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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 26 luglio 2019

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:


   La III Commissione,

   premesso che:

    il decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, recante «Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini», la cosiddetta spending review, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, aveva previsto la riorganizzazione della rete diplomatico-consolare senza compromettere i servizi offerti ai cittadini;

    in seguito a tale riorganizzazione è stata disposta la chiusura del Consolato italiano di Newark, una realtà importante per l'emigrazione italiana in USA sia sul piano storico che per gli interessi odierni che caratterizza quell'area, in termini di iscritti Aire e di attrattiva nel settore della ricerca;

    tale chiusura ha causato disagi ai cittadini italiani residenti sul posto e la perdita di un servizio importante per le nostre imprese che sono presenti in New Jersey;

    l'area del New Jersey è interessata da nuovi flussi migratori dall'Italia con conseguente aumento degli iscritti Aire, circa il 10 per cento in più rispetto alla data di chiusura del Consolato, che gravano sul Consolato Generale di New York, già colmo di lavoro;

    il sottosegretario per gli affari esteri e la cooperazione internazionale delegato, in risposta all'interrogazione scritta n. 4-01908 presentata dalla firmataria del presente atto di indirizzo, si è detta «pienamente consapevole della rilevante presenza italiana nell'area di Newark e, più in generale, nello Stato del New Jersey (USA)»;

    gli italiani del New Jersey, come tutti gli altri cittadini italiani all'estero, hanno diritto alla tutela e all'assistenza e quindi ad un Consolato che possa erogare i servizi necessari alle persone ed alle imprese,

impegna il Governo

ad assumere iniziative per aprire un nuovo Consolato italiano in New Jersey (USA) nell'interesse dei connazionali che vi risiedono.
(7-00297) «Fitzgerald Nissoli».


   La IX Commissione,

   premesso che:

    l'articolo 32 della legge 17 maggio 1999, n. 144 ha istituito un primo piano nazionale della sicurezza stradale (Pnss), definendone ambito, articolazione, strumenti attuativi e linee guida. Questo primo Pnss, sviluppato per il periodo 2001-2010, assumeva, sulla base delle indicazioni della Commissione europea, l'obiettivo di ridurre del 50 per cento entro il 2010, il numero delle vittime di incidenti stradali;

    nel marzo del 2014, anche sulla base delle indicazioni della Commissione europea, è stato approvato il nuovo «Piano nazionale della sicurezza stradale (Pnss) Orizzonte 2020»;

    il Piano mette in evidenza come «i giovani conducenti di età compresa tra 16 e 19 anni presentano un rischio di essere coinvolti in un incidente fino a sette volte maggiore dei conducenti tra i 45 e i 64 anni» ed inoltre «l'alcol è da considerarsi ancora un fattore di rischio sul quale agire. In Italia su 100 conducenti controllati, 2,5 sono stati trovati dalle forze di polizia in stato di ebbrezza alcolica. È un fattore di rischio ancora molto disuso, soprattutto tra i giovani»;

    i dati sistematizzati da Asaps (Associazione sostenitori amici della polizia stradale) sulle rilevazioni della polizia stradale e dei Carabinieri certificano l'aumento dei sinistri nei fine settimana estivi, incidenti, questi, su cui si riscontra anche un aumento dei decessi;

    il progetto educativo Icaro, progetto annuale di educazione stradale nelle scuole, promosso dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in collaborazione con la polizia di Stato, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il dipartimento di psicologia dell'università Sapienza di Roma, il Moige (Movimento italiano genitori), l'Ania (Associazione nazionale per le imprese assicuratrici) e la Federazione ciclistica italiana, giunto ormai alla sua 19a edizione, ha posto da anni le basi per portare la tematica della sicurezza stradale nelle scuole tra i più giovani. Tale progetto ha l'obiettivo di diffondere, attraverso programmi differenziati in base alla fascia d'età degli studenti, l'importanza del rispetto delle regole e della legalità. Tuttavia, la medesima proposta formativa non è estesa alle università, lasciando privi di una adeguata sensibilizzazione gli studenti universitari che, non hanno attualmente azioni mirate a migliorare la formazione e l'educazione stradale, in modo da rafforzare anche in questa ampia fascia di utenti della strada, la conoscenza e l'applicazione delle norme che ne regolano il funzionamento;

    l'attività educativa verte tipicamente sul tema dei processi di regolazione emotiva, alla base dei comportamenti di rischio stradale (rabbia alla guida, ansia e distrazione, sottostima del rischio e altro, nonché su ulteriori aspetti legati all'intelligenza emotiva, finalizzata a promuovere il rispetto delle regole stradali, dei comportamenti corretti e di una mobilità consapevole;

    il 1° agosto 2018, il Ministro Toninelli nell'esporre le linee programmatiche del suo dicastero ha sottolineato che: «Lavoreremo con tutti i mezzi a nostra disposizione per dare più tutela a tutti gli spostamenti, che siano in treno, in auto, in moto o in bicicletta. A partire dall'implementazione di campagne di consapevolezza culturale. Bisogna usare correttamente qualsiasi mezzo e qualsiasi strumento o presidio di sicurezza. Questo è il messaggio che vogliamo e dobbiamo veicolare: salva la vita a noi stessi e agli altri»;

    attualmente è all'esame delle Camere un testo unificato della commissione IX, di revisione del nuovo codice della strada, decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, che reca numerose misure volte ad aumentare la sicurezza sulle nostre strade per tutti gli utenti e per le diverse modalità di trasporto;

    è stato inoltre approvato in prima lettura alla Camera un disegno di legge di iniziativa parlamentare, A.C. 682 e abbinati, che prevede l'introduzione dell'insegnamento di educazione civica, l'educazione alla cittadinanza attiva e all'educazione alla cittadinanza responsabile;

    sono presenti sul territorio nazionale alcune buone pratiche poste in essere da alcune amministrazioni locali virtuose, in partenariato con diverse associazioni di categoria, locali notturni e compagnie assicurative, volte a fornire a prezzo convenzionato e/o fisso l'accesso al servizio taxi all'interno del territorio comunale nelle fasce notturne dei weekend;

    all'articolo 6-bis, del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, recante Disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione, è prevista l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri del Fondo contro l'incidentalità notturna; le risorse dovrebbero essere utilizzate per l'acquisto di materiali, attrezzature e mezzi per le attività di contrasto dell'incidentalità notturna e per campagne di sensibilizzazione e di formazione degli utenti della strada e per il finanziamento di analisi cliniche, di ricerca e sperimentazione nel settore di contrasto della guida in stato di ebbrezza o dopo aver assunto sostanze stupefacenti. La capienza del fondo suddetto è prevista ai sensi del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, nonché richiamata agli articoli 195 e 208, comma 2-bis, del codice della strada;

    si è resa improcrastinabile per il Ministero la messa a sistema dei controlli sugli etilometri che aveva subito un arresto a causa di alcune problematiche in capo al Centro superiore ricerche e prove autoveicoli e dispositivi di Roma (C.S.R.P.A.D.). Circa il numero di etilometri, il Ministero della difesa comunica che il parco etilometri certificati, in dotazione all'Arma dei Carabinieri, è costituito da 931 apparati: 272 in fase di revisione presso il Centro prove autoveicoli di Milano per la visita annuale obbligatoria. Quanto agli etilometri in dotazione alla polizia stradale il Ministero dell'interno informa che ammontano a 867, di cui attualmente 256 inviati presso il Centro Prove di Milano per la visita periodica annuale o presso la casa costruttrice per interventi di manutenzione;

    la legge di bilancio per l'anno 2019, legge n. 145 del 30 dicembre 2018, ha stabilito, all'articolo 30, l'autorizzazione all'assunzione straordinaria nelle forze di polizia (polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza, polizia penitenziaria), fino a complessive 6.150 unità, nel quinquennio 2019-2023;

    le politiche di azione verso l'utenza giovanile, volte alla riduzione degli incidenti, rappresentano una priorità di questa maggioranza e devono tenere conto di numerosi aspetti, nonché dei vari attori istituzionali coinvolti,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative per istituire, presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, un fondo da ripartire tra gli enti locali per incentivare una offerta di trasporto convenzionato con aziende del trasporto pubblico locale, taxi e servizi di noleggio con conducente, per le fasce notturne in particolare dei week end;

   ad assumere iniziative per destinare quota parte delle risorse del «Fondo contro l'incidentalità notturna» al potenziamento delle attività di educazione alla sicurezza stradale, promuovendo specifiche campagne di sensibilizzazione e di formazione per i giovani;

   ad assumere iniziative per l'aumento dei controlli per la sicurezza stradale presso i luoghi notturni di ritrovo giovanile e per incrementare le risorse per l'acquisto di nuovi etilometri.
(7-00296) «De Girolamo, Ficara, Serritella, Luciano Cantone, Barbuto, Raffa, Grippa, Scagliusi, Marino, Paolo Nicolò Romano, Termini, Liuzzi, De Lorenzis, Carinelli».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   RACITI, FIANO, ENRICO BORGHI, BORDO, SERRACCHIANI, QUARTAPELLE PROCOPIO, SCALFAROTTO, SCHIRÒ, DE MARIA, CIAMPI, BRUNO BOSSIO, PIZZETTI, PELLICANI, ROSSI, MAURI, CENNI, PEZZOPANE, RIZZO NERVO, MARCO DI MAIO, TOPO, BERLINGHIERI, VISCOMI, MORANI, FRAGOMELI e NAVARRA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   come riportato anche dagli organi di informazione ha destato stupore e preoccupazione l'inquietante corrispondenza che sarebbe intercorsa tra l'ambasciatore russo in Italia e il Ministro dell'interno del nostro Paese in merito alla raffineria Isab Lukoil, di Priolo, in provincia di Siracusa, circa i presunti contraccolpi economici e di immagine per la società russa;

   la lettera che ha anche toni confidenziali («caro Matteo») è datata 28 marzo 2019 e pone all'attenzione del Ministro proprio le questioni relative ai danni, valutati in milioni di euro, che dal 2012 ad oggi sarebbero stati subiti dal gruppo petrolifero Lukoil presso lo stabilimento di Priolo a seguito di blocchi e manifestazioni sindacali;

   il 9 aprile 2019 è il console generale della Federazione russa a Palermo ad inviare una lettera al competente prefetto per segnalare il problema degli episodi di interruzione delle attività della raffineria Lukoil di Priolo;

   nella citata lettera viene evidenziato come la questione sia stata sollevata anche nel corso della XVI sessione del Consiglio russo-italiano per la cooperazione economica, industriale e finanziaria svoltasi a Roma nel dicembre 2018 lamentando il ripetersi di azioni di presunti blocchi illeciti delle attività presso lo stabilimento siciliano;

   in data 12 aprile 2019 si registra una lettera a firma del Vice Capo di gabinetto del Ministro dell'interno, dottor Paolo Formicola, indirizzata al prefetto di Siracusa, con la quale viene segnalato proprio in riferimento alla lettera inviata al Ministro da parte dell'ambasciatore russo, il perdurare della situazione di criticità per lo stabilimento in questione a causa delle proteste sindacali, chiedendo di essere informati in merito;

   il prefetto di Siracusa con ordinanza del 9 maggio 2019 stabilisce il divieto di assembramenti di uomini e mezzi davanti ai diversi ingressi dell'area industriale con motivazioni di ordine pubblico;

   è del tutto evidente, ad avviso degli interroganti, la correlazione tra la decisione del prefetto e l'interlocuzione avvenuta tra i canali diplomatici russi e il Ministro dell'interno;

   a fronte di questa ordinanza le organizzazioni sindacali hanno anche fatto ricorso a Tar, che è stato poi respinto;

   si tratta di un episodio gravissimo perché il diritto allo sciopero è un diritto costituzionalmente garantito –:

   se il Governo nella sua collegialità fosse a conoscenza di quanto riportato in premessa, se non risulti evidente una forma inaccettabile di ingerenza straniera in pregiudizio di diritti costituzionalmente garantiti come quello di sciopero, se vi siano state pressioni sul prefetto di Siracusa e quali iniziative intenda assumere per far ritirare suddetta ordinanza prefettizia, considerata l'abnormità della misura a danno dei lavoratori del sito di Priolo.
(3-00912)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MARCO DI MAIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole ha presentato un progetto tramite il bando emanato ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 ottobre 2015 per la predisposizione nell'ambito del piano nazionale di proposte per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate;

   il progetto coinvolge, per una parte del Masterplan, ben 15 comuni per attività di promo commercializzazione, marketing territoriale e attività similari importantissime per la valorizzazione del territorio denominato «Romagna-Toscana»;

   suddetto progetto risultava finanziabile, ma a causa della riduzione delle risorse operata sul fondo per gli interventi in tale settore, questo, a quanto consta all'interrogante, non sarebbe più possibile con grave nocumento per le realtà interessate –:

   quale sia la situazione attuale delle risorse disponibili del richiamato fondo e quali iniziative intenda assumere il Governo, per quanto di competenza, per finanziare progetti come quello presentato dal comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole, anche come capofila per la parte di cui sopra, al fine di non pregiudicare una importante occasione di sviluppo per il territorio in questione.
(5-02627)

Interrogazione a risposta scritta:


   MINARDO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   le cronache di questi giorni, che hanno interessato le province di Ragusa e Siracusa sugli incidenti stradali mortali causati da soggetti ubriachi e drogati alla guida, sono state le ultime di una lunga sequela di tragiche morti in relazione alle quali si rileva sempre l'abituale irresponsabilità di numerosi cittadini. Se a ciò si aggiunge l'imprudenza per la scarsa considerazione del rispetto dei limiti massimi di velocità previsti dal codice della strada soprattutto all'interno dei centri abitati, nonché del mancato rispetto delle più elementari norme di sicurezza stradale, il problema diventa sempre più drammatico e fuori controllo. Nelle quotidiane dinamiche offerte dalla circolazione stradale, i pedoni si identificano nelle persone più deboli, perché esposti alle sconsiderate e imprudenti azioni di automobilisti e motociclisti; attraverso una più costante presenza di presidi di polizia, carabinieri, vigili urbani, sarebbe garantita certamente una maggiore limitazione delle imprudenze e, conseguentemente, sarebbe assicurato un notevole miglioramento dell'intero assetto di sicurezza nella circolazione stradale; la predisposizione di misure di prevenzione stradale, individuate attraverso la costruzione di dossi, sottopassaggi, aree di attraversamento pedonale ben segnalate e lievemente rialzate, certamente contribuirebbe alla diminuzione del grave fenomeno. Ma tutto ciò non basta. Bisogna sensibilizzare l'intera comunità attraverso mirate e incisive campagne di informazione «choc», come fu fatto qualche anno fa in provincia di Treviso, quando si portò avanti una campagna che destò impressione contro gli incidenti stradali, visto che la provincia era diventata «maglia nera» dei morti sulle strade in Italia. Partendo da questa esperienza, che fu positiva, si dovrebbe fare scuola per scuotere le coscienze. Anche Paesi, come la Germania e la Francia hanno attuato questo tipo di deterrente per colpire le coscienze degli automobilisti, portarli a riflettere e modificare il loro comportamento durante la guida. Creare una rete tra regioni ed enti locali insieme alle aziende sanitarie, alle forze dell'ordine, alle associazioni e ai gestori dei locali e delle discoteche è prioritaria per avviare una campagna forte che educhi al rispetto delle più elementari regole di prudenza, su più livelli, coordinata con le scuole, per dare un concreto segnale di cambiamento radicale delle consolidate imprudenze. Una campagna «choc» con spot televisivi e sui social network dai contenuti forti accompagnata da azioni altrettanto forti come, ad esempio, la collocazione di carcasse di auto davanti a tutti i locali e lungo le strade più a rischio con le foto delle vittime e le loro storie. Una campagna che punti l'attenzione anche sulla disabilità, altra conseguenza tremenda degli incidenti stradali;

   le norme sulla patente a punti, sui limiti per l'alcol, sull'omicidio stradale stanno dando qualche risultato ma ancora non basta. Occorrono campagne «choc» e nuove leggi: chi usa droghe o si ubriaca, ad esempio, dev'essere lasciato a piedi –:

   quali iniziative, di concerto con gli enti locali, il Governo intenda assumere, allo scopo di scongiurare in futuro il reiterarsi di episodi tragici e strazianti, conseguenza di incidenti stradali; quali iniziative si intendano intraprendere, al fine di incidere profondamente sul piano preventivo ed educativo; se non ritengano opportuna e indifferibile la predisposizione di una autorevole campagna di sensibilizzazione e di informazione sui temi in questione.
(4-03423)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta scritta:


   MELONI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   per molti parenti degli infoibati, a oltre settant'anni dai tragici fatti in cui i loro familiari sono stati barbaramente uccisi dai partigiani del generale Tito, non è ancora stato possibile conoscere neanche il luogo in cui giacciono i resti dei loro corpi;

   come risulta dalla testimonianza di uno di loro, «non solo in pochi giorni scomparvero migliaia di italiani, ma noi sopravvissuti fummo condannati a una sorta di ergastolo, l'attesa vana di sapere dove fossero stati gettati i loro corpi. A migliaia giacciono ancora nel fondo delle foibe, intere famiglie finirono in fondo al mare con una pietra al collo, e tanti altri sparirono in fosse comuni, dopo essere stati internati per anni nei campi di concentramento di Tito»;

   l'Italia dal 1945 ad oggi non ha mai preteso né il recupero delle salme, né l'accesso agli archivi della ex Jugoslavia, due azioni essenziali per garantire il recupero di migliaia di vittime tuttora senza una tomba;

   questa problematica, segnalata da decenni dai familiari delle vittime dei massacri delle foibe, potrebbe ora essere almeno in parte risolta se gli Stati di Slovenia e Croazia, ormai anche membri dell'Unione europea, rendessero disponibili i propri archivi e tutta la documentazione in loro possesso relativa alla sanguinosa guerra civile che ha avuto luogo sul confine orientale sul finire della seconda guerra mondiale –:

   quali urgenti iniziative intenda assumere per risolvere la problematica descritta in premessa, ponendo fine al dolore dei familiari e restituendo alle vittime almeno la dignità di una cerimonia di sepoltura.
(4-03418)


   COMENCINI, FORMENTINI, ZOFFILI, BILLI, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, GRIMOLDI, RIBOLLA e CAFFARATTO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   in Eritrea, come riportato da Vatican News, il Governo eritreo ha deciso di nazionalizzare le strutture sanitarie religiose, confiscando ben 22 cliniche di proprietà della Chiesa cattolica;

   l'Agenzia Fides ha dato la notizia che anche l'ultimo ospedale cattolico, che forniva servizi di maternità e assistenza medica generale per il villaggio di Zager, è stato chiuso;

   queste confische rientrano nella decisione del regime guidato da Isayas Afeworki di applicare una legge, approvata nel 1995 e mai applicata fino ad oggi, per cui lo Stato si arroga il diritto di requisire tutte le strutture sociali presenti sul territorio;

   in seguito a queste confische, lo Stato eritreo recide una collaborazione ultradecennale che la Chiesa ha offerto per il bene della popolazione locale, garantendo per lungo tempo una serie di attività di carattere sociale a favore dei più bisognosi;

   le strutture mediche della Chiesa cattolica garantivano cure gratuite a circa 170 mila tra malati e bisognosi ogni anno e rappresentavano un importante punto di riferimento per tutti i cittadini in difficoltà, senza far distinzioni religiose o etniche;

   va sottolineato il fatto che molti di questi presidi sanitari si trovano all'interno delle strutture religiose;

   requisire le prime significa violare la libertà e lo spazio vitale delle seconde –:

   se il Ministro interrogato sia informato della suddetta situazione, se siano coinvolti dei cittadini italiani e quali iniziative intenda intraprendere per garantire la libertà religiosa e l'assistenza sanitaria in Eritrea.
(4-03424)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta orale:


   TRAVERSI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il progetto di Centrale termoelettrica di La Spezia «Eugenio Montale» – sostituzione dell'unità a carbone esistente con nuova unità a gas è depositato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in sede di procedimento di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale;

   le modalità, con cui è stato comunicato prima e presentato poi il progetto di nuova centrale a gas, appaiono in palese contraddizione con il metodo del progetto Futur-E di Enel relativo alla dismissione di siti con impianti energetici convenzionali (a carbone, olio e gas), il quale non definisce una soluzione a priori ma un metodo in tre fasi: ascolto del territorio, manifestazione di interesse, invio di proposte progettuali comprensive di offerte vincolanti per l'acquisizione del sito;

   il progetto di centrale a gas andrebbe a collocarsi in un'area già fortemente penalizzata da altre fonti di emissione (senza considerare i danni ambientali e sanitari prodotti dalla presenza pluridecennale della attuale centrale a carbone), quali il porto commerciale, cantieristica, navi da crociera;

   non è mai stato verificato adeguatamente l'impatto sanitario della centrale a carbone prodotto ad oggi sui cittadini spezzini;

   il progetto di centrale a gas andava e andrebbe sottoposto immediatamente a procedura di valutazione di impatto ambientale ordinaria al fine di valutare compiutamente se il progetto è compatibile con il sito nella situazione data, ambientale, sanitaria, socio-economica, tenuto conto degli impatti cumulativi esistenti in zona. Con decreto 27 marzo 2019 il Ministero della salute ha approvato le linee guida per applicare la valutazione di impatto sanitario (Vis) ad alcune categorie di opere sottoposte a valutazione di impatto ambientale ordinaria, tra queste le centrali sopra i 300 megawatt. Il progetto di turbogas presentato da Enel su Spezia rientrerebbe quindi in questa casistica;

   dalla documentazione progettuale presentata da Enel per il progetto di nuova centrale a gas risulta chiaramente la possibilità, o quanto meno il rischio, di una dismissione della centrale a carbone, ben oltre la data del 2021 annunciata da Enel dopo la presentazione del progetto Futur E;

   l'attuale autorizzazione di cui la centrale è dotata avrà efficacia, a termine di legge, fino al 2029 e costituisce quindi uno strumento di pressione rilevante verso le amministrazioni locali interessate nonché verso la stessa regione;

   è in itinere una procedura di revisione dell'autorizzazione integrata ambientale alla centrale Enel che nella documentazione presentata afferma: «In particolare, la SEN 2017 e anche la versione preliminare del Piano Integrato Energia e Clima, stabiliscono la necessaria attuazione di un articolato programma di adeguamento infrastrutturale che include nuova capacità produttiva (sia da fonti rinnovabili che da gas)»;

   tenuto anche conto del «meccanismo di capacità», ad oggi non è chiaro: quali siano le reali necessità di centrali a gas per gestire la transizione alle rinnovabili; quali siano i criteri per definire un piano di localizzazioni sostenibili di impianti di generazione termoelettrica necessari per la transizione al modello delle rinnovabili –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto descritto in premessa;

   se si ritenga necessario applicare la procedura di valutazione di impatto ambientale ordinaria ex articolo 23 del decreto legislativo n. 152 del 2006;

   se si ritenga opportuno che alla procedura di valutazione di impatto ambientale venga applicata la valutazione di impatto sanitario secondo gli indirizzi delle linee guida di valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario del Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente (Snpa);

   se il Governo ritenga di valutare, all'interno del «meccanismo di capacità», la possibilità di costituire un tavolo di concertazione, al fine di individuare criteri di sostenibilità per le localizzazioni delle centrali a gas previste dai piani di sviluppo di Terna e dal piano nazionale integrato per l'energia e per il clima.
(3-00910)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ANDREA ROMANO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   desta molta preoccupazione il fenomeno dello spiaggiamento di diversi delfini lungo il litorale livornese;

   in 48 ore ben quattro esemplari di delfini si sono spiaggiati e sono morti;

   l'Arpat, l'agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, ha informato che in collaborazione con l'istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e Toscana, sezione di Pisa, e l'Università di Siena, sono in corso le analisi delle carcasse degli animali per accertare le cause della loro morte;

   tra la spiaggia di San Vincenzo e la zona di Piombino, da Viareggio a Orbetello, sono stati rinvenuti quattro esemplari tutti appartenenti alla specie Tursiops truncatus, una specie presente in tutto il Mediterraneo e che nei mari italiani è la specie più diffusa sotto costa;

   si ipotizza una epidemia di morbillo anche se l'indiziato principale rimane l'inquinamento –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere, di concerto con le altre istituzioni competenti, al fine di verificare quanto sta accadendo e salvaguardare questi cetacei e l'ecosistema in questa parte del Mar Tirreno.
(5-02622)

TESTO AGGIORNATO AL 1º AGOSTO 2019

Interrogazione a risposta scritta:


   AMITRANO, BRUNO e FRATE. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   le imbarcazioni cosiddette spazzamare hanno la finalità di assicurare la pulizia dei litorali delle coste attraverso un servizio che in particolare provvede alla raccolta dei rifiuti solidi galleggianti, ad interventi straordinari di pulizia di grosse macchie di rifiuti accumulati da mareggiate, correnti, venti, fenomeni alluvionali, alla raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti, e, inoltre, alla raccolta di dati sulla tipologia e sulla distribuzione dei rifiuti in mare e sulla qualità delle acque;

   questo servizio è di particolare importanza nella stagione estiva dal momento che si ha un notevole incremento dell'inquinamento superficiale delle acque causato da sversamenti di imbarcazioni;

   nelle isole dell'arcipelago campano, nel golfo di Napoli, il servizio, solitamente garantito da luglio fino a settembre risulta essere essenziale per rendere la balneazione più agevole e pulita;

   di recente, l'interrogante ha appreso, tramite notizie stampa, che nell'isola di Ischia, l'attività dei battelli «spazzamare» relativa all'individuazione dei rifiuti a mare, alla raccolta meccanica degli stessi e allo stivaggio in appositi contenitori, sia del tutto sospesa per la mancanza di questo tipo di imbarcazioni che negli anni passati percorrevano quotidianamente tratti di mare contigui alle costiere amalfitane e capresi, al fine di svolgere il servizio necessario alla pulizia delle acque;

   oltretutto, la stagione balneare è già iniziata e, conseguentemente sarebbe auspicabile garantire che le località turistiche in questione, siano messe in condizione di poter ospitare in sicurezza e salute i turisti che vi si recano nel corso della stagione estiva;

   il protrarsi dell'assenza dei battelli «spazzamare» potrebbe provocare delle ricadute, oltre che sullo stato dell'ambiente e sulla salute dei cittadini isolani, anche sull'economia locale, che si basa soprattutto sul turismo balneare –:

   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, se intenda adottare iniziative di monitoraggio sullo stato delle acque di balneazione nelle aree del golfo di Napoli e se, nell'ambito delle proprie competenze, non ritenga opportuno avviare una interlocuzione con gli enti locali volta a favorire la pulizia quotidiana del mare ischitano dall'inquinamento superficiale delle acque marino-costiere.
(4-03430)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta orale:


   ANZALDI e NOBILI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   si apprende dagli organi di informazione che McDonald's starebbe predisponendo due importanti progetti che riguardano il centro di Roma e, in particolare, uno riguarderebbe un'area in prossimità delle terme di Caracalla di rilevantissimo pregio paesaggistico e archeologico della capitale;

   il noto gruppo multinazionale sarebbe pronto a rilevare un'area proprio sopra le Terme di Caracalla per realizzare un ristorante, comprensivo di McDrive e ampio parcheggio, come testimoniano i render del progetto pubblicati anche dal quotidiano la Repubblica;

   si tratterebbe di un'area di oltre 10 mila metri quadrati in questa zona di straordinaria bellezza e che è sito Unesco;

   il progetto è ora al vaglio del competente municipio, ma oggettivamente, trattandosi di una materia così delicata e impattante, è evidente che occorrono tutte le dovute attenzioni del caso per scongiurare uno scempio a discapito della bellezza di Roma –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per verificare la compatibilità del richiamato progetto con i vincoli paesaggistici e di tutela dei beni culturali e per assicurare che non vi siano minacce e rischi di pregiudizio a una delle zone più belle della città di Roma.
(3-00911)

Interrogazione a risposta scritta:


   GALLO, PARENTELA, SARLI, SPORTIELLO, TESTAMENTO, DI LAURO, MANZO, DEL SESTO e GRIPPA. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   le ville vesuviane sono costituite da un complesso di 122 dimore settecentesche, presenti tra le campagne e la costa del golfo di Napoli, nei territori compresi da S. Giovanni a Teduccio a Torre Annunziata e realizzate da noti architetti del 700, tra cui Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga, che hanno dato vita a opere uniche, prevalentemente in stile tardo barocco;

   la Fondazione Ente ville vesuviane ha lo scopo di conservare e salvaguardare il notevole patrimonio architettonico ed ambientale delle ville vesuviane del XVIII secolo;

   la Fondazione ha sottoposto al Ministero per i beni e le attività culturali un piano strategico annuale delle attività che si intendono svolgere non solo presso le ville sotto la propria tutela, ma anche presso strutture di diversi comuni, che permette di riscoprire anche le dimore di proprietà di soggetti privati, situate in tutto il territorio;

   da anni sono note le condizioni di degrado in cui versa Villa Letizia, una delle monumentali ville del Miglio d'Oro, e il mancato rispetto delle norme di tutela e controllo del patrimonio culturale da parte delle istituzioni preposte;

   tale degrado vide il proprio inizio con i lavori post terremoto, quando le due dipendenze gemelle della Villa, site nei giardini laterali, vennero separate dalla stessa, a seguito della distruzione dei muretti laterali e della loro sostituzione con mura più alte, queste caratterizzate da elementi architettonici delle mura posteriori di confine;

   i lavori di recupero della Villa Letizia sono sempre stati considerati come una straordinaria opportunità per realizzare «un intervento di grande rilevanza sociale e culturale»; una concreta valorizzazione della Villa richiede un notevole impegno di tutti gli attori coinvolti e la necessità di attribuire ad essa una finalità educativa. Al riguardo, si ricordi che in tale area vi è la più alta percentuale registrata di bambini sotto i 5 anni, il cui percorso di formazione potrebbe essere valorizzato grazie al recupero della Villa e alla conoscenza del sito –:

   se il Ministro interrogato ritenga necessario mettere in atto iniziative volte a rafforzare la conservazione delle ville, prevedendo lo stanziamento di ulteriori risorse per la Fondazione Ente ville vesuviane con lo scopo, anche attraverso l'acquisizione delle dimore, di ampliare il numero di edifici monumentali sotto la sua diretta gestione e tutelare dimore di unico valore, come la citata Villa Letizia di Napoli e la Reggia di Portici;

   se ritenga importante adottare iniziative affinché la Fondazione possa esprimere un parere in merito agli eventi previsti nelle ville vesuviane che non siano sotto la propria diretta tutela e gestione, al fine di garantire una maggior tutela;

   quali iniziative intenda adottare per poter attuare il piano strategico annuale proposto dalla Fondazione, opportunamente coordinato e in armonia con le finalità e gli interventi previsti dal Grande Progetto Pompei e dalla risoluzione n. 8/00006 approvata dalla VII Commissione della Camera dei deputati l'8 novembre 2018, comprese le programmazioni di carattere culturale, artistico e musicale di respiro internazionale;

   se intenda adottare iniziative per prevedere risorse ordinarie per la Fondazione oltre a quelle stanziate dalla regione, valutando il possibile inserimento della Fondazione medesima tra le istituzioni beneficiarie del decreto interministeriale di ripartizione dei contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi relativi al prossimo anno finanziario;

   quali urgenti iniziative intenda adottare per valorizzare Villa Letizia e se tra queste intenda considerare delle iniziative di respiro internazionale da svolgersi al suo interno, per favorire contestualmente la rinascita di un territorio noto purtroppo per il degrado che l'assenza istituzionale trasforma in un perfetto pabulum a favore della criminalità.
(4-03428)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIPPA e BERARDINI. — Al Ministro della difesa, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la mobilità militare rappresenta una delle iniziative definite da una cooperazione rafforzata tra l'Alleanza Atlantica e l'Unione europea;

   dal momento che diverse questioni legate alla «Military Mobility» cadono sotto la responsabilità di agenzie civili, l'incremento della velocità e della facilità di movimento è un problema che si pone non solo a livello della Nato e della Unione europea, ma anche a livello nazionale e potrà beneficiare da una cooperazione più spinta tra Nato e Unione europea;

   in un articolo del 29 marzo 2019 pubblicato sulla pagina web «www.fasi.biz» si legge che: «Trasporto ferroviario e carburanti alternativi sono i settori su cui si focalizzeranno gli investimenti del CEF Transport Blending Facility, l'innovativo strumento finanziario da 200 milioni di euro lanciato da Commissione UE e BEI»;

   lo stesso sito riporta, in un articolo a firma di Marta Bonucci del 1° dicembre 2017, che: «Gli Stati membri confermano lo stanziamento di un miliardo di euro per lo sviluppo della rete di trasporto transeuropea. In tre progetti è coinvolta anche l'Italia». Nel medesimo articolo si legge inoltre: «Circa un miliardo di euro per 39 progetti volti allo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti, soprattutto ferroviaria. Sono i numeri del bando CEF Transport Blending MAP 2017, lanciato a febbraio di quest'anno, e che, per la prima volta, ha combinato fondi UR e investimenti privati in un'ottica di partenariato»;

   il Cef (Connecting Europe Facility), meccanismo per collegare l'Europa, promuove lo sviluppo delle reti transeuropee nei settori dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni e le risorse a disposizione per il periodo 2014-2020 ammontano a oltre 33,2 miliardi di euro ripartiti per il settore trasporti, energia e telecomunicazioni;

   nel sopra citato articolo del 1° dicembre 2017 si apprende inoltre: «Il bando CEF Transport Blending MAP 2017 ha previsto, per la prima volta, la combinazione delle sovvenzioni UE con finanziamenti del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), della Banca europea per gli investimenti (BEI), di banche di promozione nazionali o di investitori del settore privato». Ed ancora: «39 i progetti selezionati dalla Commissione fra i 68 presentati entro la prima scadenza del bando (14 luglio 2017), che riguardano soprattutto lo sviluppo della rete ferroviaria europea (719,5 milioni di euro), la decarbonizzazione e il potenziamento del trasporto su strada (99,6 milioni), lo sviluppo dei porti marittimi (78,9 milioni) e delle vie navigabili interne (44,7 milioni)»;

   nella pubblicazione periodica «Military Mobility – Il Progetto UE per favorire la mobilità delle Forze Armate Europee in caso di crisi» di Daniele Giuliani consultabile sul sito www.difesa.it si viene a conoscenza che: «(...) Con la dichiarazione congiunta, sostanzialmente, la mobilità militare, intesa nella sua più ampia accezione che va dalle esigenze di routine sino al pre-deployment strategico delle forze e delle risorse militari, sarà effettuata nel pieno rispetto della sovranità degli Stati membri, in sinergia con le attività civili e senza interrompere l'uso civile delle infrastrutture o gli inutili inconvenienti, il tutto in uno spirito di continua tensione verso una massimizzazione, a livello europeo, del valore aggiunto complessivo ed il rafforzamento delle sinergie civili-militari (...)» –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa, quali siano le iniziative previste per l'Italia nell'ambito del bando Cef Transport Blending Map 2017 e se sia disponibile un report aggiornato sullo stato dei lavori;

   quali iniziative siano previste per rendere concretamente realizzabile l'utilizzo per scopi militari delle infrastrutture di trasporto civili e per giungere a un potenziamento di un eventuale duplice utilizzo, civile e militare, delle stesse.
(4-03420)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   MANTOVANI, FRASSINETTI e OSNATO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la legge 7 aprile 2014, n. 56, di riforma degli enti locali, oltre ad aver introdotto l'istituzione delle città metropolitane con conseguente ridefinizione del sistema delle province, ha modificato la disciplina sulle unioni e sulle fusioni di comuni;

   a seguito di tali modifiche introdotte dalla legge n. 56 del 2014, nel corso della XVII legislatura sono state emanate numerose disposizioni volte a incentivare, dal punto di vista finanziario, i processi di fusione di comuni;

   l'articolo 15, comma 3, del decreto legislativo n. 267 del 2000 (Tuel – testo unico degli enti locali) prevede che lo Stato eroghi appositi contributi straordinari per i dieci anni decorrenti dalla fusione stessa, commisurati a una quota dei trasferimenti spettanti ai singoli comuni che si fondono;

   la legge n. 158 del 2017, che contiene misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, prevede che possano beneficiare di tali misure, tra cui l'accesso al fondo per lo sviluppo strutturale ivi istituito, anche i comuni creati a seguito di fusioni tra comuni aventi ciascuno popolazione fino a 5.000 abitanti;

   il 21 giugno 2018 il Ministero dell'interno ha predisposto una tabella riepilogativa con la quale ha ripartito le risorse messe a disposizione dei comuni che sono stati oggetto di fusione;

   con il comunicato n. 2 del 27 giugno 2019, la direzione centrale della finanza locale del Ministero dell'interno ha pubblicato sul proprio sito istituzionale la tabella contenente le voci di riparto del contributo erariale per l'anno 2019 agli enti costituiti a seguito di fusioni e incorporazioni;

   dal 1° gennaio 2019, a seguito della legge regionale 28 dicembre 2018 n. 27, i comuni di Canevino, Ruino e Valverde hanno costituito un unico comune, denominato comune di Colli Verdi;

   tale percorso di fusione è risultato molto complesso. In paesi di così piccole dimensioni i cittadini sviluppano un forte senso di appartenenza alle comunità originarie. Ciò nonostante, essi hanno compreso l'importanza di aggregare le risorse per migliorare la qualità e la consistenza dei servizi offerti dal proprio comune, oltre ai progetti di sviluppo del territorio garantiti dai contributi assicurati dallo Stato a fronte di tale percorso di fusione;

   nell'anno in corso i contributi erariali assicurati per tale fusione risultano fortemente ridimensionati, da euro 385.290 a euro 162.864 a causa della carenza di risorse disponibili dal fondo previsto;

   la decurtazione relativa al contributo assegnato per l'anno 2019, oltre a produrre gravi effetti sul piano economico-finanziario per i comuni che hanno intrapreso il processo di fusione, alimenta altresì un sentimento di sfiducia nei confronti del Governo centrale considerato incapace di mantenere gli impegni assunti –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se non ritenga necessario assumere al riguardo iniziative, per quanto di competenza, che coinvolgano le parti interessate nella vicenda, al fine di individuare soluzioni per i comuni coinvolti;

   se il Governo reputi necessario adottare iniziative per finanziare adeguatamente il fondo di solidarietà comunale, consentendo così l'erogazione di un idoneo contributo erariale per l'anno 2019 al comune di Colli Verdi, istituito a seguito della fusione tra i comuni di Canevino, Ruino e Valverde.
(4-03426)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MARIN, GELMINI, ZANETTIN e BENDINELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi, durante un dibattito all'interno della trasmissione televisiva «Agorà estate», il professor Marco Ponti, presidente della commissione che ha condotto l'analisi dei costi e benefici sulle grandi opere, alla domanda sulla realizzazione della Tav Brescia-Padova, ha risposto: «L'analisi costi-benefici dice un no grande come una casa, costi molto superiori ai benefici, costa 8 miliardi!»;

   lo stesso Ponti ha poi definito l'opera come «inutile», «un progetto del cavolo», «uno spreco terrificante di soldi pubblici, al cui cospetto la Torino-Lione fa ridere»;

   proprio nelle ore in cui il Presidente del Consiglio dei ministri ha aperto finalmente alla Torino-Lione, le parole del professor Ponti suscitano grave preoccupazione, perché c'è il timore che venga rimesso in discussione il prolungamento dell'opera verso il Nord-est, malgrado si tratti di un piano che «costa troppo fermare», come aveva ammesso lo stesso titolare delle infrastrutture il 3 luglio 2019. Quel giorno era infatti apparsa una nota sul sito del Ministero, che specificava: «Stiamo parlando di una infrastruttura, nel segmento tra Brescia e Verona, che costa quasi 3,5 miliardi per 45 chilometri complessivi (5,2 miliardi la tratta Verona-Padova): anche in questo caso un progetto che ha mosso i suoi primi passi quasi 30 anni fa. Come per il Terzo valico, siamo di fronte a una grande opera ereditata dal passato, mai rallentata dall'analisi costi-benefici, è bene precisarlo, e che comunque costa troppo fermare.»;

   ma, come riporta la stampa, secondo il professor Ponti l'annuncio del 3 luglio sarebbe il frutto di uno «studio manipolato», che non avrebbe contabilizzato, tra l'altro, «i costi ambientali ai quali il Movimento 5 Stelle teneva tanto», giustificando il cambio di fronte come «frutto di uno scambio con la Lega»;

   dinnanzi a queste dichiarazioni, è assolutamente necessario fare chiarezza in merito alla effettiva realizzazione dell'opera, anche perché bloccare la Tav Brescia-Padova sarebbe un colpo mortale per l'economia del Nord e di tutta l'Italia; sarebbe poi assolutamente grave decidere di fermare la realizzazione di un'opera per la quale sono state impegnate e spese ingenti risorse economiche –:

   quali siano le effettive intenzioni del Governo circa la realizzazione della Tav Brescia-Padova e se intenda chiarire quali siano i tempi per la prosecuzione dei lavori.
(5-02623)


   GARIGLIO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   in data 30 gennaio 2012, l'Italia ha firmato un accordo con la Francia, ratificato dai due Paesi (dall'Italia con la legge 23 aprile 2014, n. 71) per la realizzazione del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione;

   il 24 febbraio 2015 Francia e Italia hanno sottoscritto un altro accordo «per l'avvio dei lavori definitivi della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione»;

   con legge n. 1 del 5 gennaio 2017 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 9 del 12 gennaio 2017 è stato ratificato l'accordo definitivo, che è in vigore dal 1° marzo 2017;

   il Governo, insediatosi il 1° giugno 2018, ha immediatamente bloccato l'avanzamento dell'opera, adducendo la necessità di un'ulteriore analisi costi-benefici;

   il 21 febbraio 2019 la Camera dei deputati ha approvato una mozione di maggioranza che impegnava il Governo a «ridiscutere integralmente il progetto della Torino-Lione»;

   nonostante tale atto di indirizzo il 23 luglio 2019 il Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ha annunciato che la volontà del Governo italiano è quella di proseguire con la realizzazione della Tav;

   intervenendo in Aula a Montecitorio il 24 luglio 2019 il Presidente del Consiglio Conte ha dichiarato «in attesa di un eventuale pronunciamento del Parlamento, il Governo non potrà sottrarsi agli adempimenti necessari nel corretto proseguimento dell’iter che porterà al rispetto delle manifestazioni d'interesse che perverranno nell'ambito della procedura di gara»;

   entro il 26 luglio 2019 il Governo deve comunque formalizzare all'Inea, l'agenzia europea che vigila sui cantieri strategici, la decisione di proseguire con la Torino-Lione;

   il 25 novembre 2019 l'Italia dovrà chiudere la procedura per la manifestazione di interesse per il lotto Chiomonte-Susa, mentre il 25 dicembre 2019 terminerà la gara vera e propria per l'assegnazione dei lavori di tale lotto;

   appare evidente che lo «stop» alla Tav di 12 mesi, da parte di Governo e maggioranza, abbia rallentato sensibilmente l’iter dei lavori; risulta infatti che la Francia abbia chiuso, l'11 marzo 2019, le procedure per le manifestazioni d'interesse per i suoi tre lotti di competenza, per un totale di 2,3 miliardi di euro (con un anticipo quindi di oltre tre mesi rispetto all'Italia) –:

   quali saranno, nel dettaglio, i prossimi adempimenti del Governo per la realizzazione della Tav e se lo «stop» di oltre un anno all’iter dei lavori possa creare ritardi per il completamento dell'opera e costi aggiuntivi a carico della finanza pubblica.
(5-02624)


   ORFINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il centro di coordinamento del soccorso in mare di Roma effettua il coordinamento delle operazioni di soccorso in mare ogni volta che riceve la segnalazione di una imbarcazione i cui passeggeri si trovano in situazione di pericolo;

   spesso accade che, in caso di pericolo, le imbarcazioni di fortuna con a bordo migranti salpate delle coste libiche e dirette verso le coste italiane chiedano soccorso al centro di coordinamento del soccorso in mare di Roma;

   come riportato da alcune fonti, nel mese di luglio 2018 parrebbero esservi state operazioni di salvataggio concernenti imbarcazioni di migranti;

   non è noto all'interrogante se tali operazioni di salvataggio siano avvenute previe richieste di soccorso inoltrate all'indirizzo del Centro nazionale di coordinamento del soccorso in mare di Roma;

   in particolare, alcune fonti hanno riportato che, in almeno due circostanze, navi italiane avrebbero riportato i migranti soccorsi in Libia;

   nello specifico, tra il 1° e il 3 luglio 2018 una nave italiana, secondo quanto riportato dalla guardia costiera libica, sarebbe stata incaricata di effettuare il soccorso e avrebbe riportato i migranti nel porto di Tripoli e tra il 31 luglio e il 1° agosto 2018 un'altra nave commerciale italiana avrebbe ricevuto la richiesta di soccorso proveniente da una imbarcazione di migranti in acque internazionali e dopo averli fatti salire a bordo li avrebbe ricondotti in Libia –:

   se al Ministro interrogato risultino pervenute le richieste di soccorso nelle date indicate al Centro nazionale di coordinamento del soccorso in mare (Imrcc), quali siano state le azioni intraprese dall'Imrcc a seguito di tali eventuali richieste di soccorso – come, ad esempio, segnalazioni «navtext» o «messaggi Inmarsat» – e quali siano state le eventuali istruzioni successivamente impartite alle navi coinvolte.
(5-02625)


   PAITA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   in data 17 luglio 2019 è stata rilasciata alla testata del Corriere della Sera una preoccupante intervista da parte del dottor Alfredo Principio Mortellaro, che nel gennaio 2019 è stato chiamato a dirigere l'Ansfisa, l'Agenzia nazionale per la sicurezza di ferrovie, strade e autostrade a seguito della creazione di suddetta Agenzia, come da previsione normativa introdotta all'interno del decreto-legge n. 109 del 28 settembre 2018, conosciuto come «decreto Genova», a seguito del crollo del ponte Morandi;

   il Mortellaro lamenta che: «l'Agenzia non è stata ancora avviata (...) non c'è una sede, non ci sono organi costitutivi, non è operativo il Regolamento e non c'è lo Statuto che deve essere nominato da un Comitato che non è ancora costituito»;

   lo stesso Mortellaro afferma di «aver trovato un fuoco di sbarramento» da parte di alcuni soggetti chiamati a collaborare per la nascita di questa Agenzia e che si sarebbero resi protagonisti di «aver addirittura osteggiato» il costituendo organismo;

   nel corso della intervista Mortellaro parla di un processo che incontrerebbe ostilità da parte di chi non vorrebbe rinunciare a competenze in favore dell'Agenzia e di sentirsi poco supportato da «alcune componenti del Ministero delle infrastrutture»;

   si tratta di affermazioni molto gravi che pronunciate da chi è stato chiamato a vigilare sulla sicurezza di infrastrutture stradali e ferroviarie destano forte preoccupazione;

   si ricorda che il Governo aveva annunciato che sarebbero stati effettuati controlli straordinari sui manufatti infrastrutturali –:

   se il Ministro sia a conoscenza delle criticità evidenziate dalle affermazioni del direttore dell'Agenzia, quali iniziative intenda assumere al fine di fare chiarezza sulla vicenda e sulle cause della mancata operatività di una struttura annunciata con tanta enfasi a distanza di quasi un anno dalla sua creazione e quale sia lo stato dei controlli annunciati.
(5-02628)


   GRIPPA, NAPPI, BERARDINI, DE GIROLAMO, FICARA e CIPRINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   di recente sono stati presentati i dati sul traffico dei passeggeri all'aeroporto di Pescara del primo semestre dell'anno 2019. Tali dati hanno evidenziato un aumento dei passeggeri di circa 18 mila unità (+ 5,8 per cento) con una crescita del numero di passeggeri stranieri, segnalando come sull'aeroporto ci sia una determinata azione di rilancio e di crescita del traffico, in special modo turistico, che va nella direzione di rendere sempre più competitivo e forte lo scalo abruzzese;

   ciò nonostante, secondo indiscrezioni apparse dalla stampa, il piano industriate della nuova Alitalia potrebbe penalizzare l'Abruzzo con la cancellazione della rotta Pescara-Milano Linate. Per una regione già poco e male collegata, sia sul piano aeroportuale che su quello ferroviario, la cancellazione del collegamento con aeroporti internazionali porterebbe comportare un ulteriore impoverimento strategico dello aeroscalo;

   il piano industriale, che dovrebbe essere presentato entro il 15 settembre 2019, prevedrebbe una riduzione complessiva della capacità di offerta della compagnia, alla quale corrisponderebbe un aumento di ricavi grazie all'incremento dell'utilizzo di mezzi ed equipaggi;

   la minaccia della cancellazione del collegamento arriverebbe oltretutto in un momento d'oro per l'aeroporto di Pescara, tra i più frequentati del centro Italia, e critico per l'economia abruzzese, con il settore manifatturiero in affanno, anche a causa del rallentamento dell'indotto, rappresentato da tutte le piccole e medie imprese che vivono grazie alle commesse delle grandi multinazionali;

   in tali termini, l'eventuale cancellazione del volo Pescara-Linate sarebbe l'anticamera della delocalizzazione delle grandi imprese, che hanno i loro quartier generali a Milano ed è per questo che, a parere degli interroganti, l'Abruzzo non può permettersi di perdere il collegamento con la capitale economica italiana, viste anche le performance della rotta con i voli sempre pieni e in considerazione del fatto che l'Abruzzo vanta l'unico stabilimento della Fiat nel centro Italia;

   l'aeroporto, con quasi 700 mila passeggeri l'anno, ovvero il doppio di quello di Ancona e il triplo di quello di Perugia, è tra i più frequentati del centro Italia e favorisce lo spostamento sia dei cittadini molisani che di quelli residenti del nord della Puglia verso l’hub di Milano, consentendogli poi di spostarsi nel mondo;

   sembrerebbe paradossale che, mentre si ipotizza la cancellazione del collegamento Pescara-Milano (Linate), si istituisca un nuovo collegamento tra Perugia e Milano a partire da settembre 2019 (aeroporto di Perugia che ha 1/3 dei passeggeri dello scalo abruzzese);

   solo da pochi mesi nello scalo abruzzese, oltre a un bar entrato in funzione nel recente passato, sono stati aperti due punti vendita all'interno dei quali sarà possibile acquistare prodotti tipici abruzzesi e si prevede l'inaugurazione di una nuova boutique e di negozi per la vendita di souvenir sempre all'interno dell'aeroporto, a significare la volontà sempre più forte di avere le caratteristiche di uno scalo internazionale;

   lo scalo di Pescara e gli aeroporti delle altre due regioni terremotate del Centro Italia, Marche e Umbria hanno aperto una vertenza con il Governo per finanziare interventi che consentano ai tre scali, messi «in rete» (Pescara, Ancona e Perugia), di crescere e aiutare la ripresa economica e sociale delle tre regioni terremotate, tramite il turismo aeroportuale –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei dati esposti in premessa e quali iniziative intendano adottare, per quanto di competenza, al fine di sostenere il carattere strategico dello scalo presente nella città di Pescara;

   se non ritengano sia necessario adottare iniziative per scongiurare la cancellazione dei collegamenti tra l'aeroporto di Pescara e quello di Milano che significherebbe la cancellazione per l'intera regione del percorso di ripresa, a seguito dei danni subiti dai terremoti degli scorsi anni.
(5-02629)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRASSINETTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   va considerata la tutela del limite dei valori di inquinamento acustico ed atmosferico nei pressi dell'aeroporto di Malpensa, secondo la programmazione concordata da Enac con i sindaci del CUV, di Marano Ticino, Oleggio, Pombia, Varallo Pombia, Turbigo e Golasecca;

   la chiusura temporanea dell'aeroporto di Linate ha attivato tra Enac e le amministrazioni locali impattate dalle attività dell'aeroporto di Malpensa mesi di pianificazione condivisa al termine dei quali Enac (Roma) aveva assicurato ai sindaci che la «macchina operativa» a livello aeroportuale era pronta per accogliere i voli trasferiti da Linate;

   la direzione generale di Enac (Roma) ha definito una modifica unilaterale allo scenario di volo presso l'aeroporto di Malpensa, definito per il «Bridge», determinando che per due settimane tutti i decolli avverranno dalla pista 35R e tutti gli atterraggi sulla pista 35L;

   la 35R è la pista di destra guardando verso Nord e che pertanto i decolli da questo asse sorvolano il centro di Somma Lombardo e Mezzana o virano verso Est verso Arsago Seprio, Casorate Sempione e Gallarate, con un incremento del 41 per cento dei voli dal 29 luglio al 4 agosto, per un totale di 800 mila passeggeri in una settimana ed un incremento stagionale complessivo del 54 per cento sui comuni di Somma, Arsago, Casorate e i quartieri collinari di Gallarate;

   questa decisione giunge inattesa al termine di una lunga ed elaborata fase di studio e preparazione frutto di numerosi incontri tecnici, commissioni aeroportuali, riunioni del Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, convocati dal prefetto; riunioni cui hanno partecipato le massime autorità a livello istituzionale del territorio;

   la scelta di Enac (Roma) porterebbe ad un superamento del limite dei valori di inquinamento acustico ed atmosferico e pertanto ad un peggioramento significativo della qualità della vita delle popolazioni coinvolte, già significativamente sottoposte a stress derivante dal sorvolo di aeromobili in scenari che pur prevedono una fascia di silenzio;

   i sindaci di Somma Lombardo, Mezzana, Arsago Seprio, Casorate Sempione, Gallarate, Marano Ticino, Oleggio, Pombia, Varallo Pombia, Turbigo e Golasecca hanno richiesto ed ottenuto per venerdì 26 luglio 2019 un incontro urgente con il signor Prefetto, richiedendo la presenza delle massime autorità aeroportuali –:

   quali iniziative intenda assumere per garantire la certezza della regolarità dei voli da e per Malpensa;

   quali iniziative intenda assumere il Governo per assicurare il rispetto da parte di Enac della pianificazione concordata con i sindaci, per evitare il superamento del limite dei valori di inquinamento acustico ed atmosferico a danno dei cittadini residenti.
(4-03416)


   PASTORINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109 recante «Disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze», convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2018, n. 130, all'articolo 9-ter prevede «Disposizioni in materia di lavoro portuale temporaneo»;

   specificatamente al comma 2 del suddetto articolo è autorizzata la corresponsione, per il triennio 2018-2020, da parte dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, al soggetto fornitore di lavoro di un contributo, nel limite massimo di 2 milioni di euro annui, per eventuali minori giornate di lavoro rispetto all'anno 2017, riconducibili alle mutate condizioni economiche del porto di Genova conseguenti all'evento del 14 agosto 2018. Tale contributo è erogato dall'Autorità di sistema portuale a fronte di avviamenti integrativi e straordinari da attivarsi in sostituzione di mancati avviamenti nei terminal, da valorizzare secondo il criterio della tariffa media per avviamento applicata dalla Compagnia unica lavoratori merci varie (C.u.l.m.v.) del porto di Genova nel primo semestre del 2018;

   inoltre, si stabilisce al comma 3 che le eventuali minori giornate di lavoro indennizzate dal richiamato contributo non sono computate o elette dal soggetto operante ai sensi dell'articolo 17 della legge n. 84 del 1994, ai fini dell'indennità di mancato avviamento;

   la Società cooperativa C.u.l.m.v. P. Batini con nota protocollata n. 851 del 7 giugno 2019 ha sollecitato l'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale affinché provveda al saldo previsto sulla base della rendicontazione inviata in data 23 gennaio 2019. Il totale del saldo di indennizzo, ai sensi del citato articolo 9-ter, è pari a 1.013.506 euro. Tuttavia, ad oggi il credito a saldo per la C.u.l.m.v. P. Batini è di 279.746 euro (cifra suscettibile di incremento poiché collegata all'adeguamento tariffario in corso con il Terminaloperators per il 2018) essendo stati corrisposti, in diverse tranche, 733.760 euro –:

   se sia al corrente della situazione in cui versano la Società cooperativa C.u.l.m.v. P. Batini e i lavoratori da essa impiegati nonché della nota di sollecito citata in premessa e se sia a conoscenza dei tempi previsti per l'erogazione dell'ultima tranche di contributo spettante alla società C.u.l.m.v. P. Batini pari a 279.746 euro;

   se non si ritenga opportuno, per quanto di competenza, adottare iniziative per chiarire e specificare i criteri della rendicontazione richiesta ai soggetti fornitori di lavoro destinatari del contributo, di cui al comma 9-ter del decreto-legge n. 109 del 2018, affinché l'indennità di mancato avviamento, di cui all'articolo 17 della legge n. 84 del 1994, non venga detratta dalla rendicontazione utile per l'erogazione dell'indennizzo.
(4-03419)


   DI MURO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nel rispetto delle limitazioni e degli obblighi previsti dalle norme vigenti e a condizione di reciprocità, la circolazione con targa di prova può avvenire anche al di fuori dei confini nazionali, come all'interno del territorio di Paesi quali la Germania, l'Austria e San Marino, con cui intercorrono relazioni di reciprocità per quanto attiene alla circolazione di prova;

   a differenza dei citati casi di Germania, Austria e San Marino, tra Italia e Francia non sussiste uno specifico accordo di reciprocità, e questo non consente a un'auto con targa di prova italiana di varcare il confine verso la Francia (e viceversa) –:

   se non ritenga opportuno adoperarsi per avviare un dialogo con le autorità francesi, così da siglare un accordo di reciprocità che regolarizzi la posizione di coloro che hanno esigenza di transitare tra il territorio italiano e quello francese con i mezzi su cui è apposta la targa di prova.
(4-03421)


   TARANTINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   alla luce dei lavori di ristrutturazione che interesseranno l'aeroporto di Milano Linate dal 27 luglio al 26 ottobre 2019, i voli diretti allo stesso aeroporto saranno trasferiti all'aeroporto di Milano Malpensa (cosiddetto «bridge»);

   negli scorsi mesi si sono tenuti una serie di incontri tecnici, a cui hanno preso parte rappresentanti delle commissioni aeroportuali, gli amministratori locali interessati dal traffico aereo dell'aeroporto di Malpensa, rappresentanti di Enac e talvolta anche rappresentanti della prefettura di Varese, per definire lo scenario di volo per il «bridge», al fine di raggiungere una soluzione quanto più condivisa che soddisfacesse tutte le condizioni di sicurezza e di gestione del traffico aereo, soprattutto per ridurre i problemi legati alle emissioni rumorose per i territori circostanti;

   ogni possibile soluzione è stata valutata da una task force composta da Enac Malpensa, Enac Roma, Enav e Sea (quest'ultima quale gestore dello scalo);

   lo scenario di volo definito all'esito degli incontri della commissione aeroportuale istituita appositamente (ai sensi dell'articolo 5 del decreto interministeriale 31 ottobre 1997), benché non del tutto condiviso dagli amministratori locali dei territori interessati, è stato oggetto di ulteriori modifiche temporanee ma comunque peggiorative per quest'ultimi territori; in particolare, la direzione generale di Enac ha deciso che, fino al 5 agosto 2019, tutti i decolli avverranno dalla pista 35R e tutti gli atterraggi dalla pista 35L, per consentire al sistema Ats (air traffic service) di adattarsi gradualmente ai volumi di traffico notevolmente incrementati, utilizzando uno scenario operativo semplificato;

   la decisione, sia rispetto allo scenario operativo definitivo, sia rispetto alle modifiche da ultimo apportate, è stata assunta senza prendere in considerazione le istanze provenienti dai territori e dai relativi amministratori locali;

   le modifiche, a giudizio dell'interrogante apportate senza adeguate comunicazioni preventive in merito non considerano in alcun modo la ricaduta che il traffico aereo porterebbe ai territori maggiormente coinvolti, in particolare:

    un superamento di ogni limite dei valori di inquinamento acustico e atmosferico;

    un peggioramento significativo della qualità della vita delle popolazioni coinvolte, già pesantemente sottoposte a stress quotidiano derivante dal sorvolo di aeromobili in scenari che prevedono una fascia di silenzio –:

   se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e come intenda adoperarsi, per quanto di competenza e con sollecitudine, affinché le autorità aeroportuali rivedano gli scenari operativi (a regime e provvisori) predisposti per il «bridge» del traffico aereo da Linate a Malpensa.
(4-03422)


   FORMENTINI, ZOFFILI, COMENCINI, BILLI, CAFFARATTO, GRIMOLDI, RIBOLLA e DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   dal mese di luglio 2019, la compagnia aerea iraniana Mahan Air ha aumentato i voli diretti ogni settimana verso l'Italia;

   secondo fonti giornalistiche, la compagnia aerea avrebbe rifornito di armi gruppi filoiraniani in Siria, come la milizia libanese Hezbollah;

   per le suddette e altre ragioni, l'amministratore delegato di Mahan Air, Hamid Arabnejad, è sotto sanzioni da parte degli Stati Uniti –:

   se il Governo sia a conoscenza delle circostanze esposte e se non sia opportuno adottare iniziative per rivalutare la scelta di concedere l'autorizzazione a incrementare i voli diretti, di cui in premessa, da Teheran verso il nostro Paese.
(4-03427)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   LUCA DE CARLO e DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il Consorzio Venezia Nuova è il concessionario del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti per la realizzazione degli interventi per la salvaguardia di Venezia e della laguna veneta e opera sotto la supervisione e l'approvazione dei progetti da parte del provveditorato interregionale alle opere pubbliche del Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia;

   nel 2019 si è giunti al quinto anno di amministrazione straordinaria del Consorzio, i cui amministratori provvisori sono stati nominati dal prefetto di Roma nel 2014; a questo proposito risulta agli interroganti che nel maggio 2018 una commissione interministeriale composta dalla Prefettura di Roma, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dall'Anac, abbia prodotto una dettagliata relazione sul periodo di amministrazione straordinaria 2015/2017 del Consorzio e sui costi della struttura. Si fa presente che le rappresentanze sindacali di base dei dipendenti del Consorzio concessionario hanno evidenziato lo spreco e il sottoutilizzo delle qualificate risorse umane dei dipendenti consortili, in favore di costosissime consulenze esterne, la maggior parte delle quali affidate direttamente da entrambi gli amministratori straordinari provvisori a propri conoscenti, stante l'inadeguata produzione di progetti per i lavori e le opere necessarie –:

   quando l'attuale onerosissima amministrazione straordinaria provvisoria verrà a cessare, tenendo presente anche che ognuno degli attuali amministratori, a quanto consta all'interrogante, a quanto consta agli interroganti, ha un costo più che triplo rispetto allo stipendio corrente di un dirigente generale dello Stato;

   considerati gli ulteriori ritardi accumulati nella conclusione delle opere del sistema Mose, il grave mancato rispetto dei crono-programmi presentati ed in particolare, la scarsa produzione di progetti, criticità accentuatesi gravemente proprio durante la gestione commissariale, se il prefetto competente intenda procedere almeno alla sollecita sostituzione degli attuali amministratori provvisori, con nuovi soggetti, i quali abbiano maturato concreta ed effettiva esperienza manageriale in aziende o nella direzione e nella gestione diretta dei lavori pubblici dello Stato sul tema specifico della difesa idraulica o delle opere marittime.
(3-00907)

Interrogazioni a risposta scritta:


   LEDA VOLPI, NAPPI, VILLANI, MAMMÌ e SAPIA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 17 luglio 2019 la Guardia di finanza eseguiva arresti nell'ambito di un'inchiesta sui Centri di accoglienza straordinaria (Cas) della provincia di Imperia (Sanremo e Vallecrosia) in totale quattro arresti e sequestri per 1,3 milioni. Gli accusati si appropriavano di gran parte dei fondi che la prefettura di Imperia erogava per la gestione quotidiana di circa 120/130 migranti, dichiarando un numero di ospiti dei C.a.s. superiore a quello reale e sovrafatturando i costi;

   i richiedenti asilo venivano gestiti con metodi oltre che truffaldini anche contrari a quello che dovrebbe essere il senso di umanità delle cooperative onlus; la cooperativa risparmiava sui vari servizi come la pulizia, sfruttava il lavoro dei migranti stessi e applicava trattamenti fisici e psichici inaccettabili. Il Gip ha affermato che gli ospiti «venivano trattati come bestie». Ad esempio, venivano somministrate frattaglie nei pasti, «cibo che molti non darebbero neanche ai propri gatti», come affermato dal procuratore aggiunto di Imperia Grazia Pradella;

   secondo quanto riportato dagli organi di stampa umiliazioni e percosse erano poi dispensate ai migranti che osavano protestare per i trattamenti subiti;

   la cooperativa affidataria non era in possesso dei requisiti e operava grazie a un affidamento diretto;

   la mancanza di controlli ha fatto sì che talune fatture della cooperativa fossero addirittura rimborsate 6 volte;

   secondo quanto riportato dagli organi di stampa anche Alessandra Lazzari, al tempo dei fatti vice prefetto di Imperia e attualmente in servizio alla Prefettura di Torino, risulta indagata per i fatti descritti –:

   quali iniziative di competenza del Ministro interrogato intenda mettere in atto allo scopo di evitare che attività così delicate siano affidate a soggetti privi di requisiti e che siano fonte di illeciti;

   quale sarà la destinazione prevista per le persone ospitate nei due Cas di Sanremo e Vallecrosia.
(4-03415)


   LUCA DE CARLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in tutto il territorio nazionale risulta esserci una forte carenza di segretari comunali, situazione ulteriormente aggravata dall'adesione degli stessi aventi diritto al provvedimento «quota 100» per cui a fine anno corrente potrebbe verificarsi una paralisi amministrativa;

   soltanto nella regione Liguria al 31 dicembre 2019 resteranno circa 60 segretari per un fabbisogno di 238 autonomie locali (234 comuni + 4 aree vaste) e nella provincia di Bergamo la carenza di figure professionali abilitate al ruolo di segretario comunale al momento sono pari a 49 (che da fine anno si ridurrà ulteriormente a 40 per via dell'adesione a «quota 100» di 9 di essi) per un totale di 243 comuni;

   in Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana, 4a serie speciale, «Concorsi ed esami», n. 58 del 23 luglio 2019 è stato comunicato il secondo rinvio della pubblicazione del diario della prova preselettiva del Coa6, come si era già precedentemente verificato in data 28 maggio 2019, Gazzetta ufficiale n. 42 del 28 maggio 2019, e quindi le date e le sedi di svolgimento delle prove preselettive e le informazioni circa la pubblicazione del diario delle successive prove scritte, previste dagli articoli 6 e 7 del bando di concorso pubblico, per esami, per l'ammissione di duecentonovantuno borsisti al sesto corso-concorso selettivo di formazione per il conseguimento dell'abilitazione richiesta ai fini dell'iscrizione di duecentoventiquattro segretari comunali nella fascia iniziale dell'albo di cui alla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana – 4a serie speciale «Concorsi ed esami» – n. 102 del giorno 28 dicembre 2018, saranno pubblicate nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana – 4a serie speciale «Concorsi ed esami» – n. 77 del 27 settembre 2019, nonché sul sito internet dell'Albo nazionale https://albosegretari.interno.gov.it, è necessario scongiurare un vero e proprio collasso amministrativo che potrebbe verificarsi per tale rinvio –:

   quali siano le motivazioni per le quali il Ministero abbia ritenuto necessario rinviare ulteriormente la pubblicazione del diario delle preselezioni e delle relative successive prove scritte di cui in premessa;

   quali iniziative si intendano assumere per accelerare sensibilmente le procedure per il reclutamento delle suddette figure professionali e se intenda valutare la possibilità di aumentarne il numero in quanto secondo l'interrogante 291 borsisti per 224 segretari comunali per oltre 1.400 comuni italiani è decisamente un quantitativo esiguo rispetto al fabbisogno nazionale.
(4-03417)


   ROMANIELLO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   i comuni di Canevino, Ruino e Valverde (Pavia), nell'anno 2018, hanno intrapreso il complesso percorso finalizzato alla costituzione di un comune unico, mediante fusione, che si è concluso a seguito del positivo esito referendario, con l'istituzione del nuovo comune di Colli Verdi, dal 1° gennaio 2019, con la legge regionale 28 dicembre 2018, n. 27;

   nel corso della precedente XVII legislatura, a seguito delle innovazioni introdotte dalla legge n. 56 del 2014, cosiddetta «Legge Delrio», sono state emanate numerose disposizioni volte a incentivare finanziariamente i processi di aggregazione e di gestione associata delle funzioni, con particolare riguardo alla fusione di comuni. La normativa ha previsto un incremento della dotazione finanziaria stanziata nel bilancio dello Stato per l'erogazione dei contributi straordinari ai comuni, accrescendo l'entità del contributo erogabile agli stessi;

   si rammenta che, al fine di favorire la fusione dei comuni, l'articolo 15, comma 3, del decreto legislativo n. 267 del 2000 (Testo unico degli enti locali), prevede che lo Stato eroghi appositi contributi straordinari per i 10 anni decorrenti dalla fusione stessa, commisurati a una quota dei trasferimenti spettanti ai singoli comuni che si fondono. La commisurazione del contributo spettante a ciascun comune è stata poi innalzata nel corso del tempo, sino a raggiungere, da ultimo, la quota del 60 per cento di trasferimenti erariali attribuiti per l'anno 2010 a decorrere dall'anno 2018 (articolo 1, comma 868, della legge n. 605 del 2017). Inoltre, è stato previsto un limite massimo al contributo medesimo per ciascun beneficiario che è stato, dal 2016, rideterminato nella misura non superiore a due milioni euro per ciascun beneficiario (articolo 1, comma 18, della legge n. 208 del 2015). Con il decreto-legge n. 90 del 2014, è stato poi esteso il contributo straordinario in questione alle fusioni per incorporazione;

   per quello che concerne le risorse finanziarie stanziate per la concessione del contributo straordinario alle fusioni, nonché per le unioni di comuni, è stato autorizzato dalla legge di bilancio per il 2018, che ha disposto un ulteriore incremento delle risorse finanziare destinate alle concessioni di contributi per le fusioni di comuni, un importo pari a 10 milioni annui a decorre dal 2018 (articolo 1, comma 869, della legge n. 205 del 2017). Si riporta, per completezza, che la legge n. 158 del 2017, prevede che possano beneficiare di tali misure anche comuni istituiti a seguito di fusione tra comuni, aventi ciascuno popolazione fino a 5.000 abitanti;

   si apprende che, nell'anno in corso, i contributi erariali assicurati per il comune di Colli Verdi (Pavia) risultano fortemente ridotti e determinati nella misura di 162.863,56 euro, rispetto alla somma attesa, pari a 385.290,34 euro. Ciò a causa della carenza delle risorse disponibili nell'ambito dell'apposito fondo previsto nel bilancio dello Stato;

   questa decisione produce riflessi negativi, non solo sulla dimensione finanziaria degli enti e sulla conseguente possibilità di realizzare i progetti prefigurati, ma nell'opinione delle comunità;

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro intenda intraprendere per il necessario adeguamento del fondo per l'erogazione dei contributi ai comuni che hanno deciso di fondersi rispettando gli impegni assunti, rivolti al bene e allo sviluppo delle comunità locali.
(4-03429)


   SPORTIELLO, BERARDINI, NESCI, SARLI e NAPPI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   al comune di Acerra, dall'anno 2012 il segretario comunale avrebbe diverse deleghe dirigenziali, tra le più importanti, che riguardano quasi il 60 per cento delle attività del comune;

   le deleghe dirigenziali possono essere affidate solo temporaneamente e sempreché, nella pianta organica del comune non vi siano altri dirigenti, ma ad Acerra ci sono ben 7 dirigenti;

   l'attribuzione al segretario generale di funzioni dirigenziali, pur in presenza di posizioni dirigenziali, potrebbe indurre eventualmente lo stesso segretario generale in un conflitto di funzioni in relazione alla competenza che gli conferisce il controllo interno e agli atti che vara nelle vesti di dirigente –:

   se non intenda intraprendere le iniziative di competenza per chiarire se un cumulo di deleghe dirigenziali come quelle conferite al segretario generale di Acerra sia consentito dalle leggi vigenti.
(4-03431)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E TURISMO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CENNI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   l'uso dei prodotti fitosanitari è stato oggetto di una revisione normativa in seguito alla direttiva 2009/128/CE, recepita nel nostro ordinamento dal decreto legislativo n. 150 del 14 agosto 2012 che ha previsto l'adozione di un piano d'azione nazionale (Pan), successivamente attuato con il decreto 22 gennaio 2014;

   il piano di azione ha quindi l'obiettivo di promuovere pratiche di utilizzo dei prodotti fitosanitari maggiormente sostenibili e di fornire indicazioni per ridurre l'impatto dei prodotti fitosanitari nelle aree agricole, nelle aree extra agricole (ad esempio, aree verdi urbane, strade o ferrovie) e nelle aree naturali protette;

   sono ormai moltissimi gli studi che provano come diserbanti e pesticidi di sintesi chimica siano dannosi per i suoli agricoli, per l'ambiente e per la salute umana e da anni il glifosato è al centro di un dibattito in Europa e in Italia in relazione al suo uso;

   il 18 febbraio 2018 il Parlamento europeo, dopo aver approvato l'autorizzazione all'uso di glifosato fino al 2021, ha avviato i lavori di una commissione speciale per studiare gli effetti del glifosato e le procedure per autorizzare l'uso dei pesticidi;

   con il decreto 9 agosto 2016 è stato vietato in Italia l'uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da «gruppi vulnerabili», quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili e aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche in campagna in pre-raccolta «al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura»;

   in Austria il Parlamento ha recentemente approvato un divieto totale di utilizzo dei pesticidi a base di glifosato sul proprio territorio invocando il «principio di precauzione»;

   il Pan è scaduto il 12 febbraio 2019 e da mesi dovrebbe essere già stato presentato il nuovo piano per essere sottoposto a una consultazione pubblica;

   Wwf Italia ha denunciato a mezzo stampa che il Pan sarebbe stato bloccato dal 17 aprile 2019 dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, nonostante i pareri favorevoli dei gabinetti politici degli altri due Ministeri competenti, ambiente e tutela del territorio e del mare e salute;

   «lo stop del nuovo Pan sui pesticidi – commentano le associazioni di “Cambia la Terra”: Federbio, Legambiente, Lipu, Isde e WWF – impedisce di fatto la soluzione di gravi problemi legati all'uso dei pesticidi noti oramai a livello territoriale e segnalati da numerosi comitati di cittadini esasperati dall'esposizione ai rischi per la propria salute. In alcune aree, ad esempio nel viterbese, ci sono situazioni di vera e propria emergenza sociale che hanno indotto l'intervento dei Prefetti e ordinanze dei Sindaci»;

   i residenti sono esposti maggiormente agli effetti nocivi dei prodotti fitosanitari, rispetto agli agricoltori che utilizzano attrezzature di sicurezza durante le irrogazioni nelle piantagioni. La popolazione rurale, dopo anni di ignara esposizione ai prodotti fitosanitari, ha bisogno di poter contare su una normativa chiara e inderogabile di tutela che preveda, al contempo, le necessarie sanzioni in caso di violazione degli obblighi previsti;

   il nuovo Pan è già stato oggetto di una interrogazione parlamentare della sottoscritta (n. 5-01314) depositata il 28 gennaio 2019 a cui però non è stata data ancora risposta –:

   per quali reali e giustificati motivi il nuovo piano d'azione nazionale pesticidi, citato in premessa, non sia stato ancora presentato, dal momento che rallentare l’iter della sua approvazione potrebbe causare gravi problemi di salute a molti cittadini che risiedono nelle aree rurali e se i Ministri interrogati intendano inserire nel nuovo piano d'azione nazionale misure efficaci per tutelare le popolazioni interessate e salvaguardare le coltivazioni biologiche dalla contaminazione accidentale.
(5-02626)

SALUTE

Interrogazione a risposta orale:


   TIRAMANI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nelle ultime settimane, i principali organi di stampa hanno diffuso la notizia relativa all'inchiesta «Angeli e Demoni» che ha investito i servizi sociali gestiti dai comuni della Val d'Enza e dall'azienda sanitaria locale di Reggio Emilia;

   secondo il quadro accusatorio, gli indagati avrebbero messo in atto un vero e proprio sistema di affidamenti illeciti, con un giro d'affari da diverse centinaia di migliaia di euro, con l'obiettivo di strappare i bambini dal proprio nucleo familiare e collocarli in affido retribuito ad amici e conoscenti;

   a quanto consta, per portare a termine il disegno criminoso, i responsabili dei servizi sociali si sarebbero avvalsi della collaborazione di numerosi professionisti del settore, tra cui psicologi, assistenti e neuropsichiatri;

   secondo gli inquirenti, infatti, gli affidamenti illeciti sarebbero avvenuti sulla base di documenti e relazioni false, giochi psicologici, dichiarazioni inventate, manipolate o – peggio ancora – estorte con la forza, anche attraverso l'utilizzo del cosiddetto neuro tek, una macchina a impulsi elettronici da collegare ai polsi e alle caviglie dei pazienti (bambini), in modo che emergessero situazioni di abusi e violenze in famiglia in realtà mai verificatesi, tali da giustificare l'allontanamento del minore dalla propria famiglia naturale;

   tra le ipotesi di reato a vario titolo contestate, vi sono le fattispecie di abuso d'ufficio, maltrattamento su minori, frode processuale, peculato d'uso, ma anche lesioni gravissime, a fronte dei traumi subiti dai bambini durante l'affido, con compromissione gravissima del loro percorso di crescita;

   le circostanze che emergono dall'inchiesta sono agghiaccianti e giustificherebbero ad ogni evidenza l'immediata sospensione dall'attività dei professionisti direttamente coinvolti, quantomeno nell'attesa che le indagini facciano il loro corso, per evidenti ragioni di natura cautelare;

   tuttavia, secondo numerosi articoli di stampa, alcuni professionisti sembrerebbero ancora oggi nelle condizioni di poter esercitare liberamente la propria professione, nonostante le ipotesi inquietanti di abusi e maltrattamenti contestati a loro carico –:

   se, nei confronti dei professionisti coinvolti nell'inchiesta di cui in premessa, siano stati avviati procedimenti disciplinari dai rispettivi Ordini e se, nell'ambito di tali procedimenti, siano stati adottati provvedimenti di sospensione cautelare.
(3-00908)

Interrogazione a risposta scritta:


   FERRO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'odontoiatria è la grande «dimenticata» del Servizio sanitario nazionale;

   a parere dell'interrogante e degli esperti del settore, sono maturi i tempi per avviare la programmazione di un intervento di natura pubblica nell'odontoiatria, con l'assunzione nel servizio sanitario nazionale di un numero adeguato di odontoiatri, di tecnici di laboratorio odontotecnico e di altre figure professionali;

   tale auspicio è già stato formulato dal Collegio italiano dei primari ospedalieri di odontoiatria, odontostomatologia e chirurgia maxillo-facciale – Associazione nazionale primari ospedalieri, che da sempre chiede di eliminare il requisito della specializzazione per gli odontoiatri laureati, al fine di favorire un più facile accesso ai ruoli dirigenziali nel servizio sanitario nazionale;

   la proposta rientra in un più ampio dibattito, sviluppatosi in questi anni tra i primari ospedalieri di area odontoiatrica, sul ruolo dell'odontoiatria pubblica e sul suo futuro;

   in particolare, la problematica relativa all'applicazione dei livelli essenziali di assistenza odontoiatrici e i più recenti dati forniti dall'Istat relativi al ricorso alle cure odontoiatriche non potevano non sollecitare una riflessione sul rapporto tra servizio sanitario nazionale e offerta di cure odontoiatriche;

   a parere del collegio sarebbe etico, equo e appropriato implementare un programma di odontoiatria pubblica nell'ambito della prevenzione a favore della popolazione in età evolutiva (0-14 anni), attraverso l'adozione di una normativa nazionale e di una regolamentazione di maggior dettaglio per individuare le modalità organizzative minime essenziali obbligatorie – modello, strutture, operatori – in coerenza con linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva;

   alla luce di tale auspicato modello, la problematica relativa alla carenza di medici odontoiatri specialisti rappresenta il limite maggiore, in quanto l'accesso alla dirigenza medica odontoiatrica prevede il requisito della specializzazione –:

   quali urgenti iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per procedere a una revisione della normativa attuale che non consente di garantire i Lea odontoiatrici e, in generale, per favorire un miglioramento dell'odontoiatria pubblica, nel suo complesso, anche attraverso la convocazione di un tavolo tecnico;

   se non ritenga di dover adottare iniziative per procedere all'abrogazione della lettera b) del comma 1 dell'articolo 28 del decreto del Presidente della Repubblica 10 dicembre 1997, n. 483, che prevede il requisito della specializzazione per l'assunzione di dirigenti odontoiatri, al fine di favorire l'incremento delle piante organiche delle strutture odontoiatriche;

   se e quali iniziative intenda adottare affinché la Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, regioni e province autonome individui le modalità tecniche per il continuo monitoraggio dell'applicazione del dispositivo normativo nei contesti territoriali e per la verifica degli effetti prodotti.
(4-03425)

SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   il Centro Oli Val d'Agri, denominato Cova è il più grande polo petrolifero d'Italia e uno dei più grandi dell'Europa continentale;

   ormai da tempo la procura di Potenza ha accertato che a partire dal 2009 fino al 2017 all'interno del Centro Oli Val d'Agri ricadente nel comune di Viggiano in Basilicata, ci sono stati diversi sversamenti di petrolio dai serbatoi di stoccaggio che hanno contaminato oltre 35 mila ettari di terreno e inquinato il suolo e il sottosuolo lucano, provocando un vero disastro ambientale;

   la presenza di pozzi estrattivi nelle aree di ricarica delle falde acquifere sotterranee del fiume Agri altera in maniera irreversibile le stesse sorgenti idriche che forniscono acqua potabile a circa due milioni di cittadini tra la regione Basilicata e la regione Puglia;

   il Governo italiano durante la Cop 21 di Parigi ha assunto l'impegno di raddoppiare la quota pubblica degli investimenti dedicati alle attività di ricerca, sviluppo e innovazione delle tecnologie energetiche pulite, dimostrando, di fatto, il proprio impegno ad abbandonare l'energia derivante dalle fonti fossili;

   nella seduta del 20 maggio 2019 il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, non ha approvato la richiesta di proroga della dichiarazione di pubblica utilità, avanzata dalla Total E&P S.p.a. relativa alle opere per lo sviluppo del giacimento di idrocarburi «Tempa Rossa» di Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione in Basilicata, confermando ancora una volta che la direzione presa dal Governo è di abbandonare le energie fossili a favore delle energie rinnovabili, meno dannose per l'ambiente e la salute dei cittadini;

   l'articolo 48 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, prevede, per gli anni 2019 e 2020 una spesa di 10 milioni di euro per ciascun anno e a partire dal 2021 una spesa di 20 milioni di euro l'anno per gli interventi connessi agli impegni assunti dal Governo italiano con l'iniziativa Mission Innovation adottata durante la Cop 21 di Parigi e per gli impegni assunti nell'ambito del piano nazionale integrato energia e clima;

   l'interpellante ha presentato nel corso dell'esame del disegno di legge A.C. 1807-A «Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi», l'ordine del giorno n. 9/1807-AR/70, accolto come raccomandazione, che impegnava il Governo a verificare se la società Eni S.p.a. abbia «eseguito i programmi di coltivazione e di ricerca» ed adempiuto a tutti gli obblighi derivanti dalla concessione (articolo 29 della legge 613 del 1967) nonché a quanto disposto dalle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni ricevute ai sensi della normativa vigente in materia e a non prorogare la concessione «Val d'Agri» in scadenza e a far sì che vengano attuate tutte le operazioni di bonifica, messa in sicurezza e ripristino delle aree oggetto della concessione –:

   quali siano le intenzioni del Governo in merito alla possibilità di non rinnovare la concessione «Val d'Agri» in scadenza e di far sì che vengano attuate tutte le operazioni di bonifica, messa in sicurezza e ripristino delle aree oggetto della concessione e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di verificare se la società Eni s.p.a. abbia adempiuto agli obblighi derivanti dai decreti di concessione, così come stabilito dal decreto ministeriale 28 dicembre 2005 concernente l’«unificazione delle concessioni di coltivazione Grumento Nova e Volturino nella nuova concessione di coltivazione Val D'Agri ed intestazione della stessa alle società Eni e Shell Italia».
(2-00473) «Rospi».

Interrogazione a risposta orale:


   FIORINI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nonostante le assicurazioni fornite da Lactalis anche nell'incontro in regione Emilia-Romagna, è arrivato dalle rappresentanze sindacali unitarie ai lavoratori della Parmalat di Collecchio l'annunzio di un licenziamento collettivo di 30 persone, con decorrenza 1° settembre 2019. Lavoratori a cui non verrà garantita la possibilità di ricollocamento all'interno del gruppo, anche in altre sedi e con altre mansioni;

   gli esuberi, era stato annunciato, avrebbero dovuto riguardare Parmalat Corporate nelle attività internazionali e di finanza, a causa dell'uscita della borsa italiana del titolo Parmalat e della eliminazione della funzione corporate legata alle consociate estere;

   l'operazione, invece, si starebbe scaricando su 26 impiegati e 4 dirigenti tutti over 50, la quasi totalità donne, per le quali trovare un nuovo impiego sarà missione quasi impossibile. Ci sono 26 famiglie di impiegati di fatto «spacciati» per top manager;

   si tratterebbe di soggetti la quasi totalità estranei alla Parmalat Corporate, ma che sono quelli che dopo il crack del dicembre 2003 si sono rimboccati le maniche, lavorando sodo per salvare l'azienda;

   è la prima volta che in Parmalat si applica una procedura di licenziamento collettivo. Il vantaggio per l'azienda si tradurrà nella sostituzione degli esuberi con nuovi assunti con contratti depotenziati nelle tutele dalle nuove leggi sul mercato del lavoro. E tutto questo avviene mentre Lactalis annuncia nuove acquisizioni, a riprova della solidità della multinazionale francese;

   l'azienda parla di «cambiamenti insignificanti, lo 0,11 per cento dei dipendenti», il che, su un totale di 80.000 dipendenti, significa oltre 80 persone;

   nel rispondere ad una interrogazione in merito alla riorganizzazione della Parmalat in Italia, il viceministro Dario Galli il 20 febbraio 2019 si era detto «...disponibile ad aprire un tavolo di confronto con i soggetti coinvolti, al fine di conoscere gli orientamenti dell'Azienda e, qualora fosse necessario, di intervenire per contrastare...» la perdita di gestione e di posti di lavoro di una così importante realtà del settore agroalimentare del nostro Paese;

   nell'interpellanza n. 2-00359 del 18 aprile 2019 presentata dall'interrogante, ancora senza risposta, si paventava per Parmalat «un futuro da azienda puramente commerciale, con inevitabili riflessi occupazionali sul management italiano, con infine inevitabile storno della gran parte degli asset positivi in terra francese»;

   ora pare che Lactalis vada anche più in là: si libera, con quella che appare all'interrogante la scusa della ristrutturazione della funzione corporate, di lavoratori che ritiene troppo costosi, nonostante la multinazionale sia in ottima salute economica. E molti temono che sia solo l'inizio, visto l'annuncio della prossima chiusura del centro ricerche –:

   se non si ritenga opportuno attivare con Lactalis il tavolo di confronto di cui in premessa, al fine di tutelare tutti i lavoratori della Parmalat.
(3-00909)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SCALFAROTTO, GADDA, MORETTO e FASSINO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il rapporto annuale dell'Ice-Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, «L'Italia nell'economia internazionale», giunto alla sua 33a edizione, è stato presentato a Napoli il 23 luglio 2019;

   il rapporto è realizzato da un gruppo di autori interni ed esterni all'Agenzia Ice, con il coordinamento scientifico di Lelio Iapadre dell'università de L'Aquila e sotto la supervisione di un comitato editoriale, presieduto da Fabrizio Onida (università «Bocconi») e composto da docenti di numerose università, dalla Luiss, al politecnico di Milano, alla «Ca’ Foscari» ed esperti in rappresentanza di altre istituzioni che collaborano in vario modo;

   con una decisione senza precedenti il presidente dell'Ice, Carlo Maria Ferro, eletto presidente nel mese di gennaio 2019, ha disposto la sostituzione del testo della sintesi con un booklet (opuscolo) per soddisfare esigenze di comunicazione mediatica;

   la decisione, assunta il 10 luglio 2019, è stata comunicata con una e-mail agli autori del rapporto, in cui si sostiene, tra l'altro, che il testo preparato per la sintesi avrebbe elementi di pessimismo e di critica e sarebbe inficiato da una «apologia della Commissione europea»;

   a seguito della decisione, il direttore del comitato editoriale, Fabrizio Onida, accademico e già presidente dell'Ice, si è prontamente dimesso e in una nota ha affermato che la decisione assunta appare «non solo spiacevolmente irrituale, ma soprattutto ingiustamente squalificante del lavoro di squadra che abbiamo sempre cercato di garantire, nonché gravemente offensiva della serietà professionale degli autori e della mia stessa dignità scientifica e onorabilità di Presidente del comitato editoriale»;

   alle dimissioni del direttore sono immediatamente seguite quelle di 10 membri del comitato editoriale, che in un'ulteriore nota hanno spiegato di esser stati «chiamati a garantire che il Rapporto sia strutturato e prodotto in base a elevati standard di qualità scientifici». E che, se «la dirigenza e il Presidente dell'Ice in primis hanno il potere di esprimere linee di indirizzo e suggerimenti, sempre ben graditi», tuttavia «il Comitato editoriale e il suo Presidente devono poter operare in autonomia nella definizione dei testi del rapporto, svolgendo il proprio ruolo di garanti della qualità scientifica delle analisi prodotte»;

   i membri dimissionari hanno, infine, sostenuto come «un'Agenzia pubblica come l'Ice abbia l'obbligo di offrire alle imprese, ai policy-makers e ai contribuenti, una rappresentazione corretta delle tendenze e dei processi di internazionalizzazione dell'economia italiana e non un'immagine deformata da malintese finalità di comunicazione esterna, o, peggio ancora, piegata alle logiche di una parte politica»;

   il giorno successivo, il 20 luglio 2019, in un articolo del Sole 24 Ore sulla vicenda compare una risposta dell'Ice che nega qualsiasi tipo di censura della sintesi: semplicemente «si è ritenuto di rielaborarne il formato editoriale e la veste grafica per ottenere un prodotto innovativo». Inoltre, sostiene sempre l'Ice, le dimissioni dei professori sono ininfluenti in quanto il comitato editoriale continua «ad esistere e a lavorare serenamente». Dopo l'articolo, il 22 luglio Onida – storica firma del Sole 24 Ore – invia, a nome dei membri dimissionari del Comitato, una lettera di rettifica al quotidiano finanziario che finora non è stata pubblicata dal quotidiano, ma fortunatamente divulgata da Il Foglio –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti descritti e quali siano i suoi orientamenti in merito;

   quali iniziative necessarie e urgenti il Governo intenda adottare al fine di garantire il pieno rispetto della terzietà e dell'autonomia del comitato editoriale dell'Ice e del suo direttore, anche alla luce del danno che i fatti hanno provocato in termini di credibilità e autorevolezza dell'Agenzia stessa.
(5-02630)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Quartapelle Procopio e altri n. 1-00230, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 luglio 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Sensi.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Gallo e altri n. 5-01786 del 28 marzo 2019 in interrogazione a risposta scritta n. 4-03428.