Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 23 gennaio 2019

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La IV Commissione,

   premesso che:

    in data 10 ottobre 2018, lo Stato Maggiore della Difesa, con f. n. 157223/2018, ha approvato la scheda tecnica di sintesi per l'attuazione del protocollo sanitario unico e della certificazione sanitaria unica da introdurre nei concorsi per il reclutamento dei VFP1, al fine di ridurre le spese mediche a carico dei candidati che presentino domanda per più di una Forza armata;

    il protocollo sanitario unico si prefigge l'obiettivo di rendere il più possibile omogenea tra le diverse Forze Armate la tipologia degli accertamenti di natura psico-fisica richiesti ai candidati nei bandi di concorso per VFP1, al fine di ottenere l'idoneità al reclutamento. I diversi certificati elencati nel Protocollo andranno presentati alla commissione medica solo nei casi in cui il candidato non sia in possesso della certificazione sanitaria unica o la stessa non sia più valida o il profilo sanitario del candidato vada rideterminato; inoltre ciascuna Forza armata in aggiunta all'elenco delle certificazioni di base contenute nel protocollo potrà richiedere ulteriori esami integrativi per peculiari esigenze di selezione e reclutamento o prevedere la ripetizione di test o esami diagnostici che necessitano di un aggiornamento in fase selettiva, come ad esempio il test di gravidanza per i candidati di sesso femminile;

    la certificazione sanitaria unica è un'attestazione rilasciata al candidato dai centri di selezione al termine delle attività selettive e certifica proprio l'idoneità sanitaria per il reclutamento quale VFP1 nell'Esercito, nella Marina militare e nell'Aeronautica militare ed è valida e presentabile presso qualsiasi centro di selezione e reclutamento delle Forze armate, a livello interforze, entro l'arco temporale di un anno dal rilascio;

    in data 27 novembre 2018, il Ministero della difesa ha indetto il reclutamento nell'Esercito di 8.000 VFP1 per l'anno 2019, con decreto n. 682183/2018 che, all'articolo 10, commi 6 e 7, prevede, per la prima volta, l'introduzione in una procedura concorsuale per l'accesso nelle Forze armate dei suddetti protocollo e certificazione sanitaria unica;

    l'estensione di tali procedure anche agli altri concorsi per l'accesso all'Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri garantirebbe una riduzione dei costi sia a carico dei candidati sia a carico dell'amministrazione della Difesa e una velocizzazione delle procedure concorsuali e potrebbe costituire un primo passo verso il processo di interforzizzazione,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative introdurre i sopra indicati protocollo sanitario unico e certificazione sanitaria unica di validità annuale, anche in tutti gli altri concorsi per l'accesso all'Esercito, Marina, Aeronautica e carabinieri in maniera paritetica in base ai diversi profili da selezionare (VFP, sottufficiali e ufficiali), istituendo a tal fine, dei gruppi di lavoro interforze, come già fatto per il reclutamento dei VFP1.
(7-00160) «Del Monaco, Corda, Rizzo, Aresta, Chiazzese, D'Uva, Ermellino, Frusone, Galantino, Gubitosa, Iorio, Iovino, Roberto Rossini, Giovanni Russo, Traversi».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   la provincia di Verbano Cusio Ossola ha deliberato la procedura di predissesto di cui all'articolo 243-bis del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali nel dicembre 2013, e negli anni successivi ha, parimenti alle altre province, subìto gli effetti finanziari determinati dalle due principali norme di «spending review», e cioè il decreto-legge n. 66 del 2014 e la legge n. 190 del 2014, che hanno pesantemente inciso sulla autonomia finanziaria del comparto provinciale nel suo complesso, con evidenti pesanti ricadute sugli equilibri strutturali della provincia di Verbano Cusio Ossola già in riequilibrio finanziario;

   nonostante la pesante azione di risanamento messa in atto a valle del processo di riordino istituzionale avviato con la legge n. 56 del 2014, la provincia di Verbano Cusio Ossola risente, ancora oggi, dei tagli – ingenti e sproporzionati rispetto alle effettive capacità dell'ente – operati dal legislatore, tanto che ancora nel mese di gennaio 2019, l'ente si vede recuperare coattivamente tutte le risorse proprie, con riferimento addirittura a manovre di risanamento di competenza dell'anno 2018 o anche 2017 e precedenti – prova evidente che le manovre di finanza pubblica che il legislatore aveva individuato a carico della provincia erano insostenibili e sproporzionate: il gettito dell'imposta sull'assicurazione per la responsabilità civile auto e dell'imposta provinciale di trascrizione, le uniche due voci di entrata propria, non affluiscono più nelle casse dell'ente, che si trova ora ad aver utilizzato completamente l'anticipazione di tesoreria nell'anno 2018 di 5/12, che per l'anno 2019 è ridotto a 4/12 delle entrate proprie;

   si ricorda che in data 4 gennaio 2019 il Sottosegretario di Stato per l'interno, senatore Stefano Candiani, è intervenuto ad un incontro presso la sede della provincia del Verbano Cusio Ossola invitando l'amministrazione provinciale a procedere alla dichiarazione di dissesto;

   a fronte di tale ipotesi, sostenuta a mezzo stampa da esponenti parlamentari della maggioranza di Governo, si è registrata una vibrante protesta di categorie, imprese, sindaci e amministrazioni locali del territorio, circostanza che ha indetto l'amministrazione provinciale a modificare l'ordine del giorno del consiglio provinciale già convocato per il 14 gennaio 2019 per l'avvio formale della procedura di dissesto;

   in data 11 gennaio 2019 si è tenuto a Torino un confronto tra la provincia del Verbano Cusio Ossola e la regione Piemonte, sulla base del quale l'ente regionale ha disposto una anticipazione di liquidità, al fine di permettere la prosecuzione delle attività dell'ente;

   per lo svolgimento delle funzioni statali fondamentali di viabilità, scuola ed edilizia scolastica attribuite all'ente dalla legge n. 56 del 2014 lo Stato non attribuisce né garantisce alcun gettito alla provincia del Verbano Cusio Ossola, fatto che determina seri problemi per l'erogazione dei servizi essenziali alla popolazione con disagi e problematiche sia sul versante degli utenti che su quello dei fornitori –:

   se il Governo abbia valutato o intenda valutare, per quanto di competenza, iniziative urgenti affinché venga garantito alla provincia di Verbano Cusio Ossola il ripristino dell'autonomia di entrata e di spesa prevista dall'articolo 119 della Costituzione, lasciando almeno uno dei due gettiti finanziari propri nella disponibilità dell'ente, per far fronte alle spese urgenti e a quelle indifferibili, quali ad esempio utenze, stipendi e mutui.
(2-00240) «Enrico Borghi».

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

III Commissione:


   EHM, SABRINA DE CARLO, CABRAS, CAPPELLANI, CARELLI, COLLETTI, DEL GROSSO, DI STASIO, EMILIOZZI, GRANDE, OLGIATI, PERCONTI, ROMANIELLO, SIRAGUSA e SURIANO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'Italia ha ritirato l'ambasciatore in Siria nel 2012 e da allora ha congelato i rapporti politici con il Paese, affidandosi a un incaricato d'affari che opera attenendosi strettamente, nell'esercizio delle sue funzioni, alla posizione concordata in sede di Unione europea;

   il 15 novembre 2018 è stata depositata l'interrogazione n. 3-00381 da parte del senatore Gianluca Ferrara, avente per tema la riapertura dell'ambasciata italiana in Siria;

   la decisione di riaprire l'ambasciata d'Italia a Damasco potrebbe essere un segnale di un Governo italiano forte che vuole far sentire in maniera chiara la propria voce in politica estera, un ulteriore passo verso la pacificazione. La ripresa dei rapporti diplomatici con Damasco è legata alla tutela dell'intesse nazionale dell'Italia. L'Italia potrebbe contribuire alla ricostruzione del Paese con moltissime imprese che hanno un know how unico al mondo. È necessario però prima riallacciare i rapporti diplomatici per tutelare l'interesse nazionale;

   il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, a margine di un question time alla Camera dei deputati, trattato il 16 gennaio 2019, ha dichiarato: «Stiamo lavorando per valutare se e in che tempi questo passo sia necessario. Naturalmente è molto importante che la situazione in Siria vada verso delle prospettive più normali (...) Avere ambasciate nei Paesi per noi resta una priorità importante, “ma” il punto essenziale, essendovi stata una guerra terribile e la situazione è ancora instabile, è procedere verso una situazione più normalizzata in maniera da riaprire pienamente la nostra sede diplomatica»;

   il Ministro ha poi ulteriormente dichiarato in una nota chiarificatrice della Farnesina che: «L'Italia riflette sull'opportunità di riaprire ambasciate in generale là dove sono state fisicamente chiuse, su un piano ad ampio raggio. La riflessione sul quadro specifico siriano è totalmente dipendente dall'evoluzione della situazione in questo Paese»;

   in precedenza anche il sottosegretario agli affari esteri Manlio Di Stefano nel novembre 2018 aveva avanzato l'idea di riaprire la sede diplomatica italiana a Damasco –:

   se il Ministro interrogato, ritenendo che sia siano registrati progressi in Siria, intenda, alla luce delle considerazioni esposte in premessa, riaprire l'ambasciata d'Italia a Damasco.
(5-01291)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   è stato firmato in data 22 gennaio 2019 il «Trattato di Aquisgrana» di cooperazione tra Francia e Germania;

   il Trattato rinsalda l'asse franco-tedesco sulle politiche energetiche, della sicurezza, della cooperazione militare sino alla creazione di una zona franca di confine per gli scambi commerciali;

   il predetto Trattato evidentemente apre un capitolo inedito e inquietante nel contesto europeo, delineando ulteriormente una Europa a due velocità istituzionalizzata nell'interesse nazionalistico delle due nazioni e contrariamente allo sbandierato principio di cooperazione europeo;

   il Trattato, per espressa dichiarazione dei firmatari, assume anche una valenza politico-ideologica contro forze nuove che si affermano nelle singole nazioni europee e a giudizio dell'interrogante, segnatamente contro forze presenti anche in Italia, terza potenza europea;

   il Trattato incrina il percorso europeo e rende scoperto il progetto di egemonia franco-tedesco sull'Europa;

   il Trattato prevede smaccatamente che Francia e Germania si consultino preventivamente rispetto ad ogni vertice europeo per assumere posizioni comuni;

   la zona franca di libero scambio potrebbe avere effetti distorsivi sulla libera concorrenza in tutto il mercato europeo –:

   ponendosi ad avviso dell'interrogante il Trattato sopracitato in contrasto con lo spirito europeo se conseguentemente l'Italia intenda pretendere immediati chiarimenti in sede europea valutando se sussistano i presupposti per richiedere l'avvio di una procedura di infrazione in relazione a quanto evidenziato in premessa.
(5-01292)


   FITZGERALD NISSOLI, VALENTINI, SACCANI JOTTI, BAGNASCO, DALL'OSSO, BERGAMINI e CAPPELLACCI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   in Canada risiede una considerevole comunità italiana di cui circa 40 mila nella circoscrizione consolare di Montréal;

   in questi anni gli enti gestori hanno provveduto, in maniera sussidiaria allo Stato italiano, ad organizzare corsi di lingua per gli italiani residenti in tale area e in particolar modo per i ragazzi in età scolare figli di italiani;

   il Picai è un ente di particolare rilevanza nell'organizzazione di tali corsi, da anni, presso diverse scuole di Montréal;

   quest'anno il Picai ha interrotto i corsi a metà anno a causa della mancata erogazione dei fondi dal Governo italiano, anche se sono state versate le quote complete di iscrizione annuali;

   questo sta provocando notevole disagio tra la comunità italiana e danni nel percorso educativo dei ragazzi che frequentano i corsi;

   l'apprendimento della lingua di origine è di particolare importanza per lo sviluppo psicofisico dei ragazzi;

   l'erogazione dei corsi di italiano all'estero costituisce uno strumento importantissimo sia di servizio ai connazionali, sia di diplomazia culturale;

   l'interruzione dello svolgimento di tali corsi avrà evidenti ripercussioni sull'immagine dell'Italia in Canada –:

   come il Ministro interrogato intenda intervenire per risolvere la questione esposta per andare incontro alle esigenze degli studenti e delle famiglie italiane di Montréal.
(5-01293)


   QUARTAPELLE PROCOPIO, FASSINO, DE MARIA e LA MARCA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi, l'Ambasciatrice d'Italia a Parigi, Teresa Castaldo, è stata convocata dal Ministero degli esteri francese per un colloquio chiarificatore, dopo le ultime dichiarazioni del vice premier Di Maio e altri esponenti M5S, che hanno attaccato la Francia definendola con espressioni considerate dal Governo francese come «affermazioni inaccettabili e inutili»;

   anche il vice premier Salvini ha contribuito ad accrescere la tensione tra Roma e Parigi affermando che «la Francia non ha alcun interesse a stabilizzare la situazione in Libia probabilmente perché ha interessi petroliferi opposti a quelli italiani»;

   questo tipo di dichiarazioni da parte di alte autorità del Governo hanno il solo risultato di danneggiare la qualità delle relazioni tra la Francia e l'Italia e risultano ostili e senza motivo, visto il partenariato della Francia e dell'Italia in seno all'Unione europea;

   il Ministro Moavero ha replicato alle esternazioni dei due vicepremier, affermando che fanno parte di un dibattito più ampio che ci accompagnerà fino alle elezioni europee e a cui forse dobbiamo abituarci;

   il 22 gennaio 2019 Francia e Germania hanno firmato un nuovo accordo «sulla cooperazione e l'integrazione franco-tedesca» ad Aquisgrana. Questo nuovo accordo franco-tedesco è destinato a diventare, con ogni probabilità, l'architrave su cui si fonderà la nuova Europa politica, visto che viene difficile pensare che le decisioni prese nel contesto di questo nuovo asse non saranno di ispirazione per il resto dell'Europa. L'Italia invece, a differenza di 60 anni fa, non farà parte di questo processo costitutivo, ma sarà alla guida di chi si oppone allo sviluppo del processo di integrazione europea, insieme ai Paesi del cosiddetto «Gruppo di Visegrad» che non aiutano l'Italia coi migranti e che vogliono ancora più austerità economica;

   anche l'Italia aveva avviato, nel gennaio 2018, un processo di cooperazione rafforzata con la Francia – proprio sul modello di Aquisgrana – detto «Trattato del Quirinale», per coordinarsi in maniera sistematica e strategica su questioni bilaterali, politiche, economiche, di difesa, sull'immigrazione e sul futuro dell'Unione europea –:

   quale sia lo stato delle relazioni diplomatiche con la Francia e del giacente «Trattato del Quirinale» alla luce delle dichiarazioni dei due vice premier e del colloquio dell'ambasciatrice italiana con il Ministro degli esteri francese.
(5-01294)


   LUPI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, tre giorni fa ha dichiarato che «Se oggi la gente parte dall'Africa è perché alcuni Paesi europei con in testa la Francia, non hanno mai smesso di colonizzare decine di Stati africani». Riferendosi poi direttamente al Presidente francese Emmanuel Macron ha aggiunto: «Prima ci fa la morale, poi continua a finanziare il debito pubblico con i soldi con cui sfrutta l'Africa»;

   un altro esponente del partito del vicepresidente Di Maio, Alessandro Di Battista, in una trasmissione del servizio pubblico ha dichiarato che «la Francia attraverso il controllo geopolitico di quell'area [i Paesi africani che hanno adottato la valuta del franco Cfa], dove vivono 200 milioni di persone che utilizzano una banconota e monete stampate in Francia, gestisce la sovranità di questi Paesi impedendo la loro legittima indipendenza», aggiungendo che questo sfruttamento è la causa delle ondate di migranti che da quei paesi si riversano sull'Italia;

   ora, a parte il fatto che per l'interrogante queste affermazioni sono false – il franco Cfa non è stampato in Francia e da quei Paesi nel 2018 sono arrivate in Italia meno di 2.000 persone sulle 23.370 sbarcate sulle nostre coste – si tratta di affermazioni che però hanno avuto la grave conseguenza della convocazione dell'Ambasciatore italiano a Parigi;

   va inoltre tenuto presente che negli ultimi mesi si è assistito a una escalation di tensione nei rapporti tra Italia e Francia, per citare solo alcuni degli argomenti: Tav Torino-Lione, Fincantieri-Stx, sostegno ai gilet gialli, scontri verbali con il Commissario Moscovici (che pure era fautore della linea del dialogo sulla legge di bilancio italiana), accuse per la residenza in Francia di terroristi italiani degli anni ’70, temi ai quali si potrebbero aggiungere le partite economiche che riguardano grandi aziende come ad esempio Telecom e Mediaset;

   va tenuto presente che la Francia, dopo la Germania è il Paese europeo con il quale l'Italia ha il maggior interscambio commerciale (79 miliardi di euro annui) –:

   se questa sia la linea di politica estera dell'intero Governo, in particolare del Ministro interrogato nei confronti di un Paese con il quale l'Italia vanta uno storico rapporto di amicizia, pur in un corretto contesto di competizione, anche considerando sia la possibilità di isolamento che certi atteggiamenti comportano a livello internazionale sia le conseguenze che ne possono derivare per l'economia italiana, cioè per il benessere delle persone, delle famiglie e delle imprese e per la credibilità del Paese.
(5-01295)


   BOLDRINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 25 gennaio 2016 scompariva a Il Cairo Giulio Regeni, ventottenne friulano ricercatore dell'Università di Cambridge, sottoposto per giorni a torture e trovato morto il 3 febbraio successivo;

   nel dicembre 2018, con l'ipotesi di reato di concorso in sequestro di persona, la procura di Roma ha iscritto cinque persone nel registro degli indagati. Sono ufficiali appartenenti al Dipartimento Sicurezza nazionale (servizi segreti civili) e all'Ufficio dell'investigazione giudiziaria del Il Cairo (polizia investigativa). Le iscrizioni sono legate a quanto accertato dagli investigatori del raggruppamento operativo speciale e del servizio centrale operativo secondo cui Regeni è stato seguito e pedinato tra il dicembre del 2015 e, almeno, fino al 22 gennaio del 2016, giorno in cui il giovane ricercatore venne ripreso in un video durante un colloquio con il sindacalista Mohamed Abdallah. Gli inquirenti egiziani hanno respinto la decisione dei colleghi della procura di Roma;

   dal maggio al dicembre 2018 Amal Fathy, un'attivista egiziana per i diritti umani, viene tenuta in carcere a Il Cairo per aver condiviso su internet un video in cui accusava il Governo di non difendere i diritti delle donne che hanno subito molestie sessuali. Fathy è la moglie di Mohamed Lofty, direttore della Commissione egiziana per i diritti umani e consulente della famiglia di Giulio Regeni;

   il 12 gennaio 2019 la procura di Roma ha aperto un'inchiesta sulle pressioni ricevute a Il Cairo da uno dei consulenti egiziani della famiglia Regeni da parte delle forze di sicurezza egiziane;

   il 29 novembre 2018 il Presidente della Camera, Roberto Fico, ha annunciato la sospensione dei rapporti della Camera con il Parlamento egiziano «fino a quando non ci sarà una svolta vera nelle indagini e un processo che sia risolutivo»;

   nonostante le iniziative della magistratura italiana, non ci sono passi avanti significativi nelle indagini –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, stia assumendo il Governo nei confronti delle autorità egiziane affinché venga rimosso ogni ostacolo all'accertamento della verità e all'individuazione dei responsabili dell'assassinio di Giulio Regeni.
(5-01296)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ENRICO BORGHI e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   tra Italia e Svizzera è in corso da anni un negoziato che disciplinerà, oltre ai rapporti fiscali tra i due Paesi, anche importanti competenze ad oggi soggette a precedenti accordi tra i quali uno dei più rilevanti è quello legato al comparto dei lavoratori frontalieri;

   tale accordo, di carattere fiscale e sociale, risulta essere di primaria importanza per le relazioni commerciali ed economiche dei territori di confine con la Confederazione elvetica, oltre che per il futuro di circa 65.000 lavoratori italiani in Svizzera;

   si è appreso dalle fonti di stampa dell'avvenuto incontro tra il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Enzo Moavero Milanesi e il Ministro degli esteri della Confederazione elvetica Ignazio Cassis avvenuto il 14 gennaio 2019 a Lugano;

   a seguito di tale incontro, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale italiano ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa secondo le quali il disegno di legge di ratifica del citato negoziato tra Italia e Svizzera non sarà presentato nelle aule parlamentari a breve;

   ad oggi il Governo italiano non ha espresso nessuna valutazione di merito rispetto ai contenuti del richiamato accordo, né tanto meno nessuna valutazione sulla volontà di procedere per la ratifica del negoziato –:

   quale sia l'intendimento del Governo in ordine alla stipula dell'accordo tra Italia e Svizzera sopra richiamato.
(5-01290)

Interrogazione a risposta scritta:


   MOLLICONE, FRASSINETTI, BUCALO, FIDANZA, LUCA DE CARLO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere - premesso che:

   nel corso dell'anno 2011 il Governo italiano di allora, a seguito delle agitazioni avvenute in Siria nell'ambito delle cosiddette «primavere arabe» contro il legittimo Governo, decise – su pressione di Paesi esteri e di organismi internazionali – d'interrompere le relazioni diplomatiche con quel Paese chiudendo le reciproche sedi diplomatiche;

   con il passar del tempo le motivazioni alla base di quel gesto così traumatico si rivelarono infondate, in quanto divenne evidente che la Siria era oggetto di un tentativo di destabilizzazione politica e sociale del Paese, di divisione della sua area territoriale, di scatenamento di una guerra promossa da Paesi esteri;

   quella situazione di conflitto interno favorì la costituzione di un movimento politico-militare denominato Isis (Stato Islamico della Siria e dell'Iraq), il quale si proponeva l'instaurazione di uno Stato Islamico con l'applicazione della legge coranica della «sharia» e la discriminazione nei confronti dei cittadini siriani appartenenti alla religione cristiana o ad altre correnti dell'islamismo;

   com'è apparso evidente dalle cronache televisive e giornalistiche, l'Isis effettuò pubblicamente l'uccisione dei suoi nemici catturati, soldati siriani e fedeli cristiani, mediante decapitazioni effettuate anche da ragazzi; tuttavia, l'Isis è stato sconfitto dalle forze armate di Damasco alleate con quelle della Federazione russa; anche le organizzazioni cattoliche, in particolare l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e l'Associazione Pro Terra Sancta, hanno denunciato le persecuzioni e i crimini commessi dall'Isis e hanno invece apprezzato l'azione del Governo siriano a difesa dei cittadini di religione cristiana;

   ormai il Governo di Damasco ha riconquistato il 75 per cento del proprio territorio sconfiggendo, con l'aiuto delle forze armate della Federazione russa, l'Isis e ripristinando la normalità ad Aleppo e nelle principali città;

   il presidente Assad è stato rieletto presidente della Siria il 3 giugno 2014 con circa il novanta per cento dei voti e resterà in carica fino al 2021;

   l'Isis è stato definitivamente sconfitto;

   quindi il presidente statunitense Trump ha dichiarato di voler ritirare i suoi militari dal territorio siriano proprio perché il nemico Isis è stato sconfitto;

   la Lega araba, nella sua prossima riunione del mese di marzo 2019 a Tunisi, è disponibile a riammettere la Siria ai propri lavori;

   già alcuni Stati, tra cui gli Emirati Arabi Uniti e la Giordania, hanno ordinari rapporti di collaborazione con il Governo di Damasco;

   anche le Forze di difesa dell'etnia curda hanno chiesto la protezione dell'esercito siriano, in particolare per la città di Manbji contro possibili minacce provenienti da altri Stati;

   la ricostruzione delle città e delle infrastrutture distrutte dalla guerra civile e di aggressione comporterà un grande impegno tecnico e finanziario cui potrebbero partecipare le imprese italiane che in passato hanno sempre avuto intensi rapporti commerciali e di lavoro con la Siria –:

   se il Governo non ritenga di riprendere le relazioni diplomatiche a pieno titolo con la Repubblica araba di Siria, chiedendo alla rappresentanza attualmente residente a Vienna di aprire la sede diplomatica a Roma;

   se il Governo sosterrà, in sede del Consiglio dell'Unione europea, l'abolizione delle sanzioni contro la Siria che scadranno il 1° giugno 2019.
(4-02065)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   nel 1999 uno studio condotto in Canada (Goldberg, Siemiatyck e altri) ha confrontato l'incidenza di patologie tumorali nella popolazione maschile residente nei pressi di una discarica a Montréal con quella residente in zone più distanti dall'impianto. La distanza dalla discarica è stata attribuita a ogni individuo sulla base dell'indirizzo di residenza al momento della diagnosi. È stato osservato un eccesso di rischio tra gli uomini residenti vicino alla discarica per linfoma non – Hodgkin, tumore dello stomaco, dei reni e del pancreas;

   a pagina 18 del rapporto «Salute della popolazione e gestione dei rifiuti: dati scientifici e opzioni politiche», compilato in occasione del simposio tenuto a Roma il 29 e 30 marzo del 2007 dalla divisione europea della World Health Organization, si afferma che nonostante i casi studiati siano troppo pochi e siano stati fatti con metodi limitanti, tuttavia si possono ricavare indicazioni circa la correlazione fra residenza vicino a una discarica e malattie dell'apparato riproduttivo. I dati non sono sufficienti per stabilire un nesso di causalità, ma comunque bisognerebbe tenerne conto;

   in provincia di Bergamo nel 2016 secondo i dati Ats relativi a malformazioni congenite nei comuni impattati da discariche o inceneritori come Boltiere, Chignolo d'Isola, Medolago tali casi rasentano il 10 per cento dei nati, 5 volte più del dato considerato tollerabile da Eurocat, network europeo per lo studio delle malformazioni congenite, a differenza di Calcinate (BG) dove è presente un impianto di compostaggio di oltre 85 mila tonnellate all'anno di organico e verde e il dato è intorno al 2 per cento; lo stesso dato di malformazioni per circa il 10 per cento dei nati si ritrova a Mariana Mantovana (MN) e comuni limitrofi alla discarica di Cascina Olla (MN);

   la valutazione epidemiologica sullo stato di salute della popolazione residente nei pressi delle discariche per i rifiuti urbani del Lazio, eseguita nell'ambito del programma Eras e pubblicata ad aprile del 2013 ha evidenziato un aumento delle malattie dell'apparato respiratorio (compresa la broncopneumopatia cronica ostruttiva, BPCO), dei tumori della pleura e del mieloma multiplo per chi risiede in un raggio di 5 chilometri dalle discariche, nonché indizi per il tumore del colon retto e dell'apparato urinario negli uomini e il tumore della vescica nelle donne. Effetti più marcati sono stati riscontrati per i ricoveri con, per gli uomini, livelli di ospedalizzazione più elevati per malattie del sistema circolatorio, malattie del sistema respiratorio e tumore della vescica; per le donne si sono osservati livelli ospedalizzazione più elevati per tumore del pancreas, malattie del sistema circolatorio, malattie polmonari cronico ostruttive e malattie dell'apparato urinario. A pagina 355 del rapporto si afferma che «l'analisi dei ricoveri dei bambini mostra un eccesso di ospedalizzazione generale (+13 per cento), soprattutto per malattie dell'apparato respiratorio (+16 per cento), se si confrontano i bambini residenti nelle immediate vicinanze dalle discariche (0-1 Km) con quelli delle fasce più distanti (3-5). Gli eccessi osservati si riscontrano principalmente tra i bambini residenti a Civitavecchia, Albano Laziale e Guidonia»;

   il progetto Sorveglianza epidemiologica sullo stato di salute della popolazione residente intorno agli impianti di trattamento dei rifiuti (Sespir) ha valutato l'impatto sulla salute della popolazione residente in prossimità degli impianti di smaltimento di rifiuti solidi urbani. Sono stati considerati gli inceneritori, le discariche e gli impianti di trattamento meccanico biologico in cinque regioni italiane (Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia). Per lo scenario di base sono stati stimati 1-2 casi annui di tumore attribuibili agli impianti, 26 casi/anno di esiti negativi della gravidanza (incluso basso peso alla nascita e malformazioni), 102 persone con sintomi respiratori, e circa 1.000 persone affette da fastidio provocato dalle emissioni odorigene degli impianti. Tali stime annuali si traducono in 2.725 anni di vita con disabilità (DALYs) stimati per l'intero periodo;

   nel comune di Sogliano al Rubicone è attiva dal 1994 una discarica per rifiuti non pericolosi, alimentata fino al 2014 dai rifiuti urbani non differenziati e non trattati provenienti dalla Repubblica di San Marino e da altre località lontane. Da un accesso agli atti, risulta agli interroganti l'aumento delle esenzioni dal ticket per le malattie croniche cardiovascolari, cerebrovascolari e dell'apparato respiratorio nei comuni limitrofi alla discarica, in particolare nei comuni di Poggio Torriana, Borghi, Roncofreddo, Mercato Saraceno, Novafeltria e Sant'Agata Feltria;

   attualmente in Italia non esiste uno studio epidemiologico su scala nazionale per verificare, quantificare e qualificare la correlazione fra impianti di gestione dei rifiuti e patologie croniche, decessi, malformazioni ed esiti negativi alla nascita in generale –:

   se i Ministri interpellati intendano avviare uno studio epidemiologico sistematico a livello nazionale per verificare, quantificare e qualificare la correlazione fra specifici impianti di gestione dei rifiuti e patologie croniche, decessi, malformazioni ed esiti negativi alla nascita in generale;

   se i Ministri interpellati intendano promuovere, anche con la diffusione di dati e iniziative di educazione civica, la gestione di prossimità dei rifiuti e il recupero dei materiali.
(2-00239) «Zolezzi».

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta scritta:


   MOLLICONE, FRASSINETTI, BUCALO e LUCA DE CARLO. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   prima della «riforma Franceschini», tutte le domande di prestito di beni culturali per mostre erano presentate alla Soprintendenze di competenza che istruivano la pratica e la trasmettevano insieme al parere di competenza alla direzione generale corrispondente che emanava il dispositivo autorizzativo con un decreto a firma del direttore generale;

   tale riforma ha conservato la medesima prassi per tutti i beni culturali che non stanno in musei statali, compresi archivi e biblioteche, ma singolarmente ha svincolato i beni culturali in musei statali, sia quelli non dotati di autonomia speciale ma sottoposti ai poli museali, sia quelli nei musei statali dotati di autonomia speciale, ove autorizza in entrambi il direttore senza alcun controllo. Questo ha causato che i prestiti delle opere d'arte da parte dei musei vengano utilizzati, a giudizio degli interroganti, in modo arbitrario e personalistico, dai direttori a meri fini di promozione personale e per coltivare le proprie rete di relazioni internazionali, senza considerare minimamente le questioni più strettamente collegate alla valorizzazione del patrimonio nazionale e men che meno alla tutela –:

   se il Ministro interrogato, al fine di garantire la priorità nazionale e un indirizzo centrale, non intenda adottare iniziative per ripristinare il passaggio autorizzativo dalla direzione generale competente, in questo caso, direzione generale musei, anche al fine di far avere al Ministero per i beni e le attività culturali una visione d'insieme e di indirizzo relativamente ai prestiti di opere a musei stranieri.
(4-02059)


   TONDO e NOVELLI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   nella XVI legislatura in un'interrogazione del 26 aprile 2012 dell'onorevole Ivano Strizzolo era stato affrontato il tema della tutela delle mura tardo romaniche di Cividale del Friuli;

   in proposito si è attivato un percorso di dialogo e di confronto tra il Ministero per i beni e le attività culturali e il comune di Cividale del Friuli che ha portato alla sottoscrizione in data 18 dicembre 2012 di un accordo di programma in cui al punto 1) viene definito un «Progetto congiunto per lo scavo ed il recupero del tratto di mura tardo-romane giacenti sotto l'edificio di contrasto davanti al Castello Canussio»;

   dopo sette anni dalla sottoscrizione dell'accordo di programma pare che l’iter per dare attuazione al punto 1) sopra richiamato sia gravemente in ritardo e, nella sua evoluzione, non sia conforme a quanto stabilito nell'accordo stesso;

   in particolare, l'accordo di programma prevede in termini chiari ed espliciti che si deve procedere con l'apposizione di un vincolo archeologico sul sottosuolo del noto edificio –:

   quali urgenti iniziative intenda assumere per verificare lo stato dell’iter di attuazione di quanto previsto al citato punto 1) dell'accordo di programma sottoscritto il 18 dicembre 2012;

   se non ritenga di accertare urgentemente se ciò che è stato posto in essere dagli uffici territoriali del Ministero per i beni e le attività culturali sia coerente e conforme a quanto stabilito dall'accordo di programma.
(4-02070)


   GRIMALDI, IORIO, DEL MONACO, DEL SESTO e GIOVANNI RUSSO. — Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   la sede del dipartimento di ingegneria dell'università degli studi della Campania «Luigi Vanvitelli» è stata oggetto negli ultimi mesi di attenzione allarmata da parte della stampa locale per il completamento dei lavori di una nuova struttura all'interno dello storico complesso dell'Annunziata dove essa ha sede;

   tutto questo ha suscitato evidente interesse e clamore dei cittadini sui social network;

   tale attenzione mediatica dura dal 2014;

   le varie direzioni (già presidi di facoltà) della stessa si sono sempre dimostrate attive nella costruzione di nuovi volumi anche in altre parti della città;

   durante gli scavi per la costruzione del nuovo volume sono emerse delle preesistenze, ad avviso degli interroganti mai a fondo indagate dalla Soprintendenza competente;

   tali lavori furono attenzionati dall'ex sindaco Sagliocco, che ne interessò la Soprintendenza competente;

   il volume nuovo prende accesso ex-novo da via Torretta;

   già nel recente passato un volume fu costruito al posto di pochi ruderi preesistenti;

   il volume attualmente completato sarebbe doppio rispetto a quello abbattuto;

   sull'abbattimento del volume sostituito, ci si chiede se e perché sia stata data autorizzazione da parte della Soprintendenza competente;

   il primo volume, costruito in anni passati e quello attualmente terminato, secondo gli interroganti, hanno alterato profondamente il rapporto tra pieni e vuoti del complesso architettonico e la cortina su Via Torretta;

   tali equilibri si erano determinati nel corso di 700 anni e come tali, per istanza storica ed estetica, andavano certamente e doverosamente preservati;

   tali costruzioni hanno determinato un consumo totale del verde interno al complesso, una volta giardino, i cui effetti benefici erano utili per tutta la zona;

   tutto ciò è stato operato da un'istituzione, il dipartimento di ingegneria dell'università degli studi della Campania «Luigi Vanvitelli», che dovrebbe evitare, per motivi istituzionali, culturali e accademici, che tutto questo possa accadere;

   ad avviso degli interroganti la Soprintendenza competente, non avendo esercitato nel corso degli anni i controlli dovuti, di fatto ha permesso che uno dei gioielli architettonici di Aversa fosse soggetto a una cementificazione selvaggia, senza giustificazione, che ha prodotto gli effetti di cui si parla;

   tale Soprintendenza, a quanto risulta agli interroganti, non avrebbe mai prodotto un atto pubblico da cui trasparisse la propria posizione in relazione ai fatti di cui si espone;

   ancora una volta si assiste, secondo gli interroganti, allo spettacolo incredibile di parti dello Stato che «dribblano» lo Stato –:

   se il Governo, per quanto di competenza, sia a conoscenza dei fatti descritti;

   quali iniziative il Governo intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di verificare la fondatezza degli stessi;

   se il Governo abbia adottato, o stia per adottare, iniziative di competenza al riguardo.
(4-02072)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   PALAZZOTTO. — Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   da un paio di mesi, dalla notte dell'11 novembre 2018, i miliziani di Hamas hanno irrobustito i posti di blocco dispiegati lungo la Striscia di Gaza. Fermano le auto e perquisiscono i passeggeri, temendo che dietro a un passaporto europeo possano nascondersi militari delle forze speciali israeliane;

   il 15 gennaio 2019 si è appreso che i miliziani di Hamas hanno inseguito una macchina che non si è fermata allo stop. Pare che gli uomini di Hamas fossero armati e durante l'inseguimento abbiano sparato dei colpi; a bordo di quell'auto si trovavano tre carabinieri italiani che hanno cercato rifugio in una palazzina delle Nazioni Unite, sede dell'Unrwa nel centro della città di Gaza. A quel punto le forze di Hamas hanno circondato la zona; i funzionari dell'Onu hanno confermato che si trattava di «personale della sicurezza italiana, entrato a Gaza per una missione ufficiale»;

   per ore Hamas ha chiesto che «gli stranieri fossero consegnati per poter svolgere un'inchiesta». Secondo altre fonti palestinesi, l'assedio sarebbe andato avanti da lunedì sera, mentre i diplomatici italiani trattavano perché i tre potessero lasciare la Striscia. Nella notte i capi di Hamas hanno riconosciuto l'identità degli uomini e tolto l'accerchiamento;

   da quanto si apprende i carabinieri stavano verificando le condizioni di sicurezza (fanno parte del nucleo scorte del consolato a Gerusalemme) per una visita ufficiale al monastero di Sant'Ilarione, l'eremo di epoca bizantina attorno a cui cerca di resistere la sempre più ridotta comunità cristiana;

   il rafforzamento dei posti di blocco di Hamas lungo la striscia di Gaza è avvenuto dopo che l'11 novembre 2018 un commando israeliano si è infiltrato al di là della barriera ed è stato intercettato da una pattuglia palestinese. La missione, definita «di routine» dai portavoce israeliani, si è trasformata in un disastro: un colonnello è morto nel combattimento, un capitano ferito, a quel punto gli ufficiali hanno ordinato un massiccio bombardamento con l'artiglieria per permettere l'evacuazione dei soldati; sette miliziani sono stati ammazzati, tra loro un comandante militare di Hamas. Da allora Hamas ha deciso di dare la caccia agli informatori arabi che avrebbero aiutato «il nemico» a preparare l'incursione, diffondendo anche le foto di quelli che — secondo la loro ricostruzione — avrebbero fatto parte della squadra israeliana e che portavano documenti falsi;

   l'operazione così profonda nel loro territorio aveva scatenato la rappresaglia ordinata dai leader di Hamas: quasi 500 tra razzi e proiettili di mortaio scagliati contro le città israeliane in meno di ventiquattro ore. Neppure durante i 59 giorni di guerra nel 2014 erano stati così tanti in così poco tempo e un'altra guerra sembrava dovesse scoppiare –:

   se corrisponda al vero la notizia descritta in premessa e riportata dagli organi di stampa e se il Governo non intenda chiarire le circostanze per cui le autorità palestinesi non fossero adeguatamente informate della presenza di operatori del nucleo scorte del consolato italiano a Gerusalemme in missione per verificare le condizioni di sicurezza per una visita ufficiale al monastero di Sant'Ilarione.
(4-02060)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MICELI e FERRI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   in merito al concorso indetto con decreto 18 novembre 2016 – concorso pubblico a n. 800 posti a tempo indeterminato per il profilo professionale di assistente giudiziario, area funzionale II, fascia economica F2, nei ruoli del personale del Ministero della giustizia – ad oggi, nonostante le numerose richieste di autorizzazione e l'adeguatezza degli stanziamenti, non si è ancora provveduto allo scorrimento totale della graduatoria degli idonei;

   dopo il concorso si costituì spontaneamente un Comitato (Ciag) a sostegno dei circa 5 mila idonei di cui, grazie ai provvedimenti del precedente Governo, circa 2.800 hanno già preso servizio;

   ad oggi si trovano ancora in attesa di autorizzazione circa 200 giovani qualificate risorse da porre a servizio di un comparto strategico come quello della giustizia;

   altre amministrazioni, tra le quali il Ministero per i beni e le attività culturali, l'Agenzia delle dogane e Ministero dell'interno, hanno richiesto di poter attingere personale da tale graduatoria, anche alla luce dei piani di ricognizione per il fabbisogno del personale dei singoli Ministeri;

   l'invito al Governo a procedere allo scorrimento integrale della graduatoria al fine di un migliore funzionamento della macchina amministrativa della giustizia è giunto da più parti, non ultimi i vertici di Anm, Cnf e Csm;

   in più occasioni, il Ministro interrogato, il Sottosegretario Ferraresi, il Ministro Bongiorno, hanno rilasciato quelle che agli interroganti appaiono «dichiarazioni-spot» esprimendo la volontà di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione allo scopo di risolvere il problema della carenza di personale nel comparto della giustizia, senza, però, passare, ad avviso degli interroganti, dai pubblici proclami ai fatti: nella legge di bilancio appena approvata, infatti, nonostante siano state previste nuove assunzioni nel comparto giustizia, non c'è mai stata traccia dello scorrimento di cui sopra; non solo: sono stati sistematicamente respinti gli emendamenti che prevedevano proprio lo scorrimento della graduatoria, che, tra l'altro, a pari di altre graduatorie ministeriali, ha una validità triennale a partire dalla data di pubblicazione della stessa;

   apparirebbe dunque opportuno evitare di giungere al termine del triennio, operando una proroga della validità della medesima, come già avvenuto nella legge di bilancio 2018, prevedendo la proroga per tutte le graduatorie della pubblica amministrazione –:

   se il Governo intenda effettivamente procedere, e in che tempi, alla copertura di tutti i profili professionali dell'area funzionale 2, F2 mediante lo scorrimento della graduatoria del concorso indetto con decreto 18 novembre 2016 – concorso pubblico a n. 800 posti a tempo indeterminato per il profilo professionale di assistente giudiziario, area funzionale II, fascia economica F2, nei ruoli del personale del Ministero della giustizia;

   se le assunzioni delle 903 unità di area 2 menzionate nell'articolo 1, comma 307, della legge di bilancio 2019 verranno poste in essere tutte per il profilo di assistente giudiziario attingendo alla relativa graduatoria;

   in caso contrario, se intenda specificare quante di queste unità saranno attinte dalla citata graduatoria;

   infine, se, in quale misura e in quali tempi parte di tale graduatoria verrà ceduta alle amministrazioni che hanno richiesto di potervi accedere.
(5-01285)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il carcere di Biella è, per dimensione, il secondo carcere del Piemonte, dopo il «Lorusso-Cutugno» di Torino;

   le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria biellese hanno più volte rappresentato al Ministro della giustizia e al capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria la situazione di grave carenza di organico in cui versa il carcere biellese;

   l'ambiente lavorativo sta diventando incontrollabile, sia per il sovraccarico di lavoro a cui sono sottoposti gli agenti della polizia penitenziaria, sia per la carenza di organico in rapporto alla qualità e alla quantità dei servizi di polizia richiesti;

   in base alla revisione operata con la «legge Madia», la pianta organica è stata ridotta a 198 unità teoriche, mentre la capienza massima è passata da 350 a circa 600 detenuti;

   la sproporzione è tale da rendere estremamente difficile la normale organizzazione del lavoro e le sacrosante condizioni di sicurezza nei servizi resi;

   nonostante la carenza, l'amministrazione penitenziaria ha optato per l'apertura di un nuovo padiglione, aggravando ulteriormente i carichi di lavoro già di per sé eccessivi;

   con una missiva del 12 luglio 2018, le organizzazioni sindacali chiedevano un aumento di 50 unità di personale per far fronte al piano ferie estivo, richiesta puntualmente disattesa dagli uffici competenti;

   ad avviso dell'interrogante, si ravvedono anche gravissime carenze da parte del Ministero della giustizia sotto il profilo della trasparenza. Visitando il portale webwww.giustizia.it in data odierna, alla sezione «Schede trasparenza istituti penitenziari – 2018», emerge che sia la pianta organica che la capienza e le presenze risultano aggiornate al 26 maggio 2017, ossia a due anni fa. Tutto questo lascia pensare all'interrogante che il Ministero non abbia alcuna cognizione di causa circa l'incombenza e il fondamento delle istanze promosse dagli operatori di polizia penitenziaria, autentica prima linea del carcere di Biella –:

   quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato in merito all'aumento di personale richiesto per il carcere di Biella;

   se il Ministro interrogato intenda incontrare le rappresentanze sindacali locali per prendere atto della situazione in essere.
(4-02061)


   CIRIELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'ufficio stampa del Ministero della giustizia avrebbe concesso un'autorizzazione per effettuare delle riprese audiovisive all'interno del carcere di Poggioreale per la realizzazione di un film documentario. Uno dei protagonisti del film, che interpreterebbe un assistente del corpo di polizia penitenziaria, sarebbe un ex detenuto, condannato a ventidue anni di carcere per traffico internazionale di sostanze stupefacenti e che avrebbe eseguito, tra l'altro, anche parte della pena proprio nel predetto carcere;

   l'ex detenuto avrebbe postato sul proprio profilo social di Facebook diversi, scatti in cui si ritrae indossando la divisa del corpo di polizia penitenziaria, commentando la sua azione in modo che all'interrogante appare sarcastico e dispregiativo;

   se quanto appena descritto fosse veritiero, ne deriverebbe, come d'altronde già accaduto, una grave e irreprensibile lesione del decoro, della dignità e della professione del personale di polizia penitenziaria, della loro divisa e di tutto ciò che essa rappresenta. Difatti, l'uniforme ha lo scopo di rappresentare lo Stato e le istituzioni ed apparirebbe del tutto inconcepibile che un ex detenuto possa prendersi gioco del serio e nobile lavoro che il personale della polizia penitenziaria quotidianamente si appresta a svolgere. Inoltre, considerando che allo stesso Corpo di polizia penitenziaria verrebbe impedita la pubblicazione di foto in divisa nel corso del suo operato e all'interno delle carceri, non si comprendono le ragioni per cui, in questo caso, non si sarebbe ancora preso alcun provvedimento;

   per di più, l'ex detenuto «attore» è stato condannato per reati di grave allarme sociale di guisa che risulterebbe altresì pericoloso, ad avviso dell'interrogante, il suo ingresso all'interno delle mura carcerarie;

   a parere dell'interrogante, in questi casi, sarebbe opportuno eseguire scrupolosi controlli e accertamenti prima di concedere un'autorizzazione come quella in questione, allo scopo di garantire un'adeguata sicurezza dei luoghi di detenzione e di prevenire eventuali contatti tra ex detenuti e internati, in virtù delle conseguenze che ne potrebbero derivare e al fine di assicurare il prestigio del Corpo di polizia penitenziaria –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, verificare la veridicità degli stessi e la loro gravità, quali urgenti iniziative intenda porre in essere al fine di tutelare e garantire, senza alcuna riserva, il decoro, l'immagine e la dignità professionale della polizia penitenziaria.
(4-02066)


   MOLLICONE. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   oltre a Cesare Battisti, catturato in Bolivia, sono circa una cinquantina i terroristi «rossi» italiani fuggiti all'estero e ancora latitanti, che tra il 1978 e il 1982 insanguinarono l'Italia, alcuni sono in Francia, il resto si divide tra Nicaragua, Brasile, Argentina, Cuba, Libia, Angola, Algeria, secondo i dati forniti all'AdnKronos dal «Centro ricerca sicurezza e terrorismo». Fra loro figurano diverse figure di spicco delle Brigate Rosse e di Prima Linea, Ncc, Potere Operaio, Lotta Continua, Autonomia Operaia. Sono tutti condannati in via definitiva, per associazione sovversiva, banda armata, omicidio e strage. Tra questi principali latitanti in Italia per reati di terrorismo si possano trovare: Sergio Tornaghi, condannato all'ergastolo per l'omicidio nel 1978 del maresciallo Francesco Di Cataldo; si trova in Francia. Oscar Tagliaferri militante di Prima Linea: a lui vengono attribuiti l'omicidio di Giampiero Grandi e la partecipazione alla strage di via Adige nel 1978 dove ci furono tre morti; si dovrebbe trovare in Perù. Alessio Casimirri appartenente alle Brigate Rosse, che uccise nel 1978 il giudice Girolamo Tartaglione e prese parte anche al commando che sequestrò Aldo Moro, condannato a sei ergastoli; si trova latitante in Nicaragua dopo aver preso la cittadinanza nicaraguense. Giorgio Pietrostefani fondatore di Lotta Continua, condannato a 22 anni come mandante dell'omicidio Calabresi; il reato andrà in prescrizione nel 2027; vive in Francia. Enrico Villimburgo membro delle Brigate Rosse e anche lui al momento in Francia; oltre ad aver partecipato al sequestro Moro, è stato condannato anche per gli omicidi Bachelet, Minervini e Galvaligi. Manlio Grillo e Achille Lollo militanti di Potere Operaio, che sono stati condannati a 18 anni per il rogo di Primavalle dove morirono i fratelli Mattei; si trovano rispettivamente in Nicaragua e in Brasile. Alvaro Lojacono in Potere Operaio e poi nelle Brigate Rosse, che ha diverse condanne per omicidio e rapina oltre a essere sospettato di aver fatto parte del commando di via Fani, in Svizzera dove ha preso la cittadinanza. Simonetta Giorgieri Brigate Rosse che è stata condannata all'ergastolo per l'omicidio di Aldo Moro; al momento è in Francia;

   fonti del Viminale fanno sapere che è allo studio il dossier aggiornato di intelligence e forze dell'ordine che porta a una prima evidenza per riuscire ad assicurare queste persone alla giustizia italiana. Nelle dichiarazioni del Ministro dell'interno apparse sui giornali si sostiene: «Con la Francia ho un po’ di conti aperti perché ospita da troppi anni terroristi, assassini e delinquenti fuggiti dall'Italia. Farò tutto il possibile perché scontino i loro ergastoli nelle patrie galere». Secondo la risposta dell'Eliseo «Dall'Italia non è giunta alcuna richiesta ufficiale» –:

   quali urgenti iniziative di competenza il Governo intenda porre in essere per assicurare il giusto corso della giustizia per chi, condannato in Italia, continua a latitare all'estero e se non intenda dare immediato seguito alle dichiarazioni pubblicamente fatte in merito ai provvedimenti da attuare, adottando le iniziative di competenza per l'istituzione di un «super pool» antiterrorismo che si dedichi esclusivamente alla cattura dei terroristi ancora in libertà.
(4-02071)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:


   ZUCCONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il 16 gennaio 2019, a seguito di una perizia tecnica, è stata ordinata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Arezzo il sequestro e la chiusura del viadotto Puleto sulla E-45;

   il sequestro è stato motivato dalla elevata criticità dello stato del viadotto con un forte pericolo di crollo del viadotto stesso;

   il procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, ha affermato che l'esito dell'accertamento tecnico disposto dalla procura di Arezzo sul viadotto ha portato ad «accertare una situazione critica sotto molti aspetti, situazione che a detta dei consulenti poteva comportare un rischio di collasso dell'intera struttura. Sulla base di questa informativa abbiamo chiesto al gip un sequestro preventivo del viadotto»;

   la chiusura della E45, in assenza di un'analoga arteria viaria, sta comportando gravissimi disagi ai cittadini, ai lavoratori e agli automobilisti toscani e romagnoli. In particolar modo, conseguenze negative importanti vengono vissute da coloro che trasportano merci e da tutte quelle aziende locali di vario genere che detengono un'attività commerciale nei dintorni e per le quali il viadotto Puleto risultava essere fondamentale per la loro sussistenza economica e lavorativa;

   la chiusura della E45 sta comportando la chiusura di attività imprenditoriali di vario genere che insistono sulla E45 stessa, nonché la contrazione del lavoro delle altre attività imprenditoriali della zona, sia in Val Tiberina in provincia di Arezzo, sia in Romagna. In particolare, le attività imprenditoriali la cui attività è interrotta, risulterebbero di tipologia tale da non rientrare nell'applicazione degli ammortizzatori sociali esistenti, di tal che in caso di mancata riapertura, della E45 e delle attività, i lavoratori, attualmente posti in ferie, verranno licenziati e potranno solo accedere alla «NASpi», con perdita definitiva del posto di lavoro. A tal proposito, Fratelli d'Italia della provincia di Arezzo e i sindacati invocano l'approvazione urgente di un decreto, da convertire in legge, che preveda l'applicazione della cassa integrazione straordinaria della cassa integrazione in deroga o di altro ammortizzatore sociale per tutte le attività imprenditoriali, di qualunque genere, coinvolte e danneggiate dalla chiusura della E45, a prescindere dalla loro tipologia e dall'applicabilità di tali ammortizzatori sociali, al fine di evitare la definitiva perdita del posto di lavoro da parte di circa 200 lavoratori o più –:

   se siano a conoscenza delle criticità sopra elencate, se sia stato verificato il pericolo di crollo del viadotto Puleto e lo stato degli altri viadotti della E45, e quali siano le misure che Anas intende adottare per ripristinare la circolazione sulla E45 nel minor tempo possibile, viste le difficoltà di viabilità alternativa, dovute alla chiusura da anni della strada Tiberina 3-bis a causa di una frana;

   se sia stata effettuata una stima del danno economico che subiranno nel prossimo futuro le aziende presenti nelle zone limitrofe al viadotto Puleto dell'E45, oltre a quello già verificatosi, e se sia stato compiuto un censimento delle imprese che hanno chiuso o che stanno per chiudere o che avranno forti contrazioni nella loro attività, e dei relativi posti di lavoro che andranno persi;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare affinché sia garantito un normale espletamento della vita privata, commerciale e lavorativa a tutti quei cittadini, lavoratori e imprenditori per i quali la percorribilità della E45 era di fondamentale importanza, e se siano previsti interventi di sostegno al reddito in favore dei lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro.
(3-00460)

Interrogazione a risposta scritta:


   CIRIELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il problema della viabilità in Costiera amalfitana continua a rappresentare una situazione di emergenza che per decenni è stata oggetto di tavoli tecnici, discussioni e provvedimenti con risultati purtroppo fallimentari;

   la strada statale 163 costituisce la principale arteria di collegamento tra la Costiera amalfitana, Salerno e la Penisola sorrentina ed è caratterizzata da peculiarità paesaggistiche, architettoniche e artistiche che fanno della Costiera un patrimonio culturale, prima ancora che economico, apprezzato a livello mondiale e che per tale ragione deve essere preservato e tramandato;

   nonostante la sua importanza – storica – il tratto stradale presenta gravi falle, a più riprese denunciate nel corso degli incontri istituzionali presso la prefettura di Salerno da enti e associazioni territorialmente interessati, che rendono difficoltosa la viabilità, minando la sicurezza di coloro che quotidianamente – turisti e residenti – percorrono la strada statale 163;

   in particolare, il tracciato è accidentato e non di rado si verificano frane che impediscono totalmente la viabilità, la carreggiata presenta dimensioni limitate (massimo 3,30 metri), parapetti e ringhiere pericolanti e fatiscenti che non rispettano le norme vigenti in materia di sicurezza stradale con il concreto e serio pericolo che in caso di incidente le autovetture e cicli/motocicli coinvolti possano precipitare in mare;

   inoltre, le problematiche legate alle carenze strutturali della tratta si acuiscono a causa del continuo traffico impossibile da sostenere soprattutto nel corso della stagione estiva caratterizzata da un forte flusso turistico con l'arrivo di autobus turistici, mezzi pesanti e roulette;

   in particolare, le autolinee private, circa n. 70 corse giornaliere (n. 70 bus ogni giorno percorrono la strada statale 163), che si aggiungono a quelle pubbliche, a causa delle dimensioni dei propri bus – alcune volte superiori a quelle previste per il transito in loco – creano ingorghi tremendi e la totale paralisi della viabilità della Costiera amalfitana;

   si osserva che le dimensioni ridotte delle carreggiate rendono, di fatto, difficile se non impossibile il transito di due bus contemporaneamente che presentano una larghezza di metri 2,50 per una lunghezza che varia dai 10 ai 12 metri;

   questi, infatti, provenendo da direzioni opposte, incontrandosi in punti caratterizzati da particolari ristrettezze o tortuosità della strada, non riescono più a proseguire se non dopo reiterate e pericolose manovre;

   la situazione descritta e denunciata da più parti reca con sé gravi conseguenze economiche, di inquinamento acustico e ambientale che inevitabilmente si ripercuotono sulla vita e sulla salute dei residenti nonché sulla sicurezza di quanti circolano lungo questa strada, automobilisti, centauri, ciclisti e pedoni –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative di competenza ritenga opportuno, adottare al fine di fronteggiare l'annoso problema della viabilità della strada statale 163 Costiera amalfitana, nonché di accertare l'effettiva violazione delle norme di sicurezza stradale se non intenda prevedere, in collaborazione con l'Anas, un piano di programmazione e regolamentazione della viabilità, unitamente a un programma di potenziamento delle vie del mare.
(4-02058)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   ALAIMO e MACINA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il Corpo nazionale dei vigili del fuoco è composto dai vigili del fuoco permanenti e volontari;

   i vigili volontari sono quei cittadini italiani che, in possesso dei requisiti richiesti per legge, fanno espressa richiesta di iscrizione nei quadri del personale volontario del comando provinciale dei vigili del fuoco di residenza, i quali svolgono la propria attività ogni qualvolta se ne manifesti il bisogno;

   con riferimento all'isola di Ustica, il servizio antincendio dal 2005 è stato garantito attraverso un distaccamento di vigili del fuoco volontari e nel periodo estivo dagli stessi vigili del fuoco chiamati in servizio come discontinui;

   con il decreto-legge n. 97 del 2017 è stata operata la separazione delle liste dei vigili volontari dai discontinui con la conseguenza che tutti involontari, operanti sul territorio, hanno scelto di fare parte della lista dei discontinui;

   tale situazione ha creato un disservizio alla comunità dell'isola di Ustica, la quale non ha più un distaccamento di vigili del fuoco volontari che garantiva il servizio tecnico urgente;

   la legge n. 87 del 2004, all'articolo 3, comma 1, prevede che «Per far fronte alle peculiari esigenze del servizio antincendio e di soccorso tecnico nelle isole minori della Sicilia, il Ministero dell'interno, nei bandi di concorso per il profilo di vigile del fuoco, può individuare particolari requisiti per l'accesso ai posti disponibili nelle relative sedi di servizio presenti in ciascuna di tali isole, che tengano conto della prioritaria esigenza di garantire la continuità del servizio in relazione alle difficoltà connesse alla situazione geografica e morfologica dei territori»;

   il comma 2 specifica che «il Ministero dell'interno procede al reclutamento del personale nel profilo professionale di vigile del fuoco, da destinare ai distaccamenti presso le sedi di cui al comma 1, mediante concorso per colloquio e prova tecnico-attitudinale, riservato ai vigili iscritti negli elenchi del personale volontario in servizio presso le sedi di cui al comma 1»;

   sarebbe auspicabile una variazione del distaccamento volontario di vigili del fuoco di Ustica in distaccamento permanente al fine di assumere direttamente i residenti che hanno aderito alla graduatoria dei vigili discontinui;

   attualmente il servizio antincendio presso l'isola viene garantito da Palermo attraverso il trasferimento via mare di una squadra di servizio –:

   se e quali iniziative intenda adottare affinché il distaccamento di Ustica sia garantito in permanenza e dotato di personale e attrezzature idonei al territorio e alle sue esigenze.
(4-02055)


   GEMMATO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nel comune di Palo del Colle, in provincia di Bari, negli ultimi mesi, come documentato da diversi articoli di stampa, si sono verificati numerosi episodi di violenza e criminalità;

   alcuni degli episodi sono culminati in violenza ai danni anche di anziane signore, una delle quali denudata e derubata nella propria villetta da tre uomini, in stile «Arancia meccanica» (fonte: bari.ilquotidianoitaliano.net); si registrano abituale traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, furti di mezzi agricoli dalle aziende, estorsioni;

   il 16 gennaio 2019, si sono verificati atti di vandalismo e furti nella scuola media dell'istituto comprensivo Guaccero (fonte: palodelcolle.net); appena qualche giorno prima – il 31 dicembre – stesso episodio nella scuola elementare Davanzati, dove i malviventi si erano già affacciati nella notte di Natale (fonte: palodelcolle.net). Parchetti comunali e giostrine sono diventati di proprietà dei vandali: vi arrivano in branco e devastano ogni cosa (fonte: bari.ilquotidianoitaliano.com). Il 6 novembre 2018 una ragazza viene accerchiata e insultata da tre uomini, probabilmente nell'intento di abusare di lei (fonte: palodelcolle.net);

   la situazione mette in crisi tanto la sicurezza dei cittadini nelle proprie abitazioni quanto gli imprenditori e i titolari di aziende agricole oltre che giovani, anziani e cittadini palesi vittime della microcriminalità diffusa;

   l'incessante ripetersi degli episodi di microcriminalità e criminalità dovrebbe portare il Governo a una maggiore attenzione al territorio di Palo del Colle: sarebbe necessario coadiuvare le istituzioni locali al fine di garantire più efficaci misure di sicurezza, oltre a fornire risorse e strumenti necessari alla riqualificazione di zone della città sprovviste di pubblica illuminazione e di telecamere di videosorveglianza nei punti strategici –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare affinché si possa affrontare in chiave risolutiva e a stretto giro l'emergenza sicurezza nel comune di Palo del Colle, con particolare riferimento al potenziamento degli organici delle forze dell'ordine a presidio del territorio e degli strumenti a loro disposizione, migliorando ed estendendo il sistema di sicurezza e di videosorveglianza, al fine di garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini.
(4-02057)


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la sera del 17 gennaio 2019 a Ferrara militanti di Forza Nuova hanno appeso uno striscione sotto casa del sindaco Tiziano Tagliani con la scritta: «No adozioni gay». Il gesto è stato rivendicato dal dipartimento femminile dell'organizzazione neofascista;

   l'accusa mossa al sindaco è quella di aver riconosciuto due figlie di una coppia di due donne che hanno avuto due gemelline;

   il delirante comunicato con il quale viene rivendicato questo deprecabile gesto intimidatorio nei confronti del sindaco di Ferrara parla di distruzione della famiglia naturale, di presunte problematiche nella crescita dei bambini figli di coppie omosessuali per concludersi con il minaccioso slogan «TaglianiGameOver»;

   a parere dell'interrogante, appendere uno striscione intimidatorio, a volto coperto, di notte, sotto casa di un sindaco è da ritenersi un attacco gravissimo alle istituzioni cittadine e nei confronti di un amministratore che, trascrivendo l'adozione di due gemelle nate da una coppia omosessuale, ha solo fatto il suo dovere. Anche la scelta di attaccare il sindaco nella sua residenza privata e non nella sede del comune rende, ad avviso dell'interrogante, ancora più evidente l'intento intimidatorio dell'organizzazione neofascista Forza Nuova;

   seppur la giurisprudenza su questi temi sia in evoluzione, il sindaco sicuramente non si è mosso in contrasto alla legge e a supporto di tale decisione ci sono numerose sentenze di tribunali e della Corte di cassazione, oltre alle linee di indirizzo di convenzioni internazionali;

   riconoscere il vincolo familiare dei bimbi e delle bimbe ferraresi con i loro genitori non è una colpa, semmai un merito del sindaco che con questo gesto ha voluto tutelare anagraficamente i rapporti affettivi e familiari;

   quello striscione non è soltanto un attacco al sindaco di Ferrara ma a tutte quelle famiglie «arcobaleno» che hanno il pieno diritto di vivere serenamente in ogni città del nostro Paese;

   a parere dell'interrogante, organizzazioni che si richiamano apertamente al fascismo e che nella loro pratica politica ricorrono alla violenza, alle intimidazioni e ad azioni che si possono definire squadriste, come Forza Nuova, CasaPound e tante altre, dovrebbero essere perseguite e sciolte, nel rispetto della Costituzione –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro interrogato per garantire maggior tutela e «agibilità» a quei sindaci che provvedono al riconoscimento dei figli e delle figlie di coppie omosessuali per consentire loro di lavorare senza dover subire alcuna forma di pressione, minaccia, intimidazione o insulto;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere, anche attraverso precise indicazioni alle prefetture, per monitorare attentamente iniziative come quelle esposte in premessa;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere il Governo a seguito dell'iniziativa e della conseguente rivendicazione richiamata in premessa, considerato che all'interrogante la stessa iniziativa appare di fatto tale da determinare un effetto intimidatorio da parte di un movimento neofascista, nei confronti di un sindaco, essendo solo l'ultimo di una serie di episodi di aggressione o intimidazione nei confronti di amministratori locali, coppie omosessuali e famiglie «arcobaleno».
(4-02064)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   CIRIELLI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da organi di stampa si apprende che proprio in questi giorni il dirigente scolastico del liceo scientifico Caccioppoli di Scafati, Domenico D'Alessandro, avrebbe richiamato l'attenzione su una situazione di emergenza rifiuti che interesserebbe proprio la scuola;

   più nel dettaglio, cumuli di rifiuti di ogni genere sarebbero posizionati davanti la scuola: secondo quanto riportato dal dirigente, essendo il liceo collocato in una zona isolata, l'area verrebbe utilizzata come vera e propria discarica a cielo aperto. All'interno della scuola sarebbe stato perfino trovato un topo morto;

   da fonti giornalistiche si apprende che la situazione sarebbe stata già portata a conoscenza del comune, della polizia municipale, dell'Asl nonché della ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, ma, finora, non sarebbe stato preso alcun provvedimento per migliorare questa situazione di abbandono;

   a parere dell'interrogante, quanto starebbe accadendo denota una situazione di grave allarme sanitario, un vero e proprio rischio per la salute degli studenti. Sarebbe opportuno richiamare alle proprie responsabilità i commissari governativi che svolgono le funzioni del sindaco e della provincia da cui dipendono le scuole superiori, affinché possano liberare la scuola da questo enorme disagio e riportino i ragazzi in un ambiente sano –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare per ripristinare un ambiente sano per gli studenti e per contrastare l'abbandono incontrollato di rifiuti.
(4-02068)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   LACARRA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la vertenza della ex Om Carrelli (Om) – vicenda che si trascina ormai da 8 anni senza una soluzione definitiva per i 165 lavoratori e le relative famiglie che si trovano, ormai, senza retribuzioni da 13 mesi – necessita di un intervento chiarificatore che favorisca l'individuazione della soluzione più efficace per assicurare la continuità lavorativa;

   le organizzazioni sindacali e la regione Puglia hanno recentemente ricevuto la comunicazione, da parte della curatrice fallimentare della società Om, di non voler presentare la richiesta di cassa integrazione in deroga, adducendo ragioni di carattere giuridico, nonostante la regione avesse, da tempo, messo a disposizione le relative risorse;

   il prefetto della città di Bari, ricevendo i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, ha assicurato il suo impegno per arrivare alla convocazione di un tavolo ministeriale;

   il riconoscimento della cassa integrazione in deroga consentirebbe di accompagnare i lavoratori della Om fino alle previste assunzioni che dovrebbero partire dal 2020, da parte della società Selectika, impresa che dovrebbe rilevare gli impianti e provvedere al loro adeguamento per destinarli alla trasformazione e alla lavorazione di materiali plastici e vetro –:

   quali urgenti iniziative il Governo intenda assumere al fine di convocare le rappresentanze della ex Om Carrelli, delle organizzazioni sindacali, della regione Puglia e delle amministrazioni locali interessate, al fine di individuare ogni soluzione utile volta ad assicurare i livelli occupazionali di detti impianti, a tal riguardo garantendo il necessario supporto giuridico volto a chiarire i termini normativi per l'eventuale riconoscimento della cassa integrazione in deroga.
(5-01286)


   PERCONTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'amministrazione centrale dell'Inps mediante deliberazione presidenziale n. 150 del 30 novembre 2018, ha recentemente confermato la volontà di portare a termine la riorganizzazione unilaterale dell'area medico-legale facente capo all'Ente medesimo, avviata nel 2016 in base a quanto previsto dall'ordinamento delle funzioni centrali e territoriali dell'Inps, così come modificato dalla determinazione presidenziale n. 125 del 26 luglio 2017, disponendo in particolare la soppressione di tutte le strutture medico-legali territoriali che non si trovino nei capoluoghi di provincia, al fine realizzare una nuova articolazione territoriale con accentramento a livello provinciale, che garantisca una maggiore qualità dei servizi e accresca l'efficienza nell'impiego delle risorse disponibili;

   numerose sono state le perplessità e le preoccupazioni sollevate dagli amministratori locali delle zone interessate da quanto disposto nella predetta deliberazione dell'Inps;

   tra questi vi è stato l'allora sindaco di Sciacca in provincia di Agrigento – Fabrizio Di Paola – che già nel 2017, venuto a conoscenza della questione, aveva promosso un'iniziativa per contrastare il progetto di soppressione dei centri medico-legali presenti nel suo territorio, mediante l'elaborazione di un documento sottoscritto dai sindaci dei comuni che gravitano attorno alla locale agenzia complessa dell'Inps, quali Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Cianciana, Lucca Sicula, Menfi, Montevago, Ribera, Sambuca di Sicilia, San Biagio Platani, Santa Margherita di Belice, Santo Stefano di Quisquina, Sciacca e Villafranca Sicula, che è stato inviato al presidente nazionale dell'Inps e ai responsabili di altri settori dello stesso Istituto;

   in tale documenti venivano evidenziati gli enormi disagi che tale progetto avrebbe provocato ai numerosi utenti, costretti a raggiungere una sede distante e con una viabilità disagevole, qual è Agrigento. Infatti, il provvedimento così come strutturato non tiene conto della realtà geografica del territorio né dei bisogni della popolazione, in quanto, nel caso della sede Inps di Sciacca (così come del suo tribunale), questa si trova al centro di una vasta area dove insistono 16 comuni agrigentini e 5 comuni del trapanese con una popolazione che ammonta a più di 147.000 abitanti;

   l'accentramento dell'area medica su Agrigento – come fanno rilevare i sindaci nel documento – non comporterebbe pertanto alcun risparmio per l'Istituto che vedrebbe soltanto un notevole incremento delle visite domiciliari con un vertiginoso aumento dei rimborsi per l'indennità chilometrica, oltre al sicuro notevole allungamento dei tempi di visita, di definizione delle pratiche e di netta riduzione della partecipazione dei medici interni dipendenti dell'Istituto in veste di Ctp alla consulenze tecniche, e che al contrario comporterebbe un cospicuo aggravio in termini di spesa e di disagio per tutti quei cittadini colpiti da disabilità o che comunque vertono in condizioni di «fragilità», al fine di ottenere le dovute prestazioni assistenziali –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Ministro interrogato, al fine di scongiurare l'imminente chiusura delle agenzie interessate;

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adoperarsi, per quanto di competenza, per evitare la soppressione o il depotenziamento delle sedi citate in premessa, prevedendo, in accordo con gli enti locali, soluzioni alternative all'attuale modello di riorganizzazione previsto per l'area medico-legale dell'Inps in parola, in considerazione sia delle specificità a livello territoriale, sia delle realtà strategiche per l'utenza come quella di Sciacca.
(5-01287)


   FIANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   dal dicembre 2017 la storica azienda delle telecomunicazioni Italtel di Settimo Milanese, come è noto, è passata sotto il controllo di Exprivia e da tempo è in fase di «ristrutturazione»;

   da notizie a mezzo stampa si è appreso che già dal luglio 2017 è entrato in vigore un accordo sindacale che ha aperto una finestra di uscite volontarie incentivate, accordo in seguito al quale sono state sollevate una serie di polemiche per le modalità con cui sarebbero stati svolti i colloqui da parte dell'azienda per convincere i lavoratori ad andarsene;

   da notizie a mezzo stampa si è appreso altresì che nelle scorse settimane l'azienda avrebbe deciso unilateralmente di revocare i benefici della contrattazione di secondo livello, con pesanti decurtazioni in busta paga per i lavoratori;

   dopo la chiusura dell'ultima tranche di contratti di solidarietà, l'azienda avrebbe unilateralmente comunicato anche l'aggiornamento dei parametri necessari a rispettare il nuovo piano industriale;

   i lavoratori dell'Italtel, che hanno sempre garantito grande professionalità e dedizione, e che hanno affrontato anni di sacrifici, oggi si trovano non solo di fronte a una grande incertezza professionale, ma anche davanti a una riduzione unilaterale della busta paga, che non fa altro che demotivare ancora di più i dipendenti, la risorsa principale per fronteggiare le difficoltà di un mercato molto competitivo –:

   quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare, per quanto di competenza, per aprire un dialogo con la nuova dirigenza, per sostenere i lavoratori e verificare la possibilità di non far ricadere tutti i costi del nuovo piano industriale esclusivamente sul personale.
(5-01289)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FICARA, PARENTELA, DEL MONACO e PERCONTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   si sta assistendo, in questi ultimi anni, all'adozione da parte dell'Inps di un modello organizzativo dell'area medico-legale fondato, nelle intenzioni dell'istituto, su una logica «cliente-centrica» e di sistema aperto, integrato con il Paese. Il nuovo modello organizzativo prevede, tra l'altro, la scomparsa delle strutture medico-legali territoriali con accentramento di tutta l'attività medico-legale dell'Inps nei soli capoluoghi di provincia, senza tenere conto del grave e profondo disagio che verrebbe a crearsi per i cittadini;

   l'amministrazione dell'Inps, già in data 5 marzo 2018, ha presentato alle organizzazioni sindacali il nuovo progetto di riorganizzazione dell'area medica dell'istituto con allegata una tabella con i riferimenti dettagliati delle unità operative complesse e delle unità operative semplici, dalla quale si evinceva la scomparsa delle unità operative semplici di Noto (Siracusa) e Sciacca (Agrigento);

   con determinazione n. 150 del 30 novembre 2018 avente ad oggetto «Nuovi assetti organizzativi dell'Area medico legale dell'istituto» l'Inps ha provveduto ad adottare un modello organizzativo dell'area medico-legale che vedrebbe confermata la scomparsa delle unità operative semplici di Noto e Sciacca;

   l'accentramento dell'area medico-legale su Siracusa non sembra ben coniugarsi con la logica «clientecentrica» sottesa al suddetto modello organizzativo e non comporterebbe, inoltre, risparmi per l'Istituto, perché si vedrebbe un notevole incremento delle visite domiciliari e dei rimborsi per l'indennità chilometrica, oltre al sicuro allungamento dei tempi di visita e di definizione delle pratiche, rischiando di rendere vano il risparmio ottenuto con l'accentramento;

   per quanto riguarda l'utenza servita dall'unità operativa semplice territoriale di Noto (circa 105.000 persone residenti nei comuni di Noto, Avola, Pachino, Portopalo, Rosolini), il disagio sarà notevolissimo considerando le caratteristiche geografiche dell'area interessata, le distanze che separano i vari paesi dal capoluogo e le vie di comunicazione esistenti che, soprattutto nei mesi invernali, sono soggette a interruzioni per via delle abbondanti precipitazioni;

   dall'esame del progetto di riorganizzazione dell'area medica dell'istituto appare all'interrogante del tutto assente un'analisi dei reali carichi di lavoro delle varie unità coinvolte e non si intravede nessuna logica «cliente-centrica» né una «articolazione territoriale, ottimizzata in base alle caratteristiche e ai bisogni del territorio di riferimento»;

   appare, pertanto, auspicabile che l'istituto si impegni a salvaguardare l'operatività del centro medico-legale di Noto, utilizzando criteri e strategie di riorganizzazione dell'area medica che tengano prioritariamente nella dovuta e giusta considerazione i bisogni dei numerosi cittadini di questa importante e consistente parte della provincia di Siracusa –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza del modello di riorganizzazione in atto riguardante l'area medico-legale l'Inps se non ritenga necessario intervenire, per quanto di competenza, per verificare la congruità e razionalità di tale modello in realtà strategiche come quella di Noto;

   quali iniziative intenda porre in essere, per quanto di competenza, affinché venga scongiurato il rischio della soppressione del centro medico-legale di Noto, in quanto funzionale alla gestione di un'utenza che incontrerebbe gravi difficoltà nel raggiungimento delle competenti sedi provinciali.
(4-02056)


   FICARA, PARENTELA, GRIPPA e DEL MONACO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la società «Set Impianti», operante negli impianti di manutenzione del petrolchimico di Siracusa, è stata dichiarata fallita dal tribunale di Siracusa in data 15 maggio 2018;

   la prefettura di Siracusa ha avviato, il 31 Maggio 2018, un tavolo permanente con l'obiettivo di giungere alla risoluzione della vertenza sul futuro lavorativo dei dipendenti della Set Impianti a cui hanno preso parte, oltre agli amministratori giudiziari dell'azienda di manutenzione degli impianti petrolchimici, per la parte datoriale, i rappresentanti di Confindustria, Lukoil, Versalis e Sasol, insieme ai sindacati Cgil, Cisl e Uil;

   dal comunicato stampa della prefettura di Siracusa, pubblicato il 4 luglio 2018 sul sito istituzionale interno.gov.it si è appreso che «La riunione, nel sottolineare ancora una volta la complessità della vertenza che ha dovuto tenere conto di due distinti procedimenti giudiziari pendenti presso diverse giurisdizioni – la confisca del ramo d'azienda disposto dal GIP del Tribunale di Catania e il fallimento della società dichiarato dal Tribunale di Siracusa – ha sancito la soluzione della stessa». Nel dettaglio, il confronto tra le autorità giudiziarie coinvolte nella vicenda ha consentito di evitare il fallimento del ramo d'azienda confiscato e ha permesso l'avvio di un nuovo bando di gara per la vendita e l'aggiudicazione provvisoria alla società Synergo Consorzio Nazionale operante nel settore della manutenzione all'interno degli stabilimenti Isab Lukoil, Versalis e Sasol del polo industriale di Priolo Gargallo e di Augusta;

   in base a un accordo sottoscritto in Confindustria nel mese di settembre 2018, i 123 lavoratori della Set Impianti avrebbero dovuto essere ricollocati all'interno del Consorzio Synergo di Gela con contratti di 45 giorni, e alla scadenza essere inseriti negli organici del Consorzio «Synergo» con contratti a tempo indeterminato;

   il consorzio Synergo ha proceduto alle assunzioni in modo graduale, ma, in occasione di un incontro presso la sede di Confindustria Siracusa, il 7 novembre 2018, i vertici del Consorzio avrebbero ribadito di non avere risorse per pagare le spettanze dovute al periodo di inattività dei 123 operai «ex Set Impianti»;

   dal quotidiano on line «SiracusaNews.it» si apprende che in data 9 novembre 2018 la squadra mobile di Siracusa ha arrestato i sindacalisti di Cisl e Uil Roberto Getulio e Marco Faranda, trovati in possesso della somma di 1.500 euro ciascuno, poco prima consegnata loro dai titolari della Synergo;

   l'inchiesta, tuttora in corso, è nata da una denuncia presentata dai proprietari della stessa Synergo, che avrebbero dichiarato di essere stati vittime di una richiesta estorsiva da parte dei due sindacalisti, per non ostacolare l'avvio dell'attività della loro azienda nel territorio del comune di Augusta, in seguito all'acquisto della Set Impianti. In seguito si è autosospeso da ogni incarico anche il segretario generale della Fiom-Cgil, Antonino Recano;

   purtroppo, sono trascorsi svariati mesi senza che i 123 lavoratori «Ex Set Impianti» e le loro famiglie ricevano uno stipendio, dal momento in cui gli amministratori giudiziari disposero, a seguito della richiesta (14 maggio 18) del curatore, la sospensione di ogni contratto che comportasse spese (quindi anche stipendi), e senza l'erogazione della cassa integrazione straordinaria –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di trovare una soluzione immediata e definitiva alle criticità sopra esposte, anche nell'ottica di un eventuale accesso alla mobilità in deroga per i lavoratori coinvolti.
(4-02069)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ROSTAN. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la fibromialgia è una sindrome che causa un aumento della tensione muscolare, ed è caratterizzata da dolore muscolare e ai tessuti fibrosi (tendini e legamenti) di tipo cronico e diffuso;

   si tratta di una malattia poco conosciuta, che causa ai malati sofferenze e dolori continui e costanti;

   la sua diagnosi e le sue caratteristiche cliniche sono controverse; essa è stata collegata all'attività lavorativa svolta dal soggetto o a familiarità genetica; in qualche caso si è parlato anche di reazioni allergiche e problemi al sistema immunitario;

   insorge prevalentemente nelle persone di sesso femminile in età adulta e viene indicata da recenti statistiche al secondo o terzo posto tra le malattie reumatiche più diffuse;

   la fibromialgia è associata ad astenia, problemi cognitivi, disturbi del sonno, ansia, depressione;

   ad oggi, le terapie sono solo sperimentali e non vi sono possibilità conosciute di guarigione o anche solo di miglioramento, poiché non esiste una cura definitiva;

   la fibromialgia, in presenza di crisi di dolore acuto, risulta particolarmente invalidante: chi ne è affetto resta bloccato a casa per giorni; la patologia impedisce di studiare, lavorare, di adempiere alle necessità della propria vita;

   nel novembre 2017 è stata approvata all'unanimità dai membri della Commissione affari sociali della Camera il testo unificato di una risoluzione che impegnava il Governo, tra le altre cose, a includere la fibromialgia nell'elenco delle malattie croniche di rilevante impatto sociale e sanitario e che devono rientrare nei livelli essenziali di assistenza;

   ciò nonostante, la fibromialgia non è ancora riconosciuta dallo Stato come malattia cronica ed invalidante; il paziente, quindi, appare privo di tutele;

   il mancato riconoscimento della fibromialgia come malattia cronica e invalidante impedisce a chi ne è affetto l'accesso agevole a strumenti di diagnosi e di cura e a mezzi di tutela sui luoghi di lavoro e di studio: il malato non può giustificare le assenze, incontra ostacoli e incomprensioni –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di assumere una iniziativa, per quanto di competenza, per il riconoscimento della fibromialgia come malattia cronica e invalidante, riconoscendo così a chi ne è affetto, diritti e tutele.
(5-01288)

Interrogazione a risposta scritta:


   CIRIELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il piano regionale di programmazione della rete ospedaliera, aggiornato al 28 dicembre 2018, avrebbe penalizzato – rispetto alla precedente programmazione – l'area della provincia di Caserta (soli 2,61 posti letto ogni 1.000 abitanti). In tale contesto, si inserirebbe la trasformazione del presidio ospedaliero di Maddaloni in un semplice pronto soccorso di primo intervento (pagina 94 del piano regionale in cui è possibile leggere «Il Presidio di Maddaloni viene riprogrammato quale presidio ospedaliero con P.S.»). Ciò andrebbe a causare la chiusura di unità operative e la riduzione di servizi per tutto il territorio adiacente;

   da fonti giornalistiche si apprende che già da tempo il presidio ospedaliero di Maddaloni verserebbe in pessime condizioni a causa di gravi carenze organiche e della mancanza di posti letto e di fondi necessari per il riammodernamento;

   quanto appena descritto andrebbe a danneggiare molti cittadini. Difatti, il presidio ospedaliero di Maddaloni dovrebbe soddisfare le richieste dei cittadini della medesima città in cui vi sono oltre 38.000 abitanti nonché gli abitanti dei comuni di Arienzo e Cervino (rispettivamente 5.374 e 5.000 abitanti) e gli abitanti dei comuni di San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico, Valle di Maddaloni e San Marco Evangelista (rispettivamente 17.425, 13.973, 2.744, 6.579 abitanti). Inoltre, si servono dello stesso nosocomio anche gli abitanti dei comuni del beneventano come Forchia, Arpaia e Airola (rispettivamente 1.223, 2.018, 8.370 abitanti), per un bacino totale orientativo di oltre 100.700 abitanti;

   il «declassamento» del presidio ospedaliero di Maddaloni avrebbe acceso le proteste non solo dei cittadini, gravemente penalizzati dalle suddette decisioni, ma anche quelle dei rappresentanti delle opposizioni delle forze politiche cittadine che hanno annunciato una mobilitazione per cercare di bloccare la messa in atto del piano regionale;

   a parere dell'interrogante, la situazione appena delineata si potrebbe tramutare in un grave pericolo per la salute dei cittadini –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti descritti e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative di competenza, anche per il tramite del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari regionali, intenda adottare per verificare i motivi che hanno spinto al declassamento del presidio ospedaliero di Maddaloni e salvaguardare i livelli essenziali di assistenza e la salute dei cittadini.
(4-02067)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:


   CAVANDOLI, VINCI, TOMBOLATO, FERRARI, CENTEMERO e MURELLI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il Gruppo Ferrarini - nota eccellenza reggiana dell'agroalimentare che conta 800 dipendenti e sedi in diverse località emiliane e lombarde - vive da tempo una pesante crisi di liquidità: in particolare, l'azienda soffre di un ingente indebitamento (nel bilancio 2016 ammontava a 280 milioni di euro) anche a causa di una pregressa esposizione nei confronti di diversi istituti di credito cui in passato si era affidata per sostenere un piano di crescita aziendale. Ad aggravare ulteriormente la situazione è subentrata anche la crisi di Veneto Banca, di cui il gruppo possiede un cospicuo numero di azioni (intorno ai 15 milioni di euro) che erano state poste a garanzia dei prestiti accordati;

   nel 2016 per far fronte a questi primi segnali di crisi il Gruppo si è scisso in due parti: da un lato, le produzioni industriali di prosciutto e salumi, ossia le aziende Ferrarinie Vismara; dall'altro la Società agricola Ferrarini, cui fa capo il resto delle attività (come la produzione di parmigiano, vino e aceto balsamico, per marchi come Le Corti di Filippo Re, Latterie di montagna Matilde di Canossa e Ferrarini Shop) e che possiede la maggior parte del patrimonio del gruppo. Da alcuni mesi purtroppo Ferrarini Vismara e la Società Agricola Ferrarini sono tutte in regime di concordato con riserva. Per Ferrarini S.p.A. entro il 28 dicembre 2018 dovevano essere presentatela proposta concordataria, il piano e la documentazione di cui all'articolo 160, commi 2 e 3, della legge fallimentare, ma con decreto del tribunale di Reggio Emilia del 4 dicembre 2018, tale termine è stato prorogato di 60 giorni; per Società Agricola Ferrarini S.p.A. tale termine scadeva il 16 ottobre 2018 ed è stato prorogato di 120 giorni;

   in vista di tali scadenze presso il Ministero dello sviluppo economico si sono svolti due incontri – il 3 agosto e il 24 ottobre 2018 – nel corso dei quali sono stati individuati tre punti principali della vertenza riguardante il Gruppo Ferrarini: contratto di solidarietà per i lavoratori Ferrarini di Rivaltella (Reggio Emilia) e Lesignano Bagni (Parma), e cassa integrazione straordinaria per quelli della Vismara di Casatenovo (Lecco), oltre al termine di 150 giorni per l'elaborazione dei piani industriali delle aziende derivanti dal concordato (affidati alla società di consulenza aziendale Roland Berger), quindi in accordo con i commissari giudiziali nominati;

   a seguito degli incontri tra azienda e parti sociali e di quelli promossi presso il suddetto Ministero, in data 19 novembre 2018, si è tenuto, nella sede dell'Unione Montana Appennino Parma Est, un tavolo istituzionale sulla crisi dell'azienda Ferrarini presieduto dai sindaci dei territori coinvolti, nel corso del quale è emersa grande preoccupazione per la situazione in cui versa il gruppo ed è stato chiesto «ai parlamentari del territorio un concreto interessamento alla vertenza e ribadire l'importanza delle prossime riunioni al Mise coinvolgendo le istituzioni locali» –:

   quali urgenti iniziative il Governo intenda promuovere per favorire la ripresa delle aziende che fanno capo al gruppo Ferrarini, al fine di preservare questa eccellenza del made in Italy agro-alimentare e, con essa, i livelli occupazionali che fino ad oggi ha garantito sul territorio emiliano e della Brianza lecchese.
(4-02062)


   BAZZARO, ANDREUZZA, FOGLIANI e VALLOTTO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   nel comune di Chioggia all'interno dell'area portuale in Val del Rio vi è un sito destinato dal piano regolatore portuale a bunkeraggio, per il quale la Società Costa Bioenergie S.r.l. ha ottenuto dal Ministero dello sviluppo economico, con decreto n. 17407 del 26 maggio 2015, l'autorizzazione a realizzare un deposito di 10350 metri cubi di carburanti, di cui 9.000 per Gpl;

   a seguito dell'istruttoria svolta dalla regione Veneto e dalla Commissione per la salvaguardia di Venezia si è ritenuto che l'autorizzazione rilasciata dal Ministero dello sviluppo economico non potesse essere sostitutiva anche dei provvedimenti edilizi e paesaggistici necessari alla costruzione del manufatto pertanto, con ordinanza n. 95 del 9 maggio 2017, il dirigente del settore urbanistica del comune di Chioggia ha disposto la demolizione delle opere e la rimessa in pristino dei luoghi a carico della Costa Bioenergie per assenza dell'autorizzazione paesaggistica alla realizzazione dell'impianto di stoccaggio di GPL;

   avverso detta ordinanza la Costa Bioenergie ha presentato ricorso innanzi al Tribunale amministrativo regionale per il Veneto che, con sentenza del 5 giugno 2018, ne ha dichiarato l'accoglimento autorizzando la ripresa dei lavori;

   nella seduta del 21 giugno 2018 la giunta del comune di Chioggia ha deliberato l'impugnazione innanzi al Consiglio di Stato della sentenza del Tar n. 00604/2018 e, in occasione della prima udienza, anche la regione Veneto si è costituita in giudizio presentando una memoria contenente nuovi elementi volti a evidenziare le contraddizioni emerse nel corso dei più recenti accertamenti sull'autorizzazione del 2015 e il conseguente necessario ritiro della concessione da parte delle autorità competenti;

   da ultimo, con una nota congiunta dell'11 gennaio 2019 il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministero per i beni e le attività culturali hanno espresso la loro contrarietà alla realizzazione del deposito costiero di prodotti Gpl nel comune di Chioggia, alla luce delle conclusioni – trasmesse anche al Consiglio di Stato – derivanti dalla compiuta analisi del procedimento istruttorio svolto dal Ministero dello sviluppo economico, che evidenziano il mancato coinvolgimento, da parte della passata amministrazione comunale, della Commissione di salvaguardia di Venezia con riferimento all'autorizzazione paesaggistica –:

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare con riferimento a quanto esposto in premessa, inclusa l'eventuale possibilità di supportare – anche in sede giudiziaria – la posizione, recentemente espressa, di contrarietà alla realizzazione l'impianto Gpl a Chioggia, in assenza della richiesta autorizzazione paesaggistica.
(4-02063)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Porchietto e altri n. 1-00103, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 gennaio 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Cannatelli.

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

  L'interpellanza urgente Zolezzi e altri n. 2-00236, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 gennaio 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Dori.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Caiata n. 3-00453, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 gennaio 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Vitiello.

  L'interrogazione a risposta scritta D'Ettore e altri n. 4-02038, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 gennaio 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Nevi.

Apposizione di firme ad una interrogazione a risposta in Commissione e indicazione dell'ordine dei firmatari.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Sozzani n. 5-01219 pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 gennaio 2019, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Germanà, Mulè, Zanella, Versace e Cattaneo. Pertanto, con il consenso degli altri sottoscrittori, l'ordine delle firme deve intendersi così modificato: «Sozzani, Germanà, Mulè, Zanella, Bagnasco, Fiorini, Gagliardi, Giacometto, Pittalis, Porchietto, Rosso, Squeri, Zangrillo, Napoli, Ruffino, Versace, Cattaneo».

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interpellanza urgente Toccafondi n. 2-00165 del 6 novembre 2018;

   interrogazione a risposta scritta Cirielli n. 4-01904 del 19 dicembre 2018;

   interrogazione a risposta scritta Fitzgerald Nissoli n. 4-01982 del 15 gennaio 2019.