dell'istruzione, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   in Italia il diabete colpisce oltre 3 milioni di persone, più del 5 per cento della popolazione;

   alcune aree geografiche del territorio nazionale registrano un'incidenza del diabete autoimmune che rappresenta un primato mondiale: in particolare, la Sardegna con 10197 diabetici autoimmuni adulti e oltre 1500 tra bambini, giovani e adolescenti è seconda solo alla Finlandia;

   il piano sulla malattia diabetica illustra le principali vie per affrontare le problematiche relative alla malattia, individuando obiettivi centrati sulla prevenzione, sulla diagnosi precoce, sulla gestione della malattia e delle complicanze, sul miglioramento dell'assistenza e degli esiti;

   all'interno del piano sono definiti obiettivi, generali e specifici, strategie e linee di indirizzo prioritarie. Vengono pure disegnate alcune modalità di assistenza alle persone con diabete. Tutto questo nella convinzione che tali indirizzi possano ridurre il peso della malattia con un miglioramento della qualità di vita delle persone con diabete, e con una riduzione dei costi per il sistema sanitario;

   il piano indica, altresì, alcune aree ritenute allo stato prioritarie per il miglioramento della assistenza diabetologica, finalizzate a eventuali progetti obiettivo, nella considerazione che il piano stesso costituisca la piattaforma su cui costruire programmi di intervento specifici scelti e condivisi con regioni e province autonome;

   l'efficacia della strategia nazionale così delineata deve essere misurata sull'impatto che avrà sulle condizioni di salute delle persone con o a rischio di diabete. Tuttavia, in alcune aree del Paese non è stato ancora istituito un registro regionale delle persone con diabete;

   secondo le segnalazioni fatte della federazione delle associazioni delle persone con diabete, Rete sarda diabete, in spregio alle sentenze del Consiglio di Stato, risulta altresì limitato il pieno ed effettivo accesso ai farmaci innovativi;

   è di vitale importanza garantire l'accesso alle nuove tecnologie: in particolare, ai microinfusori e sensori, che migliorano non solo la cura della malattia ma anche la qualità della vita del paziente dal punto di vista sociale e psicologico;

   le procedure di acquisto poste in essere dalle regioni allo stato attuale causano significative difficoltà nel reperimento dei dispositivi, determinando una disparità di trattamento tra territorio e territorio;

   l'Autorità nazionale anticorruzione nella sua «Indagine conoscitiva sul mercato dei dispositivi medici per l'autocontrollo e l'autogestione del diabete», pubblicata nel 2018, ha evidenziato le significative differenze di costo tra le regioni per l'acquisto di strumenti per l'autocontrollo capillare, quali aghi e strisce reattive;

   riguardo ai pazienti più giovani d'età è necessaria una politica orientata a favorire l'inserimento e la piena inclusione scolastica dei bambini con il diabete, in linea con gli obiettivi fissati nel documento strategico di intervento integrato per l'inserimento del bambino, adolescente e giovane con diabete in contesti scolastici, educativi e formativi, al fine di tutelarne il diritto alla cura, alla salute, all'istruzione e alla migliore qualità della vita, redatto Siedp (Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica), in collaborazione con il Miur, il Ministero della salute e Agd Italia;

   allo stato attuale numerosi genitori devono personalmente affiancare i figli in fascia pediatrica nelle classi per monitorare la situazione, in assenza di personale formato –:

   quali iniziative intenda porre in essere al fine di verificare lo stato di attuazione del piano sulla malattia diabetica su tutto il territorio nazionale;

   se il Governo intenda adottare le iniziative necessarie per garantire la parità di accesso ai farmaci innovativi per il diabete e alle nuove tecnologie;

   quali siano gli indirizzi del Governo in ordine alla necessità di eliminare le differenze di costi che ogni regione sostiene per l'acquisto di dispositivi per l'autocontrollo capillare, rilevata dall'Autorità nazionale anticorruzione nella indagine conoscitiva sul mercato dei dispositivi medici per l'autocontrollo e l'autogestione dei diabete, pubblicata nel 2018;

   quali strategie intenda perseguire al fine di rimuovere ogni ostacolo all'integrazione sociale per garantire l'inserimento e la piena inclusione scolastica dei malati di diabete.
(2-00667) «Cappellacci».

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CENTEMERO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in Italia, l'ecosistema delle startup e piccole e medie imprese innovative è diventato realtà quando, con il rapporto del 2012, «Restart, Italia!», si è riconosciuta la necessità di una normativa organica e permanente, tesa a favorire la nascita e la crescita dimensionale di nuove imprese innovative ad alto valore tecnologico;

   tale normativa è stata poi aggiornata con successivi provvedimenti e, in particolare, per opera della Lega SP, con il cosiddetto decreto Crescita, tale da renderla, secondo lo Startup Nation Scoreboard, la seconda migliore in Europa, con eccellenze come la normativa sull’equity crowdfunding, la prima a essere pubblicata in Europa;

   tali interventi hanno comportato un accrescimento della sensibilità generale del mercato e degli operatori finanziari verso i temi dell'innovazione, con l'identificazione di un perimetro definitorio attraverso il quale incentivare la creazione di impresa e la facilitazione, attraverso una specifica sezione del registro delle imprese, della riconoscibilità del circuito delle startup e piccole e medie imprese innovative e degli incubatori;

   si è innescato, nei fatti, un circolo virtuoso che ha portato alla costituzione di quasi 11.000 startup innovative, con un capitale sociale di 583 milioni di euro e oltre 60.000 tra soci e addetti che, insieme, producono oltre 1.100 milioni di euro ottenendo 1 miliardo di euro di finanziamenti a debito tramite lo strumento del Fondo centrale di garanzia;

   il ricorso al capitale di rischio, invece, è ancora molto limitato, con circa 700 milioni di euro investiti nel 2019, valore dieci volte inferiore ai nostri principali competitor (Francia, Germania, Spagna);

   occorre segnalare come, con l'ultima legge di bilancio, si sia scelto di potenziare, con riferimento al solo anno 2019, la detrazione Irpef e la deduzione Ires (dal 30 per cento al 40 per cento) per gli investimenti nel capitale sociale di startup innovative, e di innalzare ulteriormente al 50 per cento la deduzione Ires in caso di acquisizione integrale del capitale della startup innovativa, purché venisse mantenuto per almeno 3 anni, per poi decidere di non effettuare la notifica delle misure a Bruxelles;

   spiace, altresì, constatare che il Ministero dello sviluppo economico, da tempo, non produca la relazione sullo stato di attuazione della normativa a sostegno delle startup e piccole e medie imprese innovative – l'ultima è del 2017 – e non diffonda i dati rispetto all'utilizzo delle agevolazioni fiscali in essere –:

   se il Governo intenda dare piena ed efficace attuazione alla disciplina già prevista per startup e piccole e medie imprese innovative ovvero quali iniziative intenda assumere per ovviare al reale e significativo nocumento per tutti coloro, investitori e aziende, che nel 2019 hanno sottoscritto aumenti di capitale, confidando nella possibilità di beneficiare del potenziamento delle agevolazioni.
(5-03741)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SABRINA DE CARLO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la connessione internet a banda larga resta un miraggio per buona parte dei comuni del Friuli Venezia Giulia;

   nel comune di Turriaco, in provincia di Gorizia, si vive una situazione complessa: la metà del paese ha la possibilità di accedere al collegamento internet veloce, mentre la parte restante, classificata erroneamente come «area bianca», non gode di questo servizio;

   per essere più precisi, ne usufruisce solo la parte confinante con la frazione di Pieris, compresa la zona artigianale e le imprese che vi si sono insediate;

   dei cinque armadi stradali di cui è servito il comune solo uno di questi è già collegato da Tim con fibra ottica e dunque aperto alla commercializzazione e i restanti quattro ricadono nella cosiddetta «area bianca», vale a dire una zona per la quale non è previsto nessun tipo di investimento privato per la banda larga;

   i programmi di copertura con reti in fibra ottica a livello nazionale presentati da Tim in alcune delle «aree bianche» sono attualmente in fase di verifica, determinando quindi la sospensione delle attività correlate al piano in questione –:

   se sia a conoscenza dei fatti sopra descritti e quali iniziative si intendano adottare, per quanto di competenza, e in quali tempistiche, per la risoluzione delle criticità sopra evidenziate, affinché tutti i cittadini di Turriaco abbiano le stesse possibilità di accesso alla banda larga.
(4-04881)


   PASTORINO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Itas Mutua è società capogruppo del gruppo Itas Assicurazioni, che ha sede a Trento, Genova e Milano e, attraverso le sue oltre 450 sedi agenziali, opera sul territorio nazionale con prevalenza nel centro-nord Italia;

   nel piano industriale 2020-2022 la società Itas Mutua prevede una riorganizzazione aziendale, con il trasferimento di parte dell'organico da Genova verso Milano e Trento. Tuttavia, tale piano non è stato giustificato in nome di una fase di difficoltà dell'azienda che continua ad avere un bilancio in attivo e quindi non è considerabile, ai fini normativi, in crisi aziendale;

   la misura proposta equivale a un fortissimo ridimensionamento di uno storico presidio di impresa, presente da decenni a Genova, e prevede il trasferimento forzato di metà della forza lavoro aziendale genovese (circa 100 dipendenti), ricollocazione anacronistica e non motivata che, alla luce di quanto predetto e delle moderne modalità di lavoro, equivale a una sorta di preavviso di licenziamento;

   infatti, non è stata menzionata dalla società la possibilità di adottare misure di smart working, che tante altre compagnie assicurative hanno già scelto per l'80 per cento delle lavorazioni che possono tranquillamente essere svolte da remoto, ma i lavoratori coinvolti dovranno scegliere se trasferirsi o rassegnare le dimissioni;

   a tal riguardo, va considerato che il 50 per cento dei lavoratori è costituito da donne di età media inferiore ai cinquanta anni e con figli; appare evidente come i trasferimenti rischino di essere dei licenziamenti di fatto, in quanto la maggior parte di queste lavoratrici non sarà nella possibilità di scegliere;

   Itas Mutua è una realtà radicata sul territorio ligure in cui ha molteplici interessi, annoverando peraltro tra gli assicurati importanti istituzioni ed enti pubblici come ad esempio Amiu Genova assicurata per 1,3 milioni di euro. Vi è la preoccupazione che questo passaggio sia preludio per una futura chiusura del sito genovese, in una città già molto provata, tenendo conto del momento di grave difficoltà che sta attraversando l'economia ligure colpita prima dal crollo del Ponte Morandi e poi dall'emergenza del Coronavirus, eventi che hanno causato forti sofferenze occupazionali –:

   se siano a conoscenza della situazione esposta in premessa e se intendano promuovere, per quanto di competenza, un tavolo di confronto con la società Itas Mutua, avviando un dialogo al fine di scongiurare il trasferimento dei lavoratori coinvolti, tenendo conto delle gravi ricadute già descritte che il preannunciato piano industriale 2020-2022 avrebbe sul settore occupazionale ligure.
(4-04886)

Apposizione di firme a mozioni.

  La mozione Boldrini e altri n. 1-00334, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 febbraio 2020, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Mura, Zan, Gebhard, Emanuela Rossini.

  La mozione Gelmini e altri n. 1-00335, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 3 marzo 2020, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Zucconi, Mollicone.

Apposizione di firme ad interpellanze.

  L'interpellanza urgente Cillis e altri n. 2-00662, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 3 marzo 2020, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Cassese, Marzana.

  L'interpellanza urgente Ascari e altri n. 2-00663, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 3 marzo 2020, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Deiana, Giordano, Muroni, Boldrini, Spadoni, Sarli.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta orale Ascari e altri n. 3-01271, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 gennaio 2020, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Martinciglio.

  L'interrogazione a risposta orale Ascari e altri n. 3-01339, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 febbraio 2020, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Martinciglio.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Murelli n. 5-03329 del 22 dicembre 2019.

ERRATA CORRIGE

  Testo riformulato della risoluzione in Commissione Serritella e altri n. 7-00422 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 314 del 3 marzo 2020. Alla pagina 11339, prima colonna, alla riga trentacinquesima, deve leggersi: «(7-00422) «Serritella, Gariglio, Deiana, Fregolent».», e non come stampato.

  Interrogazione a risposta immediata in Assemblea Ianaro e altri n. 3-01346 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 314 del 3 marzo 2020. Alla pagina 11280, seconda colonna, dalla riga quindicesima alla riga diciottesima deve leggersi: «intendano al più presto aderire all'ordinanza condivisa al fine di garantire sicurezza, contenimento del contagio e l'ordinato avvio delle attività sospese. (3-01346)», e non come stampato.

  Interrogazione a risposta scritta Muroni n. 4-04880 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 314 del 3 marzo 2020. Alla pagina 11295, seconda colonna, dalla riga quarantaduesima alla riga quarantacinquesima, deve leggersi: «ritorno di un dirigente del settore delle risorse umane che, dopo una breve parentesi, occupa nuovamente la posizione dalla quale in passato sarebbe riuscito, a quanto».