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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 8 gennaio 2020

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:


   La Camera,

   premesso che:

    la riforma delle autonomie locali e del titolo V della Costituzione ha rivisitato la figura del segretario comunale e provinciale, senza tuttavia definirne gli ambiti di competenza, piuttosto attribuendo tale compito al sindaco, che può assegnargli un ruolo rilevante nell'organizzazione dell'ente o relegarlo ai margini della struttura, con soli compiti normativi e legali;

    il conferimento, infatti, di maggiori poteri agli enti locali, dovuto all'introduzione dell'elezione diretta del sindaco e al riconoscimento di un ruolo centrale agli organi politici monocratici, quale espressione della volontà popolare, accresce la discrezionalità nella scelta di quale modello di segretario comunale adottare nel proprio comune;

    a ciò si aggiungano la centralità degli enti locali nell'organizzazione pubblica, per agevolare la realizzazione del principio di sussidiarietà verticale e orizzontale, l'assegnazione agli stessi del compito di predisporre l'organizzazione interna ritenuta più idonea alla realizzazione del programma elettorale, la loro maggiore responsabilità dal punto di vista economico e finanziario, al punto che l'amministratore locale risponde personalmente per danno erariale nel caso in cui i bilanci del proprio ente non siano in ordine;

    va considerata la possibilità, peraltro, conferita al sindaco, nei comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti, di nominare anche un direttore generale per realizzare gli indirizzi e gli obiettivi stabiliti dagli organi di Governo;

    in tale contesto, quindi, il segretario comunale, attualmente, è nominato dal sindaco, dopo averlo scelto tra gli iscritti all'albo nazionale, con il quale stabilisce un rapporto di dipendenza funzionale per la durata del mandato elettorale, salvo anticipata interruzione a seguito di revoca dell'incarico;

    i compiti che l'articolo 97 del testo unico degli enti locali di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000 e successive modificazioni ed integrazioni, assegna oggi al segretario, sono eterogenei in relazione sia ai contenuti, che alla competenza e professionalità che il loro esercizio richiede;

    può aversi un segretario-direttore generale che dirige, guida e coordina l'attività amministrativa e gestionale dell'ente, che trasforma le linee generali di indirizzo politico in atti concreti, al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell'amministrazione;

    in alternativa, può esservi un segretario che per previsione dello statuto o dei regolamenti, nonché per espresso conferimento del sindaco, svolge «ogni altra funzione» oppure un segretario che, per previsione dello statuto o dei regolamenti, nonché per conferimento del sindaco, svolge anche funzioni gestionali;

    oppure, ancora, può esservi un segretario che convive con il direttore generale con le attribuzioni di:

     a) partecipare con funzioni consultive, referenti e di assistenza alle riunioni del consiglio e della giunta e redigere il verbale;

     b) esprimere il parere su ogni proposta di deliberazione sottoposta alla giunta e al consiglio nel caso in cui l'ente non abbia responsabili dei servizi interessati, per le parti di sua competenza;

     c) rogare, su richiesta dell'ente, i contratti nei quali l'ente è parte e autenticare le scritture private e gli atti unilaterali nell'interesse dell'ente;

     d) esercitare ogni altra funzione attribuitagli dallo statuto o dai regolamenti, o conferitagli dal sindaco o dal presidente della provincia, di cui alle lettere a), b), c), d) dell'articolo 97, comma 4, ai sensi del quale il segretario svolge le sole attività riconducibili a competenze normative e legali;

    dal 1997, quindi, a seguito delle «riforme Bassanini» e, in particolare, con la diretta legittimazione popolare, si rafforza la convinzione che gli organi monocratici possano disporre di un potere così grande da non tollerare intromissioni «esterne»;

    anche la riforma del 2001 del Titolo V della Costituzione ha ulteriormente contribuito a mettere in crisi la figura del segretario, tanto che si sono delineati due orientamenti: uno che ha ritenuto che le disposizioni relative ai segretari comunali, contenute nel decreto legislativo n. 267 del 2000, fossero state sostanzialmente abrogate nei fatti, lasciando alla potestà statutaria la libertà di prevederne o meno la figura; un altro, sostenuto anche dalla giurisprudenza, che riconosce, invece, ancora validità alla figura, ritenendo che le disposizioni relative alla figura del segretario comunale non possono ritenersi abrogate ipso iure dalla intervenuta modifica del titolo V della costituzione (...), né (...) possono ritenersi «cedevoli» e «disponibili» da parte dell'autonomia statutaria dei comuni (cfr. Tar Lazio, sez. II bis, ordinanze nn. 4066 e 4123 dell'11 luglio 2002);

    tuttavia, è del tutto evidente la debolezza di tale figura, la cui nomina dipende dal sindaco di turno e, cosa ancora più grave, la cui cessazione dipende da un semplice evento come la scadenza del mandato dell'organo politico;

    dal punto di vista dell'inquadramento, poi, la figura del segretario comunale è articolata in tre diverse fasce professionali (A-B-C), distinte in relazione all'entità demografica degli enti locali e, allo stato, la categoria risulta caratterizzata da una grave carenza di unità (segretari di fascia C) da destinare allo svolgimento delle funzioni segretariali nei comuni più piccoli, aventi una popolazione fino a 3.000 abitanti,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per razionalizzare la formazione d'accesso alla carriera di segretario, disciplinata dall'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 4 dicembre 1997, n. 465, e dall'articolo 1, comma 524, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, in modo da contemperare l'esigenza, alla luce delle riscontrate carenze, di una più rapida immissione in servizio di nuove unità e di elevati standard professionali;

2) ad adottare iniziative per rimodulare la durata complessiva del corso-concorso di formazione, riducendolo da 12 mesi a 4 mesi, in modo da contrarre i tempi necessari affinché le amministrazioni locali di minori dimensioni possano nominare un segretario titolare tra i nuovi iscritti all'albo;

3) ad adottare iniziative per garantire un livello di professionalità comunque adeguato rispetto agli importanti compiti assegnati dall'ordinamento, attraverso un meccanismo di compensazione del più ristretto percorso di formazione iniziale, introducendo, a pena di cancellazione dall'albo, obblighi formativi da assolvere nel biennio successivo all'immissione in servizio dei nuovi segretari nell'ambito dell'ordinario piano di formazione generale, anche con modalità telematiche;

4) a utilizzare le risorse finanziarie in modo più efficiente, concentrandole solo sulla formazione delle unità effettivamente immesse in servizio con un percorso formativo legato all'accesso in carriera;

5) ad adottare iniziative volte a superare il corso-concorso con il rilascio della sola abilitazione necessaria ai fini dell'iscrizione all'albo con la prima nomina presso l'ente locale e a garantire l'effettiva permanenza, per almeno un biennio, dei segretari neo-iscritti negli albi regionali di prima assegnazione, in modo da assicurare la copertura delle sedi di segreteria negli albi che presentano le maggiori carenze ai sensi dell'articolo 13, comma 9, del decreto del Presidente della Repubblica n. 465 del 1997;

6) a lasciare la decisione sull'effettiva presa di servizio e sull'instaurazione del rapporto di lavoro alle prerogative del rappresentante dell'ente locale, al quale l'ordinamento attribuisce ogni valutazione di carattere fiduciario circa la scelta del segretario, come chiarito dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 23 del 2019;

7) ad adottare iniziative per razionalizzare la figura del vice segretario comunale nei comuni con popolazione fino a diecimila abitanti, al fine di assicurare che, in via temporanea e nelle more della nomina del segretario titolare, venga garantito l'assolvimento dei compiti fondamentali del segretario, oppure, in presenza delle condizioni oggettive previste dalla legge e previa verifica dei relativi requisiti da parte del Ministero dell'interno, di affidare le competenze segretariali a funzionari degli enti interessati in possesso dei requisiti di accesso alla carriera, per un periodo massimo di 12 mesi;

8) a chiarire che restano sempre salvi nell'ottica dell'obbligatorietà della figura del segretario, l'obbligo per il sindaco di nominare il segretario titolare nonché la possibilità, per il Ministero dell'interno, di assegnare segretari iscritti all'albo a titolo di reggenti, anche a scavalco.
(1-00306) «Iezzi, Molinari, Bordonali, De Angelis, Invernizzi, Maturi, Molteni, Stefani, Tonelli, Vinci, Bianchi».


   La Camera,

   premesso che:

    nel territorio autonomo di Hong Kong a partire dal 9 giugno 2019 si sono succedute imponenti e spontanee manifestazioni di piazza, inizialmente finalizzate a scongiurare l'approvazione e l'entrata in vigore di un provvedimento legislativo in materia di estradizione;

    Hong Kong ha sottoscritto numerosi trattati di estradizione con diversi Stati, ma non con la Cina anche in virtù della protezione internazionale sempre accordata a dissidenti del regime cinese;

    l'approvazione del provvedimento e segnatamente dell'emendamento sulla legge delle estradizioni avrebbe obbligato, infatti, la regione autonoma a consegnare alla Cina persone indagate per alcuni reati, con ciò consentendo a Pechino di perseguitare i numerosi dissidenti;

    il sistema giudiziario cinese, anche a tacere delle condizioni disumane in cui vengono mantenuti i dissidenti, presenta gravissime lacune in tema di diritti umani e diritti processuali, oltre a essere contraddistinto per la sua dipendenza dal Governo e dal Partito Comunista Cinese;

    il sistema dell'esecuzione penale è chiaramente disumano, contraddistinto da detenzioni arbitrarie, sparizioni, maltrattamenti, torture e financo pratiche disumane come l'espianto degli organi, così come acclarato dall’Independent Tribunal into Forced Organ Harvesting from Prisoners of Coscience in China;

    il 9 luglio 2019 la leader di Hong Kong Carrie Lam ha ufficialmente annunciato il ritiro del provvedimento;

    le manifestazioni si sono susseguite con una partecipazione di piazza senza precedenti;

    la polizia ha duramente represso i manifestanti, con la formale scusa di colpire un ridotto numero di manifestanti violenti, utilizzando gas lacrimogeni, proiettili di gomma, spray al peperoncino, usando anche armi da fuoco e procedendo ad arresti sommari ed arbitrari nei confronti di migliaia e migliaia di manifestanti;

    molti manifestanti sono stati formalmente accusati di sommossa, rischiando una pena detentiva sino a dieci anni;

    le manifestazioni sono comunque proseguite nel solco dello slogan «cinque richieste, non una di meno», con le seguenti richieste ufficiali: il ritiro dell'emendamento alla legge sulle estradizioni (oltre alle formali dichiarazioni della leader Carrie Lam); l'istituzione di una commissione indipendente di inchiesta sulle violenze della polizia; il suffragio universale; il rilascio e l'amnistia per i manifestanti arrestati; l'eliminazione dell'appellativo di «rivoltosi»;

    le proteste hanno fatalmente assunto la veste di un'opposizione all'ingerenza sempre più pressante di Pechino sull'autonomia della regione;

    nel frattempo Pechino ha, in termini minatori ed inquietanti, ammassato unità dell'Esercito Popolare ai confini dei territori autonomi di Hong Kong;

    la leader Carrie Lam ha dismesso il contegno apparentemente dialogante definendo, con splendido esempio di «ortodossia grammaticale comunista», i manifestanti «nemici del popolo»;

    Pechino, in una escalation programmata, ha definito i manifestanti «terroristi»;

    nel frattempo, in questo clima esacerbato, il 24 novembre 2019 si sono celebrate le elezioni distrettuali ad Hong Kong e la schiacciante maggioranza riportata dall'ala democratica ha chiarito che, oltre ai milioni di manifestanti, esiste una maggioranza silenziosa che condivide la necessità di preservare l'autonomia di Hong Kong dalle ingerenze cinesi;

    non è da escludere che la Cina possa ulteriormente assumere iniziative violente volte a scompaginare i manifestanti che godono del consenso della popolazione di Hong Kong e che ormai pongono di fatto il grande tema del futuro dell'autonomia della regione;

    infatti gli accordi bilaterali intercorsi tra il Regno Unito e la Repubblica Popolare Cinese sottoscritti il 19 dicembre 1984 garantiscono un'ampia autonomia a Hong Kong, ma destinata a spirare nel 2047, allorquando sarà completato il ritorno di Hong Kong alla Cina;

    la Cina ha definito la dichiarazione congiunta sino-britannica del 1984 un «documento storico senza più valore»;

    l'Italia e l'Europa sostengono da sempre il principio «un paese, due sistemi», al fine di continuare ad assicurare l'autonomia di Hong Kong,

impegna il Governo:

1) ad assumere in tutte le sedi internazionali competenti ogni iniziativa utile a scongiurare qualsivoglia ipotesi di modifica legislativa che consenta l'estradizione verso la Cina dei dissidenti che hanno trovato rifugio ad Hong Kong, ancorché formalmente indagati;

2) ad assumere in tutte le sedi internazionali competenti ogni iniziativa ritenuta utile a far rilasciare immediatamente i manifestanti pacifici e le persone detenute a seguito della loro partecipazione alle manifestazioni e a far decadere ogni accusa nei loro confronti;

3) ad assumere in tutte le sedi internazionali competenti ogni iniziativa utile ad aprire un'indagine indipendente e tempestiva sull'utilizzo improprio della forza da parte della polizia di Hong Kong a danno dei manifestanti;

4) ad assumere ogni iniziativa utile in tutte le sedi internazionali volta a prevenire il ricorso alla forza da parte delle autorità della Repubblica Popolare Cinese e a far riconoscere e rispettare alla Cina l'autonomia e la libertà di Hong Kong nel rispetto della dichiarazione congiunta sino-britannica del 1984;

5) ad assumere iniziative di competenza volte ad evitare ogni esportazione che agevoli la Cina, e in particolare Hong Kong, nell'accesso a tecnologie che possono essere utilizzate per la violazione dei diritti fondamentali e a sostenere in tutti i fori internazionali competenti ogni iniziativa utile all'imposizione di meccanismi adeguati di controllo delle esportazioni da parte di tutta la comunità internazionale con il medesimo fine;

6) a sollevare la questione delle violazioni dei diritti umani in Cina e ad Hong Kong in occasione di ogni dialogo politico con le autorità cinesi;

7) a condannare con forza l'ingerenza costante e crescente della Cina negli affari interni di Hong Kong come previsto dalla risoluzione del Parlamento europeo del 18 luglio 2019 sulla situazione in Hong Kong n. 2019/2732 RSP.
(1-00307) «Lollobrigida, Meloni, Delmastro Delle Vedove, Acquaroli, Baldini, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Luca De Carlo, Deidda, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Zucconi».


   La Camera,

   premesso che:

    per 156 anni, tra il 1842 e il 1997, l'isola cinese di Hong Kong è stata una colonia dell'impero britannico. Con la Dichiarazione congiunta sino-britannica del 19 dicembre 1984 il Regno Unito e la Repubblica Popolare Cinese addivenirono a un accordo per ripristinare la sovranità cinese dal 1° luglio 1997 sull'isola di Hong Kong, nonché su Kowloon e sui Nuovi Territori (anch'essi inglobati nell'impero britannico, rispettivamente, nel 1860 e nel 1898). Secondo il suddetto trattato, la ex colonia avrebbe goduto di «un alto grado di autonomia» per un periodo transitorio di 50 anni, a decorrere dal trasferimento della sovranità, ossia fino al 2047;

    con la fine del regime coloniale britannico, Hong Kong è dunque diventata una «Regione Amministrativa Speciale», così come previsto dall'articolo 31 della Costituzione della Repubblica Popolare Cinese, con un sistema amministrativo autonomo ispirato al principio «Un Paese, due sistemi». Analogo regime di autonomia è garantito alla ex colonia portoghese di Macao, tornata sotto la sovranità cinese nel 1999;

    agli inizi del 2019, giacché la magistratura hongkonghese non poteva esercitare alcuna giurisdizione sul caso di Chen Tongjia – residente di Hong Kong accusato di aver ucciso la sua fidanzata incinta a Taiwan prima di tornare a Hong Kong – le autorità della Regione amministrativa speciale hanno avanzato una proposta intesa a regolare l'estradizione da e verso la terraferma cinese, Macao e Taiwan;

    il 31 marzo 2019 migliaia di persone scendevano in piazza per protestare contro la proposta di legge sull'estradizione. In seguito alle proteste, il 3 aprile l'Esecutivo di Hong Kong guidato da Carrie Lam introduceva alcune modifiche alla suddetta proposta normativa. A fine aprile i manifestanti raggiungevano l'edificio del Consiglio legislativo di Hong Kong per rifiutare qualunque modifica alla normativa sull'estradizione suscettibile di accrescere il ruolo della Cina nelle vicende giudiziarie della Regione amministrativa speciale;

    dieci giorni dopo Carrie Lam ribadiva la sua determinazione a fare approvare le modifiche, ma il 30 maggio la portata delle modifiche veniva ulteriormente attenuata, non convincendo tuttavia gli oppositori. Il 9 giugno le manifestazioni portarono in piazza circa mezzo milione di persone;

    nel corso dei mesi gli eventi di piazza hanno registrato sempre più frequenti episodi di violenza, determinando anche la chiusura di uffici governativi, infrastrutture aeroportuali e servizi pubblici di varia natura;

    in seguito al degenerare degli eventi, il 15 giugno l'Esecutivo di Hong Kong rinviava sine die la proposta di legge per le modifiche alla normativa sull'estradizione. Ciononostante le proteste sono continuate con un ulteriore acuirsi della violenza, tantoché il 1° luglio, 22° anniversario del ritorno di Hong Kong alla Cina, i manifestanti giungevano ad assaltare la sede del Consiglio legislativo;

    il 18 luglio il Parlamento europeo ha votato una risoluzione che invita il Governo di Hong Kong a ritirare il progetto di modifica del regime dell'estradizione e sostiene l'importanza «che l'UE continui a sollevare la questione delle violazioni dei diritti umani in Cina in occasione di ogni dialogo politico e sui diritti umani con le autorità cinesi, in linea con l'impegno dell'UE di esprimersi con una voce unica, forte e chiara nel dialogo con il Paese; rammenta altresì che, nel contesto del suo attuale processo di riforma e del suo crescente impegno globale, la Cina ha aderito al quadro internazionale sui diritti umani firmando una vasta serie di trattati internazionali in materia; invita pertanto l'UE a portare avanti il dialogo con la Cina per assicurare che onori tali impegni»;

    il 4 settembre, dopo cinque mesi di proteste, Carrie Lam ha annunciato il ritiro, in via definitiva, delle proposte di modifica alla normativa di Hong Kong in materia di estradizione. Il Capo dell'Esecutivo accompagnava l'annuncio con ulteriori tre punti, a suo dire utili a un dialogo con il movimento di contestazione, ovvero: 1) il pieno sostegno all’Independent Police Complaints Council (Ipcc), l'organismo che ha il compito di fare luce sui reclami contro l'operato della polizia dell'ex colonia; 2) la disponibilità sua e del suo gabinetto ad avviare incontri con le comunità locali; 3) la stesura di un rapporto indipendente sulle cause delle principali questioni sociali che affliggono la città;

    l'attivista Joshua Wong era atteso in Italia a fine novembre per un incontro pubblico presso la Fondazione Feltrinelli e per incontrare parlamentari di vari partiti, cosa che ha già fatto in Germania – incontrando privatamente il Ministro degli esteri con alcuni politici – e negli Stati Uniti – incontrando membri del Congresso –, e un tribunale ha respinto l'8 novembre 2019 la richiesta del signor Wong di lasciare Hong Kong per l'Europa. Il 19 novembre la decisione è stata confermata dalla Corte suprema;

    per quanto il controverso provvedimento in materia di estradizione sia stato revocato, le manifestazioni proseguono e, ad oggi, non è possibile circoscriverne il novero di ulteriori obiettivi futuri. In questo contesto, l'8 settembre alcuni dimostranti hanno iniziato a sfilare indossando bandiere degli Stati Uniti, invocandone altresì un intervento diretto nella crisi. Il 15 settembre un sit-in di manifestanti davanti al consolato britannico, nel criticare il principio «Un Paese, due sistemi», invocava un'iniziativa del Regno Unito volta a riconoscere la cittadinanza britannica ai residenti di Hong Kong;

    nelle elezioni dei distretti tenute il 23 novembre, il fronte di opposizione democratica ha conquistato 278 seggi contro i 42 dei filo-cinesi e una ventina per gli indipendenti, sostanzialmente ribaltando il risultato del 2015, nel quale l’establishment governativo era arrivato a 298 seggi e l'opposizione a 126,

impegna il Governo:

1) ad assumere le iniziative necessarie per conformarsi alla risoluzione del Parlamento europeo del 18 luglio 2019;

2) sulla scorta di quanto richiamato dall'allora Alto Rappresentante Mogherini il 18 novembre 2019, a continuare a sostenere l'iniziativa dell'Unione europea per l'avvio, da parte delle autorità di Hong Kong, di un'indagine conoscitiva sulle ragioni alla base delle proteste e di un'inchiesta sulle violenze e sulle violazioni del diritto nell'impiego dell'uso della forza;

3) a sostenere una iniziativa dell'Unione europea per un celere e imparziale esame, da parte delle competenti autorità di Hong Kong e sulla base della legislazione locale vigente, delle richieste di rilascio dei manifestanti arrestati durante le proteste, nonché per verificare le ragioni del diniego all'espatrio di Joshua Wong, chiedendo parimenti spiegazioni all'ambasciata cinese;

4) a ribadire alle autorità cinesi che la tutela delle libertà di espressione e i diritti personali, nel pieno rispetto delle autonomie dei singoli Paesi, sono un principio essenziale per la conduzione della politica estera italiana.
(1-00308) «Cabras, Quartapelle Procopio, Migliore, Palazzotto, Suriano, Sabrina De Carlo, Del Grosso, Perconti, Di Stasio, Emiliozzi».


   La Camera,

   premesso che:

    i segretari comunali e provinciali svolgono un ruolo fondamentale per le autonomie locali, dovendo assicurare la direzione complessiva ed il coordinamento dell'intera struttura amministrativa comunale, oltre alle delicate funzioni in materia di trasparenza, prevenzione della corruzione e controlli interni;

    il ruolo e le funzioni del segretario comunale e provinciali sono stabiliti dall'articolo 97 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Tuel);

    la figura summenzionata svolge una serie di compiti, i principali dei quali sono di collaborazione e di assistenza giuridico-amministrativa nei confronti degli organi elettivi dell'ente, in ordine alla conformità dell'azione amministrativa alle leggi, allo statuto ed ai regolamenti;

    il segretario, inoltre, ai sensi dell'articolo 97, comma 4, del Tuel, partecipa con funzioni consultive, referenti e di assistenza alle riunioni del consiglio e della giunta e ne cura la verbalizzazione; esprime il parere di cui all'articolo 49 del Tuel, in relazione alle sue competenze, nel caso in cui l'ente non abbia responsabili dei servizi; roga, su richiesta dell'ente, i contratti nei quali l'ente è parte e autentica scritture private ed atti unilaterali nell'interesse dell'ente; esercita ogni altra funzione attribuitagli dallo statuto o dai regolamenti, o conferitagli dal sindaco o dal presidente della provincia ed esercita le funzioni di direttore generale nell'ipotesi prevista dall'articolo 108, comma 4, del Tuel;

    la Corte costituzionale, con la recente sentenza n. 23 del 22 febbraio 2019, ha affermato che le funzioni del segretario comunale costituiscono, oltre a una garanzia del rispetto della legge e della regolarità delle procedure, anche un fondamentale supporto all'elaborazione dell'indirizzo politico dell'ente e alla direzione apicale dell'intera struttura amministrativa, stante «l'immediatezza di rapporto con il vertice del comune»;

    a livello nazionale il numero dei segretari comunali dal 2010 al 2019 è diminuito di 659 unità, passando da 3.569 rilevati nel novembre 2010 ai 2.937 rilevati a giugno 2019, e la situazione si presenta più critica soprattutto nei piccoli comuni;

    secondo gli ultimi dati riportati dall'Anci, solo a titolo di esempio, in Abruzzo, su 135 comuni con meno di 3.000 abitanti, 111 sono sprovvisti del segretario comunale; in Liguria, su un fabbisogno di 238 autonomie locali, alla fine del 2019 resteranno 68 segretari comunali;

    considerato che ciascuna sede riunisce, spesso, più di un piccolo municipio, anche con poche centinaia di abitanti, nella pratica un comune su due dei quasi 8 mila totali è amministrato senza l'indispensabile figura del Segretario comunale;

    come riportato dalle maggiori agenzie di stampa, l'Anci e l'Upi, con una lettera inviata già al Governo Conte I, hanno denunciato una «grave carenza» di segretari comunali, soprattutto di «fascia C» ovvero quelli abilitati per le amministrazioni più piccole, sotto i 3 mila abitanti;

    la situazione, infatti, è diventata drammatica soprattutto in riferimento ai piccoli comuni che si trovano sprovvisti di una figura fondamentale a supporto dei sindaci per la quotidiana attività amministrativa, soprattutto alla luce delle continue interpretazioni normative che implicano scelte e responsabilità gravose non solo per il bene comune dei cittadini ma anche per la tutela e la salvaguardia del ruolo del sindaco stesso;

    i meccanismi di reclutamento, già intrinsecamente farraginosi, sono negli ultimi anni entrati in stallo: ad oggi, le uniche procedure di reclutamento aperte sono quelle avviate con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 aprile 2018, con il quale è stata prevista l'assunzione di 291 borsisti al sesto corso-concorso di formazione per il conseguimento dell'abilitazione richiesta ai fini dell'iscrizione di 224 segretari comunali nella fascia iniziale dell'albo, per cui si sono appena concluse le prove scritte, e quella promossa, il 20 febbraio 2019, dal consiglio direttivo per l'albo nazionale dei segretari comunali che ha deliberato l'indizione di un ulteriore concorso pubblico per l'assunzione di 171 unità;

    a ciò si aggiunga che l'espletamento pluriennale del corso-concorso, se pur necessario, rischia di non rappresentare la soluzione decisiva alla carenza cronica delle figure apicali della pubblica amministrazione, se individuato come unica possibilità di reclutamento;

    sebbene la programmazione di due procedure concorsuali sia un fatto certamente positivo è da considerarsi non sufficiente ad ovviare, nel breve periodo, alle ampie e strutturali carenze che caratterizzano attualmente la categoria;

    il Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, intervenendo ad Arezzo per l'assemblea nazionale Anci, il 20 novembre 2019, ha assunto l'impegno di un concorso in tempi celeri ritenendo «decisivo intervenire per assicurare la presenza di segretari comunali in tutti i Comuni, anche in quelli piccoli»;

    nonostante i proclami del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si registra, ancora oggi, l'allarme relativo alla drammatica carenza dei segretari comunali che rischia di paralizzare, a tutti gli effetti, lo svolgimento della ordinaria attività amministrativa e il buon andamento degli uffici pubblici, assumendo i caratteri di una problematica di portata nazionale, tale da richiedere con urgenza interventi risolutivi;

    il decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, cosiddetto «milleproroghe», all'articolo 1, comma 2, lettera b) interviene sull'articolo 1, comma 6-quater, del decreto-legge n. 216 del 2016, prorogando al 31 dicembre 2023 il termine per l'utilizzo temporaneo di segretari comunali da parte del Dipartimento della funzione pubblica, al fine di garantire il rafforzamento delle attività di semplificazione delle norme e delle procedure amministrative e di monitoraggio dei servizi resi dalla pubblica amministrazione alle imprese e ai cittadini, nonché delle attività connesse alla gestione del personale in eccedenza,

impegna il Governo:

1) ad adottare tempestivamente le opportune iniziative, anche di carattere normativo, al fine di prevedere la riduzione delle tempistiche per l'immissione al ruolo, attraverso l'accorciamento dei rispettivi periodi di didattica e di tirocinio pratico come previsti dalle procedure di corso-concorso;

2) ad assumere iniziative urgenti, anche di carattere normativo, e in via temporanea, volte a prevedere l'attribuzione delle funzioni di segretario comunale a coloro che abbiano svolto le funzioni di vice segretario comunale presso enti locali e siano in possesso dei titoli di studio di cui all'articolo 98, comma 5, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;

3) ad adottare le opportune iniziative al fine di prevedere una maggiore frequenza delle procedure concorsuali dei segretari comunali quale percorso fisiologico di immissione al ruolo.
(1-00309) «Ruffino, Gelmini, Pella, Germanà, Battilocchio».


   La Camera,

   premesso che:

    con la sentenza del 22 febbraio 2019, n. 23, la Corte costituzionale si è soffermata sulle funzioni svolte dai segretari comunali e provinciali, raggruppate in tre categorie: funzioni di certificazione, di controllo di legalità o di attuazione di indirizzi altrui, funzioni di supporto propositivo all'azione degli organi comunali, funzioni di carattere eminentemente gestionale;

    con la medesima sentenza la Corte ha evidenziato che «Il segretario comunale è certamente figura apicale e altrettanto certamente intrattiene con il sindaco rapporti diretti, senza intermediazione di altri dirigenti o strutture amministrative»;

    ciononostante la figura dei segretari comunali, come è stato rilevato, è oggetto di un processo di costante desertificazione, una condizione riconducibile sia alla mancata indizione dei concorsi per l'accesso alla carriera, sia ad una fuga sempre più massiccia dalla categoria dovuta a una collocazione lavorativa usurante, isolata e colpita da continui interventi normativi ed organizzativi che ne hanno minato il trattamento economico e giuridico;

    ne consegue che l'amministrazione di centinaia di piccoli comuni italiani sta di fatto diventando un percorso a ostacoli a causa della grave e perdurante carenza di segretari comunali, considerato che la figura del segretario comunale è l'indispensabile supporto per garantire la legittimità degli atti assunti dagli enti;

    secondo le stime effettuate dall'Associazione nazionale comuni d'Italia, attualmente le sedi senza titolare sono 1.729 su quattromila negli enti sotto i diecimila abitanti, e considerato che ognuna riunisce spesso più di un municipio, si stima che un comune su due sia scoperto;

    l'Anci e l'Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani (Uncem) hanno denunciato, a più riprese, tale grave situazione di carenza dei segretari comunali sul territorio nazionale;

    in assenza del segretario comunale in pratica si rischia il blocco della funzionalità di un comune, con inevitabili ripercussioni negative sulla qualità del lavoro dei sindaci; infatti in considerazione della peculiarità e della obbligatorietà della figura, non può tenersi il consiglio comunale; non possono essere firmati gli atti; è impossibile bandire gare d'appalto; non si gestiscono i contenziosi;

    il segretario comunale nei piccoli comuni si occupa anche dei rogiti e recentemente ha assunto la carica di funzionario anti corruzione; appare del tutto evidente che senza segretari comunali si determina, dunque, un rallentamento complessivo dell'azione amministrativa, già di per sé macchinosa, la quale inevitabilmente ha ripercussioni negative sui servizi ai cittadini, alle imprese, alle famiglie;

    finché la figura del segretario rimane obbligatoria, i comuni, anche i più piccoli, non hanno la facoltà, ma il dovere di destinare risorse di bilancio alle remunerazioni dei segretari, e questa situazione grava pesantemente sui bilanci dell'ente di piccole dimensioni e sui capitoli di spesa relativi al personale, che spesso risulta numericamente molto carente;

    nel periodo di blocco della contrattazione il trattamento economico dei segretari comunali ha subito numerosi interventi di riduzione, tanto nella fascia di accesso corrispondente ai piccoli comuni, che negli enti di maggiori dimensioni, e ha reso impossibile determinare un allineamento delle retribuzioni dei segretari analogo a quello della restante dirigenza;

    inoltre, i segretari, pur essendo obbligatori per svolgere consigli comunali e giunte, gravano sulle spese del personale dell'ente, determinando un onere non sostenibile per i piccoli comuni al quale si ricollega, soprattutto per i piccoli comuni montani, una forte difficoltà di reperirli;

    gli interventi necessari per contrastare la carenza di segretari comunali, sia sotto il profilo dell'ottimizzazione del loro impiego e contestuale miglioramento della loro dimensione professionale, sia sotto il profilo della copertura degli oneri, sia, infine, rispetto al potenziamento delle assunzioni, avrebbero potuto e dovuto trovare spazio nel disegno di legge di bilancio appena approvato dal Parlamento ma evidentemente il Governo non ha ritenuto la carenza della figura dei segretari sufficientemente rilevante,

impegna il Governo:

1) ad adottare le iniziative di competenza affinché la spesa per i segretari comunali sia posta a carico del bilancio del Ministero dell'interno, liberando risorse nei comuni, soprattutto quelli di piccole dimensioni, ovvero affinché tale spesa sia esclusa dal computo delle spese per il personale dei medesimi enti, nonché per destinare maggiori risorse finalizzate a un miglioramento della condizione lavorativa degli stessi segretari comunali;

2) ad adottare iniziative per individuare ambiti territoriali nei quali un segretario svolga le funzioni per una pluralità di comuni, al fine di impedire la paralisi delle attività e garantire l'erogazione dei servizi in favore dei cittadini;

3) ad assumere iniziative volte al potenziamento degli organici dei segretari comunali, velocizzando le procedure dei concorsi già indetti e garantendo la rapida immissione in ruolo degli idonei, e prevedendo al contempo che i vice segretari comunali, laddove nominati, operino in costante raccordo con i soggetti titolari.
(1-00310) «Lollobrigida, Meloni, Silvestroni, Rizzetto, Deidda, Acquaroli, Baldini, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Luca De Carlo, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rotelli, Trancassini, Varchi, Zucconi».


   La Camera,

   premesso che:

    dal 31 marzo 2019 migliaia di persone, in gran parte giovani e studenti sotto i 29 anni, scendono in piazza a Hong Kong per protestare contro la proposta di legge in materia di estradizione, sulla quale il Governo guidato da Carrie Lam, sulla spinta delle proteste, aveva introdotto alcuni parziali correttivi;

    l'11 maggio in seno allo stesso Consiglio legislativo si era creata una divisione tra favorevoli e contrari alle modifiche in materia di estradizione; la portata della legge veniva in parte attenuata, ma gli interventi del Governo, ritenuti tardivi e insufficienti, non avevano convinto gli oppositori, i quali continuavano a sfilare per le strade con una partecipazione sempre più ampia;

    a seguito degli accordi del 1984 con il Regno Unito, dal 1997 Hong Kong, una regione amministrativa speciale cinese con un sistema amministrativo improntato al principio «un Paese-due sistemi», gode di forte autonomia sul piano politico, economico e soprattutto giudiziario, fino al 2047;

    le recenti proteste contro la legge sull'estradizione sono il sintomo di un più profondo attrito tra Hong Kong e Pechino. Nel 2047 Hong Kong cesserà infatti di avere standard politici, economici e istituzionali diversi e più autonomi rispetto al resto della Cina, la quale sembra avere l'intenzione di erodere il grado di autonomia di Hong Kong;

    particolarmente significative sono risultate le manifestazioni di giugno 2019 in cui la protesta assumeva i contorni di una partecipazione di massa imponente: quella del 6 giugno in cui i partecipanti sfilavano vestivi di nero e quella del 9 giugno che contava più di mezzo milione di persone;

    di fronte a milioni di persone che hanno continuato a scendere in piazza, la risposta da parte della polizia è stata ingiustificatamente repressiva, in particolar modo quando una marcia pacifica si dirigeva nel settembre 2019, con due distinti appuntamenti, verso il consolato americano e poi verso il consolato britannico per invocare un aiuto in difesa della causa della libertà ad Hong Kong e per il rispetto dei diritti umani; fino ad arrivare ai recenti scontri nella zona della Politechnic University, con giornate di grande tensione che hanno fatto temere il peggio;

    il 18 novembre 2019, infatti, gli scontri durissimi fra manifestanti arroccati nel Politecnico e la polizia hanno fatto registrare 38 feriti, di cui 5 in condizioni gravi; dall'inizio delle proteste ad oggi la polizia ha arrestato 4.401 persone in età compresa tra gli 11 e gli 83 anni;

    l'ufficio di collegamento del Governo cinese a Hong Kong ha ribadito il sostegno al Governo locale per «adottare ogni necessaria misura per fermare i disordini e ripristinare l'ordine prima possibile, arrestare i criminali e punire severamente i loro atti violenti»;

    una protesta così ampia e massiccia in termini di partecipazione e così determinata nel tempo ha trovato motivazioni e fondamento non solo nella richiesta di ritirare la legge sull'estradizione ma anche nella richiesta di dimissioni di Carrie Lam, in favore del suffragio universale per eleggere il Capo dell'Esecutivo e il Consiglio legislativo, per un'indagine indipendente e democratica sulla condotta della polizia e la cancelleria sulle accuse agli arrestati durante le proteste, saliti a più di 1200 persone;

    sono significative le parole dell'ex Presidente della Camera dei Comuni, John Bercow, che il 17 novembre ha dichiarato: «L'erosione della libertà ad Hong Kong è sfuggita di controllo negli ultimi mesi, e mi unisco agli appelli rivolti a Carrie Lam perché svolga il suo dovere di proteggere la vita dei cittadini di Hong Kong, in particolare dei giovani, scongiurando la perdita di vite umane. Non condono la violenza da parte di una piccola minoranza di manifestanti, ma credo che le persone di Hong Kong abbiano il diritto di vivere in libertà e dignità, con i diritti umani fondamentali e senza paura, e perciò chiedo al governo di Hong Kong di ordinare alla polizia di usare moderazione»;

    gli Stati Uniti hanno preso una posizione chiaramente a sostegno dei manifestanti. Il 27 novembre il Congresso americano, con votazione unanime, un consenso bipartisan e l'appoggio del Presidente Trump, ha approvato la legge sui diritti umani e la democrazia a Hong Kong, che prevede che il congresso federale effettui un periodico riesame dello status privilegiato di Hong Kong, tale da giustificare accordi commerciali che hanno permesso al Paese di diventare una capitale finanziaria importante, con l'opzione di revocarlo quale ulteriore sanzione economica per gli abusi; le sanzioni vengono minacciate anche nel caso di violazione dei diritti umani dei cittadini con decisioni arbitrarie; la ratifica delle due leggi trova fondamento nelle garanzie previste nel 1997 quando la Gran Bretagna ha restituito alla Cina la sua colonia;

    il Parlamento europeo ha adottato il 18 luglio 2019 una risoluzione sulla situazione a Hong Kong in cui chiede alle autorità di ritirare definitivamente la controversa legge sull'estradizione che, secondo l'Europarlamento, darebbe alla Cina un'arma per arrestare i dissidenti ospitati nell'ex colonia britannica;

    particolarmente significativo è stato il risultato delle elezioni distrettuali svoltesi il 24 novembre 2019, che hanno visto la vittoria di candidati vicini alle ragioni delle proteste degli attivisti pro democrazia;

    l'attivista pro democrazia Joshua Wong, già leader del «Movimento degli ombrelli» del 2014 e tra i principali leader delle proteste a Hong Kong, di recente è stato arrestato con l'accusa di non aver rispettato le regole sulla libertà su cauzione; successivamente rilasciato ha potuto riprendere l'azione di sensibilizzazione internazionale in difesa della democrazia a Hong Kong, incontrando partiti e rappresentanti istituzionali di alcuni Paesi europei, a partire dalla Germania;

    Joshua Wong era atteso anche in Italia a fine novembre 2019 per un incontro pubblico presso la Fondazione Feltrinelli per incontrare rappresentanti di vari partiti, analogamente a quanto fatto già a Berlino e negli Stati Uniti, ma tali incontri non sono potuti avvenire per il respingimento, l'8 novembre, da parte del tribunale della richiesta da parte dell'attivista di lasciare Hong Kong per l'Europa, decisione che successivamente confermata dalla Corte suprema;

    ad accrescere la gravità del quadro sopra descritto, il 29 novembre 2019 l'ambasciata cinese a Roma ha rilasciato dichiarazioni infelici, inaccettabili e irrispettose delle prerogative del nostro Parlamento, in seguito all'attività di alcuni parlamentari italiani che avevano organizzato un collegamento online via Skype con l'attivista Joshua Wong, un'iniziativa definita come «irresponsabile» secondo l'ambasciata cinese in Italia;

    l'imponente manifestazione dell'8 dicembre 2019 organizzata ad Hong Kong, in occasione della Giornata dei diritti umani, è stata la più vasta dalle recenti elezioni per il rinnovo del consiglio distrettuale, con la partecipazione di oltre 800 mila persone. Particolarmente importante è che la marcia sia stata autorizzata dalle autorità cittadine e che si sia svolta in modo pacifico e senza incidenti;

    in relazione agli eventi e alla recente manifestazione, va accolto con favore l'abbassamento dei toni per non inasprire il conflitto, prendendo atto delle ultime dichiarazioni del capo dell'Esecutivo della Regione amministrativa speciale di Hong Kong, Carrie Lam, volte ad assicurare che «il Governo continuerà a impegnarsi a fondo per proteggere i diritti umani e la libertà dei cittadini dell'ex colonia britannica», non escludendo ipotesi di rimpasto nella compagine di governo,

impegna il Governo:

1) ad adoperarsi affinché il governo di Hong Kong intraprenda la strada del dialogo con gli attivisti pro democrazia, scongiurando l'uso della forza;

2) a promuovere un'iniziativa a livello europeo affinché le competenti autorità di Hong Kong rilascino i manifestanti arrestati durante le proteste e modifichino i gravi capi di imputazione a loro attribuiti;

3) ad assumere ogni iniziativa utile, nelle competenti sedi europee e internazionali, al fine di assicurare il mantenimento di un alto grado di autonomia di Hong Kong nei rapporti con il Governo della Repubblica Popolare Cinese, nel rispetto degli accordi del 1984;

4) ad assumere le iniziative atte a recepire le raccomandazioni agli Stati membri contenute nella risoluzione del Parlamento europeo del 18 luglio 2019.
(1-00311) «Orsini, Gelmini, Lupi, Carfagna, Valentini, Biancofiore, Cappellacci, Fitzgerald Nissoli, Napoli, Battilocchio».

Risoluzione in Commissione:


   La IX Commissione,

   premesso che:

    la legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019), con l'articolo 1, comma 102, ha previsto la possibilità di autorizzare la sperimentazione della circolazione su strada di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, quali segway, hoverboard e monopattini;

    il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 4 giugno 2019 ha dato attuazione a tale disposizione, dettando regole per lo svolgimento della sperimentazione della circolazione su strada dei dispositivi per la micromobilità elettrica;

    il decreto, all'articolo 2, ha individuato e definito i dispositivi per la micromobilità elettrica ammessi alla sperimentazione, ricomprendendo tra questi i monopattini; per i monopattini, in quanto dispositivi non auto-bilanciati, è stata prevista la dotazione di un motore elettrico con potenza nominale non superiore a 500 Watt. Inoltre, il medesimo articolo ha disposto che i monopattini e gli altri dispositivi per la micromobilità in grado di sviluppare velocità superiori a 20 km/h debbano essere dotati di un regolatore di velocità, configurabile per il rispetto del suddetto limite, nonché di un limite di velocità non superiore a 6 km/h per l'utilizzo all'interno di aree pedonali;

    l'articolo 50 del codice della strada definisce le caratteristiche dei velocipedi, prevedendo che all'interno di questa categoria possano rientrare le biciclette a pedalata assistita dotate di motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0.25 kW che non possa superare la velocità di 25 km/h;

    la legge 27 dicembre 2019, n. 160, all'articolo 1, comma 75, ha equiparato i monopattini elettrici di cui al sopracitato decreto ministeriale ai velocipedi di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Tale equiparazione rischia di produrre una serie di criticità e di incongruenze nella normativa vigente in materia di circolazione di veicoli, nonché in materia di sicurezza stradale;

    in primo luogo, è necessario coordinare le disposizioni di cui all'articolo 50 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e quelle di cui all'articolo 2 del decreto ministeriale 4 giugno 2019 per quanto riguarda la potenza massima dei motori elettrici ammessa, nonché, per quanto attiene alla sicurezza stradale, si pone un problema di individuazione di limiti di velocità uniformi, che, a legislazione vigente, divergono per velocipedi e monopattini elettrici;

    l'articolo 7 del decreto ministeriale 4 giugno 2019 ha previsto che la sperimentazione dei dispositivi per la micromobilità elettrica, tra cui i monopattini, potesse essere autorizzata entro 12 mesi dall'entrata in vigore del decreto medesimo e che le sperimentazioni autorizzate si potessero concludere entro i 24 mesi successivi alla medesima data;

    ad oggi sono numerose le amministrazioni comunali che hanno avviato la sperimentazione, ancora in corso di svolgimento, sulla circolazione dei dispositivi per la micromobilità elettrica, investendo anche risorse economiche per la realizzazione e l'installazione di una specifica segnaletica stradale;

    la finalità della sperimentazione era quella di raccogliere dati al fine di valutare la fattibilità e la successiva regolazione della circolazione di dispositivi per la micromobilità elettrica, in particolare per quanto attiene ai profili inerenti alla sicurezza stradale. A tal fine, il comma 2 dell'articolo 7 del decreto ministeriale 4 giugno 2019, dispone che i comuni debbano comunicare le risultanze della sperimentazione intrapresa entro tre mesi dalla sua conclusione;

    nella seduta della Camera dei deputati del 23 dicembre 2019, in occasione dell'esame della legge di bilancio per l'anno 2020 e per il triennio 2020-2022 il Governo ha accolto l'ordine del giorno n. 9/2305/429 che lo impegna a valutare l'opportunità di individuare gli strumenti più idonei al fine di consentire la conclusione delle sperimentazioni in corso sulla circolazione su strada di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, e di garantire pienamente la sicurezza stradale, anche valutando gli effetti del disposto di cui al comma 75, articolo 1, della legge n. 160 del 2019 al fine di disporre una temporanea sospensione ovvero il differimento dell'applicazione,

impegna il Governo:

   al fine di garantire pienamente la sicurezza stradale e di evitare che le risorse investite dai comuni nelle sperimentazioni sulla circolazione dei dispositivi per la micromobilità elettrica possano non avere utilità, ad adottare iniziative per sospendere l'applicazione dell'equiparazione dei monopattini elettrici ai velocipedi di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, fino alla conclusione delle sperimentazioni già avviate in Italia, consentendo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti un'adeguata valutazione dei dati raccolti;

   ad assumere con urgenza tutte le iniziative necessarie a garantire pienamente la sicurezza stradale alla luce dell'equiparazione dei monopattini elettrici ai velocipedi, in particolare per quanto riguarda l'incolumità dei pedoni e dei conduttori degli stessi monopattini.
(7-00395) «Rosso, Maccanti, Rotelli, Mulè, Sozzani, Zanella, Pentangelo».

ATTI DI CONTROLLO

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:

   facendo seguito alla precedente interpellanza già discussa il 13 dicembre 2019 con la quale veniva evidenziata l'incertezza e l'incapacità di Governo delle problematiche di gestione dei rifiuti nella città di Roma;

   la direttiva europea 2008/98/CE stabilisce il quadro giuridico per il trattamento dei rifiuti all'interno dell'Unione;

   la Commissione europea, con una nota indirizzata al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, alla regione Lazio e al comune di Roma, chiede nuove informazioni alla luce delle allarmanti notizie che sono apparse sui grandi quotidiani nazionali ed internazionali, poiché il piano rifiuti del 2012, ancora in vigore, è in gran parte inattuato con impianti previsti non in esercizio o addirittura chiusi ed esprime forti perplessità in merito al mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, sulla mancanza di impianti di compostaggio e sulla insufficienza delle discariche esistenti;

   il tavolo tecnico tra regione Lazio, comune di Roma e città metropolitana previsto a seguito dell'ordinanza regionale n. Z00003 del 27 novembre 2019, ha elaborato un documento con la individuazione di alcuni possibili siti in cui realizzare discariche, tra cui quello di via Canestrini a Porta Medaglia. Su questo sito, nel suddetto documento tecnico, Roma Capitale si è espressa negativamente rispetto a qualsiasi ampliamento;

   la regione Lazio con determinazione n. G18468 del 23 dicembre 2019 (appena 26 giorni dopo la suddetta ordinanza) ha comunque approvato un intervento di ampliamento per 465.282 metri cubi proprio per la discarica sita in località Porta Medaglia di proprietà della Adrastea S.r.l.;

   la società Adrastea S.r.l. nello scorso giugno 2019 è stata oggetto di un sequestro da parte della magistratura e le indagini sono ancora in corso;

   la discarica di Colle Fagiolara nel comune di Colleferro (Roma) è autorizzata dalla regione Lazio ad abbancare rifiuti non pericolosi con autorizzazione integrata ambientale (Aia) n. G040202 del 4 aprile 2017, la quale stabilisce che, in conformità al decreto legislativo n. 46 del 2014, tale autorizzazione ha la durata di 10 anni a partire dal 5 aprile 2012, di cui al decreto n. 33/2007. Pertanto la discarica di Colle Fagiolara è autorizzata a ricevere fino al 5 aprile 2022;

   sempre la discarica di Colleferro (dove attualmente viene conferita la frazione organica stabilizzata (F.o.s.) della città di Roma) rappresenta la vera ragione della crisi dei rifiuti nella Capitale, in quanto la concessione per la sua gestione è affidata alla società a capitale interamente regionale Lazioambiente s.p.a., scaduta il 31 dicembre 2019, ma prorogata fino al 16 gennaio 2020, data stabilita dalla regione Lazio per la chiusura della discarica;

   in realtà, è previsto che la gestione dell'impianto di Colle Fagiolara passerà da Lazioambiente s.p.a. allo stesso comune di Colleferro, proprietario del sito, che dovrebbe continuarne la gestione, sia per il nuovo Consorzio intercomunale Minerva, sia per la successiva fase ventennale/trentennale di «fine vita» della discarica stessa. In tale quadro non esistono ragioni ostative che anticiperebbero la chiusura dell'impianto, anche in ragione dell'incidente accaduto all'interno della discarica alcuni mesi fa. Non si comprende quindi il motivo di vietare il conferimento alla sola città di Roma;

   inoltre, la conformazione morfologica di progetto della discarica di Colle Fagiolara prevede che la parte centrale debba essere necessariamente colmata, al fine di riprofilare le pendenze indispensabili per la successiva copertura con la geomembrana Hdpe di «capping», per consentire il depluvio delle acque meteoriche e la formazione del pericoloso percolato; pertanto, in caso di chiusura anticipata si creerebbe un incalcolabile danno ambientale, oltre a un grave danno erariale;

   in definitiva appare chiaro agli interpellanti che la crisi della gestione dei rifiuti a Roma sia indotta per ragioni che poco hanno a che vedere con la mancanza di soluzioni e che questa situazione di «opacità politica» nel Lazio favorisce gravemente i sodalizi criminali della camorra e della ‘ndrangheta, presenti massicciamente nel settore –:

   se il Ministro interpellato sia a conoscenza delle osservazioni riportate in premessa e quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per:

    a) chiarire alle istituzioni europee quali siano le linee guida che lo Stato italiano vuole perseguire al fine di garantire il rispetto della normativa vigente;

    b) eliminare la confusione e l'opacità che avvolge tutta la gestione del ciclo di raccolta e smaltimento dei rifiuti nella città di Roma;

    c) modificare l'approccio alla tematica dei rifiuti e, pertanto, superare la logica emergenziale attraverso un'ampia e approfondita pianificazione del ciclo di raccolta e smaltimento dei rifiuti fondato sui principi di trasparenza, pubblicità e inclusione, in un contesto di economia circolare che riduca al minimo tecnologico gli abbancamenti in discarica, considerato che qualsiasi comportamento in contrasto con tali princìpi si porrebbe al di fuori delle norme europee e delle leggi nazionali.
(2-00608) «Brunetta, Gelmini».

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI E TURISMO

Interrogazioni a risposta scritta:


   LEGNAIOLI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. — Per sapere – premesso che:

   organi di stampa locali di Lucca di questi giorni riportano la notizia secondo la quale a Viareggio, una celebre opera di Giulio Turcato sarebbe abbandonata in un deposito comunale a Viareggio;

   le Oceaniche, questo il nome dell'opera d'arte, furono esposte alla Biennale di Venezia nel 1972. Poi l'autore le donò al comune di Viareggio che per oltre vent'anni le ha esposte in piazza Puccini, uno dei punti più eleganti e prestigiosi dei viali a mare della città. Dopo la recentissima ristrutturazione della piazza, però, le «Oceaniche» di Giulio Turcato, considerato uno dei principali esponenti dell'astrattismo informale italiano, sono state ritrovate fra erbacce e cassonetti dei rifiuti nel piazzale esterno del deposito comunale di Viareggio;

   la notizia sta destando molta indignazione in città, sia tra i cittadini che nell'ambito dei circoli culturali viareggini, da sempre orgogliosi di poter ospitare l'opera del grande artista –:

   se il Ministro sia a conoscenza della vicenda sopra descritta e se, alla luce dell'importanza artistica dell'opera, non ritenga opportuno, d'intesa con il comune di Viareggio, adottare ogni iniziativa di competenza, utile a tutelare il bene, in ragione della sua valenza artistica, anche favorendone la ricollocazione nel luogo ove esso era stato posto.
(4-04420)


   CASCIELLO. — Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. — Per sapere – premesso che:

   si apprende dalla stampa che a Roma chiuderanno, nel mese di gennaio 2020 due librerie conosciute e punto di riferimento dei lettori romani: Feltrinelli International, di via Vittorio Emanuele Orlando, e Feltrinelli nei pressi di piazza Cavour;

   le due librerie Feltrinelli sono solo le ultime di una lunga lista: negli ultimi due mesi la città ha perso la Libreria del Viaggiatore, in via del Pellegrino, la Pecora elettrica, in via delle Palme a Centocelle (questa oggetto di una serie di attentati incendiari che hanno spinto i proprietari a non riaprire) e la libreria Coliseum, in via del Teatro Valle;

   il settore delle librerie appare fortemente in affanno nella capitale soprattutto per gli ingenti costi di gestione; secondo gli ultimi dati disponibili di Confcommercio, a Roma dal 2007 al 2017 hanno chiuso ben 223 librerie senza che nulla fosse fatto per arginare una tale perdita innanzitutto di natura culturale;

   a livello nazionale, dal 2012 al 2017 hanno chiuso circa 2.300 librerie con un trend in crescita negli ultimi 5 anni: nel rilevamento precedente il tasso di chiusura era del 12 per cento, mentre oggi il trend si attesta al 13,47 per cento;

   praticamente nel nostro Paese ogni giorno chiude una libreria, che non è solo un'impresa commerciale, ma rappresenta un patrimonio culturale collettivo, un punto di riferimento anche di socialità per un quartiere, una città;

   in una città come Roma non riescono a sopravvivere neanche le librerie aperte nel centro storico e per ogni libreria che chiude si perdono posti di lavoro, peraltro anche qualificati, considerata la specificità del settore;

   i dati sulla lettura in Italia rappresentano già un allarme: in Italia legge almeno un libro all'anno il 40,6 per cento della popolazione con percentuali più alte al Nord e al Centro; nel 2018 una famiglia su dieci non ha alcun libro in casa e anche nei casi in cui è presente una libreria domestica, il numero di titoli rimane abbastanza basso; l'Italia è il Paese con il più basso tasso di lettori in Europa;

   a questo si aggiungono i dati Ocse-Pisa sulla bassissima capacità di lettura e di comprensione del testo che si registra in Italia;

   secondo un'indagine sulla distribuzione delle librerie in Italia, in media il 60 per cento del territorio non ha una libreria a disposizione se non a chilometri di distanza e circa 13 milioni di cittadini vivono in un luogo privo di librerie;

   questa situazione si accentua nelle regioni del Sud dove la percentuale di assenza di libreria si alza, affiancata anche dalla penuria di biblioteche pubbliche, e in particolar modo di biblioteche scolastiche;

   tutto questo è frutto dell'assenza di una politica culturale nel Paese che chiede interventi specifici sia a livello locale ma soprattutto in una cornice normativa nazionale: i dati dicono infatti che, nonostante la generale scarsa propensione alla lettura degli italiani, l'indice di lettura diminuisce con il diminuire della disponibilità di accesso ai libri –:

   quali urgenti iniziative intenda adottare il Ministro per intraprendere una politica culturale volta a potenziare e a sostenere il settore, metter fine all'emorragia di presidi culturali quali le librerie sono e riconoscerne il forte valore sociale.
(4-04421)

DIFESA

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IV Commissione:


   TONDO e CUNIAL. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   in data 15 ottobre 2011 i genitori di Francesco Rinaldelli presentavano formale richiesta di documentazione inerente al consenso informato e all'anamnesi vaccinale del figlio dell'atto dell'arruolamento;

   in data 9 novembre 2011 viene inviato con nota prot. 4157, copia del libretto vaccinale e quadro D inerente alle vaccinazioni ma non l'anamnesi vaccinale e il consenso informato;

   nell'ottobre 2014 consta agli interroganti sia intervenuta, con riguardo al procedimento penale n. 1940/13 R.G.N.R., richiesta d'archiviazione;

   in data 2 settembre 2017 i genitori di Francesco Rinaldelli hanno presentato formale richiesta di documenti presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito della 17a legislatura, a quanto consta agli interroganti, senza ottenere sostanziale risposta;

   il caso di Francesco Rinaldelli è stato al centro dell'attività ispettiva della Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito fin dalla prima istituzione della Commissione stessa;

   in data 7 novembre 2019, il Sottosegretario alla difesa ha risposto all'interrogazione n. 5-03086, sostenendo che «dagli atti in possesso dell'Amministrazione, tutta la documentazione sanitaria relativa al militare indicato nell'interrogazione, ovunque esistente presso strutture pubbliche e private, è stata sottoposta a decreto di sequestro, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine, a firma del Pubblico Ministero, dottoressa Claudia Danelon, in data 9 luglio 2013, nell'ambito del Procedimento Penale nr. 1940/13 R.G.N.R.» e pertanto non disponibile per rispondere al quesito degli interroganti –:

   se il Ministero della difesa (prima del sequestro di cui in premessa) fosse in possesso dei verbali di visita di idoneità all'arruolamento nonché dei verbali delle visite di sorveglianza sanitaria rispettivamente previsti dal decreto legislativo n. 626 del 1994, articolo 55 e articolo 16, effettuati a Francesco Rinaldelli prima della designazione, o comunque prima dell'entrata in servizio presso il sito di Porto Marghera.
(5-03349)


   MARIA TRIPODI, VITO, FASCINA, GREGORIO FONTANA, DALL'OSSO, PEREGO DI CREMNAGO e RIPANI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   l'uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani sta esponendo a serio rischio i soldati italiani impegnati in Iraq e nelle zone limitrofe: nella notte tra il 7 e l'8 gennaio 2020 due attacchi simultanei lanciati dall'Iran hanno colpito le basi americane in Iraq e un'esplosione è stata avvertita anche a Erbil, dove sono di stanza 400 militari italiani;

   a tal proposito, il Ministero della difesa, dopo l'uccisione di Soleimani, ha deciso di innalzare le misure di sicurezza dei contingenti dove operano i soldati italiani e di limitare al minimo gli spostamenti al di fuori delle basi;

   il Ministro della difesa ha altresì precisato che l'addestramento delle forze irachene è temporaneamente sospeso, mentre le missioni continuano a operare regolarmente;

   si rammenta che sono circa 900 i militari italiani impegnati in Iraq, tra Erbil e Baghdad, quasi tutti nell'ambito della Coalizione multinazionale, che annovera 79 Paesi e 5 organizzazioni internazionali, contro i terroristi del Daesh;

   nello specifico, la componente italiana («Prima Parthica», sul campo dal 14 ottobre 2014) prevede un impiego massimo di 1.100 uomini e donne, 305 mezzi terrestri e 12 mezzi aerei;

   i nostri soldati contribuiscono con personale qualificato agli staff dei comandi della Coalizione, garantiscono attività Air-to Air refueling a favore degli assetti aerei della Coalizione, svolgono ricognizione e sorveglianza con droni, addestrano le forze di sicurezza locali;

   l'addestramento, temporaneamente sospeso, si svolge principalmente a Erbil, nel Kurdistan iracheno, e a Baghdad: a Erbil l'attività viene svolta da personale dell'Esercito nell'ambito della Task Force Land, inquadrata nel Kurdistan Training Coordination Center (KTCC), il cui comando è attribuito per un semestre all'Italia e per uno alla Germania;

   a Baghdad e a Kirkuk – dove un attentato, nel novembre 2019, ha provocato il ferimento di cinque soldati italiani – sono presenti uomini e donne delle forze speciali appartenenti a tutte le forze armate, che addestrano i militari iracheni del Counter Terrorism Service (CTS) e le forze speciali delle forze di sicurezza curde;

   non meno rischiosa appare la situazione in Libano, dove l'Italia ha il comando della missione internazionale Unifil (1.250 militari) –:

   se il Ministro interrogato non intenda chiarire quali siano le intenzioni e le iniziative, per quanto di competenza, volte a garantire la sicurezza dei soldati italiani impegnati in Iraq e nelle zone limitrofe.
(5-03350)


   FRUSONE e GIOVANNI RUSSO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   l'aeroporto di Frosinone è dedicato alla memoria del capitano pilota Girolamo Moscardini;

   il 72° Stormo è un reparto addestrativo dell'Aeronautica militare basato presso l'aeroporto di Frosinone ed equipaggiato con elicotteri;

   la Scuola volo elicotteri di Frosinone nella sua storia ha formato circa 5.000 piloti di elicottero;

   l'aeroporto «Girolamo Moscardini» rappresenta dal punto di vista economico, un presidio essenziale per la città e la provincia di Frosinone, ed è inoltre un importante riferimento per la sicurezza;

   da quanto si apprende da fonti ufficiali dell'esercito, il 4 aprile 2019, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito e del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, è stato dato avvio a un progetto nel settore della formazione dei piloti di elicotteri che si concretizzerà nell'organizzazione di corsi in un contesto interforze;

   il progetto vedrà la realizzazione, a Viterbo, di un'altra scuola di addestramento elicotteri in contesto interforze;

   il futuro ente di formazione vedrà l'Aeronautica militare in posizione di lead service;

   alla firma di questa prima lettera d'intenti, seguirà la costituzione di un comitato direttivo composto da membri delle due parti e da una rappresentanza dello Stato Maggiore della Difesa che, nei prossimi mesi, presenterà i risultati del progetto per la successiva graduale implementazione;

   il progetto, secondo il Generale di Corpo d'armata Salvatore Farina, consentirà di aumentare l'operabilità tra le Forze armate;

   la realizzazione del progetto prevede, nella prima fase, l'inizio della collaborazione presso l'attuale sede del 72° Stormo di Frosinone, dove gli allievi dell'Esercito accederanno dopo il conseguimento del brevetto di pilota d'aeroplano su velivolo T-260B, presso il 70° Stormo di Latina, mentre i piloti dell'Aeronautica militare selezionati per la linea elicotteri approderanno presso la scuola al completamento della fase II effettuata sul velivolo MB339 presso la base di Galatina;

   la seconda fase del progetto prevede l'implementazione graduale della struttura, secondo i risultati che presenterà il comitato direttivo suddetto;

   inoltre è stato recentemente firmato dal Capo di Stato Maggiore del Comando delle scuole dell'Aeronautica militare/3a Regione Aerea e dal Comandante dell'Aviazione dell'Esercito, l'accordo tecnico che avvia una sinergia nelle attività addestrati ve per il conseguimento del brevetto militare di pilota di elicottero (Bmpe) a favore dei frequentatori dell'Aves –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suddetti e se non ritenga di adottare iniziative per prevedere un piano per il potenziamento della struttura e assicurare il futuro e il pieno funzionamento dell'aeroporto «Girolamo Moscardini».
(5-03351)


   FERRARI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   gli eventi in atto nella regione del Golfo Persico, in seguito all'uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani e alla conseguente ritorsione da parte di Teheran, hanno creato una situazione oggettivamente complessa in un'area in cui sono presenti numerosi contingenti militari italiani;

   ripercussioni sono possibili non solo in Iraq, ma altresì nell'Afghanistan occidentale ed in Libano –:

   quali iniziative il Governo intenda adottare per garantire la sicurezza dei militari schierati in Paesi potenzialmente influenzati dagli eventi in corso richiamati in premessa.
(5-03352)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PAITA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili della Marina militare ci sono ancora in servizio diverse navi contenenti amianto e dislocate nel porto de La Spezia;

   inoltre, alcuni grandi capannoni dell'Arsenale, situati nei pressi dell'abitato di Marola, hanno il tetto in eternit, mentre mancano precise informazioni sul contenuto delle grandi gallerie collocate nella collina che costeggia la strada Napoleonica di fronte all'Arsenale militare;

   in particolare, riguardo alle navi, secondo diverse fonti di stampa, la situazione sarebbe tale da richiedere un massivo piano di bonifica, per un costo complessivo di 54 milioni di euro fino al 2030;

   i commi 100 e 101 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2020 aumentano di 4 milioni il fondo bonifica amianto (di cui alla legge n. 221 del 2015) per il triennio 2020 -2022 e finalizzano la destinazione delle risorse mediante un decreto attuativo del Ministro della difesa, con il concerto dei dicasteri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle infrastrutture e dei trasporti;

   come su indicato, i 4 milioni di euro annui sul triennio citato non consentono che l'iniziale predisposizione dei primi cantieri di bonifica e, allo stato attuale, non sono chiari tempi, modalità e risorse con cui si intenda eliminare tale potenziale pericolo per la salute dei cittadini –:

   se intenda fornire un quadro aggiornato e preciso della presenza di amianto nelle navi e nei manufatti dell'Arsenale de La Spezia e delle altre aree militari;

   in quali tempi e con quali risorse, oltre a quanto già previsto, si intenda realizzare un piano complessivo di bonifica;

   se sia a conoscenza del contenuto delle gallerie collocate presso la strada Napoleonica di fronte all'Arsenale militare.
(5-03342)

Interrogazione a risposta scritta:


   BALDINI. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 10, comma 2, della legge 23 marzo 1983, n. 78, prevede che il riconoscimento dell'indennità di comando navale, di cui al comma 1 del medesimo articolo spetti «altresì agli ufficiali e sottufficiali dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica titolari di comando che abbiano funzioni e responsabilità corrispondenti»;

   l'articolo 52, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 2002 n. 164, ha previsto il riconoscimento della suindicata indennità di comando navale al personale delle forze di polizia ad ordinamento militare titolare di incarichi corrispondenti a quelli di comando navale, nella prospettiva di superare la evidente sperequazione sussistente tra il personale delle forze armate;

   si evidenzia che le risorse rese disponibili ai fini dell'attuazione del suindicato articolo, ammontano a 490.000 euro annui, così come evidenziato nella nota 18391 del 3 marzo 2010 del Ministero dell'economia e delle finanze;

   in ragione dell'esiguità delle risorse a fronte di un numero elevato di potenziali percettori delle misure di cui in premessa, è intervenuto l'articolo 9, comma 35, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, introducendo una norma di interpretazione autentica attraverso la quale si è inteso vincolare la determinazione dei destinatari dell'indennità alla disponibilità delle risorse, legittimando una sorta di vincolo finanziario in capo alla fruizione di un diritto che nella ratio del legislatore era destinato ad un'intera categoria;

   con decreto del Ministero della difesa, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze del 13 settembre 2011, sono stati individuati i destinatari della citata indennità, circoscrivendone il perimetro a 53 ufficiali e 439 sottufficiali dell'Arma dei Carabinieri, con incarico rispettivamente di Comandante di tenenza e di comandante di stazione, la cui forza organica sia pari o superiore a 17 unità;

   pertanto, si è inteso introdurre come discriminante, ai fini dell'individuazione del beneficiario dell'indennità, esclusivamente il numero di unità in forza presso la tenenza o stazione in cui il titolare è di comando, in assenza di ulteriori specifiche tali da giustificare o rendere legittima la sperequazione;

   si ritiene opportuno sottolineare ulteriormente che l'indennità di comando sebbene riconosciuta, e limitata ad una platea ridotta di soggetti, non è stata però corrisposta in via retroattiva, essendo riconosciuta a decorrere dell'entrata in vigore del citato decreto interministeriale;

   ci si trova dinanzi ad un palese paradosso: a fronte di appena 500 titolari di comando, ritenuti beneficiari dell'indennità correlata, risultano almeno 4.000 le figure illegittimamente escluse dal medesimo diritto per ragioni esclusivamente di onere finanziario, malgrado si tratti di titolari di comando con le medesime funzioni e responsabilità;

   nell'ambito dell'esame del disegno di legge di bilancio 2020 il Governo ha accolto l'ordine del giorno 9/2305/60 al fine di prevedere il riconoscimento della fruizione dell'indennità di comando ai militari dell'Arma dei Carabinieri, con incarico di comandante di tenenza e di stazione territoriale, a prescindere dal numero di unità di forza organica;

   la sussistenza di una illegittima sperequazione tra medesimi aventi diritto, ha sollevato molteplici ricorsi in sede amministrativa che vedono l'amministrazione soccombente. Si evidenzia a tal riguardo che il Consiglio di Stato nella sentenza n. 501/2010, ha evidenziato che «...l'esistenza di un preciso obbligo giuridico di provvedere non può in generale essere vanificata da problemi di ordine i puramente economico (...)» –:

   se il Governo intenda adottare iniziative per superare la illegittima sperequazione di cui in premessa, prevedendo il riconoscimento della fruizione dell'indennità di comando ai militari dell'Arma dei carabinieri, con incarico di comandante di tenenza e di stazione territoriale, a prescindere dal numero di unità di forza organica.
(4-04412)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con risposta all'interpello n. 528 pubblicata il 16 dicembre 2019, l'Agenzia delle entrate ha fornito chiarimenti in merito all'applicabilità delle sanzioni previste dalla normativa vigente in caso di emissione tardiva della fattura elettronica ma con corretto versamento Iva;

   con tale risposta, l'Agenzia delle entrate ha chiarito che l'emissione della fattura elettronica in ritardo, anche qualora vengano rispettati i termini ordinari di liquidazione dell'Iva, non sfugge all'applicazione delle sanzioni;

   in particolare, l'Agenzia delle entrate ha stabilito che «la mancata emissione della fattura [entro dodici giorni dall'effettuazione dell'operazione], cui va equiparata la tardività di tale adempimento (cfr. la circolare n. 23/E del 25 gennaio 1999, punto 2.1), derivante dalla non tempestiva trasmissione al Sistema di Interscambio (SdI), comporta l'applicazione delle sanzioni di cui al comma 1 dell'articolo 6 (Violazione degli obblighi relativi alla documentazione, registrazione ed individuazione delle operazioni soggette all'imposta sul valore aggiunto) del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, ossia, per ciascuna violazione:

    a) “fra il novanta e il centoottanta per cento dell'imposta relativa all'imponibile non correttamente documentato” con un minimo di 500 euro (comma 1, primo periodo, e comma 4);

    b) “da euro 250 a euro 2.000 quando la violazione non ha inciso sulla corretta liquidazione del tributo” (comma 1, ultimo periodo)»;

   l'Agenzia delle entrate, in breve, richiamando la circolare n. 11/E del 15 maggio 2019, chiarisce che «la violazione degli obblighi inerenti alla documentazione e registrazione delle operazioni imponibili ai fini IVA, quando la violazione non ha inciso sulla corretta liquidazione del tributo, sanzionata dall'articolo 6, comma 1, ultimo periodo, del decreto legislativo n. 471 del 1997, rientra tra le violazioni cosiddette formali», ovvero tra le «inosservanze di formalità ed adempimenti suscettibili di ostacolare l'attività di controllo, anche solo in via potenziale»;

   conseguentemente, se – come nell'ipotesi prospettata dall'istante – la fattura tardiva viene emessa entro il giorno 15 del mese successivo e, quindi, l'imposta viene correttamente liquidata, non ricorre l'esimente invocata dall'istante, che è invece prevista – per le sole violazioni cosiddette meramente formali – dagli articoli 10, comma 3, della legge n. 212 del 2000 e 6, comma 5-bis, del decreto legislativo n. 472 del 1997, secondo cui «Non sono inoltre punibili le violazioni che non arrecano pregiudizio all'esercizio delle azioni di controllo e non incidono sulla determinazione della base imponibile, dell'imposta e sul versamento del tributo» –:

   se non ritenga di adottare le iniziative di competenza per chiarire che la ratio del richiamato termine di 12 giorni è quella di provvedere, nel termine del giorno 15 del mese/trimestre successivo, alla liquidazione e al pagamento dell'imposta;

   se e in quale misura la violazione in premessa richiamata, effettuati correttamente e nei termini la liquidazione e il pagamento dell'Iva, possa costituire un ostacolo al potere di controllo dell'Agenzia delle entrate.
(4-04415)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   MORRONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   i sindacati regionali della polizia penitenziaria hanno denunciato una situazione critica all'interno della casa circondariale di Reggio Emilia riguardante l'insalubrità di alcuni ambienti e il malfunzionamento dell'impianto di riscaldamento della struttura;

   risulta, infatti, il malfunzionamento dell'impianto di riscaldamento di n. 2 sezioni, poi estesosi a tutto l'istituto, comprese sia la caserma degli agenti di polizia penitenziaria sia la mensa di servizio riservata al personale ivi operante;

   per quanto riguarda la caserma degli agenti, il personale è stato costretto a utilizzare stufe elettriche per poter rendere l'ambiente più vivibile;

   l'acqua delle docce risulta essere appena tiepida e, nel locale dove vengono preparati i pasti per il personale in servizio, sono state rilevate numerose infiltrazioni d'acqua e vistose chiazze di muffa che rendono l'ambiente insalubre;

   i sindacati della polizia penitenziaria hanno sollecitato il provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria dell'Emilia-Romagna e tutti gli organi competenti al fine di risolvere tale situazione, ripresa anche da alcuni organi di stampa;

   il personale di polizia penitenziaria dal 31 dicembre 2019 ha proclamato l'astensione dalla mensa di servizio per sensibilizzare le autorità a intervenire;

   la struttura carceraria attualmente ospita circa 430 detenuti e 212 appartenenti al Corpo della polizia penitenziaria oltre al personale civile –:

   quali iniziative intenda adottare al fine di verificare con la massima urgenza i fatti sopra descritti e garantire a tutto il personale operante ambienti sani e dignitosi e migliori condizioni di lavoro.
(4-04414)


   BELOTTI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   un anno fa, il 14 gennaio 2019, veniva estradato in Italia dal Brasile il terrorista pluriomicida Cesare Battisti, condannato in via definitiva all'ergastolo;

   l'estradizione del noto militante del gruppo Proletari Armati per il comunismo ha riportato all'attenzione gli anni di piombo e le decine di terroristi italiani che se ne stanno da decenni indisturbati all'estero, in particolare in Francia;

   i familiari delle vittime di questi terroristi stanno attendendo fin dagli anni ’70 e ’80 di avere giustizia e lo Stato non può permettersi di vedere le proprie condanne, per lo più definitive, assolutamente disattese per quella che appare all'interrogante una copertura politica offerta da autorità estere;

   tra i terroristi in latitanza in Francia figurano diversi condannati all'ergastolo come gli ex Br Roberta Cappelli, Enrico Villimburgo, Paolo Ceriani Sebregondi, Sergio Tornaghi (Lotta continua) e Narciso Manenti (Guerriglia Proletaria) nella lista dei latitanti figurano inoltre: Maurizio Di Marzio, Gino Giunti, Giorgio Pietrostefani, Ermenegildo Marinelli (Movimento Comunista Rivoluzionario), Enzo Calvitti (condannato a 21 anni);

   è umiliante per uno Stato ed ancora più per i familiari delle vittime, a parere dell'interrogante, che degli spietati assassini non solo restino impuniti, ma se ne stiano pacifici e beati in un Paese estero;

   nelle settimane seguenti all'arresto di Battisti, in base a quanto riportato dalla stampa, erano stati presi contatti con le autorità giudiziarie francesi per l'estradizione dei numerosi terroristi latitanti in Francia;

   il nuovo Governo fin dal primo giorno ha vantato buoni rapporti con i Paesi europei a cominciare proprio dalla Francia;

   nei giorni scorsi un importante quotidiano francese, Le Parisien, ha dato notizia che, a seguito della ratifica dell'Italia della Convenzione di Dublino per le estradizioni (a seguito del voto in Parlamento del 19 luglio 2019 dopo ben 23 anni di attesa), le pratiche dei terroristi italiani sarebbero in via di definizione –:

   quale sia lo stato di fatto delle richieste di estradizione dei terroristi condannati in via definitiva e latitanti in Francia e in altri Stati.
(4-04419)

INTERNO

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

I Commissione:


   IEZZI, BORDONALI, DE ANGELIS, INVERNIZZI, MATURI, MOLTENI, STEFANI, TONELLI e VINCI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   lunedì 6 gennaio 2020 presso il teatro Antoniano di Bologna si è tenuta la festa della Befana del Poliziotto, organizzata, come ogni anno, dal Sap, Sindacato autonomo di polizia, e alla quale sono stati spesso invitati e hanno partecipato, in passato, diversi esponenti del mondo politico;

   il giorno prima dell'evento, al quale quest'anno è stato invitato il segretario della Lega senatore Matteo Salvini, sia sui muri all'ingresso del teatro, che nelle immediate vicinanze risulterebbero apparse diverse scritte che chiaramente evocavano la morte all'indirizzo del Sap, del Segretario Salvini e dell'onorevole Gianni Tonelli, accompagnate dal simbolo della A cerchiata;

   il gravissimo episodio, riportato anche dalla stampa nazionale, desta grande preoccupazione in quanto è l'ultimo di una serie di eventi, in una continua escalation di violenza, nei confronti della Lega in occasione della campagna elettorale che si sta svolgendo per il rinnovo del consiglio regionale in Emilia Romagna;

   già nei mesi precedenti sono state denunciate numerose aggressioni e minacce ad esponenti e volontari ai gazebo della Lega ed in particolare nei giorni scorsi, durante la raccolta delle firme per la presentazione delle liste, come accaduto ad esempio a Ferrara e a Bologna;

   il protrarsi e l'acuirsi di tali episodi, arrivando fino alle minacce, più o meno velate, di morte nei confronti di esponenti di un partito politico, come sta purtroppo accadendo per le elezioni regionali in Emilia Romagna e come accaduto in occasione dell'evento del 6 gennaio a Bologna e ancora, da ultimo, al segretario della Lega, Matteo Salvini, affinché non partecipi a un comizio a Cesena, rappresentano un grave attacco alla democrazia e alla sicurezza dell'intero Paese e pertanto occorre un'immediata e decisa risposta da parte delle istituzioni;

   tali episodi non possono essere tollerati e vanno non solo condannati, ma altresì contrastati con ogni mezzo a disposizione delle istituzioni e al contempo occorre garantire che la competizione elettorale in Emilia Romagna possa svolgersi in un clima di leale e democratico confronto e in assoluta sicurezza per tutti i candidati, nonché per gli esponenti politici che vi partecipano –:

   quali iniziative abbia già assunto o intenda assumere, per quanto di competenza, al fine di garantire sia il rispetto del principio democratico che la sicurezza dei cittadini, dei candidati e degli esponenti politici impegnati nella campagna elettorale in corso in Emilia Romagna.
(5-03344)


   DI MAIO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto-legge n. 78 del 2015 l'Italia ha adeguato il documento di identità agli standard internazionali di sicurezza, inserendo la carta d'identità elettronica (Cie) nel sistema di emissione di supporti elettronici adottato per contrastare la contraffazione e clonazione dei documenti;

   garantire la veridicità dei dati variabili apposti sul documento e la fotografia rappresentano uno degli elementi essenziali per il riconoscimento personale, da realizzare con la migliore tecnologia anticontraffazione disponibile;

   dal 15 luglio 2019, il sistema di prenotazione per la richiesta di rilascio della Cie – realizzato dal Team per la Trasformazione digitale – è stato affiancato dalla piattaforma www.prenotazionicie.interno.gov.it – non utilizzata da tutti i comuni italiani – che permette di caricare la foto tramite smartphone al momento della prenotazione online, al fine di semplificare e velocizzare la procedura di acquisizione dell'immagine;

   il tasso di digital divide in Italia è elevato e si fa ancora ricorso alla foto cartacea, cui fa seguito la scansione da parte del funzionario pubblico per la predisposizione della Cie cosa che espone sia ad eventuali virus trasferibili dalle chiavette Usb ai server della pubblica amministrazione che a fenomeni di contraffazione e morphing facciale;

   esistono tecnologie e operatori terzi capaci di garantire il processo di acquisizione e caricamento delle foto, in linea con gli standard internazionali (Icao), come quello della Dedem S.p.a, che ha realizzato un sistema che ottimizza il processo di acquisizione delle foto in formato digitale destinate alla Cie realizzate nelle oltre 3.000 cabine fototessera di proprietà presenti sul territorio, con evidenti vantaggi e maggiore sicurezza, efficienza e semplificazione per la Pubblica Amministrazione e per il cittadino. Tale soluzione permette al Servizio anagrafico di scaricare la foto già convalidata inserendola nella pratica ed evitando rallentamenti; la stessa soluzione permetterebbe il caricamento della foto acquisita in cabina direttamente sul sito www.prenotazionicie.interno.gov.it al momento della prenotazione –:

   se – in linea con gli obiettivi di digitalizzazione e semplificazione della Pubblica amministrazione – non intenda assumere iniziative volte ad adottare soluzioni tecniche aperte a tutti gli operatori del settore e già sperimentate in altri Paesi europei, che permettano di migliorare l'attuale processo di acquisizione foto per la carta d'identità elettronica, favorendo sia la riduzione del fenomeno della contraffazione dei documenti, sia una maggior efficienza del servizio da parte della pubblica amministrazione, in termini di qualità della foto e rapidità dell'operazione allo sportello.
(5-03345)


   CECCANTI, SOVERINI, DE MARIA, FIANO, FRAGOMELI, POLLASTRINI, RACITI e VISCOMI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   notizie di stampa riportano che il 5 gennaio 2020, ad Imola, un uomo ha investito e ucciso un cittadino marocchino di 24 anni, regolarmente residente in Italia;

   sempre da notizie di stampa si apprende che la polizia, che lavora sul caso, coordinata dalla Procura di Bologna (pubblico ministero di turno Anna Cecilia Sessa), non avrebbe creduto alla semplice fatalità dell'incidente e, dopo l'interrogatorio, ha arrestato per omicidio volontario aggravato l'uomo;

   l'ipotesi investigativa partirebbe da alcuni precedenti: a fine anno, la vittima avrebbe minacciato il figlio minorenne dell'uomo arrestato e gli avrebbe rubato lo smartphone, all'inizio del nuovo anno l'investitore — che nel frattempo aveva denunciato la rapina alla polizia — sarebbe andato a cercare la vittima e tra i due sarebbe scoppiata una rissa: finiti entrambi in ospedale, è stato denunciato per lesioni;

   infine, sempre secondo quanto avrebbe raccontato l'investitore, la vittima avrebbe nuovamente incontrato e minacciato suo figlio; il padre sarebbe così andato a cercarlo e, una volta incrociato l'uomo in una stradina del centro, l'avrebbe colpito con la parte anteriore destra del suo fuoristrada; durante l'interrogatorio avrebbe detto che il suo intento era soltanto quello di sbarrargli la strada e affrontarlo faccia a faccia; ma l'impatto è stato fatale;

   un potenziamento degli organici e dei mezzi a disposizione delle forze di polizia presenti sul territorio permetterebbe un migliore presidio della città per il contrasto dei fenomeni criminali e per garantire la sicurezza ai cittadini –:

   di quali elementi disponga il Governo in merito ai fatti di cui in premessa e quali urgenti iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, se necessario anche incrementando la dotazione organica e i mezzi a disposizione delle forze dell'ordine in servizio nel territorio del comune di Imola, al fine di ribadire fermamente il monopolio statuale della forza, principio cardine irrinunciabile dello Stato di diritto, contro ogni possibile tentazione di «giustizia fai da te» da parte di singoli cittadini che costituirebbe una minaccia alla sicurezza e all'ordine pubblico.
(5-03346)


   SISTO, D'ATTIS, LABRIOLA e ELVIRA SAVINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 7 dicembre 2019 a Fasano (Brindisi) si è verificato un «attentato incendiario» che ha colpito il noto pub «Ciporti» sito nel centro storico della città, così come riportato dagli organi di stampa: l'atto, compiuto da ignoti, ha completamente distrutto la parte esterna del locale, e ha provocato danni al porticato storico di proprietà comunale, dove lo stesso è ubicato;

   è il quarto atto «intimidatorio» perpetrato ai danni del proprietario del pub in pochi mesi: alla vigilia dello scorso Ferragosto, infatti, ignoti tentarono già di dar fuoco al medesimo locale: il colpo fallì; l'azione fu ripetuta la notte tra il 19 ed il 20 agosto 2019, il pub venne distrutto, sia all'interno sia all'esterno; infine, nella notte tra il 29 ed il 30 agosto 2019 a Torre Canne (in Fasano), anche l'auto del titolare fu incendiata;

   l’«attentato» del 7 dicembre 2019 è stato compiuto solamente due giorni dopo la riapertura del locale, ristrutturato dopo l'evento del 20 agosto;

   nell'ultimo anno, a Fasano, episodi di tale natura risultano essere in costante aumento: furti d'auto, auto incendiate, episodi di violenza a mano armata, atti vandalici all'interno dell'area storica della città, tutti documentati dalle denunce depositate presso la locale caserma dei Carabinieri;

   l'amministrazione comunale di Fasano ha richiesto due volte l'intervento del prefetto di Brindisi (in data 13 ottobre e 9 dicembre 2019), il tutto al fine di trovare soluzioni per contrastare i fenomeni criminosi: tuttavia, ad oggi, non si riesce a porre un freno a tali eventi;

   il crescente senso di insicurezza da parte dei cittadini fasanesi e la loro richiesta di maggiore presenza delle forze dell'ordine in città, evidenziano la difficoltà per le istituzioni locali di fornire soluzioni ai problemi descritti: gli stessi cittadini, all'indomani dell'ultimo vile attacco in danno del succitato pub, sono scesi in piazza per manifestare e chiedere maggiori tutele;

   analoga situazione si sta verificando a Locorotondo (Bari) dove l'amministrazione comunale, a causa di ripetuti atti criminosi (finanche furti all'interno di istituti scolastici comunali), ha richiesto l'intervento del prefetto di Bari –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali iniziative di competenza intenda intraprenderei per ristabilire l'ordine e la sicurezza nel territorio dei comuni di Fasano e di Locorotondo, considerato che ad oggi continua il protrarsi di eventi che minano la sicurezza pubblica.
(5-03347)


   SABRINA DE CARLO e MACINA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in Friuli Venezia Giulia il fenomeno dei flussi dei richiedenti asilo non accenna a diminuire e la rotta balcanica settentrionale continua ad essere utilizzata dai migranti che arrivano al confine italiano a piedi; da alcuni articoli di stampa, sembra che siano 4789 gli stranieri irregolari rintracciati dalla polizia di frontiera; tuttavia, la mancata pubblicazione sul sito del Ministero dell'interno dei dati relativi agli arrivi via terra non permette di avere la sicurezza dei numeri sovraesposti;

   le strutture di trattenimento per stranieri irregolari sono state introdotte nel testo unico immigrazione con il DL n. 13/2017, i centri d'identificazione ed espulsione attualmente hanno assunto la denominazione di Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr);

   attualmente i Cpr operativi sono 8; il 15 dicembre 2019 è stato riaperto anche il centro di Gradisca (ex CIE), che in soli 15 giorni risulta già al completo, ma che ancora non è del tutto funzionante in quanto ha disponibilità di accogliere 66 persone su 150;

   nella stessa struttura, nel 2014, ha riaperto il Cara; la coesistenza di entrambi i centri in un unico luogo (uno dedicato all'accoglienza dei migranti e l'altro al solo trattenimento finalizzato all'espulsione) potrebbe non essere ottimale e causare nuovamente i problemi già verificatisi in passato, mettendo a rischio sia coloro che sono ospitati dai centri, sia gli abitanti di Gradisca e delle zone limitrofe;

   a seguito dell'apertura del Cpr di Gradisca, è stata avanzata la richiesta di apertura di nuovi centri in Friuli Venezia Giulia e i sindaci dei capoluoghi hanno proposto alcuni luoghi che potrebbero essere adatti a tale scopo, come ad esempio la caserma di Monte Cimone di Banne a Trieste la Cavarzerani ad Udine (Cara da riconvertire in Cpr), l'ex caserma Monti a Pordenone e infine, in provincia di Gorizia, l'ex caserma della Guardia di finanza –:

   se il Ministro interrogato confermi i fatti esposti in premessa e se non ritenga opportuno valutare di assumere iniziative di competenza, anche normative, per l'elaborazione di strategie volte a rafforzare l'accoglienza diffusa dei migranti e la chiusura di uno dei due centri che coesistono nella stessa struttura a Gradisca, al fine di poter garantire il rispetto della dignità della persona e non creare problemi per la sicurezza e l'ordine pubblico valutando quindi la reale funzionalità dei Cara e dei Cpr.
(5-03348)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MONTARULI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nelle notti comprese tra il 30 dicembre 2019 e il 3 gennaio 2020, presso il comune di Ciriè (Torino), sono stati occupati i locali di un ex sito industriale dismesso per l'organizzazione di un rave party abusivo che ha creato enormi problemi di ordine pubblico a carico del territorio e a danno dei cittadini;

   tali eventi, grazie a una ben organizzata struttura logistica e comunicativa, sono difficilmente prevedibili se non si interviene per tempo con un'azione di monitoraggio;

   l'elevato numero di giovani e persone coinvolte e l'assiduità nella partecipazione a eventi simili richiederebbero un monitoraggio dei fruitori volto a intercettare e prevenire ulteriori simili eventi;

   il rave party potrebbe essere stato anche occasione per un mercato di sostanze stupefacenti illegali con condotte, quindi, che hanno portato alla segnalazione di numerosi giovani per detenzione e uso di droghe, oltre che per invasione di proprietà privata;

   il sequestro della merce rappresenterebbe un intervento dissuasivo nei confronti degli organizzatori di simili eventi abusivi ed illegali –:

   se non si intendano adottare ulteriori iniziative, per quanto di competenza, per prevenire e reprimere l'organizzazione dei rave party, ivi comprese per l'inasprimento della disciplina in tema di sequestro della merce e il monitoraggio della partecipazione a tali eventi.
(4-04416)


   IEZZI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nella notte del 31 dicembre 2019 in via Emilio Gola, a Milano, una squadra di cinque vigili del fuoco del comando provinciale, intervenuta sul posto su segnalazione di alcuni residenti per spegnere un rogo appiccato in mezzo alla strada tra i rifiuti abbandonati all'angolo con via Pichi, è stata accerchiata e violentemente aggredita da un centinaio di giovani che hanno cominciato a insultare e lanciare bottiglie e altri oggetti sia contro i pompieri che contro il loro automezzo;

   durante la brutale aggressione, vista anche la disparità numerica dei pompieri, in cinque, rispetto al numero degli assalitori, alcuni ragazzi sono poi riusciti a sottrarre addirittura le chiavi dell'autopompa, con ciò impedendo ai Vigili di poter attivare l'impianto idraulico e spegnere l'incendio, che poteva quindi allargarsi fino agli stabili limitrofi e alle macchine parcheggiate e provocare ulteriori e gravissimi danni anche a persone;

   a testimonianza del gravissimo episodio, che ha avuto ampia eco anche sulla stampa nazionale, vi sarebbero perfino dei video girati con gli smartphone e poi fatti circolare in rete dagli stessi partecipanti all'aggressione che mostrano i ragazzi nell'atto di assalire e insultare i cinque vigili del fuoco;

   per sedare la violenta aggressione e consentire ai pompieri di spegnere l'incendio ed evitare così ulteriori danni, è stato addirittura necessario l'intervento delle forze dell'ordine che sono immediatamente accorse sul posto con tre volanti;

   secondo quanto riportato dalla stampa, la procura di Milano sta già indagando su quanto accaduto e la polizia, intervenuta in supporto dei vigili del fuoco la sera stessa dell'aggressione, starebbe identificando i responsabili, in parte volti già noti alle forze dell'ordine, ai quali potrebbero essere contestati, i reati di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e porto di armi improprie, dato che dai video emergerebbe che alcuni appartenenti al gruppo degli aggressori avrebbero sparato addirittura colpi di pistola a salve;

   la zona di via Gola, nel cuore del quartiere Navigli di Milano, non è nuova ad episodi di vandalismo e microcriminalità, tanto che già tre anni fa si verificò un episodio analogo, ed i residenti ormai esasperati dal degrado chiedono l'immediato ripristino della legalità nel quartiere;

   sempre secondo quanto riportato dalla stampa, alcuni degli aggressori sarebbero membri di un centro sociale abusivo molto attivo nella zona, «Cuore in Gola», di cui è stato già chiesto l'immediato sgombero –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza abbia già assunto o intenda assumere relativamente alla gravissima aggressione avvenuta ai danni dei vigili del fuoco in via Emilio Gola a Milano la notte del 31 dicembre 2019 e se intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per procedere allo sgombero immediato dell'immobile occupato abusivamente dal centro sociale Cuore in Gola.
(4-04417)


   LEGNAIOLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   organi di stampa locale di Pisa di questi ultimi giorni riportano la notizia secondo la quale dei cinque distaccamenti volontari dei vigili del fuoco della provincia di Pisa, ben quattro risulterebbero attualmente non operativi;

   la notizia sta determinando estrema preoccupazione tra la comunità locale ovvero tra gli amministratori del posto, in ragione della strategica valenza del servizio che i vigili del fuoco volontari svolgono;

   il comandante provinciale dei vigili del fuoco evidenzia come tali criticità siano riferibili anche alle forze permanenti, laddove il parco mezzo sarebbe obsoleto e inadatto alla esigenze del territorio –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione sopra descritta e quali iniziative intenda adottare allo scopo di permettere la riapertura dei distaccamenti in provincia di Pisa attualmente non operativi.
(4-04418)


   BALDINI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la Fondazione Irccs Istituto nazionale tumori di Milano (Int) rappresenta il più grande centro oncologico della regione Lombardia, nonché riferimento indiscusso a livello nazionale ed internazionale;

   infatti, per la sua attività sanitaria e di ricerca biomedica è un centro di riferimento e rappresenta il maggior polo di oncologia pediatrica in Italia ed è l'unico centro per la cura dei tumori ad essere autorizzato al trapianto del fegato;

   la reciprocità tra la clinica e la ricerca scientifica conferisce un indubbio plusvalore all'Int: alle innovazioni di ricerca specialistica terapeutica si affianca la promozione di stili di vita salutari, attraverso la diffusione di indicazioni per la prevenzione primaria della malattia oncologica;

   inoltre, si evidenzia che l'Int è stato precursore di una visione tridimensionale della medicina e rappresenta una delle prime realtà a promuove il connubio tra ricerca scientifica e cura: ad oggi sono moltissime le collaborazioni scientifiche internazionali e la grande forza di questo Istituto deriva dalla sua storia e dalle professionalità che negli anni, con abnegazione e competenza, hanno dato il loro contributo alla ricerca;

   a conferma del carattere innovativo e strategico dell'Int si evidenzia che presso l'istituto si è anche sviluppato in modo organizzato un nuovo modello di volontariato oncologico, dove è nata la terapia del dolore e dove le nuove idee di ricerca scientifica e la nuova chirurgia oncologica, sempre meno demolitiva, hanno trovato riconoscimento a livello nazionale ed internazionale;

   l'immagine testé tratteggiata dell'Int, della sua operatività e della sua credibilità sul versante nazionale ed internazionale, stona con quanto si sta consumando in questi mesi al di fuori della sua struttura, dove persiste, a quanto consta all'interrogante, una sorta di sit-in permanente di protesta sindacale che, stando ai dati a disposizione dell'interrogante, non risulterebbe autorizzato;

   nello specifico appare singolare il fatto che da mesi ormai siano posizionate lungo la recinzione della struttura delle bandiere sindacali, che contornano in maniera vistosa l'ingresso della struttura corredate da messaggi di protesta;

   la situazione descritta permane da mesi e risulta all'interrogante che anche la precedente amministrazione abbia tentato, senza risultati, di rimuovere gli orpelli sindacali, nel silenzio delle autorità competenti;

   risulta all'interrogante che nelle scorse settimane la questione sia stata segnalata al prefetto di Milano, senza che siano stati predisposti interventi di rimozione o di contenimento della protesta;

   si evidenzia ulteriormente che siano state molteplici anche le rimostranze dei pazienti e dei degenti, in ragione del clima di irrequietezza che si è innescato, oltre che in ragione dei rischi per l'incolumità dell'utenza, considerando che la molteplicità di bandiere e orpelli vari è legata ai cancelli di entrata della struttura, quindi in un luogo di frequente transito;

   la permanenza del sit-in rischia di alterare l'immagine dell'Istituto, che – si evidenzia – è frequentato da migliaia di persone malate e dove una corretta e adeguata accoglienza rappresenta una conditio imprescindibile per il corretto approccio e per la gestione del paziente oncologico;

   il permanere dello scenario evidenziato genera dubbi nell'utenza, unitamente al personale operativo presso la struttura, in merito al significato della presenza degli orpelli sindacali e al collegamento di questi con la struttura e con le sue funzioni; inoltre, considerata la prospettiva internazionale dell'Istituto, appare verosimile che venga veicolata un'immagine alterata dell'attività svolta dallo stesso, oltre che del suo decoro –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e quali siano le ragioni del perdurare sit-in di protesta e i motivi per cui non si impedisca lo svolgimento dello stesso, anche alla luce dei rischi per l'incolumità dell'utenza;

   se il Governo intenda adottare le iniziative di competenza tese al rispristino dell'ordinarietà e della sicurezza delle aree di ingresso dell'istituto nazionale tumori.
(4-04422)

PARI OPPORTUNITÀ E FAMIGLIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   NARDI, MICELI, SENSI, FRAILIS, CARNEVALI, FASSINO, BRUNO BOSSIO, ANDREA ROMANO, CRITELLI, CANTINI, BRAGA, SIANI, BERLINGHIERI, GRIBAUDO, NAVARRA, CARLA CANTONE, MELILLI, BURATTI, TOPO, SCHIRÒ, SOVERINI, GARIGLIO, PEZZOPANE, LUCIANO CANTONE, DE MENECH, CIAMPI e DE GIORGI. — Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'autismo è un disturbo del neuro sviluppo che coinvolge principalmente tre aree: linguaggio e comunicazione; interazione sociale; interessi ristretti e stereotipati;

   a causa della gamma di sintomi, l'autismo è ora chiamato disturbo dello spettro autistico (Asd), poiché copre un ampio spettro di sintomi, abilità e livelli di disabilità;

   l'articolo 2 della legge n. 67 del 2006 dispone:

    al comma 1 che «Il principio di parità di trattamento comporta che non può essere praticata alcuna discriminazione in pregiudizio delle persone con disabilità»;

    al comma 2 che «Si ha discriminazione diretta quando, per motivi connessi alla disabilità, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata una persona non disabile in situazione analoga»;

   la legge n. 134 del 2015 approvata dal Parlamento nella XVII legislatura, prevede interventi finalizzati a garantire la tutela della salute il miglioramento delle condizioni di vita e l'inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico, in conformità a quanto previsto dalla risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite A/RES/67/82 del 12 dicembre 2012, sui bisogni delle persone con autismo;

   si apprende dai media che un albergatore di Frosinone abbia annullato una prenotazione di alcune famiglie con bambini e ragazzi autistici per il cenone e la notte di Capodanno 2019;

   la prenotazione, accettata nel mese di novembre 2019, sarebbe stata disdetta unilateralmente dall'albergatore soltanto a ridosso di Capodanno dopo aver saputo della presenza di ospiti disabili;

   a nulla, sempre secondo i media, sarebbero valse le rassicurazioni dei familiari e genitori dei ragazzi, che sarebbero stati comunque presenti in hotel, e che già avevano effettuato serate simili in altre strutture ricettive –:

   considerato che la condotta, citata in premessa, posta in essere dall'albergatore non appare conforme alle norme vigenti sull'integrazione dei soggetti autistici, quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di tutelare tali persone e promuovere un contrasto efficace e concreto alla discriminazione in pregiudizio delle persone con disabilità.
(5-03340)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   RIZZETTO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro per gli affari europei. — Per sapere – premesso che:

   l'Unione europea, con un regolamento del Consiglio, ha imposto per l'anno 2020 limitazioni alla cattura di alcune specie ittiche che coinvolgono anche la pesca sull'Adriatico. Al riguardo, infatti, i pescatori del Friuli Venezia Giulia lamentano che tali stringenti iniziative, concepite sugli obiettivi di politica comune della pesca, non tengono conto delle peculiarità dei territori e metteranno, dunque, ulteriormente a dura prova un settore già fortemente penalizzato;

   le misure adottate che riguardano Italia, Francia e Spagna, prevedono, inoltre, la riduzione per i pescatori del numero delle giornate trascorse in mare del 10 per cento, cifra che potrebbe raggiungere nei prossimi 4 anni addirittura il 40 per cento. Detti limiti, nell'area del Friuli Venezia Giulia, colpiscono in primis la pesca al nasello e della triglia, con 15 giorni su 160 di fermo pesca, ossia 5 in più rispetto ai 10 giorni previsti nel 2019. Ciò danneggerà inevitabilmente il settore, come denuncia il responsabile regionale per il Friuli Venezia Giulia dell'Associazione generale cooperative italiane, tanto che gli addetti ai lavori dovranno valutare concretamente se sarà possibile portare avanti le attività;

   ed ancora, il regolamento europeo conferma anche il fermo pesca per le specie pelagiche, ossia, in Friuli Venezia Giulia, sardine e alici, con l'uscita in mare per 144 giorni all'anno. Tale disposizione ripropone una problematica emersa lo scorso anno e non risolta, come evidenzia il segretario del settore pesca di FedAgripesca del Friuli Venezia Giulia, poiché il fermo è stato imposto nel mese di agosto 2019 e considerando i brevi periodi in cui tali specie sono presenti lungo le coste del Friuli Venezia Giulia saranno duramente colpiti i pescatori triestini. A quanto è dato sapere, nel 2019, la contrattazione con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per spostare il fermo a settembre 2019 non è andata a buon fine, pertanto, gli imprenditori ittici sperano in un intervento per il 2020;

   si ritiene, dunque, necessario assumere idonei provvedimenti per risollevare il settore in questione ed escludere gli effetti dannosi delle limitazioni poste in essere dall'Unione europea;

   a parere dell'interrogante sono condivisibili interventi per una gestione sostenibile della pesca, ma è chiaro che gli stessi saranno virtuosi solo se tengono conto di una preventiva analisi dei territori su cui vanno ad impattare, al fine di non creare danni agli imprenditori e gli addetti di un settore che, negli ultimi anni, è stato destinatario di una moltitudine di interventi che lo hanno estremamente colpito ed onerato di adempimenti. Si pensi che, nel solo Friuli Venezia Giulia, i pescatori hanno già ridotto del 40 per cento in 5 anni le uscite in barca, nonché il numero di imbarcazioni –:

   se e quali urgenti iniziative intendano adottare i Ministri interrogati, per quanto di competenza, affinché sia sostenuta e salvaguardata la pesca in Italia, considerando l'impatto che avranno le limitazioni inflitte dall'Unione europea, come riportato in premessa, che non tengono conto delle peculiarità dei territori e che, in particolare, in Friuli Venezia Giulia hanno determinato una drastica diminuzione delle attività degli addetti al settore con inevitabili danni.
(5-03343)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ZOLEZZI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   nell'ultimo decennio l'incidenza delle patologie oncologiche è in aumento (Aiom 2018); una possibile causa è legata all'impatto dell'ambiente e del territorio sull'uomo e all'aumento di sostanze organiche persistenti e dei metalli tossici nei tessuti organici;

   secondo recenti studi (Fulgenzi, Ferrero et al, EDTA Chelation Therapy for the treatment of neurotoxicity; J Mol Sci. 2019; Lamas et al, Heavy metals, Cardiovascular disease, and the unexpected benefits of chelation therapy. J Am Coll Cardiol. 2016) il chelante acido etilendiaminotetracetico sembra utile alla rimozione di metalli tossici. Secondo molti studi alluminio, arsenico, piombo e mercurio e altri metalli pesanti sono correlati all'incremento della prevalenza di patologie neurologiche degenerative e/o oncologiche;

   il test di chelazione con Edta somministrato lentamente endovena con campionamenti successivi delle urine mostra l'accumulo e intossicazione da metalli pesanti e sembra consentire interventi per ridurre l'accumulo dei metalli con ulteriori cicli di Edta stessa;

   i metalli pesanti sono coinvolti in processi ossidanti e in danneggiamenti al Dna. Sono emessi, fra l'altro, da varie matrici, combuste in inceneritori per esempio; in Italia nel 2017 erano attivi 437 inceneritori (compresi gli impianti produttivi che in parte bruciano rifiuti a scopo energetico);

   a quanto consta all'interrogante il gruppo di ricerca composto dal professore Del Prete (docente di oftalmologia presso l'Università Federico II di Napoli), dal Dr. Mandolesi (professore a contratto di emodinamica venosa presso l'Università la Sapienza di Roma), dalla dottoressa Cicale (medico di medicina generale, Mantova) dal dottor Caruso (direttore sanitario Aias, Afragola), sta proponendo uno studio della eventuale correlazione tra le patologie oncologiche e metalli tossici ed una possibile via di prevenzione –:

   se i Ministri interrogati siano al corrente di questi studi e se intendano promuovere ulteriori studi sul tema in merito alla possibile eziologia di patologie sia neurodegenerative che oncologiche;

   se intendano adottare iniziative per studiare le fonti di esposizione umana a metalli pesanti e avviare un programma di progressiva riduzione dell'esposizione.
(5-03341)

SUD E COESIONE TERRITORIALE

Interrogazione a risposta scritta:


   MICELI. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa ammontano a circa 630 milioni di euro i cosiddetti «fondi territorializzati» europei destinati alla regione Sicilia principalmente rivolti allo sviluppo dei territori per strade, servizi, scuole, incubatori di imprese, linving lab, efficientamento energetico e soltanto una ridotta percentuale degli stessi è stata impegnata e spesa ad oltre cinque anni dall'inizio della programmazione;

   esiste un gap economico-finanziario tra territori in grande difficoltà come quelli inseriti nelle aree interne della Sicilia (tra cui Terre Sicane, Nebrodi, Madonie, Calatino e Simeto-Etna) dalla dotazione finanziaria di 155 milioni di euro e zone inserite nelle cosiddette agende urbane, il cui ambito è costituito da 18 comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti – comprese le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina i cui interventi sono coordinati con il programma operativo nazionale città metropolitane – la cui dotazione finanziaria ammonta a 413 milioni di euro; i 23 gruppi di azione locale (Gal) abbracciano intere aree omogenee e hanno a disposizione risorse pari a 62,8 milioni di euro che dovrebbero spendere attraverso lo strumento del Community-lead local development che fa riferimento a uno sviluppo locale di tipo partecipativo;

   sia l'Associazione siciliana amministratori enti locali (A.s.a.e.l.) che Anci Sicilia sottolineano «la scarsa capacità dei soggetti beneficiari a sviluppare una buona progettualità. In particolare progettare interventi coerenti con una programmazione integrata delle politiche che apporti benefici non solo ai diretti beneficiari degli interventi. A questo si aggiunga la scarsa, per non dire inesistente, capacità dei comuni di avere progetti esecutivi o cantierabili tali da raggiungere il punteggio minimo per accedere ai finanziamenti»; si segnala che «ben 200 piccoli comuni rischiano il crac finanziario» rilevando che «serve una assistenza tecnica dedicata ai comuni, che li aiuti a fare e a portare avanti i progetti»; però, secondo alcuni sindacati, la regione paga consulenti fino a 440 euro al giorno senza riuscire a spendere i fondi europei e senza puntare sulle professionalità dei dipendenti regionali;

   secondo quanto riportato da organi di stampa, il Ministro interrogato avrebbe riferito che nella manovra di bilancio sarebbero state inserite misure che rispondono a un interesse specifico della Sicilia tra cui «il raddoppio della strategia nazionale per le aree interne che consentirà anche alle aree interne che sono rimaste fuori da una prima individuazione che era stata fatta di rientrare nella strategia che deve passare da una fase di sperimentazione a diventare una vera e propria politica. In Sicilia siamo indietro. Ma accanto a occuparci di servizi bisogna riscoprire una vocazione produttiva di quei luoghi: in alcuni casi è stato fatto, bisogna farlo anche con le altre aree»;

   ad avviso dell'interrogante il mancato utilizzo dei fondi certifica l'incapacità dell'amministrazione regionale e delle strutture ad essa collegate di cogliere in tempi rapidi le opportunità messe a disposizione dalle istituzioni europee e che si rivolgono agli enti locali, alle piccole e medie imprese ed in ultima istanza ai cittadini;

   se intenda promuovere iniziative di natura normativa, per quanto di competenza, per rendere maggiormente effettivo e più rapido l'utilizzo dei fondi europei da parte degli enti territoriali, al fine di favorire – anche in termini economici – l'intera regione Sicilia, sue precipue aree e la cittadinanza tutta.
(4-04413)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:


   GIACOMETTO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la Martor di Brandizzo (comune della città metropolitana di Torino) opera da circa 40 anni nel settore della componentistica auto. Il principale committente è la Fca. Da alcuni anni attraversa un'importante crisi industriale e finanziaria e attualmente i lavoratori sono in contratto di solidarietà; l'azienda occupa 117 dipendenti in prevalenza donne, di età media tra i 45 e i 55 anni;

   il 18 dicembre 2019 si è tenuta una riunione presso l'Unione industriale di Torino per affrontare la situazione di crisi. Nel corso dell'incontro, l'azienda ha dichiarato di aver depositato presso il tribunale di Ivrea domanda di concordato in continuità ma con l'intenzione di cessare l'attività entro 12 mesi. La conseguenza immediata è stata il congelamento dello stipendio (già falcidiato dalla «solidarietà» che incide in media per un 50 per cento sull'importo) e della tredicesima;

   dal 20 dicembre 2019 i lavoratori stanno scioperando contro il licenziamento collettivo annunciato dall'azienda e presidiano in permanenza i cancelli, sostenuti concretamente dalla cittadinanza. Il 30 dicembre 2019 si è svolto il consiglio comunale aperto, cui hanno preso parte i lavoratori della Martor, numerosi sindaci del circondario, esponenti politici regionali e nazionali, semplici cittadini e molte associazioni locali, nel corso del quale è stato approvato un ordine del giorno in sostegno dei lavoratori;

   per l'8 gennaio 2020 è prevista la visita dell'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia;

   il 10 gennaio 2020 si terrà un nuovo incontro presso l'Unione industriale di Torino. Al momento, una società concorrente, la Terre del gruppo Borghi, con sede nel modenese, si è detta disponibile ad affittare un ramo d'azienda Martor garantendo la prosecuzione dell'attività solo per 45 lavoratori. La proposta è stata ritenuta inaccettabile dai sindacati, che hanno chiesto «uno sforzo importante e necessario per garantire una continuità a tutti gli attuali dipendenti»;

   il tracollo industriale dell'area torinese sembra essere inarrestabile: alle crisi già in corso, quali quelle di Embraco, Cnh, Mahle, Alpitel, Comital, Lear, ora si aggiunge quella della Martor, che intende avviare rapidamente la procedura di licenziamento –:

   se i Ministri interrogati non ritengano opportuno convocare uno specifico tavolo di crisi aziendale con riferimento al caso Martor;

   se non si ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza per avviare la procedura per il riconoscimento della cassa integrazione in deroga in favore dei lavoratori della Martor.
(3-01231)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Formentini e altri n. 1-00248, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 2 ottobre 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bianchi.

Apposizione di firme ad una mozione e modifica dell'ordine dei firmatari.

  Mozione Lupi e altri n. 1-00190, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 31 maggio 2019, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Rossi, De Menech, Piccoli Nardelli, Prestipino, Serracchiani e De Filippo. Contestualmente, l'ordine delle firme si intende così modificato: «Lupi, Rossi, Zanella, Occhionero, Lattanzio, Gagliardi, Schullian, Costa, Versace, Pella, De Menech, Piccoli Nardelli, Prestipino, Serracchiani, De Filippo».

Pubblicazione di testi riformulati.

  Si pubblica il testo riformulato della mozione Formentini n. 1-00248, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 231 del 02 ottobre 2019.

   La Camera,

   premesso che:

    il territorio autonomo di Hong Kong è stato interessato da imponenti pacifiche dimostrazioni popolari, il cui iniziale obiettivo era quello di ottenere la revoca di un provvedimento che avrebbe permesso di processare presso i tribunali della Repubblica Popolare i residenti nella ex colonia accusati di reati gravi punibili con la reclusione superiore a sette anni;

    per quanto il controverso provvedimento sia stato successivamente revocato, le manifestazioni sono proseguite a lungo e ne sono possibili tanto la ripresa quanto la loro futura finalizzazione ad un più complesso novero di obiettivi ulteriori. Da un certo momento in avanti, parte dei dimostranti ha iniziato a sventolare bandiere degli Stati Uniti d'America e ad invocare l'intervento dell'Amministrazione statunitense nella crisi;

    il Congresso americano, da parte sua, ha reagito votando una legge a sostegno dei manifestanti, l’Hong Kong Human Rights and Democracy Act, firmato dal Presidente Trump il 27 novembre 2019, che apre la strada all'imposizione di sanzioni contro la Repubblica Popolare qualora le autorità di Pechino non rispettino lo statuto di autonomia concesso alla ex colonia britannica;

    le autorità della Repubblica Popolare hanno esercitato pressioni di natura anche militare, disponendo che attorno ai territori autonomi di Hong Kong si radunasse un cospicuo numero di unità dell'Esercito Popolare, minaccia che grava tuttora sulla ex colonia britannica;

    esiste il fondato motivo di ritenere che le autorità della Repubblica Popolare Cinese possano ricorrere alle maniere forti, qualora lo stato di agitazione in cui versa Hong Kong riprenda e si aggravi, anche per prevenire il possibile allargamento delle manifestazioni alle maggiori città delle province costiere;

    il pieno controllo di Hong Kong è in effetti essenziale alle autorità della Repubblica Popolare non solo per ragioni attinenti al prestigio nazionale, ma anche per motivi d'ordine pubblico interno connessi al mantenimento del carattere monopartitico del sistema politico cinese;

    il carattere strategico di Hong Kong è destinato ad aumentare ulteriormente, come prova la circostanza che la società gerente la borsa della ex colonia britannica abbia offerto 36,6 miliardi di dollari per acquisire il controllo dello Stock Exchange Group Plc di Londra. Qualora l'operazione fosse riuscita, infatti, la Repubblica Popolare Cinese avrebbe potuto esercitare una significativa influenza su una piazza finanziaria di rilevanza mondiale che controlla a sua volta la borsa di Milano;

    gli accordi bilaterali intercorsi tra il Regno Unito e la Repubblica Popolare Cinese sottoscritti il 19 dicembre 1984, tuttora in vigore, prevedono la sottoposizione della ex colonia ad un'ampia forma di autonomia destinata a durare fino allo spirare del termine di 50 anni dal ritorno di Hong Kong alla Cina, avvenuto nel 1997;

    l'autonomia concessa ad Hong Kong prevede anche la circolazione di una divisa differente rispetto al renmimbi;

    è di straordinaria importanza che le previsioni della Dichiarazione sino-britannica del 19 dicembre 1984 vengano rispettate dalle autorità della Repubblica Popolare Cinese nella loro interezza fino allo spirare del termine previsto, anche qualora le manifestazioni in corso proseguissero ed iniziassero a perseguire finalità politiche più ambiziose;

    suscitano perplessità e preoccupazione, altresì, il comportamento delle autorità cinesi nei confronti delle minoranze uigura e tibetana, nonché la crescente aggressività dimostrata nei confronti di Taiwan;

    il 29 novembre 2019, inoltre, l'ambasciata cinese a Roma ha rilasciato dichiarazioni inaccettabili sull'attività di alcuni parlamentari italiani che avevano promosso un'iniziativa in collegamento con l'attivista dissidente Joshua Wong, determinando una ferma presa di posizione dei Presidenti di Camera e Senato, nonché del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che hanno rivendicato la sovranità del Parlamento del nostro Paese, censurando le critiche espresse dalla rappresentanza diplomatica della Repubblica Popolare a Roma,

impegna il Governo:

1) ad assumere in tutte le sedi internazionali competenti ogni iniziativa ritenuta utile a prevenire il ricorso alla forza da parte delle autorità della Repubblica Popolare Cinese nei confronti dei territori autonomi di Hong Kong;

2) a sostenere in tutti i fori internazionali competenti il pieno rispetto dello statuto di autonomia concesso ad Hong Kong con la Dichiarazione sino-britannica del 19 dicembre 1984;

3) ad adoperarsi affinché da parte delle autorità della Repubblica Popolare Cinese vi sia una maggiore moderazione delle proprie politiche nei confronti sia delle minoranze interne che della Repubblica di Cina (Taiwan).
(1-00248) (Nuova formulazione) «Formentini, Molinari, Zoffili, Billi, Comencini, Grimoldi, Picchi, Ribolla, Giglio Vigna, Bianchi».

  Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta scritta Giglio Vigna n. 4-04367, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 281 del 22 dicembre 2019.

   GIGLIO VIGNA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   notizie di stampa riportano della campagna Pendolaria presentata da Legambiente: un dossier che rappresenta le 10 linee peggiori del trasporto pendolare, ossia le situazioni, in diverso modo, emblematiche per capire da dove si dovrebbe partire per rilanciare l'offerta di trasporto pubblico su ferro, con beneficio in termini di meno inquinamento e meno congestione nelle città, di qualità della vita e di ridotta spesa per le persone, ricordando che ogni giorno prendono questi treni circa 3 milioni di utenti;

   nel report di quest'anno Legambiente ha «bocciato» la ferrovia Torino-Chivasso-Ivrea-Aosta di Rfi risultando essa essere al nono posto tra le dieci peggiori d'Italia;

   si descrive una linea lunga 66 chilometri non elettrificata tra Ivrea ed Aosta, con nessun finanziamento per la realizzazione dell'opera al momento disponibile. Il problema principale nell'immediato riguarda l'inadeguata composizione dei treni, 3 carrozze, a volte anche 2, che comporta già ad Ivrea un pressoché totale riempimento del treno, mentre per chi sale a Chivasso le condizioni di viaggio diventano proibitive;

   dai pendolari giungono continue segnalazioni di eccessivo affollamento e di scarsità di carrozze, anche sui treni delle fasce mattutine e serali più utilizzate da lavoratori e studenti;

   con l'entrata in servizio dei treni bimodali dal 6 ottobre 2019, ai problemi di affollamento si sono aggiunti anche quelli relativi a questa categoria di treni, che per ora non sono ancora stati usati sulle corse a maggior frequentazione, come era assolutamente prevedibile, consultando la capienza di questi convogli. Introduzione obbligata proprio per poter entrare nella stazione di Torino, dove i diesel sono proibiti;

   il cambio treno e la sosta prolungata ad Ivrea, che varia dai 6 a 15 minuti, non hanno migliorato la situazione. Nel frattempo, quindi, i disagi subiti dai pendolari continuano, con corse in ritardo, molto spesso a causa dei guasti ai numerosi passaggi a livello presenti sulla linea, con il record per la tratta tra Quincinetto e Chivasso con 49 passaggi a livello, una media di uno per chilometro;

   recentemente Rfi ha confermato che sarà avviata la progettazione definitiva dell'elettrificazione della tratta Aosta/Ivrea, assieme a una serie di interventi di velocizzazione per garantire velocità più elevate («rango C»), ma anche per migliorare gli incroci nelle stazioni attraverso la possibilità di effettuare movimenti contemporanei, che evitano cioè di tenere a lungo fermi i treni in attesa di incrocio, e l'implementazione di sistemi di controllo e sicurezza più evoluti come l'Scmt, il sistema di controllo marcia treno –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione, non intenda attivarsi affinché dopo decenni, si proceda ad un definitivo e doveroso ammodernamento della linea come indicato da Rfi, a difesa di centinaia di migliaia di persone che ogni giorno prendono il treno in situazioni di degrado inaccettabili, predisponendo inoltre tutte le procedure di monitoraggio tecnico, per la tutela sia del territorio sia del patrimonio artistico e culturale presenti lungo il tracciato.
(4-04367)

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interpellanza urgente Magi n. 2-00602 dell'11 dicembre 2019;

   interrogazione a risposta in Commissione Sisto n. 5-03285 del 12 dicembre 2019.