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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 10 giugno 2019

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   la giornalista Maria Giovanna Maglie, nel corso della puntata della trasmissione «Belve», in onda il 7 giugno 2019 sul canale Nove del digitale terrestre, durante la sua intervista, anticipata sul web, ha riferito di ingerenze da parte della politica che avrebbero condizionato e di fatto annullato lo spazio informativo, dopo il Tg1, che avrebbe dovuto essere condotto dalla stessa Maglie;

   la giornalista, infatti, con estrema chiarezza ha così puntualizzato: «Sapevo che la proposta di condurre la striscia che fu di Enzo Biagi dopo il Tg1 delle 20 sarebbe andata male, anche se Salvini mi voleva. Tutti i Cinque Stelle fino a Luigi Di Maio hanno chiesto la mia testa»; e ancora: «Salvini avrà detto che gli avrebbe fatto molto piacere che facessi io la striscia e quando gli hanno detto che era diventata una questione di Stato, avrà lasciato perdere com'è giusto che sia. Sei in pieno contratto di governo, si sono messi di traverso tutti i Cinque stelle, non si capisce poi perché. Chi? Tutti, fino a Di Maio hanno chiesto la mia testa»;

   le dichiarazioni rilasciate da una professionista come Maria Giovanna Maglie delineano una situazione allarmante e, ad avviso degli interpellanti, un clima da regime antidemocratico che continua ad imperversare nella tv pubblica;

   il decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, recante «Testo Unico della radiotelevisione», all'articolo 3, stabilisce che la Rai, in quanto concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, deve realizzare una programmazione che sia in linea con i princìpi del pluralismo dei mezzi di comunicazione, a tutela della libertà di espressione di ogni individuo, dei princìpi di obiettività, completezza, lealtà, imparzialità dell'informazione, anche riguardo alle diverse opinioni e tendenze politiche e sociali;

   l'articolo 45 del medesimo decreto legislativo stabilisce, altresì, che il servizio pubblico generale radiotelevisivo è affidato alla Rai che lo svolge sulla base di un contratto nazionale di servizio stipulato con il Ministero dello sviluppo economico e con il quale sono individuati i diritti e gli obblighi della società concessionaria;

   l'articolo 6, comma 1, del vigente contratto nazionale di servizio prevede che «la Rai è tenuta ad improntare la propria offerta informativa ai canoni di equilibrio, pluralismo, completezza, obiettività, imparzialità, indipendenza e apertura alle diverse formazioni politiche e sociali»;

   ad avviso degli interpellanti, con quello che si può definire il «caso Maglie» si ha l'ennesima riprova di una «lottizzazione» spietata della Rai la quale al contrario di quanto dichiarato a più riprese dagli esponenti del Governo, risulta evidentemente vincolata alle «indicazioni» provenienti dalla maggioranza;

   la vicenda riportata, è soltanto la punta dell’icerberg di una serie di eventi che continuano a perpetrarsi all'interno della Rai in palese violazione dei principi che devono guidare l'azione della tv pubblica che ad avviso degli interpellanti offre ai cittadini contribuenti un'informazione tutt'altro che obiettiva e imparziale –:

   se il Governo non intenda fornire gli opportuni chiarimenti in merito alla vicenda che vede coinvolta la giornalista Maria Giovanna Maglie dopo le gravissime accuse pronunciate;

   se non si ritenga opportuno che gli esponenti del Governo debbano astenersi dall'esprimere indicazioni in merito ai professionisti da impiegare nella conduzione dei programmi Rai.
(2-00414) «Mulè, Gelmini, Aprea, Bagnasco, Bartolozzi, Biancofiore, Bignami, Cannatelli, Carrara, Casciello, Casino, Cassinelli, Cattaneo, Cortelazzo, Dall'Osso, D'Attis, D'Ettore, Ferraioli, Fiorini, Fitzgerald Nissoli, Gagliardi, Giacometto, Labriola, Mandelli, Marin, Marrocco, Mazzetti, Napoli, Nevi, Novelli, Orsini, Pella, Pentangelo, Perego Di Cremnago, Pettarin, Pittalis, Polidori, Porchietto, Ravetto, Rossello, Rosso, Rotondi, Ruffino, Ruggieri, Paolo Russo, Saccani Jotti, Santelli, Scoma, Siracusano, Sisto, Sozzani, Spena, Squeri, Maria Tripodi, Versace, Zanella, Zangrillo».

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   il giorno 11 giugno 2018, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, su istanza della Tim spa si tiene un incontro al quale partecipano Unindustria e le organizzazioni sindacali SLC-CGIL, FISTel-CISL, UILCom-UIL, Ugl Telecomunicazioni. Oggetto del confronto è individuare una gestione non traumatica delle eccedenze di risorse ed evitare la cassa integrazione della durata di 12 mesi per 29.736 lavoratori della Tim;

   il 12 giugno le parti raggiungono un accordo che prevede principalmente: a) contratto di solidarietà difensivo della durata di 12 mesi applicato a 29.546 lavoratori ed «in relazione alla definizione delle misure connesse alla stipula del contratto di solidarietà» b) accesso al trattamento di isopensione per 4.000 dipendenti nel biennio 2019-2020, secondo quanto previsto ex articolo 4, commi 1-7-ter della legge n. 92 del 2012;

   l'accordo, più in dettaglio, prevede che entro il numero di 4.000 unità possa chiedere di accedere all'isopensione chi maturi i requisiti minimi per il pensionamento di vecchiaia o anticipato entro il 31 maggio 2024 entro il 31 dicembre 2025; unica eccezione prevista è quella di rinviare temporaneamente il trattamento di isopensione ai lavoratori in possesso di specifiche competenze non diffuse in azienda;

   il 26 febbraio 2019, Tim spa, Unindustria e le organizzazioni sindacali SLC-CGIL, FISTel-CISL, UILCom-UIL, UGL Telecomunicazioni sottoscrivono un nuovo accordo che definisce gli aspetti operativi nell'applicazione dell'isopensione, di cui al precedente accordo del giugno 2018 e che tra le condizioni necessarie per fruire dell'isopensione prevede la «....risoluzione consensuale in via transattiva del rapporto di lavoro intercorso con rinuncia a qualunque diritto, azione o pretesa, presente o futura, attivata o meno, traente origine dallo stesso o dalla sua risoluzione, che il dipendente sottoscriverà in sede sindacale ex art. 2113 cc.»;

   il verbale di conciliazione in sede sindacale che i dipendenti di Tim spa sono tenuti a firmare per accedere al trattamento di isopensione è ancora più esplicito: «con la sottoscrizione del seguente verbale il signor (lavoratore isopensionando) rinuncia, espressamente ed in via generale, ad ogni diritto derivante o dipendente anche in via mediata, dal rapporto di lavoro intercorso con Tim Spa e le sue collegate o, danti causa o precedenti Società del Gruppo Telecom Italia sue eventuali datrici di lavoro ovvero dalla sua cessazione, quantunque non esplicitato o fatto valere prima d'ora, ovvero che sia richiesto a titolo di risarcimento danni (anche biologico e da dequalificazione, nonché ex artt. 2043, 2087, 2103 e 2116, 2 comma, cc.), nonché ai diritti di natura economica tra cui, a titolo esemplificativo, ma non esaustivo, si indicano quelli aventi ad oggetto l'inquadramento, la qualifica, le mansioni svolte, il trattamento normativo e contrattuale, le retribuzioni ordinarie e straordinarie, le differenze retributive anche se connesse ad un diverso e superiore inquadramento, il trattamento di fine rapporto, le contribuzioni a forme previdenziali o assistenziali integrative e la determinazione della base retributiva per il computo di qualunque istituto» –:

   se siano a conoscenza di quanto descritto in premessa;

   se il Governo intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per approfondire la conformità alla legge dell'accordo che l'azienda Tim spa, Unindustria Roma e le organizzazioni sindacali SLC-CGIL, FISTel-CISL, UILCom-UIL, UGL Telecomunicazioni, unitamente al Coordinamento nazionale delle rappresentanze sindacali unitarie hanno sottoscritto, il quale impone ai lavoratori che abbiano diritto e che vogliano accedere alla misura di accompagnamento alla pensione ex articolo 4, commi da 1 a 7-ter, della legge n. 92 del 2012 (cosiddetta isopensione), di rinunciare senza alcuna contropartita «a qualunque diritto, azione o pretesa, presente o futura, attivata o meno» traente origine dal rapporto di lavoro o dalla sua risoluzione, pena l'esclusione dalla lista degli ammessi all'esodo anticipato, così subordinando l'accesso al trattamento pensionistico in questione a una condizione non prevista dalla citata legge n. 92 del 2012, né dal su menzionato accordo in data 12 giugno 2018 e che, comunque, risulta ad avviso dell'interpellante completamente avulsa e priva di coerenza giuridica rispetto a natura e finalità di tale trattamento;

   se e quali iniziative intendano assumere, per quanto di competenza, per garantire diritti anche costituzionalmente riconosciuti ai lavoratori, ad avviso dell'interpellante ingiustificatamente ed immotivatamente violati dall'accordo in data 26 febbraio 2019, sottoscritto non solo da un'azienda privata e da Unindustria, ma anche dalle stesse principali organizzazioni sindacali dei lavoratori alle quali compete istituzionalmente la tutela di quei diritti.
(2-00412) «Magi».

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interpellanza:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   in un articolo pubblicato sul sito web «www.noixvoi24.it» titolato «Nuovo incendio alla discarica in contrada Valle Cena a Cupello» si legge che: «L'allarme al 115 è stato lanciato da alcuni cittadini intorno alle 7 di questa mattina. I Vigili del Fuoco del distaccamento di Vasto sono a lavoro per spegnere il rogo che è sotto controllo. Le fiamme, di probabile origine dolosa, hanno interessato alcune balle di rifiuti presenti nella vasca sequestrata nei mesi scorsi dal NOE dei Carabinieri su disposizione della Procura della Repubblica di Vasto»;

   ulteriori informazioni in un post apparso sulla pagina del social media «Facebook» del «Comitato Difesa Comprensorio Vastese» in cui si legge: «INCENDIO ALLA# DISCARICA SEQUESTRATA, SEGNALE IN STILE MAFIOSO. A fuoco la discarica sequestrata del Civeta a Cupello. Segnale in stile mafioso, cosa accade all'Abruzzo? “Una discarica sequestrata, con rifiuti provenienti da Campania, sud del Lazio, Puglia che per l'ennesima volta va a fuoco, per giunta quando ora è sotto sequestro e ci sono indagini proprio per stabilire l'esatta qualità dei rifiuti. È l'ennesimo segnale inquietante, in perfetto stile mafioso, che incombe sul ciclo dei rifiuti in questa regione. Ovviamente le indagini dovranno chiarire i responsabili anche di questa azione ma la situazione appare di gravità inaudita se si incendia addirittura una discarica posta sotto sequestro dalla Procura di Vasto a marzo 2019, con decreto confermato dal Riesame. Ricordiamo che l'indagine, condotta dai carabinieri dei NOE, è partita da un esposto della Stazione Ornitologica Abruzzese del novembre 2017, fondato anche sull'origine e sulla qualità dei rifiuti sversati nella discarica”»;

   analogamente si legge: «Fortunatamente, probabilmente anche per le condizioni ambientali di questi giorni, l'incendio non si è esteso ma il segnale è gravissimo. Tra l'altro cosa accadrà da qui all'estate, quando ci saranno 40 gradi?...»;

   l'ipotesi dell'incendio di natura criminale si inscrive in un contesto ancora più ampio dei crimini che riguardano i rifiuti in regione. A tal riguardo sulla pagina web www.abruzzolive.tv del 24 luglio 2018 in un articolo titolato: «Atessa. “In Abruzzo più traffici di rifiuti e crimini ambientali”: così il Rapporto Ecomafia di Legambiente» si legge: «Nella regione verde d'Europa crescono i reati contro l'ambiente. Se in Italia sono aumentati del 16 per cento, in Abruzzo è stato registrato un incremento di oltre il 23 per cento rispetto alla media nazionale. "Ma il nostro Paese, nel 2017 si è caratterizzato per i tanti arresti effettuati per crimini ambientali e per il numero di inchieste sui traffici illeciti di rifiuti". È quanto emerge dal Rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente, presentato in municipio ad Atessa, città che negli ultimi mesi è stata al centro di battaglie ecologiste. Nel dossier di Legambiente spiccano, in assoluto, le 538 ordinanze di custodia cautelare emesse, nel nostro Paese per reati ambientali (139,5 per cento in più rispetto al 2016). "Risultato importante sul fronte repressivo – dice Enrico Fontana, della segreteria nazionale di Legambiente e direttore de "La nuova ecologia" – frutto sia di una più ampia applicazione della legge 68, come emerge dai dati del ministero di Giustizia (158 arresti per inquinamento, disastro e omessa bonifica, con 614 procedimenti penali avviati, contro i 265 dell'anno precedente), sia di un vero e proprio balzo in avanti dell'attività delle forze dell'ordine contro i trafficanti di rifiuti: 76 inchieste per traffico organizzato (erano 32 nel 2016) con 177 arresti, 992 denunce e 4,4 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrati (otto volte di più rispetto alle 556 mila tonnellate del 2016), pari ad una colonna di tir che va da Trapani a Berlino. Il settore dei rifiuti, quello dei grandi affari, è quello dove si concentra la percentuale più alta di illeciti, che sfiorano il 24 per cento»;

   ed ancora: «Il Rapporto racconta un Abruzzo, piazzato più o meno a metà classifica nella comparazione tra regioni, in cui, nel 2017, sono stati scovati 823 reati ambientali, con 782 denunce e 217 sequestri. Le infrazioni accertate nella gestione del ciclo dei rifiuti sono state 249, con 279 denunce e 112 sequestri. In quest'ambito Chieti, al diciassettesimo posto, è la provincia abruzzese dove sono state stanate il maggior numero di illegalità» –:

   se i Ministri interpellati siano a conoscenza della grave situazione esposta in premessa e non intendano adottare ogni utile iniziativa, per quanto di competenza, per fare chiarezza su tutti gli episodi incendiari che hanno coinvolto il sito in questione e sul ciclo dei rifiuti nel territorio in questione;

   quali ulteriori conseguenze potranno esserci per la salute umana a seguito dell'ennesimo episodio incendiario e se risulti la registrazione di indici alterati della qualità dell'aria nell'intero comprensorio del sito della discarica nonché dei territori adiacenti.
(2-00413) «Grippa».

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   RIBOLLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   i cittadini possono essere esentati dal pagamento del ticket solo in alcuni casi: in particolari situazioni di reddito associate all'età o alla condizione sociale, in presenza di determinate patologie, croniche o rare, in caso di riconoscimento dello stato di invalidità, in altri casi particolari (quali gravidanza, diagnosi precoce di alcuni tumori, accertamento dell'Hiv). Ognuna di queste esenzioni è riconducibile a un determinato codice;

   nello specifico, le esenzioni per reddito con codice E01, E03, E04 e l'esenzione regionale E05 sono certificate dal Ministero dell'economia e delle finanze, e hanno validità di un anno, calcolato dal 1° aprile al 31 marzo successivo. Tali esenzioni vengono rinnovate automaticamente ogni anno a patto che permangano le condizioni di diritto;

   nel caso in cui un cittadino ritenga di avere diritto a una esenzione per reddito che non gli è stata automaticamente certificata dal Ministero dell'economia e delle finanze può ottenerla tramite un'autocertificazione. Allo stesso modo, può chiedere la revoca dell'esenzione nel caso in cui ritenga di non avere i requisiti necessari per godere di tale beneficio;

   in entrambi casi, la richiesta di esenzione e la relativa revoca sono valevoli per un solo anno;

   all'interrogante è stato segnalato che da qualche mese sono comparse in automatico, nelle ricette mediche, alcune esenzioni errate, riguardanti in modo specifico il codice E01, il quale prevede l'esenzione dal pagamento del ticket per tutti quei cittadini con meno di 6 anni o più di 65 anni appartenenti a un nucleo familiare con reddito complessivo lordo non superiore a 36.151.98 euro;

   tale esenzione sembrerebbe quindi essere stata erroneamente assegnata a persone non aventi diritto, perché in possesso di un reddito familiare superiore alla soglia, il che li esporrebbe a sanzioni per l'errata indicazione del codice, qualora questi non dovessero accorgersi dell'errore e chiedere la revoca dell'esenzione –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, se essi corrispondano al vero e, in quest'ultimo caso, quali iniziative di competenza intenda porre in essere.
(4-03052)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   FIDANZA e ROTELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 93 del codice della strada, così come integrato dal decreto-legge n. 113 del 2018, vieta, al comma 1-bis, che chi ha stabilito la propria residenza in Italia da più di 60 giorni circoli con un veicolo immatricolato all'estero. Ciò, facendo salve le eccezioni di cui al comma successivo e con una sanzione amministrativa, in caso di inosservanza, che prevede il pagamento di una somma che può variare da 712,00 a 2.848,00 euro e nel caso in cui, poi, a seguito dell'accertamento della violazione, l'intestatario del veicolo non si attivi per richiedere l'immatricolazione in Italia nel termine di 180 giorni, si applica la sanzione accessoria della confisca amministrativa, di cui all'articolo 213 del codice della strada;

   le nuove norme hanno lo scopo di sanzionare quegli individui che, pur vivendo e lavorando in Italia, utilizzano veicoli con targa straniera al fine di eludere il pagamento delle relative imposte, incontrando spesso agevolazioni sui premi assicurativi, e riuscendo talvolta ad evitare la notifica di contestazioni non contestuali all'infrazione;

   esistono però delle categorie lavorative, i cosiddetti «frontalieri», che risiedono nelle provincie di confine, che lavorano nei Paesi vicini, e che negli anni hanno immatricolato le loro autovetture nei Paesi esteri;

   questa norma sta creando numerosi disagi a questi cittadini italiani che si troverebbero costretti a scegliere tra due soluzione offerte dal citato decreto-legge: il trasferimento della residenza all'estero, con conseguente iscrizione all'A.i.r.e. (Anagrafe degli italiani residenti all'estero), oppure l'immatricolazione della propria autovettura in Italia, tenendo conto che nel frattempo si troverebbero costretti al pagamento delle sanzioni previste dal decreto-legge a tenere fermo il veicolo fino a immatricolazione con targa italiana, da effettuare entro 6 mesi –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro interrogato a garanzia della risoluzione delle problematiche sopraindicate a tutela dei cittadini italiani che lavorano nei Paesi confinanti.
(5-02255)


   PAITA e CARNEVALI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   ha suscitato molto scalpore la notizia riportata anche dagli organi di stampa della drastica riduzione, in particolare nella provincia di Bergamo, del numero degli esami per la patente di guida a causa della mancanza di personale della motorizzazione civile;

   tra pensionamenti causa «quota 100», personale trasferito e ritardi nello svolgimento del concorso si è giunti ad un punto di crisi mai verificatosi e che coinvolge ormai tutto il territorio nazionale;

   persino le autoscuole sono costrette a segnalare questa criticità all'atto di iscrizione;

   con la legge di stabilità per l'anno 2018, l'allora Governo Gentiloni aveva previsto l'assunzione di ben 200 unità per la motorizzazione civile;

   nell'agosto del 2018 in risposta ad un atto di sindacato ispettivo era stato rassicurato che la motorizzazione civile di Bergamo sarebbe stata potenziata e la pianta organica implementata in considerazione delle criticità che si erano venute a registrare;

   ad oggi quanto annunciato dal Governo non si è verificato e i disservizi si sono ulteriormente aggravati e a ben poco serve la comunicazione del Ministro circa l'invio di ispettori, in quanto i problemi sono ben noti anche a causa delle mancate risposte del Governo;

   quella di Bergamo non è l'unica situazione di difficoltà, anzi, come denunciano le organizzazioni sindacali, gli uffici della motorizzazione civile, su tutto il territorio nazionale, evidenziano carenze e disfunzioni, nonostante l'impegno del personale in servizio;

   queste difficoltà comportano tra l'altro, un aumento dei costi per l'utenza, come ad esempio a causa della scadenza del foglio rosa per chi è in attesa di essere esaminato per la patente, ma anche per altri importanti servizi in capo ai suddetti uffici territoriali;

   si conferma, ad avviso degli interroganti, la completa inattendibilità degli annunci del Governo –:

   quali iniziative intenda assumere, al di là del mero invio di ispettori, è in quali tempi effettivi per superare le criticità riportate che riguardano la sede della motorizzazione civile di Bergamo, nonché per assicurare il completamento delle procedure concorsuali per l'immissione in ruolo di nuovo personale indispensabile per il funzionamento degli uffici su tutto il territorio nazionale, considerate le difficoltà presenti e che si ripercuotono su operatori e cittadini.
(5-02256)


   BERGAMINI, SOZZANI, CARRARA, MULÈ e ROSSO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il Ponte sul Torrente Pescia, sulla strada provinciale 11 Francesca Vecchia, nella città di Pescia, è stato chiuso al traffico su decisione della provincia di Pistoia poiché, secondo i rilievi della stessa riportati nella relazione tecnica del 16 maggio 2019, a cura della Arcus servizi di progettazione integrata di Pistoia, sarebbe interessato da una frattura passante su due pilastri che ne comprometterebbe la stabilità;

   la chiusura, decisa a partire da martedì 4 giugno 2019, ha arrecato disagi alla circolazione e in generale alla mobilità dei residenti e delle imprese del territorio, con relativi aggravi in termini economici e ambientali, in considerazione del dirottamento del traffico e della concomitanza di vari cantieri aperti;

   ciononostante, la provincia comunicava la chiusura al comune di Pescia soltanto il 3 giugno 2019, appena un giorno prima, in una riunione appositamente convocata nel capoluogo, in cui i tecnici provinciali hanno brevemente illustrato le problematiche della infrastruttura;

   il sindaco di Pescia, Oreste Giurlani, ha dichiarato che per la città la chiusura «è inaccettabile perché il ponte degli Alberghi è uno snodo determinante della viabilità della Valdinievole e chiuderlo creerà problemi a tutto il sistema della mobilità, a partire, ovviamente, da quella pesciatina»;

   la provincia ha comunicato che sarebbe stato commissionato uno studio di fattibilità, ma si dovranno attendere almeno due settimane per avere «ragguagli più precisi su come procedere, sui costi e anche sulle tempistiche»;

   nel frattempo altre vie urbane subiscono l'aumento consistente di traffico e congestionamento, in particolare sul ponte Europa che essendo in pieno centro è impraticabile al traffico dei mezzi pesanti, normalmente transitanti sul Ponte degli Alberghi;

   dalle prime stime il costo per il consolidamento indicato nella relazione tecnica sarebbe di circa 400 mila euro per i quali la provincia avrebbe già comunicato di non avere risorse disponibili; il sindaco ha pertanto lanciato l'allarme sull'imminente rischio di chiusura delle attività economiche;

   la regione Toscana ha comunicato attraverso l'assessore Ceccarelli che «è bene chiarire che la competenza è della Provincia di Pistoia [...] si devono chiamare in causa i livelli di governo che hanno la effettiva competenza e il potere di fare le scelte, in questo caso la Provincia, alla quale dovrebbero essere garantite le risorse necessarie per essere operativa»;

   il Governo ha di recente avviato un monitoraggio dello stato di conservazione e manutenzione delle infrastrutture stradali, con l'acquisizione di elementi e segnalazioni da parte degli enti territoriali, anche ai fini del finanziamento dei necessari interventi per la messa in sicurezza –:

   se e quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intenda assumere per permettere una più veloce e concreta soluzione per il ripristino della viabilità provvedendo, anche all'eventuale stanziamento di risorse necessarie e supportando le istituzioni locali nella fase di analisi e progettuale.
(5-02257)


   CARINELLI, SCAGLIUSI, BARBUTO, BARZOTTI, LUCIANO CANTONE, DE GIROLAMO, DE LORENZIS, FICARA, GRIPPA, LIUZZI, MARINO, RAFFA, PAOLO NICOLÒ ROMANO, SERRITELLA, SPESSOTTO e TERMINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 4 giugno 2019 il Ministro interrogato ha firmato il decreto ministeriale sulla cosiddetta micromobilità elettrica che attua la norma della legge di bilancio 2019 e specifica nel dettaglio sia le caratteristiche dei mezzi che le aree e strade oggetto della sperimentazione;

   il decreto stabilisce che monopattini elettrici, hoverboard, segway e monowheel potranno circolare in ambito urbano, previa delibera comunale, su aree pedonali, percorsi pedonali e ciclabili, piste ciclabili in sede propria e su corsia riservata, zone a 30 chilometri orari e strade con limite di velocità di 30 chilometri orari;

   per quanto concerne in particolare i monowheel e gli hoverboard sono ammessi solo nelle aree pedonali e a velocità inferiori a 6 chilometri orari. Nelle aree pedonali potranno circolare anche i segway ed i monopattini ma sempre entro i 6 chilometri orari. Segway e monopattini saranno ammessi anche su percorsi pedonali e ciclabili, piste ciclabili in sede propria e zone 30 e strade con limite di velocità di 30 chilometri orari, a velocità non superiore a 20 chilometri orari;

   tutti i mezzi dovranno essere dotati di regolatore di velocità configurabile in funzione dei limiti di velocità previsti;

   sono inoltre specificate le caratteristiche tecniche che i veicoli devono possedere per essere ammessi alta sperimentazione;

   i comuni che intendono avviare la sperimentazione devono prevedere una «campagna di informazione della sperimentazione in atto nel proprio territorio in corrispondenza di infrastrutture di trasporto, ricadenti nel proprio centro abitato, destinate allo scambio modale quali porti, aeroporti, stazioni ferroviarie, autostazioni»;

   in corrispondenza dell'inizio del centro abitato, i comuni che avviano la sperimentazione installeranno il segnale sperimentale che indica le zone in cui possono circolare i mezzi oggetto della sperimentazione;

   i comuni che istituiscono o affidano servizi di noleggio dei dispositivi in condivisione devono provvedere a definire aree per la sosta dei dispositivi, in particolare nei punti di scambio più elevato, per garantire una fruizione più funzionale dei dispositivi ed evitare l'intralcio di marciapiedi e aree pedonali con dispositivi abbandonati in posizioni non consentite e non sicure per i pedoni;

   gli stessi comuni dovranno prevedere, nella istituzione o nell'affidamento del servizio di noleggio, l'obbligo di coperture assicurative per l'espletamento del servizio stesso –:

   se non intenda fornire chiarimenti circa gli elementi di semplificazione in tema di segnaletica introdotti dal decreto di cui in premessa in relazione alle richieste degli enti locali.
(5-02258)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BERGAMINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Rete ferroviaria italiana (Rfi), società del gruppo Ferrovie dello Stato italiane, gestisce l'infrastruttura ferroviaria nazionale alle condizioni stabilite dalla specifica normativa di settore, sia nazionale che comunitaria, e dai contratti di programma con lo Stato, in virtù dell'atto di concessione sottoscritto;

   come segnalato dallo stesso sindaco del comune di Aulla, Roberto Valettini, con lettera in data 3 giugno 2019, risulta all'interrogante che la società Rsi starebbe procedendo alla chiusura della biglietteria della stazione ferroviaria di Aulla, in provincia di Massa-Carrara;

   nella missiva indirizzata a Trenitalia, a RFI-Firenze il sindaco rappresentava le proprie preoccupazioni e perplessità nonché quelle del territorio e dell'utenza, inviando la stessa per opportuna conoscenza al presidente della regione Toscana, nonché alla stessa interrogante;

   la stazione di Aulla è oggi il termine corsa della linea Lucca-Aulla e gode del maggior traffico della tratta La Spezia-Parma;

   come è facile comprendere, le stazioni ferroviarie lungo la richiamata tratta e l'intero servizio ferroviario offerto sulla medesima registrano una utenza composita che vede molti turisti, oltre a pendolari, studenti e lavoratori, nonché residenti dei vari territori interessati, che vi ricorre per raggiungere i luoghi attrazione turistico-culturale della valle del Serchio e della Garfagnana;

   la chiusura, pertanto, di tale stazione avrebbe sicuramente gravi ricadute in termini di flussi turistici e quindi in termini economici, vieppiù se a ridosso della ormai imminente stagione estiva. Ulteriore disagio, come richiama il sindaco Valettini nella sua lettera, sarebbe poi in danno dell'utenza più anziana, non avvezza a sistemi di erogazione automatica di biglietti –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della chiusura della biglietteria della stazione ferroviaria di Aulla e quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, intenda tempestivamente assumere per evitare che Ferrovie dello Stato italiane dia seguito a tale decisione.
(5-02259)

INTERNO

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   il 21 maggio 2019 l'ufficio elettorale nazionale presso la Corte di cassazione ha diramato il comunicato stampa «Elezioni europee: numero dei componenti del Parlamento europeo spettanti all'Italia. Conseguenze della Brexit», con il quale ha reso noti i criteri sulla cui base individuerà i candidati alle elezioni europee del 26 maggio 2019 che, in caso di Brexit, «si insedieranno in un secondo momento» sui tre seggi supplementari spettanti all'Italia, ai sensi della decisione (UE) 2018/937 del Consiglio europeo del 28 giugno 2018, tra quelli che rimarranno vacanti dopo il recesso del Regno Unito;

   secondo il metodo individuato dall'ufficio elettorale nazionale si procede alla individuazione delle tre liste che a livello nazionale hanno ottenuto seggi con i minori resti utilizzati o, in mancanza, con i minori resti non utilizzati, e poi alla sottrazione ad ognuna di dette tre liste di un seggio, individuato nell'ambito delle tre circoscrizioni cui è stato assegnato un seggio supplementare per effetto dell'aumento dei parlamentari da settantatré a settantasei. A tal fine, qualora le tre liste abbiano ottenuto seggi in ognuna delle tre circoscrizioni così individuate, si sottrae un seggio per circoscrizione cominciando da quella in cui lo stesso è stato ottenuto, da una qualsiasi delle tre liste, con il decimale più basso o, in mancanza, con la minore parte decimale del quoziente di attribuzione non utilizzato. Ove una o più liste non abbiano ottenuto seggi in tutte e tre le circoscrizioni, si comincia dalla lista o dalle liste che ne hanno avuti in una sola o in due delle tre circoscrizioni interessate dall'aumento dei seggi. Nel caso in cui a seguito dell'applicazione dei criteri di cui sopra, rimangano ancora dei seggi da individuare, essi sono ricercati nelle circoscrizioni in cui le liste interessate abbiano comunque ottenuto seggi;

   la Corte costituzionale ha qualificato l'Ufficio elettorale nazionale come organo amministrativo, ancorché composto interamente da magistrati della Corte di cassazione (sentenza n. 259 del 2009);

   la definizione dei criteri per l'attribuzione dei menzionati seggi mediante il predetto «comunicato stampa» ha sollevato non poche critiche da parte di autorevoli costituzionalisti, i quali hanno rilevato che in materia elettorale non soltanto la Costituzione pone una riserva di legge ma addirittura una cosiddetta «riserva di assemblea», in quanto l'articolo 72, comma 4, preclude che le leggi in tale materia siano approvate direttamente dalle commissioni parlamentari;

   anche sul piano del merito la correttezza dei criteri individuati dall'ufficio elettorale nazionale suscita non poche perplessità perché alla data di svolgimento delle elezioni per il Parlamento europeo i seggi spettanti all'Italia sono settantatré in quanto l'articolo 3, paragrafo 2, della citata decisione (UE) 2018/937 del Consiglio europeo del 28 giugno 2018 specifica che il numero dei rappresentanti al Parlamento europeo di ciascuno Stato membro indicato al precedente paragrafo 1 (per l'Italia il numero è settantasei) è provvisorio in quanto sarà operante soltanto una volta che il recesso del Regno Unito dall'Unione europea «sarà diventato giuridicamente efficace»;

   ad avviso dell'interpellante, pertanto, pare essere corretto affermare che fino a quando non sarà «giuridicamente efficace» il recesso del Regno Unito dall'Unione europea, il numero dei rappresentanti italiani sia pari a settantatré e che tale numero deve quindi essere utilizzato per la ripartizione e l'assegnazione dei seggi;

   la ripartizione e l'assegnazione dei seggi a settantatré, piuttosto che a settantasei, non è indifferente ai fini della proclamazione degli eletti, giacché secondo il sistema adottato dal Ministero dell'interno, si determinano significativi spostamenti dei seggi attribuiti con i resti, tanto nelle diverse circoscrizioni elettorali, quanto alle liste di partito;

   alla luce di tutto quanto premesso, sia la correttezza dei predetti criteri indicati nel comunicato stampa dell'ufficio elettorale nazionale, sia la forma adottata per la loro individuazione, sia il rispetto della volontà popolare e con essa il principio di territorialità, paiono all'interpellante foriere di contenziosi di problematica soluzione –:

   di quali elementi disponga il Governo in ordine alla questione illustrata in premessa e se e quali iniziative di competenza, anche normative, intenda assumere al riguardo.
(2-00415) «Rotondi».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FRAGOMELI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a Lecco, nel 2008, vengono assegnati i lavori di adeguamento dello stabile – ex poliambulatori dell'azienda sanitaria locale – allo scopo di farne la nuova sede della prefettura nonché la residenza ufficiale del prefetto di Lecco;

   tale struttura era stata individuata dal Ministero dell'interno che aveva quindi provveduto a sottoscrivere un contratto di comodato d'uso gratuito, della durata di trenta anni, con l'azienda ospedaliera di Lecco, proprietaria dell'immobile;

   scopo di questa operazione è quella di trovare una soluzione economicamente più vantaggiosa rispetto a quanto pagato, da parte dello Stato, al proprietario dei locali della attuale sede della prefettura e quantificabile in circa 350 mila euro annui di affitto, ai quali vanno aggiunti i circa 100 mila euro per la villa utilizzata, sin dal 1994, quale residenza ufficiale del prefetto;

   il cantiere viene aperto nel 2010, con previsione di consegna dei lavori per l'anno 2012; in seguito a varie vicissitudini, la fine lavori viene successivamente posticipata al novembre 2015, con piena operatività delle strutture prevista per i primi mesi del 2016;

   nel mese di aprile 2015, i lavori vengono bruscamente interrotti; successivamente, il provveditorato alle opere pubbliche a causa del fallimento della società appaltatrice rescinde il contratto; da allora il cantiere si trova in stato di abbandono;

   l'edificio oggetto dei lavori occupa una superficie pari a 3.700 metri quadrati di superficie, con settanta stanze distribuite su quattro piani fuori terra e su uno seminterrato; lo stato dei lavori interni può dirsi quasi concluso: i pavimenti sono piastrellati, i sanitari montati, le pareti tinteggiate, le utenze allacciate; allo stato attuale mancherebbero il completamento dell'impianto elettrico e del circuito di video sorveglianza e il montaggio degli infissi;

   dato lo stato di totale abbandono in cui versa il cantiere, le recinzioni esterne sono state divelte; un recente sopralluogo ha evidenziato, inoltre, come la porta di ingresso sia stata forzata ed estranei si siano quindi introdotti liberamente all'interno dello stabile; la mancanza di infissi, unita alla presenza del ponteggio esterno, rappresenta, infine, un serio pericolo per chi, una volta nell'edificio, dovesse sporgersi dalle finestre o decidere di accedere al ponteggio esterno;

   data la mancanza di infissi e il completo disfacimento dei teli plastici protettivi provvisori, la pioggia e gli altri agenti atmosferici irrompono liberamente all'interno dei locali, causando il degrado e l'ammaloramento di tutta la struttura;

   l'interrogante nel giugno 2015, in occasione di un sopralluogo al cantiere, aveva incontrato i funzionari del provveditorato interregionale per le opere pubbliche, settore Lombardia e Liguria insieme al R.u.p., Responsabile unico del procedimento e richiesto le tempistiche di ultimazione dei lavori, senza ricevere nei mesi a seguire alcun riscontro concreto;

   l'interrogante tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019, aveva nuovamente richiesto l’iter per il completamento dei lavori interni – sui quali pendevano dei ricorsi presso la giustizia amministrativa senza però la concessione di nessuna sospensiva – e di quelli esterni riguardanti il collegamento alla rete dei sottoservizi, senza ricevere una puntuale risposta;

   negli ultimi anni, i funzionari incaricati della Prefettura di Lecco hanno ripetutamente sollecitato tutti gli enti preposti affinché si arrivasse a una conclusione positiva della vicenda, senza mai però ricevere alcun tipo di risposta in tal senso –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di tale, inammissibile, situazione inerente a una struttura di sua diretta competenza – fondamentale per l'organizzazione della sicurezza sul territorio – e quali urgenti iniziative di competenza intenda porre in atto allo scopo di garantire la più rapida conclusione dei lavori.
(5-02254)

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si apprende che cinque naziskin con Daspo, fogli di via e diversi precedenti per episodi di violenza e aggressioni, quattro neofascisti legati a CasaPound, Forza Nuova e Avanguardia Nazionale e un soggetto interessato da un foglio di via da Brescia della durata di tre anni per rissa aggravata avrebbero manifestato l'intenzione di essere tra il pubblico che il giornalista Federico Gervasoni, più volte insultato e minacciato, anche di morte, per il suo lavoro di inchiesta sui gruppi neofascisti bresciani, si troverà di fronte lunedì 10 giugno 2019, nell'auditorium del Giornale di Brescia, alla presentazione del suo libro «Il cuore nero della città»;

   a parere dell'interrogante tale intenzione appare come una minaccia che non va assolutamente sottovalutata per la situazione di pericolo che potrebbe venire a crearsi all'incontro;

   Federico Gervasoni è un giovane giornalista, collaboratore del Giornale di Brescia e de La Stampa, autore di inchieste giornalistiche sul ritorno di organizzazioni neofasciste in Italia, sciolte già in passato, e dei fenomeni di aggregazione neonazista nella città lombarda e proprio per questo suo lavoro è stato minacciato più volte;

   nel 2017 sono stati accertati intimidazioni, minacce, ritorsioni e abusi nei confronti di 423 tra giornalisti, blogger, fotoreporter, video operatori; nei primi 3 mesi del 2019 sono stati minacciati 73 giornalisti italiani. In un Paese civile e democratico i giornalisti che fanno il proprio mestiere devono essere tutelati fino in fondo e non vi deve essere impunità per questi gruppetti di violenti che si sentono liberi di minacciarli;

   l'interrogante auspica che il prefetto e il questore di Brescia prendano tutte le misure preventive necessarie affinché Federico Gervasoni sia tutelato e la presentazione del suo libro si possa svolgere serenamente –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro interrogato per garantire maggior tutela e «agibilità» professionale e culturale al giornalista Federico Gervasoni e, più in generale, a tutti quei cronisti italiani che coraggiosamente da anni, denunciano il pesante clima di intimidazione, di provocazione e di riorganizzazione dei movimenti neofascisti per consentire loro di lavorare senza dover subire alcuna forma di pressione, minaccia, intimidazione o insulto;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere, anche attraverso precise indicazioni alle prefetture, per monitorare attentamente iniziative come quelle esposte in premessa;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere il Governo, a seguito dell'intenzione manifestata dai soggetti appartenenti ad organizzazioni neofasciste di partecipare, il prossimo 10 giugno 2019 a Brescia alla presentazione del libro «Il cuore nero della città» di Federico Gervasoni, considerato che all'interrogante la stessa loro presenza appare di fatto tale da determinare un effetto intimidatorio da parte di movimenti neofascisti, essendo solo, questo, l'ultimo di una lunga serie di episodi;

   se intenda verificare che il prefetto e il questore di Brescia, alla luce di quanto esposto in premessa, intendano mettere in atto tutte le iniziative di competenza necessarie affinché Federico Gervasoni sia tutelato e la presentazione del suo libro si possa svolgere serenamente.
(4-03050)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   NITTI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   la Iaml-Italia, ramo nazionale della International association of music libraries, archives and documentation centers, denuncia da anni il fenomeno, ormai ricorrente, presso le biblioteche di alcuni conservatori italiani, della conversione delle cattedre uniche di bibliotecario in altre cattedre o in posizioni di assistente amministrativo o personale non docente;

   la Iaml-Italia, in una lettera indirizzata il 14 maggio 2019 al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e alla direzione per la programmazione, il coordinamento e il finanziamento delle istituzioni della formazione superiore del Ministero, sottolinea come la responsabilità della tutela del grande patrimonio di beni musicali cartacei, sonori, iconografici e archivistici, custodito in Italia principalmente nei conservatori, non possa essere demandata esclusivamente ai singoli istituti, poiché la memoria materiale della tradizione musicale del nostro Paese rappresenta un bene pubblico e un interesse nazionale che deve essere tutelato e garantito dallo Stato;

   nell'ultimo mese ben tre conservatori hanno approvato delibere in cui si propone la trasformazione del posto di bibliotecario nella figura tecnico-amministrativa del direttore di biblioteca, come avvenuto a Firenze in data 22 maggio 2019, oppure nella figura dell'assistente di biblioteca, come avvenuto a Sassari in data 18 maggio 2019 e a Rovigo in data 27 maggio 2019;

   in tali delibere si è richiesto che il posto di docente per il settore artistico-disciplinare CODM/01 – bibliografia e biblioteconomia musicale – fosse convertito in un posto di direttore di biblioteca o di collaboratore dell'area terza prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro destinato alla biblioteca;

   oltre alle ultime tre proposte di conversione, si segnala come negli anni passati tale procedura sia già stata seguita anche dai conservatori di Lecce, La Spezia, Benevento;

   nel regolamento di funzionamento della biblioteca del conservatorio Luigi Cherubini di Firenze emanato il 29 maggio 2019, è prevista all'articolo 6 la creazione della figura di direttore di biblioteca (EP1), inteso come «bibliotecario di adeguato profilo ed elevata professionalità», senza che tale profilo risulti esistente nelle declaratorie;

   il 31 maggio 2019 la Iaml-Italia, la Fondazione istituto italiano per la storia della musica (Iism), l'Associazione «Il Saggiatore musicale», la Società italiana di musicologia (SidM) e l'istituto di bibliografia musicale (Ibimus) hanno indirizzato una lettera congiunta al Ministero denunciando la chiusura della cattedra di bibliografia, biblioteconomia del conservatorio Luigi Cherubini e ritenendo tale decisione «lesiva dell'integrità del patrimoni musicale di questo Istituto»;

   l'abuso delle trasformazioni in atto lede, a detta dell'associazione Iaml-Italia, i diritti dei docenti e degli studenti, creando un vuoto di competenze e saperi che sarebbero di esclusiva pertinenza della figura del bibliotecario;

   all'articolo 147 del decreto luogotenenziale 5 maggio 1918, n. 1852, recante il «Regolamento generale sugli istituti di belle arti, di musica e d'arte drammatica» (unico riferimento normativo, tuttora vigente, inerente nello specifico le biblioteche di dette istituzioni), si afferma che «la biblioteca, sotto l'alta sorveglianza del direttore dell'istituto, è affidata alle cure del professore di storia dell'arte che ha le funzioni di bibliotecario e che è il consegnatario responsabile di tutto il materiale ivi raccolto»;

   il bibliotecario non può in alcun modo essere sostituito da tecnici-amministrativi, ma deve essere uno studioso in ambito storico musicologico con competenze di archivistica, musicologia, paleografia, poiché risulta essere un riferimento fondamentale per gli studenti e docenti di un conservatorio per quegli ambiti specifici –:

   se intenda adottare iniziative per vigilare sugli organici delle biblioteche dei conservatori, favorendone la crescita sia in termini qualitativi che quantitativi e non consentendo ulteriori conversioni di cattedre CODM01.
(5-02253)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   sabato 11 maggio 2019, sulla homepage del sito web del liceo classico Virgilio di Roma veniva pubblicata la seguente comunicazione ufficiale rivolta a tutti gli studenti «Mercoledì 15 maggio dalle 15 alle 17 si svolgerà una visita con conferenza a cura del Presidente del Collegio dei Venerabili Maestri del Lazio presso la sede delle Logge romane del Grande Oriente d'Italia, con l'apertura straordinaria per gli alunni del nostro liceo del Tempio Massonico... gli alunni interessati comunichino la loro adesione alla partecipazione». Il programma prevedeva il saluto del dirigente scolastico e le conclusioni del Gran Maestro della Massoneria;

   da parte dei rappresentati dei genitori delle varie classi della scuola è stata subito manifestata sorpresa e disapprovazione per tale iniziativa, ritenendola inopportuna, essendo stata presentata non come un approfondimento storico-critico del fenomeno della massoneria nel nostro Paese, bensì come una semplice presentazione unilaterale presso la sede della massoneria e conclusa dai rappresentanti dello stesso Grande Oriente d'Italia;

   i rappresentanti dei genitori in consiglio di istituto hanno fatto peraltro presente che nessuna informazione era stata data in previsione di tale appuntamento, chiedendone quindi l'annullamento;

   successivamente alle richieste di chiarimento e alle proteste, l'iniziativa è stata confermata dal dirigente scolastico con la giustificazione dell'autonomia didattica dei docenti, e però limitata ad una sola classe del liceo;

   il 15 maggio 2019 si è quindi tenuta la visita, come si evince dal resoconto giornalistico sul web di «Open», conclusasi peraltro con la consegna di una targa ricordo della scuola donata dal dirigente scolastico;

   a parere dell'interrogante è giusto che nessuno vieti ad un docente o ad una scuola di approfondire o di conoscere in maniera più approfondita la massoneria e la sua storia, ma tutto questo può essere fatto all'interno della scuola, senza bisogno di recarsi presso la sede della massoneria. Così facendo sarebbe come se per studiare il fascismo fosse obbligatorio concludere l'approfondimento con un incontro con gli esponenti di una qualche organizzazione neofascista;

   tale iniziativa non ha precedenti in nessuna altra scuola di Roma o dell'intero Paese e a parere dell'interrogante si tratta di una scelta inopportuna e incomprensibile, anche alla luce delle recenti conclusioni a cui è arrivata la commissione parlamentare antimafia nella scorsa legislatura –:

   se il Ministro interrogato non intenda verificare, per quanto di competenza e anche tramite gli uffici scolastici provinciale e regionale, quali siano stati i motivi che hanno portato il liceo classico Virgilio di Roma ad organizzare tale evento e se tale evento, che originariamente doveva coinvolgere tutti gli studenti del liceo, sia stato portato all'attenzione o del collegio dei docenti o del consiglio di istituto;

   se non intenda acquisire tutti gli elementi utili a verificare chi abbia autorizzato la consegna di una targa ricordo della scuola all'organizzazione massonica del Grande Oriente d'Italia;

   quale sia l'orientamento del Governo su quanto accaduto e se esista un programma del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per promuovere iniziative per approfondire la realtà delle organizzazioni massoniche presenti in Italia;

   se non ritenga necessaria alla luce dei fatti esposti in premessa, verificare se gli uffici scolastici competenti abbiano attivato o intendano attivare un'ispezione presso il liceo classico Virgilio per comprendere cosa sia effettivamente accaduto e individuare le eventuali responsabilità, al fine anche di evitare che episodi di questo genere possano accadere di nuovo.
(4-03051)


   SACCANI JOTTI e APREA. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   ai sensi dell'articolo 7, comma 2, del decreto legislativo n. 204 del 1998 – Disposizioni per il coordinamento, la programmazione e la valutazione della politica nazionale relativa alla ricerca scientifica e tecnologica, – il Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca deve ogni anno trasmettere alle Camere lo schema di decreto di riparto delle risorse di cui al fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca finanziati dallo stesso Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca per l'espressione del parere;

   il decreto deve contenere anche le indicazioni per i due anni successivi; nelle more del perfezionamento di tali decreti e al fine di assicurare l'ordinata prosecuzione delle attività, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca autorizzato ad erogare acconti agli enti nonché dei contributi assegnati come competenza nel precedente anno;

   l'adozione del provvedimento di riparto, è atteso dagli enti che sulla base di esso definiscono gli obiettivi delle loro programmazione, oltre a determinare autonomamente anche la consistenza e la variazione dell'organico e la programmazione per il reclutamento sulla base e in conformità con le linee guida definite nel piano triennale di attività;

   l'esame dello schema di decreto di ripartizione relativo all'anno 2018 si è svolto con analogo ritardo nel mese di giugno 2018, ma in quella occasione la causa fu attribuita al passaggio di legislatura e alla lunga procedura di formazione del Governo;

   con riferimento al provvedimento relativo all'anno 2019 ormai si è giunti a metà anno e ancora lo schema di decreto di ripartizione del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca non è stato presentato così che anche quest'anno mancherà il tempo per un esame attento e approfondito, per entrare nel dettaglio e apportare eventuali correzioni –:

   se sia in fase di definizione e quando sarà presentato alle Camere per il parere lo schema di decreto di cui in premessa considerata la necessità per gli enti coinvolti di poter fare affidamento su tempi e risorse certe.
(4-03053)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   PIGNATONE, PARENTELA e CASA. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   il lavoro è un diritto e un dovere per ogni cittadino e riveste un ruolo fondamentale nella vita personale, familiare e sociale di ogni individuo;

   molti giovani sono spinti dal desiderio di porsi al servizio del Paese e uno dei modi è rappresentato dal pubblico impiego, al quale si accede mediante concorso;

   superare un concorso ed essere inseriti nella relativa graduatoria rappresentano un momento molto importante per ogni cittadino, ma, tra il momento della pubblicazione della graduatoria e l'inizio dell'attività lavorativa, spesso trascorrono mesi, se non anni;

   tali lungaggini riguardano soprattutto le graduatorie relative ai soggetti classificati come idonei, atti ad essere convocati a seguito del cosiddetto scorrimento della graduatoria;

   a tale situazione si aggiunge il fatto che, in alcuni casi, la comunicazione della data dell'inizio dell'attività lavorativa avviene con pochi giorni di preavviso, producendo dei cambiamenti nella vita del lavoratore e della sua famiglia nella quale, spesso, sono presenti anche figli minori;

   in ossequio ai princìpi costituzionali, la Repubblica, e per essa il datore di lavoro pubblico, è chiamata ad adottare delle procedure che mirino a tutelare il lavoratore e la sua famiglia –:

   se, in relazione a quanto espresso in premessa, il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare iniziative per individuare strumenti o procedure atti a rendere note le modalità e le tempistiche di assunzione al momento della pubblicazione definitiva delle graduatorie dei concorsi pubblici, nonché specifiche procedure per le graduatorie vigenti non ancora esaurite.
(4-03049)

Apposizione di firme ad una mozione e modifica dell'ordine dei firmatari.

  Mozione Spena e altri n. 1-00191, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 giugno 2019, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Ferraioli. Contestualmente, l'ordine delle firme si intende così modificato: «Spena, Gelmini, Marrocco, Versace, Calabria, Aprea, Bagnasco, Bartolozzi, Battilocchio, Bergamini, Biancofiore, Casciello, Cassinelli, Fatuzzo, Ferraioli, Fitzgerald Nissoli, Gagliardi, Giacometto, Labriola, Marin, Milanato, Mulè, Musella, Napoli, Novelli, Orsini, Palmieri, Pella, Pettarin, Pittalis, Rosso, Rotondi, Ruffino, Saccani Jotti, Sarro, Sandra Savino, Scoma, Sozzani, Tartaglione, Siracusano, Maria Tripodi».