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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 30 aprile 2019

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La XIII Commissione,

   premesso che:

    il settore agrumicolo rappresenta per il nostro Paese un segmento chiave di qualità dell'intera filiera agricola nazionale;

    l'Italia è, ad oggi, il terzo Paese del Mediterraneo per produzione di agrumi e il dodicesimo a livello mondiale;

    il comparto rappresenta da solo il 25 per cento circa degli acquisti di frutta per il consumo domestico e costituisce quindi una voce importantissima, pari ad un quarto nel panorama frutticolo nazionale;

    nel corso del 2018 sono state prodotte circa 800mila tonnellate di agrumi, di cui 2/3 sono rappresentate dalle arance;

    a fronte di una diminuzione delle superfici coltivate, si registra un aumento della produzione e anche della quota parte di superfici coltivate a regime biologico;

    nel corso della scorsa legislatura sono state poste in essere misure che hanno favorito la crescita dell’export e diminuito le quantità di importazione;

    purtroppo, nonostante i richiamati interventi, il comparto agrumicolo meridionale, in Sicilia, in Calabria, in Puglia e nel metapontino in Basilicata, sta attraversando una lunga crisi che sta compromettendo la sopravvivenza di numerose aziende e registrando una grave contrazione anche occupazionale;

    il combinato disposto di calamità atmosferiche e della presenza di quantitativi di prodotti provenienti dall'estero, in particolare da Spagna e Nord Africa, ha determinato un ribasso dei prezzi che rischia di aggravare le prospettive dell'intero comparto;

    a questi fattori ne vanno aggiunti altri di assoluta rilevanza in particolare per il territorio siciliano, a partire da quello della presenza del virus della «tristeza» o anche di quello dei ripetuti fenomeni eruttivi dell'Etna che, in Sicilia orientale, soprattutto a causa del fenomeno della «cenere lavica», che non consentono la commercializzazione del prodotto;

    bisogna proseguire sulla strada avviata nella scorsa legislatura di promuovere accordi di qualità con le industrie di trasformazione, puntando sulla qualità del nostro prodotto;

    da tempo organizzazioni di categoria del mondo agricolo segnalano la grande difficoltà degli operatori, chiedendo interventi mirati a supportare il settore;

    quanto stanziato dal Governo per il settore risulta insufficiente e non in grado di supportare il rilancio di questo importantissimo segmento della filiera agroalimentare,

impegna il Governo:

   a) ad assumere iniziative per tutelare adeguatamente in sede comunitaria il comparto agrumicolo nazionale anche in relazione ad accordi di liberalizzazione reciproca tra Unione europea e Paesi del Nord Africa;

   b) a promuovere nuove e ulteriori intese internazionali per la promozione della agrumicoltura italiana;

   c) ad adottare una specifica campagna di promozione dei prodotti agrumicoli italiani anche in relazione al consumo consapevole e alle qualità per la salute con il coinvolgimento delle scuole;

   d) a promuovere un tavolo di confronto con le industrie di trasformazione non solo alimentari, ma anche cosmetiche e di altri comparti per individuare misure di valorizzazione del prodotto dell'agrumicoltura nazionale;

   e) a prevedere adeguate misure di sostegno in favore del comparto agrumicolo siciliano penalizzato dalla presenza del virus della «tristeza» e dalla cenere lavica;

   f) ad assumere iniziative finalizzate ad abbattere le diseconomie che incidono sul costo finale del prodotto, anche promuovendo interventi per apportare miglioramenti nel settore della logistica;

   g) a promuovere un tavolo istituzionale per definire una specifica politica del credito in favore delle aziende del comparto agrumicolo;

   h) ad adottare iniziative per rafforzare le misure di contrasto all'utilizzo della manodopera in nero per la raccolta degli agrumi;

   i) a prevedere incentivi per il mantenimento delle colture in questione anche in riferimento alla loro rilevanza in termini naturalistici e di paesaggio, con adeguate iniziative normative a tutela della «bellezza» del patrimonio arboreo come caratteristica dei territori interessati.
(7-00237) «Cardinale, Gadda, Cenni, Critelli, D'Alessandro, Dal Moro, Incerti, Portas, Miceli, Navarra».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   il 4 aprile 2019 il sito specializzato in sicurezza informatica cyberscoop.com ha riportato che alcune librerie software contenenti una cosiddetta backdoor pirata, che consente ad un malintenzionato di far eseguire a sua richiesta un codice malevolo ad insaputa di utenti ed operatori, sono state adottate da decine di milioni di sviluppatori per incorporarle nei loro software e quindi potenzialmente anche nei sistemi di gestione da parte delle procure dei cosiddetti captatori informatici, nonché dei captatori stessi installati sui dispositivi degli utenti;

   il 29 marzo, Security without borders ha pubblicato un report dal titolo «Exodus: nuovo spyware per Android made in Italy», nel quale si rende nota l'identificazione di una nuova famiglia di spyware per Android, denominato «Exodus», presente sul Google Play Store a partire dal 2016 e fino all'inizio del 2019;

   detto spyware è camuffato da applicazioni di servizio di operatori telefonici mobili operanti in Italia e avrebbe infettato circa un migliaio di dispositivi di consumatori. Non si tratta di un comune dispositivo di intercettazione ma di un captatore informatico altamente sofisticato e tecnologicamente invasivo, impiegato dalla Polizia di Stato e dalle procure per le attività investigative, in forza di una disciplina che lo stesso Garante per la protezione dei dati personali non ha esitato a definire «lasca»;

   il 21 marzo 2019 il sito Repubblica.it ha riportato la registrazione della telefonata intercorsa tra un ragazzino presente sull'autobus sequestrato nel milanese e la madre, né appare chiaro chi, come e perché abbia potuto registrare tale telefonata;

   nella vicenda «Exodus» l'interesse pubblico alla tutela dei dati si interseca con il diritto alla sicurezza e, quindi, con la necessità di contemperare le esigenze di protezione della sicurezza collettiva con il diritto alla privacy del singolo cittadino. «Exodus» rappresenta, infatti, uno strumento utilizzabile al di fuori delle garanzie costituzionali con finalità di sorveglianza globale e non convenzionale, sul quale sta indagando la procura di Napoli;

   da fonti stampa si apprende, da un lato, del sequestro delle due società, eSurv e Stm, che hanno ideato e commercializzato «Exodus» e, dall'altro, dell'eliminazione delle «app» infettate dallo spyware dalla piattaforma Google Play;

   risulterebbe inoltre che alcune associazioni di consumatori abbiano interessato della questione il Garante per la protezione dei dati personali, con richiesta di intervento e che sia stato anche lamentato un mancato controllo da parte di Google a tutela dei diritti dei consumatori italiani;

   vanno considerate la rilevanza dei diritti fondamentali dei cittadini italiani e la necessità di accertare ulteriori e cogenti responsabilità di Google e degli organi inquirenti nel mancato controllo sulla diffusione e nell'utilizzo di questi captatori informatici –:

   se risulti al Governo come sia stato possibile che centinaia di migliaia di cittadini italiani siano stati intercettati «per errore» da un'azienda italiana e che una conversazione telefonica tra due normali cittadini fino al momento del sequestro dell'autobus, una madre e un figlio, sia stata registrata, da chi e perché;

   se e quali siano le misure adottate e le verifiche svolte per escludere con assoluta certezza che i sistemi in uso alle procure, ad insaputa dei fornitori e delle procure stesse, incorporino codici malevoli capaci di esporre cittadini, imprese ed istituzioni italiane a gravi rischi e vulnerabilità;

   quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare per evitare il ripetersi di fatti analoghi a quelli esposti in premessa, anche valutando l'adozione di apposite iniziative normative volte ad escludere ogni possibile forma di abuso e di violazione dei princìpi costituzionali da parte di questi captatori informatici.
(2-00368) «Fiano, Migliore, Marco Di Maio, Ceccanti, Martina, Giorgis».


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per la famiglia e le disabilità, il Ministro della giustizia, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   la sottrazione del minore alla famiglia, dopo l'attivazione delle misure di tutela temporanee previste dalla legge, è considerata soluzione «limite» che sancisce l'insuperabilità delle difficoltà della famiglia di origine ad assicurare al minore un ambiente familiare idoneo;

   nel caso limite in cui la famiglia non sia in grado di provvedere alla crescita e all'educazione del minore, si applicano quindi gli istituti dell'affidamento e dell'adozione (legge n. 184 del 1983). In particolare, in materia di affido, si prevede che il minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo, sia affidato ad una famiglia, preferibilmente con figli minori, o ad una persona singola, in grado di assicurargli il mantenimento, l'educazione, l'istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno. Ove non sia possibile, è consentito l'inserimento del minore in una comunità di tipo familiare o, in mancanza, in un istituto di assistenza pubblico o privato, che abbia sede preferibilmente nel luogo più vicino a quello in cui stabilmente risiede il nucleo familiare di provenienza. Per i minori di età inferiore a sei anni l'inserimento può avvenire solo presso una comunità di tipo familiare;

   la legge prevede, inoltre, che le regioni, nell'ambito delle proprie competenze e sulla base di criteri stabiliti dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, definiscano gli standard minimi dei servizi e dell'assistenza che devono essere forniti dalle comunità di tipo familiare e dagli istituti e verifichino periodicamente il rispetto dei medesimi;

   in genere, sono individuate tre macro-tipologie di comunità di accoglienza residenziale per minori: le comunità familiari/case famiglia, caratterizzate dalla presenza stabile di adulti residenti, tra cui rientrano anche le comunità multiutenza; le comunità educative/socio-educative, caratterizzate da operatori/educatori che non abitano stabilmente in comunità ma sono presenti con modalità «a rotazione»; le comunità socio-sanitarie, che possono essere comunità familiari, case famiglia o comunità educative, caratterizzate dalla compresenza di funzioni socio-educative e terapeutiche;

   nell'ambito di tali strutture, opera nel Lazio la casa famiglia «La Valle dei Fiori», fondata nel 1997 dall'associazione G.M. Gioventù Mariana Centro Sociale Ragazzi, che accoglie minori da 0 a 6 anni, e che si avvale di un’équipe di professionisti che operano a favore dei piccoli, creando un ambiente sereno e stimolante. L'ambiente familiare, sereno e pieno di attenzione, favorisce il recupero psicofisico dei piccoli, affinché possano reinserirsi gradatamente in un nuovo contesto familiare: rientro nella famiglia d'origine, affido o adozione, sostenuti da figure professionali della casa famiglia e delle istituzioni. Tutta la struttura è orientata a favorire la crescita del bambino, collaborando con i servizi sociali del territorio per la rimozione delle cause che hanno determinato l'allontanamento del piccolo o il suo stato di abbandono, affinché possa recuperare la sua dimensione umana e sociale all'interno della famiglia;

   la stessa aderiva al progetto «Sostegno alla genitorialità – Asilo Nido auto-organizzato Valle Aurelia» del Municipio 18 di Roma, che rappresentava un importante sostegno alle famiglie per il dopo-scuola; purtroppo, dall'insediamento della giunta comunale presieduta dal sindaco Virginia Raggi, il progetto, a quanto consta agli interpellanti, non è stato più finanziato;

   «La Valle dei Fiori» vanta inoltre numerosi crediti da parte di diversi enti locali per il periodo 2011-2019: si tratta infatti di oltre 300.000 euro di pendenze, che la struttura deve riscuotere da una decina di enti, tra municipi di Roma e comuni del Lazio;

   il tema delle risorse è centrale, e coinvolge moltissime strutture: troppo frequentemente sono esse stesse a creare, spesso a proprie spese, percorsi virtuosi per questi ragazzi che diversamente si troverebbero ancora una volta soli ad affrontare il loro futuro;

   è poi compito obbligatorio dello Stato garantire un adeguato e rigoroso controllo circa l'operato delle realtà di accoglienza e il mantenimento degli standard e dei criteri di qualità; è pertanto necessario rendere effettivi ed efficienti, sull'intero territorio nazionale, i controlli previsti e le connesse responsabilità istituzionali;

   anche a tal fine occorre, tuttavia, che i soggetti preposti allo svolgimento di tali attività possano disporre di adeguate risorse finanziarie e professionali e che siano previste sanzioni nel caso in cui i controlli non siano regolarmente eseguiti;

   è inoltre fondamentale adottare iniziative di prevenzione, in particolare per evitare che si arrivi troppo tardi, con interventi riparativi dopo che maltrattamenti e abusi si sono già verificati. Il sistema di protezione va ripensato come uno degli strumenti da mettere in campo, fra gli altri, e non come il solo strumento che spesso si configura come «ultima spiaggia» –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Governo per sostenere l'operato delle strutture di accoglienza per minori di cui in premessa, per garantire standard di qualità per tutte le strutture, da nord a sud Italia, ed evitare che vi siano comunità virtuose costrette a chiudere – interrompendo percorsi che sono di alta qualità – per i gravissimi ritardi accumulati dai comuni nel liquidare gli importi necessari alla copertura dei costi vivi;

   quali iniziative di competenza intenda adottare per assicurare la funzionalità e il servizio fino ad ora garantito dalla casa famiglia «La Valle dei Fiori»;

   quali iniziative intenda implementare, per quanto di competenza, per rendere effettivi ed efficienti i controlli sulle diverse realtà di accoglienza, e le connesse responsabilità istituzionali poste in capo alle procure della Repubblica presso i tribunali per i minorenni, alle aziende sanitarie e agli enti locali, volti a fare emergere casi di particolare gravità, ma anche e soprattutto a livello ordinario per analizzare aspetti di grande rilievo che ineriscono alla sensibilità di un minorenne nella vita quotidiana, per una più attenta valutazione delle esigenze del minore e delle pregresse problematiche ad esso legate, fondamentali per il collocamento presso strutture o famiglie affidatarie;

   se intenda adottare iniziative per rivedere i criteri utilizzati per il collocamento dei minori presso le diverse realtà di accoglienza, e quali azioni intenda realizzare per favorire adeguati percorsi di tutela, cura e crescita del minore, tenendo conto delle caratteristiche del minore e della compatibilità del suo personale progetto educativo con quello delle comunità presenti sul territorio o delle famiglie affidatarie in grado potenzialmente di accoglierlo.
(2-00370) «Marrocco, Occhiuto».

Interrogazione a risposta orale:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE, ACQUAROLI, LUCASELLI e DONZELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   a quanto consta all'interrogante, con decreto n. 2-15-45 du 24 rejeb 1436 (13 mai 2015) per l'applicazione della legge n. 86 del 2012 recante misure relative al partenariato pubblico-privato, il Regno del Marocco ha regolamentato vari aspetti del codice degli appalti, introducendo clausole improntate ad un forte protezionismo a favore delle imprese nazionali;

   in particolare modo, l'articolo 35 del capitolo del predetto decreto introduce criteri per la preferenza per le imprese nazionali marocchine;

   in caso di gara con massimo ribasso è, infatti, previsto che la percentuale offerta da imprese estere sia aumentata del 15 per cento per la valutazione della offerta migliore;

   segnatamente, il predetto articolo 35 prevede che, per il confronto tra le offerte nazionali ed estere e la loro valutazione, l'autorità competente interessata può fissare, nel regolamento di gara, in funzione della natura del relativo progetto e della presenza delle imprese nazionali, una percentuale non superiore al 15 per cento della maggiorazione da applicare sul totale delle offerte presentate dalle imprese estere;

   tale forma di protezionismo nazionale nei bandi di gara appare evidentemente apprezzabile nell'ottica del Regno del Marocco, non certamente nell'ottica delle imprese italiane, soprattutto se si considera che viene applicato anche in caso di opere pubbliche finanziate dalla Banca europea degli investimenti o per il tramite del Fondo europeo per gli investimenti o anche per il tramite di fondi per lo sviluppo dello Stato italiano e della Cassa depositi e prestiti;

   appare, dunque, incredibile che, in caso di bandi di gare finanziate con fondi europei e/o dello Stato italiano, il Regno del Marocco possa applicare una normativa penalizzante per le imprese italiane ed europee in genere –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra denunciato e quale posizione intenda assumere a tutela delle aziende italiane in relazione alla partecipazione a bandi pubblici in Marocco finanziati dallo Stato italiano e/o dall'Europa;

   se il Governo, in particolare, intenda assumere iniziative nei confronti del Governo del Marocco affinché non sia applicato il decreto n. 2-15-45 du 24 rejeb 1436 (13 mai 2015) in relazione ad appalti e bandi per opere finanziate anche solo parzialmente dalla Banca europea degli investimenti o per il tramite del Fondo europeo per gli investimenti o anche per il tramite di fondi per lo sviluppo dello Stato italiano e della Cassa depositi e prestiti;

   se il Governo intenda in ogni caso assumere iniziative affinché i fondi per la cooperazione dello Stato italiano siano erogati esclusivamente a condizione che non trovi applicazione il predetto decreto;

   se il Governo non ritenga opportuno adottare iniziative, nelle competenti sedi europee, affinché qualsivoglia finanziamento della Banca europea degli investimenti o qualsivoglia contribuzione del Fondo europeo per gli investimenti in favore del Marocco siano vincolati alla disapplicazione del predetto decreto che, di fatto, penalizza aziende italiane ed europee.
(3-00709)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PAITA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   nel corso delle ultime festività pasquali e della ricorrenza del 25 aprile le località delle Cinque Terre sono state letteralmente prese d'assalto dai turisti con un afflusso che ha congestionato, in particolare, i borghi di Vernazza Riomaggiore, Manarola e Monterosso;

   si è solo all'inizio della bella stagione e considerato l'aumento dei croceristi, i numeri sono destinati ad aumentare;

   alcuni quotidiani hanno pubblicato delle fotografie, riprese poi dai social network che hanno fatto il giro del mondo, addirittura ironizzando sulla circostanza che è sembrato si trattasse della metropolitana di Tokyo;

   la regione Liguria ha diffuso una nota annunciando che nei prossimi giorni sarà convocato un tavolo istituzionale sulle Cinque Terre;

   è da tempo che le comunità locali sollecitano risposte in merito alle criticità legate al turismo di massa che si aggravano con il passare del tempo e che rischiano di mettere a rischio la bellezza delle Cinqueterre;

   vi è anche un problema di ordine pubblico, di sicurezza delle persone e di accessibilità dei mezzi di soccorso –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intenda assumere al fine di affrontare le criticità esposte e assicurare alle comunità delle Cinqueterre risposte esaustive in merito alla sostenibilità del turismo nonché per favorire la presentazione di progetti finalizzati a una maggiore sicurezza e alla salvaguardia del territorio nel suo complesso.
(5-02013)

Interrogazione a risposta scritta:


   FOTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la gara d'appalto, con procedura ristretta, indetta da Sogin spa per la realizzazione di un intervento di adeguamento di fabbricato esistente a deposito per lo stoccaggio temporaneo di rifiuti radioattivi (B106) venne aggiudicata a Belli srl per un importo di euro 1.118.066.57 oltre l'Iva di legge;

   nel corso dell'esecuzione del detto contratto d'appalto risultano stipulate alcune varianti, che in atti si asserisce essere state imposte, rispetto al progetto esecutivo originario, dell'autorità di controllo nucleare. Il costo complessivo delle quattro varianti ammonta a euro 760.935,04;

   oltre a dette varianti che hanno inciso per oltre il 60 per cento sullo importo di aggiudicazione dell'appalto, l'appaltatore ha formulato una serie di riserve per maggiori compensi e indennità per un importo complessivo euro 2.346.255.62. Al riguardo si evidenzia che la più onerosa delle riserve (oltre 1 milione di euro) riguardava la sospensione dei lavori per quasi un anno in ragione della mancata approvazione del Rapporto di progetto particolareggiato da parte di Ispra;

   con nota protocollo Sogin n. 3299 del 18 gennaio 2019 veniva inviata a Belli srl proposta di accordo di transazione e ancora prima della adesione alla stessa da parte della società veniva eseguita dal sito di Borgo Marengo «l'entrata merci» (protocollo n. 3300 e n. 3302) e ciò consentiva di conteggiare, nell'ultimo giorno utile, dette spese a valere sul budget delle stesse per il 2018;

   appare anomalo all'interrogante il fatto che si consideri positivamente ai fini dello sviluppo dell'attività di decommissioning la mera esecuzione di spese, con conseguente premialità per la dirigenza che raggiunge gli obiettivi di spesa assegnati, e ciò indipendentemente dalle ragioni per cui le stesse vengono sostenute –:

   se, con riferimento ai fatti suesposti, intenda richiedere a Sogin spa di fornire adeguati chiarimenti, in considerazione dell'evidente lievitazione dei costi sostenuti per l'intervento che qui interessa, atteso anche che le decisioni assunte da Sogin spa al riguardo parrebbero all'interrogante contrastare con le vigenti disposizioni in materia di appalti e con le direttive emanate dall'Autorità nazionale anti corruzione.
(4-02800)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SIRAGUSA e EMILIOZZI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   le scuole italiane statali all'estero rappresentano una importante risorsa culturale, offrendo una peculiare risorsa formativa per i nostri connazionali;

   tra queste, l'istituto statale onnicomprensivo di Asmara risulta essere una realtà fondamentale per i nostri connazionali, contando la frequentazione di circa 1.250 alunni;

   da un recente comunicato trasmesso da alcuni docenti dell'istituto emergono alcuni disagi che destano preoccupazione in merito alla continuità degli insegnamenti nell'anno scolastico in corso, nonché per il futuro dell'esistenza stessa della scuola;

   a quanto consta all'interrogante, sembrerebbe, infatti, che numerose materie scolastiche non sarebbero state assegnate ad alcun docente titolare;

   il decreto ministeriale 25012 del 2018 prevede la possibilità di affidare l'insegnamento di alcune materie a docenti locali;

   tuttavia, ad oggi, soltanto alcuni insegnamenti sarebbero stati affidati a docenti locali, i quali, peraltro, risulterebbero privi di un titolo di studio equipollente a quello italiano, in quanto in Eritrea non vi sarebbero corsi di laurea equiparabili ai titoli rilasciati in Europa;

   per altre materie, invece, non essendo stato possibile l'affidamento degli incarichi di insegnamento a docenti locali, si sarebbe provveduto ad assegnarle a docenti interni –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa, e di quali ulteriori elementi informativi disponga;

   quali iniziative il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda intraprendere per sopperire alle disfunzionalità evidenziate in premessa.
(5-02005)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MURONI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   Venezia e la sua laguna sono iscritte come patrimonio mondiale dell'Unesco dal 1987 «come uno degli esempi più antichi e complessi delle relazioni tra attività antropiche e dinamiche naturali»;

   Venezia è attualmente aggredita da gravi problemi ambientali quali l'inquinamento dell'aria e il dissesto della laguna;

   sull'inquinamento dell'aria, secondo «Mal'Aria» 2019 di Legambiente sull'inquinamento atmosferico, Venezia è quarta con 139 superamenti in totale, 63 per il pm10 e 76 per l'ozono;

   tra le cause c'è sia l'aumento di natanti con motori marini obsoleti e inquinanti non controllati in assenza di normative adeguate sia la presenza di grandi navi, fino a 12 durante parecchi week-end, che emettono livelli di zolfo anche 3.500 volte superiore a quello dei motori diesel su strada;

   sul dissesto della laguna, l'Autorità di sistema portuale sta intervenendo non solo sull'ordinaria manutenzione del canale ma anche costruendo un palancolato di ferro lungo 1.335 metri e scogliere di massi di grande pezzatura – materiali che sono vietati nella laguna di Venezia – che creerebbero uno sfregio paesaggistico che emergerebbe dall'acqua con un tratto continuo di acciaio;

   questo intervento, per permettere l'entrata di navi di grande stazza, altererebbe, inoltre, in modo drastico i flussi d'acqua delle maree e l'equilibrio vitale della città di Venezia e dell'intera laguna, creando una barriera rigida e definitiva in mezzo alla laguna;

   il palancolato intercetterebbe, tagliandola, la seconda falda freatica con il rischio concreto che negli anni a venire si avrà un incremento della subsidenza, come già è avvenuto dopo gli emungimenti artesiani a Marghera degli anni ’30-’70 del ’900;

   il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha chiesto di integrare la procedura di valutazione di incidenza con la valutazione di impatto ambientale e la valutazione ambientale strategica, ma l'Autorità portuale, con l'appoggio della regione Veneto, del comune e della commissione salvaguardia, non sta ottemperando alla richiesta;

   a marzo 2019 i componenti della Commissione ambiente della Camera si sono recati in missione a Venezia per fare il punto sul Mose, ma si dovrebbe fare una valutazione approfondita ed esterna anche per il «Canale dei Petroli» che da tempo è stato verificato essere un'opera pericolosa e dannosa che ha alterato l'equilibrio lagunare obbligando alla costruzione del Mose, che è costosissimo e sarà insufficiente dovendosi affrontare anche le conseguenze del cambiamento climatico;

   su entrambe queste problematiche è stata presentata un'interrogazione P-000882/2019 alla Commissione europea –:

   se non si intenda avviare immediatamente, anche per il tramite del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente e in collaborazione con la regione Veneto e il comune di Venezia, un'azione di monitoraggio delle acque della laguna e delle emissioni in atmosfera, in modo da verificare se nel territorio di Venezia insistano pericoli per la salute dei cittadini, dei turisti e dell'ambiente e assumere tutti i provvedimenti opportuni, tra cui quello di obbligare le grandi navi ad usare in laguna combustibili e tecnologie adeguate a ridurre le emissioni nocive;

   se i Ministri interrogati non intendano promuovere, per quanto di competenza, una riflessione tecnica rigorosa, al fine di garantire, nel rispetto delle competenze specifiche della regione Veneta e del comune di Venezia, la tutela di un prezioso e delicato ecosistema marino e terrestre, estremamente ricco in termini di biodiversità, qual è la laguna di Venezia, essenziale per la sopravvivenza di Venezia centro storico e isole maggiori.
(5-02009)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   ASCANI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   come evidenziato anche dal programma «Report» il Ministero per i beni e le attività culturali ha assegnato la Certosa di Trisulti – monastero riconosciuto come monumento nazionale che sorge a Collepardo in provincia di Frosinone – ad una associazione cattolica che intende utilizzare la Certosa quale sede di rappresentanza del movimento politico internazionale guidato da Steve Bannon (The Movement), di stampo cattolico fondamentalista, nazionalista e populista;

   la Dignitatis Humanae Institute (Dhi) è un'associazione cattolica conservatrice che svolge attività di formazione politica sovranista, guidata dall'ultraconservatore cardinale Raymond Burke, critico di Papa Francesco e presieduta da Benjamin Harnwell, braccio destro di Steve Bannon;

   ufficialmente dal gennaio 2019 ha in gestione l'abbazia del 1200 che dal 1800 è patrimonio culturale italiano;

   per ottenere la gestione dell'abbazia, la Dhi ha vinto un bando del Ministero per i beni e le attività culturali. Come dichiara Daniela Bianchi a capo della rete delle «Comunità Solidali», che ha organizzato la seconda marcia di protesta contro l'insediamento della scuola di matrice sovranista nel monastero, «Sono emerse, in tutto questo tempo, incongruenze evidenti nell'assegnazione»;

   il Dignitatis Humanae Institute non avrebbe nemmeno potuto partecipare al bando, per farlo servivano requisiti ben precisi, prima di tutto avere personalità giuridica: l'associazione dichiara di esserlo da fine 2016, ma dalle carte in prefettura risulta riconosciuta soltanto a giugno 2017; sei mesi dopo la scadenza dei termini;

   l'altro requisito era aver gestito un bene culturale negli ultimi 5 anni. L'istituto dichiara di aver diretto «Il Piccolo Museo di San Nicola», sempre a Collepardo. Ma il sindaco Mauro Bussiglieri, dichiara di non aver mai rilasciato alcuna autorizzazione al museo in questione;

   secondo il contratto, inoltre, l'associazione dovrebbe versare al Ministero un canone di 100 mila euro l'anno, da pagare in ristrutturazioni e tasse comunali. Tuttavia, al momento c'è solo una dichiarazione di «coerenza del piano economico» da parte di un istituto con sede in Gibilterra della Jyske Bank, banca danese coinvolta in una serie di scandali finanziari sul mancato rispetto delle norme anti riciclaggio e all'evasione fiscale;

   risulta inverosimile che un monastero da otto secoli luogo di preghiera, di pace e meditazione, monumento nazionale e bene culturale, possa essere affidato a un'accademia di formazione politica di stampo sovranista e apertamente xenofoba –:

   come il Ministro interrogato intenda intervenire in relazione al grave caso esposto.
(5-02011)


   NITTI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   il «Cristo crocifisso» è un dipinto a olio su tavola in cui sono rappresentati a sinistra la Vergine e San Giovanni, e inginocchiato a destra il committente del quadro, quasi certamente appartenente alla famiglia aristocratica e papalina Orsini;

   il dipinto di circa due metri per un metro e cinquanta, opera con ogni probabilità di Antoniazzo Romano o di pittori della sua scuola, risulta databile alla fine del Quattrocento. Oggetto di devozione della popolazione romana dei rioni Regola e Parione, consentiva ai condannati alla pena capitale da parte del tribunale della continua Curia Savella di dire le ultime preghiere prima di essere messi a morte al ponte di Castel Sant'Angelo;

   secondo la ricostruzione del Corriere della Sera a firma Fabrizio Peronaci del 23 febbraio 2016 dal titolo «Campo de’ Fiori, sparito olio del ‘400. Piazzette requisite, scatta l'indagine – Un Cristo crocifisso, oggetto di devozione popolare, portato via dall'altarino di via dei Cappellari. Fu restaurato a spese del Comune. Una pista porta al Collegio Inglese», il dipinto si trovava su un altarino nel vicolo chiuso da un cancello in via dei Cappellari in pieno centro a Roma, tra i civici 30 e 35;

   dal medesimo articolo risulta come il quadro sia rimasto fino al 2008 nella rientranza tra i civici 30 e 35 (utilizzata anche come garage), salvo poi sparire quando la medesima rientranza situata nella piazzetta fu chiusa e l'edificio fu ristrutturato per essere affittato;

   il professor Mario Valente (Comitato Nazionale per le Celebrazioni di Pietro Metastasio) acquisì informazioni circa il luogo in cui si trovava l'affresco e precisamente in un locale del Collegio Inglese, e seppe che ne sarebbe stata riposizionata una copia – stante la pregevolezza dell'opera d'arte – nella storica cappelletta su strada di via dei Cappellari, nonché che il suddetto Collegio avrebbe provveduto al restauro del dipinto;

   nel febbraio 2016, la trasmissione televisiva Le Iene aveva denunciato in un servizio a firma di Dino Giarrusso come il cortile della piazzetta all'interno dell'enclave di via dei Cappellari, pur risultando al catasto un bene comune non censibile, fosse stato sottratto alla visibilità pubblica dall'apposizione di un cancello da parte del Collegio Inglese –:

   quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato, per quanto di competenza, al fine di accertare dove si trovi l'opera d'arte, favorendone poi il rientro in possesso da parte del comune di Roma;

   se non ritenga opportuno verificare a quale titolo e con quale autorizzazione il Collegio inglese abbia asportato il dipinto, sottraendolo al patrimonio pubblico dell'Italia e del comune di Roma.
(5-02012)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   MAGLIONE. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   diversi episodi criminosi si stanno registrando nei comuni di Sant'Agata de’ Goti (Benevento) e di Durazzano (Benevento);

   il 30 agosto 2018 nel comune di Sant'Agata dei Goti (Benevento) si è verificata l'esplosione di una bomba carta davanti all'abitazione di un imprenditore, così come riportato dalla testata online «Ntr24» in pari data;

   lo stesso giorno il Sottosegretario di Stato alla difesa Angelo Tofalo ha dichiarato che i suddetti episodi criminosi in Valle Caudina sono un segnale allarmante per l'intera collettività della provincia di Benevento, così come riportato dalla testata online «Il Caudino» in pari data;

   il 24 settembre 2018 a seguito dell’escalation criminale in Valle Caudina, il prefetto dottor Cappetta ha convocato presso il comune di Sant'Agata de’ Goti il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica a cui ha preso parte anche il Sottosegretario per l'interno Carlo Sibilia;

   il 20 febbraio 2019 intorno alle 22 si è verificata la deflagrazione di una bomba dinanzi a una macelleria, in via Santisi a Sant'Agata de’ Goti (Benevento), teatro quindi di un attentato;

   in data 31 marzo 2019, nel comune di Durazzano, in provincia di Benevento, si è verificato un duplice omicidio; le vittime sono un suocero e un genero, entrambi originari del Casertano. Il fatto è avvenuto in pieno giorno, nella piazza del paese. La dinamica di quanto avvenuto è ancora da chiarire. Le indagini sono in corso, come riportato dalla testata online, «il mattino.it» il 31 marzo 2019;

   già nel 2013 fu richiesto un incremento della presenza dell'Arma dei carabinieri, attraverso specifiche interrogazioni parlamentari, sui territori di Durazzano e Sant'Agata de’ Goti;

   i militari che svolgono servizio presso la stazione dell'Arma dei carabinieri di Sant'Agata de’ Goti sono circa 10 e hanno giurisdizione sul comune di Sant'Agata de’ Goti e di Durazzano per una area complessiva di 75 chilometri quadrati;

   di notte nei territori sopra elencanti la locale stazione dell'Arma dei carabinieri riesce a organizzare con difficoltà un servizio di pattugliamento e quindi si rende necessario affidarsi al supporto della compagnia del comune di Montesarchio (Benevento) che dista dal comune di Sant'Agata de’ Goti circa 21 chilometri, con tempi di percorrenza di 25 minuti, e dal centro di Durazzano 26 chilometri, con tempi di percorrenza di 30 minuti –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti riportati e se, alla luce degli stessi, ritenga opportuno incrementare i militari in servizio presso la stazione di Sant'Agata de’ Goti (Benevento).
(4-02796)

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   da quanto emerso dall'ultimo consiglio di amministrazione «lampo» del gruppo Ferrovie dello Stato italiane, riunitosi nelle ultime ore per analizzare il dossier relativo alla crisi di Alitalia, il management avrebbe preso in esame la possibilità di una seconda proroga del termine per valutare e decidere sull'offerta di acquisto della compagnia aerea;

   il suddetto piano di acquisizione dovrebbe prevedere la creazione di un veicolo d'investimento ad hoc nel quale la società Ferrovie dello State Italiane s.p.a. abbia il ruolo di pivot, con una partecipazione azionaria oscillante tra il 35 ed il 40 per cento, affiancata dalla partecipazione del Ministero dell'economia e delle finanze (15 per cento) e dal partner internazionale Delta Airlines (con il 10-15 per cento), affiancati da un altro operatore di natura industriale;

   da alcune settimane si parla, inoltre, di un possibile coinvolgimento, quale partner fondamentale, di Atlantia, la holding facente capo alla famiglia Benetton che tra i tanti asset in portafoglio, oltre ad Autostrade per l'Italia, controlla Aeroporti di Roma e lo scalo aeroportuale della Costa Azzurra, oltre al 15 per cento dell'Aeroporto di Genova;

   un'altra delle possibili alternative evidenziate nei giorni scorsi anche dalla stampa nazionale, è rappresentata dal coinvolgimento della famiglia Toto, già proprietaria del vettore aereo AirOne, ed operante anch'essa nel settore delle concessioni autostradali;

   dal medesimo progetto si sono già defilate altre aziende di Stato come Fincantieri, Poste e Leonardo. Allo stato attuale, non essendo ancora intervenuta la conferma al sostegno da parte del colosso americano Delta Airlines, e mancando la disponibilità da parte di un altro socio «di peso» ad acquistare il restante 35-40 per cento di azioni della «newco», il management del gruppo Ferrovie dello Stato italiane è determinato a chiedere al Governo italiano un supplemento di termine per esercitare la sua opzione di acquisto;

   come già emerso nei mesi scorsi, l'opzione di natura industriale con il coinvolgimento del vettore tedesco Lufthansa determinerebbe un drastico ridimensionamento dei livelli occupazionali;

   dal suddetto scenario emergono le gravi difficoltà generali che il governo sta incontrando nella messa a punto del piano industriale di sviluppo della compagnia aerea e numerosi interrogativi che richiedono alcune risposte urgenti –:

   se rimanga fermo l'obiettivo di un'ampia maggioranza di proprietà dello Stato, attraverso partecipazioni dirette e indirette, nel capitale di Alitalia, quali società pubbliche siano coinvolte e se siano fondate le notizie di un coinvolgimento nella «newco» di Alitalia della Delta Airlines, di società riconducibili alla famiglia Toto e della holding Atlantia, quest'ultima in veste di partner fondamentale.
(2-00369) «Fassina, Fornaro».

Interrogazione a risposta scritta:


   FOTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   Sogin spa gestisce il decommissioning delle quattro centrali nucleari di Trino, Caorso, Latina e Garigliano e l'impianto Fn di Bosco Marengo, nonché gli ex impianti di ricerca Enea per il ciclo del combustibile Eurex di Saluggia, Opec e Ipu di Casaccia e Itrec di Rotondella;

   risulta all'interrogante che Sogin spa abbia acquistato, negli ultimi anni, fusti in acciaio per lo stoccaggio di materiale radioattivo destinato ad alcuni dei siti;

   certamente 1.200 fusti metallici in acciaio inox da 285 tonnellate per il sito di Casaccia risultano acquistati per una spesa di oltre 600.000,00 euro da Sider Piombino spa (ora Fucina Italia srl). Al riguardo, si segnala quanto si legge all'indirizzo internet https://ricerca.gelocal.it/iltirreno «... Un settore il nucleare in cui Sider può vantare prodotti esclusivi, come i contenitori schermati, usati per il trasporto e lo stoccaggio di materiale radioattivo, brevetto sviluppato in collaborazione con Sogin, e una speciale pompa per il trasferimento dei liquidi radioattivi...»;

   a pagina 61 del bilancio di sostenibilità 2016 di Sogin spa, riferito all'impianto Itrec di Trisaia, si legge: «... Per quanto riguarda le attività di messa in sicurezza dei rifiuti solidi SI.RI.S. sono stati caratterizzati e supercompattati, all'interno di contenitori “overpack” da 380 l, tutti i fusti contenenti i rifiuti solidi radioattivi non rilasciabili»;

   a quanto consta all'interrogante un ingente quantitativo di tali fusti sarebbe stato acquistato (per il sito di Trisaia) da una società con sede a Bergamo, e una parte dei quali — da tempo inutilizzata — risulterebbe stoccata presso il sito di Bosco Marengo (AL), segnatamente nell'edificio BLD3 –:

   se l'attività di messa in sicurezza dei rifiuti di cui in premessa sia stata affidata in tutto o in parte alla controllata Nucleco spa e per quale relativo costo;

   se i Ministri interrogati, anche in relazione alla determinazione della Corte dei conti n. 7 del 25 gennaio 2018, intendano richiedere a Sogin spa ogni utile informazione relativamente all'acquisto e al reale utilizzo dei fusti di cui in premessa.
(4-02799)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BOSCHI e PAITA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato italiane (Fsi) ha deliberato la nascita, con procedura di cessione di ramo di azienda, di una nuova società denominata FSTechnology;

   tale società nasce per far confluire in essa le strutture che si occupano di informatica presenti nelle società del gruppo Fsi;

   nella società è prevista la confluenza anche di personale assunto dall'esterno, non escludendo personale proveniente da società con le quali Fsi intrattiene rapporti di committenza;

   a tale società verrà affidata la gestione di un asset strategico per le Ferrovie dello Stato italiane ed in particolare la gestione dei contratti, economicamente rilevanti, che verranno stipulati con i fornitori di servizi informatici, nonché la gestione dei sistemi informativi in uso presso le società del gruppo;

   la necessità del gruppo di disporre di una leva strategica dell’Information Technologies sarebbe già ampiamente soddisfatta da Fsi attraverso un'organizzazione interna che prevede la dipendenza funzionale dalla capogruppo di tutte le strutture presenti nelle società del gruppo che si occupano di sistemi informativi;

   la storia delle Ferrovie dello Stato ha già visto nel passato l'esternalizzazione delle competenze informatiche in una società terza;

   nel 1994, infatti, nacque in ambito Ferrovie dello Stato (Fs) la società Tele Sistemi Ferroviari s.r.l., che ricevette da Fs il ramo d'azienda Edp, che forniva i servizi informatici del gruppo. Tale società venne presto messa sul mercato, acquistata prima per una parte minoritaria da soggetti terzi e infine, nell'arco di dieci anni, interamente esternalizzata;

   tale scelta ha comportato il depauperamento grave delle conoscenze in ambito Fs e la necessità di dover ricostruire le conoscenze perdute e, nel volgere di pochi anni, si è arrivati alla sparizione degli utili e ad aggravi per lo Stato;

   non vi è quindi alcuna garanzia che tale società rimarrà nell'orbita esclusiva del gruppo Fsi, ma, anzi, già adesso si parla di una società aperta al mercato esterno per una parte non irrilevante del proprio fatturato;

   non vi è alcuna garanzia che la nascita di questa nuova società e la sua collocazione sul mercato non permetta nel futuro l'entrata in questo delicato settore di competitor anche stranieri, che potranno depauperare l'azienda impossessandosi del prezioso know-how di cui le Fsi si sono faticosamente riappropriate in questi anni;

   l'organizzazione attuale, inoltre, permette sicuramente economie rispetto alla creazione di una nuova società, che dovrà per forza dotarsi di quelle strutture organizzative (personale, acquisti, logistica) ma soprattutto di quelle strutture dirigenziali (consiglio di amministrazione, amministratore delegato, ad esempio) le cui funzioni sono adesso condivise all'interno delle società di cui le strutture dei sistemi informativi fanno parte –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere al fine di evitare la palese diseconomicità di questa operazione, che rischia di trasformarsi in un pesante aggravio per i conti dello Stato, e di salvaguardare, al contempo, il prezioso patrimonio rigeneratosi in ambito aziendale relativo alla Information Technologies nonché di assicurare la permanenza del prezioso know-how nell'ambito delle Ferrovie dello Stato italiane.
(5-02006)


   DONZELLI e FIDANZA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'azienda francese Régie Autonome des Transports (Ratp), quinto gruppo al mondo nel settore bus, metro, treno e tram, che attualmente gestisce il trasporto pubblico a Parigi, attraverso la sua società controllata «Autolinee Toscane», si è aggiudicata l'appalto della regione Toscana per gestire il trasporto locale dei bus nella regione per i prossimi undici anni;

   con un valore di quattro miliardi di euro quella vinta in Toscana è la più grande gara d'appalto di un servizio di trasporto pubblico su gomma mai fatta in Europa;

   il concorrente nazionale della Ratp è stato il consorzio toscano Mobit, che raggruppa gli attuali gestori del trasporto pubblico su gomma in Toscana, posto che in base ai requisiti previsti dal bando alcuna consorziata avrebbe potuto partecipare singolarmente;

   il consorzio ha impugnato il provvedimento di assegnazione dinanzi al Tar, il quale ha annullato l'aggiudicazione;

   la sentenza del Tar è stata impugnata al Consiglio di Stato, che ha sospeso il giudizio e ha rimesso gli atti alla Corte di giustizia dell'Unione europea che ha riconosciuto la correttezza della gara e ha stabilito che le limitazioni alla partecipazione a gare per i soggetti affidatari di servizi in house, quale il gruppo Ratp al quale appartiene Autolinee Toscane, non si applicano per il periodo transitorio previsto dal regolamento (CE) n. 1370/2007, vale a dire fino al 3 dicembre 2019, ma ha aggiunto che quel principio non vale nel caso in cui le autorità di uno Stato membro abbiano deciso di applicare anticipatamente le norme del regolamento che dispongono quelle limitazioni;

   la società Ratp, in quanto pubblica e francese, non paga imposte e non è soggetta a iva, quindi, a giudizio degli interroganti, viola le norme sulla concorrenza, e, inoltre, detiene il monopolio dei trasporti nella regione dell'Île-de-France fino al 2024, quando le leggi europee prevedono che dal 2019 tutti i servizi pubblici dell'Unione europea debbano essere affidati mediante gare d'appalto;

   inoltre, la legislazione francese, con riferimento alla macroregione dell'Île-de-France (comprensiva anche dell'area urbana della capitale), nega qualsiasi reciprocità di accesso alle imprese italiane o di altri Stati membri dell'Unione europea, non solo per quanto riguarda l'esercizio del trasporto pubblico locale, ma addirittura per la gestione delle reti infrastrutturali, l'uno e l'altra riservati in esclusiva alla società Ratp Epic;

   di contro, la regione Toscana ha da anni espletato le gare, anticipando l'attuazione del regolamento comunitario; le autorità francesi hanno, per contro, confermato la totale chiusura del mercato per l'Île-de-France determinando: 1) l'impossibilità delle imprese europee di concorrere per l'aggiudicazione dei servizi relativi a un vasto ed economicamente rilevantissimo ambito territoriale; 2) un indebito vantaggio competitivo in favore delle società del gruppo Ratp, che concorre alle gare indette per il trasporto pubblico locale negli altri Stati membri dell'Unione europea, avvalendosi della posizione di preminente rilievo tecnico e finanziario garantita da quello che gli interroganti giudicano un ormai anacronistico e indisturbato regime di monopolio;

   la questione è più ampia perché riguarda la possibilità che società non italiane si candidino a gestire servizi pubblici italiani, bloccando lo sviluppo delle piccole e medie imprese del territorio;

   infine, c'è il rischio che la Ratp per gestire il trasporto pubblico toscano ricorra a una serie di subappalti, impiegando manodopera a basso costo e bloccando la ripresa economica locale –:

   se sia informato dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda adottare, nell'ambito delle sue competenze, per tutelare le imprese italiane ed evitare che si determini un indebito vantaggio competitivo per società estere come nel caso richiamato;

   quali iniziative intenda assumere in sede europea affinché sia garantita parità di accesso e di trattamento a tutte le imprese dei diversi Stati membri.
(5-02014)


   BERGAMINI, SOZZANI, GERMANÀ, MULÈ, PENTANGELO, ROSSO e ZANELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   come riportato da numerosi organi di informazione già nel corso della giornata del 28 aprile 2019, Trenitalia ha dovuto cancellare il treno Frecciarossa n. 9604 in partenza da Brescia e diretto a Napoli delle ore 5,17 a causa della assenza di uno dei due macchinisti e dello stato di alterazione psico-fisica per alcol dell'altro macchinista;

   secondo le ricostruzioni i due avrebbero abusato di alcolici nel corso della serata precedente la partenza, tanto che il più giovane dei due macchinisti addirittura si sarebbe recato in ospedale per i malori, mentre l'altro nonostante le analoghe condizioni si è presentato al lavoro prendendo servizio. Solo l'accortezza del capotreno ha permesso di prevenire ed evitare i rischi e i pericoli che i viaggiatori avrebbero potuto correre;

   una volta avvisate la Polizia ferroviaria e quella stradale e verificato l'effettivo stato di ubriachezza del macchinista – il tasso alcolemico era di 1,95 g/l, quasi quattro volte il massimo consentito dalla normativa vigente per la conduzione di veicoli – Trenitalia ha soppresso il servizio del treno n. 9604, trasferendo i passeggeri con un treno regionale alla stazione di Milano centrale per poter accedere ad un altro Frecciarossa diretto a Napoli, ovviamente con disagi e ritardi;

   Trenitalia ha comunicato che si sarebbe trattato di un episodio «mai registrato in precedenza» sventato grazie a uno «stringente e articolato sistema di controlli», ma agli interroganti non risulta che vi siano verifiche sistematiche e capillari delle condizioni in cui versano i macchinisti prima di ogni servizio;

   secondo quanto riportato da alcuni quotidiani nella giornata del 29 aprile 2019, i due macchinisti potrebbero essere denunciati per interruzione di pubblico servizio, ma in realtà non vi sarebbero gli elementi per perseguirli, men che meno penalmente –:

   se e quali iniziative il Ministro interrogato, nell'ambito delle proprie competenze, intenda assumere e promuovere per garantire l'adozione di un sistema di verifiche e controlli effettivo e strutturato finalizzato ad assicurare condizioni di piena e continuativa idoneità degli equipaggi nel servizio di trasporto pubblico.
(5-02015)

INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro per la famiglia e le disabilità, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   da una stima dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT), nell'ultimo rapporto del 2018, l'Italia è terza in Europa per uso di cannabis, con una percentuale del 33,1 per cento, dopo Francia (41,4 per cento) e Danimarca (38,4 per cento);

   il Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, annovera la cannabis tra tali sostanze e ne disciplina la produzione e la vendita a fini esclusivamente terapeutici;

   l'Istituto superiore di sanità (Iss) ha dichiarato, altresì, che i prodotti a base di cannabis contenente basse quantità di tetraidrocannabinolo (Thc), inferiore al limite di 0,6 per cento previsto dal decreto del Presidente della Repubblica sopra citato, sono pericolosi per la salute;

   nonostante tale pronuncia dell'Iss, in Italia stanno dilagando i cannabis shop che vendono vari prodotti a base di cannabis, dagli olii alle tisane, alle bevande energetiche fino ai biscottini, e che si stima siano già oltre settecento in tutta Italia; solo in Lombardia sono passati dai 67 del 2017 ai 121 del 2018, e la crescita maggiore negli ultimi dodici mesi è avvenuta nel Lazio, dove sono passati da 42 a 105, il 63 per cento in più in un solo anno;

   nel rilevare che «non può essere esclusa la pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa» l'Iss aveva, altresì, raccomandato di attivare le misure necessarie a bloccare la libera vendita di tali merci, «nell'interesse della salute individuale e pubblica», e nella stessa direzione si era mossa anche un'interrogazione presentata dal Gruppo di Fratelli d'Italia, ma alcuna iniziativa è stata assunta in merito dal Governo e i cannabis shop sono tutti ancora aperti;

   ancorché l'uso di cannabis in Italia stia dilagando e si riveli una vera emergenza sociale ed educativa, a Milano, dal 3 al 5 maggio 2019, si terrà l'International Cannabis Expo e in tutta la città sono stati affissi manifesti per promuovere questa manifestazione, sui quali figurano una grande foglia verde, inequivocabilmente una foglia di cannabis, e la scritta «Io non sono una droga»;

   gli organizzatori della suddetta manifestazione sostengono che lo scopo dell'evento è quello di promuovere solo l'uso tessile, alimentare e terapeutico della cannabis, ma tra gli invitati figura Frenchy Cannoli, una sorta di guru dell’hashish che, come riportano notizie di stampa, interverrà all'evento per «tenere il workshop teorico – pratico di circa 6 ore, in cui i partecipanti potranno imparare le sue tecniche dal vivo. E potranno imparare a realizzare l’hashish migliore del mondo dall’hashmaker migliore del mondo»;

   il messaggio trasmesso dai cartelloni che pubblicizzano l'International Cannabis Expo è, ad avviso degli interpellanti, del tutto ingannevole e sembra piuttosto perseguire un intento di propaganda della droga libera, in aperto spregio delle vigenti normative in materia di sostanze stupefacenti e, in particolare del comma 1 dell'articolo 82 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 che recita «Chiunque pubblicamente istiga all'uso illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, ovvero svolge, anche in privato, attività di proselitismo per tale uso delle predette sostanze, ovvero induce una persona all'uso medesimo, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da lire due milioni a lire dieci milioni»;

   infine, a fronte del diffuso utilizzo della cannabis in Italia, e dell'allarme sociale, educativo e sanitario che ne deriva, sarebbe necessario promuovere campagne d'informazione sui danni alla salute che provoca l'utilizzo dei cannabinoidi, in particolare durante l'adolescenza, circa la pericolosità dell'uso di tale droga in merito all'incidenza rispetto alla commissione di reati e di incidenti stradali e relativamente all'innalzamento della spesa sanitaria per i danni alla salute –:

   se siano informati dei fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative di competenza intendano assumere per verificare la sussistenza dei presupposti per impedire lo svolgimento della manifestazione, per affrontare le problematiche educative e i rischi per la sicurezza e per la salute che possono essere ingenerati da quella che appare agli interpellanti un'ingannevole campagna pubblicitaria dell'evento in questione, e per promuovere, invece, un'informazione corretta e responsabile rispetto ai rischi derivanti dall'utilizzo della cannabis.
(2-00367) «Meloni, Bellucci, Fidanza, Lollobrigida, Gemmato».

Interrogazione a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   sulla Gazzetta Ufficiale del 25 marzo 2019, n. 71, è stato pubblicato il decreto del Presidente della Repubblica del 22 marzo 2019 recante l'indizione dei comizi elettorali per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia;

   di conseguenza, dal 25 marzo 2019 si applicano le «Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica» di cui alla legge 22 febbraio 2000 n. 28;

   in data odierna, 24 aprile 2019, nella pagina Facebook ufficiale del Ministero dello sviluppo economico per due volte rilanciati rispettivamente: un post del profilo pubblico di Luigi Di Maio; una video-diretta pubblicata sempre dal profilo pubblico di Luigi Di Maio;

   il fatto che siano stati utilizzati mezzi e risorse pubbliche, ancorché digitali, afferenti alle strutture del Ministero dello sviluppo economico, integra, ad opinione dell'interrogante una palese violazione della summenzionata legge n. 28 del 2000, ed, in ispecie, dell'articolo 9, recante «Disciplina della comunicazione istituzionale e obblighi di informazione», il quale sancisce al primo comma che: «Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni»;

   ad opinione dell'interrogante, il caso in questione presenta una forma di comunicazione effettuata da parte di una pubblica amministrazione evidentemente priva dei requisiti di impersonalità e indispensabilità –:

   se il Ministro dello sviluppo economico, alla luce dei fatti di cui in premessa, non intenda disporre con effetto immediato la rimozione dal profilo ufficiale del Ministero dei suoi personali contenuti politici;

   se lo stesso intenda assicurare la cessazione di tali attività, garantendo l'impersonalità della comunicazione delle pubbliche amministrazioni;

   se il Ministro dell'interno, per quanto di competenza, con riguardo al profilo della regolarità di tutte le fasi del procedimento elettorale, intenda intraprendere iniziative volte a salvaguardare il rispetto della legge n. 28 del 2000.
(4-02794)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ANZALDI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   l'istituto comprensivo Giovanni Falcone presso il quartiere Zen 2 di Palermo in soli 7 giorni è stato oggetto di atti vandalici per tre volte;

   oltre ai rilevanti danni alla struttura sono stati fatti sparire tutti i giochi per i bambini e diverso materiale didattico;

   la dirigente scolastica responsabile dell'istituto ha lanciato un appello alle istituzioni e ai cittadini, affinché aiutino questa scuola a risollevarsi e diventare «infrastruttura» sociale aperta per il quartiere;

   l'appello è stato rivolto anche a street artist, associazioni, compagnie teatrali, musicisti per una scuola che combatte il degrado culturale del comprensorio territoriale in cui insiste e di cui gli atti vandalici sono frutto;

   è stata data disponibilità ad aprire la scuola anche la domenica per offrire ai bambini e ai genitori iniziative culturali, nonostante le evidenti carenze anche di strutture della scuola e del quartiere;

   è stata anche lanciata una raccolta di fondi, perché i bambini dell'istituto in questione hanno bisogno di tutto, soprattutto dopo il furto dei giochi e dei gonfiabili;

   manca anche l'impianto di videosorveglianza che la scuola è pronta ad acquistare con i fondi che verranno dalle donazioni –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intenda assumere al fine di supportare l'iniziativa dell'istituto in questione, affinché possa essere dotato di un impianto di videosorveglianza nonché possa procedere a un rafforzamento dell'offerta culturale, anche in relazione alle note criticità del contesto sociale in cui si trova ad operare.
(5-02008)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro per il sud, per sapere – premesso che:

   secondo i dati Istat, il Mezzogiorno d'Italia ha registrato nel 2018 un tasso di disoccupazione pari al 18,4 per cento, quasi il triplo di quello rilevatosi al Nord (6,6 per cento) e il doppio di quello del Centro (9,4 per cento). A differenza di queste aeree del Paese, il Sud deve ancora recuperare i livelli di occupazione del 2008, cioè quelli pre-crisi: nel 2018 il tasso di occupazione infatti è stato del 44,5 per cento, un punto e mezzo in meno al 2008, mentre in via generale il medesimo Istituto rileva ancora a febbraio 2019 un'ulteriore flessione dell'occupazione;

   l'articolo 1, comma 247, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (bilancio 2019) ha disposto che nel limite complessivo di 500 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, i programmi operativi nazionali e regionali e i programmi operativi complementari possano prevedere misure per favorire le assunzioni di persone fino a 35 anni di età, ovvero di persone di età anche maggiore a 35 anni purché in stato di disoccupazione da almeno sei mesi, nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna;

   tali misure corrispondono ad un esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, comunque nel limite massimo annuo pari a 8.060 euro, in occasione di assunzioni dei richiamati soggetti con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche in somministrazione;

   misura analoga, limitatamente ai giovani di età inferiore a 35 anni e su tutto il territorio nazionale, fu introdotta precedentemente nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87 (cosiddetto «decreto dignità») all'articolo 1-bis, comma 1, secondo il quale le modalità di fruizione dell'esonero sarebbero state definite con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, cioè entro il 10 ottobre 2018. Agli interpellanti non risulta ancora adottato tale decreto attuativo;

   con decreto 19 aprile 2019, n. 178 adottato dal direttore generale dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal), ai sensi del richiamato articolo 1, comma 247, della legge di bilancio 2019, è istituito l'Incentivo occupazione sviluppo Sud. Il decreto, all'articolo 1, affida la gestione della misura all'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), prevedendo, al successivo articolo 9, che le modalità per accedere al riconoscimento dell'esonero contributivo siano illustrate in apposita circolare emanata dal medesimo Istituto «a seguito della pubblicazione del presente decreto», senza ulteriori specifiche sulle tempistiche;

   l'annuncio dell'approvazione di una misura di incentivo occupazionale per il Mezzogiorno, in continuità con quanto già previsto da numerosi precedenti Governi, prevista per le assunzioni dell'anno 2019 e dell'anno 2020, ha lasciato credere e sperare i datori di lavoro e le numerose persone in cerca di lavoro nel Sud del Paese che avrebbero potuto accedere all'esonero contributivo già a partire dal 1° gennaio 2019, ma come specificato dall'articolo 2 del richiamato decreto emanato da Anpal, destinatari della misura sono esclusivamente «i datori di lavoro privati che assumano, nel periodo compreso tra il 1° maggio 2019 al 31 dicembre 2019»;

   oltre a cancellare sostanzialmente la proroga del precedente Bonus Occupazione Sud, il Governo, a parere degli interpellanti, ha permesso che si introducesse surrettiziamente un intervallo di fruizione delle misure di incentivo, riducendone quindi il perimetro di accesso ed escludendo di fatto tutti i casi di assunzioni attivate nel corso dei primi quattro mesi dell'anno in corso. Il decreto Anpal inoltre limita l'incentivo solo ai datori di lavoro privati che non hanno mai avuto alcun rapporto di lavoro con il medesimo lavoratore, fatti salvi i casi di trasformazione del contratto in essere;

   a tale drammatica beffa si aggiunge ora anche il danno, se possibile ancor più tragico. Come illustrato in precedenza l'incentivo è riconosciuto per le assunzioni a decorrere dal 1° maggio 2019 fino a fine anno, secondo le modalità che devono essere definite da INPS con apposita circolare, ma ad oggi agli interpellanti non risulta ancora adottata alcuna circolare in merito da parte dell'Istituto, di fatto rischiando che la durata di assunzione e quindi il relativo periodo di fruizione dell'incentivo si riducano ulteriormente, a scapito di quanti nel Sud vogliono e hanno bisogno di lavorare e degli imprenditori che vogliono e hanno bisogno di dare lavoro –:

   se i Ministri interpellati sia a conoscenza di quanto contenuto nel decreto n. 178 del 2019 emanato da ANPAL;

   se, nell'ambito delle proprie competenze, non intendano assumere iniziative, anche di natura normativa, volte a fare salve le assunzioni operate nel corso dei primi quattro mesi dell'anno in corso al fine di permettere il riconoscimento del relativo esonero contributivo, ai sensi della normativa vigente;

   se, al fine della effettiva accessibilità alla misura di incentivo occupazionale di cui in premessa, non intendano assumere le dovute e tempestive iniziative affinché l'Inps adotti celermente e prima del 1° maggio 2019 la circolare volta a definire le modalità per accedere al beneficio.
(2-00366) «Occhiuto, Paolo Russo, Polverini, Zangrillo, Cannatelli, Fatuzzo, Musella, Rotondi, Carfagna, Cappellacci, Casciello, Casino, Cannizzaro, Martino, Minardo, Napoli, Pentangelo, Pittalis, Santelli, Sarro, Elvira Savino, Cosimo Sibilia, Sisto, Tartaglione, Maria Tripodi, Versace, Vito, Barelli, Battilocchio, Nevi, Ruggieri».

Interrogazioni a risposta scritta:


   SANDRA SAVINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   in tutta Italia le domande per l'accesso al reddito di cittadinanza sono 806 mila, di cui 682 mila sono già state valutate. Di queste ultime 488 mila sono state accolte e 187 mila respinte, con un tasso di bocciatura del 27 per cento. La Consulta dei Caf ha calcolato che le domande finali potrebbero essere, a livello nazionale, circa 900 mila, contro il calcolo di 1,3 milioni fatto dal Governo;

   nella sola provincia di Napoli le domande accolte hanno superato le 52 mila, più di tutta la Lombardia (37 mila) e più del triplo dell'intera Emilia-Romagna;

   in Emilia-Romagna le richieste già analizzate sono state, invece, quasi 26 mila, di cui 15 mila accolte e 10 mila respinte, con una percentuale di bocciatura molto più alta, il 39 per cento, che si riduce appena se si scende nella provincia di Bologna;

   nel capoluogo emiliano le richieste valutate finora (che dunque non sono le totali, che dovrebbero sfiorare le 7.200 domande) sono state 5.618, con 3.387 domande accolte (il 60 per cento) e 2.103 richieste respinte (37 per cento), più 128 pratiche sotto esame;

   secondo i Caf locali la motivazione del minor numero di domande e di domande accolte potrebbe dipendere dalle condizioni economiche migliori della regione Emilia-Romagna; tuttavia, giova osservare che, nonostante il tasso di povertà della regione Emilia-Romagna sia più basso rispetto alle regioni meridionali (4,6 per cento nel 2017, rispetto al 10,3 per cento delle regioni meridionali) secondo l'assessorato al welfare del comune di Bologna, dati alla mano (Eurostat), le persone a rischio di povertà sono 60 mila a Bologna e ben 140 mila nell'intera area metropolitana;

   si tratta di numeri ben lontani dalle pratiche per il reddito di cittadinanza in esame in Emilia e a Bologna, senza considerare che il costo della vita in queste aree è decisamente più alto che nel Mezzogiorno –:

   quali iniziative intenda adottare per ridurre le sperequazioni territoriali, come quella sopra evidenziata, nella concessione del reddito di cittadinanza.
(4-02792)


   DEIDDA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per il sud. — Per sapere – premesso che:

   l'Anpal, con decreto direttoriale n. 178 del 19 aprile 2019, ha prorogato – per il biennio 2019-2020 – l'incentivo occupazione sviluppo Sud (cosiddetto bonus Sud) come previsto dall'articolo 1, comma 247, della legge n. 145 del 2018 (legge di bilancio 2019);

   la citata legge di bilancio ha previsto la riduzione dei contributi previdenziali in favore dei datori di lavoro privati che procedano, nel periodo dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2019, ad assunzioni, con contratto a tempo indeterminato, di lavoratori di età compresa tra i 16 e i 34 anni, ovvero di lavoratori anche di età pari o superiore ai 35 anni privi di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi;

   la misura è stata rifinanziata, nel limite complessivo di 120 milioni di euro, e opera esclusivamente per i datori di lavoro che abbiano la propria sede nelle regioni cosiddette «meno sviluppate», e cioè Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, nonché, nelle regioni cosiddette «in transizione», tra le quali, Abruzzo, Molise, Sardegna; l'entità economica del beneficio è pari alla contribuzione previdenziale prevista a carico del datore di lavoro, per un importo massimo annuo, a lavoratore, pari a 8.060 euro;

   il citato decreto ha previsto che i datori di lavoro privati, destinatari dei contributi suindicati, siano esclusivamente quelli che procedano alle citate assunzioni nel periodo compreso tra il 1° maggio 2019 e il 31 dicembre 2019;

   resterebbero escluse dalla corresponsione di tale beneficio tutte quelle aziende che, confidando nell'applicazione dell'incentivo, abbiano provveduto ad assumere personale nel periodo compreso dal 1° gennaio al 30 aprile 2019;

   tale previsione comporta un'evidente lesione del principio di uguaglianza, apparendo del tutto irragionevole l'esclusione dall'attribuzione del beneficio in questione per le aziende che abbiano assunto nel primo quadrimestre del 2019 –:

   se siano a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative di competenza intendano adottare al fine di assicurare una modifica del citato decreto direttoriale, prevedendo l'estensione del relativo beneficio anche a quelle aziende che abbiano già assunto i lavoratori interessati nell'arco del citato primo quadrimestre.
(4-02793)


   PASTORINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   General Logistics Systems, Gls, è una compagnia di trasporti con svariate sedi in Italia che offre trasporto internazionale di merci e contratti logistici. Il comparto della contract logistics segna una continua crescita che, tuttavia, appare inversamente proporzionale alle condizioni di lavoro di quanti operano all'interno dei magazzini delle società attive nel settore;

   infatti, in questi anni sono stati molti gli episodi segnati da palesi violazioni dei diritti dei lavoratori, da ultimo il licenziamento di 33 facchini presso l’hub Gls piacentino colpevoli, secondo quanto riferito dalla società Seam fornitrice di servizi presso la sede dell'Emilia-Romagna, di essere «troppo conflittuali» e questo poiché i lavoratori, iscritti all'Unione sindacale di base Usb, avevano dato vita a un ciclo di proteste volte a ottenere condizioni di sicurezza sul posto di lavoro a seguito dell'ennesima aggressione subita all'interno del magazzino, un ambiente insicuro non solo per carenze strutturali, ma anche per il ripetersi di gravi atti violenti e di caporalato;

   dal 16 aprile 2019, i lavoratori licenziati hanno scelto di sposare una forma di contestazione radicale in difesa del diritto al lavoro salendo sul tetto dello stabile Gls. La protesta prosegue ininterrotta da due settimane senza che ad oggi vi siano stati passi avanti da parte della società di logistica a fronte di un chiaro peggioramento delle condizioni della protesta e degli stessi lavoratori, fra i quali si sono verificati anche malori;

   si tratta di 33 lavoratori licenziati e 33 famiglie monoreddito che non hanno più un sostentamento. I lavoratori nonostante quanto affermato da Gls, che ha tentato di strumentalizzare la protesta, hanno dichiarato di volersi impegnare nel rilancio del sito produttivo, chiedendo unicamente di riportare la sicurezza e la legalità nel magazzino di Piacenza;

   tuttavia, dall'altra parte nulla si muove, anzi ci sono stati tentativi, fortunatamente vani, di screditare l'azione di protesta e al licenziamento plurimo per motivi disciplinari è seguita la dichiarazione di esubero per altri 54 lavoratori, con il sostanziale effetto di intimidire i dipendenti e mettere in atto misure di ristrutturazione accompagnate da tagli di posti di lavoro al solo fine di aumentare il profitto –:

   se sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e di quella che appare all'interrogante una grave violazione dei diritti subita dai lavoratori, puniti con il licenziamento perché hanno preteso dignità e legalità che uno stato di diritto dovrebbe assicurare;

   quali iniziative, nell'ambito delle sue competenze, intenda adottare affinché la situazione dei 33 facchini piacentini venga al più presto risolta con il reintegro degli stessi e se, a tal fine, ritenga opportuno aprire un tavolo di confronto che coinvolga le parti interessate, compresa la sigla sindacale Usb cui sono iscritti i lavoratori colpiti dall'ingiusto licenziamento;

   quali iniziative intenda mettere in atto affinché siano assicurate maggiori garanzie ai lavoratori appartenenti al settore della logistica e non si ripetano in futuro simili episodi di violenza, garantendo sempre le giuste e appropriate condizioni di sicurezza sul posto di lavoro.
(4-02801)


   PASTORINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'Enasarco è l'ente di previdenza e assistenza dei rappresentanti di commercio e degli agenti e promotori finanziari italiani. Con decreto legislativo n. 509 del 30 giugno 1994 (specificatamente all'articolo 1 e all'allegato A) esso è stato trasformato in fondazione di diritto privato;

   l'Enasarco gestisce circa 7 miliardi e 300 milioni di patrimonio tra immobili e valori mobiliari;

   l'ente è gestito da un presidente e da un direttore generale. Quest'ultimo, sulla base delle direttive del consiglio d'amministrazione, svolge le funzioni esecutive. Il medesimo consiglio d'amministrazione elegge il presidente;

   il consiglio d'amministrazione è composto da 15 membri ed è eletto ogni 4 anni dai delegati eletti dagli iscritti. I delegati sono espressione delle diverse categorie di imprese e di lavoratori iscritti al sistema previdenziale Enasarco;

   inoltre, l'Enasarco annovera anche un collegio sindacale composto da 5 membri, due di nomina ministeriale e 3 di elezione da parte dei delegati. I Ministeri che vigilano sull'Enasarco sono il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il Ministero dell'economia e delle finanze;

   tuttavia, tra i consiglieri d'amministrazione vi è un membro che continua a svolgere la propria attività professionale privata, gestendo circa 300 portafogli della clientela, pur essendo delegato del consiglio d'amministrazione dell'Enasarco per gli investimenti dell'ente, presiedendone il relativo comitato;

   inoltre, tale consigliere è anche membro del Comitato consultivo della Sorgente Sgr, una società di gestione di fondi d'investimento, parte della Sorgente Group (holding attiva nei settori immobiliare e della finanza), che ha in atto un contenzioso con l'Enasarco e che, di recente, è stata commissariata dalla Banca d'Italia proprio a seguito delle vicende che hanno dato origine al contenzioso;

   infine, sul quotidiano «La Verità» del 6 aprile 2019, è apparsa la notizia secondo cui il consigliere in questione avrebbe festeggiato il proprio compleanno con esponenti della Sorgente Group e di altri fondi privati. Appare evidente come il palese conflitto d'interessi nei riguardi dell'ente, nel cui organo di gestione egli siede, nuoccia all'Enasarco dal punto di vista sia finanziario sia d'immagine –:

   quali iniziative, sulla base della legislazione vigente, intendano assumere i Ministri interrogati al fine di vigilare e impedire che tale situazione si protragga, onde prevenire operazioni in conflitto d'interesse e preservare l'immagine e le aspettative patrimoniali di sana e prudente gestione dell'Enasarco.
(4-02802)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E TURISMO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BORDO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   le organizzazioni di rappresentanza delle imprese agricole della provincia di Foggia, la più grande area di produzione cerealicola d'Italia, lamentano la mancata erogazione, da parte dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura dei premi relativi ai contratti di filiera del grano duro per gli anni 2016, 2017, 2018;

   tali ritardi, a dire dei rappresentanti di Agea, sarebbero motivati dalla mancata acquisizione, da parte dei Centri di assistenza agricola, dell'indispensabile certificazione antimafia;

   su tale argomento è intervenuta la prefettura di Foggia (nota n. 0014605 del 15 marzo 2019) segnalando ad Agea che alla stessa non risultano richieste di acquisizione di certificazioni antimafia e che, sulla base della normativa vigente, l'erogazione può avvenire, pur sottoposta a condizione risolutiva, a partire dal 30° giorno dall'avvenuto inserimento dell'istanza di certificazione nella Banca dati nazionale antimafia, ciò a causa della particolare complessità degli accertamenti richiesti dalla normativa stessa;

   la prefettura di Foggia, dunque, ha esplicitamente escluso ogni connessione funzionale tra la mancata acquisizione della documentazione antimafia e i ritardi nell'erogazione delle somme dovute alle imprese agricole –:

   come e in quali termini il Ministro interrogato intenda procedere, per quanto di competenza, per garantire alle imprese agricole il tempestivo trasferimento delle somme attese ormai da 3 anni.
(5-02010)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   PASTORINO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   le disposizioni vigenti in materia di termini di pagamento dei trattamenti di fine rapporto (Tfr) e di fine servizio (Tfs) in favore dei dipendenti del pubblico impiego evidenziano una disparità rispetto alla disciplina riguardante i dipendenti del settore privato;

   come previsto dalla normativa relativa e come specificato dalle circolari dell'Inps n. 73 del 5 giugno 2014 e n. 154 del 17 settembre 2015, a seconda delle cause di cessazione del rapporto di lavoro, i tempi di attesa per l'erogazione del Tfr o del Tfs per i dipendenti pubblici variano da un minimo di 105 giorni, in caso di decesso o inabilità del lavoratore, a un massimo di oltre due anni per un'altra serie di casi, oltre al fatto che il pagamento degli stessi, quando l'importo supera i 50.000 euro, viene corrisposto in due o tre rate annuali;

   come noto, per motivi di contenimento della spesa pubblica i dipendenti della pubblica amministrazione hanno vissuto una stagione di forte compressione e di tagli, si vedano la legge n. 122 del 2010 e la legge n. 148 del 2011, cui sono seguite la legge n. 214 del 2011, che introduceva la cosiddetta «riforma Fornero» del sistema pensionistico, e le successive leggi che hanno avuto come obiettivo la revisione della spesa pubblica (legge n. 135 del 2012) e la razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni (legge n. 125 del 2013 e legge n. 114 del 2014), per arrivare infine alla legge di stabilità 2015;

   a tal riguardo il tribunale di Roma ha rinviato alla Corte costituzionale la decisione in merito alla disparità tra il settore pubblico e quello privato nei trattamenti di fine rapporto, sollevando dubbi di costituzionalità in merito alla dilazione e allo scaglionamento della liquidazione del Tfs. L'ordinanza si riallaccia alla giurisprudenza costituzionale secondo cui gli interventi a tutela del contenimento della spesa pubblica, qual è la dilazione del pagamento del Tfs, sono legittimi solo a condizione che non trasmodino in «regolamenti irrazionali», lesivi dell’«affidamento del cittadino nella sicurezza giuridica» (Corte costituzionale, sentenza n. 822/1988), siano correlati ad esigenze di bilancio straordinarie e gravi e abbiano carattere temporaneo (Corte costituzionale, sentenza n. 178/2015); per converso la misura della dilazione del pagamento del Tfs ha carattere strutturale e definitivo; tuttavia, con riferimento alla suddetta ordinanza e in attesa di deposito della sentenza, l'ufficio stampa della Corte costituzionale il 17 aprile 2019 ha dichiarato che: «al termine della discussione le questioni sono state dichiarate infondate, ma con esclusivo riferimento al caso di una lavoratrice in pensione per ragioni diverse dal raggiungimento dei limiti massimi di età o di servizio». In questa ipotesi, la Corte ha ritenuto «non irragionevole il regime restrittivo introdotto dal legislatore, che prevede la liquidazione delle indennità nel termine di 24 mesi e il pagamento in rate annuali». Restano quindi «impregiudicate le questioni sul pagamento delle indennità nel termine di 12 mesi, e sulle relative rateizzazioni, per i pensionati che hanno raggiunto i limiti massimi di età o di servizio»;

   pertanto, la questione rimane aperta. In termini legislativi, si è provato ad apportare delle migliorie, introducendo la possibilità di chiedere un anticipo del Tfr e riducendo, anche se minimamente, la tassazione con legge n. 26 del 2019, senza però cambiare la sostanza –:

   se siano a conoscenza della disparità esposta in premessa e, relativamente ad essa, quali siano le posizioni dei Ministri interrogati; quali iniziative, per quanto di competenza, intendano porre in essere al fine di sanare l'irragionevole discriminazione dei pubblici dipendenti rispetto a tutti gli altri cittadini e lavoratori, in ossequio alle disposizioni contenute negli articoli 3 e 36 della Costituzione.
(4-02795)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DE LUCA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in molte realtà della Campania e, in particolare, della provincia di Salerno si registrano rilavanti disagi per quanto concerne il servizio postale;

   tra le realtà maggiormente critiche, oltre ad alcune zone della città di Salerno, vi sono Eboli, Nocera Inferiore, Pontecagnano Faiano, Pellezzano e Mercato San Severino, con segnalazioni da parte delle organizzazioni sindacali e anche di associazioni di consumatori e semplici cittadini;

   la politica aziendale di Poste Italiane spa sembra penalizzare fortemente alcune aree, in particolare nel Mezzogiorno, privilegiando il profilo finanziario dell'azienda rispetto a quello di fornitore di servizio universale;

   la questione del recapito a giorni alterni, la chiusura di sportelli, le giacenze di corrispondenza stanno arrecando forti disagi sia in termini di utilizzo che di qualità del servizio erogato ai cittadini;

   non si può neppure ignorare l'oggettivo peggioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti postali, costretti a incrementi importanti dei carichi di lavoro sia nel recapito e nelle consegne sia agli sportelli –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere il Governo, nell'ambito del vigente contratto di servizio, affinché per le realtà campane di cui in premessa vengano poste in essere, tempestivamente misure di efficientamento del servizio medesimo, tali da garantire il rispetto del principio di universalità a cui è tenuta – in virtù della normativa nazionale ed europea – Poste Italiane, a tutela delle comunità interessate dagli attuali rilevanti disagi.
(5-02007)

Interrogazioni a risposta scritta:


   TOPO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   i cittadini di Grazzanise, residenti nelle frazioni di Brezza e Borgo Appio, stanno protestando contro la grave decisione di Poste Italiane di chiudere, senza alcun preavviso l'ufficio postale presente presso la frazione di Grazzanise Brezza e senza alcuna comunicazione circa la riapertura dello stesso;

   suddetto ufficio serve quotidianamente un gran numero di utenti, soprattutto anziani, provenienti non solo dalle frazioni di Brezza e Borgo Appio, ma da un'area più vasta del comprensorio territoriale, in quanto ubicato su una direttrice viaria provinciale che fa da collegamento tra diversi comuni;

   con la chiusura dell'ufficio postale in questione, quello più vicino risulta essere a Grazzanise Centro, che dista circa 3 chilometri dalla frazione Brezza e ben 8 chilometri dalla frazione di Borgo Appio tenendo nella dovuta considerazione le difficoltà relative alla raggiungibilità dello stesso a causa della assenza di servizi di trasporto pubblico;

   la chiusura dello sportello postale rappresenta, quindi, un ulteriore grave atto di impoverimento del territorio in termini di servizi posto in essere da un'azienda a partecipazione pubblica prevalente che eroga un servizio importantissimo di rilevanza pubblica come quello postale –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo, nell'ambito del contratto di servizio in essere, affinché Poste Italiane assicuri il rispetto dell'utenza residente nelle citate frazioni e l'ufficio postale della frazione di Grazzanise Brezza possa essere riattivato nel più breve tempo possibile a tutela, in particolare, delle categorie sociali più deboli.
(4-02797)


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il 6 settembre 2018 ArcelorMittal (Am) ha ufficialmente acquisito Ilva con un piano di investimenti di 2,4 miliardi di euro tra componente ambientale e industriale, cui si aggiungono 1,3 miliardi in dotazione ai commissari di Ilva in amministrazione straordinaria (A.s.) destinati alle bonifiche delle aree non produttive, escluse o non acquisite da Am;

   sempre nel settembre 2018, il Ministro interrogato si era fatto promotore di un addendum ambientale sottoscritto dai soli sindacati;

   a 7 mesi dall'accordo non vi è ancora alcun avvio delle attività di bonifica, che dovrebbero svolgersi, come da precedenti accordi, impiegando gli ex dipendenti Ilva in cassa integrazione guadagni straordinaria non assorbiti da Mittal;

   durante l'audizione in Commissione ambiente del 6 marzo 2019 i commissari dell'Ilva in A.s. hanno dichiarato che i livelli di produzione degli stabilimenti non superano le 6 milioni di tonnellate previste dal contratto di assegnazione;

   diversi studi di coorte effettuati da ricercatori epidemiologici accreditati e validati dagli enti sanitari preposti hanno rivelato una relazione tra l'altissimo tasso di mortalità nell'area di Taranto e l'inquinamento di origine industriale in modo direttamente proporzionale ai livelli di produzione;

   l'Arpa Puglia ha rilevato negli ultimi mesi un incremento delle emissioni della cookeria di benzene, idrocarburi policiclici aromatici e acido solfidrico rispetto al medesimo periodo del 2018;

   secondo la Fiom Cgil Taranto, in data 10 marzo 2019, tale situazione è stata determinata da un aumento della produzione, da 12 mila tonnellate giornaliere di Ilva in A.s. a 13/14 mila tonnellate con la nuova gestione;

   recentemente alcuni rilevanti organi di informazione, in contraddizione con quanto dagli stessi dichiarato nei precedenti mesi, stimano le perdite di ArcelorMittal in 20 milioni di euro mensili e i livelli di produzione stazionari intorno ai quattro milioni di tonnellate;

   ad oggi, non sono ancora stati pubblicati dati ufficiali relativi ai livelli di produzione, né dagli amministratori straordinari, né da ArcelorMittal, sebbene siano obbligati a rendere pubbliche tali informazioni;

   in data 18 marzo il procuratore capo di Taranto ha dato mandato a Ilva in A.s. di procedere a caratterizzazione delle cosiddette «collinette ecologiche» sequestrate dalla procura di Taranto con successiva ordinanza sindacale di chiusura delle scuole adiacenti –:

   se e quali iniziative intenda intraprendere affinché si rendano finalmente noti gli attuali livelli di produzione degli stabilimenti siderurgici di Taranto;

   se l'aumento delle emissioni della cokeria possa corrispondere a cause diverse rispetto all'aumento della produzione e quindi a un ulteriore deterioramento degli impianti;

   se e quando i nuovi commissari straordinari di Ilva in A.s. nominati dal Ministro interrogato intendano dare attuazione al contratto del 6 settembre 2018 procedendo all'assunzione degli operai in cassa integrazione guadagni straordinaria per effettuare le bonifiche di competenza;

   se e quando l'Ilva in A.s. procederà alla caratterizzazione delle cosiddette «collinette ecologiche» necessaria per stabilire il rischio sanitario solo in assenza del quale si potrà procedere alla riapertura delle scuole chiuse del quartiere Tamburi.
(4-02798)

Apposizione di firme ad una interpellanza.

  L'interpellanza Roberto Rossini e altri n. 2-00363, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 aprile 2019, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Maurizio Cattoi, Carbonaro, Paolini, Morani, Sgarbi.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Critelli n. 4-02781 del 29 aprile 2019.