Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 13 giugno 2019

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    il rapporto Gimbe 2019 sullo stato del servizio sanitario nazionale sostiene che soltanto mettendo la sanità pubblica al centro della agenda politica si potrà realmente garantire il fondamentale diritto costituzionale alla salute dei cittadini e rilanciare il Paese sia dal punto di vista sociale che economico;

    il succitato rapporto infatti, offre un quadro sconfortante sulla sostenibilità del servizio sanitario nazionale (Ssn), individuandone le cause principalmente nelle politiche economiche degli ultimi 10 anni caratterizzate dal definanziamento pubblico per la sanità, considerata come un mero capitolo di spesa pubblica, anziché come una leva di sviluppo economico da sostenere e rilanciare; basti pensare che attualmente la sanità assorbe solo il 6,6 per cento del prodotto interno lordo e l'intera filiera della salute ne produce circa l'11 per cento;

    secondo le analisi effettuate la spesa per la salute in Italia 2017 ammonta complessivamente a euro 204.034 milioni così suddivisi: euro 154.920 milioni di spesa sanitaria, di cui euro 113.131 milioni di spesa sanitaria pubblica e di euro 41.789 milioni di spesa sanitaria privata. Di questa, 35.989 milioni di euro a carico delle famiglie e 5.800 milioni di euro intermediari da fondi sanitari/polizze collettive (3.912 milioni di euro), polizze individuali (711 milioni di euro) e da altri enti (1.177 milioni di euro); 41.888,5 milioni di euro di spesa sociale di interesse sanitario di cui 32.779,5 milioni di spesa pubblica, in larga misura relative alle provvidenze in denaro erogate dall'Inps, e 9.109 milioni di euro stimati di spesa delle famiglie; 7.225,5 milioni di euro per deduzioni e detrazioni di imposta dal reddito delle persone fisiche per spese sanitarie (3.864,3 milioni di euro) e 3.361,2 milioni di euro per contributi versati a fondi sanitari integrativi, cifra ampiamente sottostimata per l'indisponibilità dei dati relativi al welfare aziendale e alle agevolazioni fiscali a favore delle imprese;

    durante la presentazione del rapporto è emerso che, nel periodo 2010-2019 sono stati sottratti al Ssn circa 37 miliardi di euro e l'incremento complessivo del fabbisogno sanitario nazionale è stato di 8,8 miliardi di euro, con una media annua dello 0,9 per cento insufficiente anche solo a pareggiare l'inflazione (+1,07 per cento) Inoltre il documento di economia e finanza 2019 riduce progressivamente il rapporto spesa sanitaria/Pil dal 6,6 per cento nel 2019-2020 al 6,5 per cento nel 2021 e al 6,4 per cento nel 2022;

    secondo le stime del rapporto Gimbe per riallineare il Ssn a standard degli altri Paesi europei e offrire ai cittadini italiani un servizio sanitario di qualità, equo e universalistico sarà necessaria nel 2025 una spesa sanitaria di 230 miliardi di euro; il rilancio del Ssn richiede altresì la convergenza di tutte le forze politiche e un programma di azioni coraggiose e coerenti, a partire da un consistente aumento del finanziamento pubblico; ma soprattutto bisogna «mettere in sicurezza» le risorse ed evitare le periodiche revisioni al ribasso, ovvero definire sia una soglia minima del rapporto spesa sanitaria/Pil, sia un incremento percentuale annuo del fabbisogno sanitario nazionale pari almeno al doppio dell'inflazione, come ha sostenuto il presidente della fondazione a conclusione del suo intervento alla presentazione del rapporto;

    tra tutti gli interventi degli ultimi anni, emerge ed è stata accolta con favore l'inversione di tendenza operata dalla legge di bilancio 2019, che ha previsto risorse aggiuntive, pari a 4,5 miliardi di euro per il fondo sanitario nazionale per triennio 2019-2021, anche se subordinate alla stipula del patto per la salute con le regioni;

    a tal proposito appare invece preoccupante che, nell'ultima bozza circolata, ancorché non definitiva, del Patto per la salute, sia stata inserita una clausola di salvaguardia finanziaria; più precisamente viene prima confermato il finanziamento del fondo sanitario come previsto dalla legge di bilancio 2019 e cioè di 116,4 miliardi per il 2020 e 117,9 miliardi per il 2021, poi però è aggiunta la clausola «salvo eventuali modifiche che si rendessero necessarie in relazione al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblico e a variazione del quadro macroeconomico»;

    come emerge da notizie di stampa, questa clausola, al momento soltanto nella bozza provvisoria, è stata inserita per espressa richiesta degli uffici del Ministero dell'economia e delle finanze e, peraltro è identica a quella che era contenuta nel vecchio Patto per la salute (2014-2016) varato dal Governo del Pd e che produsse già allora i suoi effetti, poiché nel 2016 il finanziamento previsto era di 115,5 miliardi e invece il finanziamento effettivo fu di 111 miliardi;

    appare necessario recuperare integralmente tutte le risorse economiche sottratte in questi anni con le diverse misure di finanza pubblica, garantendo una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza attraverso il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, così da risolvere alcuni dei problemi strutturali;

    si è da poco festeggiato il quarantennale del servizio sanitario nazionale, istituito con la legge n. 833 del 23 dicembre 1978 e che ha dato all'Italia la patente di uno dei migliori sistemi di salute pubblica al mondo e che, nonostante le successive riforme, ivi inclusa la riforma del titolo V della parte II della Costituzione, ne abbiano mutato sostanzialmente l'evoluzione e la struttura, ha consentito al nostro Paese di mantenere saldo il principio dell'universalità come sancito dall'articolo 32 della Costituzione;

    la sostenibilità economica del servizio sanitario nazionale non può e non deve passare attraverso una compressione del diritto alla salute e non può passare attraverso la riduzione di risorse economiche e umane necessarie per l'affermazione di tale diritto e la certezza delle risorse è condizione ineludibile per attuare una seria programmazione degli interventi in sanità,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per salvaguardare il servizio sanitario nazionale pubblico e universalistico, garantendo una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza attraverso un adeguato finanziamento del fondo sanitario nazionale, assicurando altresì la certezza delle risorse ad esso destinate, nonché ad intraprendere iniziative volte a un recupero delle risorse economiche sottratte negli ultimi anni;

2) a valutare la necessità di adottare le opportune iniziative affinché, da un lato, sia definita una soglia minima del rapporto spesa sanitaria/prodotto interno lordo, dall'altro sia previsto un incremento percentuale annuo del fabbisogno sanitario nazionale (pari almeno al doppio dell'inflazione), al fine di garantire le esigenze di pianificazione e organizzazione degli interventi necessari in sanità nel rispetto dei princìpi di equità, solidarietà e universalismo che da 40 anni caratterizzano il servizio sanitario nazionale.
(1-00195) «Lorefice, Bologna, Nesci, Tuzi, Sarli, D'Arrando, Nappi, Lapia, Sportiello, Menga, Zolezzi, Leda Volpi, Mammì, Provenza, Troiano».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta orale:


   DONZELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   Adriano Panzironi e il suo metodo «Life 120», che propaganda un pericoloso metodo per la risoluzione di problemi di salute anche gravi, è già stato fatto oggetto di provvedimenti di vario genere da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Sul caso è intervenuta, contro la diffusione di informazioni fuorvianti, lo stesso Ministro della Salute Giulia Grillo. L'interrogante ha più volte sollecitato un intervento da parte del Governo per impedire la messa in onda dei programmi, come chiesto nelle interrogazioni n. 3-00341 del 26 novembre 2018 e n. 3-00660 del 1° aprile 2019. La società «Life 120», di proprietà di Adriano Panzironi e del fratello Roberto, che fra le altre cose si occupa della commercializzazione degli integratori che aiuterebbero nella pratica del «metodo Panzironi», ha richiesto per l'anno 2018 un credito d'imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali pari a 250 mila euro, in base all'articolo 57-bis del decreto-legge n. 50 del 2017 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 96 del 2017. Si tratta di investimenti pubblicitari effettuati per la messa in onda della trasmissione «Il cerca salute», che vede protagonista Adriano Panzironi, il quale pubblicizza il suo metodo attraverso interviste a testimonial –:

   se si intenda concedere il credito d'imposta alla società dei fratelli Panzironi;

   se il Governo non intenda adottare iniziative anche normative, per impedire a società che abusano della credulità popolare di ottenere tali sgravi;

   se il Governo non intenda verificare se la società «Life 120» per la quale si è richiesto il credito d'imposta non sia la stessa attraverso la quale vengono locate le frequenze per le trasmissioni de «Il cerca salute».
(3-00789)


   CAON. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   una inchiesta della testata giornalistica Fanpage ha reso pubblici i problemi che si stanno verificando ad Este (Padova), a causa delle attività della Società estense servizi ambientali (Sesa), che detiene nell'area uno dei più granai impianti di compostaggio d'Europa;

   la Sesa è stata fondata dall'imprenditore Rossato, successivamente indagato per collusione con la famiglia della ’ndrangheta degli Alampi. Attualmente la società è posseduta al 51 per cento dal comune di Este e al 49 per cento da Angelo Mandato attraverso un'altra compagine societaria, un ex socio del Rossato. Il Mandato è titolare, secondo l'inchiesta, di una fitta rete societaria attiva nel settore dei rifiuti, società che fanno capo a un'unica sede;

   la Sesa ha un fatturato di 90 milioni di euro e profitti pari 8 milioni annui. Produce circa 68 mila tonnellate all'anno di compost industriale derivante dalla trasformazione dei rifiuti umidi, che viene sversa nelle aree limitrofi. Le prime preoccupazioni sono sorte perché su alcuni terreni in cui è stato gettato del digestato e del compost della S.e.s.a. non cresce più il mais. Inoltre, a causa degli sversamenti l'aria è irrespirabile e ha un odore chimico, tanto che i cittadini hanno già inscenato manifestazioni di protesta senza ottenere alcun risultato e costituito un comitato cittadino (Apriti Sesa) per capire cosa succede nello stabilimento dove si realizza il compostaggio;

   un campione di compost prelevato appena sversato sul terreno ed analizzato in laboratorio denominato analisi chimiche Labo Consult, ha chiarito che il compost è realizzato secondo una procedura quantomeno scorretta. Inoltre, nel campione era presente una quantità significativa di vetro e plastica, oltre a una concentrazione rilevante di idrocarburi pesanti oltre a metalli, in particolare rame e zinco;

   a parte i problemi qualitativi, sarebbero opinabili anche le modalità di riversamento sul territorio. Secondo il Consorzio italiano compostatori la quantità massima che teoricamente si dovrebbe versare su un terreno è di due o tre chili per metro quadrato all'aratura. Le testimonianze e le evidenze riferiscono dell'esigenza della Sesa di liberarsi rapidamente del compost prodotto e di sversamenti oltremisura in aree limitate;

   l'Arpav regionale, interpellata, ritenendo il compost un prodotto liberamente commerciabile come terriccio, ha dichiarato di non avere disponibili «i dati richiesti sulla quantità e qualità del compost utilizzato nei terreni del padovano». Sulle emissioni odorigine ha dichiarato di avere ancora in corso indagini, tuttavia è chiaro che l'odore chimico proviene quantomeno da una non sufficiente maturazione, in quanto il compost correttamente realizzato dovrebbe avere l'odore di terriccio. L'insufficiente maturazione è confermato da testimonianze interne;

   l'inchiesta ha rivelato che la società Biogreen di Mirano, di cui Mandato è uno dei maggiori azionisti ha finanziato la campagna elettorale della Lega con 30.000 euro. L'amministratore Biogreen Leonardo Tresoldi sostiene di aver fatto un versamento personale senza informare Mandato. Nella società Bioman, altra società riconducibile a Mandato, si è insediato fino a maggio 2019 come vicepresidente il senatore leghista Gianpaolo Vallardi;

   l'inchiesta infine rivela che la testata giornalistica Fanpage ha contattato la Sesa per parlare dell'inchiesta Fabrizio Ghedin direttore delle relazioni esterne. Il Ghedin avrebbe fatto una offerta in denaro, sotto forma di investimento pubblicitario, per attenuare l'impatto dell'inchiesta;

   il Ghedin è stato anche un consulente del Governo e si è occupato della comunicazione per il sottosegretario per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare Vannia Gava; recentemente, a seguito di tale vicenda, Ghedin si è dimesso dall'incarico;

   i cittadini di Este hanno manifestato la propria preoccupazione in relazione al fatto che, essendo la Sesa posseduta in maggioranza dal comune, la figura di controllato e controllore coincidono. Difatti, l'inchiesta rileva che non si ha notizia di sanzioni a carico della Sesa per sversamento di materiali inidonei –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo in relazione alla vicenda esposta in premessa, anche promuovendo una verifica da parte del Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente in relazione all'attività della Sesa Spa e agli effetti inquinanti sul territorio.
(3-00791)

Interrogazioni a risposta scritta:


   LOLLOBRIGIDA e SILVESTRONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nella notte tra l'11 e il 12 giugno 2019, a Roma, è morto un motociclista nell'impatto con un cavallo che vagava, insieme ad un altro, sulla via Ostiense;

   prima che avvenisse l'incidente, l'interrogante, avendo avvistato i due animali, aveva chiamato il numero unico per le emergenze 112 al fine di segnalare la situazione di pericolo che si stava determinando sulla via Ostiense;

   l'esito della telefonata si è rivelato, tuttavia, del tutto inutile, considerato che gli operatori non sembrano aver preso alcun provvedimento e hanno poi, dopo aver fatto trascorrere altro tempo, invitato proprio l'interrogante a rivolgersi direttamente alla polizia municipale;

   il numero unico per le emergenze (Nue), nato tra mille difficoltà in attuazione di una direttiva europea, nei pochi anni da quando è diventato operativo nel 2017 ha dimostrato molti limiti e scarsa affidabilità;

   rilievi all'operatività del servizio sono giunti anche dagli stessi operatori delle forze dell'ordine e del primo soccorso che dovrebbero essere allertati tramite il Nue, che hanno dichiarato che «così com'è strutturato, è stato fatto con un modello sbagliato: allerta un ente per volta e si interviene in condizioni non sicure»;

   di fatto chiamando il Nue si chiama un call center che deve poi smaltire le chiamate ai vari enti deputati ad intervenire, creando una dispersione di tempo e danneggiando l'efficienza del servizio –:

   se il modello operativo del servizio del numero unico di emergenza delineato in premessa sia quello realmente in essere;

   se il Governo ritenga tale modello operativo funzionale e, nell'ipotesi in cui non lo ritenga tale, quali iniziative intenda assumere al fine di garantire l'operatività e l'efficacia del servizio.
(4-03080)


   VILLANI, ADELIZZI, DE LORENZO, PIERA AIELLO, NESCI, MANZO, DAVIDE AIELLO, PALLINI, PERCONTI, CIPRINI, COSTANZO, DADONE, SAPIA, NAPPI, DEL MONACO, GRIMALDI, CASA, BILOTTI, AMITRANO e TRIPIEDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 9 giugno 2019 si sono svolti i ballottaggi per le elezioni amministrative in tutta Italia e nel comune di Capaccio-Paestum;

   nella notte tra il 9 e il 10 giugno 2019 in seguito all'elezione a sindaco di Capaccio-Paestum del candidato di centro sinistra Franco Alfieri, un gruppo di ambulanze ha festeggiato la vittoria attraverso un corteo in centro città seguendo un camion vela con l'immagine del neo sindaco;

   le ambulanze appartengono a una società privata che fa capo a Roberto Squecco, imprenditore del settore delle onoranze funebri, già arrestato nel 2014 e condannato in via definitiva anche per associazione a delinquere di stampo mafioso, considerato affiliato allo storico clan Marandino, tuttora attivo a Capaccio-Paestum e in altri comuni della Piana del Sele;

   lo stesso Alfieri, consigliere all'agricoltura, le foreste, la caccia e la pesca del governatore De Luca, da quanto si apprende dagli organi di stampa risulterebbe indagato per voto di scambio politico mafioso;

   questa, ad avviso dell'interrogante, è l'ennesima dimostrazione di potere assoluto che politici quali Alfieri e De Luca hanno sulla sanità campana; infatti, i mezzi di soccorso quali le ambulanze dovrebbero essere sempre pronte all'uso per intervenire al fine di salvare vite umane e non essere impiegate per festeggiare un politico amico del presidente nonché commissario della sanità campana De Luca;

   ad oggi non si è data ancora attuazione a quanto previsto dall'articolo 25-septies del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, «Disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziare», il quale prevede la sostituzione entro 90 giorni dalla sua approvazione dei commissari ad acta qualora questi siano in conflitto d'interessi con il loro ruolo istituzionale, così come nel caso del presidente De Luca che è allo stesso tempo presidente di regione e commissario della sanità e che quindi, nella doppia veste, di fatto controlla se stesso come titolare della sanità campana –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e se, a seguito di quello che appare all'interrogante un utilizzo privatistico di mezzi sanitari, quali le ambulanze, si siano registrati danni alle attività di primo soccorso indispensabili per la popolazione;

   quali iniziative il Governo intenda assumere, per quanto di competenza, in relazione alla diffusa inefficienza nella quale versa la sanità campana;

   quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di nominare il nuovo commissario ad acta per la sanità campana in sostituzione dell'attuale presidente De Luca il quale risulta in evidente conflitto con quanto previsto dall'articolo 25-septies del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119.
(4-03087)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ROTTA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno, al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   la testata on lineFanpage ha condotto una videoinchiesta su uno dei più grandi impianti di compostaggio d'Europa che ha sede in Veneto, la Sesa;

   la videoinchiesta ha rivelato come la Sesa abbia offerto centinaia di migliaia di euro in investimenti pubblicitari a patto di interrompere qualsiasi inchiesta sulle attività di compostaggio in Veneto;

   in particolare, il video diffuso sul sito di Fanpage dimostra come, all'indomani della richiesta di intervista ai vertici della Sesa, sia stato richiesto un incontro con il direttore del giornale al fine di intavolare una trattativa per un significativo investimento pubblicitario a patto di non compromettere le loro attività con servizi giornalistici;

   in particolare, per l'inchiesta realizzata da Fanpage è stata offerta alla redazione una quota di 300 mila euro – rifiutata – per mettere a tacere il gruppo di giornalisti che ha seguito la vicenda;

   il responsabile delle relazioni esterne della Sesa coinvolto a seguito della richiamata vicenda si è dimesso da tale incarico; è stato consulente del Governo con incarico presso il gabinetto della Sottosegretaria per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare Vannia Gava;

   si tratta di una situazione molto grave che sembrerebbe avvalorare la tesi secondo cui il compost prodotto dall'azienda sia di pessima qualità, contenendo al suo interno materiale inquinante e dannoso per la salute; il compost viene sversato in alcune campagne di Este, in provincia di Padova, creando danni alle colture, diffondendo agenti inquinati e mettendo in pericolo la salute degli abitanti –:

   se non ritenga di dover avviare, per quanto di competenza, una verifica, per il tramite del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente, sull'area in questione per riscontrare eventuali anomalie e fare luce sulla vicenda;

   quali ulteriori iniziative di competenza il Governo intenda adottare per tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini nell'area citata.
(5-02294)

Interrogazione a risposta scritta:


   AMITRANO, NAPPI e SARLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   Contrada Pisani è una frazione di Pianura, quartiere di Napoli situata all'interno del parco regionale dei Campi Flegrei, con circa 98.000 abitanti e dagli anni settanta è diventata preda di abusivismo edilizio di tipo speculativo; inoltre, con le crisi legate al ciclo dei rifiuti e l'assenza di manutenzione viaria e bonifiche ambientali, la qualità della vita dei cittadini della zona è peggiorata; essi sono costretti a convivere con problematiche ambientali, infrastrutturali e sanitarie considerando anche che il disagio dei cittadini residenti è aggravato dalla mancanza del sistema fognario;

   nella zona di Pianura, insistevano due discariche di lunga data con rifiuti di vario genere, furono attive fino agli anni ottanta e novanta e ad oggi non esiste nessuna opera di bonifica ambientale né tanto meno opere di riqualificazione delle infrastrutture fognarie e viarie di Contrada Pisani;

   nel 2000 ci fu un'inchiesta della Commissione parlamentare sui rifiuti, la quale mise in luce il fatto che probabilmente, siano stati smaltiti nella discarica di Pianura rifiuti industriali, tossici e nocivi, provenienti forse, da altre regioni;

   alla luce di tale ricostruzione è possibile affermare che l'area di Pianura, sia stata gravemente danneggiata nei decenni da intombamenti di rifiuti industriali illeciti e da gestioni private di discariche abusive;

   nel 2008, il sito di Pianura che comprende anche la discarica abusiva «Caselle» in contrada «Pisani», la quale, per anni, sarebbe stata oggetto di sversamento illegale di rifiuti di varia natura, fu individuato quale sito di interesse nazionale (Sin) ai fini della bonifica, con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, n. 4458/QdV/M/DIB dell'11 aprile 2008;

   nel 2013, con successivo decreto ministeriale n. 7 dell'11 gennaio 2013, il Sin di Pianura fu declassato da sito di bonifica di interesse nazionale a sito di interesse regionale (Sir) e dunque, con l'approvazione dell'elenco dei siti che non soddisfano i requisiti di cui ai commi 2 e 2-bis dell'articolo 252 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, la competenza per le necessarie operazioni di bonifica del sito di Pianura viene trasferita alla regione Campania; nel corso degli anni, la situazione circa la condizione di estremo degrado del quartiere di Pianura e in particolare della Contrada Pisani, ha esasperato i cittadini residenti, i quali hanno costituito dei propri comitati, in quanto le amministrazioni non avrebbero ottemperato ai compiti di salvaguardia del territorio per preservare la salute dei cittadini che vivono vicino a siti ritenuti potenzialmente pericolosi per la salute, poiché nonostante le promesse ricevute dalle amministrazioni locali nel corso degli anni, ad oggi, nell'area di Contrada Pisani lo stato di avanzamento delle opere di riqualificazione delle infrastrutture viarie e fognarie sono ferme; inoltre, l'assenza di fognature desta forti preoccupazioni per la salute dei cittadini che vivono nelle immediate vicinanze dell'ex sito di interesse nazionale –:

   di quali elementi disponga il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in relazione ai fatti esposti in premessa e quali iniziative, intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di intensificare il controllo e il monitoraggio dello stato dell'inquinamento del territorio dell'ex sito di Pianura, anche promuovendo una verifica da parte del comando dei carabinieri per la tutela ambientale;

   se la Ministra della salute non ritenga necessario promuovere iniziative volte ad acquisire, anche tramite una indagine epidemiologica da parte dell'Istituto superiore di sanità; dati indicativi relativi alle patologie locali dei cittadini di cui in premessa, già penalizzati dalla presenza di ex discariche e privi da decenni di infrastrutture fognarie, al fine di assicurare una corretta informazione sulla prevenzione e sui rischi da inquinamento, al fine di tutelare la salute dei cittadini residenti nell'area interessata.
(4-03079)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:


   SOVERINI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   il sito Unesco delle necropoli etrusche della Banditaccia di Cerveteri, dei Monterozzi di Tarquinia e dei relativi musei etruschi nel maggio del 2018 sono stati trasferiti, nelle funzioni di gestione, valorizzazione e custodia, dalla ex Soprintendenza Etruria Meridionale al polo museale del Lazio come previsto dalla riforma del Ministero per i beni e le attività culturali;

   i siti archeologici di Cerveteri e Tarquinia forniscono ai visitatori servizi turistici aggiuntivi mediante concessione di servizi da parte della direzione generale Musei in ottemperanza alla legge «Ronchey» che assegna mediante gara pubblica la gestione dei sopracitati a soggetti privati in possesso dei requisiti previsti dalla gara;

   nel 2012 la società Etruria Musei è risultata vincitrice della concessione dei servizi aggiuntivi per una durata di tre anni, con opzione di estensione di altri tre;

   i servizi aggiuntivi sono: servizio di biglietteria; servizi di accoglienza; servizi di prenotazione visite guidate; promozione del sito Unesco; servizio di ristorazione e caffetteria; servizio di gestione del bookshop;

   la Etruria Musei srl si è dotata di un organico di 18 unità lavorative di cui 8 assegnate al sito di Cerveteri e 10 assegnate al sito di Tarquinia;

   il 25 novembre 2018 è scaduta la concessione dei servizi aggiuntivi e la direzione generale musei non ha provveduto alla tempestiva pubblicazione della nuova gara di concessione. Il ritardo ha prodotto l'interruzione dei servizi e ciò desta preoccupazione sia per l'assenza di servizi in grado di garantire un ottimo livello di accoglienza ai siti archeologici, sia per la sorte delle 18 unità di personale impiegate da Etruria Musei fino al 25 novembre 2018;

   le amministrazioni comunali di Cerveteri e Tarquinia – sindaco Pascucci e sub-commissario di Tarquinia – hanno immediatamente chiesto un incontro alla direttrice del polo museale del Lazio Edith Gabrielli;

   il 22 novembre 2018 presso gli uffici del polo museale del Lazio, in Roma, presenti la direttrice Gabrielli, la funzionaria De Angelis, il sindaco di Cerveteri, il sub commissario di Tarquinia, l'assessore del comune di Cerveteri Croci, le rappresentanze sindacali dei lavoratori della società Etruria Musei srl, si è svolto un incontro per chiarire le ripercussioni immediate e le prospettive future causate dalla mancata erogazione dei servizi aggiuntivi;

   il sindaco di Cerveteri ha chiesto garanzie sia sulle tempistiche della pubblicazione della nuova gara di concessione dei servizi aggiuntivi, sia sull'inclusione della clausola sociale di salvaguardia dei dipendenti ex Etruria Musei, nel pieno rispetto delle norme che regolano le gare egli appalti pubblici. Richiesta condivisa dal sub commissario di Tarquinia e dal rappresentante sindacale, dottor Quattrini;

   secondo l'interrogante risulta impellente la necessità di attivare nuovamente i servizi aggiuntivi e garantire, ai dipendenti ex Etruria Musei, «l'assorbimento» in organico da parte del nuovo soggetto che risulterà assegnatario della futura concessione;

   il comune di Cerveteri, vista la situazione di stallo, ha sollecitato le strutture competenti del Ministero per i beni e le attività culturali nel procedere alla pubblicazione tempestiva della nuova gara di concessione e si è reso disponibile, insieme a Tarquinia a studiare ed esplorare la possibilità di gestire i servizi aggiuntivi mediante le proprie municipalizzate, ovviamente nel pieno rispetto delle norme che regolano le gare di appalti degli enti pubblici –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di dover adottare tutte le iniziative di competenza necessarie ed urgenti al fine di garantire sia l'erogazione del servizi aggiuntivi presso il sito Unesco delle necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia, sia la stabilità degli addetti.
(4-03086)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   TONDO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il 1° maggio 2019, nel Mar Arabico al largo di Goa, le marine indiane e francesi hanno iniziato la 17° edizione del loro annuale esercizio bilaterale di «guerra navale» denominato Varuna 19.1 e 19.2;

   in particolare, quest'anno l'esercitazione di guerra navale ha visto la partecipazione di due portaerei — l'ammiraglia della Marina francese, la flattop a propulsione nucleare FNS Charles de Gaulle, così come la portaerei classe Kiev, INS Vikramaditya — con esercitazioni di combattimento aereo da parte di caccia indiani e francesi;

   secondo il Ministero della difesa indiano, Varuna 19.1 è stato condotto in due fasi: a) la fase portuale a Goa con «visite incrociate, interazioni professionali, discussioni ed eventi sportivi»; b) fase marittima con «vari esercizi in tutto lo spettro delle operazioni»;

   come negli anni precedenti, l'esercitazione ha incluso dimostrazioni di difesa aerea e di guerra anti-sottomarino;

   la seconda fase di Varuna è stata condotta fuori Gibuti dal 22 al 25 maggio 2019;

   la Francia è da tempo attivamente presente nell'Oceano indiano, dove ha sia territori oltremare che avamposti navali;

   l'arrivo della portaerei Charles de Gaulle alla base navale di Changi a Singapore il 28 maggio 2019 è una testimonianza del crescente impegno francese per la sicurezza della regione indo-pacifica;

   le esercitazioni Varuna potrebbero contribuire a migliorare la posizione strategica relativa dell'India e della Francia nell'Oceano indiano: uno sforzo, quello francese, isolato e indipendente dall'Unione europea;

   la partnership militare indo-francese ha compiuto progressi sostanziali con la firma di un accordo di supporto logistico lo scorso anno;

   al momento, la marina indiana può attraccare alla base navale della Francia sull'isola di Reunion per il rifornimento di carburante e Delhi sta negoziando l'accesso anche alla struttura di Gibuti. Da parte loro, le forze navali francesi hanno finora utilizzato i porti di Mumbai e Karwar nell'ambito dell'accordo del 2018;

   i due Paesi hanno già intensificato la cooperazione nel campo della consapevolezza dei domini marittimi: si scambiano informazioni sulla situazione della sicurezza nell'Oceano indiano e lavorano insieme su un sistema satellitare atto a monitorare i movimenti navali nella vasta regione;

   l'India è un importante acquirente di sistemi d'arma prodotti in Francia: nel 2016 ha acquisito 36 combattenti Rafale da Dassault Aviation e sta sviluppando un programma sottomarino basato sulla nave classe Scorpene del gruppo navale –:

   quali siano le priorità strategiche del Ministero della difesa nell'Oceano indiano, anche in riferimento ai nuovi equilibri che stanno sorgendo nell'ambito dell'Oceano Pacifico tra Giappone, Australia e India;

   se non ritenga, alla luce di quanto riportato in premessa, porre il tema in sede di Unione europea in materia di politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc), affinché possano integrarsi gli sforzi di collaborazione con l'India in materia di difesa e l'Italia possa almeno cominciare ad avere un ruolo attivo nella vasta regione dell'Indo/Pacifico.
(4-03085)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:


   DONZELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   Alessandro Profumo e Fabrizio Viola sono stati rinviati a giudizio con le accuse di aggiotaggio (cadute per Salvadori) e falso in bilancio nell'inchiesta sulla contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria. Il Ministero dell'economia e delle finanze, che detiene il 68,2 per cento del capitale di Monte dei Paschi di Siena, ha «bocciato» le azioni di responsabilità nei confronti dei vecchi e nuovi vertici nell'assemblea dell'11 aprile 2019. Così come nessuna causa verrà avanzata nei confronti dell'amministratore delegato Marco Morelli, la presidente Stefania Bariatti e i consiglieri Cappello, Kostoris e Turicchi, a cui si imputava di non aver accantonato adeguatamente i rischi legali. Alla stampa il Ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio in data 5 aprile 2019 ha dichiarato: «È chiaro ed evidente che per me è giusto che chi ha ridotto quella banca in quelle condizioni debba pagare» –:

   quali siano le motivazioni del voto contrario espresso dal delegato del Ministero dell'economia e delle finanze all'assemblea Mps.
(3-00786)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SAPIA, NESCI, D'ARRANDO e SARLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con l'interrogazione a risposta scritta n. 4-02124 del 10 ottobre 2013 presentata nella XVII legislatura, la deputata Dalila Nesci ha rappresentato che il 15 luglio 2013, il signor Giovanni Foglia, già dipendente Enel, presentò una denuncia alla procura della Repubblica di Cosenza nella quale, con riferimento alla gestione di un contratto triennale per il taglio di piante lungo le linee di media tensione della provincia di Cosenza, contratto n. 8400003490 del 9 luglio 2007, esponeva il pagamento – da parte di Enel – di circa 120 mila euro per lavori mai fatti e inesistenti;

   in data 22 agosto 2013, per e-mail lo stesso ex dipendente Enel segnalò il grave fatto sopra riassunto anche al dottor Francesco Parlato, capo della direzione VII del dipartimento del tesoro, e al comando generale della Guardia di finanza;

   esposti analoghi il signor Foglia indirizzava per conoscenza, nel 2012, alla stazione dei carabinieri di San Giovanni in Fiore (Cosenza);

   in una lettera del 2 gennaio 2015, indirizzata ai responsabili per il codice etico dell'Enel e anche ai carabinieri della locale stazione di San Giovanni in Fiore (Cosenza), lo stesso signor Foglia lamentava che, a fronte delle proprie segnalazioni in ordine al presunto illecito sulle indicate linee di media tensione, il medesimo segnalatore diventava destinatario di azioni legali dell'azienda, mentre i dirigenti interessati non fornivano affatto risposte, ai sensi del codice etico adottato da Enel, in relazione ai gravi fatti già rappresentati alle autorità di competenza;

   con note del 1° aprile, del 10 aprile, del 15 aprile e del 23 aprile 2019, lo stesso signor Foglia tornava a segnalare la questione del presunto, suddetto illecito, al riguardo interessando a mezzo Pec i responsabili di Enel codice etico, i vertici della stessa azienda e finanche la procura e la corte d'appello di Catanzaro, anche lamentando – con toni decisi e ripetuti richiami al rispetto delle leggi da parte di ogni individuo – d'aver subito ripercussioni legali, pur avendo agito in qualità di segnalatore, all'epoca dei fatti dipendente di Enel e ad oggi investitore della medesima società –:

   se siano state avviate indagini in relazione a quanto esposto in premessa e quali risposte il Governo intenda dare, per quanto di competenza, alla segnalazione inviata al dipartimento del tesoro del Ministero dell'economia e delle finanze.
(4-03083)


   CECCHETTI, BONIARDI, CENTEMERO, CAVANDOLI, COVOLO, FERRARI, GERARDI, GUSMEROLI, ALESSANDRO PAGANO, PATERNOSTER e TARANTINO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   le filiali della Banca Intesa San Paolo di Cantalupo (Cerro Maggiore), di Villastanza e Villapia (Parabiago) rappresentano gli unici sportelli aperti in queste tre frazioni;

   le suddette filiali svolgono un servizio fondamentale, quasi sociale, per tutta la popolazione ma soprattutto per coloro i quali non hanno la possibilità di spostarsi su Cerro Maggiore e Parabiago;

   svolgono una funzione sociale e di supporto per molti cittadini, specialmente anziani e non automuniti, i quali hanno necessario bisogno di un rapporto personale con la banca. Inoltre, per la maggior parte di essi, risulta complicato utilizzare servizi di home banking;

   tuttavia, accertata l'intenzione di chiusura delle suesposte filiali a far data dal 22 giugno 2019, i cittadini di Cantalupo (Cerro Maggiore), Villastanza e Villapia (Parabiago) chiedono risolutamente che venga valutata l'opportunità di un momentaneo ripensamento in merito, rimandando ogni decisione almeno fino alla fine dell'anno;

   pertanto, la chiusura improvvisa desta forti preoccupazioni per i cittadini di queste tre frazioni, i quali risulterebbero fortemente svantaggiati, considerando, inoltre, che le distanze dal centro — specialmente per i cittadini di Villapia — sono considerevoli e ostative alla fruizione dei servizi bancari stessi;

   vi è dunque la necessità di trovare una soluzione che contemperi il diritto di un'impresa privata di decidere il proprio piano industriale e le necessità sociali della comunità, specialmente della parte più anziana e fragile che oggi si vede disorientata e confusa per una decisione subita e non supportata da un'adeguata comunicazione preventiva;

   in questo lasso di tempo, si potrebbero valutare eventuali ipotesi di modalità alternative del rapporto in essere tra filiale e cittadini. Eventuali alternative potrebbero essere l'apertura della filiale solo in alcuni giorni della settimana e/o in predeterminate fasce diurne;

   inoltre, nella frazione di Cantalupo (Cerro Maggiore) è presente l'ufficio postale il quale, tuttavia, non offre servizi bancari e risulta essere privo dello sportello bancomat;

   di conseguenza, un'ulteriore alternativa potrebbe essere rappresentata dall'eventuale potenziamento dei servizi bancari nell'ufficio postale di Cantalupo, quanto meno per sopperire i disagi relativi alla chiusura delle filiali di Banca Intesa San Paolo;

   una realtà autorevole come la Banca Intesa San Paolo si ritiene che debba avere al centro della propria mission la persona, le esigenze dei piccoli e grandi risparmiatori e debba basare la propria credibilità finanziaria anche sulla fiducia che il risparmiatore ripone nella propria filiale –:

   se e quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, il Governo intenda adottare, per quanto di competenza, per favorire una soluzione che eviti l'impoverimento del tessuto produttivo, economico e sociale con ricadute negative sulle esigenze dei cittadini e che garantisca comunque un potenziamento dei servizi finanziari di Poste italiane nelle frazioni di Cantalupo e Villastanza, anche tramite l'introduzione dello sportello bancomat.
(4-03084)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PRISCO, VARCHI e MASCHIO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio 2019 stabilisce che il Ministero della giustizia è autorizzato ad assumere personale amministrativo non dirigenziale (area II e area III) e che l'assunzione del personale dell'area II, in particolare degli operatori giudiziari, è autorizzata mediante avviamento degli iscritti nelle liste di collocamento a norma dell'articolo 35, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;

   a tal fine, è espressamente prevista la «attribuzione di un punteggio aggiuntivo determinato dall'amministrazione», a valere sulle graduatorie delle predette liste di collocamento in favore dei tirocinanti che hanno maturato i titoli di preferenza di cui all'articolo 50, commi 1-quater e 1-quinquies, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, ossia rispettivamente i tirocinanti che nel 2015 furono selezionati dal Ministero della giustizia nell'ambito dell'ufficio per il processo (1-quater) e tutti gli altri tirocinanti che invece furono esclusi da tale ufficio (1-quinquies), nonostante il possesso dei requisiti richiesti e di cui all'articolo 3 del decreto del 20 ottobre 2015;

   è bene ricordare che tale aberrazione avrebbe dovuto essere sanata con apposita procedura di reclutamento, ma il decreto non fu mai emanato, pertanto la distinzione fra i tirocinanti di cui al comma 1-quater e i tirocinanti di cui al comma 1-quinquies permane come frutto di un vulnus normativo ed è, nella sostanza, meramente formale, non essendoci mai stata differenza dal punto di vista della formazione, delle mansioni e dell'anzianità dei suddetti tirocinanti negli uffici giudiziari;

   l'articolo 14, comma 10-quater, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, ribadisce quanto stabilito nella legge di bilancio 2019 circa le assunzioni mediante avviamento degli iscritti nelle liste dei centri per l'impiego;

   il riferimento nelle predette norme all'assunzione di unità dell'area II mediante avviamento degli iscritti nelle liste di collocamento trova fondamento nella volontà del legislatore di valorizzare i percorsi formativi svolti da entrambe le categorie di tirocinanti amministrativi;

   ciò emerge dal fatto che la legge di bilancio 2019 riferisce a quelle categorie – e soltanto ad esse – l'espressa previsione di tali modalità assunzionali, per giunta con l'attribuzione di un punteggio aggiuntivo;

   la previsione dell'ultima legge di bilancio dell'assunzione di personale in area II attraverso i centri per l'impiego risulta non già motivata dalla semplice introduzione di quella forma di reclutamento (in effetti già possibile), bensì specificamente volta a valorizzare il percorso formativo e le competenze acquisite dalle categorie dei tirocinanti amministrativi, che hanno svolto mansioni di operatore giudiziario nelle cancellerie degli uffici giudiziari;

   l'obiettivo della norma è di selezionare, tramite i centri per l'impiego, le migliori risorse, individuate dal legislatore nelle persone formate proprio per lo svolgimento delle mansioni tipiche della qualifica di operatore giudiziario;

   è evidentemente incompatibile la sola applicazione dei meri criteri ordinari dei centri per l'impiego, che contrasterebbe tanto con l'espresso dettato normativo quanto con la ratio della legge di bilancio 2019, che ha individuato la categoria di risorse della quale garantire l'assunzione a vantaggio della pubblica amministrazione a livello nazionale –:

   quali iniziative intenda assumere affinché il bando di prossima emanazione per le assunzioni di cui in premessa sia articolato in modo tale da assicurare il predetto riconoscimento dei punteggi aggiuntivi e affinché non sia introdotto alcun elemento di disparità tra i diversi tirocinanti.
(5-02292)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   TRAVERSI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da fonti di stampa nazionale si apprende della situazione di persistente criticità inerente al servizio di elisoccorso dei vigili del fuoco;

   in particolare, su 76 aeromobili disponibili a livello nazionale solo 31 risultano in condizioni di volare, mentre gli altri sono in stato di manutenzione non risultando pertanto garantito il soccorso tecnico urgente in gran parte del territorio italiano;

   al reparto dei vigili del fuoco di Genova, dove si utilizza una convenzione con la regione Liguria per svolgere il servizio, lo stesso dovrebbe essere garantito da elicotteri specifici con caratteristiche prestazionali definite dalla convenzione stessa;

   a quanto risulta all'interrogante, al reparto ai Genova, sono presenti tre elicotteri assegnati tipo AB412 EP e quindi con le caratteristiche corrette e le prestazioni operative adeguate a rispondere alle necessità dettate dalla convenzione con la regione Liguria. Due elicotteri sono attualmente in manutenzione programmata e il terzo è stato fermato, si presume per opportune verifiche, in data 11 giugno 2019;

   tanto per comprendere la gravità della situazione della Liguria, se domani dovesse servire un servizio di elisoccorso, non ci sarebbe la possibilità di effettuarlo, considerato il tempo necessario a ultimare la manutenzione dei tre elicotteri che si stima in un minimo di 15 giorni;

   si sta parlando di servizi di urgenza che non sono garantiti come dovrebbero sul territorio e che mettono a dura prova il personale dei vigili del fuoco spesso costretto a non poter rispondere alle richieste di soccorso –:

   se sia a conoscenza di quanto descritto;

   quali iniziative intenda mettere in atto per garantire una maggiore efficienza del servizio di elisoccorso e la copertura adeguata dei territori che attualmente si trovano in maggiore difficoltà.
(3-00787)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SAPIA, PARENTELA e NESCI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in un articolo pubblicato il 29 aprile 2019 sulla testata on line Corriere della Calabria, si legge che Nuccio Azzarà, segretario generale della Uil di Reggio Calabria, ha ricevuto una lettera di minacce, ritrovata nei giorni scorsi su una finestra che dà sulle scale della sede della camera sindacale confederale sita in via Georgia;

   nell'articolo in parola si precisa che nello specifico si è trattato di «un foglio di carta ripiegato su stesso e spillato, con all'esterno la scritta “Uil” e all'interno un testo privo di punteggiatura e dai toni pesantemente minacciosi»;

   la succitata fonte giornalistica ha reso noto il contenuto del messaggio: «Azzarà auguri ora sei contento se dobbiamo piangere noi piangi prima tu e qualche tuo amico a Locri sei un infame e uno sbirro e presto farai la fine che meriti se muori tu finisce questo bordello nazionale»;

   nell'articolo in argomento si legge che l’«intimidazione è stata già denunciata alla Questura di Reggio e il testo è ora al vaglio degli inquirenti»;

   secondo la riferita ricostruzione giornalistica, «chiari appaiono i riferimenti alle denunce pubbliche della Uil riguardanti la sanità reggina e locrese»;

   l'Asp di Reggio Calabria è stata di recente sciolta e commissariata per infiltrazioni mafiose;

   gli interroganti ritengono l'episodio preoccupante e pertanto non da sottovalutare, anche alla luce di quanto contenuto nella relazione sul predetto scioglimento dell'Asp di Reggio Calabria;

   gli interroganti sottolineano che l'attività di denuncia esercitata da fonti sindacali o da chiunque abbia interesse alla correzione di illegittimità e disfunzioni in qualunque ambito costituisce valore fondamentale per politiche di tutela degli interessi generali della collettività –:

   quali iniziative di competenza abbia assunto o intenda assumere per assicurare l'incolumità e la sicurezza del segretario generale della Uil di Reggio Calabria, Nuccio Azzarà.
(4-03078)


   SAPIA, SCUTELLÀ, NESCI e FORCINITI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   con legge della regione Calabria 2 febbraio 2018, n. 2, è stato istituito, a decorrere dal 31 marzo 2018, il nuovo comune di Corigliano-Rossano, che comprende gli ex comuni di Corigliano e di Rossano, che ha una popolazione di circa 80 mila abitanti e da poco, con le prime elezioni amministrative del nuovo comune, anche il proprio sindaco;

   al fine di meglio tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini del suddetto, nuovo comune, appare urgente una riorganizzazione dei presìdi della polizia di Stato e dei carabinieri esistenti sul territorio in questione, puntando, ad avviso dell'interrogante, al potenziamento dei relativi organici nell'ottica di riqualificare e migliorare le attività dei vari uffici e la loro operatività, così da garantire migliori servizi alla comunità locale, specie in ragione delle specificità – nel senso più ampio – del nuovo comune e delle necessità derivanti dagli effetti della legge regionale summenzionata –:

   quali specifiche urgenti iniziative di competenza intendano assumere per migliorare la situazione dell'ordine pubblico e della sicurezza nell'intero territorio del comune di Corigliano-Rossano, nonché i servizi alla comunità locale correlati alle competenze della polizia di Stato e dei carabinieri.
(4-03081)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:


   DONZELLI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   Adriano Panzironi e il suo metodo «Life 120», diffuso anche grazie a trasmissioni televisive e pericoloso per la salute dei cittadini, sono già stati oggetto di provvedimenti da parte del Garante della concorrenza e del mercato e dell'Agcom, oltre che di dichiarazioni di condanna del Ministro Giulia Grillo. La gravità della situazione è già stata portata all'attenzione del Governo con le interrogazioni n. 3-00017 (e risposta), n. 4-01282, n. 3-00341, n. 3-00660. Fra le idee di Panzironi c'è anche il progetto «Filiera Life 120», con la nascita di allevamenti «allo stato semi-brado» con animali alimentati in modo da produrre «carni e uova allevati in natura e ricchi di omega 3»: l'ennesima trovata per commercializzare prodotti facendo leva sulla credulità popolare e citando studi portati avanti dall'Università di Perugia. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Tirreno, però, Life 120 e Università di Perugia non si sono mai incontrati. In una nota del professor Castellini, l'ateneo umbro ribadisce: «Smentiamo che i ricercatori dell'università di Perugia abbiano mai avuto rapporti di alcun tipo con Life 120. Non sono mai esistite collaborazioni/relazioni con tale soggetto (Life 120): né in passato, né sono in corso al presente, né si intende in alcun modo svilupparne in futuro» –:

   se risultino al Governo rapporti tra l'Università di Perugia e Adriano Panzironi, il progetto «Life 120», o la trasmissione «Il cerca salute»;

   se il Governo abbia avuto alcun tipo di rapporto, anche economico, con il progetto «Filiera Life 120», «Life 120» o «Il cerca salute».
(3-00788)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FRASSINETTI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   si è appreso dalla stampa locale che il 17 maggio 2019 un gatto entrato nell'aula della scuola primaria «Eugenio Montale» di Gioia Tauro è stato ucciso da un collaboratore scolastico a bastonate sotto gli occhi esterrefatti dei bambini;

   il fatto, denunciato dall'associazione «Animalisti Italiani», è stato sottoposto all'attenzione del Garante per l'infanzia e l'adolescenza della regione Calabria;

   la dinamica del fatto è chiara: il gatto si era introdotto in un'aula e il dirigente scolastico aveva chiesto al collaboratore scolastico di farlo uscire dall'istituto ma il collaboratore, anziché allontanarlo, lo avrebbe ucciso con un bastone, facendolo morire dopo un'ora di agonia, sotto gli occhi attoniti dei bimbi;

   perpetrare una violenza gratuita, oltretutto in una scuola, luogo di educazione per le nuove generazioni, non è ammissibile;

   la decisione del dirigente scolastico, che messo al corrente dell'accaduto avrebbe annunciato un incontro tra genitori e il collaboratore durante il quale l'aguzzino chiederà scusa ai bambini, appare del tutto insoddisfacente, non solo la per crudeltà contro il gatto, ma anche per le ripercussioni emotive sugli studenti –:

   quali iniziative si intendano intraprendere nei confronti della scuola e del collaboratore affinché simili gesti non si ripetano più in futuro.
(5-02291)

Interrogazione a risposta scritta:


   VARCHI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   presso Ipsseoa «Pietro Piazza» di Palermo avrebbe dovuto svolgersi la presentazione del libro «Cucina Futurista» di Filippo Tommaso Marinetti e Fillia, di recente ristampato da un editore palermitano, dando agli studenti la possibilità di cucinare piatti futuristi;

   l'evento, promosso dall'associazione culturale BC Sicilia, era già stato inserito nell'elenco delle iniziative culturali e di approfondimento della scuola, ma il dirigente dell'istituto, senza apparenti motivazioni, ha annullato la presentazione precedentemente autorizzata;

   numerose fonti di stampa locale hanno riportato la notizia, consentendo al dirigente in questione di fornire la propria versione dei fatti (a giudizio dell'interrogante non sempre coerente), come dimostrano gli stralci di articoli che riportano tra virgolette le dichiarazioni: «So bene cosa sia il Futurismo – dice Pecoraro – Infatti la presentazione era stata pianificata, diffusa con le circolari e sarebbe stata articolata con interventi fra arte e letteratura, ma non è stato corretto inserire interventi non concordati ed esporre la scuola ad eventuali strumentalizzazioni»; «Lungi da me – continua il preside – voler impedire un'attività programmata che avrebbe offerto a studentesse e studenti un'opportunità. Ma nella locandina, tra coloro che avrebbero dovuto intervenire, compariva il nome di tale Francesco Paolo Ciulla, che non conosco. Quindi, ben lontano dal voler mettere all'indice il testo in questione, per il quale avevo già autorizzato la presentazione, e da una scelta “politica”, ho voluto solo mettere in evidenza che le attività e gli interventi si concordano con la scuola e non in autonomia. Per quanto mi riguarda, Ciulla poteva essere di destra, centro, sinistra e non avrebbe avuto nessuna importanza; rilevante è, invece, la valenza didattica di una qualsiasi attività ed io, con mandato del Collegio dei docenti e del Consiglio d'istituto devo sapere preventivamente chi entra a scuola e chi parlerà con studentesse e studenti» (La Repubblica, Palermo);

   in estrema sintesi, un dirigente di istituto scolastico pubblico ha vietato la presentazione di un libro che parla di «Cucina Futurista» con una scusa a giudizio dell'interrogante evidentemente risibile: ed infatti non risulta che l'editore avverso il quale si è scatenata la censura sia un soggetto socialmente pericoloso né risulta che l'approfondimento in materia culinaria (non a caso l'associazione promotrice aveva scelto un istituto alberghiero) porti con sé il germe della sovversione antidemocratica;

   il dirigente dell'istituto in questione non ha mai rinunciato ad esprimere pubblicamente, anche attraverso l'utilizzo di social network, la propria collocazione ideologica nell'ambito della sinistra italiana, schierandosi anche a sostegno di Zingaretti per le primarie del Partito Democratico celebratesi il 3 marzo scorso contro «l'evidente pericolo di un'affermazione di un pericoloso centro-destra» (così scriveva sul proprio profilo Facebook);

   è di tutta evidenza, dunque, ad avviso dell'interrogante come il dirigente dell'Ipsseoa «Pietro Piazza» di Palermo non abbia voluto consentire un libero confronto su un tema del tutto lontano dalla politica (come la cucina) determinando di fatto una censura nei confronti di un editore vicino alle idee della destra italiana, con pretesti del tutto inconsistenti –:

   se il Ministro interrogato, appreso quanto accaduto, intenda inviare un'ispezione ministeriale presso l'Ipsseoa «Pietro Piazza» di Palermo al fine di verificare secondo quali criteri vengano autorizzate le attività culturali di approfondimento presso il detto istituto e se vi sia un rispetto autentico per la pluralità di pensiero o, piuttosto, un tentativo costante di indottrinamento nei confronti degli studenti, anche favorendo o, addirittura, imponendo la loro partecipazione solo ad iniziative pseudo-culturali di impostazione esclusivamente progressista o, comunque, prossime alle idee ascrivibili all'area politica della sinistra italiana; se intenda assumere iniziative nei confronti del dirigente di detto istituto.
(4-03077)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   ASCARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Seta S.p.A. (Società emiliana trasporti autofiloviari) gestore unico del trasporto pubblico locale su gomma in provincia di Modena, Reggio Emilia e Piacenza, con partecipazioni detenute dagli enti locali di Modena, Reggio Emilia e Piacenza, e, per parte privata, da Herm-Holding Emilia Romagna Mobilità s.r.l. e da Tper s.p.a. a loro volta controllate da enti territoriali;

   Seta annualmente trasporta circa 62,6 milioni di passeggeri, a fronte di 877 mezzi marcianti e un organico di 1.063 dipendenti, per un valore della produzione di 109 milioni di euro;

   recentemente sono avvenuti scioperi per le condizioni di lavoro a cui sono costretti gli autisti che, già sottoposti a condizioni di servizio e responsabilità particolari, dovute alla posizione ricoperta e al contatto con il pubblico che li espone anche a rischi per la propria incolumità e quella dei passeggeri, sarebbero costretti a nastri lavorativi fino a 13,5 ore;

   negli ultimi mesi, alcuni mezzi sono andati in avaria, mettendo a repentaglio l'incolumità dei passeggeri, degli autisti, nonché dei passanti che si trovavano nelle vicinanze dei mezzi;

   le avarie spesso sono state imputate alla vetustà dei mezzi e alla connessa mancata manutenzione straordinaria e ordinaria, anche per mancanza di operatori, tuttavia, non si potrebbero escludere anche altre cause diverse dalle condizioni dei mezzi;

   Seta acquisterebbe prevalentemente mezzi usati con anche un milione di chilometri;

   secondo quanto denunciato in una interpellanza del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, sarebbero diverse le criticità riguardanti la Seta s.p.a. la quale, tra l'altro, negherebbe il confronto con i lavoratori ed i loro rappresentanti sindacali e, inoltre, non prenderebbe nessuna misura per diminuire i disservizi ed i disagi per gli utenti;

   nel 2018 l'ispettorato territoriale del lavoro di Modena ha inviato alle rappresentanze sindacali gli esiti degli accertamenti compiuti su SETA, comunicando l'accertamento di «violazioni alla normativa sullo straordinario, sul riposo settimanale e sulle ore di guida continuative»;

   secondo quanto denunciato dai sindacati, ai lavoratori verrebbero assegnati straordinari con un preavviso inferiore alle 24 ore in maniera sistematica, senza consenso tra le parti, anche al di fuori di casi imprevisti ed eccezionali e i casi di forza maggiore e di imminente pericolo; i lavoratori che contestano tale situazione, sarebbero minacciati dai diretti superiori gerarchici, con la possibilità di provvedimenti disciplinari;

   questa pratica potrebbe essere in contrasto con l'articolo 2087 del codice civile e con la giurisprudenza di merito (si veda la sentenza della Corte di Cassazione 12962 del 21 maggio 2008);

   si rileva infine che persiste una situazione di mancata armonizzazione contrattuale fra i tre bacini serviti da Seta con quelle che all'interrogante appaiono evidenti discriminazioni salariali –:

   quali iniziative il Governo intenda intraprendere, per quanto di competenza, al fine di verificare le condizioni di lavoro del personale di rispetto alla legge e ai contratti collettivi nazionali di lavoro, incluse le modalità di turnazione degli autisti, sanzionando i responsabili di eventuali comportamenti illeciti;

   di quali informazioni disponga il Governo circa l'eventualità che l'avaria dei mezzi di Seta sia dovuta a cause diverse dalla condizione dei mezzi e quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di contrastare tale eventualità.
(3-00790)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E TURISMO

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:

   il «Rapporto nazionale pesticidi nelle acque, edizione 2018», realizzato dall'Ispra, ha dimostrato una presenza di pesticidi molto superiore alla media nazionale in Friuli-Venezia Giulia, nella provincia di Bolzano, in Piemonte e nel Veneto dove è stata riscontrata in oltre il 90 per cento delle acque superficiali; in Emilia-Romagna e Toscana in più dell'80 per cento; in oltre il 70 per cento in Lombardia e nella provincia di Trento. Nelle acque sotterranee il dato è particolarmente elevato in Friuli-Venezia Giulia (81 per cento), Piemonte (66 per cento) e Sicilia (60 per cento);

   il mondo agricolo della regione autonoma Friuli Venezia Giulia è stato scosso a cavallo tra il 2018 e il 2019 da una vasta indagine della procura di Udine che ha visto oltre 150 cerealicoltori indagati con oltre 400 fondi sequestrati per violazione delle prescrizioni di semina di mais conciato con antiparassitari. Inoltre, sulle richieste di sequestro preventivo dei fondi contaminati da parte della procura, si sono espressi concordemente in modo positivo tutti i Gip del tribunale di Udine;

   tale indagine ha avuto origine dal settore apistico nell'ambito del quale è partita la denuncia alla procura per ricorrenti spopolamenti di apiari nel periodo delle semine primaverili. Il fenomeno degli spopolamenti è accertato da anni, ed è stato collegato all'impiego nella concia della semente del mais di insetticidi neonicotinoidi, vietati dal 2013 dal Regolamento (UE) 485/2013, che hanno azione neurotossica sugli insetti anche a piccolissime dosi;

   recentemente è salito sul banco degli imputati un potente insetticida a base di Methiocarb, addizionato dalle stesse ditte sementiere nell'impasto della concia delle sementi, ma usato anche su piante da frutto e ornamentali, la cui presenza è stata accertata da Corpo forestale e Arpa regionale friulana nelle seminatrici pneumatiche sprovviste del kit per l'interramento delle polveri divenute tossiche a causa della concia. Peraltro, la Commissione europea potrebbe a breve adottare una decisione di non consentire più l'uso del Methiocarb;

   risulta che l'impiego delle seminatrici in violazione delle prescrizioni di semina sia diffuso su tutto il territorio italiano e che in relazione alle conseguenti morie negli apiari si stiano avviando procedimenti analoghi anche in altre aree del territorio nazionale;

   il mais rappresenta oltre il 36 per cento delle superfici coltivate a seminativo in Friuli Venezia Giulia, in pratica più del 25 per cento dell'intera superficie agricola della regione: è necessario, in attesa dell'applicazione di un regime di uso dei pesticidi più stringente e con nuove molecole, salvaguardare questa coltura attraverso la concia del seme certificato e dotando le seminatrici di particolari accorgimenti come i filtri in grado di trattenere fino al 97 per cento delle sostanze attive contenute nell'aria, che abbattono in modo risolutivo il potenziale rischio per le api derivante dalle polveri dei concianti diffuse dalle seminatrici durante la semina del mais;

   il 26 febbraio 2019 è stata approvata alla Camera una mozione unitaria (n. 1- 00124), volta a potenziare il sistema dei controlli sull'uso corretto dei pesticidi in agricoltura e a intraprendere ogni utile iniziativa volta a rivedere e migliorare il piano d'azione nazionale (Pan) sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari –:

   a che punto sia l’iter delle misure previste dal decreto legislativo n. 150 del 2012 e dal piano d'azione nazionale (Pan) non ancora adottate, per le quali risultino scaduti i termini o per i quali non sia stata stabilita alcuna scadenza;

   quale sia lo stato di attuazione della normativa sull'agricoltura integrata, come definita dalla legge 3 febbraio 2011, n. 4, anche alla luce delle esperienze già maturate in ambito regionale, con particolare riferimento allo sviluppo del sistema di qualità nazionale di produzione integrata (Sqnpi);

   se, in attesa della nuova politica agricola comune (Pac) che sarà certamente premiante nei confronti dei «regimi ecologici» da inserire nei piani strategici nazionali, non ritenga opportuno, a fronte degli attuali pagamenti Pac diretti, attivare preventivamente tutte le verifiche necessarie per accertare la compatibilità della concia preventiva e generalizzata della semente con le finalità di agricoltura sostenibile dettate dall'Unione europea;

   se corrisponda al vero che, come indicato negli studi dell'Università di Padova, l'impiego di semente nuda comporterebbe solo nel 6 per cento dei casi un effettivo danno all'agricoltore, peraltro recuperabile con forme preventive di adesione a fondi mutualistici settoriali;

   quanti controlli siano stati svolti e quante sanzioni siano state irrogate relativamente all'impiego dei fitofarmaci in agricoltura negli ultimi cinque anni e quale percentuale di questi abbiano dato origine a sanzioni per il loro utilizzo improprio o per l'impiego di prodotti vietati;

   quali iniziative abbiano posto in essere i Ministri interpellati, nell'attesa dell'adozione dei decreti attuativi della normativa dell'Unione europea, per far sì che il comparto agricolo assicuri un utilizzo sostenibile dei pesticidi, al fine della maggior tutela della salute degli stessi operatori e dei consumatori e per la riduzione del rischio dell'estendersi di azioni giudiziarie nei confronti degli operatori del mondo agricolo.
(2-00418) «Novelli, Sandra Savino, Nevi».

Interrogazione a risposta scritta:


   SUT e SABRINA DE CARLO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   un'indagine condotta dalle procure di Pordenone, Udine e Torino — avviata già nel 2016 e giunta di nuovo al centro dell'attenzione pubblica a seguito del servizio televisivo mandato in onda il 20 maggio 2019 su Rai 3 dalla redazione di Report — ha condotto all'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode aggravata in commercio e alla contraffazione del marchio Dop dei prosciutti San Daniele e Parma, al sequestro di un milione di prodotti, alla revoca del 20 per cento della produzione annuale riportante il marchio Dop, nonché all'inserimento di trecento persone nel registro degli indagati;

   l'indagine in questione ha accertato il diffuso utilizzo, nella filiera produttiva di questi prosciutti fiore all'occhiello della produzione di salumi italiana, di carne di maiale danese riconducibile alle razze Duroc e large white, ottenuta a seguito dell'uso di genetica non consentita nell'ambito delle indicazioni previste dal disciplinare di produzione di questa Dop (denominazioni di origine protetta), avente valore di legge e frutto della codifica di tradizioni produttive portatrici di un importante valore aggiunto per il prodotto;

   il prosciutto San Daniele — che è stato riconosciuto dallo Stato nella sua specificità attraverso le leggi n. 507 del 1970 e n. 30 del 1990, ha ricevuto nel 1996 la denominazione di origine protetta e rappresenta nel mondo l'eccellenza dei salumi italiani, generando annualmente un giro d'affari stimato attorno al miliardo di euro — può essere stagionato soltanto nell'omonimo comune friulano della provincia di Udine a partire da suini italiani allevati e macellati — come previsto dal disciplinare — in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo e Lazio;

   l'importanza della dop San Daniele nella tradizione enogastronomica italiana, dentro e fuori i confini nazionali dove la produzione, stando agli ultimi dati diffusi dal Consorzio, è aumentata del 5,4 per cento tra il 2017 e il 2018, unitamente alla strategicità economica del prodotto che riscontra l'andamento positivo del suo export, soprattutto in Paesi extraeuropei come il Canada (dove ha abbandonato la denominazione generica con cui veniva commercializzato in passato a vantaggio della propria nominativa, facendo registrare nel 2018 un +35 per cento di vendite nella cornice di nuovo progetto di promozione per il triennio 2019-2021, avanzato anche negli Stati Uniti in cui, al momento, non sembra rimanere coinvolto dall'inasprimento dei dazi doganali per alcune esportazioni agroalimentari di provenienza europea, paventato dal Governo statunitense attraverso il United States Trade Representative), impone all'Italia il dovere politico di attuare tutte le possibili misure finalizzate a mettere in sicurezza dal rischio di frodi l'intero sistema produttivo del San Daniele –:

   quali iniziative urgenti di competenza intenda assumere, anche attraverso l'utilizzo di nuove tecnologie quali la cosiddetta «blockchain», foriere di innovative declinazioni applicative per la pubblica amministrazione, al fine di evitare comportamenti fraudolenti come quello descritto in premessa.
(4-03076)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FOTI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 361, della legge n. 145 del 2018, dispone che «fermo quanto previsto per l'articolo 35 comma 5-ter del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le graduatorie dei concorsi per il reclutamento del personale presso le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del medesimo decreto legislativo sono utilizzate esclusivamente per la copertura dei posti messi a concorso»;

   la citata norma appare volta ad escludere la possibilità per gli enti locali di attingere – al fine di dare adeguata risposta alle necessità di assunzioni, mediante apposite convenzioni – dalle graduatorie di altri enti;

   è di tutta evidenza che l'introduzione di una norma siffatta, in assenza di ulteriori disposizioni interpretative che ne limitino l'applicazione, ad esempio circoscrivendone l'applicazione alle amministrazioni centrali dello Stato, costituisce un pesantissimo aggravio – sia di costi, sia di procedure – per gli enti locali, con particolare riferimento ai comuni di piccole medie-dimensione;

   stante il principio di non retroattività del diritto, la norma sopra richiamata produce effetti soltanto sui concorsi banditi successivamente alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della norma stessa, con evidente discriminazione tra gli idonei ma non vincitori in un concorso bandito antecedentemente alla introduzione della norma in questione e coloro che risultano idonei nelle procedure bandite dal 1° gennaio 2019;

   situazioni di questo tipo si sono già verificate nell'anno corrente, creando prevedibile disorientamento all'interno degli enti interessati –:

   se il Ministro interrogato sia al corrente delle problematiche evidenziate in premessa e, in caso di risposta affermativa, quale sia il suo orientamento in merito;

   se il Ministro interrogato, al fine di evitare il ripetersi di situazioni quali quelle sopra rappresentate, intenda fornire, anche per il tramite dei competenti uffici, gli indispensabili chiarimenti al riguardo o, se del caso, adottare idonee iniziative, anche di carattere normativo, volte a definitivamente chiarire le modalità attraverso cui è data agli enti locali la facoltà di attingere dalle graduatorie di altri enti.
(5-02293)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FASSINA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   gli istituti fisioterapici ospitalieri (Ifo) di Roma-Mostacciano, costituiti dall'istituto nazionale di ricovero e cura dei tumori Regina Elena e dall'istituto dermopatico San Gallicano, hanno indetto con delibera n. 316 del 15 aprile 2019 una procedura aperta ex articolo 60 del decreto legislativo n. 50 del 2016 finalizzata all'affidamento dei servizi tecnici di architettura e ingegneria relativi alla progettazione definitiva, alla sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, alla direzione dei lavori e segnalazione certificata di inizio attività inerenti ai lavori di adeguamento alla normativa antincendio, con importo a base d'asta di euro 755.571. Con medesima procedura hanno indetto con delibera n. 334 del 23 aprile 2019 l'affidamento della progettazione definitiva e della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione e della direzione-lavori relativo alla realizzazione di un gruppo operatorio con importo a base d'asta di euro 267.501;

   la scelta dell'indizione delle gare è stata assunta in base alla considerazione che gli Istituti fisioterapici ospitalieri di Roma-Mostacciano non dispongono né di strutture né di alcuna figura professionale con capacità tecnico-organizzative in grado di espletare le attività di progettazione e direzione lavori, nonché il coordinamento in fase di progettazione ed esecuzione necessari alla realizzazione di tali opere;

   presso gli Ifo di Mostacciano, a quanto consta all'interrogante, sarebbero presenti sette figure professionali (tre ingegneri e quattro geometri) che in passato hanno già ricoperto, come da loro Curriculum vitae, la quasi totalità dei ruoli richiesti dai suddetti bandi;

   la scelta di non rivolgersi a professionisti esterni porterebbe ad un elevatissimo risparmio di denaro pubblico –:

   quali iniziative si intendano intraprendere, per quanto di competenza, anche per il tramite del Commissario ad acta per il piano di rientro dal disavanzo sanitario della regione Lazio in relazione a quanto esposto in premessa alla luce dei riflessi sulla spesa sanitaria regionale.
(5-02295)

Interrogazione a risposta scritta:


   BENDINELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nella legge di bilancio 2019-2021 è stata approvata la regolarizzazione di talune figure di tecnici sanitari che già operano nel settore da almeno 36 mesi a condizione che gli stessi si iscrivano entro il 31 dicembre 2019 negli elenchi speciali a esaurimento (articolo 1, commi 537 e 538, della legge n. 145 del 30 dicembre 2018;

   la stessa norma prevede inoltre testualmente «entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge con decreto del Ministero della salute sono istituiti gli elenchi speciali di cui al comma 4-bis dell'articolo 4 della legge 26 febbraio 1999, n. 42, introdotto dal comma 537 del presente articolo» –:

   quale sia lo stato di attuazione della previsione richiamata in premessa e se non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza per istituire gli elenchi speciali di cui al comma 538 dell'articolo 1 della legge n. 145 del 30 dicembre 2018, al fine di rispondere positivamente alle giuste attese di professionisti e tecnici sanitari.
(4-03082)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta scritta Trano n. 4-03041, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 7 giugno 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Caso.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Gallo n. 5-02260, pubblicato nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 giugno 2019, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Del Sesto.

  L'interrogazione a risposta scritta Frassinetti n. 4-03073, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 12 giugno 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Zucconi.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta scritta D'Ippolito n. 4-03067, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 189 del 12 giugno 2019.

   D'IPPOLITO. – Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. – Per sapere i premesso che:

   la Calabria è esposta a forti rischi naturali: terremoti, frane e inondazioni colpiscono con continuità diverse aree della regione, provocando vittime e danni e limitandone le potenzialità di sviluppo;

   al riguardo si ricordano i tragici terremoti del 1783 e del 1908, le alluvioni del 1935, del 1951, del 1953;

   nel passato più recente la pericolosità nella regione è emersa con i terremoti del 1998 e del 2012 e con una lunga sequenza di catastrofi idrogeologiche: da Crotone (1996) a Soverato (2000), a Vibo Valentia (2006), ai disastri del biennio 2008-2010 ai più recenti lutti del Raganello, di San Pietro a Maida, di Isola Capo Rizzuto;

   molti eventi producono danni diffusi e gravi che richiedono molti anni e ingenti risorse per essere risanati;

   a giudizio dell'interrogante sono molti i fattori che concorrono a formare il suddetto quadro: il governo locale del territorio, la mancata la tutela delle risorse naturali, il peso talora decisivo delle organizzazioni criminali, l'assenza di manutenzione, l'abbandono delle zone interne, l'urbanizzazione crescente, la scarsa diffusione di una cultura ambientale, il crescente rischio indotto dall'uomo attraverso l'inquinamento e il consumo delle risorse, il ruolo dell'ecomafia;

   la soggezione ai rischi naturali è al contempo causa ed effetto dei ritardi della regione lungo la strada dello sviluppo che la costringono, ancora oggi, a una condizione di tutela speciale nell'ambito dell'Unione europea, dal momento che risulta sempre tra quelle più bisognose di sostegno, relegandola in una condizione di sostanziale subalternità, il cui superamento appare, ad avviso dell'interrogante, ancora molto lontano;

   per l'interrogante la Calabria ha un sistema di protezione civile che negli ultimi anni si è via via consolidato, dimostrando una buona capacità di risposta nell'emergenza, con un sistema universitario particolarmente qualificato sui temi dei rischi naturali e un lavoro di rilievo del Cnr;

   nel contesto ha operato l'Autorità di bacino in Calabria, istituita dalla legge regionale n. 35 del 29 novembre 1996, in attuazione della legge 18 maggio 1989, n. 183, e successive modificazioni e integrazioni;

   detta Autorità ha redatto il piano per l'assetto idrogeologico (Pai) ed è stata attiva anche nel settore della difesa delle coste e nella formazione di tecnici;

   nel tempo, per l'evoluzione normativa, sono scomparse le Autorità di bacino regionali, che nel Meridione sono confluite in un'unica Autorità di distretto, denominata dell'Appennino meridionale, il che per l'interrogante si è rivelato una scelta non adeguata per la tutela del territorio;

   secondo l'interrogante appare necessario garantire una presenza, politica e tecnica, più incisiva in ambito europeo sulle tematiche dei rischi naturali, in modo da consentire al nostro Paese di avere almeno su questi temi un ruolo non subalterno;

   inoltre, occorrerebbe modificare il quadro normativo fissato dall'articolo 51, comma 5, della legge n. 221 del 2015, attribuendo all'Autorità di distretto idrografico dell'Appennino Meridionale competenze che dedichino specifica attenzione alle peculiari caratteristiche del dissesto idrogeologico che caratterizza la regione, anche istituendo apposito ufficio distrettuale dedicato a tale territorio –:

   se intenda promuovere iniziative anche di carattere normativo volte a riorganizzare l'articolazione della suddetta Autorità, al fine di meglio tutelare i territori esposti ai rischi di cui in premessa.
(4-03067)