Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 30 settembre 2019

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    nel 2021 ricorre il settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, il padre della lingua italiana e l'autore della Divina Commedia, opera riconosciuta tra i maggiori capolavori della letteratura mondiale;

    in vista dell'importante anniversario, il Corriere della Sera ha proposto che Dante Alighieri abbia una sua Giornata sul calendario «Dopo sette secoli – scrive Di Stefano – sembra il momento di uno scatto d'orgoglio tutto italiano»;

    la proposta ha raccolto molte adesioni: dall'Accademia della Crusca alla Società Dante Alighieri, dalla Società dantesca all'Associazione degli italianisti;

    fissare una giornata dantesca, considerata la rilevanza culturale della personalità celebrata, risulta oggi, per il mondo accademico e culturale, quasi inevitabile;

    Alberto Casadei, autore di una recente raccolta di saggi danteschi (Dante. Altri accertamenti e punti critici), precisa: «Nel 2021 l'attenzione internazionale verso Dante sarà fortissima e va individuato un giorno specifico per ricordare uno dei pochi autori noti a livello davvero globale, come dimostrano per esempio le sue rivisitazioni manga proposte da Go-Nagai o le versioni in video di Peter Greenaway e di Raoul Ruiz»;

    una prova che il Sommo Poeta può essere annoverato tra quanti hanno contribuito a costruire la civiltà europea, e poi occidentale, la fornisce Thomas Eliot in un saggio del 1950, esprimendo un concetto molto chiaro e moderno sulla figura e l'importanza delle opere dantesche: «il poeta più universale che abbia scritto in una lingua moderna. Dante, pur essendo un italiano, è prima di tutto un europeo». Eliot prosegue sottolineando che Dante in materia di visione del mondo la pensava come altri esponenti della cultura europea, ma mentre di alcuni si può sottolineare il carattere nazionale («Alberto Magno era tedesco, Abelardo era francese, Ugo e Riccardo di san Vittore scozzesi»), nel caso del fiorentino invece la sua cultura «non è quella di un paese europeo, ma dell'Europa»;

    nel corso della XVII legislatura il Parlamento ha approvato, a larghissima maggioranza, la legge 12 ottobre 2017, n. 153, «Disposizioni per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio e dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri»;

    il disegno di legge è stato presentato dall'allora Governo con l'intento appunto di garantire adeguato risalto nazionale e internazionale alla celebrazione della vita, del pensiero e delle opere di un poeta e di due artisti di straordinaria importanza, attraverso le attività di alto valore scientifico programmate e attuate da tre Comitati nazionali, con forti e positivi riflessi sulla conoscenza scientifica e sulla ricerca;

    l'approvazione della suddetta legge ha permesso di avviare una misura ulteriore e speciale rispetto alla sola legge n. 420 del 1997 che avrebbe sì consentito al Ministero di tutelare e valorizzare la tradizione culturale italiana attraverso l'istituzione e il sostegno economico dei comitati nazionali celebrativi, ma con minori risorse e in tempi di coordinamento molto lunghi;

    a ciascun comitato è stato, infatti, attribuito un contributo di euro 1.150.000, per il periodo dal 2018 al 2021, per complessivi euro 3.450.000;

    nello specifico, il Comitato nazionale per le celebrazioni dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri nel 2021 ha avviato i suoi lavori e raccolto le proposte di progetto di associazioni, enti locali, musei, istituti e realtà culturali per promuovere e ricordare questa importante ricorrenza;

    in occasione del recente discorso di insediamento, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha citato il settimo centenario della morte di Dante Alighieri come un'occasione imperdibile per l'Italia, sottolineando l'importanza di preparare il nostro Paese a celebrarlo nel miglior modo possibile: «Anche sul terreno culturale dovremo promuovere l'Italia e il nostro brand, anche culturale, nel mondo. Valorizzando attraverso gli istituti di cultura lo studio e la diffusione della lingua italiana e se mi permettete preparandoci in questo modo nel modo migliore a celebrare il settimo centenario della morte di Dante Alighieri nel 2021»,

impegna il Governo:

1) in occasione della celebrazione del settimo centenario della morte di Dante Alighieri nel 2021, a favorire e sostenere l'istituzione di una giornata celebrativa in onore dell'opera e della vita del Sommo Poeta, al fine di valorizzare lo studio e la diffusione della lingua italiana nel mondo;

2) al fine di divulgare e valorizzare un patrimonio culturale unico e universale, a coordinare la realizzazione di un percorso, commisurato alla rilevanza culturale della personalità celebrata, mirato all'arricchimento dell'offerta culturale in termini di formazione, ricerca, divulgazione e conoscibilità delle opere dantesche.
(1-00245) «Piccoli Nardelli, Di Giorgi, Prestipino, Ciampi, Rossi, Carnevali, Madia, Berlinghieri, Serracchiani, Sensi, Siani».

Risoluzione in Commissione:


   Le Commissioni VI e IX,

   premesso che:

    il sistema delle entrate degli enti territoriali presenta un quadro complesso, in particolare per quanto concerne la fiscalità comunale, in ragione dei ripetuti interventi che si sono finora susseguiti e a seguito dei quali l'assetto normativo ha presentato frequenti elementi di incertezza;

    come noto, nel periodo 2016-2018 è stata sospesa (in ultimo per effetto del comma 37 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2018) l'efficacia delle leggi regionali e delle deliberazioni comunali, per la parte in cui aumentano i tributi e le addizionali attribuite ai medesimi enti territoriali, con alcune specifiche esclusioni;

    purtuttavia, la legge di bilancio 2019 non prevede, a differenza degli ultimi anni, limiti al potere degli enti locali di aumentare i tributi ad essi attribuiti;

    fino al 28 febbraio 2019, quindi, gli enti territoriali sono stati in grado di deliberare nuove tariffe ed aliquote dei tributi locali per l'anno 2019;

    alla luce dello studio della Uil (Servizio politiche territoriali), pubblicato in data il 26 luglio 2019, risultano aumentate le aliquote Imu in oltre 215 comuni, tra cui 4 città capoluogo (Torino, La Spezia, Pordenone e Avellino). La città di Avellino, in particolare, risulta aver aumentato l'aliquota per le seconde case e altri immobili, facendo salire l'Imu/Tasi dal 10,5 per mille al 10,6 per mille. Nella città di Torino, invece, si sono modificate alcune aliquote e, in particolare, l'aliquota sulle case affittate a canone concordato che sale dal 5,75 per mille al 7,08 per mille. Nella città di La Spezia, sempre sulle case affittate a canone concordato, l'aliquota sale dal 4,6 per mille al 6 per mille; a Pordenone sui negozi sfitti l'aliquota sale al 10,6 per mille dall'8,85 per mille. Infine, si evidenziano casi di alcune città in cui le aliquote Imu/Tasi risultano diminuite, come ad esempio le città di Firenze, Grosseto, Pavia, Lucca, Taranto;

    sempre secondo il citato studio della Uil risultano, altresì, aumentate le addizionali comunali Irpef in 566 comuni, mentre 122 comuni le hanno aumentate. La stragrande maggioranza dei comuni (3.390), in ogni caso, avrebbe confermato le aliquote precedenti;

    sebbene le aliquote relative all'Imu e le addizionali comunali dell'Irpef non siano state pubblicate ancora per tutti i comuni d'Italia sul sito del Ministero dell'economia e delle finanze, in ogni caso, secondo il citato studio, si tratta di aumenti di una certa importanza che incidono inevitabilmente sulla vita dei cittadini;

    altro problema intimamente legato alle problematiche relative alla tassazione locale che viene attuata attraverso un'imposizione indiretta da parte di alcuni comuni, è quella relativa all'utilizzo dell'autovelox divenuto di fatto solo uno strumento per fare cassa, invece che impiegarlo a scopo preventivo o dissuasivo per accertare il superamento dei limiti di velocità;

    l'autovelox, infatti, è diventato purtroppo uno strumento per garantire alle amministrazioni comunali entrate supplementari e a restare vittime del comportamento dei comuni sono i cittadini ovvero gli automobilisti;

    il gruppo parlamentare Forza Italia, attraverso numerose iniziative parlamentari l'onorevole Simone Baldelli ha sempre evidenziato come l'articolo 142 del codice della strada obblighi i comuni a destinare le risorse raccolte con le multe dell'autovelox per finalità di bilancio strettamente legate al miglioramento della sicurezza e della manutenzione stradale. Purtuttavia, negli anni, il ricavato delle multe dell'autovelox invece che essere utilizzato a tal fine è stato riorientato per il perseguimento delle destinazioni più diverse e comunque estranee all'obiettivo prioritario, condiviso a livello europeo, di contribuire alla diminuzione della incidentalità stradale,

impegna il Governo:

   ad adottare ogni iniziativa normativa finalizzata a ripristinare, già nell'ambito della prossima manovra di finanza pubblicarla sospensione degli aumenti di aliquote e tariffe che, per gli anni 2016, 2017 e 2018, ha impedito l'aumento della pressione fiscale a livello locale;

   ad adottare ogni iniziativa normativa finalizzata ad evitare che gli enti locali utilizzino in maniera distorta i proventi derivanti dalle multe irrogate in applicazione della citata normativa prevista dal codice della strada o in modo comunque sostanzialmente vessatorio nei confronti dei cittadini.
(7-00323) «Giacomoni, Baldelli, Gelmini, Martino, Cattaneo, Baratto, Angelucci, Porchietto, Giacometto, Paolo Russo, D'Ettore, D'Attis, Bergamini, Versace, Cappellacci, Mugnai, Mazzetti, Orsini, Zanella, Ruffino, Milanato, Ripani, Pettarin, Battilocchio, Napoli, Mulè, Rosso, Rotondi, Fatuzzo, Scoma, Bagnasco, Spena, Biancofiore, Pittalis, Palmieri, Sozzani, Tartaglione, Gregorio Fontana, Fitzgerald Nissoli, Fiorini, Marin».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   RIZZETTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   si apprende dalla stampa che l'ex terrorista Federica Saraceni, condannata a 21 anni e sei mesi per l'omicidio del giuslavorista Massimo D'Antona e, dal 2005, ai domiciliari, è beneficiaria del reddito di cittadinanza e riceve il relativo assegno di 623 euro dal mese di agosto 2019;

   non si comprende come sia possibile che la Saraceni, nella sua condizione di persona ai domiciliari, abbia potuto fare richiesta ed ottenere il beneficio erogato dall'Inps, che dovrebbe essere propedeutico alla ricerca di un'occupazione attraverso i centri dell'impiego e l'assistenza dei cosiddetti «navigator»;

   a parere dell'interrogante è di una gravità estrema che sia concesso un sussidio di tal genere ad una ex terrorista, che, inoltre, sta ancora scontando la sua pena. Tale vicenda fa temere che ci siano altre persone condannate per gravi reati, che, come la Saraceni, hanno ottenuto il reddito di cittadinanza;

   l'interrogante ha già evidenziato, con altri atti di sindacato ispettivo, le criticità emerse a causa dei criteri con i quali è stato istituito il reddito di cittadinanza, che sta determinando delle discriminazioni rispetto al suo riconoscimento. Inoltre, ad oggi, tale misura resta un fallimento come propedeutica alla ricerca di un lavoro;

   mentre è stata respinta la domanda a persone realmente bisognose, tale sussidio è stato, invece, agevolmente riconosciuto a Federica Saraceni, persona che, a parere dell'interrogante, è da reputarsi «indegna» a riceverlo;

   è inconcepibile che in Italia molti disabili ricevano indennità che non arrivano neanche a 300 euro mensili, mentre una ex terrorista, condannata per omicidio, possa godere di un sussidio dallo Stato di ben 623 euro –:

   quali siano gli orientamenti del Governo sui fatti esposti in premessa;

   se e quali iniziative il Governo intenda adottare per escludere che Federica Saraceni continui a ricevere il reddito di cittadinanza e per garantire che sia negato a tutti coloro che sono stati condannati per reati gravi come quello di cui si è macchiata l'ex brigatista;

   se e quali iniziative intendano porre in essere, affinché il reddito di cittadinanza sia riconosciuto con criteri più equi e non continui ad essere una mera misura assistenziale, vista la totale assenza di un sistema funzionante per la ricerca di lavoro rivolto ai beneficiari.
(5-02784)

Interrogazione a risposta scritta:


   BARBUTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   con ordinanza n. 57 del 14 marzo 2013, il capo del dipartimento della protezione civile, ha disposto che la regione Calabria - assessorato alle politiche ambientali, subentrasse al commissario straordinario per la gestione dei rifiuti, individuandola quale amministrazione competente al coordinamento delle attività necessarie al completamento degli interventi da eseguirsi nel contesto di criticità nel settore dei rifiuti solidi urbani nel territorio della medesima regione;

   l'emergenza rifiuti in Calabria è tutt'altro che risolta, tanto che il presidente della regione ha emesso l'ennesima ordinanza contingibile e urgente della sua legislatura, la n. 246 del 7 settembre 2019, che sancisce, ad avviso dell'interrogante, il totale fallimento dell'attuale gestione;

   infatti, ai sensi dell'articolo 191 del decreto legislativo n. 152/2006 (Testo unico ambiente), detti provvedimenti possono essere emessi solo quando si verificano situazioni di eccezionale ed urgente gravità di tutela della salute pubblica e dell'ambiente e solo quando non si possa altrimenti provvedere;

   con l'ordinanza n. 246 la regione, richiamando una presunta quanto discutibile situazione di emergenza ed in deroga alla normativa in materia, ha autorizzato la società «Sovreco» a proseguire la coltivazione della discarica di proprietà della stessa, sita in località «Columbra» del comune di Crotone, sino al 30 giugno 2020 ovvero sino al raggiungimento della volumetria di 120.000 tonnellate di rifiuti conferiti, per ospitare i rifiuti provenienti da tutta la regione, ciò a causa dei ritardi accumulati dai soggetti competenti nell'individuazione dei siti pubblici e nella realizzazione delle relative discariche; non può trattarsi di situazione di eccezionale ed urgente gravità, ma di situazione ben nota, e da tempo, all'assessorato alle politiche ambientali della regione Calabria, come si evince chiaramente dal tenore della stessa ordinanza, che descrive la situazione delle discariche ubicate nella regione ed i motivi che ne impediscono il loro utilizzo, a causa dei ritardi accumulati, a cui solo ora e all'ultimo momento si cerca di porre rimedio, ordinando agli Ato di Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria di fare «in via d'urgenza», quanto non fatto per anni, paventando l'eventualità dell'attivazione dei poteri sostitutivi, anche mediante la nomina di commissari ad acta;

   l'ammissione della pregressa conoscenza dello stato di emergenza igienico-sanitaria per lo smaltimento dei rifiuti in Calabria, facilmente prevedibile, perché ricorrente e a scadenza fissa, esclude, a parere dell'interrogante, il carattere dell'urgenza e della gravità posta alla base dell'ordinanza e rappresenta la totale incapacità ovvero la mancanza di volontà da parte degli enti preposti di risolvere una volta per tutte lo stato di emergenza ambientale;

   l'autorizzazione concessa alla società «Sovreco» di continuare nell'abbanco nella sua discarica di ulteriori 120.000 tonnellate di rifiuti provenienti da tutta la regione, rappresenta essa stessa un'emergenza ambientale, atteso che la discarica privata di «Columbra», tra l'altro ormai esaurita, avendo ospitato già oltre 2.000.000 di tonnellate di rifiuti, anche pericolosi, è ubicata nelle immediate vicinanze della città di Crotone ed in particolare della frazione Papanice, nonché a ridosso dei comuni di Cutro e Scandale, tanto che da tempo la cittadinanza ed i comitati che si sono formati ne chiedono l'immediata chiusura, a causa degli insopportabili e nauseabondi miasmi che ne promanano, penalizzando la qualità della vita degli abitanti tra i quali si registra, peraltro, una elevato incremento di decessi per patologie tumorali;

   non tranquillizzano di certo la provvisorietà e la temporaneità cui fa riferimento la suddetta ennesima e pretesa ordinanza contingibile e urgente emessa dal presidente della regione Calabria, perché considerata la situazione descritta ed i pregressi disastrosi risultati della gestione dei rifiuti nella regione Calabria, c'è da aspettarsi che, alla scadenza dei termini previsti, la situazione sarà tristemente invariata per la popolazione residente –:

   se sia a conoscenza della grave situazione in cui versa la gestione dei rifiuti in Calabria e quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza e anche sul piano normativo, per superare il cronico stato di emergenza in cui versa la regione e scongiurare che il problema venga rinviato sino all'emanazione della prossima ordinanza contingibile e urgente.
(4-03696)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta orale:


   DI STASIO, OLGIATI, CARELLI, SABRINA DE CARLO, SURIANO, EMILIOZZI e CABRAS. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nonostante gli accordi di pace tra la Colombia e la formazione guerrigliera delle Farc del 2016, una lunga scia di sangue continua ad attraversare lo Stato sudamericano;

   dal momento della rinuncia alla lotta armata sono stati uccisi circa 320 colombiani; di questi, 130 circa sarebbero militanti, i restanti sono difensori dei diritti umani e leader sociali;

   gli omicidi dei difensori dei diritti umani sono avvenuti tutti nei primi 8 mesi di governo guidato dal leader di destra Ivan Duque che ha già espresso la volontà di modificare, seppur unilateralmente, gli accordi di pace promossi dall'ex presidente colombiano Juan Manuel Sanchez;

   le organizzazioni criminali, anche internazionali e i narcotrafficanti stanno tornando a imporsi in alcune zone della Colombia;

   la capitale Bogotà e tutta la Colombia saranno interessate, il 27 ottobre 2019, dalle elezioni comunali e regionali e, in vista di questa tornata elettorale, lo scontro politico si sta evidentemente inasprendo, raggiungendo un picco di violenza inaccettabile e ingiustificabile, come dimostra l'omicidio della candidata sindaca di Suarez, Karina Garcia Sierra, assassinata insieme ad altre cinque persone e poi bruciata, a seguito di un'imboscata avvenuta nel dipartimento di Cauca, fatto seguito dagli omicidi del candidato alle comunali del municipio di Toledo, Orley Garca e di José Cortes Sevillano, presidente della Giunta di Azione comunale di El Carmen, entrambi uccisi a colpi di fucile in due diversi attentati avvenuti tra il 6 e l'8 settembre 2019 –:

   quali iniziative di competenza abbia intrapreso o intenda adottare il Governo, anche insieme alla comunità internazionale, per garantire il mantenimento degli accordi di pace e quindi per garantire che le elezioni del 27 ottobre 2019, possano svolgersi in un clima di non violenza, correttezza e imparzialità.
(3-00987)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DEIDDA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   ormai da anni si susseguono sbarchi di immigrati irregolari nel sud della Sardegna, perlopiù di soggetti aventi cittadinanza algerina, a mezzo di piccole imbarcazioni private, spesso non individuate, né individuabili, dalle forze di polizia che pattugliano le coste, le quali, dunque, accedono nel territorio nazionale in assenza di qualsivoglia controllo;

   nel corso del Forum nazionale sull'immigrazione illegale svoltosi in Algeria, il Ministro degli interni algerino ha dichiarato che nel solo 2018, oltre 200 algerini, avrebbero perso la vita in mare, in particolare nella rotta verso la Sardegna: fenomeno parzialmente limitato dall'intervento delle autorità locali che ha portato anche all'arresto di diversi trafficanti impiegati nell'organizzazione dei cosiddetti «viaggi della speranza», promossi anche a mezzo di pagine Facebook, nelle quali vengono divulgate informazioni utili avuto riguardo alla traversata, al fine di incentivare altri soggetti ad intraprendere il medesimo viaggio;

   la situazione, che aveva già superato il limite della sicurezza, è ulteriormente peggiorata durante la recente stagione estiva, durante la quale sono stati registrati centinaia di sbarchi diretti, soprattutto in zone ad elevata affluenza turistica come Porto Pino e Sant'Antioco, con gravi ripercussioni per un territorio già notevolmente segnato dalla crisi economica ed industriale;

   da quel che risulta, finora, non è stata attuata alcuna azione al fine di consentire l'interruzione di tale fenomeno sulla rotta in questione, determinando il costante sbarco di immigrati irregolari che, sfuggendo al controllo delle forze di polizia locali, spesso si sono pure resi colpevoli di diversi reati contro la persona e/o il patrimonio, aumentando il senso di insicurezza nella popolazione civile che, infatti, ha più volte espresso, anche per il tramite delle amministrazioni locali, il proprio disappunto per l'assenza di qualsivoglia controllo;

   da quel che risulta, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha recentissimamente incontrato il suo omologo algerino senza affrontare, durante l'incontro, in alcun modo, il problema degli sbarchi diretti in Sardegna, nonostante il flusso migratorio suindicato sia composto pressoché interamente da soggetti in possesso della cittadinanza del citato Paese –:

   se corrisponda al vero che durante il colloquio con il Ministro degli esteri algerino non siano stato affrontato l'argomento degli sbarchi in Sardegna e quali iniziative intenda assumere per interrompere il fenomeno in questione, se del caso anche con un'attività di pattugliamento della Marina militare nelle acque internazionali antistanti l'Algeria che, in caso di accordo con lo stesso Stato, potrebbe estendersi anche alle relative acque territoriali.
(5-02782)

Interrogazione a risposta scritta:


   MULÈ. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nella città di Ventimiglia, presso gli edifici della storica piazza XX settembre, ha sede il consolato onorario di Francia;

   in considerazione della drammatica situazione sul fronte dell'immigrazione, i fatti di cronaca riportano, molto spesso, di manifestazioni di protesta e cortei diretti al consolato francese;

   le manifestazioni appena citate, oltre a bloccare il centro storico di Ventimiglia, mettono in serio pericolo l'incolumità dei cittadini e dei turisti che si trovano in uno dei luoghi simbolo della città;

   il comune ligure ha da poco revocato il comodato d'uso gratuito dei locali occupati anche dal consolato, di proprietà della società Civitas srl a totale capitale pubblico, nel timore che si possa intravedere un danno erariale;

   a ciò si aggiunge che a differenza del consolato generale, il consolato onorario è una sede di rappresentanza retta da un cittadino dello Stato ospitante con funzioni burocratiche, ma non di diritto internazionale –:

   se il Ministro interrogato, considerati i problemi di ordine pubblico, non intenda valutare la possibilità di avviare un dialogo con l'ambasciata francese al fine di individuare nuovi locali idonei per la sede del consolato onorario di Francia a Ventimiglia.
(4-03683)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI E TURISMO

Interrogazione a risposta orale:


   DONZELLI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   Adriano Panzironi diffonde teorie mediche senza essere medico e suggerisce diete senza essere un nutrizionista: è solo un giornalista, che tra l'altro risulta attualmente sospeso dall'ordine del Lazio. Il suo metodo «Life 120» senza alcuna base risoluzione di problemi di salute anche gravi ed è già stato fatto oggetto di provvedimenti di vario genere da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato e dell'Autorità per la garanzia nelle comunicazioni. Sul caso è intervenuta, contro la diffusione di informazioni fuorvianti, lo stesso Ministro della Salute pro tempore Giulia Grillo. La gravità della situazione e già stata portata all'attenzione con le interrogazioni 3-00017 (con relativa risposta), 4-01282, 3-00341, 3-00660, 3-00788 e 4-03185. L'interrogante ha più volte sollecitato un intervento da parte del Governo per impedire la messa in onda dei programmi sui canali tv. La società «Life 120», di proprietà di «Adriano Panzironi» e del fratello Roberto, fra le altre cose si occupa della commercializzazione degli integratori che aiuterebbero nella pratica del «metodo Panzironi». Il 30 giugno 2019 si è tenuto al Palazzetto dello sport di Roma il «Life 120 day», giornata dedicata al metodo, che ha radunato migliaia di persone. L'8 ottobre uscirà nelle sale cinematografiche il film «L'uomo che volle vivere 120 anni», sulla storia di Adriano Panzironi, che sarà proiettato in tutta Italia l'8 e il 9 ottobre 2019 –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e dei contenuti del film: «L'uomo che volle vivere 120 anni»;

   se la questione della proiezione del suddetto film sia stata sottoposta alla preposta «Commissione per la revisione cinematografica» del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e quale orientamento sia stato espresso dall'organismo, posto che appare inopportuno e pericoloso l'utilizzo di un ulteriore strumento che diffonde, attraverso il mezzo cinematografico, un messaggio sbagliato e fuorviante nell'ottica della tutela della salute dei cittadini;

   se e quali ulteriori iniziative di competenza si intendano assumere al riguardo.
(3-00990)

Interrogazione a risposta scritta:


   ZICCHIERI, DURIGON, BASINI, DE ANGELIS, GERARDI e SALTAMARTINI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   è notizia rimbalzata anche sulle cronache di stampa quella della concessione da parte del presidente della regione Lazio, Zingaretti, di spazi dell'ex ospedale Forlanini ad «amici» ed associazioni culturali vicine al partito di cui lo stesso presidente della regione è anche segretario;

   in particolare, a suscitare indignazione è stata la tela raffigurante Matteo Salvini che tiene in mano un cartello con una scritta in arabo, con sotto la traduzione «Benvenuti Fratelli» esposta in occasione di una mostra culturale ospitata – per l'appunto – nei predetti spazi;

   l'episodio è stato oggetto anche di un'interrogazione al consiglio regionale, per chiedere chiarimenti su procedure di affidamento di spazi interni ed esterni, denunciando – tra l'altro – che «la Regione Lazio si sarebbe impegnata a sostenere lo svolgimento negli spazi interni “... di attività formative e di divulgazione da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo”»;

   sarebbe opportuno che gli spazi rientranti nel patrimonio regionale non fossero impropriamente utilizzati, adducendo ipotetici scopi culturali per fare satira e propaganda contro l'avversario politico di turno –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, in particolare, se la mostra succitata rientri nelle attività formative e di divulgazione del Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo.
(4-03701)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   CASSINELLI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il caso «Sindrome dei Balcani» è scoppiato nel 2001 con l'emergere dei primi casi di militari italiani ammalatisi o deceduti al rientro dalle missioni in Bosnia Erzegovina e Kosovo che — insieme alla Serbia — sono stati bombardati dalla Nato (nel 1995 la Bosnia e nel 1999 gli altri due) con proiettili all'uranio impoverito (DU Depleted Uranium);

   l'uranio impoverito deriva da materiale di scarto delle centrali nucleari e viene usato per fini bellici per il suo alto peso specifico e la sua capacità di perforazione. Quando un proiettile al DU esplode ad altissima temperatura rilascia nell'ambiente nanoparticelle di metalli pesanti. A oggi viene confermato dalla ricerca scientifica che questi proiettili sono pericolosi sia per la radioattività emanata sia per la polvere tossica che rilasciano nell'ambiente;

   il prezzo pagato dai militari italiani impegnati in missioni di pace è doloroso ed increscioso: almeno 7.500 malati e oltre 360 decessi;

   il mancato riconoscimento da parte dello Stato italiano dello stato di malattia, o decesso, ha portato molti militari a rivolgersi alla giustizia, con 119 sentenze di condanna a carico del ministero della difesa, e con oltre 350 pendenze in corso di giudizio;

   la relazione finale del 15 febbraio 2018 dell'ultima di quattro Commissioni parlamentari d'inchiesta ribadisce il «nesso di causalità tra l'accertata esposizione all'uranio impoverito e le patologie denunciate dai militari» attraverso «sette missioni, 50 audizioni libere, oltre 50 esami testimoniali, 33 collaborazioni esterne e 109 sedute»;

   il 4 ottobre 2018 è stata emessa dalla Corte di Cassazione una sentenza che, oltre a ribadire il nesso causale tra DU e malattia, ha dichiarato il Ministero della difesa colpevole di aver ignorato i pericoli ai quali aveva esposto i propri militari in teatri operativi in cui era stato usato munizionamento al DU, e dunque ritenuto legittimo il risarcimento richiesto dai familiari del militare Salvatore Vacca, morto di leucemia l'8 settembre del 1999, all'età di 23 anni, dopo aver partecipato a una missione in Bosnia Erzegovina;

   dei 31 mila proiettili al DU usati nel 1999, oltre 25 mila hanno colpito il Kosovo e, di questi, il 56,47 per cento (17.237) sono stati concentrati sul quadrante a nord-ovest, quello appunto controllato dal contingente Kfor italiano –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere, e in quali tempi, a 24 anni dai bombardamenti sulla Bosnia Erzegovina e 20 anni da quelli su Serbia e Kosovo, per dare un aiuto concreto alle vittime da uranio impoverito ed alle loro famiglie.
(4-03697)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 3-quinquies del decreto-legge n. 34 del 2019, di modifica dell'articolo 26 del testo unico delle imposte sui redditi (Tuir), a partire dal 1o gennaio 2020 i canoni di locazione non incassati dal locatore potranno non essere assoggettati a tassazione, a partire dal momento dell'intimazione dello sfratto per morosità o dell'ingiunzione di pagamento;

   pertanto, è evidente quantomeno il tentativo di non sottoporre il locatore a un ingiusto aggravio fiscale, soprattutto in tempi di crisi, seppure la tassazione sia prevista fino a che non giunga a termine il procedimento giurisdizionale di convalida dello sfratto per morosità del conduttore;

   tuttavia, per i contratti di locazione di immobili non abitativi, l'articolo 26 del Tuir non sembra al momento prevedere alcun rimedio ed è pertanto necessario ottenere la risoluzione del contratto quale unico rimedio per evitare la tassazione sui canoni non percepiti –:

   quali iniziative normative si intendano adottare per superare le criticità di cui in premessa evitando un ingiusto aggravio fiscale per i locatori relativamente alla tassazione sui canoni effettivamente non percepiti;

   quali iniziative si intendano adottare riguardo agli immobili non abitativi per i quali, al momento, non è previsto alcun tipo di rimedio per evitare la tassazione a carico dei locatori sui canoni non percepiti.
(4-03690)

GIUSTIZIA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   nell'ambito dei procedimenti concernenti i minori è sempre più frequente il riferimento alla cosiddetta sindrome da alienazione parentale (Pas);

   la Pas non è riconosciuta come un disturbo mentale dalla maggioranza della comunità scientifica. La Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza nelle linee guida in tema di abuso dei minori ha incluso la Pas tra le possibili forme di abuso psicologico e viene considerata quindi priva di presupposti clinici, di validità e di affidabilità;

   l'Istituto superiore di sanità non ritiene che la Pas abbia una rilevanza clinica tale da poter essere considerata una patologia dunque inclusa tra i disturbi mentali nei manuali diagnostici;

   i Centri antiviolenza si sono espressi criticamente in merito alla Pas;

   la Corte di cassazione ha ritenuto la Pas priva di fondamento scientifico e nel 2019 ha escluso la rilevanza processuale di tale sindrome definendola priva di basi scientifiche;

   purtroppo, nei tribunali si registrano vicende legate a questo fenomeno che coinvolge i genitori del minore. In particolare, numerosi organi di stampa hanno riportato il caso della signora L.M. come vittima di una vicenda giudiziaria che si sta trascinando da anni con innegabili ripercussioni negative soprattutto nei riguardi del figlio minore;

   infatti, la vicenda che coinvolge L.M. è iniziata molto tempo fa ed è frutto anche delle violenze subite in ambito domestico dalla stessa donna. Il figlio di L.M. è stato affidato dal tribunale civile di Roma ai servizi sociali che hanno monitorato la situazione e hanno riconosciuto come L.M. sia un'ottima madre;

   la signora L.M. è seguita da un centro antiviolenza lì inviata dalla stessa assistente sociale per i comportamenti del padre del bambino verso lei e il figlio;

   nel 2018 il giudice che seguiva il caso ha disposto una consulenza tecnica d'ufficio. La psicologa incaricata dal tribunale ha deciso che L.M. sia accusata di alienazione parentale (ex-Pas);

   il 5 luglio 2019 veniva disposta la sospensione della potestà genitoriale per entrambi i genitori;

   è stato nominato un tutore che ha ecceduto i suoi poteri per questo ne è stata richiesta la revoca o sostituzione;

   si evidenzia che la signora L.M. ha onorato i suoi doveri di genitore nei confronti del figlio che tra l'altro frequenta con un'eccellente media il terzo anno di scuola elementare. Il minore inoltre svolge varie attività e la signora L.M. non ha mai mancato il supporto economico e morale del medesimo minore. È inoltre utile sottolineare come la donna abbia sempre rispettato le prescrizioni dell'autorità giudiziaria e dei servizi sociali. In ogni caso l'educatore del minore ha sempre sostenuto che: «il bambino è sereno all'interno del nucleo familiare in cui vive ed è un bambino sereno e molto giocoso». Il supporto educativo dell'educatore in favore del minore ha dato i primi segnali positivi dimostrati dal fatto che il minore si fidava dell'educatore. Nonostante i risultati positivi l'assistente sociale decideva di interrompere gli incontri domiciliari dell'educatore poi ripresi successivamente;

   gli incontri assistiti padre-figlio sono poi proseguiti presso la sede della cooperativa Presenza Sociale per tutto il 2018 fino ad oggi; il padre infatti incontra regolarmente il figlio in forma protetta. Tuttavia, nonostante sia stata disposta, come detto, la sospensione della potestà genitoriale per entrambi i genitori, gli incontri del figlio con il padre sono aumentati;

   le donne dunque che denunciano violenza subiscono l'allontanamento dei figli; si tratta di un paradosso, i minori finiscono non per essere tutelati dai padri violenti ma dalle madri che hanno subìto la violenza;

   è da tener presente che il bambino ha anche sofferto di sindrome autoimmune ed è in cura farmacologica e sotto controllo periodico –:

   se intenda adottare iniziative normative per impedire il riconoscimento della sindrome da alienazione parentale che è priva di validità ed affidabilità scientifica e compromette di fatto la salute psichica emotiva del minore e la sua crescita;

   se non ritenga di adottare iniziative normative per evitare che ci siano eventuali forti conflitti di interessi tra magistrati e consulenti tecnici nominati;

   se non ritenga di adottare le iniziative di competenza per definire una normativa che preveda il controllo dell'operato dei servizi sociali;

   se intenda promuovere una revisione dell'applicazione del principio della bi-genitorialità sancito dalla legge n. 54 del 2006 nei casi in cui questo obblighi il minore a frequentare contro la sua volontà un genitore maltrattante o abusante;

   se il Governo intenda adottare ogni iniziativa di competenza per vigilare sulla corretta applicazione della Convenzione di Istanbul, della Convenzione di New York e la Convenzione di Strasburgo;

   se nel caso di cui in premessa non ritenga di valutare se sussistano i presupposti per assumere iniziative ispettive presso gli uffici giudiziari di cui in premessa.
(2-00503) «Giannone».

Interrogazioni a risposta scritta:


   CASSINELLI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   dal 15 al 18 agosto 2019 circa 300 persone, tra dirigenti e militanti del Partito Radicale insieme all'Osservatorio delle Camere penali italiane, a diversi parlamentari, ai garanti delle persone private della libertà, hanno visitato 70 istituti penitenziari in 17 regioni;

   al 31 luglio 2019 i detenuti ristretti nelle nostre carceri erano 60.254 per una capienza regolamentare di 50.480 e il personale di ogni livello ridotto nel suo organico;

   dall'inizio dell'anno nelle carceri italiane ci sono stati 29 suicidi;

   la delegazione che ha visitato il carcere di Marassi il 16 agosto 2019 era composta dall'interrogante e Roberto Bagnasco, deputati di Forza Italia; Claudio Muzio, consigliere regionale di Forza Italia; Avv. Deborah Cianfanelli, consiglio generale del Partito Radicale, Camera penale La Spezia; Stefano Petrella, Partito Radicale; Enrico Aurelio Bruzzone, Partito Radicale; Avv. Fabio Barbieri, Walter Bertanzetti, Partito Radicale; Antonella Carrosio, Partito Radicale; Ruggero Navarra, direttivo della Camera penale regionale Ligure; Ilaria Torri, Camera penale regionale Ligure;

   nel carcere di Genova Marassi i detenuti presenti sono 766, di cui 423 stranieri, ristretti nei n. 525 posti regolamentari; i detenuti lavoranti alle dipendenze dell'amministrazione sono 19; i detenuti lavoranti per conto di imprese cooperative sono 15; i detenuti semiliberi che lavorano alle dipendenze di datori di lavoro esterni sono 15; i tossicodipendenti e i casi psichiatrici sono moltissimi; i tossicodipendenti sono 247, di cui 82 sono in trattamento metadonico; i detenuti sieropositivi 17 ed i detenuti con patologie di tipo psichiatrico sono 2 disabili e 1 ASM; i detenuti con pena definitiva sono 401, mentre quelli in attesa di giudizio sono 257 dei quali: 138 imputati, 73 appellanti e 46 ricorrenti; gli agenti di polizia penitenziaria effettivamente in servizio sono 314 a fronte di una pianta organica che ne prevedrebbe 400 ed assegnati 351 –:

   quali iniziative intenda il Governo assumere affinché sia garantito il rispetto del terzo comma dell'articolo 27 della Costituzione; quali iniziative di competenza intenda il Governo assumere per vigilare affinché venga garantito il diritto alla salute dei detenuti, considerata la presenza di un così alto numero di casi psichiatrici e di tossicodipendenti; quali iniziative intenda il Governo assumere in relazione all'esigenza di funzionamento di un servizio sanitario carcerario h24, attivo anche per far fronte ad eventuali gravi emergenze notturne.
(4-03684)


   CASSINELLI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   dal 15 al 18 agosto 2019 circa 300 persone, tra dirigenti e militanti del Partito Radicale insieme all'Osservatorio delle Camere penali italiane, a diversi parlamentari, ai garanti delle persone private della libertà, hanno visitato 70 istituti penitenziari in 17 regioni;

   al 31 luglio 2019 i detenuti ristretti nelle nostre carceri erano 60.254 per una capienza regolamentare di 50.480 e il personale di ogni livello ridotto nel suo organico;

   dall'inizio dell'anno nelle carceri italiane ci sono stati 29 suicidi;

   la delegazione che ha visitato il carcere di Lecce il 15 agosto 2019 era composta da: Anna Briganti, Partito Radicale; Giovanni Zezza, Partito Radicale; Augusto Fonseca, Partito Radicale; Roberto Cavallo, Partito Radicale; Fabiola Bucarello, Partito Radicale; Mario Barbaro, coordinatore Associazione Marco Pannella di Torino; Pasquale De Salve, Partito Radicale; Cosimo Fonseca, Partito Radicale; Germano Santacroce, presidente del consiglio comunale di Taviano;

   i detenuti presenti sono 1060 di cui 83 donne, 283 nella sezione «alta sicurezza» ristretti nei 660 posti regolamentari; i detenuti lavoranti alle dipendenze dell'amministrazione sono 235, alcuni dei quali si occupano della manutenzione ordinaria interna della struttura; altri, invece, in semilibertà impiegati in un istituto tecnico; le donne, in particolare, coinvolte nel progetto «Made in carcere»; i casi psichiatrici sono 225 con 20 casi di soggetti autolesionisti; i casi di epatite C sono 290; gli agenti di polizia penitenziaria effettivamente in servizio sono 581 a fronte di una pianta organica che al 2011 ne prevedeva 795 –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo affinché sia garantito il rispetto del terzo comma dell'articolo 27 della Costituzione; quali iniziative di competenza intenda assumere per vigilare affinché venga garantito il diritto alla salute dei detenuti, considerata la presenza di un così alto numero di casi psichiatrici e di tossicodipendenti; quali iniziative il Governo intenda assumere in relazione della necessità di garantire il funzionamento di un servizio sanitario carcerario h24, attivo anche per far fronte ad eventuali gravi emergenze notturne.
(4-03685)


   CASSINELLI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   dal 15 al 18 agosto 2019 circa 300 persone, tra dirigenti e militanti del Partito Radicale insieme all'Osservatorio delle Camere penali italiane, a diversi parlamentari, ai garanti delle persone private della libertà, hanno visitato 70 istituti penitenziari in 17 regioni;

   al 31 luglio 2019 i detenuti ristretti nelle carceri erano 60.254 per una capienza regolamentare di 50.480 e il personale di ogni livello ridotto nel suo organico;

   dall'inizio dell'anno nelle carceri italiane ci sono stati 29 suicidi;

   la delegazione che ha visitato le carceri di Venezia Santa Maria Maggiore ed il carcere femminile di Giudecca il 15 agosto 2019 era composta dall'onorevole Nicola Pellicani;

   nel carcere di Venezia S. Maria Maggiore i detenuti presenti sono 239, in leggero calo rispetto all'inverno scorso, numero comunque superiore ai 161 disponibili; le celle sono piccole e soprattutto all'ultimo piano si soffre molto il caldo; i detenuti stranieri sono 147 a fronte di 83 italiani; tra gli stranieri ci sono 32 tunisini, 25 rumeni, 23 albanesi, 14 nigeriani; resta irrisolto il problema del lavoro: solo in pochi riescono ad essere occupati con attività retribuite; poche unità operano nelle attività di laboratorio ed una cinquantina nei lavori legati ai servizi carcerari; gli agenti sono in numero insufficiente con turni molto pesanti; discreto numero di detenuti psichiatrici, la cui gestione è molto complicata, spesso pericolosa: dovrebbero essere ospitati nelle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, ma sono poche e non c'è mai posto;

   nel carcere femminile della Giudecca, sono 81 le detenute presenti, di cui 34 straniere di diversa nazionalità delle quali 11 rumene; grazie all'impegno del mondo cooperativo è delle associazioni in attività di reinserimento sociale, svolgono lavori, regolarmente retribuiti: lavanderia, sartoria, laboratorio di cosmesi, con una linea di prodotti per la cura personale, un orto che produce frutta e verdura biologiche certificate che vengono vendute all'esterno del carcere; presente nella struttura anche un Icam (Istituto a custodia attenuata per madri detenute); attualmente accoglie una madre con due figli di 5 e 4 anni; sono ospitate anche tre donne incinte –:

   quali iniziative il Governo intenda assumere affinché sia garantito il rispetto del terzo comma dell'articolo 27 della Costituzione; quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per vigilare affinché venga garantito il diritto alla salute dei detenuti, considerata la presenza di un così alto numero di casi psichiatrici e di tossicodipendenti; quali iniziative il Governo intenda assumere in relazione all'esigenza di funzionamento del servizio sanitario carcerario h24, attivo anche per far fronte ad eventuali gravi emergenze notturne.
(4-03688)


   CASSINELLI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   dal 15 al 18 agosto 2019 circa 300 persone, tra dirigenti e militanti del Partito Radicale insieme all'Osservatorio delle Camere penali italiane, a diversi parlamentari, ai garanti delle persone private della libertà, hanno visitato 70 istituti penitenziari in 17 regioni;

   al 31 luglio 2019 i detenuti ristretti nelle carceri erano 60.254 per una capienza regolamentare di 50.480 e il personale di ogni livello ridotto nel suo organico;

   dall'inizio dell'anno nelle carceri italiane ci sono stati 29 suicidi;

   la delegazione che ha visitato il carcere di Trieste il 15 agosto 2019 era composta da: avvocato Alessandro Giadrossi, Presidente della Camera penale Trieste; avvocato Marco Fazzini; avvocato Enrico Miscia; avvocato Paola Bosari;

   i detenuti presenti nel carcere di Trieste sono 194 comuni di cui 169 uomini e 25 donne; i detenuti con condanne definitive sono 120, in attesa di giudizio di cui imputati 34, di cui appellanti 20, di cui ricorrenti 8, ristretti nei 145 posti regolamentari; i tossicodipendenti ed in terapia metadonica sono 25, di cui 20 uomini e 5 donne; è presente un detenuto donna sieropositiva; i detenuti affetti da epatite C sono 40, tutti uomini; i casi psichiatrici sono 4; gli agenti di polizia penitenziaria effettivamente in servizio sono 129 a fronte di una pianta organica che ne prevedrebbe 143; gli educatori assegnati sono 3 a fronte di una pianta organica che ne prevede 4; è assegnato un solo psicologo come del resto prevede la pianta organica; in area isolamento sono detenute 11 persone, alcune con problemi psichici. Alcuni hanno affermato di essere in isolamento da molto tempo; in questa sezione è avvenuto il decesso di un giovane iracheno: le cause sono da accertare, c'è un'indagine della procura. Al riguardo, non c'è nessuna notizia sulla stampa; si registra la presenza nota e molto grave di cimici, attualmente marginale ma non debellata completamente; ci sono problemi di igiene, come docce poco funzionanti, raccolta della spazzatura senza il rispetto delle norme igieniche; vi sono pochi strumenti per i momenti di socializzazione –:

   quali iniziative il Governo intenda assumere affinché sia garantito il rispetto del terzo comma dell'articolo 27 della Costituzione;

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per vigilare affinché venga garantito il diritto alla salute dei detenuti, considerata la presenza di un così alto numero di casi psichiatrici e di tossicodipendenti;

   quali iniziative il Governo intenda assumere in relazione all'esigenza di funzionamento di un servizio sanitario carcerario h24, attivo anche per far fronte ad eventuali gravi emergenze notturne.
(4-03689)


   MAGI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la sentenza n. 30475/19 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite, ha affermato che le attività di commercializzazione dei derivati della coltivazione di cannabis sativa «sono condotte che integrano il reato di cui all'art. 73, del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, anche a fronte di un contenuto di THC inferiore ai valori indicati dall'articolo 4, commi 5 e 7, legge n. 242 del 2016, salvo che tali derivati siano, in concreto, privi di ogni efficacia drogante o psicotropa, secondo il principio di offensività»;

   da inizio 2018 ad oggi, su tutto il territorio nazionale si sono registrate operazioni di sequestro preventivo dei prodotti derivanti dalla canapa sativa che, nella maggior parte dei casi, si sono concluse con il dissequestro;

   il 16 settembre il Tribunale di Novara sezione riesame accogliendo il ricorso presentato nell'interesse di un commerciante ha sostenuto che «il prodotto commercializzato consisteva in infiorescenze di canapa sativa, escluse dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione dal novero delle categorie previste dall'articolo 2 della legge n. 242 del 2016, con conseguente configurabilità del delitto di cui all'articolo 73 commi 1 e 4 del decreto del Presidente della Repubblica 309 del 1990, salva esclusione in concreto dell'effetto drogante delle sostanze»;

   il 2 settembre la procura di Forlì ha chiesto al Gip di archiviare le accuse nei confronti dei 15 legali rappresentanti delle imprese destinatarie dei provvedimenti di sequestro preventivo;

   il 16 luglio il tribunale del riesame di Ancona su ricorso della procura ha affermato che «con riferimento ai prodotti avente percentuale di THC inferiore (alla misura dello 0,5 per cento), l'appello va rigettato, non potendo essere disposto sequestro preventivo in quanta manca il fumus del reato di cui all'articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, atteso che le sostanze compravendute non hanno un effetto stupefacente»;

   il 6 giugno a Cosenza il giudice, letto l'articolo 425 del codice di procedura penale, ha dichiarato «non luogo a procedere nei confronti di reato ascritto perché il fatto non costituisce reato»;

   tra le operazioni di più vasta portata si segnala quella avvenuta a Parma nel luglio 2019, che ha visto perquisizioni e sequestri nei confronti di sedici indagati –:

   quale sia il costo complessivo sostenuto dalle autorità competenti per condurre tale operazione nello specifico e per il complesso dei sequestri avvenuti in tutta Italia dal gennaio 2018, inclusi i costi per le intercettazioni telefoniche, per la logistica della merce sequestrata e le analisi della stessa.
(4-03693)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:


   PATERNOSTER, COLLA, DARA, PATASSINI, PETTAZZI, MORELLI, MACCANTI, CAPITANIO, CECCHETTI, DONINA, GIACOMETTI, RIXI, TOMBOLATO, ZORDAN, CENTEMERO, BITONCI, CAVANDOLI, COVOLO, GERARDI, GUSMEROLI, ALESSANDRO PAGANO e TARANTINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il contributo al servizio sanitario nazionale sulla responsabilità civile auto è un importo da versare allo Stato come tassa sul servizio sanitario a copertura delle spese mediche per le cure di feriti e per le vittime della strada. Questa voce è obbligatoria ed è sempre inclusa nel premio annuo della responsabilità civile auto ed è calcolata in percentuale della polizza responsabilità civile auto obbligatoria;

   negli ultimi anni tale voce ha subito diverse modifiche relativamente alla sua deducibilità dal reddito complessivo al pari di altre spese mediche e/o previdenziali;

   infatti, fino al 2011 era possibile dedurre tutto l'importo del contributo al servizio sanitario nazionale, dal 2012, dopo l'entrata in vigore della «legge Fornero», è stata introdotta una franchigia, rendendo deducibile solo una quota parte, ovvero quella eccedente i 40,00 euro, con l'effetto distorto di premiare i possessori delle vetture più potenti con polizze costose; dal 2014 un ulteriore cambiamento ha portato alla totale indeducibilità del contributo al servizio sanitario nazionale a partire dalla dichiarazione 2015 sull'anno d'imposta 2014;

   successivamente, il legislatore, a sostegno del settore autotrasporto, ha previsto un recupero delle somme versate come contributo al servizio sanitario nazionale sui premi di assicurazione per la responsabilità civile, per le imprese di autotrasporto merci (conto terzi e conto proprio) fino ad un massimo di 300 euro per ciascun veicolo (più specificatamente, il predetto limite deve riferirsi ad ogni singolo veicolo e non al valore medio degli importi versati per una flotta di veicoli, per cui l'eventuale importo in eccedenza rispetto al suddetto limite massimo non rileva ai fini dell'agevolazione);

   per il 2018 la misura era finanziata da una quota parte – 20 milioni di euro – del fondo autotrasporto pari a 250 milioni di euro, con i quali veniva appunto recuperato il contributo al servizio sanitario nazionale sui premi per la responsabilità civile auto versato nell'anno precedente;

   con mail del 25 luglio 2019 della segreteria Anita è stato comunicato che la ripartizione di tale Fondo per l'anno 2019 «non prevede più la copertura della misura in argomento, poiché l'importo ad esso destinato è stato ripartito su altre voci (pedaggi, investimenti e spese non documentate). Conseguentemente, a partire da quest'anno, non è previsto il recupero del contributo SSN su RCA e non sarà possibile recuperare quanto pagato nel 2018» –:

   se il Governo sia al corrente di quanto riportato in premessa circa l'impossibilità di recuperare il contributo al servizio sanitario nazionale sui premi assicurativi pagato lo scorso anno e se sia negli intendimenti del Governo adottare iniziative per aumentare il fondo autotrasporti per il 2020, così da ripristinare il recupero delle somme versate a titolo di contributo al servizio sanitario nazionale fino ad un massimo di 300 euro per ciascun veicolo, considerata l'importanza che la misura riveste per il settore dell'autotrasporto.
(4-03687)


   DURIGON, ZICCHIERI, BASINI, DE ANGELIS, GERARDI e SALTAMARTINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'ex Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, aveva commissionato uno studio costi-benefici sul corridoio intermodale viario Roma-Latina, probabilmente – come noto – allo scopo di metterne in dubbio l'utilità e bloccare la realizzazione dell'opera;

   fra 13 mesi scadrà il vincolo preordinato di esproprio e l'incertezza tuttora persistente in merito all’iter procedurale, a partire dalla gara sospesa e ancora sub judice, rischia di portare l'intera operazione su un binario morto;

   la reiterazione del vincolo, infatti, è condicio sine qua non per la realizzazione dell'opera e alla scadenza sorgerebbero nuovi e ulteriori ostacoli alla sua effettuazione, venendo peraltro meno definitivamente la possibilità dell'occupazione d'urgenza –:

   quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato in merito all'infrastruttura viaria citata in premessa e, in caso di condivisione della necessità di realizzare l'opera, se ed entro quali tempi intenda assumere le opportune iniziative di competenza.
(4-03691)


   NOBILI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   in data 16 giugno 2019 è entrato in vigore il decreto legislativo 14 maggio 2019, n. 50 «Attuazione della Direttiva 2016/798 del Parlamento europeo e del Consiglio, 11 maggio 2016, sulla sicurezza delle ferrovie»;

   il decreto legislativo citato prevede, all'articolo 2, comma 4, che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore dello stesso decreto, individui le reti isolate dal punto di vista funzionale dal resto del sistema ferroviario, comprendendo quelle concesse dallo Stato e quelle per le quali sono attribuite alle Regioni le funzioni e i compiti di programmazione e di amministrazione ai sensi del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422 adibite a servizi ferroviari locali ordinariamente espletati con distanziamento regolato da segnali;

   in data 14 giugno 2019, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a quanto risulta all'interrogante avrebbe richiesto alla regione Lazio e a Roma Capitale una documentazione integrativa al fine di pervenire ad una «valutazione maggiormente esaustiva della riqualificazione» in tram della linea Roma-Giardinetti;

   ai sensi del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422, al fine della prosecuzione del servizio di trasporto, la regione Lazio dovrebbe provvedere al trasferimento delle funzioni e dei compiti di programmazione e amministrazione a Roma Capitale, limitatamente alla linea Roma-Giardinetti;

   inoltre, gli organi competenti dovrebbero provvedere alla riqualificazione in linea tranviaria della ferrovia Roma-Giardinetti;

   consultata la Conferenza Stato-regioni, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha predisposto un decreto con l'elenco delle ferrovie isolate da cui risulta esclusa la ferrovia Roma Giardinetti –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto espresso in premessa — in particolare dell'esclusione della ferrovia Roma-Giardinetti dall'elenco delle reti isolate — e se intenda assumere ogni iniziativa di competenza per garantire i livelli occupazionali della tratta e per prevedere la riqualificazione in linea tranviaria della suddetta ferrovia.
(4-03692)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   DEIDDA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 97 del Testo unico degli enti locali prevede espressamente che il comune e la provincia hanno un segretario titolare dipendente dall'Agenzia autonoma per la gestione dell'albo dei segretari comunali e provinciali, di cui all'articolo 102 e iscritto all'albo di cui all'articolo 98, il quale svolge compiti di collaborazione e funzioni di assistenza giuridico-amministrativa nei confronti degli organi dell'ente in ordine alla conformità dell'azione amministrativa alle leggi, allo statuto ed ai regolamenti;

   la citata figura appare dunque di fondamentale importanza, oltre che necessaria, in particolare nei piccoli comuni, i quali sono spesso sprovvisti di figure dirigenziali, anche in ragione del fatto che il segretario: a) partecipa con funzioni consultive, referenti e di assistenza alle riunioni del consiglio e della giunta e ne cura la verbalizzazione; b) esprime il parere di cui all'articolo 49, in relazione alle sue competenze, nel caso in cui l'ente non abbia responsabili dei servizi; c) roga, su richiesta dell'ente, i contratti nei quali l'ente è parte e autentica scritture private ed atti unilaterali nell'interesse dell'ente; d) esercita ogni altra funzione attribuitagli dallo statuto o dai regolamenti, o conferitagli dal sindaco o dal presidente della provincia; e) esercita le funzioni di direttore generale nell'ipotesi prevista dall'articolo 108, comma 4;

   di recente, la comunità montana «Gennargentu-Mandrolisai» ha approvato un documento nel quale si segnala la grave situazione dei comuni ricompresi nello stesso territorio, determinata dalla carenza di segretari comunali: carenza che, di fatto, impedisce alle citate amministrazioni di poter adempiere ai propri compiti, con conseguente paralisi dell'attività amministrativa;

   in particolare, degli undici comuni ricompresi nell'area in questione, solo tre possono vantare la presenza di un segretario comunale in convenzione, seppure per pochissime ore al mese, e altri comuni, per effetto del prossimo pensionamento in ragione della recente riforma pensionistica intervenuta, si troveranno a dover affrontare la medesima situazione;

   non appare più possibile per i comuni programmare l'attività amministrativa facendo ricorso al mero supporto di segretari comunali «a scavalco», i quali, pur se assolutamente responsabili e competenti, non possono garantire una presenza tale da far fronte alla moltitudine di istanze che la cittadinanza riversa quotidianamente sul singolo ente locale;

   la carenza in questione appare ancora più grave nelle zone interne dove gli amministratori sono chiamati a sopperire alla carenza di personale e alle ristrettezze dei bilanci e tale situazione contrasta con il ripetutamente annunciato rilancio delle zone in questione;

   la pubblicazione del diario delle prove preselettive relative all'ultimo concorso per l'accesso all'albo nazionale dei segretari è intervenuta solamente di recente, dopo i due rinvii del 23 luglio 2019 e del 28 maggio 2019;

   il suindicato ritardo appare del tutto in contrasto con la necessità di scongiurare un vero e proprio collasso amministrativo e, di contro, si rende necessario programmare azioni straordinarie, per consentire alle amministrazioni comunali di poter espletare i propri compiti istituzionali nell'esclusivo interesse dei cittadini, se del caso, anche aumentando il numero delle borse che verranno assegnate in ragione del citato concorso –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative di competenza intendano assumere al fine di adeguare il numero dei segretari comunali al reale fabbisogno nazionale.
(3-00986)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MADIA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie pubblicate sulla pagina Facebook del «Coordinamento cittadino Lotta per la casa» si è appreso che nel cuore della notte di qualche giorno fa a Roma un numero di giornalisti e operatori facenti parte della troupe di «Fuori dal coro», programma diretto da Mario Giordano, si sarebbero recati presso gli ex uffici di viale del Caravaggio, un immobile occupato nel quartiere Tor Marancia a Roma dove vivono 120 famiglie con 70 bambini;

   secondo quanto riportato in questo post, i giornalisti si sarebbero presentati accompagnati da vere e proprie guardie del corpo, muniti di telecamere e fari accesi, per realizzare, senza però identificarsi, un cosiddetto scoop giornalistico;

   si sarebbero peraltro presentati senza preavviso e nel cuore della notte, destando sconcerto, allarme e preoccupazione tra gli occupanti dell'immobile, il cui sgombero, già previsto, è stato rinviato solo nel mese di agosto 2019 a data da destinarsi;

   se confermati, tali fatti potrebbero configurarsi come un elemento di turbativa per persone già in condizione di grave disagio sociale, in particolare per i numerosi bambini presenti, molti dei quali sarebbero scoppiati in lacrime, nella convinzione dell'imminenza dell'ennesimo sgombero;

   auspicando quanto prima l'elaborazione di un vero e proprio piano per affrontare l'emergenza abitativa che soltanto nel comune di Roma riguarderebbe circa 57 mila famiglie, pari a 200 mila persone, i fatti riportati appaiono non solo inutilmente vessatori nei confronti di persone che già vivono in condizione di forte stress psicologico e precarietà, ma anche lesivi delle stesse raccomandazioni inviate dall'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza a Parlamento, Governo, regioni, comuni, magistratura, avvocati, assistenti sociali, psicologi e anche giornalisti, per «assicurare piena protezione a bambini e ragazzi che si trovano in situazioni di forte vulnerabilità» –:

   se i fatti riportati corrispondano al vero.
(5-02780)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   CASCIELLO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   con decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il 13 luglio 2011 venne bandito il concorso per il reclutamento di n. 2.386 dirigenti scolastici;

   il 18 dicembre 2014 con Prot. n. AOODRCA 9248 venne pubblicata la graduatoria generale di merito, con l'esclusione di 50 candidati che non avevano superato la prova preselettiva, ma avevano superato tutte le prove scritte e orali;

   il 22 agosto 2017 venne pubblicata la sentenza del Tar Lazio n. 09404 REG.PROV.COLL. che accolse il ricorso dei 50 ricorrenti nei motivi aggiunti, con conseguente annullamento della graduatoria di merito nella parte in cui non includeva i candidati che avevano superato le prove scritte ed orali; i 50 aspiranti dirigenti hanno, dunque, una sentenza positiva del Tar Lazio relativa all'inserimento nella graduatoria di merito;

   ogni anno i 50 aspiranti dirigenti chiedono al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca di essere utilizzati in altre regioni, in qualità di dirigenti scolastici che hanno superato tutte le prove concorsuali, per risolvere il problema della carenza di dirigenti e per ridurre il problema delle reggenze ma senza nessun riscontro positivo;

   il 23 novembre 2017 con il decreto direttoriale è stato pubblicato il bando del corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di 2.425 dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali;

   il 2 luglio 2019 il Tar del Lazio ha pronunciato la sentenza n. 08655/2019 REG.PROV.COLL.N. 06233/2019 REG.RIC., con la quale ha annullato la procedura del concorso dirigenti scolastici; il motivo accolto è stato quello della incompatibilità di tre commissari;

   il 12 luglio 2019 il Consiglio di Stato con l'ordinanza relativa al ricorso n. 05742/201 REG. RIC ha sospeso l'esecutività della sentenza con la quale il Tar aveva annullato il concorso;

   il 24 luglio 2018 con decreto Aoodpit 1134 è stato pubblicato l'elenco dei candidati, ammessi agli scritti;

   sono stati ammessi alle prove orali anche candidati riservisti ed altri contrassegnati dall'asterisco, che non hanno superato la preselettiva, ma hanno presentato ricorso al Tar ed ottenuto la sospensiva;

   il 17 luglio 2019, con nota del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca Reg. Uff. U. 0032565, è stato pubblicato l'elenco alfabetico dei candidati al concorso dirigenti scolastici – valutazione titoli;

   nell'elenco sono presenti candidati «con l'asterico», che non hanno superato la preselettiva;

   il 21 luglio 2019 l'Udir ha inviato alla redazione Orizzonte Scuola un comunicato con le evidenze delle risposte alle domande più frequenti rivolte allo stesso Udir sul tema del concorso per dirigente scolastico, relativamente ad: assunzioni, idonei, titoli, legge n. 104;

   nel comunicato, in merito al quesito: «Potete chiarire il destino degli asteriscati? Saranno eventualmente nominati se in posizione utile o avranno il posto “congelato” in attesa di sentenza? Gli asteriscati saranno immessi in ruolo con riserva? O avranno il posto congelato?» L'Udir risponde: «In merito ai ricorrenti, il ministro Bussetti ha sostenuto che verranno assunti con riserva. Proprio perché, secondo le sue dichiarazioni, occorre dare priorità alle immissioni in ruolo, nell'attesa delle udienze di merito dei ricorsi» –:

   sulla scorta di quanto sopra rappresentato, quale spiegazione il Ministro interrogato intenda fornire ad una così palese disparità di trattamento e quali iniziative intenda assumere per rimediare all'incresciosa situazione che penalizza i candidati del concorso del 2011 che, pur trovandosi nella stessa situazione dei candidati del concorso 2017 (anche questi non hanno superato la preselettiva ma le prove orali e scritte), si trovano esclusi dalla graduatoria, nonostante, peraltro, a differenza dei candidati del 2017, possano vantare una sentenza favorevole del Tar.
(4-03694)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta orale:


   DEIDDA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il consiglio provinciale dell'Inps di Nuoro ha recentemente denunciato il mancato affidamento alla sede nuorese di una parte dei 66 nuovi assunti dall'istituto destinati alla Sardegna e tale decisione è stata adottata sulla base di un criterio di valutazione, ad avviso dell'interrogante, del tutto inaccettabile, in quanto fondato su indicatori che non possono essere gli stessi per tutto il territorio nazionale;

   tale decisione appare ancora più incomprensibile se si considera che la stessa sede è già stata interessata, nel triennio 2017-2019, da una riduzione di 40 unità, con conseguente, insostenibile aumento del carico di lavoro per il restante personale, peraltro già aggravato per effetto dei provvedimenti adottati dal Governo e concernenti «quota cento» e «reddito e pensione di cittadinanza»;

   la situazione della sede Inps di Nuoro è già stata discussa dal Comitato regionale, convocato proprio per un'analisi della situazione generale dell'istituto, compresa la grave situazione degli organici in Sardegna, e la mancanza di ricambio generazionale determinerà la perdita delle conoscenze e dei metodi acquisiti dal personale ancora in servizio;

   la decisione in questione — peraltro, in assoluto contrasto con i risultati ottenuti dalla stessa sede che, infatti, si è posizionata fra le prime 15 a livello nazionale — appare ricollegarsi al più ampio piano di riorganizzazione avviato dall'istituto in Sardegna, il quale, attraverso una contrazione delle risorse umane assegnate alle varie sedi, determinerà il ridimensionamento della presenza dell'istituto nell'isola, con la conseguente chiusura di diversi uffici;

   la presenza delle diverse sedi dell'istituto nell'isola è necessaria al fine di fronteggiare le istanze della popolazione residente, la quale, diversamente, si vedrebbe costretta ad affrontare lunghi viaggi verso gli altri centri dell'isola, senza che la rete infrastrutturale consenta in alcun modo, rapidi spostamenti, essendo, tra le altre cose, la Sardegna l'unica regione italiana priva di autostrade e caratterizzata da una forte carenza infrastrutturale;

   i territori in questione hanno già subito negli ultimi anni la chiusura e/o il ridimensionamento di altri servizi essenziali, quali il servizio sanitario e quello scolastico, e tale condizione incentiva il fenomeno dello spopolamento, con gravi ripercussioni di ordine economico e sociale per l'intera Isola –:

   se sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di destinare nuovo personale all'ufficio dell'Inps di Nuoro, scongiurando così qualsiasi ipotesi di futura, eventuale chiusura della medesima sede.
(3-00988)


   MOLINARI, ANDREUZZA, BENVENUTO, BINELLI, BOLDI, CAFFARATTO, DARA, DURIGON, GALLI, GASTALDI, GIACCONE, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, LIUNI, MACCANTI, MURELLI, PATASSINI, PETTAZZI, PIASTRA e TIRAMANI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato su Il Sole 24 Ore del 29 settembre 2019, è sfumato il piano di salvataggio della Pernigotti, storica azienda di Novi Ligure (Alessandria) e per oltre un secolo e mezzo eccellenza imprenditoriale nel settore dolciario-alimentare italiano;

   nel 2013, si ricorda, il marchio era stato ceduto al gruppo Sanset dei fratelli turchi Ahmet e Zafer Toksoz, tra i principali produttori mondiali di nocciole;

   il 25 settembre 2019 si è interrotta la trattativa con l'imprenditore emiliano Giordano Emendatori per l'acquisto della divisione gelati; due giorni dopo, venerdì 27, i Toksoz hanno comunicato all'azienda torinese Spes il recesso dal contratto preliminare per la cessione del comparto cioccolato «in considerazione dell'impossibilità di addivenire alla definizione contrattuale con Emendatori»;

   gli accordi saltati avrebbero dovuto essere firmati il 30 settembre e la rottura riporta nello sconforto e nell'incertezza gli oltre 100 lavoratori (80 dipendenti più una cinquantina di interinali);

   la vicenda Pernigotti è esemplificativa del rischio che le aziende italiane corrono con l'acquisizione di marchi storici del made in Italy e la delocalizzazione della produzione, primi step di un disimpegno delle proprietà straniere in Italia con la progressiva chiusura degli stabilimenti nel nostro Paese ed un impatto disastroso sull'occupazione e sull'economia nazionale –:

   se e quali urgenti iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, il Governo intenda assumere a salvaguardia dei livelli occupazionali della Pernigotti e, più in generale, a tutela dei marchi storici italiani e delle realtà produttive presenti sul nostro territorio.
(3-00989)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MURELLI, DURIGON, CAFFARATTO, CAPARVI, LEGNAIOLI, EVA LORENZONI, MOSCHIONI, CAVANDOLI, CESTARI, GOLINELLI, MORRONE, PIASTRA, RAFFAELLI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, VINCI, DARA, ZOFFILI, COLLA, PATASSINI e PETTAZZI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   è crisi per «La Perla», storica azienda italiana di moda specializzata in intimo;

   lo storico gruppo del made in Italy nel 2018 era stato venduto alla società anglo-olandese Tennor, che nel mese di luglio 2019 ha annunciato un piano di rilancio industriale che prevede il taglio di ben 126 posti di lavoro;

   gli esuberi sono concentrati quasi tutti sul polo bolognese e rappresentano un quarto del personale totale del gruppo Italia;

   secondo i sindacati è preoccupante che ad essere interessati dai tagli siano professionalità che detengono il know-now, il «saper fare» del prodotto leader del mercato dell'intimo e della corsetteria; essi temono, pertanto, che possa trattarsi di un primo passo verso un disimpegno totale dall'Italia da parte della holding olandese;

   indubbiamente la procedura di mobilità per oltre cento persone a Bologna, su 1.200 dipendenti nel mondo, rappresenta un grave danno non soltanto economico ed occupazionale, ma anche di immagine per la manifattura italiana ed il made in Italy –:

   se e quali iniziative, nell'ambito della proprie competenze, il Governo intenda adottare celermente in merito alla crisi aziendale richiamata in premessa, a salvaguardia dei livelli occupazionali di un marchio storico e di prestigio del made in Italy.
(5-02777)


   NARDI e BURATTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   Sanac è una azienda che opera nel campo della lavorazione di refrattari dal 1939;

   Sanac, leader in Italia nel settore con circa il 35 per cento del mercato nazionale, è presente nel nostro Paese con quattro stabilimenti produttivi: Gattinara, Grogastu, Massa e Vado Ligure dove sono impiegati complessivamente circa 350 dipendenti con un fatturato annuo di 150 milioni di euro;

   in particolare, lo stabilimento di Massa, che occupa ad oggi circa 120 operai, è attivo nella produzione e nell'assistenza tecnica di refrattari per il sistema di spillaggio denominato «a cassetto» per siviera (sistema brevettato e progettato nello stesso stabilimento);

   Sanac è in amministrazione controllata dal 2015 e ha risentito negli ultimi anni delle difficoltà giudiziarie e produttive di Ilva, il gruppo industriale da cui provengono il 75 delle commesse di Sanac;

   nel mese di dicembre 2018 il gruppo Ilva è stato ceduto alla multinazionale dell'acciaio Arcelor Mittal;

   Arcelor Mittal ha manifestato la volontà di acquisire alcune società monocommittenti di Ilva tra cui Sanac;

   il 30 settembre prossimo scade però la proroga della fidejussione di Arcelor Mittal per la possibile acquisizione di Sanac;

   il 3 settembre scorso Sanac ha comunicato ai Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico che dal 1° ottobre sarà attivata la cassa integrazione straordinaria per tutti lavoratori dell'azienda;

   il 5 settembre 2019 è entrato in vigore il decreto-legge n. 101 del 2019 che ha ripristinato la norma (precedentemente soppressa dal «decreto crescita») secondo la quale gli interventi realizzati da Arcelor Mittal «in osservanza delle disposizioni contenute nel Piano Ambientale» non possono dar luogo a responsabilità penale. Si tratta di una norma che la stessa multinazionale dell'acciaio considerava necessaria per poter continuare ad investire nel nostro Paese;

   il data 13 settembre i lavoratori, i sindacati, le istituzioni territoriali si sono riuniti presso il tavolo istituzionale permanente istituito dalla provincia di Massa Carrara; tutti i componenti hanno espresso forte preoccupazione e amarezza per il quadro determinatosi in queste ultime settimane;

   i sindacati e le istituzioni territoriali hanno espresso forte preoccupazione gli per gli sviluppi della vicenda auspicando l'apertura immediata di un tavolo di confronto governativo al fine di evitare la liquidazione di Sanac e per mantenere i livelli occupazionali del sito produttivo –:

   quali iniziative urgenti di competenza intendano assumere i Ministri interrogati, in relazione a quanto espresso in premessa, al fine di scongiurare la liquidazione del gruppo Sanac e mantenere gli attuali livelli occupazionali e quando verrà convocato il tavolo di concertazione governativo richiesto dalle parti sociali.
(5-02779)


   MURELLI, DURIGON, MOLINARI, LORENZO FONTANA, CAFFARATTO, CAPARVI, IEZZI, LEGNAIOLI, EVA LORENZONI, MOSCHIONI e SASSO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   è notizia che ha destato non poco sconcerto ed indignazione nell'opinione pubblica, ed in particolare tra i parenti di vittime del terrorismo, quella dell'ex brigatista Saraceni beneficiaria del reddito di cittadinanza;

   Federica Saraceni, figlia di un ex giudice fondatore di Magistratura Democratica, poi parlamentare con Pds e Verdi, è stata condannata a 21 anni e sei mesi per l'omicidio del giuslavorista Massimo D'Antona, sulla via Salaria il 20 maggio 1999; dal 2005 è agli arresti domiciliari e dallo scorso agosto percepisce la somma di 623 euro al mese;

   a norma di legge (decreto-legge n. 4 del 2019; legge n. 26 del 2019) condicio sine qua non per beneficiare del reddito di cittadinanza è che il richiedente non sia sottoposto «a misure cautelari personali» e non sia stato condannato in via definitiva nei dieci anni precedenti la richiesta per reati gravissimi;

   dopo il caso Saraceni, sono emersi altri due nomi di ex terroristi beneficiari del sussidio: Massimiliano Gaeta, esponente del cosiddetto Partito Comunista politico militare, condannato per attentati di stampo terroristico, e Raimondo Etro, condannato per concorso nel sequestro di Aldo Moro e per l'omicidio del giudice Riccardo Palma a 20 anni e sei mesi: il primo incassa 500 euro al mese, il secondo la cifra massima pari a 780 euro mensili;

   la notizia è, a parere degli interroganti, di una gravità inaudita, sia per l'inopportunità che ex terroristi possano ricevere da quello stesso Stato che con stragi e omicidi volevano colpire un sussidio riservato, invece, a chi si trova in condizioni di povertà con la finalità di reinserirsi nel mondo del lavoro, sia perché denota le falle del sistema di erogazione del reddito di cittadinanza, non corrispondente, nei fatti, alla ratio della disciplina –:

   se e quali iniziative di propria competenza il Ministro interrogato intenda adottare con urgenza con riguardo ai fatti esposti in premessa relativamente all'erogazione del reddito di cittadinanza a chi si è macchiato dei più gravi reati contro lo Stato e, come tale, non titolato, a parere degli interroganti, a beneficiare di provvidenze economiche a spese della collettività.
(5-02783)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MURA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il regolamento di attuazione del decentramento territoriale dell'Inps, determinazione presidenziale n. 52 del 16 maggio 2018, e la circolare n. 96, emanata il 21 settembre 2018, condizionano la presenza di un'agenzia dell'Inps nel territorio al rispetto di almeno uno dei tre seguenti parametri: popolazione residente di almeno 60 mila abitanti; personale in forza di almeno 10 unità; tasso di ipercopertura non superiore al 60 per cento, intendendosi per esso la quota di popolazione in grado di raggiungere una sede dell'Inps, nella stessa provincia, partendo dal comune di residenza e utilizzando mezzi propri entro un tempo massimo di 30 minuti;

   nel caso non sussistano le suddette condizioni, si prevede un percorso di riorganizzazione delle agenzie stesse sulla base di una proposta territoriale, puntualmente presentata dalla direzione dell'Inps della regione Sardegna;

   la Sardegna è la terza regione italiana per estensione territoriale, con una rete stradale e un servizio pubblico di trasporto insufficiente, con connessioni internet ancora insufficienti e non omogenee quanto a diffusione e velocità di trasmissione dati, con un indice di vecchiaia molto elevato, con una percentuale di pensionati che in molti comuni, in particolare quelli dell'entroterra, raggiunge il 40-50 per cento della popolazione e con una forte incidenza percentuale di categorie deboli e disagiate (invalidi, percettori di ammortizzatori sociali, indigenti);

   sindaci, forze sociali, comitati provinciali dell'Inps e il consiglio regionale della Sardegna, con due diversi ordini del giorno approvati all'unanimità, hanno espresso un parere fortemente contrario all'applicazione dei criteri di cui al suddetto regolamento;

   in data 10 novembre 2018 il presidente del consiglio regionale della Sardegna, onorevole Gianfranco Ganau, ha inviato specifica istanza al Ministro del lavoro e delle politiche sociali in cui si chiedeva un intervento al fine di definire un'organizzazione dell'Inps adeguata alle condizioni socio-economiche e territoriali dell'isola;

   in data 14 novembre 2018 il capo di gabinetto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha fatto pervenire alla presidenza del consiglio della regione sarda, specifica nota (prot. 18394 del 14 novembre 2018), con allegata nota del direttore generale dell'Inps (prot. 38965 del 7 novembre 2018), con cui si conferma di fatto la chiusura di diverse agenzie territoriali sarde dell'Istituto –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della particolare situazione in cui verrebbero a trovarsi migliaia di cittadini sardi, in particolare quelli residenti nelle aree interne e periferiche, laddove si procedesse alla riorganizzazione dell'Inps sulla base del regolamento citato;

   se il Ministro non intenda adottare iniziative affinché l'organizzazione e l'articolazione territoriale dell'Inps in Sardegna siano sottratte all'applicazione dei parametri di cui al succitato regolamento;

   se il Ministro non intenda adottare le iniziative di competenza affinché vengano esperite le procedure per il rinnovo del comitato regionale dell'Inps.
(4-03686)


   SERRACCHIANI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la situazione della Opel di Fiumicino è critica, in quanto l'azienda ha ufficialmente avviato la procedura di licenziamento collettivo per cessazione dell'attività, sulla base della legge n. 223 del 1991;

   soltanto in data 20 settembre 2019 l'azienda ha comunicato ai lavoratori la cessazione dell'attività — con preavviso di 120 giorni — con la conseguente perdita di 62 posti di lavoro e la chiusura del magazzino, il più grande del centro Italia;

   ai 62 lavoratori che verranno licenziati, non è stata offerta alcuna alternativa, alcun ammortizzatore sociale e alcuna prospettiva di ricollocazione. Trattasi di personale altamente specializzato, in un'età difficile per un ricollocamento in altre aziende;

   secondo fonti sindacali, l'azienda — con sede a Fiumicino dal 1969 — non si troverebbe in situazione di crisi, in quanto continua ad avere ancora oggi un fatturato sempre in positivo (circa 1 milione di euro all'anno). Dunque la decisione di cessare l'attività sembrerebbe all'interrogante coincidere solo con logiche interne di vantaggio economico –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione di crisi in cui versa la Opel di Fiumicino;

   se vi siano già state interlocuzioni con i sindacati e l'azienda al fine di scongiurare tale chiusura;

   se vi sia l'intenzione di attivare un tavolo di crisi a cui convocare l'azienda e le parti sociali per definire possibili soluzioni alternative prima della definitiva cessazione dell'attività.
(4-03699)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VIANELLO e GRIPPA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   le oloturie sono degli echinodermi, apprezzate in ambito culinario, anche per questo oggetto di eccessivo prelievo, tanto da adombrare il rischio di estinzione. L'allarme sul commercio indiscriminato, tuttavia, arriva all'attenzione delle autorità nel 2014, specialmente in Sardegna e in Puglia;

   nel 2015 nella sola Puglia sono state sequestrate dalla guardia costiera oltre 46 tonnellate di oloturie, e ne sono state commercializzate centinaia di tonnellate, 200 nella sola provincia di Lecce. Nel 2016, a seguito di un ingente sequestro a Taranto, fu commissionato uno studio per verificare il ruolo ecologico di questa specie, atta a filtrare i sedimenti eliminando batteri e scorie;

   a febbraio 2018 è stato adottato il decreto ministeriale n. 156 che pone il divieto di pescare, detenere a bordo, trasbordare, ovvero sbarcare, esemplari di oloturie fino al 31 dicembre 2019;

   tuttavia, specie nella città jonica, a ridosso della moltitudine di scarichi fognari, dell'inquinamento da Pcb e diossine principalmente derivanti dal porto e dall'arsenale, dai metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio, rame, zinco e altro) dell'ex Ilva e delle attività militari, la funzione ecologica di questa specie, insieme ai danni che l'estinzione potrebbe provocare per il venir meno dell'attività di filtratori, sollecita la necessità di un'estensione dei termini del divieto –:

   se il Ministro interrogato, anche alla luce di quanto riportato in premessa, intenda adottare iniziative per estendere il divieto imposto con il decreto ministeriale n. 156 del 2018, oltre il previsto termine del 31 dicembre 2019.
(5-02778)

SALUTE

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   la direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2010, sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, stabilisce misure relative alla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici o educativi;

   la suddetta direttiva è stata recepita dal nostro ordinamento dal decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 26;

   tutti i progetti di ricerca che contemplano l'impiego di animali vertebrati e di taluni invertebrati devono essere autorizzati dal Ministero della salute e portati avanti all'interno di stabilimenti utilizzatori autorizzati;

   sono circa 600 i laboratori autorizzati dal Ministero della salute a compiere esperimenti su animali;

   in Italia l'impiego di animali può essere consentito solo quando il responsabile del progetto di ricerca sia in grado di documentare e quindi dimostrare, l'impossibilità di conseguire il risultato ricercato utilizzando un metodo di sperimentazione scientifica alternativo che non implichi l'impiego di animali vivi;

   una volta dimostrato ciò, a parità di risultato, si favoriscono procedure che: richiedono il minor numero di animali; utilizzano animali con la minore capacità di provare dolore, sofferenza, distress o danno prolungato; sono in grado di minimizzare dolore, sofferenza, distress o danno prolungato; offrono le maggiori probabilità di risultati soddisfacenti; hanno il più favorevole rapporto tra danno e beneficio;

   nel nostro Paese, il numero totale di animali utilizzati per la ricerca scientifica è in graduale diminuzione;

   tuttavia, è da segnalare un aumento del ricorso ai macachi;

   nel 2015 erano 224, mentre nel 2017 sono stati 548;

   come accennato precedentemente, il Ministero dovrebbe autorizzare l'impiego di primati non umani solo in via eccezionale e nel caso in cui la ricerca non possa essere condotta altrimenti;

   il dipartimento di psicologia dell'Università di Torino sta conducendo, in collaborazione con l'Università di Parma, una sperimentazione scientifica su sei macachi, destinati ad essere mutilati chirurgicamente nella capacità di vedere ed infine soppressi;

   la Lega anti vivisezione (Lav) ha denunciato che durante la suddetta sperimentazione: «gli animali saranno sottoposti a un training che prevede l'immobilizzazione forzata più volte al giorno, quasi tutti i giorni, assieme all'asportazione chirurgica di aree della corteccia visiva con lo scopo di renderli clinicamente ciechi»;

   la sperimentazione dovrebbe servire a ricreare un modello animale per lo studio delle persone affette da blindsight;

   tuttavia lo studio di questa patologia include volontari umani naturalmente portatori di questo tipo di cecità, i quali si sottopongono volontariamente a tecniche non invasive di rilevazione –:

   se alla luce della gravissima situazione, il Ministro interpellato non intenda assumere, per quanto di competenza, iniziative straordinarie al fine di verificare che la sperimentazione scientifica suddetta sia lecita e non possa prevedere metodi alternativi, escludendo l'impiego di animali vivi.
(2-00504) «Serritella».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   D'ARRANDO. — Al Ministro della salute, al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. — Per sapere – premesso che:

   la psicodiagnostica, ramo della psicologia clinica, consiste in una valutazione approfondita delle condizioni momentanee o durevoli, normali o patologiche e del funzionamento psichico di un determinato soggetto;

   per ottenere tali risultanze, psichiatri, neuropsicologi, neuropsichiatri infantili e psicoterapeuti si avvalgono di test attraverso i quali sono in grado di formulare diagnosi, individuare il trattamento migliore per il paziente considerando eventuali controindicazioni, valutare l'andamento di un trattamento, nonché effettuare screening di tipo epidemiologico;

   i test oggi utilizzati sono costruiti a partire da continue ricerche della comunità scientifica di riferimento. La maggior parte di essi è di derivazione anglosassone ed è successivamente tradotta, aggiornata, curata e distribuita in Italia da case editrici specializzate, titolari per lo sfruttamento di tali opere;

   la legge 5 febbraio 1992, n. 104, recante «Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persona handicappate», e la legge 8 ottobre 2010, n. 170, recante «Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico», prevedono espressamente che ai fini dell'accertamento dello specifico disturbo o handicap è necessario effettuare una «valutazione psicodiagnostica del paziente» mediante la somministrazione di tali test. Pertanto, essi assumono specifico rilievo in quanto elemento essenziale per la diagnosi;

   tuttavia, negli ultimi anni parallelamente alla crescente diffusione dei test, sono stati riscontrati ricorrenti fenomeni di pirateria attraverso la riproduzione dei protocolli di notazione anche all'interno delle istituzioni sanitarie pubbliche. Tali condotte sono poste in essere in violazione dell'articolo 13 della legge 22 aprile 1941, n. 633, recante norme per la «Protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio», che dispone il diritto esclusivo dell'autore di riprodurre ovvero di «moltiplicare in copie» in tutto o in parte la propria opera. Inoltre, il successivo articolo 17 prescrive che «Il diritto esclusivo di distribuzione ha per oggetto la messa in commercio o in circolazione, o comunque a disposizione del pubblico, con qualsiasi mezzo ed a qualsiasi titolo, dell'originale dell'opera o degli esemplari di essa»;

   a conferma di tale previsione si è espresso anche il tribunale di Roma che con la sentenza n. 15023/2017 ha riconosciuto la fondatezza della richiesta di risarcimento del danno per violazione del diritto di sfruttamento economico in materia di strumenti psicodiagnostici avanzata dalla casa editrice Giunti nei confronti dell'Università di Roma «Tor Vergata» –:

   se e quali iniziative il Governo, nell'ambito delle sue competenze in tema di tutela del diritto alla salute dei cittadini, intenda assumere al fine di garantire che la somministrazione dei test psicodiagnostici all'interno delle strutture sanitarie italiane avvenga nel pieno rispetto della normativa vigente con strumenti diagnostici validi, aggiornati e leciti.
(5-02781)

Interrogazioni a risposta scritta:


   LEGNAIOLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   organi di stampa locale di Pisa di questi ultimi giorni riportano la notizia secondo la quale la situazione del personale che opera presso l'ospedale Cisanello è ormai drammatica;

   le notizie a mezzo stampa, segnatamente, parlano di una attesa media al pronto soccorso di 7/8 ore, con gravi e pesanti ripercussioni sia sui turni degli operatori sanitari, costretti loro malgrado ad orari improponibili, sia sul conseguente livelli di servizio ai pazienti;

   il sovraffollamento causato dalle lunghe code, inoltre, determina la necessità di posizionare i degenti anche sulle barelle lungo i corridoi del nosocomio, con un ulteriore appesantimento della già difficile situazione;

   alcune sigle sindacali hanno già manifestato tali criticità alla azienda ospedaliera competente, senza tuttavia ottenere ad oggi alcun riscontro –:

   se non ritenga opportuno approfondire la vicenda sopra descritta, anche promuovendo una verifica da parte del Comando carabinieri per la tutela della salute, allo scopo di assumere iniziative utili, nell'ambito delle proprie competenze, per garantire i livelli essenziali di assistenza, superare le criticità evidenziate e non ledere così sia il diritto dei pazienti ad essere curati con un sistema di assistenza adeguato, sia quello degli operatori sanitari a poter lavorare efficacemente.
(4-03695)


   MASSIMO ENRICO BARONI, NAPPI, TUZI e SEGNERI. — Al Ministro della salute, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   l'azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma, con deliberazione n. 1432 del 30 ottobre 2017, ha indetto un concorso pubblico (Gazzetta Ufficiale n. 5 del 16 gennaio 2018) per titoli ed esami, per la copertura, a tempo indeterminato di n. 9 posti (poi elevati a n. 14 con deliberazione n. 545 del 16 aprile 2018) di dirigente delle professioni tecnico sanitarie, con sedi di destinazione Asl Rm 1, Asl Rm 2, Asl Rm 3, Asl Rm 5, Asl Rm 6, Asl Latina, Asl Rieti, Asl Viterbo, Spallanzani, Policlinico Tor Vergata, azienda ospedaliera S. Giovanni, IFO, AO Sant'Andrea, AO S. Camillo;

   con deliberazione n. 826 del 17 giugno 2019 l'azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini pubblica i nomi dei 14 vincitori del concorso pubblico sopra citato;

   da numerose fonti di stampa come Il Fatto Quotidiano, Etruria News, BorsaInside, si apprende che durante lo svolgimento del concorso sono avvenute numerose anomalie, rilevate dal dottor Antonio Di Nicola, uno dei 160 candidati ammessi come, ad esempio:

    durante la prova scritta un candidato trovato con foglietti di carta non è stato allontanato ma solo spostato in prima fila;

    effettuando una ricerca in rete, è emerso che la vincitrice del primo posto in graduatoria era alle dirette dipendenze del presidente di commissione e che quest'ultima era stata nominata membro di altre due commissioni d'esame per incarichi simili;

    effettuando una ricerca in rete è risultato che quasi tutti vincitori sono riconducibili a ruoli di rilievo nei maggiori sindacati, o sono provenienti dalla sfera politica (ci sono «ex candidati del Pd alle amministrative passate, alcuni eletti altri no, un ex presidente di municipio, un coordinatore del comitato per Zingaretti presidente»), o sono membri di primo piano dell'ordine professionale d categoria;

   il 2 maggio 2019, un mese e mezzo prima della pubblicazioni dei risultati da parte dell'azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini, il dottor Di Nicola ha inviato a sé stesso una Pec con allegata una graduatoria dei primi 20 possibili vincitori, stilata e desunta dalle sopra descritte anomalie;

   orbene 16 dei 20 vincitori «predetti» dal dottor Di Nicola, hanno effettivamente occupato i primi posti della graduatoria ufficiale: i vincitori al primo e secondo posto addirittura coincidono, mentre gli altri si trovano in ordine leggermente diverso (ad esempio, il terzo vincitore previsto si è collocato al 12° posto effettivo, il quarto previsto all'8° effettivo e altro);

   la «predizione» del dottor Di Nicola è rimbalzata su diversi organi di stampa, e il 1° settembre 2019 Gianluca Giuliano, segretario nazionale sanità Ugl, ha dichiarato che risulta davvero difficile pensare che sia stato un colpo di fortuna il fatto di indovinare 16 vincitori su 160 candidati, prima dell'uscita delle graduatorie –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e se, per quanto di competenza, intenda avviare, anche per il tramite del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari regionali, nonché promuovendo una verifica dell'Ispettorato della funzione pubblica, opportuni approfondimenti riguardo alla regolarità dello svolgimento del concorso sopra citato.
(4-03700)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   una recente delibera dell'Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), la n. 665 del 28 settembre 2017, ha dato il via libera alla riorganizzazione e al riordino delle varie categorie e sottocategorie di utenza con effetto a partire dal 1° gennaio 2018. In realtà, diversi gestori, stando a quanto risulta all'interrogante, stanno applicando solo da qualche mese le nuove tariffe e dunque con effetto retroattivo, determinando dunque un conguaglio, a volte anche considerevole, in bolletta;

   nel recepire tali adeguamenti, dunque, sono stati ricalcolati i volumi dell'acqua consumati nel 2018 applicando le nuove tariffe. Le modalità utilizzate hanno già scatenato numerose polemiche, non solo per la retroattività del provvedimento ma anche perché il metodo seguito per la determinazione delle nuove tariffe rischia di gravare sui bilanci delle famiglie più numerose. La delibera infatti sembra avallare il principio del calcolo delle tariffe in relazione al numero dei componenti il nucleo familiare;

   in Emilia-Romagna, ad esempio, gli adeguamenti tariffari sono passati al vaglio di Atersir, l'Agenzia territoriale per i servizi idrici e i rifiuti. Stante le precisazioni del gestore Hera, apparse a mezzo stampa, i nuovi criteri sono stati recepiti da Atersir «che ha anche stabilito l'invio da parte dei gestori dei conguagli relativi al 2018 nella seconda metà del 2019», avallando pertanto la retroattività dei conguagli stessi (https://www.ravennanotizie.it);

   non è chiaro come si giustifichi, dal punto di vista normativo, la retroattività del conguaglio posto che lo stesso è dovuto a un adeguamento tariffario, pertanto non imputabile al consumatore il quale potrebbe, pertanto, essere perennemente esposto ad aumenti in bolletta suo malgrado –:

   di quali elementi conoscitivi si disponga rispetto alle criticità di cui in premessa;

   se siano giunte ai Ministri interrogati segnalazioni riguardo alle criticità di cui in premessa da parte di associazioni di consumatori;

   quali iniziative di competenza, anche normative, si intendano assumere per tutelare i consumatori da tali conguagli retroattivi relativi ai consumi di acqua.
(4-03698)

Apposizione di firme ad una mozione e modifica dell'ordine dei firmatari.

  Mozione Lattanzio ed altri n. 1-00146, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta di giovedì 21 marzo 2019, seduta n. 146, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Fratoianni, Emanuela Rossini, Villani. Contestualmente, l'ordine delle firme si intende così modificato: «Lattanzio, Casciello, Sasso, Piccoli Nardelli, Fusacchia, Frassinetti, Toccafondi, Fratoianni, Carbonaro, Aprea, Gallo, Belotti, Anzaldi, Biancofiore, Emanuela Rossini, Villani».

Apposizione di firme ad una risoluzione.

  La risoluzione in Commissione Martino e altri n. 7-00317, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 settembre 2019, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Giacometto, Cappellacci, Mugnai, Mazzetti, Orsini, Zanella, Ruffino, Milanato, Ripani, Pettarin, Battilocchio, Napoli, Rosso, Rotondi, Fatuzzo, Scoma, Bagnasco, Spena, Biancofiore, Pittalis, Sozzani, Tartaglione, Gregorio Fontana, Fitzgerald Nissoli, Musella, Fiorini, Marin.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della mozione Lattanzio n. 1-00146, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 146 del 21 marzo 2019.

   La Camera,

   premesso che:

    nel dicembre 2018 si è assistito all'ennesimo attacco terroristico, avvenuto nel centro storico di Strasburgo, nel cuore dell'Europa e della sua attività politica. L'attentatore, un 29enne nato a Strasburgo ma di origine marocchina, ha ucciso 5 persone e ne ha ferite 13, di cui 9 in maniera grave;

    tra i feriti più gravi, come noto, vi era anche un giovane italiano, Antonio Megalizzi, giornalista radiofonico colpito da un proiettile alla testa, che era a Strasburgo per seguire i lavori della plenaria del Parlamento europeo. Antonio è morto pochi giorni dopo, a causa delle sue condizioni considerate sin dal primo momento irreparabili. A distanza di poco tempo è morto anche il suo amico e collega Barto Pedro Orent-Niedzielski;

    Antonio era laureato in Scienze della comunicazione presso l'Università di Verona e frequentava il master in studi europei e internazionali presso l'Università degli studi di Trento; lavorava per Europhonica, format radiofonico che coinvolge università italiane, spagnole, tedesche, portoghesi e francesi, alla cui base vi è la volontà di raccontare l'Europa politica e sociale dal punto di vista di una generazione che vive in pieno la realtà europea e che parla in maniera semplice ed immediata ai coetanei. L'attività italiana di Europhonica, interrotta in segno di lutto, è ripresa regolarmente durante il mese di febbraio 2019, con l'intento anche di continuare il lavoro del nostro giovane connazionale rimasto ucciso;

    in una nota il comune di Trento aveva dichiarato il lutto cittadino in concomitanza con le esequie del ragazzo, evidenziando come la città si riconoscesse «nei valori e nelle azioni portate avanti da Antonio nella sua breve vita» e di come il gesto rappresentasse «un'adesione simbolica ma importante per condannare con forza la brutalità e l'inutilità delle azioni terroristiche»;

    Antonio voleva raccontare l'Europa della «generazione Erasmus», con tutte le sue contraddizioni e divisioni ma anche con tutte le sue opportunità; aveva voglia di informare e di utilizzare la radio come strumento privilegiato di comunicazione, nel tentativo di incorporare e difendere un'idea di comunità che andasse oltre i luoghi comuni e le banalità e che avesse invece delle finalità concrete; voleva rendere partecipi i suoi coetanei, specialmente quelli più disattenti e poco motivati, attraverso una forma più diretta e genuina di giornalismo, quello delle giovani radio universitarie;

    l'esperienza di Europhonica è rappresentativa dell'importanza che le attività, che si concretizzano in strumenti come le web radio o i media civici, ricoprono nella partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica. La comunicazione partecipata, infatti, è un elemento irrinunciabile, onde evitare il malfunzionamento delle dinamiche relazionali tra società civile ed istituzioni;

    la storia di Antonio assomiglia a quella di moltissimi altri giovani italiani. Antonio poteva essere uno qualsiasi dei nostri figli, fratelli o nipoti che ogni giorno vivono l'Europa attraverso esperienze lavorative, di studio o di scambio. Il dolore della sua famiglia e dei suoi cari avrebbe potuto essere il dolore di una qualsiasi delle famiglie italiane;

    proprio per mantenere vivo il ricordo di Antonio e sempre attuale il messaggio di amore e fratellanza di cui la sua vita è stata testimonianza, nonché il suo messaggio sull'importanza dell'informazione, dell'istruzione, dell'impegno civico, la famiglia ha deciso di istituire una fondazione a lui intitolata con la quale si auspica una proficua collaborazione degli organi istituzionali, al fine di coordinare le molteplici iniziative che verranno poste in essere in suo ricordo;

    è per quanto fin qui esposto che si ritiene doveroso oltre che necessario, a più di un mese dalla morte di Antonio, tenere acceso il suo ricordo di giovane attivo e brillante, simbolo di una giovane generazione di eccellenze italiane motivate ad agire, a studiare, a lavorare per un ideale positivo – qualunque esso sia,

impegna il Governo:

1) ad intraprendere ogni iniziativa di competenza per rinnovare il ricordo di Antonio Megalizzi, in particolare attraverso l'istituzione di una borsa di studio in suo nome presso una scuola di giornalismo di una delle università pubbliche italiane per il praticantato di giornalista professionista, destinata a giovani desiderosi di diffondere un'informazione chiara, corretta e diretta;

2) a sostenere l'impegno della Conferenza dei rettori delle università italiane nell'incentivare la realizzazione negli atenei pubblici italiani di azioni ed attività dedicate alla memoria di Antonio Megalizzi, che possano concretizzarsi in premi e riconoscimenti destinati agli studenti più meritevoli, in borse di studio e nella denominazione in suo onore di aule destinate alle attività di web radio e media communication.
(1-00146) (Nuova formulazione) «Lattanzio, Casciello, Sasso, Piccoli Nardelli, Fusacchia, Frassinetti, Toccafondi, Fratoianni, Carbonaro, Aprea, Gallo, Belotti, Anzaldi, Biancofiore, Emanuela Rossini, Villani».

Trasformazione di documenti
del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Mura n. 5-01068 del 5 dicembre 2018 in interrogazione a risposta scritta n. 4-03686;

   interrogazione a risposta in Commissione Di Stasio e altri n. 5-02712 del 17 settembre 2019 in interrogazione a risposta orale n. 3-00987;

   interrogazione a risposta scritta Deidda n. 4-03647 del 25 settembre 2019 in interrogazione a risposta orale n. 3-00988.