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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 31 maggio 2019

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    le maratone (42,195 chilometri) e le mezze maratone (21,0975 chilometri) sono tra gli eventi sportivi agonistici, a vocazione popolare, più partecipati e diffusi al mondo;

    i numeri economici delle maratone mondiali, degli ultimi 15 anni, registrano dati di partecipazione in continua crescita con un contestuale beneficio economico per le città che le organizzano, collegato alla parte logistica e culturale, e legato non solo ai partecipanti ma anche agli accompagnatori;

    le cosiddette «6 Major Marathon», New York, Londra, Berlino, Chicago, Boston e Tokyo oggi registrano la partecipazione di circa 250.000 persone, la maggior parte da qualificarsi quali amatoriali, muovendo un giro di affari che si avvicina ai 2 miliardi di dollari;

    la TCS New York City Marathon, la corsa più partecipata al mondo, è ormai una voce nel bilancio della Città di New York City;

    secondo il Sole 24 Ore (articolo del 5 novembre 2018) la maratona di New York genera ormai un impatto economico di circa 415 milioni di dollari, un record di oltre 50.000 partecipanti provenienti da 130 paesi, e circa 258.000 ospiti collegati ai partecipanti che visitano la Grande Mela durante la settimana di maratona;

    la Boston Marathon, la più antica maratona del mondo, secondo la Greater Boston Convention & Visitors Bureau (Gbcvb) nel 2016 ha portato alla città di Boston una cifra vicina ai 200 milioni di dollari (e un giro di affari totale che ha sfiorato i 300 milioni di dollari), poco più di 30.000 partecipanti ufficiali alla maratona, tra cui più di 6.400 atleti provenienti da 98 paesi al di fuori degli Stati Uniti;

    in Giappone negli ultimi dieci anni i finisher sono aumentati di quasi 8 volte, passando dai 74.000 del 2006 ai 576.000 del 2015, superando così anche gli Stati Uniti e i numeri economici correlati dimostrano l'importanza di queste manifestazioni nello sviluppo economico-turistico del Paese;

    in Francia, dove si registrano i dati di maggior crescita a livello europeo, il mercato vale ad oggi un miliardo di euro. Il delegato generale della Fifas (Federazione francese delle industrie sport e tempo libero), Virgile Caillet, ha dichiarato al quotidiano francese Les Echos, che «il mercato francese correlato alle maratone registra ogni anno una crescita del 40 per cento. La corsa è un fenomeno che in Francia è esploso»;

    oggi, grazie ai runner, il mercato francese è uno dei più grandi in Europa, con un fatturato di 80 milioni di euro;

    in Italia, la Federazione italiana atletica leggera – Fidai (2 maggio 2019) comunica che al 31 dicembre 2018 ha registrato 220.724 tesserati, cifra record mai registrata nella storia della Federazione italiana di atletica leggera;

    una cifra che non comprende i 50.996 runner tesserati con runcard, per un totale di praticanti dell'atletica leggera in Italia che raggiunge i 271.720 mila;

    la maratona di Roma ha visto crescere i propri iscritti dai 9100 del 2005 ai 13.224 dell'edizione del 2018, con un soggiorno medio, per maratoneti e accompagnatori, di tre giorni;

    gli atleti italiani, partecipano alle grandi maratone internazionali in numero sempre crescente, senza avere norme limitative differenziate rispetto agli atleti locali;

    tra le grandi maratone del mondo, la più amata dagli italiani si conferma ancora una volta la New York City Marathon (4 novembre) con 2.762 nostri connazionali arrivati;

    per il secondo anno consecutivo, al secondo posto si piazza la maratona di Valencia (2 dicembre) con 1.559 italiani, seguita da Berlino (953, 16 settembre), Parigi (905, 8 aprile), Barcellona (634, 11 marzo) e Atene (517, 11 novembre);

    le presenze di italiani sono state rintracciate in 127 maratone nel mondo (fonte Ansa aprile 2018);

    va constatato che la maratona non è solo un semplice evento sportivo ma una fonte qualificata per il mercato locale, generando occupazione e indotto economico;

    in Italia sono state inserite nel calendario della Federazione italiana atletica leggera 37 maratone e 161 mezze maratone;

    i dati della Fidal indicano che il numero medio di partecipanti per le maratone, basandosi su dati riferiti ai risultati del 2018, è di 1.416,02 atleti (italiani e stranieri), mentre lo stesso numero medio è di 949,24 atleti (italiani e stranieri) per le mezze maratone;

    la partecipazione degli atleti stranieri a partire dal 2014 a seguito del decreto ministeriale del 24 aprile 2013 («decreto Balduzzi») e successivo articolo 42-bis del decreto-legge n. 69 del 21 giugno 2013 («decreto del Fare») convertito dalla legge n. 98 del 9 agosto 2013 e del decreto ministeriale dell'8 agosto 2014, non è aumentata, anzi si è andata con gli anni riducendosi, secondo quanto riportato dagli organizzatori;

    detta riduzione di partecipazione si riflette sulla capacità da parte degli organizzatori di attrarre sponsor qualificati internazionali, oltre alla ricaduta economica negativa sull'indotto (data dall'attività turistica) per i territori interessati, visto che gli stranieri, invece di venire e partecipare alle maratone in Italia, preferiscono andare a gareggiare altrove;

    questa limitazione è stata segnalata, con apposite lettere, dagli organizzatori delle principali maratone italiane;

    quella di Roma, capitale culturale del mondo, è solo la ventesima maratona, frenata sicuramente dal limite dei certificati medici;

    la tutela della salute degli individui è un bene primario presente in quasi tutte le legislazioni sanitarie nazionali;

    la certificazione per l'attività sportiva di particolare ed elevato impegno cardiovascolare, quali la maratona e la mezza maratona, è disciplinata dal decreto ministeriale del 24 aprile 2013;

    del 1° giugno 2016 per partecipare a manifestazioni organizzate sotto l'egida della Fidal occorre essere obbligatoriamente tesserati con la Fidal stessa, tramite una società affiliata oppure tramite la Runcard;

    dal 1° gennaio 2017 le gare di mezza maratona e maratona potranno essere inserite solo nel calendario nazionale;

    la partecipazione a manifestazioni agonistiche «no-stadia» di atleti italiani e stranieri non tesserati né con la Fidal né con federazioni straniere affiliate alla Iaaf, ma in possesso della «Runcard» o della «Mountain and trail runcard», è subordinata alla presentazione di un certificato medico di idoneità agonistica specifica per l'atletica leggera;

    le norme per l'attività sportiva agonistica fanno riferimento al decreto del Ministero della sanità 18 febbraio 1982 «Norme per la tutela sanitaria dell'attività sportiva agonistica»;

    la visita clinica e la valutazione globale degli accertamenti nonché l'atto certificatorio devono essere effettuati nelle sedi autorizzate esclusivamente e personalmente dallo specialista in medicina dello sport operante all'interno di strutture mediche autorizzate (ambulatori, centri, istituti, servizi pubblici o privati in possesso di precisi requisiti di organizzazione, strutture ed attrezzature in rapporto alla tipologia delle visite che s'intenda effettuare in base ai protocolli previsti dai decreto ministeriale 18 febbraio 1982 e 4 marzo 1993);

    la Fidal ha emanato una nota informativa per l'organizzazione delle manifestazioni «No-stadia» che impone agli atleti stranieri non tesserati residenti all'estero, che vogliono partecipare ad una maratona italiana, di presentare documentazione medica conforme alla normativa stessa, e quindi l'effettuazione dei seguenti esami: visita medica, esame completo delle urine, elettrocardiogramma a riposo e dopo sforzo, pirografia;

    questi esami, in molti Paesi, hanno un costo superiore anche di 5 volte rispetto al costo medio applicato in Italia (circa 80 euro). Inoltre, non essendo prevista la figura dello specialista in medicina dello sport, spesso si rende necessario effettuare gli esami in diverse strutture, e diventa difficile trovare il medico che si assume la responsabilità di firmare il certificato di idoneità alla pratica agonistica;

    la normativa sanitaria attuale dettata dal decreto ministeriale 18 febbraio 1982, dall'articolo 3 del decreto ministeriale del 24 aprile 2013 («decreto Balduzzi») e successivo articolo 42-bis del decreto-legge n. 69 del 21 giugno 2013 («decreto del Fare») convertito dalla legge n. 98 del 9 agosto 2013 e del decreto ministeriale dell'8 agosto 2014 risulta limitante per la partecipazione degli atleti stranieri, pur in possesso di certificazione medico-sportiva valida nel loro Paese di origine;

    tali limitazioni riducono di fatto la partecipazione degli atleti stranieri alle maratone italiane con danno economico per gli organizzatori e per il tessuto cittadino di riferimento,

impegna il Governo:

1) nel rispetto delle norme di tutela sanitaria presenti in Italia, ad adottare iniziative normative che consentano agli atleti stranieri di potersi iscrivere alle manifestazioni «no-stadia» che si svolgono sul territorio italiano (corsa e marcia su strada, corsa campestre, corsa in montagna, ultramaratona, trailrunning e nordicwalking) basandosi sulle rispettive leggi di tutela sanitaria specifiche relative al proprio Paese di residenza (quindi consentendo, per esempio, ai runner statunitensi di poter presentare in Italia un'autocertificazione così come previsto dalla normativa statunitense);

2) a far sì, per quanto di competenza, che le norme di tutela sanitaria che riguardano gli italiani per le maratone e mezze maratone sul territorio italiano continuino ad essere rispettate;

3) a considerare le maratone e le mezze maratone nell'ambito di un piano strategico di sviluppo economico, attivando, insieme al Coni, alla Fidal e a Sport e salute spa, un tavolo di lavoro specifico;

4) ad adottare iniziative per individuare forme di sinergia con attività culturali da implementare nelle città, anche di concerto con l'Anci, in occasione delle maratone e delle mezze maratone a vantaggio degli atleti e dei loro accompagnatori, sia italiani che stranieri.
(1-00190) «Lupi, Occhionero, Zanella, Gagliardi, Schullian».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   ANZALDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'agenzia Ansa del 13 maggio 2019, ore 9,45, riporta che «a Berlino il presidente del Consiglio di Stato italiano, Filippo Patroni Griffi, ha presentato al Board dell'Aca il programma della presidenza Italiana» e che «Tra il 2020 e il 2022 la presidenza italiana dell'Associazione dei Consigli di Stato e delle Corti supreme amministrative dell'Ue organizzerà sul tema convegni internazionali a Roma, Firenze e Napoli, oltre che in Francia, Spagna e Lettonia»;

   sempre secondo la suddetta agenzia Ansa, nell'occasione il presidente Padroni Griffi era accompagnato dai presidenti Giuseppe Severini e Luigi Carbone (circostanza riportata anche da articolo di Italia Oggi del 15 maggio 2019);

   il dottor Luigi Carbone, presidente di sezione del Consiglio di Stato, risulta attualmente svolgere l'incarico di capo di gabinetto del Ministro dell'economia e delle finanze, essendo stato a tanto autorizzato con delibera del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa dell'11 gennaio 2019, con contestuale collocamento in posizione di fuori ruolo, con un procedimento che ha attirato l'attenzione e le riserve della stampa;

   risulterebbe, per quanto consta all'interrogante, che anche in altre occasioni il dottor Luigi Carbone, in epoca successiva all'assunzione dell'incarico presso il Ministero dell'economia e delle finanze con collocamento fuori ruolo, avrebbe partecipato a trasferte all'estero unitamente al presidente e ad altri magistrati del Consiglio di Stato, per attività istituzionali a carattere internazionale dell'istituto di appartenenza;

   in base alla normativa vigente, il collocamento fuori ruolo è determinato dallo svolgimento di incarichi di carattere continuativo che non consentono il regolare esercizio delle funzioni di istituto (articolo 2 della legge 21 dicembre 1950, n. 1018), e pertanto determina la cessazione dell'ordinaria attività di istituto, ferma restando, in caso di collocamento fuori ruolo presso altra amministrazione statale, la permanenza del trattamento economico a carico dell'amministrazione di appartenenza (articolo 57 del decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3, richiamato dal successivo articolo 59) cui può aggiungersi un ulteriore retribuzione o indennità prevista per l'incarico conferito (articolo 53, commi 7 e 8, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165), peraltro oggi contenuta, per gli incarichi del tipo di quello qui in esame, nella misura del 25 per cento dell'ammontare complessivo del trattamento economico percepito presso l'amministrazione di provenienza (articolo 23-ter del decreto legislativo 6 dicembre 2011, n. 201, inserito dalla legge di conversione 22 dicembre 2011, n. 214);

   appare singolare che un magistrato, il quale in ragione del carattere continuativo dell'incarico istituzionale conferitogli presso un ufficio ministeriale è stato collocato in posizione di fuori ruolo con conseguente esonero dagli ordinari servizi di istituto, tuttavia continui a partecipare a questi ultimi limitatamente ad attività collaterali, ma estremamente rilevanti e prestigiose, quale è quella di accompagnare il presidente dell'istituto in occasione di incontri internazionali, in cui è evidentemente implicata la rappresentanza verso l'esterno dell'istituto medesimo –:

   se il collocamento in posizione di fuori ruolo del dottor Luigi Carbone, disposto contestualmente al conferimento dell'incarico di capo di gabinetto del Ministero dell'economia e delle finanze, sia compatibile con il perdurante svolgimento da parte dello stesso di attività oggettivamente condotte in qualità di magistrato del Consiglio di Stato e in rappresentanza di tale Istituto, quale è la partecipazione a incontri istituzionali in sede internazionale unitamente al presidente del Consiglio di Stato; se risulti perché e in base a quali criteri sia stato scelto per partecipare ai richiamati eventi e se tale partecipazione abbia avuto un costo a carico della giustizia amministrativa per la copertura delle relative spese.
(4-02995)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   Kameleddine Fekhar, algerino attivista per i diritti umani ed ex presidente della sezione di Ghardaia della Lega algerina per la difesa dei diritti umani (Laddh), è morto martedì 28 maggio 2019 all'ospedale Frantz Fanon di Blida, in seguito a uno sciopero della fame che aveva iniziato il giorno del suo arresto, il 31 marzo per protestare contro la sua incarcerazione;

   Fekhar era stato arrestato il 31 marzo con un altro attivista, Brahim Hadj Auf, inseguito di una videointervista in cui denunciava le pratiche «segregazioniste» contro Mozabites (riti di berberi ibadita, minoranza in Algeria) nella wilaya (prefettura) di Ghardaïa, 600 chilometri a sud di Algeri. Entrambi sono stati tenuti in custodia e processati con l'accusa di «minare la sicurezza dello Stato» e «incitare all'odio razziale»;

   Fekhar da sempre è stato attivo nella protezione delle minoranze, in particolare berbera, in Algeria e per questo suo impegno era già stato arrestato a più riprese, e addirittura sospeso dalla professione di medico per undici anni;

   per denunciare la propria ingiusta detenzione, il signor Fekhar, aveva iniziato uno sciopero della fame e il suo avvocato e sua moglie avevano più volte segnalato le gravi condizioni di detenzione e un rifiuto deliberato di fornirgli cure adeguate;

   la sua morte ha suscitato forti reazioni nei partiti, nelle associazioni per la protezione dei diritti umani, tra personalità e cittadini e il Ministero della giustizia algerino ha annunciato l'apertura di un'indagine approfondita dei suoi servizi specializzati «sulle condizioni e le circostanze della morte di Kamel Eddine Fekhar»;

   nei mesi scorsi, in Algeria, ci sono state proteste popolari di massa che chiedevano il ritiro di un’élite che ha governato l'Algeria dall'indipendenza dalla Francia del 1962 e la messa in stato di accusa di coloro che considerano corrotti. I manifestanti hanno ottenuto le dimissioni di Abdelaziz Bouteflika, presidente algerino in carica per quasi 20 anni e un rimpasto tra i vertici del Governo ordinato dallo stesso presidente, con il Ministro dell'interno Noureddine Bedoui e il fedelissimo Ramtane Lamamra nominati rispettivamente Primo ministro e Vicepremier. Il Presidente ad interim dell'Algeria, Abdelkader Bensalah, ha annunciato che il 4 luglio 2019 si terranno le elezioni presidenziali. L'annuncio di Abdelkader Bensalah è stato seguito da nuove proteste ad Algeri, organizzate per chiedere le dimissioni dello stesso Presidente ad interim, considerato troppo vicino a Bouteflika;

   molte associazioni per i diritti umani segnalano un clima di pesante attacco alla minoranza berbera dell'Algeria che a volte sfocerebbe in incarcerazioni arbitrarie e violenze contro gli oppositori democratici –:

   quali notizie abbia il Governo in merito alla vicenda della morte di Kameleddine Fekhar e, in più larga scala, riguardo ad atti di persecuzione delle popolazioni di lingua berbera in Algeria.
(4-02996)

DIFESA

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   ENRICO BORGHI, DE MENECH e LOSACCO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il sottosegretario per la difesa Angelo Tofalo, ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook, attaccando duramente la Ministra interrogata per il suo operato, parlando specificatamente di «scelte incomprensibili» prese dal suo dicastero, «quasi mai coordinate politicamente, che hanno solo rafforzato, a causa di errori grossolani, l'influenza di capi e capetti del passato. Il tutto, purtroppo, a discapito del Paese»;

   lo stesso Movimento 5 stelle ha giudicato «molto gravi» le dichiarazioni pubbliche diffuse dal sottosegretario Tofalo nei confronti del Ministro Trenta;

   inoltre il sottosegretario ha attaccato anche gli uffici del Ministero della difesa, affermando che «dopo un anno da sottosegretario gran parte delle informazioni che ricevo per svolgere il mio lavoro non vengono dagli uffici preposti a coordinare le figure di vertice ma da tutte le persone, e vi assicuro che sono tante, che mi hanno riconosciuto come un ragazzo dai valori ben saldi, una persona seria e appassionata che lavora per il bene del Paese. Così però è troppo faticoso»;

   desta preoccupazione che le persone di cui il sottosegretario si avvale per svolgere il suo ruolo istituzionale su temi fondamentali, anche di sicurezza nazionale, come quelli della difesa, non appartengano agli uffici preposti composti di uomini al servizio dello Stato, ma siano «fantomatiche» persone di cui non rivela l'identità, che lo aiuterebbero a «ricevere in tempo zero le informazioni utili a svolgere il mio incessante lavoro»;

   la preoccupazione è ancor più avvalorata dallo spiacevolissimo precedente del 2016, quando l'allora deputato Tofalo, membro del Copasir, era andato ad Istanbul per intervistare uno dei leader che si muovono sul complesso scacchiere libico, Khalifa Ghwell, ex Premier islamista del dissolto Governo di salvezza nazionale, oppositore dell'Esecutivo riconosciuto dall'Onu, per il tramite di Anna Maria Fontana, arrestata poi per traffico internazionale di armi –:

   se ci siano ancora, secondo la Ministra interrogata, le condizioni per cui il sottosegretario Tofalo possa continuare a ricoprire il suo incarico al dicastero della difesa dopo le accuse che ha rivolto all'operato della Ministra medesima e alla presunta mancanza di lealtà denunciata verso gli uffici e le persone del Ministero stesso.
(5-02205)


   UNGARO, GRIBAUDO, SCALFAROTTO, BRUNO BOSSIO, ROSSI, ROTTA, ZAN, PEZZOPANE, SENSI, LIBRANDI, LA MARCA, RIZZO NERVO e BRAGA. — Al Ministro della difesa, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   appare evidente che la zona Sar libica – Search and Rescue – non rispetta le caratteristiche per cui, sia nel diritto del mare sia nel codice della navigazione, è individuata come una zona in cui si svolgono operazioni di salvataggio condotte da personale addestrato a tale scopo e all'impiego di specifici mezzi navali, aerei o terrestri volti alla salvaguardia della vita umana in particolari situazioni di pericolo e ambienti ostili, quali montagna, forra o mare;

   il 23 maggio 2019, secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica, la Marina militare italiana, pur avendo ricevuto notizia di imminente pericolo per un'imbarcazione carica di migranti in irreversibile rischio di affondamento, non ha approntato alcuna misura di salvataggio, perché avrebbe constatato l'avvenuto recupero di migranti da parte di una motovedetta libica, in zona di competenza Sar libica;

   il pattugliatore comandante Bettica della Marina militare italiana – secondo quando si apprende – si trovava in una zona vicina al gommone, mentre il pattugliatore libico avrebbe raggiunto la zona di salvataggio nel primo pomeriggio. La scarsa celerità, ad avviso degli interroganti, ha comportato la morte per annegamento di una persona;

   l'Ong Sea-Watch, che per prima ha inviato l'allarme, ha ricevuto conferma di ricezione dello stesso con oltre 52 minuti di ritardo;

   Sea-Watch, invece, non fa mistero di ritenere che quei 52 minuti di «buio radio» dopo il segnale di mayday relay siano in realtà serviti alla nave Bettica per allontanarsi ed evitare di prendere a bordo i naufraghi, cosa che avrebbe potuto generare, ad avviso degli interroganti, l'ennesima frizione tra il Ministero dell'interno il Ministero della difesa –:

   se i Ministri interrogati intendano chiarire a chi spettasse nel caso di specie il comando delle operazioni di salvataggio in mare nell'operazione Mare Sicuro.
(5-02206)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:


   GERMANÀ, BARTOLOZZI, MINARDO, PRESTIGIACOMO, SCOMA e SIRACUSANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nell'ottobre 2018 un'associazione ambientalista di Agrigento, MAreAmico ha diffuso, inviandolo anche al Prefetto, un dossier documentale, fotografico e video, nel quale ha denunciato le precarie e pericolose condizioni di ammaloramento in cui versa il viadotto Maddalusa in località Caos, in territorio di Agrigento, lungo la strada statale 640;

   secondo tale documentazione «i pilastri che reggono le campate sono oramai privi di copri di ferro, presentano armature metalliche scoperte e fortemente ossidate. Le sezioni reagenti di tali elementi presentano una vistosa riduzione di dimensioni (...). Ad occhio nudo si vedono delle tavole di legno, del ferro arrugginito, del cemento decisamente sfaldato e della schiuma di poliuretano piazzata li per bloccare tutto...»;

   l'allarme lanciato da MareAmico ha indotto l'Anas a predisporre sistemi di carotaggio di cui non si conoscono i risultati. Nei giorni successivi alla denuncia l'Anas ha diramato un comunicato nel quale si afferma che «(...) anomalie riscontrate sono un degrado superficiale, che non pregiudica la stabilità del viadotto»; (...) la stabilità dell'opera è stata verificata da tecnici strutturisti e i lavori di consolidamento sono già inseriti nella programmazione di Anas per interventi di manutenzione straordinaria (...) a tal fine l'ultimazione della progettazione è prevista a metà dicembre 2018;

   tuttavia, non si ha ad oggi notizia della effettiva conclusione di tale progettazione né di una data di inizio dei lavori di manutenzione straordinaria;

   inoltre agli interroganti non sono chiari gli interventi eventualmente effettuati recentemente dalla ditta CMC di Ravenna, incaricata di scavare i tunnel della Agrigento-Caltanissetta, per risolvere le criticità del viadotto;

   la strada statale 640, attraversata da un traffico rilevantissimo e utilizzata ogni giorno da migliaia di cittadini, versa in condizioni precarie: limitazioni del traffico, code per i continui lavori, deviazioni per viadotti pericolanti, chiusure per il maltempo;

   peraltro, tale arteria non è ancora completata, anche per le crisi delle società costruttrici. Il 12 marzo 2019 il Presidente del Consiglio Conte e il Ministro interrogato hanno partecipato alla cerimonia di riapertura dei lavori nel tunnel per Agrigento, rimasti bloccati per 5 mesi. Il Governo, peraltro, prevede di completare la strada statale per il mese di giugno 2020 –:

   se non ritenga opportuno, nell'ambito delle proprie competenze, avviare una verifica per conoscere l'effettiva condizione del viadotto Maddalusa in località Caos (Agrigento), lungo la strada statale 640, e se non ritenga opportuno adottare iniziative affinché l'Anas proceda all'avvio immediato dei previsti lavori di risanamento e manutenzione straordinaria.
(3-00753)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GRIPPA, COLLETTI e TESTAMENTO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per la famiglia e le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   con nota n. 67/AB del 19 maggio 1992 la Gestione governativa ferroviaria Penne Pescara (ora Gestione trasporti metropolitani s.p.a.) presentava istanza al Ministero dei trasporti, per il finanziamento del progetto «Impianto filoviario» del bacino metropolitano di Pescara (tratta Silvi Marina-Montesilvano-Pescara-Pescara Porta Nuova-aeroporto civile: totali chilometri 22,380) ai sensi e per gli effetti della legge n. 211 del 1992, ottenendo due finanziamenti (delibere del Cipe del 21 dicembre 1995 e del 18 dicembre 1996, per una somma complessiva pari a 60.155 milioni di lire);

   successivamente con determina dirigenziale n. 426(TIF5)211/PE del 22 marzo 2000 e n. 1482(TIF5)211/PE del 6 dicembre 2000 il progetto veniva approvato e a seguito di numerosi incontri tra gli enti territoriali interessati, in data 24 ottobre 2001 veniva sottoscritto un protocollo d'intesa tra gli enti medesimi, finalizzato a rivisitare il progetto di cui si è detto, prevedendo un sistema di trasporto con tecnologia innovativa, nonché a suddividere la realizzazione dell'opera in più lotti;

   da diversi anni numerose associazioni e comitati si battono contro la realizzazione della filovia mettendo in risalto le gravi e diverse criticità, come ad esempio la mancanza della procedura di valutazione di impatto ambientale (Via), che caratterizzano l'appalto in corso d'opera. Il sistema definito a tecnologia innovativa presenterebbe, inoltre, gravi pregiudizi per la mobilità di persone con disabilità, come evidenziato nella relazione redatta dalla «Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo»;

   il decreto legislativo n. 4 del 2008, che modifica le più vecchie leggi sulla Via, prescrive all'allegato IV, punto 7, lettera l) che sono assoggettabili alla Via: «i sistemi di trasporto a guida vincolata (tramvie e metropolitane) funicolari o linee simili di tipo particolare, esclusivamente o principalmente adibite al trasporto di passeggeri». Dunque la filovia, essendo un mezzo su gomma, e non su rotaie, non rientrerebbe nelle categorie richiamate nel decreto, nemmeno tra le linee simili;

   sui problemi che in tutta Italia purtroppo affliggono il completamento degli interventi di realizzazione dei sistemi di trasporto urbano di massa finanziati negli anni Novanta è utile leggere un recente rapporto della Corte dei conti «Lo stato di realizzazione dei sistemi di trasporto rapido di massa a guida vincolata e di tranvie veloci nelle aree urbane (legge 26 febbraio 1992, n. 211)», in cui si fa riferimento anche al caso Pescara-Montesilvano, completato comunque, si legge in tale documento, al 98 per cento (p. 75);

   risulta agli interroganti, inoltre, la presenza, sotto alcuni tratti del filobus, di un gasdotto ad alta pressione che potrebbe essere fonte di pericolo per il passaggio della filovia e o interruzione del servizio in caso di problemi alla rete. Analogamente, emergerebbero anche ulteriori criticità rispetto le banchine per la salita e la discesa degli utenti –:

   se non ritengano, per quanto di competenza, di adottare iniziative al fine di fare chiarezza su tutte le criticità che l'opera presenta e di valutare se ci siano i presupposti che giustificano il completamento di un'opera alquanto controversa, che sembra priva dei fondamenti tecnico-economici e dispendiosa per il bilancio dello Stato.
(5-02202)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SERRACCHIANI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   dalle cronache di stampa nazionali e locali, si apprende dell'attracco nel porto di Monfalcone (GO) di Norderny, una nave cargo in transito carica di container contenenti 360 bazooka e 415 missili destinati all'Arabia Saudita, che sta conducendo una guerra in Yemen;

   la suddetta nave Norderny, battente bandiera di Antigua e di proprietà dell'armatore tedesco Mib Shipping, avrebbe caricato le armi nel porto di Olvia, in Ucraina, per conto della Bahri Bollore Logistics, una joint venture tra il gruppo francese Bollore e la società parastatale Bahri;

   lavoratori e sindacati si sono immediatamente allarmati e hanno denunciato la loro preoccupazione per la mancata informazione rispetto a questo arrivo in porto;

   episodio analogo è avvenuto nei giorni scorsi nel porto di Genova, dove un'altra nave del gruppo Bahri avrebbe dovuto caricare otto cannoni semoventi Pesar sempre destinati alla guerra in Yemen, ma cui la presenza di un blocco pacifista ha ostacolato l'attracco;

   nel caso di Genova tutte le autorità erano state informate del transito della nave e del relativo contenuto: dalla prefettura di Genova, alla Guardia costiera, alla polizia, che hanno proceduto con tutti i controlli del caso;

   al contrario, a Monfalcone istituzioni locali e sindacati sono stati tenuti all'oscuro dell'arrivo della nave carica di armi e neppure le maestranze, che avrebbero dovuto operare in presenza di un carico potenzialmente pericoloso, erano state informate;

   dalle dichiarazioni odierne a mezzo stampa, il prefetto di Gorizia ammette che deve esserci stato un difetto di comunicazione con sindacati e soggetti istituzionali;

   è recente l'episodio dell'arrivo al porto di Trieste di un carico di coltan dal Venezuela, nell'ambito di una vicenda dai contorni poco chiari e tuttora non chiusa –:

   se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative per assicurare che in nessun momento i lavoratori siano stati esposti a rischio;

   se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative per chiarire dettagli, cause ed eventuali responsabilità del difetto di comunicazione di cui riferisce il prefetto di Gorizia;

   se il Governo ritenga che le norme specifiche e le procedure da osservare per garantire la sicurezza dei lavoratori in casi del genere, con transito di materiali potenzialmente pericolosi, siano adeguate o debbano essere riviste, proprio al fine di evitare il ripetersi di episodi deplorevoli;

   se i Ministri interrogati non ritengano di adottare iniziative affinché le attività di controllo del traffico di merci sensibili, così come del transito di persone da e per le aree portuali – in specie a regime di porto franco – garantiscano adeguatamente la sicurezza delle aree stesse e di quelle circostanti, nonché la sicurezza nazionale in genere.
(5-02203)

Interrogazione a risposta scritta:


   LONGO e SCHULLIAN. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   secondo le disposizioni della legge n. 91 del 1992 l'Italia è uno dei Paesi con le regole più severe per acquisire la cittadinanza: non importa se sei nato in Italia, si diventa cittadini solo se uno dei genitori è italiano; altrimenti l'acquisto della cittadinanza è possibile solo dopo due anni di matrimonio o per residenza di almeno 10 anni se si tratta di cittadini extracomunitari, di 4 se si tratta di cittadini europei e di 5 per gli apolidi e i rifugiati;

   la cittadinanza italiana è la condizione della persona fisica per la quale l'ordinamento giuridico italiano riconosce la pienezza dei diritti civili e politici ed è basata principalmente sullo ius sanguinis;

   sono tantissimi i discendenti di italiani nati all'estero, in particolare nell'America Latina che, pure essendo titolari di un diritto giuridicamente riconosciuto «Jure sanguinis», per problemi burocratici e di contrastanti interpretazioni normative, non riescono a ottenere la cittadinanza, malgrado ne abbiano pieno diritto;

   problematica evidenziata anche durante la visita del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in occasione dell'ultimo G20 svolto a Buenos Aires alla Casa Rosada con il Premier Mauricio Macrì, in presenza dei rappresentanti della comunità italiana;

   problematica che si trascina da anni senza soluzione, causata soprattutto dalla grave carenza di personale delle strutture consolari italiane in relazione al rilevante numero di iscritti all'Aire – Anagrafe degli italiani residenti all'estero, con l'amara conseguenza che questo diritto maturato fin dalla nascita e che dovrebbe essere riconosciuto in tre mesi, resta per molti una chimera;

   nel merito, si richiama la circolare K.28.1 dell'8 aprile 1991, antecedente alla legge n. 91 del 1992, la quale mantiene intatto il principio dei requisiti di sangue da comprovare attraverso la necessaria documentazione e i necessari controlli, ma si ispira ancora al principio oramai «vetusto» della residenza per «dimora abituale»;

   siffatto requisito viene ancora richiesto da molti comuni, malgrado siano intervenute le circolari del Ministero dell'interno n. 28 del 2002 e n. 32 del 2007, dirette a velocizzare il procedimento e a garantire ai richiedenti parità di trattamento;

   l'articolo 1 della legge n. 68 del 2007, per i soggiorni inferiori a tre mesi, non prevede più il permesso di soggiorno ma una semplice dichiarazione di presenza fatta all'autorità di frontiera per chi proviene da Paesi fuori dell'area Schengen, per tutti gli altri basta una dichiarazione alla questura territorialmente competente da presentare entro otto giorni –:

   quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano assumere, al fine di fare chiarezza sulle corrette procedure da adottare per il riconoscimento della cittadinanza italiana sull'intero territorio nazionale;

   se il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale non ritenga, alla luce delle difficoltà oggettive, di dover adottare iniziative atte a potenziare, con uomini e mezzi, le sedi consolari ove le richieste di cittadinanza sono numerose.
(4-02994)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PALMISANO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la difficile situazione in cui si trova l'ospedale di Ostuni (Brindisi), già oggetto di una precedente interrogazione presentata dalla sottoscritta (n. 4-02305), dovuta ad una carenza di organico che penalizza l'operatività del personale medico e sanitario del nosocomio, è resa ancora più complicata dal mancato completamento della nuova ala della struttura, i cui lavori sono iniziati ben quindici anni fa;

   la vicenda ha avuto inizio con la sottoscrizione del primo accordo di programma, in data 27 maggio 2004, da parte della regione Puglia, per un importo a carico dello Stato pari a 228.918.739,91 euro e un importo a carico della regione di 12.574.670,52, per la realizzazione di 94 interventi, tra cui l’«adeguamento P.O di Ostuni», per un importo a carico dello Stato di 2.850.000,00 euro ammesso a finanziamento con decreto del Ministero della salute il 15 febbraio 2006;

   successivamente, con deliberazione n. 119/2017, la Asl della provincia di Brindisi ha approvato il collaudo tecnico-amministrativo dell'opera;

   ad oggi, nonostante siano trascorsi moltissimi anni, l'ammodernamento dell'ospedale di Ostuni attraverso la costruzione di un nuovo edificio (cosiddetto «piastra»), risulta essere ancora inattuato, soprattutto a causa delle continue battute d'arresto e lungaggini burocratiche, legate al susseguirsi di varianti di progetto, fallimenti di ditte aggiudicatrici, assegnazioni e riassegnazioni di appalti;

   la realizzazione della nuova ala dell'ospedale rappresenta una necessità, non solo per l'ampliamento del nosocomio e dei posti letto, che garantirebbero una migliore e più adeguata accoglienza per i pazienti, anche considerando che si tratta di una struttura sita in un territorio a vocazione turistica (con un pronto soccorso che conta circa 23 mila presenze all'anno), ma anche per i cittadini che, se si protraesse la situazione di emergenza, potrebbero essere costretti a rivolgersi per le cure a strutture sanitarie spesso molto lontane dal territorio di residenza, con evidenti disagi soprattutto di carattere economico;

   occorre altresì evidenziare che i posti letto dei reparti di medicina e pneumologia previsti dal piano ospedaliero in vigore non sono operativi nell'attuale struttura per mancanza di spazi, per cui la nuova ala risolverebbe anche questo annoso problema, oltre a dotare il presidio di ulteriori servizi indispensabili per le attività dei vari reparti e del pronto soccorso –:

   quali urgenti iniziative il Ministro interrogato intenda assumere, per quanto di competenza, al fine di destinare le ulteriori risorse economico-finanziarie necessarie al completamento dei lavori per la realizzazione della nuova ala dell'ospedale di Ostuni in modo da garantire la piena efficienza della struttura sanitaria e un miglioramento dei servizi ai cittadini.
(5-02204)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Vietina n. 4-02985, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 maggio 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato D'Ettore.

ERRATA CORRIGE

  Risoluzione in Commissione Fassino n. 7-00254 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 181 del 30 maggio 2019. Alla pagina 6607, dalla riga quarantacinquesima della prima colonna alla riga prima della seconda colonna, deve leggersi: «azioni di preadesione e cooperazione regionale promosse dall'InCE, dall'Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI) e dal Processo di Berlino», e non come stampato.