Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 18 ottobre 2018

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    secondo quanto appreso dagli organi di stampa, la procura di Firenze ha indagato Alessandro, Luca ed Andrea Conticini, quest'ultimo sposato con Matilde Renzi, sorella dell'ex Presidente del Consiglio e segretario del Partito democratico Matteo Renzi;

    secondo i magistrati i fondi di alcune organizzazioni destinati ai bambini africani grazie alla società «Play Therapy Africa Ltd», circa 6,6 milioni di dollari, sarebbero invece serviti per l'acquisto di quote di alcune società della famiglia Renzi o di persone ad essa vicine;

    Andrea Conticini risulterebbe indagato per riciclaggio per gli acquisti, a nome del fratello Alessandro, di quote di tre società: la «Eventi 6» della famiglia Renzi, la «Quality Press Italia» e la «Dot Media» di Patrizio Donnini e di sua moglie Lilian Mammoliti, legati ai Renzi, operazioni che risalirebbero al 2011;

    fra le organizzazioni che avrebbero destinato fondi alla «Play Therapy Africa», insieme alla Fondazione Pulitzer, che attraverso la organizzazione no profit «Operation Usa» ha versato 5,5 milioni di dollari, ed altre organizzazioni umanitarie australiane, americane ed europee, che complessivamente hanno versato quasi 900 mila dollari, c'è anche l'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, che ha donato 3,8 milioni di dollari;

    recentemente è stata estesa la procedibilità a querela di parte per reati contro il patrimonio privato, sancita dal decreto legislativo 10 aprile 2018, n. 36, con il quale è stata data attuazione alla legge 23 giugno 2017, n. 103, reato contestato ad uno dei fratelli Conticini, ma finora nessuno dei donatori ha presentato denuncia;

    l'Unicef in un comunicato pubblicato sul proprio sito web il 27 settembre 2018 ha confermato esplicitamente di non voler procedere con la querela;

    l'Italia risulta nella «top ten» mondiale degli Stati che versano contributi alle Nazioni Unite e, secondo quanto dichiarato recentemente dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, ogni anno l'Italia versa all'Onu circa settecento milioni di euro,

impegna il Governo

1) ad adottare ogni iniziativa utile, nelle sedi competenti, affinché vengano poste in essere tutte le azioni opportune per assicurare la correttezza nella destinazione dei fondi in questione nonché per ottenere i chiarimenti e gli adempimenti necessari sulla richiamata vicenda, anche in relazione alla presentazione della querela, eventualmente rivalutando la quota volontaria delle consistenti contribuzioni versate dall'Italia all'ONU, per la parte destinata all'Unicef.
(1-00062) «Donzelli, Lollobrigida, Lucaselli, Mollicone, Delmastro Delle Vedove».

Risoluzioni in Commissione:


   La I Commissione,

   premesso che:

    il decreto legislativo n. 177 del 2016 ha disposto, a decorrere da gennaio 2017, l'assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri, e il transito del relativo personale per circa l'ottanta per cento nella stessa Arma dei carabinieri e per la restante quota nella polizia, nella Guardia di finanza, nei vigili del fuoco e nel Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo;

    nell'ambito del trasferimento, in modo penalizzante, circa 360 ex appartenenti al Corpo forestale dello Stato sono stati coattivamente destinati al Corpo nazionale dei vigili del fuoco;

    tra i suddetti soggetti figurano 17 vice-ispettori e 86 vice sovrintendenti fatti transitare tenendo conto del criterio (secondario) di cui all'articolo 12, comma 2, lettera b), punto 2), del decreto legislativo n. 177 del 2016 per le competenze attribuite al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ai sensi dell'articolo 9, dell’«anzianità nella specializzazione di direttore delle operazioni di spegnimento (DOS) e, a parità di anzianità nella specializzazione, della minore età anagrafica»;

    la «scelta» dei 17 vice-ispettori e degli 86 vice sovrintendenti è stata determinata in base a falsi presupposti, come l'inserimento, artificioso, nel medesimo decreto legislativo n. 177 del 2016, della specializzazione Dos, che nel Corpo forestale dello Stato non è mai stata deliberata;

    la dirigenza del Corpo forestale dello Stato, infatti, per «rintracciare» l'inesistente specializzazione Dos da attribuire al «suo» personale ha deciso in modo discrezionale di considerare i corsi «DOS» svolti durante i vari corsi di avanzamento di qualifica a partire dall'anno 2013;

    ai citati 17 vice-ispettori e 86 vice sovrintendenti che hanno svolto il corso nel 2013, quando non era previsto nessun corso specifico Dos, nel 2016 (quindi dopo tre anni e nell'imminenza dell'uscita del decreto legislativo n. 177 del 2016) è stato rilasciato un attestato di partecipazione a un «modulo specialistico abilitativo per DOS»;

    quindi, 17 vice-ispettori e 86 vice sovrintendenti che svolgevano servizio presso comandi stazione, nuclei investigativi e altri uffici operativi, interessandosi principalmente di attività di polizia giudiziaria e amministrativa in campo ambientale e agroalimentare (molti di essi con l'incarico di comandanti di stazione) e che avrebbero dovuto passare nell'Arma dei carabinieri, si sono ritrovati – con modalità di dubbia legittimità – trasferiti nei vigili del fuoco, senza una preparazione specifica sull'AIB (antincendio boschivo);

    la maggior parte del suddetto personale ha impugnato al Tar il decreto di assegnazione, e già sono numerose le sentenze emesse (circa 20 pronunciate dai Tar di Toscana, Veneto, Lazio, Campania, Emilia Romagna, Calabria, Lombardia) che danno ragione ai ricorrenti, stabilendo che: «la mera attribuzione della specializzazione di DOS (direttore operazioni spegnimento) non può costituire di per sé un motivo sufficiente e dirimente ai fini dell'individuazione dell'Amministrazione di destinazione, senza che risulti dimostrata l'impossibilità di giungere ad un inquadramento applicando il principio di corrispondenza con le funzioni in precedenza svolte, così come previsto dalla lettera a) comma 1 dell'articolo 12. È quindi evidente che l'assegnazione avrebbe dovuto tenere conto dello stato matricolare e delle funzioni concretamente svolte dal dipendente per un periodo considerevole di servizio a fronte della mera frequenza di un corso di formazione DOS (Direttore Operazioni di Spegnimento) per una specializzazione inesistente nell'ordinamento del Corpo Forestale» (Tar Toscana – sezione prima n. 890 del 26 giugno 2018);

    le sentenze sono state e saranno appellate al Consiglio di Stato e ciò fa sì che si prolunghi l'ingiustizia determinata dallo Stato e dalla sua dirigenza verso i propri dipendenti che chiedono di essere reintegrati nel giusto posto, come stabilito nelle sentenze,

impegna il Governo:

   ad adottare le iniziative di competenza per dare piena attuazione a quanto stabilito dalle citate sentenze emesse dai tribunali amministrativi regionali con le quali sono stati accolti i ricorsi presentati dai soggetti dei cui in premessa assegnati coattivamente al Corpo nazionale dei vigili del fuoco sulla base di supposte competenze nell'ambito di operazioni di spegnimento in realtà mai acclarate, e, in particolare, della sentenza del Tar della Toscana sopra richiamata;

   ad adottare le iniziative di competenza al fine di rinunciare al ricorso in appello al Consiglio di Stato contro queste sentenze, con conseguente beneficio anche per le casse pubbliche.
(7-00074) «Donzelli, Prisco».


   La XI Commissione,

   premesso che:

    dopo la forte crescita di luglio e agosto, le registrazioni nell'Europa dei 28 più le nazioni aderenti all'Efta hanno subìto una conseguente compensazione a settembre, soprattutto in relazione all'introduzione della norma Wltp e dell'entrata in vigore dell'obbligo di immatricolare esclusivamente vetture dotate di un propulsore euro 6C e 6D temp. Complessivamente le vendite di auto nuove in Europa a settembre 2018 calano del 23,4 per cento. In questo contesto, Fiat Chrysler Automobiles, che a luglio e agosto aveva registrato un forte aumento rispettivamente del 17,2 e 38,9 per cento, immatricola a settembre quasi 61.900 vetture per una quota al 5,5 per cento. Nel complesso, nel terzo trimestre dell'anno Fca ha registrato un incremento della quota di 0,1 punti percentuali (da 6,2 a 6,3) e una crescita dei volumi di 2,7 punti percentuali. Nei primi nove mesi dell'anno le immatricolazioni di Fca sono quasi 825.400, con una quota del 6,7 per cento;

    peraltro, rispetto al dato europeo, le elaborazioni Anfia su dati del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in data 3 ottobre 2018, dicono che in Italia nel mese di settembre sono state immatricolate 124.882 autovetture, il 25,4 per cento in meno rispetto a settembre 2017. Il gruppo Fiat Chrysler Automobiles (incluso Maserati) registra un calo tendenziale del 40 per cento nel mese e del 10,5 per cento nel cumulato dei primi 9 mesi. I volumi si attestano a 28 mila nuove registrazioni con il 23 per cento di quota e 400 mila a gennaio-settembre con il 27 per cento di quota. Nel mese risultano in crescita solo le vendite di Maserati (+19 per cento);

    risultano in calo le vendite di auto diesel, -38,4 per cento a settembre e 47,5 per cento di quota, dieci punti in meno rispetto a settembre 2017. Nel cumulato le vendite risultano in calo del 9 per cento, con il 53 per cento di quota. In calo è anche il mercato delle auto nuove a benzina, che rappresenta il 39 per cento del totale (8 punti in più di settembre 2017), con una diminuzione delle vendite nel mese del 6 per cento. Le auto ad alimentazione alternativa rappresentano il 13 per cento del mercato, in calo del 12 per cento. Diminuiscono le immatricolazioni di auto a gas: Gpl -24 per cento e metano -63 per cento. Le vendite di auto elettriche, seppure con una quota di mercato di appena lo 0,4 per cento crescono del 167 per cento nel mese di settembre e le ibride crescono del 29 per cento. Il risultato delle nuove registrazioni di auto ibride ed elettriche, pur in aumento, vale ancora solo il 6,6 per cento del mercato;

    negli ultimi anni, le misure messe in campo dai Governi a guida PD, quali gli incentivi della «legge Sabatini» e del «Superammortamento», hanno fatto registrare un vero boom nell'acquisto di veicoli commerciali e di autocarri, ma anche le auto immatricolate acquistate dalle imprese ha evidenziato forti incrementi;

    tuttavia, i dati di questo ultimo mese sembrano riaprire scenari di crisi del settore che ci si augurava fossero definitivamente superati con la conclusione del ciclo recessivo iniziato nel 2008;

    sul fronte occupazionale nel 2008 gli addetti alla produzione di automobili erano 68.500, contro i 66.000 del 2015, mentre, i settori della componentistica e della carrozzeria hanno fatto registrare cali occupazionali più consistenti;

    complessivamente, contando tutti i produttori e addetti indiretti, il comparto occupa 252 mila persone. L’automotive rappresenta ancora una spina dorsale della produzione industriale (7 per cento del settore manifatturiero) e di tutta l'occupazione nelle imprese dei settori industria, commercio e servizi (ancora 7 per cento). Il raffronto con i principali partner europei dice che il totale degli addetti diretti conta 850.000 unità in Germania, 224.000 in Francia, 178.000 in Polonia, 168.000 in Romania e 160.000 in Italia;

    nonostante ciò, l'andamento dell'occupazione negli stabilimenti italiani del Fca non sembra andare nella direzione che tutti auspicavano con il completamento del piano 2014-2018, che, tra l'altro, aveva l'obiettivo dell'azzeramento dell'uso degli ammortizzatori sociali. La scelta di rallentare il completamento del piano con altri investimenti nel corso del 2017 ha avuto un impatto sull'obiettivo della piena occupazione. Se nel 2014, l'uso di ammortizzatori sociali coinvolgevano oltre il 27 per cento dei dipendenti di Fca, oggi gli ammortizzatori pesano ancora poco più dell'8 per cento della forza lavoro, e comunque con un'inversione di tendenza negli ultimi mesi, almeno in alcuni impianti;

    in questi ultimi mesi, le lavoratrici e i lavoratori si sono mobilitati in tutti gli stabilimenti Fca e Magneti Marelli per avere un confronto sugli investimenti, l'occupazione e la contrattazione. In particolare, si registra una forte preoccupazione alla carrozzeria di Mirafiori e nello stabilimento Maserati di Brugliasco. In quest'ultimo impianto l'utilizzo dei contratti di solidarietà è al limite di ciò che consente la legge, perché sia garantito almeno il 30 per cento, con forti criticità anche nell'impianto carrozzeria. Anche nello stabilimento di Pratole Serra, dove si produce il 99 per cento motori diesel per il marchio Fiat, al momento non si hanno elementi per sperare in un futuro produttivo, stante il piano industriale presentato da Fca il 1° giugno 2018 che prevede il superamento della produzione di motori diesel entro il 2022. Anche nell'impianto di Pomigliano d'Arco durante il 2018 si è fatto ampio ricorso agli ammortizzatori sociali;

    si avvicina a scadenza il Ccsl – contratto collettivo specifico di lavoro –, in vigore negli stabilimenti del gruppo Fca;

    l'annunciata convocazione al Ministero dello sviluppo economico, per il 30 ottobre 2018, di un incontro di approfondimento relativamente all'esame della situazione della produzione auto nel nostro Paese, è sicuramente un primo importante appuntamento che, tuttavia, dovrà evolvere verso l'elaborazione di una vera e propria strategia per l'occupazione del settore, vedendo il coinvolgimento diretto delle case costruttrici e delle aziende della componentistica, visti i grandi cambiamenti tecnologici nel settore, le incertezze produttive e di mercato, le nuove limitazioni sulle emissioni e l'aumento degli ammortizzatori sociali per i lavoratori,

impegna il Governo:

   ad avviare, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate e con il supporto di esperti del settore dell’automotive, un apposito tavolo istituzionale presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l'elaborazione di un piano nazionale per l'occupazione nel comparto della produzione di mezzi di trasporto e dei loro componenti, in vista delle profonde evoluzioni tecnologiche che a breve interesseranno il settore e delle altrettanto imminenti limitazioni di circolazione e immatricolazione che in diversi Stati sono state già programmate con riferimento ai veicoli a propulsione endotermica;

   ad attivare un costante monitoraggio, attraverso il confronto con le parti sociali, dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali negli impianti del settore, anche al fine di verificarne l'efficacia;

   ad adoperarsi affinché l'adozione, in sede comunitaria, delle pur auspicate misure di regolamentazione della produzione dei mezzi di trasporto, sulla base dell'evoluzione tecnologica e delle crescenti esigenze di tutela ambientale e di salute pubblica, sia accompagnata da altrettanto efficaci e incisive misure di salvaguardia dell'occupazione nel settore, anche attraverso percorsi di riqualificazione e riconversione occupazionale.
(7-00075) «Gribaudo, Serracchiani, Carla Cantone, Lacarra, Lepri, Mura, Viscomi, Zan».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   CECCANTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   il dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale ha da tempo bloccato l'aggiornamento dell'albo nazionale del servizio civile e degli albi delle regioni e delle province autonome, rallentando fortemente l'ingresso di nuovi soggetti nel sistema del servizio civile e impedendo altresì a quanti vi erano già operanti di implementare le proprie risorse umane dedicate e le proprie sedi di attuazione progetti;

   sin dalla primavera 2018 l'assemblea della Conferenza nazionale degli enti del servizio civile ha lamentato la lentezza con la quale si stanno svolgendo le operazioni di accreditamento al nuovo albo unico del servizio civile universale, chiedendo con urgenza di «permettere ingressi di nuove organizzazioni per il prossimo deposito progetti»;

   nella riunione della Consulta nazionale del servizio civile del 2 ottobre 2018 è emerso che la situazione di accreditamento al nuovo albo del servizio civile universale è di fatto bloccata, essendo stato finora iscritto un solo ente –:

   quale sia il numero di enti, già iscritti agli albi nazionale o regionali del servizio civile nazionale che, alla data del 15 ottobre 2018, abbiano presentato richiesta di iscrizione all'albo del servizio civile universale, nonché quanti siano, alla stessa data, gli enti già iscritti al predetto albo;

   se non ritenga di assumere iniziative per consentire, in via transitoria, agli enti iscritti agli albi del servizio civile nazionale di effettuare l'adeguamento dell'accreditamento relativamente a nuove sedi e nuove figure professionali, in vista dell'imminente presentazione dei nuovi progetti, come richiesto da molti enti accreditati.
(4-01415)


   LOLLOBRIGIDA, BUCALO e VARCHI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   la notte del 6 ottobre 2018, alle ore 2,34, è stata avvertita una forte scossa sismica di magnitudo 4.8 in tutta la provincia di Catania, con epicentro a Santa Maria di Licodia, che ha interessato anche le cittadine di Ragalna, Paternò e Biancavilla;

   in seguito alla scossa circa una quarantina di persone sono state ricoverate presso diverse strutture ospedaliere per ferite lievi e panico;

   nei comuni di Biancavilla, Santa Maria di Licodia, Adrano e Ragalna sono stati registrati danni rilevanti su edifici pubblici;

   sopralluoghi di agibilità effettuati dalla protezione civile hanno interessato anche gli edifici privati, soprattutto nella zona maggiormente colpita, ovvero i centri storici di Biancavilla e Santa Maria di Licodia;

   nei giorni a seguire, lo sciame è continuato, sono state registrate altre scosse con epicentro a Biancavilla di magnitudo 2.0 - 2.5, quest'ultima avvertita anche ad Adrano;

   l'onorevole Gaetano Galvagno del gruppo di Fratelli d'Italia all'Assemblea regionale siciliana, ha presentato alla giunta regionale un'interrogazione su come intendesse intervenire per monitorare i danni registrati a causa del terremoto di cui in questione;

   l'assessore regionale Sandro Pappalardo ha garantito l'impegno del governo regionale verso le comunità colpite, partecipando ai consigli comunali tenuti a Biancavilla e Santa Maria di Licodia;

   l'Italia è una delle zone a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, ma l'attenzione politica e mediatica dedicata ai catastrofici effetti legati ai fenomeni sismici si riduce a essere esercitata esclusivamente nei giorni successivi ai loro accadimenti, finché l'argomento non perde l'onore della cronaca e, soprattutto, senza che nulla si faccia in concreto per scongiurare altre catastrofi;

   i comuni interessati hanno chiesto alla regione siciliana il riconoscimento dello stato di calamità naturale;

   il presidente della regione siciliana, Nello Musumeci, ha richiesto al Governo nazionale la dichiarazione dello stato di emergenza a seguito dei terremoti di cui sopra, allegando una relazione della protezione civile regionale che stima in 2,4 milioni di euro i costi minimi per riportare a condizioni di agibilità gli edifici pubblici danneggiati dal terremoto –:

   quali urgenti iniziative il Governo intenda adottare in relazione alle richieste avanzate dai comuni colpiti dal terremoto e se ritenga di accogliere la richiesta di deliberazione dello stato di emergenza avanzata dalla regione.
(4-01418)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   cittadini e rappresentanti della Repubblica popolare cinese siedono ai vertici di importanti organismi multilaterali, quali le Nazioni Unite e la Banca mondiale;

   nella 85esima sessione dell'Assemblea generale dell'Organizzazione internazionale della polizia criminale – Interpol tenutasi a Bali nel 2016, Meng Hongweine è stato eletto presidente, diventando così il primo cittadino cinese a guidare questa organizzazione, incarico che ha cumulato anche con la funzione di viceministro della sicurezza pubblica cinese;

   il 5 ottobre 2018 le autorità francesi hanno dato notizia della scomparsa di Meng dopo che di lui non si erano avute più notizie; la stampa francese ha riportato le dichiarazioni della moglie Grace di aver ricevuto varie minacce via telefono, nonché un messaggio dal marito contenente l'emoji di un coltello; una fonte anonima interna alla polizia francese avrebbe successivamente riferito che il presidente dell'Interpol sarebbe stato prelevato a forza e arrestato una volta atterrato su suolo cinese, nell'ambito di un'indagine per corruzione; dopo un lungo silenzio stampa, il Ministero della pubblica sicurezza cinese ha confermato ufficialmente la detenzione di Meng, posto sotto accusa per «violazione delle leggi del partito» e per aver intascato tangenti; nel frattempo, l'Interpol ha ricevuto le dimissioni di Meng e indetto nuove elezioni per la carica di presidente che si terranno a Dubai il prossimo mese;

   tale oscura vicenda si inquadra nella campagna anticorruzione lanciata dal presidente Xi Jinping, che ha portato all'arresto di più di 170 alti funzionari cinesi negli anni scorsi e alla creazione della controversa Commissione di sorveglianza nazionale;

   l'Italia è membro dal 1956 dell'Interpol, organizzazione a cui hanno aderito 192 Paesi nel mondo, la cui cooperazione si fonda sulla reciproca fiducia nelle capacità di applicare le leggi nel quadro di valori condivisi che devono includere la trasparenza –:

   di quali informazioni disponga in merito alla vicenda di cui in premessa e se non intenda adottare iniziative per conoscere dalle autorità cinesi con tempestività e completezza, tutte le motivazioni che hanno condotto al fermo di Meng Hongwei minando così l'operatività e l'indipendenza della presidenza dell'Interpol.
(5-00765)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VIANELLO e ALBERTO MANCA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   nel 1987 il comune di Castellaneta individuava come zona idonea alla realizzazione di una discarica controllata una cava sita in località «Cappella civile – Olivetello». Il progetto esecutivo prevedeva la realizzazione di una discarica di 1ª categoria a norma del decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 10 settembre 1982 idonea per lo smaltimento di: rifiuti solidi urbani (Rsu); rifiuti speciali assimilati agli urbani; fanghi non tossici e nocivi derivanti dagli impianti di depurazione delle acque di scarico esclusivamente di insediamenti civili. La potenzialità massima prevista era di metri cubi 182.281 (pari a 127.597 tonnellate di rifiuti solidi urbani) sufficiente per far fronte alle esigenze del territorio di Castellaneta per circa 11 anni. La giunta provinciale approvava quindi il progetto esecutivo di realizzazione della discarica e autorizzava la Diseco all'esercizio del primo lotto della discarica di 1a categoria per un anno per lo smaltimento di metri cubi 63.809 di rifiuti prodotti nel territorio di Castellaneta;

   con atto successivo del 1993 la provincia destinava la discarica non più solo a servizio di Castellaneta, ma per l'intero bacino TA-1. Intanto nel nuovo piano rifiuti, la volumetria della discarica di Castellaneta veniva ampliata, passando dagli iniziali 182 mila metri cubi a 435 mila metri cubi. Successivamente, la discarica diveniva meta di conferimento anche da parte di comuni del bacino TA-2 e BA-3. Seguiva un ulteriore ampliamento della discarica per altri 297.000 metri cubi mediante «ampliamento e innalzamento della colmata» (determinando in tal modo una volumetria complessiva di 732.000 metri cubi). Il consiglio comunale approvava il progetto di ulteriore ampliamento per una capacità volumetrica aggiuntiva pari a 300 mila metri cubi e una superficie di metri quadrati 30.000 (in tal modo, la capacità complessiva della discarica perveniva a 1.032.000 metri cubi), ma il decreto prefettizio di autorizzazione subordinava l'ampliamento a una serie di analitiche prescrizioni;

   il conferimento dei rifiuti presso la discarica di Castellaneta è terminato il 28 febbraio 2001, tuttavia la discarica ancora dichiarata formalmente chiusa;

   periodicamente emergono preoccupazioni e allarmi circa le reali condizioni e la messa in sicurezza della vecchia discarica «Diseco», l'ultimo dei quali rilanciato agli inizi di aprile 2018 da una video-intervista, immessa e fatta circolare nei media sociali, pubblicata dalla testata giornalistica «Il Quotidiano Italiano»;

   al momento dell'entrata in vigore della legge regionale n. 18 del 20 dicembre 2005, istitutiva del parco regionale «Terra delle Gravine», la discarica, che rientra nella perimetrazione delle aree Sic (sito di importanza comunitaria) e del predetto parco regionale «Terra delle Gravine», non era più in esercizio, essendo cessato il conferimento sin dal 28 febbraio 2001 –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione sopra descritta in premessa e intenda assumere le iniziative di competenza per acquisire elementi sul complessivo stato della situazione dell'area in cui è ubicata la discarica di Castellaneta al fine di valutare i potenziali danni ambientali o sanitari ad essa connessi, se del caso, valutando l'opportunità di promuovere una visita ispettiva del Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente in relazione alle criticità e alle anomalie riscontrate;

   se il Ministro interrogato intenda adottare ogni iniziativa di competenza per garantire, dal punto di vista ambientale, la tutela dell'area che rientra nella perimetrazione di un sito di importanza comunitaria.
(5-00775)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   ASCANI e DE MARIA. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   il contributo Fus (fondo unico per lo spettacolo) 2018 per il teatro comunale di Bologna è stato tagliato di 600 mila euro rispetto al 2017, in aggiunta ad un taglio di 300 mila euro sul fondo di sostegno per il risanamento;

   nel 2009 il contributo Fus assegnato su base annua al teatro comunale era di circa 15 milioni di euro, mentre oggi questo contributo si assesta, dopo meno di 10 anni, a 8,5 milioni di euro, con una decurtazione che si avvicina al 50 per cento;

   a fronte di questo taglio, si è sopperito con alcune operazioni lungimiranti che ad oggi permettono al teatro di stare in piedi e offrire una produzione di qualità internazionale, che nulla ha da invidiare ai grandi teatri europei. Prova ne è l'inaugurazione della stagione 2019 del teatro con il Trovatore per la regia di Robert Wilson;

   in particolare vi è stato il taglio spontaneo da parte di tutti i lavoratori dei premi di produzione, per un risparmio di 1,5 milioni di euro annui, dall'anno 2011 e la riduzione del personale di 30 unità nel settore amministrativo e tecnico con un risparmio di 1,5 milioni di euro l'anno dal 2017. Vi è poi stato dal 2013 il blocco del turnover su tutto il personale e complessivamente, negli ultimi 10 anni, il personale, è sceso da circa 300 unità a 225 unità e il costo del personale, che arrivava a toccare i 17,5 milioni di euro, oggi sfiora i 13,5 milioni di euro con un risparmio di 4 milioni di euro annui;

   il comune di Bologna e la regione Emilia-Romagna, sono intervenuti, in modo assai rilevante, con contributi sia ordinari sia straordinari e conferimenti patrimoniali che hanno di anno in anno garantito la solidità gestionale e il prestigio artistico del teatro. I contributi ordinari sono passati rispettivamente da 1,5 milioni di euro a 2,5 milioni di euro per il comune e da 1,5 milioni a 3 milioni di euro da parte della regione;

   sul profilo gestionale il teatro comunale ha messo in sicurezza il suo stato patrimoniale aderendo al piano di risanamento della «legge Bray» n. 112, che ha permesso di spalmare il debito di 24,5 milioni di euro (tra i più contenuti rispetto alle fondazioni lirico sinfoniche) su un mutuo trentennale con tasso agevolato;

   le politiche di comunicazione e marketing sul pubblico sono all'avanguardia a livello nazionale, soprattutto relativamente all'accesso ai giovani. Il teatro comunale, grazie alla convenzione con l'università di Bologna che stabilisce un prezzo simbolico di soli 10 euro (per qualsiasi posto dalla platea al loggione e su qualsiasi data) a tutti gli studenti, ha aumento in maniera esponenziale la fruizione dell'opera al pubblico under 30. Sono infatti migliaia le presenze di studenti nelle varie opere. Dall'analisi dei dati di biglietteria emerge un costante aumento del pubblico con una progressiva riduzione del costo dei biglietti, intendendo la mission del teatro quale servizio al cittadino, allargando gradualmente la possibilità di partecipare all'opera a fasce meno abbienti della popolazione;

   è stato chiesto a tutti i teatri lirici di rientrare dal debito e di stabilire un pareggio strutturale di bilancio entro l'esercizio del 2018; il teatro comunale di Bologna ha fatto bene i «compiti a casa», riducendo di 4 milioni annui il costo del personale nel totale rispetto delle parti sociali, lavorando di concerto con le istituzioni locali regione e comune che hanno aumentato il contributo per sopperire alle mancanze ministeriali; è incrementato il pubblico puntando sulle nuove generazioni sono cresciuti i contributi privati che sono arrivati a 1,3 milioni di euro annui e sono stati annoverati tra i partner privati importanti marchi, come Lamborghini e Alfasigma –:

   se il Ministro sia a conoscenza di quanto sopra ricordato, relativamente al teatro comunale di Bologna e se intenda assumere iniziative in merito.
(5-00767)


   SARLI, CARBONARO, AMITRANO, SPORTIELLO e PROVENZA. — Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la stazione Bayard, inaugurata il 3 ottobre 1839, ha il suo rudere al corso Giuseppe Garibaldi, 394, a Napoli; fu il capolinea della prima tratta ferroviaria costruita sul territorio italiano, nel regno delle Due Sicilie;

   l'edificio della stazione venne assunto a simbolo di progresso e celebrato in numerosi dipinti e incisioni di Salvatore Fergola;

   un anno fa, come riporta il giornale Il Mattino del 3 ottobre 2018, si è tenuto un convegno sul tema, organizzato dai docenti del DiArc (dipartimento di architettura di Napoli), nel quale sono intervenuti, oltre a numerosi studiosi, i rappresentanti di Fer servizi, Rete ferroviaria italiana, Fondazione Ferrovie dello Stato e il comune di Napoli. In quell'occasione è stato chiarito che la proprietà dei suoli sui quali insiste l'edificio è di Rfi;

   il 3 ottobre 2018 sono ricorsi i 179 anni dall'inaugurazione del primo tratto ferroviario sul territorio italiano;

   il progressivo degrado sta compromettendo giorno dopo giorno l'esistenza stessa di ciò che resta della antica stazione Bayard;

   l'edificio fu riconosciuto di pregio artistico e fu vincolato ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 1089 del 1939;

   il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137, prevede all'articolo 134 – beni paesaggistici che sono beni paesaggistici gli immobili e le aree (di cui) all'articolo 136;

   quest'ultimo articolo (Immobili ed aree di notevole interesse pubblico) stabilisce che «sono soggetti alle disposizioni di questo Titolo per il loro notevole interesse pubblico: a) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale (singolarità geologica o memoria storica, ivi compresi gli alberi monumentali)» –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda intraprendere per valorizzare la stazione Bayard a fronte di una memoria storica che l'edificio evoca nell'opinione pubblica napoletana e meridionale.
(5-00773)


   ZARDINI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la Fondazione Arena di Verona è uno dei principali enti produttori e divulgatori di cultura in Italia con la finalità di svolgere, senza fini di lucro, attività culturale di pubblica utilità, perseguendo la diffusione dell'arte musicale e l'educazione musicale della collettività;

   l'attuale struttura organizzativa vede tra i soci fondatori lo Stato italiano, la regione Veneto, il comune di Verona, la provincia di Verona e la camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Verona;

   oggi sono pari a diversi milioni di euro gli stipendi che i dipendenti non avrebbero ricevuto dall'inizio della crisi dell'Ente, oltre ai pesanti tagli del personale a fronte della moltiplicazione delle posizioni di vertice e dei loro stipendi;

   la direzione dell'Ente lirico sembrerebbe aver manifestato l'intenzione di recuperare risorse prelevandolo direttamente dalle buste paga dei lavoratori, poiché risulterebbe che i dipendenti avrebbero percepito all'interno dei loro salari del 2014 e del 2015 importi dichiarati illegittimi dal Ministero per i beni e le attività culturali e dal Ministero dell'economia e delle finanze secondo la legge n. 100 del 2010;

   la Fondazione Arena di Verona vuole recuperare questa parte illegittima di retribuzioni dalle attuali buste paga dei lavoratori, poiché si tratta di retribuzioni erogate in un contesto di bilancio aziendale in passivo –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e come intendano intervenire al fine di tutelare i lavoratori e rilanciare la Fondazione Arena di Verona.
(5-00774)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PALMIERI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   con la definizione «secondary ticketing» si suole indicare un mercato di vendita di biglietti per eventi di vario genere parallelo a quello autorizzato particolarmente sviluppato su internet;

   sui siti del «secondary ticketing» vengono messi in vendita biglietti non autorizzati e maggiorati rispetto al prezzo ufficiale alimentando un vero e proprio mercato parallelo scorretto per gli esercenti e oneroso per i consumatori;

   la legge di bilancio 2017 ha inteso disciplinare il fenomeno del «secondary ticketing» stabilendo, all'articolo 1, comma 545, che è sanzionata la vendita o qualsiasi altra forma di collocamento di titoli di accesso ad attività di spettacolo effettuata da soggetto diverso dai titolari dei sistemi per la loro emissione;

   il medesimo comma specifica che «Non è comunque sanzionata la vendita o qualsiasi altra forma di collocamento di titoli di accesso ad attività di spettacolo effettuata da una persona fisica in modo occasionale, purché senza finalità commerciali»;

   i concetti di «occasionalità» e «assenza di finalità commerciali», così come espressi nel comma, rivestono, a giudizio dell'interrogante, un'importanza fondamentale per poter discernere tra la libera iniziativa del privato cittadino nel rivendere, qualora impossibilitato a partecipare ad un evento, il proprio titolo di accesso e le modalità di rivendita che si presentano come una distorsione del mercato, connotata da aspetti di scorrettezza commerciale e di illiceità penale, come nel caso del fenomeno del bagarinaggio;

   la Commissione cultura della Camera nella passata legislatura ha affrontato il tema con un'apposita indagine conoscitiva, rilevando nel documento conclusivo approvato il 26 settembre 2017 l'oggettiva difficoltà di esercitare adeguate forme di controllo sulla modalità di rivendita dei biglietti, ovvero di verificare che questa sia effettuata senza maggiorazioni sul prezzo di emissione dei biglietti;

   l'articolo 67 del Tuir (redditi diversi), comma primo, lettera i), e la risoluzione dell'Agenzia delle entrate n. 21/E del 1° marzo 2004 forniscono una base interpretativa per il concetto di «occasionalità della vendita»;

   rimane determinante ai fini applicativi l'interpretazione del concetto di «assenza di finalità commerciale» –:

   considerato che, ad avviso dell'interrogante, l'assenza delle «finalità commerciali» sussiste solo in assenza di lucro e pertanto solo quando la cessione da parte del privato avviene al medesimo (o inferiore) importo del prezzo nominale del biglietto se il Governo abbia valutato o intenda valutare l'adozione di ulteriori iniziative normative volte a specificare e chiarire definitivamente la portata applicativa del concetto di «assenza di finalità commerciale» di cui al comma 545 dell'articolo 1 della legge n. 232 del 2016.
(5-00769)

Interrogazione a risposta scritta:


   FIORINI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il decreto ministeriale Ministero dello sviluppo economico-Ministero dell'economia e delle finanze del 28 novembre 2017 sul «patent Box», adottato in attuazione dell'articolo 1, commi da 37 a 45, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015), come modificata dal decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2015, n. 33, prevede un regime opzionale di tassazione per i redditi derivanti dall'utilizzo di brevetti industriali, di disegni e modelli, di software protetto da copyright, nonché di processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo commerciale, industriale o scientifico, giuridicamente tutelabili. Il decreto ministeriale ha sostituito un precedente decreto ministeriale del Ministero dello sviluppo economico del 30 luglio 2015;

   il procedimento individuato prevede che l'opzione esercitata per i primi due periodi d'imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2014 può avere ad oggetto i marchi d'impresa, ivi inclusi i marchi collettivi, siano essi registrati o in corso di registrazione;

   il decreto è stato introdotto proprio per rilanciare l'attrattività del mercato italiano e per favorire gli investimenti in ricerca e sviluppo, incentivando il mantenimento e il rientro in Italia delle cosiddette risorse immateriali o asset intangibili detenute all'estero da imprese italiane;

   il regime del «patent box» consente di beneficiare dell'esclusione dalla base imponibile dell'Ires e dell'Irap di una quota progressiva (30 per cento nel 2015, 40 per cento nel 2016 e 50 per cento nel 2017) del reddito derivante dall'utilizzo, dalla vendita o dalla cessione in licenza di alcune tipologie di beni immateriali, e revisionato il 28 novembre 2017;

   moltissime aziende hanno accolto favorevolmente il provvedimento sin dalla sua istituzione; in particolare il comparto delle aziende farmaceutiche, settore in cui stava aumentando la tendenza a delocalizzare la proprietà intellettuale, con una perdita di entrate per l'erario ma soprattutto per il Paese in termini di conoscenza e competenza;

   tuttavia, passati tre anni, molte aziende restano ancora in attesa dei benefici fiscali dichiarati;

   in particolare, da quanto risulta all'interrogante, nessuna azienda farmaceutica ha avuto l'opportunità di iniziare a usufruire dei benefici fiscali prospettati nonostante molteplici sollecitazioni sia al Ministero dello sviluppo economico che all'Agenzia delle entrate;

   al contrario, come riportano alcuni organi di stampa proprio in questi giorni, altre importanti aziende – tra cui Pirelli, Findus, Ferrari – hanno già sottoscritto l'accordo preventivo con l'Agenzia delle entrate per l'accesso all'agevolazione fiscale del «patent box», per gli anni di imposta 2015-2019 –:

   quali iniziative il Governo abbia assunto o intenda assumere per garantire in merito un uguale trattamento alle aziende italiane che hanno già provveduto a presentare istanza di richiesta non rigettata;

   i quali siano i criteri utilizzati fino ad oggi che hanno portato agli accordi sottoscritti;

   quali iniziative il Governo intenda assumere nello specifico per il comparto farmaceutico.
(4-01420)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta scritta:


   SQUERI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   dal calendario dei lavori dell'assemblea di Confetra (Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica), svoltasi a Roma il 17 ottobre 2018, si evince che tra gli altri sarebbe intervenuto anche il professor Vittorio Marzano presentando uno studio redatto per conto della stessa Confederazione;

   risulta all'interrogante che il professor Marzano abbia ricoperto almeno fino al 2017 incarichi di collaborazione all'interno del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e che tuttora svolga una collaborazione professionale presso la Ram Spa (Rete autostrade mediterranee. Logistica, infrastrutture e trasporti), società in house del medesimo Ministero e di proprietà del Ministero dell'economia e delle finanze;

   in particolare, il professor Marzano è stato coautore della pubblicazione «Connettere l'Italia. Trasporti e logistica per un Paese che cambia», promossa dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dalla citata società all'interno della quale ha curato la stesura del capitolo «Trasporto merci e logistica sostenibili: azioni e risultati» insieme al dottor Ivano Russo che, all'epoca, era uno stretto collaboratore del Ministro pro tempore Delrio, ed oggi riveste l'incarico di direttore generale nella medesima Confetra;

   ad avviso dell'interrogante situazioni come quella richiamata danno luogo a una commistione di interessi in un'unica figura che potrebbe comportare un eventuale indebito utilizzo di informazioni riservate acquisite dal professionista nell'espletamento degli incarichi conferiti in ambito pubblico –:

   quali siano gli orientamenti del Governo circa la partecipazione del professor Marzano ai lavori dell'assemblea di Confetra di cui in premessa e, più in generale, circa l'opportunità che un professionista, già titolare di un incarico di collaborazione presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e che ricopre attualmente un incarico consulenziale presso una società in house del medesimo Ministero, partecipi a iniziative come quella sopra indicata promossa da soggetti privati che operano nel medesimo settore di attività;

   se il Governo non intenda adottare iniziative normative per regolamentare in modo più stringente queste forme di collaborazione;

   se abbia verificato se situazioni simili riguardino altri esperti operanti per il suddetto Ministero per le società in house del medesimo.
(4-01424)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PICCOLI NARDELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 14 febbraio 2018, nella zona della Balduina di Roma, precisamente in via Livio Andronico, è crollata una parte della strada a ridosso del cantiere dove sono in costruzione due palazzine a uso residenziale e una a destinazione mista, lavori realizzati dal cantiere della società Ecolattanzio srl;

   a seguito del crollo, risulta sequestrata l'area dall'autorità giudiziaria e oggi sono ancora in corso le indagini per crollo colposo;

   nonostante siano trascorsi circa 7 mesi, la strada è ancora interclusa e non carrabile e non sono note le date di riapertura;

   nel corso dei mesi sono state molte le segnalazioni dei cittadini e della commissione trasparenza del municipio Roma XIV, preoccupati per la situazione successiva al crollo;

   risulta presentato un esposto in procura dalla Commissione trasparenza del comune di Roma e dalla Commissione trasparenza del municipio Roma XIV, per omessa trasparenza negli atti e omissione di controllo da parte del sindaco e del presidente del municipio;

   il 6 ottobre 2018 sono state, inoltre, segnalati cedimenti nell'area interessata dal crollo e cedimenti e allagamenti all'interno dei box auto attigui –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e – in tal caso – quali iniziative, per quanto di propria competenza, intenda adottare al fine di garantire l'incolumità pubblica e quella dei cittadini residenti nella zona del crollo.
(5-00768)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:


   D'ORSO e CASA. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il riordino degli studi liceali, definito con il decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 15 marzo 2010, ha portato all'istituzione dei licei musicali e coreutici su tutto il territorio nazionale;

   con apposito regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 19 del 14 febbraio 2016 sono state istituite, delle nuove classi di concorso per l'accesso all'insegnamento delle discipline musicali;

   con bando del 23 febbraio 2016 (come previsto dalla legge n. 107 del 13 luglio 2015), il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha indetto il concorso per titoli ed esami finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni dell'organico dell'autonomia della scuola secondaria di primo e secondo grado, tra cui vi erano i posti destinati ad insegnamenti musicali, da assegnare nel corso del triennio 2016/2018;

   ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo n. 59 del 13 aprile 2017, è stato disposto che solamente il 50 per cento dei posti di docente vacanti e disponibili nelle scuole secondarie, tra cui i licei musicali, fosse coperto mediante scorrimento delle graduatorie di merito della procedura concorsuale sopra citata. Inoltre, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con nota n. 21315 del 15 maggio 2017 ha ridotto a un'ora le lezioni individuali di esecuzione e interpretazione di primo strumento nei licei musicali, rispetto alle due ore previste nel piano di studi ex allegato E del decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 2010;

   inoltre, in molte regioni, nei licei musicali molti posti disponibili per teoria, analisi e composizione nonché tecnologie musicali sarebbero stati coperti a tempo indeterminato da personale di ruolo titolare di cattedre presso la scuola secondaria di primo grado (che ha fatto domanda di mobilità), privi di un titolo e una formazione specifica per l'insegnamento nei licei musicali;

   tutto ciò ha comportato una diminuzione del numero di cattedre messe a concorso per gli insegnamenti musicali, impedendo a tutti i docenti vincitori di concorso di conseguire l'immissione in ruolo;

   la giurisprudenza amministrativa (v. Tar Lazio, n. 2915, 14 marzo 2018; Consiglio di Stato, n. 3409, 5 giugno 2018) ha censurato la nota n. 21315/17 del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per violazione della normativa primaria, e ha ordinato a quest'ultimo l'immediato ripristino dell'orario scolastico originario;

   secondo un recente orientamento della giurisprudenza di legittimità (v. Corte di cassazione S.U. n. 29916 del 13 dicembre 2017; Corte di cassazione S.U. n. 8687 del 4 aprile 2017) un vincitore di un concorso vanterebbe un vero e proprio diritto ad essere assunto, tra l'altro, entro un termine ragionevole –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti, e quali iniziative intenda adottare per assicurare, quanto prima e, comunque a far data dal prossimo anno scolastico 2019/2020, l'immissione in ruolo di tutti i docenti vincitori di concorso.
(4-01416)


   DEIDDA, FERRO, BUCALO, TRANCASSINI, LUCA DE CARLO, LOLLOBRIGIDA, OSNATO, GEMMATO, DONZELLI, FIDANZA, RIZZETTO e MOLLICONE. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   i direttori amministrativi degli istituti d'istruzione (ex segretari scolastici) svolgono un ruolo fondamentale per lo svolgimento dell'intera attività scolastica, dovendo sovraintendere a tutte le procedure amministrative, nonché al coordinamento del personale amministrativo, tecnico e ausiliario e all'assunzione dei necessari impegni di spesa, i quali, appunto, devono essere sottoscritti congiuntamente col dirigente scolastico;

   attualmente l'organico nazionale dei citati direttori amministrativi registra una carenza di quasi 2.000 unità: carenza che in Sardegna è stata affrontata dall'ufficio scolastico regionale facendo ricorso a tutte le ipotesi consentite dalla normativa vigente, tra cui: a) nomina in ruolo di personale incluso in vecchie graduatorie; b) nomina di assistenti amministrativi che si siano resi disponibili a svolgere mansioni superiori; c) interpello ad altri assistenti amministrativi impiegati sia presso altri Istituti della regione che in altre regioni italiane;

   nonostante i tentativi suindicati, allo stato, in Sardegna risultano sprovvisti della figura in questione almeno 10 istituti scolastici, tra cui, anche alcune scuole storiche e di rilievo quali l'istituto agrario «Duca degli Abruzzi» e il liceo artistico «Foiso Fois»;

   la legge di bilancio per il 2018 ha previsto che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca debba procedere, entro il medesimo anno, all'indizione del concorso pubblico per il reclutamento di tale figura professionale, al fine di coprire, almeno parzialmente, la citata carenza di organico; e, allo stato, il relativo bando di concorso non risulta esser stato ancora pubblicato;

   appare necessario accelerare la procedura di reclutamento in questione, al fine di consentire l'immissione in ruolo dei nuovi direttori a decorrere dal 1° settembre 2019, scongiurando, così, la paralisi amministrativa e didattica degli istituti interessati alla predetta carenza –:

   se sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative intenda adottare al fine di procedere all'emanazione del relativo bando di concorso, consentendo così la copertura, almeno parziale, della suindicata carenza d'organico.
(4-01417)


   FRASSINETTI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   gli studenti immigrati o con almeno un genitore straniero sono aumentati negli ultimi quindici anni di oltre il 10 per cento in Italia;

   gli organi di stampa e le associazioni di categoria negli ultimi anni hanno evidenziato che sia alle scuole medie inferiori sia negli istituti superiori, soprattutto in Lombardia e specificatamente in Brianza, vengono inseriti alunni stranieri che non possiedono le competenze linguistiche per poter seguire le lezioni, senza un adeguato supporto linguistico o un docente dedicato;

   l'inserimento di uno o più studenti incapaci di comprendere la lingua italiana all'interno della classe non consente allo studente di relazionarsi in modo positivo e inclusivo con la classe, rallentando inevitabilmente anche il processo di apprendimento di tutti gli altri studenti;

   l'accoglienza per gli alunni stranieri nella scuola è disciplinata dall'articolo 48 del decreto legislativo n. 286 del 22 luglio 1998 e successivamente dall'articolo 45 del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, i cui contenuti sono stati ribaditi e precisati nella circolare n. 24 del 1° marzo 2006 e nella circolare n. 2 dell'8 gennaio 2010, che tutelano il diritto all'istruzione dei minori stranieri presenti sul territorio nazionale, indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno e per questi si segue la normale procedura per l'iscrizione, che può avvertire in qualunque momento dell'anno scolastico;

   il progetto che ha dato migliori risultati nell'insegnamento della lingua italiana è il progetto Italiano L2 (italiano lingua 2) che prevede l'insegnamento dell'italiano in «prima emergenza» almeno per comunicare durante il tempo scuola ma in aula dedicata agli studenti stranieri;

   per motivi prevalentemente economici il progetto di prima alfabetizzazione degli studenti stranieri non è stato avviato in gran parte degli istituti delle classi medie e superiori –:

   se sia a conoscenza della problematica suddetta e quali iniziative intenda adottare per stanziare le risorse atte a consentire il corretto inserimento di studenti che ignorano totalmente la lingua italiana.
(4-01422)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   FRAGOMELI, INCERTI e SERRACCHIANI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il gruppo Ferrarini, azienda agroalimentare storica del territorio reggiano, sta vivendo una crisi finanziaria che risulta essere, in primo luogo, una pesante crisi di liquidità; nonostante i dati positivi su ordini e fatturato, gli oneri finanziari starebbero infatti definitivamente compromettendo la gestione industriale del gruppo, appesantito da un ingente indebitamento anche a causa di una pregressa esposizione nei confronti di diversi istituti di credito a cui in passato si era affidato per sostenere la sua crescita;

   alla grave tensione finanziaria che coinvolge Ferrarini sembra però aver contribuito proprio la crisi di alcuni istituti bancari nazionali, e, in particolare, di Veneto Banca, di cui il gruppo possiede un cospicuo numero di azioni - che fungevano anche da garanzia per i prestiti accordati - per un valore di circa 15 milioni di euro; l'azzeramento dei titoli azionari, seguito alla crisi dell'istituto veneto ha così aggravato la situazione finanziaria di un gruppo aziendale che conta più di 800 dipendenti e che richiede da parte del Governo un intervento concreto di salvaguardia in favore dei lavoratori, anche in ragione del valore sociale di un'impresa che rappresenta una punta avanzata del made in Italy;

   il tribunale di Reggio Emilia ha autorizzato la firma per gli ammortizzatori sociali, che si sono concretizzati nel contratto di solidarietà per Ferrarini e nella cassa integrazione straordinaria per Vismara, società che fa parte del gruppo, in un contesto in cui i dipendenti hanno continuato in questi mesi a prestare il proprio lavoro, nonostante si stia verificando, da maggio 2018, il mancato o parziale pagamento degli stipendi, come si apprende da fonti stampa;

   seppur si rilevi un grave ritardo nell'emanazione dei decreti attuativi del fondo di ristoro in favore delle vittime delle crisi bancarie previsto dalla legge di bilancio 2018 (commi da 1106 a 1109 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205), il Governo ha annunciato che nel prossimo disegno di legge di bilancio verranno stanziate ulteriori risorse, oltre ai 100 milioni di euro già previsti, per il ristoro dei risparmiatori danneggiati, compresi gli azionisti;

   appare necessario che il Governo, in continuità con quanto fatto nella scorsa legislatura, intervenga a sostegno dei risparmiatori vittime dei crack degli istituti di credito, ma appare altresì urgente che una quota delle risorse pubbliche sia vincolata al sostegno dei lavoratori che, indirettamente, stanno subendo gli effetti delle crisi bancarie –:

   se si intendano assumere iniziative per prevedere che una quota delle risorse pubbliche per il ristoro dei risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie sia destinata al sostegno dei lavoratori delle aziende in crisi per ragioni assimilabili a quelle del caso del gruppo Ferrarini e dunque correlate con l'acquisto delle azioni degli stessi istituti di credito, in particolare attraverso una destinazione vincolata di tali risorse per il pagamento degli stipendi pregressi in favore dei lavoratori.
(5-00763)


   NARDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 26 settembre 2018 è stata approvata dalla regione Toscana la legge n. 54 del 2018, «Modifiche alla legge regionale 25 marzo 2015, n. 35», recante disposizioni in materia di cave con l'obiettivo di superare alcune ambiguità interpretative relative al perimetro delle autorizzazioni comunali;

   la legge regionale n. 35 del 2015 prevede che, nel caso in cui un imprenditore titolare di un'autorizzazione, abbia realizzato scavi superiori per oltre 1.000 metri cubi ai volumi autorizzati dal progetto di coltivazione, la sua autorizzazione decada;

   in mancanza di una interpretazione autentica, relativa alla definizione di «perimetro autorizzato» su cui insiste la cifra limite degli scavi emersa in seguito ai controlli effettuati nel 2016 e nel 2017, la regione Toscana ha deciso (con la legge n. 54 del 2018) di stabilire un periodo di moratoria che terminerà il 5 giugno 2019, termine entro il quale l'applicazione della legge n. 35 del 2015 sarà stringente;

   ad oggi, in tutti i casi riscontrati di difformità tra quanto autorizzato e quanto prelevato, l'attività estrattiva è stata immediatamente bloccata. Con la legge n. 54 del 2018, agli imprenditori che hanno realizzato abusi superiori ai 1.000 metri cubi non sarà revocata la licenza durante tale periodo transitorio, ma saranno chieste la presentazione e la realizzazione di un progetto di messa in sicurezza e risistemazione ambientale dell'area che tenga conto degli impatti complessivi derivanti dalle lavorazioni difformi;

   tale progetto di messa in sicurezza dovrà essere realizzato entro 180 giorni dalla sua approvazione, che la regione Toscana dovrà rilasciare entro 60 giorni dalla sua presentazione;

   appare evidente come, in questo periodo che può durare alcuni mesi, le attività estrattive delle cave interessate verranno sospese;

   secondo gli ultimi dati disponibili sono circa 1.200 i lavoratori impiegati nella cave di marmo presenti in Toscana;

   il presidente della regione Toscana Enrico Rossi ha dichiarato il 17 ottobre 2017 che la modifica alla legge n. 35 del 2015 è stata «effettuata per venire incontro ai problemi occupazionali che si sono creati con la chiusura di tre cave a Carrara, a seguito degli interventi di controllo attuati dalla Regione. Con questa modifica acceleriamo la presentazione dei progetti per la sicurezza e stabiliamo che in 180 giorni le attività devono mettersi in sicurezza, se vogliono riprendere ad estrarre. Il nostro obiettivo non è chiudere, ma far in modo che l'attività si svolga regolarmente nel rispetto dell'ambiente e dei lavoratori»;

   le associazioni sindacali hanno rimarcato come non esista ad oggi, una tipologia di ammortizzatore sociale che possa sostenere quei lavoratori delle cave la cui l'attività è sospesa in attesa degli interventi previsti dalla citata legge n. 54 del 2018 della regione Toscana. «Non si può stare 180 giorni senza prendere lo stipendio, in attesa che ripartano le autorizzazioni alla coltivazione. Occorre un ammortizzatore sociale per questa categoria. Qualunque cosa possa sopperire al fatto che i lavoratori debbano fermarsi per sei mesi»: hanno rimarcato alcuni esponenti sindacali sulla stampa;

   lo stesso Rossi ha risposto ai sindacati (a quanto si apprende dai media) che questa problematica era già stata segnalata «al ministero qualche mese fa, ma che da Roma non sono arrivati riscontri positivi» –:

   da quanto tempo il Ministro interrogato sia a conoscenza della problematica espressa in premessa e per quale motivo non abbia messo in campo nessuna iniziativa tempestiva o attivato strumenti normativi per assicurare forme di ammortizzatori sociali efficaci a sostenere i lavoratori delle cave la cui attività è sospesa ai sensi delle leggi regionali della Toscana n. 35 del 2015 e n. 54 del 2018.
(5-00766)


   SIRAGUSA, AMITRANO, GIANNONE, INVIDIA, PERCONTI e VIZZINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la nuova disciplina dei patronati e degli istituti di assistenza sociale è stata introdotta con la legge n. 152 del 2001 che, oltre a dettare norme e principi per la loro costituzione, ha definito le loro funzioni. A tali istituti, infatti, è assegnato il compito di informare, assistere e tutelare i lavoratori, dipendenti e autonomi, i pensionati, i singoli cittadini italiani, stranieri e apolidi in relazione alle prestazioni in materia di sicurezza sociale, di immigrazione ed emigrazione, previste da leggi, regolamenti, statuti, contratti pubblici e altre fonti normative, ed erogate da amministrazioni ed enti pubblici, da enti gestori di forme di previdenza complementari o da Stati esteri nei confronti di cittadini italiani;

   con il decreto ministeriale n. 193 del 2008, inoltre, è stato previsto che il finanziamento degli istituti di patronato e di assistenza sociale deve essere corrisposto a seguito di valutazione della loro attività, nonché sulla base dell'efficienza dei servizi svolti. A tal fine, gli istituti di patronato devono mantenere: appositi registri di apertura e chiusura delle pratiche, tabelle di riepilogo annuale dei dati statistici relativi alle pratiche trattate e, infine, tabelle statistiche indicanti i dati relativi alla struttura organizzativa e all'attività. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, peraltro, deve svolgere annualmente delle dettagliate ispezioni sull'organizzazione e sull'attività svolta da tali enti, anche attraverso l'analisi dei dati statistici detenuti da questi ultimi. Il finanziamento degli istituti in esame, infatti, avviene sulla base della valutazione della loro attività e della loro organizzazione;

   giova evidenziare, però, che fino ad ora tali ispezioni non sono risultate efficienti e tali da arginare le gravi irregolarità compiute da patronati e istituti di assistenza sociale siti all'estero. Gli abusi compiuti da tali enti e la fragilità delle indagini svolte dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sono stati ben evidenziati nell'indagine conoscitiva svolta dal Comitato per le questioni degli italiani all'estero del Senato nella scorsa legislatura, nonché resi noti da numerosi servizi giornalistici;

   nonostante il regolamento non disponga la procedura di duplice statisticazione per nessuna tipologia di pratica, tale fenomeno è assai frequente. In particolare, si deve evidenziare che in alcuni casi le pratiche svolte e concluse positivamente in maniera autonoma e diretta dagli uffici italiani, dopo il loro trasferimento alla sede estera dei patronati, sono da taluni di questi illegittimamente registrate, al fine di poter ottenere un maggiore contributo dallo Stato italiano. Peraltro, nell'ipotesi di interventi per i quali risulta necessario il coinvolgimento di un patronato con sede all'estero, è assai frequente che quest'ultimo provveda alla registrazione della pratica, con conseguente impropria attribuzione del punteggio utile per acquisire un finanziamento maggiore dallo Stato italiano –:

   se quanto riportato in premessa corrisponda al vero e, in tal caso, quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere per garantire lo svolgimento di ispezioni efficienti che permettano un puntuale e concreto controllo sull'attività svolta dai patronati e dagli istituti di assistenza sociale siti all'estero;

   quali iniziative intenda adottare nei confronti dei patronati che adottano la doppia registrazione dei dati statistici, ad avviso degli interroganti causa di illegittimi e maggiori oneri economici a carico della finanza pubblica.
(5-00772)

Interrogazioni a risposta scritta:


   VARCHI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il decreto ministeriale 7 marzo 2007, n. 45, recante :«Regolamento di attuazione dell'articolo unico, comma 347 della L. 23 dicembre 2005, n. 266, in materia di accesso alle prestazioni creditizie agevolate erogate dall'INPDAP» recitava, testualmente, all'articolo 2: «1. I dipendenti in servizio ed i pensionati di cui all'articolo 1 sono iscritti di diritto alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali di cui all'articolo 1, comma 245 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, con obbligo di versamento dei contributi nelle misure previste dall'articolo 3, a decorrere dal mese successivo alla scadenza di sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, qualora entro questo termine non comunichino all'INPDAP la loro volontà contraria. 2. I soggetti di cui al comma 1 possono recedere dall'iscrizione entro il termine di sei mesi dal pagamento della prima mensilità di retribuzione o pensione sulla quale è stata applicata la ritenuta di cui all'articolo»;

   il citato termine dei sei mesi di cui al comma 1 si perfezionava esattamente il 1° novembre 2007, data dalla quale tutti i soggetti interessati potevano ritenersi iscritti di diritto al fondo in questione;

   l'articolo 3-bis del decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, ha modificato il citato articolo 2 del decreto ministeriale n. 45 del 2007 che attualmente dispone «1. I dipendenti in servizio ed i pensionati di cui all'articolo 1 possono iscriversi alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali di cui all'articolo 1, comma 245, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, con obbligo di versamento dei contributi nelle misure previste dall'articolo 3, previa comunicazione scritta all'INPDAP della volontà di adesione. 2. Per i lavoratori ed i pensionati aderenti alla gestione credito INPDAP l'iscrizione decorre a partire dal sesto mese successivo alla data di entrata in vigore della presente disposizione.»;

   le modifiche intervenute con il decreto-legge n. 159 del 2007 che, di fatto, hanno rimodulato l'iscrizione da automatica a volontaria, entravano in vigore in data 1° dicembre 2007, quindi, un mese dopo il perfezionarsi del termine per l'iscrizione di diritto al fondo;

   a causa della confusione normativa e di una assoluta inerzia da parte delle amministrazioni coinvolte, i soggetti potenzialmente interessati non hanno potuto esercitare la manifestazione di volontà richiesta, facendo pieno affidamento nella operatività dell'iscrizione di diritto ampiamente maturata alla data del 1o novembre 2007;

   l'Inpdap emanava due circolari in merito alla questione: la prima in data 4 ottobre 2007 che regolava l'accesso di diritto alle prestazioni creditizie in virtù del decreto ministeriale n. 45 del 2007 e la seconda in data 7 luglio 2008 che precisava le modifiche intervenute con il decreto-legge n. 159 del 2007 ma emanata successivamente alla scadenza del termine del 31 maggio 2008 per l'esercizio della facoltà di iscrizione;

   a fronte di tale intervento normativo, a soli cinque mesi di distanza dall'entrata in vigore del decreto ministeriale, molte persone, pur possedendo i requisiti necessari per l'iscrizione al fondo gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali di cui all'articolo 1, comma 245, della legge n. 662 del 1996, di fatto ne sono rimaste escluse –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative intendano adottare per garantire il diritto ad accedere alle prestazioni creditizie e sociali del fondo gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali di cui all'articolo 1, comma 245, della legge n. 662 del 1996 a quanti avevano legittimamente maturato tale diritto alla data del 1o novembre 2007.
(4-01419)


   BENEDETTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   la Fondazione Biennale di Venezia, iscritta al registro delle istituzioni pubbliche, secondo il codice etico, promuove la fruizione dell'arte – non è a scopo di lucro – e deve offrire a tutti i lavoratori medesime opportunità di crescita professionale, provvedendo a selezionare, assumere, formare, retribuire e gestire i dipendenti senza alcuna discriminazione;

   beneficia di fondi e plessi pubblici a uso gratuito da parte del comune di Venezia;

   fino al 2010 si è avvalsa di un centinaio di persone tra guardasala e presidio (personale di controllo durante la chiusura degli spazi espositivi) assunte a tempo determinato per circa 6 mesi. Personale quasi dimezzato e, a seguito di accordo sindacale, inserito in un elenco di 60 lavoratori;

   considerato il costante aumento dei visitatori, in sostituzione del personale «tagliato», sono state inserite, negli anni, figure non professionali quali, studenti laureandi con il ruolo di mediatori culturali e giovani volontari;

   nel novembre 2015, a conclusione della mostra, Biennale comunicò al sindacato che si sarebbe proceduto alla assunzione dei 60 lavoratori in lista: assunzioni mai avvenute;

   Biennale ha poi comunicato al comune di Venezia di: non avere alle dipendenze nessun lavoratore stagionale, ma di coinvolgere, ogni anno, le maestranze attraverso imprese selezionate; di utilizzare 20 guardie armate che non sono professionalmente adeguate a sostituire i guardasala: in tutti i musei svolgono azioni di supporto e non di sostituzione;

   nell'aprile 2016 Biennale indice, nel sito www.labiennale.org alla pagina «lavora con noi», il bando di concorso pubblico per 30 posti a tempo determinato di guide/facilitatori multilingue. A giudizio dell'interrogante arbitrariamente, il termine per l'invio della candidatura, è stato anticipato a 10 giorni dalla sua scadenza e non ha dato la possibilità di partecipazione ai cittadini extraeuropei. Il requisito: «essere cittadino italiano o cittadino di uno dei Paesi dell'Unione europea» è ad avviso dell'interrogante pregiudizievole e discriminatorio;

   è stata concepita una figura professionale ibrida di guida/guardasala facilitatore, con laurea triennale, in luogo delle due figure di guida (con laurea) e guardasala (con diploma) previste dalla Carta nazionale delle professioni museali redatta dall'Icom-Italia. Ruoli tra loro incompatibili che richiedono altresì titoli di studio differenti. La nuova figura professionale delineata potrebbe solo aggiungersi e non sostituirsi a quelle istituzionalmente riconosciute;

   l'articolo 31 del contratto dei somministrati, clausola sociale per l'appalto pubblico, prevede che, nel caso di cessazione di appalti pubblici nei quali l'ente appaltante proceda a una nuova aggiudicazione, l'Agenzia sia tenuta a garantire il mantenimento in organico dei lavoratori già utilizzati;

   il requisito «laurea di primo livello preferibilmente in Architettura, Storia dell'arte, Ingegneria, Lettere, Lingue e letterature straniere, Conservazione dei beni culturali, Filosofia, Dams, Scienze politiche, Mediazione culturale o corsi equipollenti con votazione minima di 90/110», pare all'interrogante sovradimensionato rispetto al ruolo e taglia fuori dalla possibilità di partecipazione i precedenti lavoratori non laureati, che avrebbero diritto a mantenere il proprio posto di lavoro, come previsto dall’International council of Museum –:

   quali iniziative i Ministri interrogati intendano assumere, per quanto di competenza, affinché sia rispettato l'accordo sindacale sui guardasala, sia garantita la continuità lavorativa, mettendo fine a quella che appare all'interrogante una politica discrezionale della Biennale di Venezia, e siano rispettate in toto le normative Icom, in maniera particolare quelle relative alla guardiania;

   quali iniziative di competenza intendano assumere rispetto al bando di concorso pubblico per guide/facilitatori multilingue, affinché sia garantita la regolarità procedurale e il controllo sui requisiti richiesti, a tutela degli aventi diritto;

   quali iniziative di competenza intendano assumere affinché la deroga al superamento del numero di lavoratori a tempo determinato non sia in contrasto con le nuove norme in materia di lavoro ex legge 9 agosto 2018, n. 96.
(4-01421)


   ROSTAN, SPERANZA, FORNARO, OCCHIONERO e CONTE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'Inps predispone annualmente ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 150 del 2009 il piano della performance adottando obiettivi strategici e operativi in ragione del ciclo di programmazione finanziaria e di bilancio;

   il piano definisce – così come descritto dall'Inps – «gli indicatori utili per la misurazione, la valutazione e la rendicontazione della performance, nell'ottica del miglioramento della qualità dei servizi offerti e della valorizzazione del merito personale»;

   il piano della performance 2018-2020 dell'Inps è stato adottato con determinazione n. 24 del 13 marzo 2018;

   all'interno del piano sopra menzionato ci sono, tra le altre cose, incentivi sotto forma di integrazioni del salario ai medici Inps che «tagliano» le prestazioni dell'istituto;

   nello specifico, a pagina 61 dell'allegato tecnico alla sopra menzionata determinazione, al paragrafo «Obiettivi produttivi ed economico finanziari dei professionisti e medici», al comma 3.1.1., si indicano tra obiettivi per il cui raggiungimento professionisti legali e medici svolgono un ruolo decisivo, le Vmc (visite mediche di controllo); l'annullamento di prestazioni dirette malattia e le revoche di prestazioni per invalidità civile;

   in sostanza, negare prestazioni per malattie e revocare prestazioni per invalidità sono considerati tra i criteri di valutazione utili alla retribuzione di risultato dei medici;

   da questa attività, secondo le tabelle dell'Inps, si otterranno minori prestazioni per 10 milioni di euro;

   la determinazione in questione ha sollevato polemiche, critiche e preoccupazioni;

   l'Anmi (Associazione nazionale medici Inps), con un comunicato del 18 settembre 2018, ha contestato gli obiettivi, ritenendo «che alcuni siano incompatibili con le norme deontologiche (revoca di prestazioni di invalidità civile)»;

   anche l'Ordine nazionale dei medici ha contestato il provvedimento: «Questo incentivo – ha dichiarato il presidente Filippo Anelli –, se confermato, è un'aberrazione per la professione medica e segna il tradimento di principi costituzionali. Chiunque debba valutare, sappia che siamo contrari»;

   contro la determinazione sono insorti nei giorni scorsi anche i sindacati; con un documento a firma congiunta, le tre sigle confederali Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa, hanno definito l'erogazione di simili premi di risultato ai medici come «lesiva dei principi di libertà e di indipendenza della professione medica» –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra esposto e se non ritenga di intervenire, per quanto di competenza, al fine di impedire alla procedura di cui in premessa di confliggere con i principi della deontologia della professione medica.
(4-01423)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E TURISMO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   L'ABBATE e GALLINELLA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   la Cassa nazionale assistenza previdenza allenatori guidatori trotto allenatori fantini galoppo è un'associazione privata costituita con finalità di fornire essenzialmente prestazioni assistenziali alle categorie che l'hanno istituita, tutte operanti nel comparto ippico, ciò in ragione anche delle condizioni usuranti delle attività di una parte degli operatori del settore (fantini e guidatori). La sua costituzione risale al 1968;

   risulta che, con sentenza del tribunale di Roma del 14 aprile 2017 n. 7663/17, il Ministero è stato condannato al pagamento della somma di euro 282.130,57, oltre interessi sulla intera somma dovuta di euro 1.874.548,59 dall'11 ottobre 2011, per le contribuzioni dovute sino all'anno 2010, più spese per euro 26.332,86 oltre 15 per cento Iva e accessori, per complessivi euro 38.455,66;

   malgrado le reiterate richieste, risulta che la Cassa, ad oggi, non è riuscita a compensare categorie di lavoratori che svolgono attività usuranti;

   a ciò si aggiunga che agli interroganti risultano non pagate alcune somme molto risalenti nel tempo, relative alle «quote multe galoppo», pure dovute dal Ministero, nella misura di euro 31.020,80;

   risulta inoltre che il Ministero sia ben consapevole della sussistenza del credito, della sua entità e del tempo, sinora inutilmente trascorso e che non vi sia un reale e sostanziale impedimento ad effettuare il pagamento di somme dovute per prestazioni assistenziali legate ad una attività usurante, a giudizio degli interroganti in totale spregio di qualsiasi principio di efficienza, buon andamento e democraticità dell'azione amministrativa –:

   se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;

   quali iniziative intenda adottare posto che, ad avviso degli interroganti, non è coerente con il principio di buon andamento della pubblica amministrazione il ritardo nei pagamenti delle somme predette e che esse sono pacificamente dovute, hanno natura assistenziale e che sono funzionalizzate a compensare attività di lavoro usuranti.
(5-00770)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PALLINI, TUCCI, SIRAGUSA, AMITRANO, GIANNONE, DAVIDE AIELLO, VILLANI, CASA, INVIDIA, DE LORENZO, VIZZINI, PERCONTI e COSTANZO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge n. 90 del 2014, all'articolo 1, ha abrogato l'articolo 16 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, abolendo la possibilità, per il personale della pubblica amministrazione e, quindi, anche per il personale della scuola, fra cui gli insegnanti ultrasessantacinquenni, di avvalersi di una proroga biennale del rapporto di lavoro da richiedersi previa istanza da presentare all'amministrazione di appartenenza;

   inoltre, il decreto-legge n. 90 del 2014, al richiamato articolo 1, ha reso tale abrogazione retroattiva, revocando di fatto i trattenimenti in servizio ottenuti ma non ancora efficaci alla data di entrata in vigore del decreto-legge; con riferimento al personale della scuola, un numero consistente di insegnanti e di personale amministrativo tecnico e ausiliario che, avvalendosi dell'articolo 16 e in ragione dell'interesse degli istituti di appartenenza a utilizzare la professionalità e l'esperienza maturata, avevano richiesto e ottenuto la proroga biennale prima della emanazione del decreto-legge, si è visto nel mese di agosto 2014, a pochi giorni dall'inizio del nuovo anno scolastico, «pensionare d'ufficio», con ripercussioni negative, anche pesanti, sulla propria condizione economica e personale. Molti di essi non avevano ancora raggiunto il minimo di 20 anni per la pensione e ad alcuni non è stato nemmeno riconosciuto il «gradone» stipendiale già maturato, perché sono stati provvisoriamente bloccati gli scatti di anzianità –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, anche a livello normativo, intenda valutare di porre in essere per rispondere alle richieste dei soggetti «revocati» di ricevere il riconoscimento di 1-2 anni di servizio in conformità alla proroga richiesta ed ottenuta e di una qualche forma di ristoro/indennizzo, pure di tipo economico, per quella che può essere considerata a ragione una grossa ingiustizia subita.
(5-00771)

SALUTE

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   dall'ultima relazione annuale sull'attuazione della legge n. 194 del 1978, presentata al Parlamento dal Ministro della salute pro tempore in data 29 dicembre 2017 e contenente dati aggiornati al 2016, emergono due tendenze, ormai consolidate;

   la prima è che in questi quarantanni di applicazione della legge è costantemente e progressivamente diminuito il ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza (Ivg): «Nel 2016 (...) per il terzo anno di seguito il numero totale delle Ivg è stato inferiore a 100.000, più che dimezzato rispetto ai 234.801 del 1982, anno in cui si è riscontrato il valore più alto in Italia. Considerando solamente le Ivg effettuate da cittadine italiane, per la prima volta il valore scende al di sotto di 60.000: la riduzione dal 1982 ha subito un decremento percentuale del 74,7 per cento, passando da 234.801 a 59.423 nel 2016»;

   questo, a ulteriore prova della bontà ed efficacia di una legge che, come ribadito all'articolo 1, «garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile» e non è affatto, come sostengono certi suoi detrattori, una legge che inciti all'aborto;

   la seconda tendenza, invece, riguarda il tema dell'obiezione di coscienza da parte di medici e personale sanitario, non sanitario e, non ultimo, da parte dei farmacisti per ciò che concerne la prescrizione dei contraccettivi d'emergenza: per quanto riguarda i ginecologi obiettori, negli ultimi dieci anni si è registrato un aumento notevole, a livello nazionale, stabilizzatosi soltanto nell'ultimo biennio rilevato: dal 58,7 per cento di medici obiettori del 2005, si è giunti al 70,9 per cento del 2016;

   il dato più preoccupante proviene dalle regioni meridionali, dove si sfiorano punte di medici obiettori del 90 per cento;

   il riconoscimento legale dell'obiezione di coscienza – citando l'ultimo parere espresso sul tema dal Comitato nazionale di bioetica nel 2012 – è un'istituzione democratica necessaria a tenere vivo il senso della problematicità riguardo ai limiti della tutela dei diritti inviolabili (nella specie il diritto alla vita). «D'altra parte, – si legge sempre nel parere del Comitato di Bioetica – non si può negare la grave problematicità della stessa obiezione di coscienza imputata, non sempre a torto, di poter essere piegata a strumento di sabotaggio nelle mani di minoranze fortemente organizzate oppure oggetto di abuso opportunistico da parte di singoli»;

   a tutela del diritto delle donne ad accedere all'Ivg, l'articolo 9 della legge, infatti, prevede che: «Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo espletamento delle procedure previste dall'articolo 7 e l'effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La regione ne controlla e garantisce l'attuazione anche attraverso la mobilità del personale»;

   a tal proposito: a livello nazionale, nel 2015 l'8 per cento dei ginecologi non obiettori, pari a 98 ginecologi, e il 6,6 per cento nel 2016, pari a 69 ginecologi, sono assegnati ad altri servizi e non a quello di Ivg, cioè non effettuano Ivg pur non avvalendosi del diritto all'obiezione di coscienza;

   non bastassero i numeri risicati dei medici non obiettori, ci si consente il lusso di non impiegarli tutti nel servizio di Ivg, affidandoli ad altri servizi;

   nonostante queste criticità, il Ministro della salute pro tempore on. Beatrice Lorenzin, tratteggiava una situazione, quanto all'applicazione della legge, tutto sommato in linea con la media dei Paesi occidentali;

   purtroppo, le tendenze degli ultimi anni, rilevate nella stessa relazione e le numerose denunce relative alle difficoltà nell'accesso all'Ivg, da parte di singole cittadine ed associazioni – denunce che in occasione del quarantennale dal varo della legge hanno ritrovato lo spazio mediatico necessario – raccontano una realtà ben diversa rispetto a quella illustrata nell'ultima relazione;

   non mancano, tuttavia, le buone pratiche: negli ultimi anni, alcune regioni, come la Toscana, per sopperire alla mancanza di ginecologi non obiettori, ha introdotto quote riservate ai medici non obiettori nei concorsi per le assunzioni, in questo modo garantendo il diritto individuale all'obiezione di coscienza, ma al contempo salvaguardando quello delle donne a beneficiare della legge –:

   quali iniziative, al di là dell'ordinario monitoraggio, il Ministro interpellato intenda intraprendere, di concerto con le regioni, per garantire la piena attuazione della legge n. 194 del 1978 e per porre un rimedio strutturale alla carenza di medici non obiettori, specialmente nelle strutture sanitarie del centro-sud Italia.
(2-00148) «Penna».

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   a più riprese, le amministrazioni comunali di Pomaretto e di Perosa Argentina hanno lamentato, nelle sedi opportune, continui problemi di ricezione del segnale radiotelevisivo sul territorio dei rispettivi comuni;

   in alcune località delle suddette zone il segnale radiotelevisivo è addirittura assente e l'unico modo per vedere la televisione è attraverso impianti satellitari;

   non difforme è la situazione in alcuni comuni montani del biellese, fra cui quelli della Valle Cervo;

   la popolazione dei comuni interessati, al pari del resto dei cittadini italiani, è tenuta a pagare il canone Rai - o meglio l'imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive nel territorio italiano – pur non potendo usufruire direttamente dei servizi offerti dalle tre emittenti pubbliche, disponibili solo dietro pagamento di extracosti legati alla ricezione dei servizi satellitari o alla costruzione di linee via cavo private;

   la Rai – Radiotelevisione Italiana s.p.a., è la società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia ed è partecipata al 99,56 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze;

   la direzione servizi broadcast e gestione frequenza della Rai è a conoscenza della situazione, ma non è stato eseguito alcun intervento risolutivo del problema;

   per dare una risposta ai problemi strutturali delle aree interne è stata adottata un'apposita strategia nazionale, finanziata da fondi ordinari della legge di bilancio e da fondi comunitari –:

   quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza e in coordinamento con gli enti territoriali interessati, al fine di garantire alle popolazioni ivi residenti l'accesso completo al segnale radiotelevisivo.
(3-00253)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VIZZINI, INVIDIA, CUBEDDU, SEGNERI, SIRAGUSA, TRIPIEDI, RICCIARDI, DE LORENZO, VILLANI, GIANNONE, TUCCI e EHM. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Nora-Spirale è un'azienda di Monsagrati (LU) facente parte di Spirale Group con sede a Cinte Tesino in Trentino. Si tratta di un'azienda storica della Mediavalle nata nei primi anni ‘70 (ex Rontani, acquistata Spirale nel 2008) e produce calzature in gomma (stivali iniettati in materiali termoplastici, pvc, gomme termoplastiche e nitriliche sia per il tempo libero sia per l'uso professionale legato alla sicurezza sui luoghi di lavoro);

   l'azienda sta portando avanti la dismissione dell'impianto di Monsagrati per motivi legati alla crisi del mercato calzaturiero, aprendo la procedura di mobilità per tutti e 42 i lavoratori, destinati al licenziamento; contestualmente, sarebbe intenzionata a procedere a un potenziamento dello stabilimento trentino, assumendo 35 addetti e usufruendo di contributi pubblici erogati attraverso il consorzio Trentino Sviluppo;

   l'accordo con Trentino Sviluppo, siglato nel 2017, prevede l'acquisizione di una parte dello stabilimento di Cinte per 2 milioni di euro, da restituire sotto forma di canone di locazione;

   non sembra sussistere un comprovato motivo oggettivo per cui si debba procedere alla chiusura dello stabilimento di Monsagrati o dati economici negativi che supportino questo piano aziendale che assume, ad avviso degli interroganti, i lineamenti di una delocalizzazione all'interno del territorio italiano mascherata da crisi aziendale –:

   quali iniziative il Governo intenda intraprendere per salvaguardare i lavoratori dello stabilimento toscano in parola;

   se il Governo non ritenga opportuno adoperarsi per attivare un tavolo di confronto istituzionale.
(5-00764)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta scritta Giachetti e altri n. 4-01262, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 2 ottobre 2018, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Quartapelle Procopio.

  L'interrogazione a risposta scritta Siani e De Filippo n. 4-01398, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 ottobre 2018, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Campana, Carnevali, Ubaldo Pagano, Pini, Rizzo Nervo, Schirò.

  L'interrogazione a risposta scritta Deidda n. 4-01405, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 ottobre 2018, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Mollicone, Trancassini, Luca De Carlo, Lollobrigida, Gemmato, Donzelli, Fidanza, Rizzetto.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore interpellanza urgente Ruggiero n. 2-00147 del 16 ottobre 2018.