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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 1 agosto 2018

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:


   Le Commissioni VII e XI,

   premesso che:

    a seguito dei continui tagli alla scuola pubblica che si protraggono ormai da diversi anni, la scuola pubblica italiana ha dovuto affrontare la sfida di garantire un'offerta formativa di qualità avendo a disposizione sempre meno risorse e personale da poter impiegare: infatti, secondo dati Eurostat, dal 2007 al 2015 la spesa destinata all'istruzione in Italia in rapporto alla spesa pubblica totale, è diminuita di quasi il 20 per cento;

    si tratta di una situazione che ha avuto gravi ricadute su tutti i fronti, incluso il servizio di pulizia negli edifici scolastici; questo problema nasce dalla decisione di procedere all'esternalizzazione del servizio, allo scopo di ottenere maggiore efficienza ed economie di gestione;

    invece, il risultato è stato, non solo di non essere riusciti a raggiungere tale obiettivo, ma anche di ridurre gli organici del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (Ata) e dei collaboratori scolastici, e di appaltare, a prezzi sempre più bassi, i servizi di pulizia a cooperative che retribuiscono con salari irrisori i propri dipendenti; questo sistema ha generato aumenti di spesa, rispetto all'assunzione a tempo indeterminato del personale e dei collaboratori scolastici necessari per far funzionare i servizi, dovuta alla remunerazione del profitto d'impresa, a spese di lavoratori sottopagati e sfruttati, e al sistema clientelare che ne era alla base;

    storicamente le competenze sulla scuola inclusi i servizi di pulizia erano affidate agli enti locali e furono trasferite allo Stato dall'articolo 8 della legge 3 maggio 1999, n. 124, e dall'articolo 9 del decreto del Ministro della pubblica istruzione 23 luglio 1999, che dispose il subentro dello Stato nei contratti stipulati dagli enti locali, in luogo dell'assunzione di personale dipendente;

    successivamente, l'articolo 45, comma 8, della legge n. 144 del 1999 stabilì una futura stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili della scuola, ma questa norma rimase inapplicata e l'anno seguente, l'articolo 78, comma 31, della legge n. 388 del 2000 stabilì il ricorso alla «terziarizzazione», ovvero all'appalto a consorzi di ditte e a cooperative di servizi di pulizia nelle scuole;

    tutto ciò, senza contare gli sgravi fiscali e contributivi riconosciuti ai consorzi nonostante i lavoratori continuassero e continuino a percepire retribuzioni basse, sino al limite di sfruttamento del lavoro;

    oltre agli ingenti tagli dei finanziamenti per questa voce di spesa, l'ex Ministro Profumo decise di affidare i bandi dei servizi di pulizia alla Consip spa, producendo un sistema inefficiente che persiste tutt'oggi, tant'è che la legge di bilancio per il 2018, 27 dicembre 2017, n. 205, all'articolo 1, comma 687, dispone che i contratti già stipulati potranno proseguire sino al 30 giugno 2019;

    dunque, si tratta di un sistema che dura da diversi anni e che è stato avvallato dal precedente Governo, nonostante gli ammonimenti dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, dell'Autorità nazionale anticorruzione rispetto alla proroga degli appalti e alla creazione di un cartello ai danni della libera concorrenza da parte dei maggiori consorzi di servizi nel settore;

    altrettanta rilevanza merita la vicenda dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa rinnovati annualmente o anche mensilmente a centinaia di lavoratori Lsu, con gli stessi doveri e orari degli assistenti amministrativi di ruolo ma senza gli stessi diritti, senza il riconoscimento del servizio per l'accesso alle graduatorie, con una retribuzione molto più bassa e con un futuro pensionistico incerto;

    quindi i lavoratori Lsu nelle scuole sono stati espropriati del diritto alla stabilizzazione a causa del mancato rispetto delle finalità dei progetti ad essi relativi che dovevano servire per l'acquisizione della professionalità e del livello ai fini della stabilizzazione, coprendo le carenze del personale, nonché a causa della mancata applicazione della riserva dei posti nelle assunzioni;

    risulta evidente che dall'esternalizzazione dei servizi non deriva alcun vantaggio economico per le casse dello Stato o degli enti locali e pertanto vengono meno gli stessi presupposti che giustificherebbero le esternalizzazioni stesse;

    pare quindi fuori da ogni logica la mancata eliminazione della possibilità di affidare servizi esterni a vantaggio delle assunzioni dirette dei collaboratori scolastici precari che garantiscono le stesse mansioni ma con condizioni economiche e contrattuali che per il lavoratore sarebbero più vantaggiose;

    l'internalizzazione di questi lavoratori, riconducibili sostanzialmente alla platea dei lavoratori impiegati in lavori socialmente utili e dei lavoratori dei cosiddetti «appalti storici» degli enti locali, comporterebbe lo sblocco degli 11.857 posti di collaboratore scolastico accantonati,

impegnano il Governo:

   ad adottare iniziative per porre fine all'attuale sistema di esternalizzazione dei servizi di pulizia e di vigilanza nelle scuole;

   ad assumere iniziative per assorbire il personale degli appalti dei servizi di pulizia riconducibili ai lavori socialmente utili e ai cosiddetti «appalti storici» degli enti locali attraverso una procedura concorsuale riservata per titoli e servizi come già realizzato per la provincia di Palermo;

   a tutelare i lavoratori impegnati in lavori socialmente utili con contratti di collaborazione per funzioni Ata e ad adottare iniziative per prevedere l'inserimento nella relativa graduatoria di tale personale e l'assunzione a tempo indeterminato del personale con funzione di assistente amministrativo o tecnico.
(7-00037) «Gallo, Segneri, Cubeddu, Casa, Azzolina, Carbonaro, Tuzi, Villani, Testamento, Acunzo, Marzana, Melicchio, Bella, Lattanzio, Torto, Nitti, Racchella, Patelli, Belotti, Sasso, Mariani, Furgiuele, Latini».


   La XIII Commissione,

   premesso che:

    la legge 2 dicembre 2016, n. 242, reca dettagliate norme per il sostegno e la promozione della coltivazione e della filiera della cannabis sativa, incentiva la coltivazione e la trasformazione dei prodotti della canapa sativa anche nella produzione di alimenti e cosmetici; nel provvedimento è mancata la previsione di una disciplina tra i prodotti che possono ottenersi dalla canapa coltivata ai sensi dell'articolo 2, delle infiorescenze, fresche ed essiccate, per scopo floreale o erboristico; la motivazione addotta risiede nel fatto che, limitatamente agli scopi erboristici, vi sono troppi elementi di contiguità con gli aspetti medicinali, per cui le infiorescenze si devono regolamentare con norme specifiche: di fatto quindi si ammette una vacatio legis in materia;

   questo esclude dalla disciplina recata dal provvedimento in questione, un intero settore potenzialmente suscettibile di importanti sviluppi anche dal punto di vista occupazionale e di reddito, considerata l'importanza economica delle infiorescenze;

   le varietà di cannabis sativa ammesse alla coltivazione previste da questa legge, corrispondono a quelle ammesse nell'ambito dell'Unione europea, elencate nell'allegato XII del Regolamento (CE) 1251/1999 e successive modifiche;

   soltanto se si usa seme che non sia stato certificato da un ente autorizzato si incorre in sanzioni penali stabilite dalla legislazione sulle sostanze stupefacenti;

   alla luce della fissazione allo 0,6 per cento del limite massimo di Thc, articolo 4, comma 5, ammesso nella coltivazione, le infiorescenze della canapa industriale potrebbero restare escluse dall'applicazione della normativa sui medicinali, alla quale sono invece attualmente soggette in considerazione delle sostanze farmacologiche ritenute attive presenti nelle infiorescenze della cannabis sativa;

   sul punto è giusta l'osservazione del Ministero della salute – audizione presso l'ufficio di presidenza della 9° Commissione permanente del Senato della Repubblica, 16 marzo 2016 – secondo la quale «eventuali discrepanze tra il tenore di Thc previsto e quello riscontrato non vanno inquadrate nell'ambito del testo unico sugli stupefacenti, ma dovranno essere trattate nell'ambito della normativa dell'Unione europea in materia di coltivazioni agricole e di attività di operatore del settore alimentare in osservanza dei Regolamenti (CE) 178/2002 e 852/2004»;

   infatti, come peraltro già affermato da anni dall'istituto superiore di sanità e dal Ministero della salute, l'immissione sul mercato di prodotti derivanti da canapa industriale certificata e tracciata diversi dalla fibra o dal seme è consentita, benché contenenti tracce di Thc, purché in misura tale da non provocare effetti stupefacenti e/o psicotropi nei consumatori;

   inoltre, la circolare del 22 maggio 2018 del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, in merito ai chiarimenti sull'applicazione delle legge 2 dicembre 2016, n. 242, non ha di fatto chiarito nessun dubbio sulle modalità di utilizzo delle infiorescenze; infine, dal recente decreto legislativo n. 75 del 21 maggio 2018, che disciplina la coltivazione, la raccolta e la prima trasformazione delle piante officinali, sono escluse la coltivazione e la lavorazione delle piante di cui al comma 2 disciplinate dal testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309. L'elenco delle specie di piante officinali coltivate sarà definito da un decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministro della salute, al quale è rinviata anche la disciplina dell'attività di raccolta e prima trasformazione delle specie di piante officinali spontanee e delle specie e delle varietà da conservazione o in via di estinzione,

impegna il Governo:

   ad adottare un'apposita iniziativa normativa che riconosca che tutti i prodotti derivati dalla canapa sativa, senza distinzione tra prodotti a base di semi o a base di infiorescenze, possano essere utilizzati nella preparazione di alimenti e cosmetici, nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori, così come peraltro previsto dall'articolo 2, comma 2, lettera a), della legge 2 dicembre 2016 n. 242 e in armonia con le normative europee così come evidenziato nelle premesse;

   ad adottare una chiara e precisa iniziativa normativa, che riconosca che tutti i prodotti derivati dalla canapa industriale, senza distinzione tra prodotti a base di semi o a base di infiorescenze, non sono da considerarsi stupefacenti;

   ad adottare iniziative, anche alla luce del recente decreto legislativo n. 75 del 21 maggio 2018, per inserire la cannabis sativa, in tutte le sue parti, incluse le infiorescenze, nell'elenco delle piante officinali;

   a non assoggettare a monopolio di Stato il mercato delle infiorescenze di canapa industriale.
(7-00038) «Benedetti».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta orale:


   ANZALDI, MORANI, FRAGOMELI e MICELI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   si sa ormai che le dirette facebook sono un imprescindibile strumento di comunicazione politica;

   tuttavia, stanno emergendo alcune anomalie che destano qualche sospetto che questo atto di sindacato ispettivo punta a fugare per fare chiarezza anche su profili di sicurezza della democrazia;

   nel corso della ultima diretta del Presidente del Consiglio dei ministri italiano dalla Casa Bianca con il Presidente Trump durante il viaggio ufficiale negli Stati Uniti;

   i numeri di utenti contemporanei che hanno assistito in diretta appaiono ad avviso degli interroganti incompatibili con il numero totale delle visualizzazioni a fine diretta, perché è troppo alto il primo valore rispetto al secondo;

   esiste una pratica che si sta diffondendo ed è quella delle click farm estere specializzata in vendita di utenti per gonfiare i numeri delle dirette;

   inoltre, emergerebbe un'altra anomalia e riguarderebbe la modalità di trasmissione delle dirette del Presidente del Consiglio che, a quanto consta agli interroganti, sarebbero trasmesse attraverso l’account personale e non mediante l’account ufficiale dello stesso;

   a Palazzo Chigi gli organi di stampa hanno più volte evidenziato la presenza di consulenti esperti della Casaleggio associati e della piattaforma Rousseau cosa che, secondo gli interroganti, paleserebbe un evidente conflitto di interessi;

   sussiste, ad avviso degli interroganti, il dubbio che possano essere stati usati meccanismi di alterazione delle visualizzazioni acquistando pacchetti –:

   chi gestisca l’account del Presidente del Consiglio dei ministri, se risultino essere stati acquistati pacchetti di utenti attraverso click farm estere e con quali risorse posto che, a giudizio degli interroganti, tali operazioni potrebbero prestarsi a forme di alterazione del dibattito pubblico, con interferenze anche straniere.
(3-00128)


   DONZELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   è stato presentato, in dodici procure territoriali, da Filippo Fiani dall'associazione difesa dei valori, un esposto alla Corte dei conti per contestare il danno erariale ad oltre cento enti locali che hanno concesso il patrocinio alle iniziative di gay pride in tutta Italia;

   l'esposto, i cui dettagli sono stati resi noti dall'avvocato Francesco Vannicelli, contesta il danno erariale alle regioni Lazio, Campania, Piemonte, Toscana, Umbria e a comuni come Roma, Firenze, Napoli, Catania, Cagliari, Torino, Milano, Trento, Bolzano ed è stato presentato alle procure di Campania, Lombardia, Piemonte, Umbria, Lazio, Toscana, Sicilia, Veneto, Sardegna, Liguria, Trento e Bolzano;

   decine di comuni a guida Pd, centrosinistra e Movimento 5 Stelle patrocinano, a quanto risulta all'interrogante, e sostengono manifestazioni che promuovono la pratica dell'utero in affitto e altre pratiche vietate dalle leggi e dalla Costituzione italiana;

   è raccapricciante e diseducativo secondo l'interrogante che una parte politica utilizzi le risorse pubbliche per diffondere pratiche non conformi ai dettati costituzionali –:

   di quali elementi disponga il Governo circa i fatti descritti in premessa e quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intenda attuare, quanto meno per evitare che possano essere finanziate con risorse statali iniziative che l'interrogante giudica contro la legge.
(3-00129)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   RIZZETTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   la protezione civile, per legge, deve prestare soccorso e assistenza agli animali colpiti da calamità naturali o derivanti dall'attività dell'uomo;

   al riguardo, infatti, il decreto legislativo n. 1 del 2018 ha meritevolmente inserito tali fini e attività all'articolo 1 (definizione e finalità del servizio nazionale della protezione civile) e all'articolo 2 (attività di protezione civile);

   tuttavia, a distanza di sei mesi dall'entrata in vigore della citata normativa, non risultano ancora poste in essere le iniziative necessarie per assicurare l'attuazione e, dunque, il rispetto delle disposizioni ivi previste;

   ad oggi, infatti, continuano ad essere le associazioni animaliste di volontariato a farsi carico spontaneamente delle numerosissime segnalazioni e richieste di aiuto per animali che, in occasione delle predette situazioni di emergenza, restano isolati, affamati, seppelliti, smarriti, e dai quali sono spesso costrette a separarsi le persone che li soccorrono, anche per l'inospitalità di alcune strutture d'emergenza;

   è urgente intervenire per garantire che la protezione civile svolga concretamente le attività di soccorso e assistenza in questione –:

   se e quali iniziative di competenza siano state adottate affinché, nella gestione delle emergenze di cui al decreto legislativo n. 1 del 2018, siano assicurati gli interventi di soccorso e assistenza agli animali.
(5-00293)


   PEZZOPANE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   da organi di stampa si apprende quanto segue: «Con gli esuberi nei punti vendita "Conad" di Vasto e Lanciano, in provincia di Chieti, si è innescato un pericoloso meccanismo e, sebbene i lavoratori ufficialmente a rischio siano 66, potenzialmente il numero potrebbe salire, arrivando a coinvolgere centinaia di lavoratori con il gruppo "Iper" pronto a cedere in affitto il ramo d'azienda alla "Conad Adriatico"». A lanciare l'allarme sono diverse sigle sindacali (Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Ugl Terziario) impegnate sulla questione degli esuberi in provincia di Chieti (45 persone a Vasto e 21 a Lanciano). Una forte richiesta di attenzione che arriva a poche ore dal tavolo, a cui siederanno sindacalisti e vertici aziendali, convocato per il 1o agosto 2018 a Vasto e per il 2 agosto 2018 a Lanciano;

   l'azienda ha dichiarato lo stato di crisi dal 2013, accedendo a una serie di ammortizzatori sociali, ma dei dieci ipermercati facenti riferimento a «Conad Adriatico», quattro in Puglia, uno a Campobasso, tre in provincia di Chieti, uno in quella del L'Aquila e uno a Teramo, solo tre sono usciti dallo stato di crisi aziendale, ovvero Teramo, Chieti (punto vendita all'interno del Centro commerciale Megalò) e L'Aquila; gli altri, dunque, hanno ancora aperta la procedura di licenziamento con quasi 300 posti a rischio e altrettante famiglie potrebbero essere messe in ginocchio. Dunque si prospetta un agosto di fuoco tra azienda, sindacati e lavoratori, con una serie di incontri a tutti i livelli per scongiurare il peggio: il 1o agosto 2018 i sindacati incontreranno i vertici del punto vendita di Vasto, mentre il 2 agosto quelli di Lanciano; il 23 agosto è il termine ultimo per la fase sindacale; dopo quella data, qualora non venisse raggiunto un accordo con l'azienda, si passerebbe alla fase istituzionale (ulteriori 30 giorni), in cui entrerebbe in gioco la regione Abruzzo. Intanto, la catena della grande distribuzione «Iper» è pronta a lasciare l'Abruzzo, cedendo in affitto di ramo di azienda dei suoi tre ipermercati di Ortona, Città Sant'Angelo e Colonnella a «Conad», in cui lavorano circa 600 persone, come rivelato dalla Federazione italiana lavoratori commercio alberghi mense e servizi. Una grande operazione che, alla luce di quanto sta accadendo in provincia di Chieti, preoccupa i dipendenti e le loro famiglie;

   va tenuto conto che, in un contesto di grave crisi per il Paese, risulterebbe ancor più impattante la perdita di posti di lavoro;

   la politica ha il dovere di tutelare il diritto al lavoro e l'applicazione delle relative leggi e iniziative a tutela dei lavoratori –:

   quali orientamenti il Governo intenda esprimere in riferimento a quanto esposto e, conseguentemente, quali iniziative intenda intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze.
(5-00295)


   PEZZOPANE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da organi di stampa si apprende dell'ennesimo, grave, episodio di odio razziale verificatosi negli uffici della Asl di Giulianova, in provincia di Teramo;

   protagonista, suo malgrado, Ibrahima Diop, 39 anni;

   il signor Diop, è nato in Senegal e vive in Italia dal 2000;

   lavora a Roseto, in provincia di Teramo, è sposato con una donna abruzzese, si è perfettamente integrato ed è cittadino italiano. «Un esempio di perfetta integrazione» dicono gli amici abruzzesi. In diciott'anni non ha mai ricevuto offese razziste, né tanto meno minacce;

   fino a qualche giorno fa, quando presso l'ufficio della Asl è stato oggetto di offese razziste da parte di un dipendente Asl;

   la testimonianza della vittima: «Dovevo rinnovare il libretto sanitario, volevo sapere soltanto quali fossero i documenti da portare agli uffici dell'azienda sanitaria locale»;

   un impiegato dell'azienda sanitaria ha così risposto alle semplici richieste del signor Ibrahima Diop: «Che vuoi? Vattene. Questo non è l'ufficio del veterinario...»;

   il signor Diop ha sporto denuncia e così commenta l'accaduto: «Mai come in quel momento mi sono sentito umiliato, è giusto che chi ha sbagliato paghi»;

   la Asl di Teramo, ha aperto un'inchiesta interna sulla vicenda;

   va tenuto conto del sempre crescente numero di episodi violenti a sfondo razziale, fenomeno mai rilevato con tale frequenza negli anni precedenti, in Italia;

   la politica ha il dovere di tutelare la sicurezza e la dignità di tutti i cittadini, al di là delle provenienze;

   dalle istituzioni deve provenire un netto messaggio antirazzista che sia da deterrente ad ogni iniziativa lesiva dei diritti dell'uomo e dell'umanità –:

   quali orientamenti il Governo intenda esprimere in riferimento a quanto esposto in premessa e, conseguentemente, quali iniziative intenda intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze.
(5-00297)


   PEZZOPANE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   la chiusura — per dissesto statico — del ponte lungo l'arteria che collega Pescasseroli a Bisegna, in provincia dell'Aquila, determina grave disagio ai residenti e ai visitatori sempre numerosi del territorio; l'area ricade nel parco nazionale d'Abruzzo. Si comprenderà, quindi, la difficoltà determinata dalla chiusura di un'arteria essenziale delle aree interne. È necessario considerare i danni alle strutture ricettive e alle attività collegate al turismo derivanti dalla difficoltà a raggiungere le aree nella stagione che maggiormente attira visitatori;

   per l'anno 2018 la regione Abruzzo assegna alla provincia dell'Aquila un contributo per lavori infrastrutturali urgenti anche al chilometro 24+400 della strada provinciale 17 del parco nazionale d'Abruzzo, in corrispondenza del ponte sul fiume Giovenco, ma sia ad oggi nessun cantiere ha preso il via per la soluzione del problema;

   il comune di Bisegna per superare questa situazione di stallo si è anche reso disponibile ad effettuare i lavori; con apposito emendamento del Partito Democratico il consiglio regionale ha assegnato ulteriori risorse;

   la politica ha il dovere di tutelare persone e territori e l'opera risulta essenziale per un territorio ad alta vocazione turistica e per i residenti di un pezzo di territorio ricadente nelle aree interne del Paese –:

   quali orientamenti il Governo intenda esprimere in riferimento a quanto esposto in premessa e, conseguentemente, quali iniziative intenda intraprendere per quanto di competenza e anche di concerto con la regione e il comune di Bisegna.
(5-00299)


   MIGLIORE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro per la famiglia e le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   il 26 luglio 2018, durante l'udizione sulle linee programmatiche del Ministro per la famiglia e le disabilità, Lorenzo Fontana, ha dichiarato che è vietato, «e tale dovrebbe rimanere» riconoscere «i bambini concepiti all'estero da parte di coppie dello stesso sesso», posizione pubblicamente sostenuta nella stessa giornata anche dal Vice-premier e Ministro dell'interno Matteo Salvini;

   come è noto, nel nostro ordinamento, negli ultimi anni più di 300 sono stati i casi di riconoscimenti di bambini all'interno di una coppia dello stesso sesso effettuati dai diversi tribunali d'Italia chiamati a pronunciarsi sul punto, sulla base della considerazione del preminente interesse del minore, unico principio questo che dovrebbe essere alla base delle pronunce dei tribunali in questa materia, e sulla base del quale è stato ritenuto illegittimo il rifiuto dell'ufficio di stato civile di iscrivere questi bambini nel registro;

   del resto, anche la Corte costituzionale, negli anni ha superato il principio in base al quale dovesse sussistere una coincidenza tra genitorialità biologica e genitorialità sociale, e ha ritenuto non ammissibile una differenziazione nel riconoscimento di diritti ai minori, quali conseguenza delle scelte procreative dei loro genitori;

   del resto, la stessa legge sulla fecondazione assistita, la legge n. 40 del 2004, se da un lato vieta la possibilità di effettuare la fecondazione eterologa a favore delle coppie omosessuali, contestualmente ha previsto che lo status dei figli debba essere riconosciuto e tutelato, qualunque sia il sesso dei genitori;

   le posizioni espresse dal Ministro per la famiglia e le disabilità, Lorenzo Fontana, e dal Ministro interrogato, sono state peraltro pubblicamente smentite da altri autorevoli esponenti di Governo quali il sottosegretario con delega alle pari opportunità, Vincenzo Spadafora, e dal Vice Presidente del Consiglio dei ministri Di Maio, che in particolare ha dichiarato che «non ci occuperemo di queste materie» in questa legislatura perché siamo in disaccordo –:

   quale sia la posizione ufficiale del Governo, alla luce delle diverse posizioni espresse, e in particolare se si intendano assumere iniziative per impedire i riconoscimenti dei figli di genitori dello stesso sesso, procedendo così ad una differenziazione nel riconoscimento dei diritti ai bambini sulla base delle scelte procreative effettuate dai loro genitori.
(5-00302)

Interrogazioni a risposta scritta:


   PEZZOPANE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   da organi di stampa si apprende quanto segue: un operaio cinquantottenne, ha perso la vita dopo essere stato investito da un'auto, la mattina del 30 luglio 2018, lungo la tratta autostradale abruzzese della A24, nei pressi di Carsoli, in provincia dell'Aquila;

   come si apprende dal Centro operativo autostradale abruzzese, l'uomo stava svolgendo dei lavori sul tratto di autostrada nei pressi di Carsoli, in direzione L'Aquila, quando è stato investito da un mezzo in transito;

   è sempre elevato il numero di lavoratori che perdono la vita nello svolgimento delle proprie mansioni;

   la politica ha il dovere di tutelare la sicurezza di chi opera nei diversi ambiti lavorativi –:

   quali orientamenti il Governo intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa e, conseguentemente, quali iniziative intenda intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze.
(4-00879)


   FERRO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per il sud. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di marzo 2018 le mareggiate hanno devastato la costa tirrenica calabrese, da Falerna a Tortora, causando enormi danni alle infrastrutture, alle abitazioni e alle attività produttive e commerciali;

  con delibera della giunta regionale calabrese n. 355 del 31 luglio 2017 è stato approvato il documento programmatico «difesa del suolo», all'interno del quale sono previsti interventi a difesa dall'erosione costiera per circa 76 milioni di euro finanziati con fondi Por Calabria 2014/2020;

   si tratta di interventi che erano già previsti all'interno del Por 2017/2013, mai realizzati, che traggono origine dal masterplan «difesa delle coste» predisposto dall'autorità di bacino regionale pubblicato nel Bollettino ufficiale della regione Calabria nel lontano 2014;

   il masterplan in questione prevedeva interventi integrati lungo tutte le aree costiere della regione, con particolare attenzione per la fascia tirrenica laddove il fenomeno erosivo presenta maggiori criticità;

   da quanto si desume dalla documentazione pubblicata sul profilo istituzionale della Regione Calabria, le risorse destinate all'erosione costiera sono ingenti e derivano da differenti fonti di finanziamento;

   la programmazione regionale prevista, nonostante la grande disponibilità di risorse, ha permesso di realizzare pochissimi interventi a difesa dall'erosione che non hanno arrecato alcun giovamento della situazione trattandosi di interventi stralcio e non di interventi organici lungo la costa –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   a quanto ammontino le risorse finanziarie destinate, a vario titolo, alla realizzazione degli interventi a difesa dall'erosione costiera e in quale stato sia la relativa fase di attuazione;

   se, stante la situazione di grave pericolo per l'incolumità dei residenti nei centri abitati posti lungo la costa considerato il rischio concreto di perdita dei finanziamenti, il Governo non intenda valutare se sussistano i presupposti per adottare le iniziative di competenza per l'esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti dell'amministrazione regionale.
(4-00880)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

III Commissione:


   QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la Libia versa in uno stato di caos da quando la guerra, iniziata il 17 febbraio 2011, ha rovesciato il regime del colonnello Muammar Gheddafi, che governava la Libia dal 1969. In seguito alla sua uccisione, avvenuta il 20 ottobre 2011, il Paese vive una guerra civile che non si è ancora conclusa;

   attualmente, si contendono il controllo due Governi rivali. Il primo si trova a Tripoli ed è nato a seguito degli accordi di Skhirat del 17 dicembre 2015 con il riconoscimento dell'Onu ed è sostenuto anche dall'Italia, il secondo ha sede a Tobruk;

   il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato nel 2016 la risoluzione n. 2292, poi estesa anche nel 2017 e nel 2018 con le risoluzioni n. 2357 e n. 2420 nel giugno 2018, riguardanti la rigorosa applicazione dell'embargo sulle armi in alto mare al largo delle coste libiche;

   tra i temi degli incontri tra il vice-premier libico Ahmed Maitig, in visita a Roma nel luglio 2018, ed esponenti del nuovo Governo italiano, c'è stata la possibilità della revoca dell'embargo Onu sulle armi al Governo di Tripoli, rilanciata anche dal Vice premier Salvini che in conferenza stampa ha dichiarato: «chiediamo la revoca dell'embargo Onu sulle armi al governo di Tripoli, il governo riconosciuto dalle Nazioni Unite»;

   da parte sua Maitig ha sottolineato che nella lotta all'immigrazione clandestina, per la Libia il problema è che al momento «non riusciamo a garantire la sicurezza marittima perché la Libia è vittima di embargo»;

   è fatto notorio che in territorio libico siano già presenti milioni di armi disperse tra le milizie e la popolazione e, secondo gli esperti delle Nazioni Unite in Libia, la sospensione dell'embargo potrebbe rivelarsi fatale per il processo democratico del Paese;

   proprio mentre il Vice premier libico sosteneva la richiesta di sospendere l'embargo per necessità di maggiori armi, con il sostegno del Vice premier italiano, il Ministero dell'interno del Governo di accordo nazionale emetteva una nota in cui ha affermato che il fenomeno della proliferazione delle armi in Libia rappresenta una grande minaccia per lo svolgimento pacifico della vita civile, alla luce degli scontri tra milizie che si ripetono di volta in volta e porta ad un deterioramento della situazione di sicurezza, trascinando il Paese verso l'instabilità –:

   quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato sulla possibilità del superamento dell'embargo sulle armi delle Nazioni Unite alla Libia.
(5-00304)


   FITZGERALD NISSOLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   le istituzioni preposte effettuano, periodicamente, l'allineamento dei dati anagrafici contenuti nell'anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr) con i dati dell'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire) dei consolati;

   nonostante tale lavoro, si verificano continue discordanze tra i due registri;

   al di là degli annunci, ad oggi la nuova Anagrafe della popolazione residente, che dovrebbe sostituire le anagrafi locali dei singoli comuni garantendo la costante e stabile certezza del dato anagrafico, risulta ben lungi dall'aver raggiunto un livello di ampia operatività. Dalle notizie di stampa risultano interessati solo 136 comuni e tra questi solo 3 capoluoghi di provincia;

   non risulta neppure che per i comuni subentrati nell'Anpr sia disponibile l'inclusione dell'Aire nell'anagrafe nazionale unica e questa pare che continui ad essere gestita in modo obsoleto;

   in occasione delle scorse elezioni politiche, l'interrogante ha potuto personalmente constatare l'esistenza di tali discordanze che provocano disagi agli elettori e spreco di danaro con l'invio di plichi elettorali presso indirizzi non reali;

   l'obiettivo dell'allineamento dei dati, in un contesto ad alto contenuto tecnologico quale è quello odierno, dovrebbe essere di facile realizzazione, tanto da apparire incomprensibile agli occhi dei connazionali all'estero l'esistenza di tali discrepanze –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo per quanto di competenza, per fare in modo che l'allineamento dei dati in questione sia effettivo e venga garantita la massima coerenza degli elenchi elettorali.
(5-00305)


   SABRINA DE CARLO, CABRAS, CAPPELLANI, CARELLI, COLLETTI, DEL GROSSO, DI STASIO, EHM, EMILIOZZI, GRANDE, OLGIATI, PERCONTI, ROMANIELLO, SIRAGUSA e SURIANO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   dopo un lungo conflitto, Eritrea e Etiopia hanno siglato ad Asmara il 9 luglio 2018 un nuovo accordo di pace e amicizia a cui hanno fanno seguito due importanti avvenimenti: la riapertura dell'ambasciata dell'Eritrea ad Addis Abeba, avvenuta il 16 luglio 2018, a cui ha partecipato il Presidente eritreo Isaias Afewerki e il Primo Ministro etiope Abiy Ahmed e il ripristino il 18 luglio 2018 della rotta aerea tra Addis Abeba e Asmara;

   questa nuova fase si è aperta il 6 giugno 2018, quando il Primo Ministro Abiy Ahmed ha recepito l'accordo di Algeri, stipulato nel 2000. Tale accordo prevedeva che entrambi i Paesi, dopo la guerra del 1998-2000, avrebbero accettato le conclusioni della Commissione internazionale creata appositamente per definire la spartizione dei territori lungo il confine dei due Paesi. Tuttavia, nel 2002 l’Eritrea Ethiopia Boundary Commission (EEBC) assegnò la città di Badme e le aree adiacenti, dove iniziò proprio il conflitto nel 1998, all'Eritrea provocando la reazione dell'Etiopia, che si sottrasse così da allora a qualsiasi atto di riconciliazione tra i due Paesi;

   la difficile pace raggiunta potrebbe essere un importante spartiacque per i due Paesi e aprire scenari inediti che potrebbero avere anche effetti positivi in termini di benessere sociale delle popolazioni, a partire dagli effetti sulle due minoranze delle comunità eritree ed etiope che vivono nei rispettivi Paesi e che sono stati oggetto di soprusi, discriminazioni e violenze continue in questi anni, fino ad arrivare all'auspicabile abolizione di misure straordinarie intraprese all'indomani del conflitto e che hanno avuto pesanti conseguenze sulla popolazione come il servizio militare obbligatorio imposto coercitivamente a migliaia di uomini e donne eritrei tra i 18 e i 40 anni definito necessario per difendere il Paese da un eventuale attacco etiope;

   la riconciliazione potrà anche avere effetti positivi sull'economia e sul commercio dei due Paesi, intensificando gli scambi e favorendo la crescita, nonché portare maggiore stabilità nel Corno d'Africa e nell'intera Africa orientale e avere un certo impatto anche sulle cause profonde delle migrazioni;

   l'accordo di pace è stato accolto con entusiasmo dall'Onu, dall'Unione europea, dagli Stati Uniti e l'Unione Africana –:

   alla luce dell'accordo di pace raggiunto ad Asmara il 9 luglio 2018 quali iniziative il Governo intenda mettere in campo per supportare la riconciliazione tra i due Paesi.
(5-00306)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   in data 30 luglio 2018 si è svolto un vertice tra il Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte e il Presidente statunitense Donald Trump;

   gli organi di stampa hanno dato risalto al predetto vertice, sottolineando che è stata condivisa la necessità di dare vita ad una «cabina di regia permanente» tra Italia e Usa per la stabilizzazione della Libia, per la lotta al terrorismo e per la sicurezza nel Mediterraneo;

   la predetta cabina di regia si dovrebbe attuare, secondo i progetti dei Presidenti, con i rispettivi Ministeri degli affari esteri e della difesa;

   l'Italia assumerebbe un ruolo di punto di riferimento per la Libia con gli Usa –:

   nell'ambito del perimetro di operatività della cosiddetta «cabina di regia», da precisare quali siano gli obiettivi da perseguirsi in sinergia con gli Usa e a prescindere dalla Unione europea.
(5-00307)

Interrogazioni a risposta scritta:


   PATERNOSTER, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, FORMENTINI, GRIMOLDI, COMENCINI, BILLI, CAFFARATTO, COIN, RIBOLLA, ZOFFILI, ANDREUZZA, BAZZARO, BISA, COLMELLERE, COVOLO, FANTUZ, FOGLIANI, GIACOMETTI, LAZZARINI, PRETTO, RACCHELLA, STEFANI, TURRI e VALLOTTO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   i cittadini italiani residenti in Venezuela lamentano lunghi tempi di attesa per ottenere il rilascio dei passaporti che consentirebbe loro il raggiungimento del nostro Paese;

   l'Italia, con il suo consolato generale a Caracas ed altri consolati onorari, si ritrova a dover far fronte a centinaia di migliaia di richieste di cittadinanza, passaporti e documenti in generale;

   in particolare, i consolati italiani in Venezuela impiegano fino a tre anni per il rilascio dei passaporti e fino a sette mesi per emettere le «dichiarazioni di valore», ovvero i documenti necessari al fine del riconoscimento degli studi compiuti per potere esercitare una professione in Italia;

   qualora venisse attuata la paventata «chiusura delle frontiere venezuelane» i connazionali sarebbero impossibilitati ad emigrare –:

   se il Ministro intenda assumere iniziative per accelerare quantomeno l'evasione delle pratiche riguardanti i passaporti, anche tramite un potenziamento eccezionale degli organici dei due consolati;

   se non sia opportuno trasferire al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, momentaneamente, le attività di valutazione delle «dichiarazioni di valore», sollevando in tal modo i due consolati in Venezuela dai carichi di lavoro che potrebbero essere svolti altrove;

   se il Governo sia a conoscenza delle circostanze esposte in premessa e quali iniziative intenda assumere per ovviare alla situazione di grave disagio e pericolo venutasi a creare per i nostri connazionali.
(4-00887)


   MINARDO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'odissea vissuta da un gruppo di 30 ragazzi italiani bloccati per 48 ore all'aeroporto Stansted di Londra è grave e irresponsabile;

   il gruppo dei 30 ragazzi italiani, tutti 14 enni, insieme ai loro tutor, di rientro da una vacanza studio, hanno vissuto, quello che doveva essere un tranquillo rientro in Italia giovedì sera, un vero e proprio incubo. La sera del 26 luglio 2018 dopo il check-in, sono saliti sull'aereo (volo Ryanair) per poi restare bloccati sul velivolo per circa quattro ore;

   il personale ha, successivamente, comunicato che il volo era stato cancellato (causa sciopero del personale) per cui i ragazzi, a notte fonda, sono rientrati in albergo tra disagi e confusione. Il pomeriggio seguente i taxi li hanno riportati in aeroporto perché Ryanair aveva messo a disposizione un volo apposito. Risultato: hanno rifatto tutta la trafila, si sono imbarcati ancora, ma quando finalmente erano sull'aereo lo staff li ha fatti scendere nuovamente per trascorrere tutta la notte in aeroporto. Dopo tanto peregrinare si è deciso il rientro in autobus a Milano dopo 20 ore di strada;

   peraltro le famiglie degli studenti hanno provveduto a far rientrare i propri figli in Italia a spese loro, sborsando una considerevole cifra;

   quanto accaduto è molto grave per la mancata assistenza da parte del nostro Governo e dall'ambasciata italiana a Londra; risulterebbe all'interrogante che ci siano state difficoltà a ottenere supporto da parte della suddetta ambasciata interessata della questione dai docenti accompagnatori. I ragazzi, tutti minorenni, hanno anche trascorso una notte all'aeroporto e sono stati lasciati soli con i loro accompagnatori, questi ultimi con un carico di responsabilità non indifferente. L'altro fatto grave è la mancanza di informazioni da parte della compagnia di Ryanair che, peraltro, ha annunciato che non concederà alcuna compensazione pecuniaria ai passeggeri danneggiati, violando, secondo l'interrogante, in modo palese i regolamenti comunitari e le sentenze della giustizia europea e, in tal senso, ponendosi in contrasto con la legge. Il regolamento (CE) 261 del 2004 stabilisce, infatti, risarcimenti da 250 a 600 euro a passeggero in caso di ritardi superiori alle 3 ore o cancellazioni dei voli, un diritto che la Corte di giustizia europea ha stabilito si applichi anche in caso di sciopero del personale, non rientrando le agitazioni sindacali nelle circostanze «eccezionali» per cui una compagnia aerea è esonerata dai risarcimenti –:

   quali iniziative intendano adottare i Ministri interrogati, per quanto di competenza, per far luce sul grave episodio e verificare le modalità con cui l'ambasciata italiana a Londra ha prestato assistenza in relazione alla brutta avventura dei 30 minorenni e dei loro accompagnatori;

   quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano adottare nei confronti della compagnia Ryanair che ha annunciato che non concederà alcuna compensazione pecuniaria ai passeggeri danneggiati a giudizio dell'interrogante in contrasto con i regolamenti comunitari e le sentenze della giustizia europea.
(4-00894)

AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VISCOMI e ENRICO BORGHI. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il fondo integrativo per i comuni montani è stato istituito dalla legge 24 dicembre 2012, n. 228, all'articolo 1, commi 319, 320, 321. I soggetti interessati al fondo, le modalità di individuazione dei criteri di valutazione, la procedura per la formazione del decreto di riparto delle risorse, le modalità di presentazione delle domande di finanziamento, di liquidazione dei fondi e di modifica e monitoraggio dei progetti sono stati definiti dal decreto del Ministro per gli affari regionali e le autonomie del 16 gennaio 2014;

   il 6 aprile 2017 la Conferenza unificata ha espresso l'intesa sulla griglia di criteri di valutazione dei progetti e sui tetti di spesa da utilizzare per la formazione delle graduatorie contenuti nel bando;

   nell'aprile 2017 è stato pubblicato il bando relativo finalizzato alla promozione di interventi per il contrasto alla desertificazione commerciale nei comuni e nelle aree montane. I comuni montani hanno presentato domanda e le regioni hanno svolto la fase istruttoria dello stesso;

   in data 29 dicembre 2017 viene pubblicato il primo decreto di asseveramento delle graduatorie predisposte dalle regioni, relativamente ai progetti presentati, con riferimento alle graduatorie delle regioni Veneto, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Puglia, Basilicata Sicilia e Sardegna;

   in data 9 aprile 2018 viene pubblicato il secondo decreto di asseveramento delle graduatorie dei progetti presentati dai comuni montani predisposte dalle regioni Piemonte, Valle D'Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Abruzzo, Molise, Campania e Calabria;

   in data 30 luglio 2018 viene pubblicato il terzo decreto di asseveramento delle graduatorie, aggiornate a seguito della riammissione di sei comuni;

   i decreti di asseveramento non dispongono ancora, ad oggi, dell'impegno al finanziamento dei progetti, nonostante il comma 320 dell'articolo 1 della legge n. 228 del 24 dicembre 201 preveda che «All'individuazione dei progetti di cui al comma 321, si provvede, entro il 30 marzo di ciascun anno, con decreto del Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro dell'interno, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni. Lo schema del decreto è trasmesso alle Camere per l'acquisizione dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti per i profili finanziari, da esprimere entro trenta giorni dalla trasmissione. Qualora il Governo non intenda attenersi alle condizioni contenute nei pareri, lo schema è nuovamente trasmesso alle Camere, corredato di una relazione, per l'acquisizione di un nuovo parere delle medesime Commissioni, da esprimere entro i successivi quindici giorni. Decorso il termine di cui al precedente periodo, il decreto può essere comunque adottato» –:

   quale sia lo stato di avanzamento della procedura testé descritta, relativa al bando 2017;

   quale sia la situazione relativa alla adozione e all'emanazione del bando per le annualità successive;

   quale sia la strategia governativa per contrastare la desertificazione commerciale dei piccoli comuni ricadenti nelle aree interne e montane.
(5-00298)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:


   CASCIELLO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Capaccio Paestum ha costruito in contrada Linora una struttura finalizzata allo svolgimento di eventi concertistici nella stagione estiva;

   per allocare la struttura è stato operato un massiccio sbancamento della spiaggia e della duna esistente, con distruzione della flora autoctona, in particolare dei gigli di mare tipici della località;

   la struttura è destinata ad ospitare migliaia di spettatori, e l'area prescelta corrisponde alla denominazione E3 (rilevante interesse ambientale) ed F5 (arenili), come specificatamente riportato dal piano di emergenza comunale di protezione civile a rischio di inondazioni da mareggiate e temporali di grande intensità, nonché a rischio di tsunami;

   inoltre, secondo le indicazioni del dipartimento regionale della protezione civile le zone costiere che si trovano a quota inferiore a 6 metri sul livello del mare sono interessate, come già sopra accennato, da eventi non prevedibili;

   a pagina 41 del suddetto piano, si legge che la contrada Linora si trova a quota inferiore a 6 metri, e tale area è tra le più pericolose di tutto il comune di Capaccio – Paestum;

   si sottolinea infine, che per accedere alle tribune, c'è un solo viale di accesso e mancano vie di emergenza alternative –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e se organi periferici dei Ministeri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dell'interno abbiano rilasciato pareri sulla materia che abbiano consentito all'ente comune di concedere autorizzazioni che appaiono all'interrogante in aperto contrasto con le leggi vigenti e tali da mettere a rischio l'incolumità di migliaia di cittadini inconsapevoli.
(4-00896)


   DEIANA, MARINO e ALBERTO MANCA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   circa la valutazione preliminare ai sensi dell'articolo 6, comma 9, del decreto legislativo n. 152 del 2006 relativa al progetto opere complementari ai lavori di adeguamento al tipo B (4 corsie) dell'itinerario Sassari Olbia per il lotto 8 dal chilometro 68+600 al chilometro 76+992. A quanto risulta agli interroganti, l'Anas spa, con riferimento ai lavori di adeguamento al tipo B (4 corsie) dell'itinerario Sassari-Olbia, per i lotti 7 e 8, il cui progetto è stato approvato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con decreto n. DVA DEC-2011-0000060 del 24 febbraio 2011, avrebbe chiesto (nella comunicazione inviata prt. CDG-0383310-P del 17 luglio 2018) la valutazione preliminare, ai sensi dell'articolo 6, comma 9, del decreto legislativo n. 152 del 2006, per l'adeguamento tecnico delle caratteristiche delle pavimentazioni della viabilità di servizio alla nuova strada statale 729 «Sassari Olbia»;

   il progetto preliminare e il successivo progetto esecutivo di adeguamento al tipo B dell'itinerario Sassari-Olbia per il lotto 8 prevedevano che, parallelamente al nuovo tracciato stradale in fase di adeguamento, si realizzasse una rete viaria secondaria, così da garantire l'accesso alle proprietà prospicienti la strada statale, per riconnettere la viabilità locale preesistente;

   la stessa Anas precisa, nella comunicazione citata, che «La viabilità secondaria di nuova realizzazione, come previsto dai progetti sopra richiamati, è priva dello strato di pavimentazione stradale in conglomerato bituminoso. La finitura del piano carrabile è stata infatti prevista con uno strato di misto granulare stabilizzato»;

   si evidenzia che la realizzazione delle opere complementari risulta fondamentale per tutti quei cittadini e per quelle imprese che si sono viste isolate dalla realizzazione della «nuova» Sassari-Olbia;

   queste ultime, a causa proprio delle difficoltà di percorribilità delle strade bianche, a volte dissestate, rischiano il collasso economico;

   su quest'ultimo punto, la stessa Anas (nella comunicazione di cui sopra) precisa che in breve tempo si sono manifestati seri problemi di deterioramento della viabilità in mistogranulare, con conseguenti situazioni di criticità, e sicurezza per il traffico locale;

   tale deperimento è principalmente imputabile al tipo di finitura prevista per le strade di servizio, senza adozione di conglomerato bituminoso;

   l'importanza della bitumazione ha anche, come già evidenziato, carattere di sicurezza per il fruimento stradale della collettività tutta;

   nella stessa comunicazione, di cui sopra, si precisa inoltre che «la regolare transitabilità delle vie complanari e di servizio, risulta di fondamentale importanza, per riconnettere l'area urbana di Olbia alla zona denominata “Su Trambuccone” (localizzata a circa metà strada tra il citato svincolo per Enas e la città di Olbia), caratterizzata altresì dalla necessità di garantire il facile e rapido intervento dei mezzi di soccorso (vigili del fuoco e soccorso sanitario), in quanto interessata dal sentiero di discesa dei velivoli in atterraggio all'aeroporto di Olbia, oltreché di consentire l'agevole intervento dei mezzi impegnati nelle attività di antincendio boschivo»;

   nel corso del tempo, come sottolineato dalla stessa Anas, numerose amministrazioni comunali, sollecitate dalla popolazione e dagli imprenditori, hanno ribadito, con forza, l'importanza, per lo sviluppo economico dell'aerea, della necessità di asfaltare le strade secondarie e di servizio, così da avere una viabilità consona –:

   se, per quanto di competenza, si intendano fornire precisazioni circa lo stato attuale dell’iter procedurale di cui in premessa e circa la posizione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sul punto.
(4-00897)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VII Commissione:


   CASCIELLO, APREA, MARIN, MARROCCO, PALMIERI e SACCANI JOTTI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   il sito archeologico di Elea-Velia ha uno straordinario valore archeologico, paesaggistico e culturale, ed è noto anche per essere stato culla della Scuola eleatica di Parmenide;

   l'area archeologica di Velia, il parco archeologico di Paestum e la certosa di Padula fanno parte di un più esteso sito denominato «Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano» e sono iscritti nella lista del patrimonio mondiale Unesco dal 1998;

   con il decreto del 7 febbraio 2018, il Ministero dei beni e delle attività culturali ha assegnato il sito archeologico di Elea — Velia alla gestione del polo museale regionale di Napoli che non ha nessun legame con il territorio;

   il parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, con deliberazione del consiglio nazionale n. 23 del 2016, e il comune di Ascea, con deliberazione consiliare n. 3/2017, avevano richiesto al Ministero per i beni e le attività culturali di adottare ogni provvedimento di propria competenza affinché il sito di Elea — Velia ed il sito della Certosa di Padula venissero equiparati, da un punto di vista gestionale ed organizzativo, al parco <archeologico di Paestum, prevedendo una gestione integrata ed unitaria dei tre siti;

   alle numerose iniziative delle forze politiche locali e regionali e alle interrogazioni parlamentari in merito, il Ministro aveva dato risposte confortanti e possibiliste, in quanto una gestione organica dei tre siti avrebbe permesso di ottimizzare le risorse e al contempo di estendere le attività di promozione e valorizzazione a un contesto paesaggistico e culturale più ampio;

   il passaggio di competenza al Polo di Napoli ha, dunque, rappresentato una brutta e inattesa notizia per quanti speravano in un rilancio dell'area da perseguire con interventi di valorizzazione e promozione;

   dall'accorpamento al parco nazionale del Cilento, i siti di Velia e della certosa di Padula avrebbero tratto sicuro beneficio, laddove invece le soluzioni adottate esporranno ad ulteriore isolamento entrambi, anche in considerazione della posizione geografica e delle carenze infrastrutturali relative ai non agevoli collegamenti viari –:

   se e come intenda intervenire al fine di rivedere le decisioni prese e di assumere iniziative finalizzate all'accorpamento dell'area archeologica di Velia e della Certosa di Padula all'autonomia amministrativa e gestionale del parco archeologico di Paestum, assicurando così una gestione unica e sinergica dei tre siti.
(5-00313)


   PICCOLI NARDELLI, ASCANI, DI GIORGI, ANZALDI, CIAMPI, DE MARIA, PRESTIPINO e ROSSI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   quasi al termine della XVII legislatura è stata approvata la legge 22 novembre 2017, n. 175, una riforma complessiva del settore dello spettacolo che interviene con la finalità di promuovere e sostenere il settore, nella pluralità delle sue espressioni;

   l'articolo 2 della succitata legge ha delegato il Governo ad adottare, entro dodici mesi dalla data della sua entrata in vigore uno o più decreti legislativi per il coordinamento e il riordino delle disposizioni legislative e di quelle regolamentari che disciplinano l'attività, l'organizzazione e la gestione delle fondazioni lirico-sinfoniche, nonché per la riforma della disciplina dei settori relativi a teatro, musica, danza, spettacoli viaggianti, attività circensi, carnevali storici e rievocazioni storiche, mediante la redazione di un testo unico normativo denominato «codice dello spettacolo»;

   il mondo della cultura, che ha espresso segnali positivi per l'approvazione della legge, attende la piena attuazione dei princìpi di delega;

   rispetto ai tempi di approvazione dei suddetti decreti, il Ministro per i beni e le attività culturali, nel corso dell'audizione sulle linee programmatiche del Ministero avrebbe parlato di uno slittamento fino a dicembre 2019, ad eccezione del decreto sulla governance delle fondazioni liriche sinfoniche, finalizzato a procedere alla revisione delle modalità di nomina e dei requisiti del sovrintendente e del direttore artistico –:

   se il Ministro interrogato intenda fare chiarezza sui tempi di assunzione delle iniziative di competenza per procedere in tempi brevi all'adozione dei decreti legislativi, al fine di dare piena attuazione alla legge 22 novembre 2017, n. 175.
(5-00314)


   FUSACCHIA e TOCCAFONDI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   il progetto Grandi Uffizi a Firenze ha comportato ad oggi una spesa di 52 milioni di euro, cui è seguito un'ulteriore stanziamento per 20 milioni di euro: il Soprintendente ai beni culturali fiorentino affermava nel marzo 2016 che occorrono ancora 35 milioni di euro per il completamento del progetto;

   nella classifica nazionale dei musei italiani, gli Uffizi si collocano al terzo posto: nel 2017 sono stati 2.219.122 i visitatori che hanno potuto accedere alle sale, con un incremento di oltre il 10 per cento rispetto all'anno precedente, apportando introiti per circa 20 milioni di euro alle casse dello Stato e di Firenze;

   nel 1998 il famoso architetto giapponese Arata Isozaki vinse un prestigioso bando internazionale che prevedeva la costruzione di un'importante «pensilina» e loggia museale degli Uffizi;

   dal 1998 ad oggi tale progetto è rimasto soltanto sulla carta, senza vedere mai i natali anche alla luce di tante critiche pervenute dai fiorentini;

   il direttore degli Uffizi, Schmidt, ha chiaramente detto che la «loggia Isozaki» da un punto di vista amministrativo-legale «deve essere per forza costruita perché Isozaki ha vinto un concorso internazionale» (intervista su ilgiornaledellarchitettura.com del 25 settembre 2017);

   da due anni risulta chiuso al pubblico il Corridoio Vasariano, definito dallo stesso Schmidt «un'opera strategica»; pertanto, risulta preclusa la possibilità di ammirare 700 opere, con conseguente minore entrata economica per il Museo, ma soprattutto danno d'immagine internazionale per il Museo e per il Paese;

   per la riapertura di tale spazio occorrerebbero nuove uscite di emergenza, possibili soltanto attraverso un progetto, un bando di gara e la realizzazione di nuovi lavori;

   il progetto Grandi Uffizi prevedeva, inoltre, una nuova uscita, ma lo spazio dove dovrebbe essere costruita è occupato da una delle gru impiegate per la realizzazione delle opere all'interno degli Uffizi; pertanto, la sua realizzazione non risulta allo stato dei fatti possibile;

   un acceso dibattito culturale e artistico legato alla realizzazione dei lavori è scaturito tra i fiorentini; la maggior parte di essi si trova in assoluto disaccordo con la realizzazione della Loggia Isozaki;

   a distanza di 20 anni dal bando internazionale indetto dall'allora Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, non è dato sapere se il Ministero abbia ancora intenzione di realizzare l'opera Isozaki;

   Firenze merita una risposta chiara e puntuale –:

   come intenda procedere il Ministro interrogato rispetto ai lavori del progetto Grandi Uffizi, con particolare riguardo al Corridoio Vasariano e alla nuova uscita di Isozaki.
(5-00315)


   NITTI e LATTANZIO. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   il 26 luglio 2018 sono stati pubblicati i decreti direttoriali recanti le determinazioni di assegnazione dei contributi a valere sul fondo unico per lo spettacolo relative al triennio 2018-2020;

   numerose segnalazioni e manifestazioni di preoccupazioni sono pervenute agli interroganti in merito all'esclusione dal Fondo unico per lo spettacolo di tanti soggetti operanti nei diversi settori dello spettacolo dal vivo;

   inoltre, diverse criticità sono state evidenziate in ordine alle cosiddette commissioni consultive, nominate nella precedente legislatura, e ai criteri di assegnazione delle risorse considerati eccessivamente arbitrari e determinati da parametri non del tutto oggettivi;

   molteplici operatori del settore propongono di riaprire la fase di valutazione delle domande oppure, in via del tutto eccezionale, di permettere agli esclusi di ripresentare nuovamente la domanda il prossimo anno, piuttosto che a scadenza del triennio;

   invero, le assegnazioni così come effettuate, hanno sostanzialmente ipotecato il prossimo triennio e rimarcato alcune sperequazioni territoriali –:

   quali iniziative il Ministro interrogato stia valutando di porre in essere per rispondere con efficacia ed incisività alle preoccupazioni descritte in premessa.
(5-00316)

Interrogazione a risposta scritta:


   DONZELLI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   l'ipogeo del Belvedere di Terricciola (PI) rappresenta l'apice di un esteso e complesso sistema sotterraneo capace di raccontare gli aspetti più antichi e reconditi di un'intera comunità e, in larga parte, di un'intera vallata: la Valdera, da sempre terra di mezzo fra Pisa e Volterra, area di importante patrimonio archeologico, agricolo e gastronomico;

   la probabile origine etrusca dell'ipogeo si interseca con un'altra grande risorsa di questa terra: il vino;

   sedici anni fa l'allora Gruppo archeologico Tectiana, associazione culturale senza scopo di lucro, facente parte dei gruppi archeologici d'Italia, nella persona di Lorenzo Bacci, concretizzò un progetto sinergico tra questa associazione, il comune di Terricciola e la Soprintendenza archeologica della Toscana, nella persona dell'ispettore per il territorio, dottor Giulio Ciampoltrini;

   venne concordato lo scavo e la musealizzazione del sito, acquistato dall'amministrazione comunale di Terricciola;

   l'anno successivo, il 10 maggio del 2003, l'ipogeo del Belvedere venne ufficialmente inaugurato;

   in dodici anni di gestione il sito ha visto l'ingresso di circa 23.000 persone;

   il gruppo archeologico di Tectiana ha chiesto che venisse formalizzata una convenzione per l'affidamento e la gestione dell'ipogeo;

   nel 2005 nasce l'idea di conservare, all'interno dell'ipogeo, la preziosa raccolta dei cippi funerari etruschi, di proprietà statale, rinvenuti sul territorio della stessa Terricciola. Una rarissima tipologia di segnacolo funerario tipica della cultura materiale dell'estrema Etruria Settentrionale, tutti rinvenuti dallo studioso Lorenzo Bacci;

   l'effettiva collocazione della collezione di cippi etruschi avviene nel 2007 –:

   a chi sia stata affidata, ad oggi, la gestione, la cura e la manutenzione dell'ipogeo;

   quali garanzie ci siano sullo stato di conservazione e manutenzione dei cippi funerari etruschi;

   cosa intenda fare per garantire la massima tutela e custodia del sito di cui in premessa.
(4-00889)

DIFESA

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IV Commissione:


   PAGANI e BONOMO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il 6 giugno 2018, intorno alle ore 23, nell'area di pertinenza del comune di Corio, in provincia di Torino, si è registrato il passaggio di n. 2 velivoli, verosimilmente caccia militari a bassissima quota, sentiti e visti da gran parte della popolazione del comune sopracitato e dei comuni confinanti;

   tale evento ha enormemente allarmato la popolazione per il forte rumore e per l'onda d'urto che si è propagata sul territorio, ma soprattutto per il timore che i due velivoli fossero diretti ad intercettare un terzo velivolo potenzialmente pericoloso, che alcune testimonianze dicono di aver scorto;

   a causa dell'apprensione generata negli abitanti della zona per la loro sicurezza, le forze dell'ordine sono state chiamate numerose volte e le istituzioni sollecitate a comprendere meglio cosa sia accaduto;

   successivamente all'evento è stata interpellata l'Aeronautica militare, la cui risposta è stata a giudizio degli interroganti evasiva e lacunosa, cosa che ha ulteriormente alimentato dubbi e inquietudini –:

   se il boato avvertito nelle circostanze richiamate in premessa sia da attribuire allo svolgimento di voli militari e in tal caso quali iniziative intendano adottare le autorità militari al fine di informare preventivamente le popolazioni locali dello svolgimento di eventuali esercitazioni, evitando di creare paura e preoccupazione tra gli abitanti.
(5-00308)


   ERMELLINO, RIZZO, FRUSONE, ARESTA, DALL'OSSO, DEL MONACO, D'UVA, GALANTINO, IORIO, IOVINO, MENGA, ROBERTO ROSSINI, GIOVANNI RUSSO, TRAVERSI e CORDA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   da notizie provenienti da articoli di stampa locali e nazionali pubblicati nelle scorse settimane, sembrerebbe che la Marina militare abbia deciso di trasferire, a partire dal prossimo mese di settembre, alcuni corsi di formazione dei volontari in ferma prefissata annuale (VFP1) dalla Mariscuola di Taranto a La Maddalena, attraverso una operazione che coinvolgerebbe complessivamente circa 700 giovani, da formare come nocchieri di porto e tecnici di macchine;

   rispetto a tale decisione, ritenuta da alcuni fortemente dannosa per la città di Taranto, in quanto potenzialmente causa della riduzione dell'indotto economico che ruota intorno al personale della Marina Militare, si sono già succedute diverse iniziative tanto in sede locale, quanto a livello nazionale, ma è necessario fare chiarezza sulla reale portata dell'operazione e sui numeri indicati;

   numerose critiche sono state mosse anche da alcuni delegati del Cocer e da operatori locali dei servizi ricettivi, a causa del notevole impatto negativo che il dislocamento dei predetti corsi potrebbe comportare alla città, a fronte di un incremento dei costi per gli allievi ed alcun beneficio sul piano logistico-strutturale;

   intervenuto sull'argomento, il comandante della scuola sottufficiali di Taranto Rastelli ha cercato di tranquillizzare l'opinione pubblica, affermando, che — a fronte dell'effettiva dislocazione dei due corsi VFP1 presso La Maddalena — la sede di Taranto beneficerà di un incremento del reclutamento di volontari Cemm e di marescialli dei ruoli normali a partire dal 2019 per i successivi quattro anni;

   nota è l'importanza, a livello nazionale, della sede della Marina militare di Taranto e del forte legame tra la città e la forza armata –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno fare chiarezza sulla reale portata dell'operazione di dislocamento dei corsi VFP1 da Taranto a La Maddalena e sulla rilevanza strategica che si intende attribuire alla sede di Taranto nei prossimi anni.
(5-00309)


   DEIDDA, FERRO, LOLLOBRIGIDA, LUCA DE CARLO, GEMMATO, FRASSINETTI, PRISCO, MONTARULI, TRANCASSINI, OSNATO, VARCHI e ROTELLI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 125 del 2008 e successive modificazioni e integrazioni, recante «Misure urgenti in materia di pubblica sicurezza», ha messo a disposizione dei prefetti delle province comprendenti aree metropolitane o ad alta densità di popolazione, un contingente delle Forze armate, al fine di vigilare su siti sensibili, nonché di coadiuvare le forze di polizia nel pattugliamento delle città interessate;

   dall'inizio dell'operazione, il suindicato contingente ha contribuito alla prevenzione degli episodi di criminalità, garantendo la sicurezza della popolazione, con l'arresto di oltre 15.500 persone, l'identificazione di quasi 2.930.000 individui e finanche col sequestro di oltre 2,2 tonnellate di sostanze stupefacenti;

   a tale contingente devono essere garantite idonee condizioni di lavoro e sistemazione ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge n. 86 del 2001 il quale dispone che il personale possa essere impegnato fino ad un massimo di centoventi giorni l'anno e per non più di dodici ore giornaliere, salvo il verificarsi di comprovate ed inderogabili esigenze di carattere operativo e che debbano essere garantiti al personale il recupero delle energie psicofisiche e comunque la fruizione di adeguati turni di riposo;

   il servizio connesso all'operazione «Strade sicure» risulta articolato su turni di 6 ore continuative, a cui vanno ad aggiungersi gli spostamenti da e per l'obiettivo assegnato, con tempi decisamente più lunghi rispetto ai normali servizi di guardia svolti nelle caserme, generalmente della durata massima di 2 ore;

   l'articolazione ordinaria dell'orario di lavoro garantisce un equilibrio psicofisico del personale impiegato, evitando l'incidenza di naturali e fisiologici cali di attenzione e, comunque, le norme istitutive dell'operazione «Strade sicure» non autorizzano alcuna deroga all'ordinario orario di servizio;

   pur non essendo intenzione degli interroganti attribuire alcuna responsabilità all'organizzazione delle Forze armate, alla luce dell'ulteriore, recente suicidio di un militare impiegato nell'operazione in questione, si ritiene necessario approfondire il tema del benessere psico-fisico del personale assegnato –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle condizioni operative, logistiche ed economiche del personale dell'Esercito italiano impegnato nell'operazione «Strade sicure» e se intenda specificatamente verificare che la condizione degli alloggi assegnati al suindicato personale, l'equipaggiamento e le dotazioni di servizio siano adeguati ai compiti assegnati, che l'articolazione dei turni di servizio rispetti il limite delle 36 ore settimanali contrattualmente previste e che le indennità retributive previste per la partecipazione all'operazione in questione vengano tempestivamente corrisposte.
(5-00310)


   TONDO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   risulta fondamentale per esigenze legate alla riduzione della spesa e alla valorizzazione e riqualificazione del patrimonio immobiliare della difesa conoscere gli orientamenti e i programmi che il Ministro della difesa vuole attuare per la dismissione degli immobili di proprietà del medesimo Ministero della difesa;

   si tratta in particolare di beni immobili non più utilizzati che possono essere trasformati e valorizzati in modo da costituire fonti di lavoro e di occupazione, nonché di crescita economica del Paese;

   il Ministero della difesa aveva realizzato un importante programma, coinvolgendo il Ministero dell'economia e delle finanze, l'Agenzia del demanio e le singole amministrazioni comunali, nonché l'Anci, al fine di valorizzare il patrimonio immobiliare della difesa per la sua vendita. Sotto tale profilo va ricordato come si siano accelerati i tempi e si sia semplificato l’iter per la valorizzazione e la vendita del medesimo patrimonio immobiliare;

   nel Friuli Venezia Giulia nel 2014 rimanevano 123 immobili ancora nelle consistenze patrimoniali delle Forze armate in attesa che venisse ultimato il percorso per la relativa dismissione;

   è pertanto necessario conoscere oggi quanti immobili della difesa nella regione Friuli Venezia Giulia, anche in stato di degrado, possano essere valorizzati e ceduti anche gratuitamente ai vari istituti che si occupano di edilizia popolare o ai comuni interessati, nonché ad enti del terzo settore per le loro attività istituzionali;

   infatti, la cessione gratuita di beni immobili della difesa gratuitamente potrebbe consentire agli enti citati di svolgere nel miglior modo (ad esempio, valorizzando il bene immobile) la loro funzione pubblica e offrire pertanto un fondamentale servizio di utilità ai cittadini –:

   quali iniziative il Governo intenda attivare per utilizzare al meglio le proprietà immobiliari del Ministero della difesa nella regione Friuli Venezia Giulia con un programma di valorizzazione e vendita degli immobili siti nella medesima regione, allo scopo di creare fonti di occupazione e di reddito per i cittadini, incentrando tale programma anche sulla cessione del patrimonio immobiliare a titolo gratuito a enti che svolgono una funzione di interesse pubblico (ad esempio comuni ed enti di edilizia popolare) per realizzare alloggi e servizi di cui possano usufruire cittadini ed operatori del terzo settore per le loro attività istituzionali.
(5-00311)


   PALAZZOTTO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il 30 marzo 2018 è avvenuto il «passaggio di consegne» tra le navi Capri e Caprera nell'ambito della missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia;

   a questo assetto navale compete, prioritariamente, l'attività di supporto logistico e tecnico-manutentivo dei battelli della Marina e della Guardia costiera libiche;

   alcuni siti di informazione riportano la notizia che la nave Caprera della Marina militare italiana, nel fornire supporto tecnico logistico alla Marina libica alla Guardia costiera Libica, in realtà sia direttamente coinvolta nella gestione del JRCC libico;

   tale circostanza rappresenterebbe un diretto coinvolgimento della Marina militare italiana nelle operazioni di soccorso libiche che si configurerebbero come respingimenti collettivi, vietati dal diritto internazionale, in particolare dall'articolo 4 del quarto protocollo della Convenzione europea dei diritti dell'uomo –:

   se, nel dettaglio delle attività che svolge la nave Caprera nel porto di Tripoli, ce ne siano alcune che anche parzialmente rientrano nel coordinamento delle attività di soccorso della Guardia costiera libica.
(5-00312)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   MUSELLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   esiste un tema che ormai sta assumendo aspetti di drammaticità reale per i cittadini che risiede, in particolare, nell'estrema difficoltà se non addirittura nell'impossibilità degli enti locali di effettuare, utilizzando gli avanzi di amministrazione, interventi di manutenzioni e realizzazione di opere pubbliche per le città e le scuole, nella considerazione che gli interventi adottati da parte del precedente Governo, come quelli della cosiddetta «Buona scuola», si sono rivelati ben al di sotto delle aspettative attese;

   si tratta di un tema di forte attualità che il centrodestra ha sempre propugnato durante l'ultima campagna elettorale per le elezioni politiche del 4 marzo 2018 e ha formato oggetto di due sentenze della Corte costituzionale (sentenza n. 247 del 2017 e sentenza n. 101 del 2018) ove si afferma che «l'avanzo di amministrazione, una vota accertato nelle forme di legge, è nella disponibilità dell'ente che lo realizza» e, soprattutto, che non possono configurarsi effetti negativi sugli equilibri di finanza pubblica allargata, e quindi un vizi di incostituzionalità, perché le cifre inerenti al fondo pluriennale vincolato e all'avanzo di amministrazione, se legittimamente accertati, costituiscono fonti sicure di copertura di spese già programmate e avviate;

   ad avviso dell'interrogante appare inaccettabile che si continuino a penalizzare gli enti locali sotto il profilo della capacità di spesa e di investimento, ledendone di fatto l'autonomia finanziaria, in quanto questo si traduce nella rinuncia da parte dei cittadini a infrastrutture e servizi cruciali come nel caso dell'area metropolitana di Milano che, in seguito alle gravi incongruenze contenute nella legge n. 56 del 7 aprile 2014, la cosiddetta «legge Delrio», è stata ulteriormente messa in discussione;

   oggi si dibatte giustamente sulla necessità di rafforzare gli investimenti infrastrutturali nel Paese al fine generare una rinnovata crescita economica e del lavoro e di rispondere al grido di dolore proveniente dagli enti locali avviando in tempi rapidi un grande piano nazionale di ristrutturazione finanziaria e valorizzazione degli enti locali, a partire da quelli cosiddetti «virtuosi» –:

   se e quali iniziative il Governo intenda assumere alla luce di quanto descritto in premessa al fine di rispondere alle esigenze più volte manifestate dagli enti locali, ed in particolare dagli enti locali virtuosi, in relazione al rispetto della loro autonomia finanziaria, considerato che tali enti rappresentano la base su cui poggia la piramide istituzionale del nostro Paese;

   se e quali iniziative saranno assunte da parte del Governo in tal senso nell'ambito del disegno di legge di bilancio per l'anno 2019.
(4-00878)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   FIORINI, BIGNAMI e VIETINA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), l'intera struttura penitenziaria di Reggio Emilia è stata trasformata in casa circondariale – casa di reclusione e riorganizzata proprio per l'aumento delle molteplici difficoltà operative in cui è chiamato a operare il Reparto di Polizia penitenziaria di Reggio Emilia;

   le sezioni e le tipologie di detenuti gestiti nell'istituto penale di Reggio Emilia sono: una sezione accoglienza per detenuti nuovi giunti; quattro sezioni per detenuti comuni e media sicurezza fino a quattro 4 anni di custodia cautelare; una sezione con una diramazione interna di 3 sottosezioni per la gestione di detenuti comuni pericolosi, ex articolo 32 della legge n. 354 del 1975, recante l'ordinamento penitenziario, detenuti sottoposti a grande sorveglianza per il rischio suicidano e una per l'esecuzione dei provvedimenti disciplinari dell'esclusione dalle attività in comune; due sezioni dell'articolazione igiene e salute mentale; una sezione reclusione per condanna definitiva da 4 anni a salire, fino all'ergastolo; una sezione AS3 di detenuti partecipanti al cosiddetto processo Aemilia (12 imputati di ’ndrangheta sui quali gli agenti sorvegliano anche durante le udienze); una sezione AS3 femminile «Z»; una sezione per trans; una sezione per detenuti dimittenti; una sezione per detenuti semiliberi e lavoranti all'esterno; infine, dagli spazi dell'ex ospedale psichiatrico giudiziario sono state ricavate due sezioni dell'articolazione igiene e salute mentale, che raccoglie soggetti con problematiche;

   il reparto di Reggio Emilia lamenta una carenza di risorse umane, meccaniche e tecnologiche per il supporto necessario a garantire maggiore sicurezza nella gestione di eventi pericolosi e per contrastare atti di aggressioni a cui si espone l'incolumità fisica e professionale di ogni singola unità di personale;

   in merito, le cronache riportano alla mente due recenti e gravi episodi di aggressione che hanno messo a dura prova gli agenti: un tunisino che inneggiando all'Isis ha appiccato del fuoco nella cella; l'aggressione di un comandante da parte di un detenuto marocchino a rischio islamizzazione;

   ad oggi, nella casa circondariale scontano la pena 370 detenuti – di cui il 68 per cento stranieri – e operano circa 170 agenti, invece dei 240 previsti. Si stima una mancanza di 80 agenti necessari per fronteggiare adeguatamente le azioni di controllo e repressione necessari nella struttura, se non a costo di 12 ore di lavoro quotidiano e riposi saltati. Si evidenzia, inoltre, che il 10 settembre 2018 ulteriori 7 unità saranno inviate nelle scuole di formazione e aggiornamento per partecipare al corso allievi per vice ispettori;

   la situazione del carcere di Reggio Emilia non è un caso isolato in regione. Solo per fare un esempio, il 28 luglio 2018, nel carcere di Rimini, durante la messa, è scoppiata una rissa tra due gruppi contrapposti di albanesi e marocchini. Solo grazie all'intervento della polizia penitenziaria è stata sedata ma due ispettori sono finiti in ospedale;

   dal 2016 al 2017, per i dati del sindacato Sappe, le aggressioni e colluttazioni sono aumentate notevolmente, passando da circa 8.500 a oltre 9.500;

   il 6 luglio 2018, il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo ha toccato con mano la situazione in cui opera la polizia penitenziaria durante una visita al carcere di Reggio Emilia –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra esposto;

   quali iniziative abbia assunto e intenda assumere per garantire adeguati standard di sicurezza nelle strutture afferenti alla gestione del Ministero della giustizia;

   quali iniziative si intendano mettere in campo per prevenire aggressioni a danno del personale carcerario, e se, anche alla luce di quanto illustrato, non ritenga di adeguare, nel più breve tempo possibile, gli organici della polizia penitenziaria del carcere di Reggio Emilia alle reali necessità dell'istituto;

   se si intenda dotare il Corpo della polizia penitenziaria di nuovi strumenti, tra cui, monitor di videosorveglianza, spray urticanti, unità cinofile e, in particolare, Taser.
(4-00891)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PIZZETTI, BRUNO BOSSIO, CANTINI, GARIGLIO, GIACOMELLI, NOBILI, PAITA e ANDREA ROMANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in data 25 luglio 2018 il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti attraverso il suo profilo Facebook dichiarava testualmente: «Ho appena firmato la decadenza dell'intero cda di Fs per chiudere con il passato. Siamo il governo del cambiamento», si legge nel post, «e pensiamo che non esista attività industriale, soprattutto se prodotta al servizio dei cittadini, che non abbia un risvolto etico. Ora la barra si sposta sui treni regionali e sui pendolari in termini di sicurezza e di qualità dei loro spostamenti. E in tutto questo la “cura del ferro” ha un ruolo fondamentale»;

   sempre nella stessa data, tramite agenzie di stampa, si è appreso del testo della lettera inviata ai consiglieri d'amministrazione;

   nella stessa giornata non meglio precisate «Fonti Mit», si sono affrettate a dare una interpretazione delle comunicazioni del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (affermando testualmente che: «Non si tratta di occupazione di poltrone, ma è il cda che ha in qualche modo costretto, con le sue prese di posizione, il governo a questo tipo di provvedimento»;

   ove la decadenza fosse quindi derivata dalla mancata osservanza di una precisa clausola etica dello statuto in relazione alla posizione dell'amministratore delegato allora il riferimento all'articolo 6 della legge n. 145 del 2002 risulterebbe non più a fondamento della revoca dell'incarico del consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato;

   la clausola etica sarebbe riferibile inoltre al solo amministratore delegato di Ferrovie dello Stato e non agli altri componenti del consiglio di amministrazione;

   inoltre, come da previsione statutaria, proprio in riferimento alla situazione dell'amministratore delegato, il consiglio di amministrazione ha confermato la fiducia in data 11 giugno 2018 e l'assemblea è stata convocata, in prima convocazione, il 10 luglio e in seconda il 26 luglio 2018 quindi il giorno prima della lettera del Ministro;

   anche sulla base di una ricognizione giurisprudenziale, l'articolo 6 della legge n. 145 del 2002 risulta non essere mai stato applicato per decadenza di consigli di amministrazione di società come Ferrovie dello Stato;

   nella stessa data non risultano esservi state dichiarazioni del Ministro dell'economia e delle finanze, in merito alla vicenda della revoca del consiglio di amministrazione, elemento abbastanza singolare, considerata la diretta responsabilità, per funzione, del citato Ministro dell'economia e delle finanze in Ferrovie dello Stato;

   si evidenzia che, in questi anni, il gruppo sotto la guida del richiamato consiglio di amministrazione, ha fatto registrare risultati significativi in termini di gestione e politiche industriali con incrementi considerevoli in termini di investimenti e passeggeri;

   oggi Ferrovie dello Stato conta 81 mila dipendenti e un indotto di 150 mila addetti che riceve oltre il 50 per cento dei ricavi dal mercato ed è stato possibile perché ha potuto operare fuori dal perimetro della pubblica amministrazione recuperando credibilità anche sui mercati e sul piano internazionale;

   questo ha reso possibile un piano di conversione del proprio debito, circa 7 miliardi di euro, in bond collocati nel mercato europeo e mondiale;

   l'uso maldestro dello spoil system mina alla radice questa autonomia e ne lede pericolosamente e irrimediabilmente la credibilità sui mercati in una logica contraria agli interessi del Paese –:

   se e quando sia stato effettivamente firmato l'atto di decadenza dell'intero consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato e se abbia in calce anche la firma del Ministro dell'economia e delle finanze e, in caso affermativo quando abbia firmato, nonché se il Governo abbia motivato tale decisione, richiamandosi all'articolo 6 della legge n. 145 del 2002, che, per gli interroganti, reca una norma che mai è stata applicata nei confronti di un intero consiglio di amministrazione di una società a partecipazione pubblica.
(5-00301)

Interrogazioni a risposta scritta:


   BRAMBILLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la linea Milano-Mortara, in periodo scolastico, è utilizzata ogni giorno da circa 20 mila persone, ma è ancora in parte a binario unico e il materiale rotabile è vecchio, in servizio dalla fine degli anni Settanta. Affollamento e – durante la bella stagione – temperature insopportabili portano all'esasperazione i pendolari;

   nel contratto di programma tra Rete ferroviaria italiana e lo Stato – parte investimenti 2012/2016, tuttora vigente, è previsto il raddoppio per fasi funzionali della linea Milano-Mortara nelle tratte Milano S. Cristoforo-Albairate/Vermezzo, Albairate/Vermezzo-Parona e Parona-Mortara;

   l'aggiornamento 2016 del predetto Contratto di programma comprende il progetto di raddoppio Milano-Mortara con un costo complessivo di 692 milioni di euro, dei quali 225 milioni di euro disponibili. La realizzazione del raddoppio è suddivisa in alcuni sottoprogetti, solo in minima parte realizzati;

   lo schema del nuovo contratto di programma – parte investimenti 2017-2021, in corso di approvazione definitiva, conferma in 467 milioni di euro il costo complessivo del completamento dell'opera, ancora allo stadio di progettazione preliminare per i tratti Albairate-Parona e Parona-Mortara –:

   in quanto tempo si preveda di completare il raddoppio della linea Milano-Mortara e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere nel frattempo per mitigare i disagi ai quali sono sottoposti gli utenti della linea medesima.
(4-00877)


   FOTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 23 luglio 2014, nella seduta delle Commissioni riunite 10a e 13a del Senato, veniva accolto un ordine del giorno che impegnava il Governo pro tempore ad avviare entro il 30 giugno 2015 le procedure delle gare per l'assegnazione delle concessioni autostradali in scadenza entro il 30 giugno 2017. L'impegno, è il caso di Ativa e della Torino-Piacenza, non risulta ad oggi mantenuto e ciò nonostante il fatto che, ipotizzando un utile pari al 5 per cento dei ricavi, ogni giorno che trascorre consente al concessionario un ulteriore utile di 178.000 euro per Ativa e 287.000 euro per la Torino-Piacenza, ovvero 5,4 e 8,7 milioni di euro al mese;

   il decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, all'articolo 178, comma 3, stabilisce che, per le concessioni autostradali in scadenza entro 24 mesi dall'entrata in vigore del decreto stesso, le procedure per la gara ad evidenza pubblica vanno indette nel più breve tempo possibile, mentre i commi 2 e 5 dello stesso articolo prevedono che, nel caso in cui le procedure non siano state completate alla scadenza della concessione precedente, la stessa prosegue sulla base delle condizioni contrattuali previgenti;

   rispondendo il 9 giugno 2017 alle interrogazioni n. 4-06825, 4-06850, l'allora sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti, Riccardo Nencini, testualmente affermava «Per quanto attiene, invece, alla concessione autostradale A21 Torino-Alessandria-Piacenza (SATAP A21), la cui scadenza è prevista per il 30 giugno 2017, è in corso l'attività istruttoria necessaria per la predisposizione degli atti di gara per il riaffidamento della concessione»;

   la direzione generale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, prendendo atto delle criticità rappresentate dall'Autorità di regolazione dei trasporti, con nota del 19 maggio 2017, riteneva di condividere l'opportunità di prevedere un unico procedimento di gara che contemplasse l'affidamento congiunto delle medesime tratte autostradali. Richiedeva quindi, ai sensi dell'articolo 37, comma 2, del citato decreto-legge n. 201 del 2011, l'acquisizione, entro la fine del mese di luglio 2017, dello schema di convenzione da porre a base di gara per l'affidamento unitario. Con la nota veniva anche evidenziato che l'affidamento sarebbe avvenuto sulla base del quadro esigenziale;

   si evidenzia che la realizzazione del progetto di tangenziale che collega il casello della A21 a Campo d'Oro è indispensabile per il territorio di Castelsangiovanni – porta di collegamento tra Lombardia ed Emilia-Romagna nonché sede di uno dei poli logistici più importanti a livello nazionale, con quello che ne consegue in fatto di ricadute occupazionali – e favorirebbe un significativo miglioramento di natura ambientale, atteso che alleggerirebbe gran parte del traffico che gravita su via Fratelli Bandiera, oggi insopportabile e pesantemente aggravato dai restrittivi provvedimenti di circolazione sul ponte che collega Pievetta a Pieve Porto Morone, assunti a seguito delle precarie condizioni di stabilità di quest'ultimo –:

   se e quando verrà pubblicato il bando per l'assegnazione delle concessioni autostradali sopra richiamate, atteso l'evidente ritardo che ad oggi si registra e tenuto anche conto che il tempo intercorrente, nel settore autostradale, tra l'indizione della gara e l'assegnazione della stessa è di almeno 2 anni, con numerose eccezioni, tutte per eccesso;

   se risponda al vero la notizia secondo cui il progetto di tangenziale, che collega il casello dell'A21 a Campo d'Oro, risulta incluso nei capitolati di gara per l'assegnazione della concessione autostradale in questione.
(4-00882)


   FERRO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   la provincia di Vibo Valentia offre ai turisti scenari mozzafiato che, assieme alle ricchezze culturali e alle tradizioni gastronomiche, ne fanno un tesoro per l'intero Paese;

   le strade provinciali della zona costiera vibonese sono oramai ridotte a pericolose mulattiere e pregiudicano le opportunità di sviluppo economico a causa della difficoltà nei collegamenti e rendono difficoltose le più banali incombenze agli stessi cittadini vibonesi;

   le strade sono rese pericolose anche a causa del deterioramento del manto stradale e della presenza di buche e determinano un evidente rischio per l'incolumità dei fruitori; tale situazione, inoltre, espone gli amministratori locali a gravissime responsabilità penali;

   da quanto si apprende da una relazione dei tecnici della viabilità dell'amministrazione provinciale, ci sono 11 strade chiuse al transito, la gran parte dal 2009-2010; 25 strade in stato di completo abbandono; circa 20 strade rappresentano gravi criticità ai fini della sicurezza stradale, comprese le ex strade statali 19 (Angitola) e 522 (nel tratto Pizzo-Vibo Marina);

   la trasversale delle Serre non è stata ancora finanziata per la realizzazione dell'ultimo tratto sul versante ionico –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti;

   quali siano le risorse finanziarie statali destinate, a vario titolo, alla viabilità della provincia di Vibo Valentia e a che stato sia il relativo utilizzo;

   quali iniziative urgenti di competenza intenda assumere il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti per assicurare l'ammodernamento della viabilità della provincia di Vibo Valentia, eventualmente anche attraverso il coinvolgimento diretto dell'Anas che dispone delle risorse economiche e delle necessarie capacità progettuali;

   se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti intenda valutare la fattibilità del trasferimento ad Anas della competenza sulla strada provinciale dell'Angitola e sulla strada provinciale litoranea per Tropea (ex strada statale 522);

   quali iniziative urgenti intenda assumere il Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali e del turismo per incentivare i flussi turistici nel territorio della provincia di Vibo Valentia.
(4-00886)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   D'ALESSANDRO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa si è appreso che, Ibrahima Diop, nato in Senegal 39 anni fa, e con cittadinanza italiana, residente a Roseto D'Abruzzo, si è recato qualche giorno fa all'ufficio della Asl territorialmente competente per delle semplici informazioni, trovandosi nella necessità di rinnovare il libretto sanitario;

   dopo aver richiesto quali fossero i documenti da portare agli uffici dell'azienda sanitaria locale, si è sentito rispondere «Che vuoi? Vattene. Questo non è l'ufficio del veterinario...»;

   successivamente, a seguito della forte umiliazione subita, ha deciso di sporgere formale denuncia, presso il comando dei carabinieri, che sta effettuando le indagini per risalire all'autore delle offese razziste;

   appaiono sempre più allarmanti i ripetuti fatti di cronaca che riportano di aggressioni o insulti rivolti a persone solo in ragione della loro provenienza geografica o nazionalità, come nel caso della vile aggressione subita dall'atleta italiana, di origine nigeriana, Daisy Osakue, colpita al volto da una macchina in corsa mentre rincasava;

   questa continua escalation di odio e violenza, tale da determinare una netta crescita degli episodi di intolleranza e aggressione ai danni di persone indifese, va immediatamente contrastata, se non si vuole che il nostro Paese si trasformi definitivamente in una terra di nessuno, dove chiunque si senta autorizzato a sparare da un balcone o da una macchina in corsa nei confronti di chi semplicemente ha un diverso colore della pelle –:

   quali iniziative urgenti intenda adottare per arrestare nel più breve tempo possibile questa escalation, posto che, a giudizio dell'interrogante, talune dichiarazioni del Ministro interrogato hanno potuto contribuire al diffondersi di episodi di razzismo, violenza e intolleranza
(5-00300)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FOTI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   si susseguono, oramai anche più volte al giorno, fatti di inaudita violenza nell'area attigua la stazione ferroviaria di Piacenza, nella zona di Via Roma, e in particolare Piazzale Marconi, via Primogenita, via Roma, via Torricella, via Pozzo, viale Abbadia, via Tibini e via Alberoni;

   risse provocate da futili motivi, spaccio di droga, fiumi di alcool che scorrono a tutte le ore del giorno, sfaccendati e pregiudicati che la fanno da padrone: questo è il biglietto da visita nel 2018 di quello che è sempre stato uno dei quartieri abitati dai «piacentini del sasso» e che oggi vede una presenza decisamente maggioritaria di popolazione straniera, regolare e clandestina;

   la situazione sopra rappresentata continua a volgere al peggio: gli ultimi anni sono da ricordare negativamente tant'è che, non a caso, le ultime campagne elettorali hanno visto all'ordine del giorno, in ambito locale, la situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica della zona in questione;

   in passato, la realizzazione della iniziativa «città sicure» promossa dagli allora Ministri La Russa e Maroni, aveva dato risultati estremamente positivi, sicché negli anni scorsi il consiglio comunale di Piacenza aveva sollecitato la riproposizione dell'iniziativa, nei mesi scorsi sollecitata anche dal sindaco Patrizia Barbieri;

   è improcrastinabile un'iniziativa di carattere straordinario che veda congiuntamente impegnate le forze dell'ordine in una massiccia attività di prevenzione dei comportamenti illeciti e di repressione nei confronti di chi li commette –:

   quali urgenti disposizioni intenda impartire il Governo al riguardo e se si intenda includere Piacenza tra le città destinatarie dell'iniziativa «città sicure», tenendo conto che in passato al riguardo venne utilizzato il personale militare appartenente al II reggimento Pontieri, attivo a Piacenza e, quindi, con costi estremamente contenuti.
(4-00875)


   MURONI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   ai manifestanti che parteciparono a Melendugno, il 4 luglio 2018, alla protesta pacifica contro il trasferimento degli ulivi dal cantiere del gasdotto Tap eseguito la notte stessa, in questi giorni sono stati notificati, da parte della questura di Lecce, decine di verbali amministrativi con sanzioni ricomprese dal minimo edittale di 2 mila fino a 10 mila euro;

   l'accusa sarebbe quella di aver impedito e/o ostacolato la libera circolazione stradale, in concorso con altre persone. L'episodio riguarda il trasferimento notturno da parte della ditta appaltatrice incaricata dalla multinazionale Tap di spostare i 42 ulivi, rimasti nel cantiere di San Basilio, sino sito di stoccaggio di Masseria Capitano;

   a seguito delle procedure d'identificazione da parte della polizia scientifica sono stati redatti i verbali di accertamento nei quali viene contestato, fatto assai raro, l'impedimento alla circolazione stradale. Impedimento che, è da rilevare, fu solo temporaneo, perché alla fine i circa 200 manifestanti furono spostati di peso e furono concluse le operazioni senza nessuno scontro con le forze dell'ordine;

   oltre all'impedimento alla circolazione stradale le violazioni riguarderebbero, a seconda dei casi, i blocchi di protesta lungo la Lecce-Melendugno, nei pressi della rotatoria di ingresso a Vernole, e all'altezza dell'intersezione semaforica fra la provinciale che collega Melendugno a San Foca e via Einaudi;

   è ipotizzabile, che dopo le prime sanzioni notificate, nelle prossime settimane potrebbero arrivare le altre a carico di chi, pacificamente, protestò anche per le modalità con cui di notte si procedette alla chiusura degli ingressi del paese da parte delle forze dell'ordine, proprio nel periodo compreso da giugno e settembre in cui era stato previsto il fermo dei lavori. Ciò, peraltro, in mancanza di comunicazioni da parte della prefettura, come precisò anche il sindaco di Melendugno;

   in attesa che il nuovo Governo prenda una decisione definitiva sulla questione Tap sarebbe utile intanto, sospendere l'efficacia dei fogli di via e i verbali amministrativi ricevuti solo per aver manifestato le proprie idee, come richiesto da tante associazioni e comitati tra cui «Lecce Bene Comune» e «Sportello dei Diritti» –:

   se non intendano urgentemente assumere iniziative per quanto di competenza, per revocare in autotutela i verbali descritti in premessa che stanno colpendo tanti cittadini, tra cui molti giovani, che hanno scelto la via della protesta pacifica per difendere la bellezza, il paesaggio e l'ambiente dei propri territori, dal momento che, ad avviso dell'interrogante, si potrebbe interpretare la sanzione come una forma malcelata e implicita d'intimidazione.
(4-00883)


   GERMANÀ. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi giorni diverse province siciliane, in special modo quelle di Catania, Messina, Palermo, Agrigento e Trapani sono state caratterizzate dalla gestione di grossi incendi che hanno impegnano numerose squadre di vigili del fuoco provenienti da diverse province siciliane ed anche sezioni operative provenienti dalla Calabria e Campania;

   tali incendi hanno tenuto impegnati gli uomini e messo a dura prova la macchina dei soccorsi che è caratterizzata dalla gestione di situazioni di normale emergenza;

   purtroppo, i mezzi in dotazione al Corpo nazionale dei vigili del fuoco per far fronte alle emergenze sono vetusti e le risorse insufficienti per la riparazione dei numerosi mezzi parcheggiati nelle officine non consentono di avere mezzi sufficienti a garantire lo sforzo messo in campo;

   il Governo dovrebbe avere contezza della peculiarità dell'isola e dei problemi che la caratterizzano e quindi comprendere meglio i timori e le difficoltà che quotidianamente i vigili del fuoco siciliani sono costretti ad affrontare e trovare soluzioni adeguate;

   i vigili del fuoco siciliani, come del resto tutti i vigili del fuoco, hanno saputo dimostrare e mettere in campo la propria professionalità in diverse situazioni emergenziali, ma se non verranno supportati da mezzi e attrezzature idonee a salvaguardare la propria incolumità e quella della cittadinanza, tutto ciò renderà difficoltoso il servizio istituzionale –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di provvedere, in tempi brevi, all'assegnazione temporanea di mezzi APS (autopompa serbatoio) e ABP (autobotte pompa) nonché all'ammodernamento dei mezzi medesimi e delle attrezzature utilizzati dai vigili del fuoco della regione Sicilia, al fine di tutelare l'incolumità degli operatori e della cittadinanza.
(4-00885)


   ZOFFILI e DE MARTINI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   nella notte tra domenica 22 e lunedì 23 luglio 2018, una donna marocchina di 34 anni residente ad Arzachena, è stata picchiata a sangue in una casa sulle colline di Baia Sardinia e poi entrata in stato comatoso sino al decesso avvenuto in ospedale a Olbia;

   l'efferato omicidio sarebbe stato commesso da due connazionali della vittima, che avrebbero agito sotto effetto di droga e alcol –:

   se non sia opportuno effettuare un potenziamento delle forze dell'ordine nella stagione turistica in tutta la Sardegna, con reparti specializzati in operazioni antidroga;

   se gli immigrati che avrebbero commesso lo spietato crimine siano regolari;

   se il Governo sia a conoscenza del fatto di cronaca esposto in premessa e se intenda promuovere ulteriori misure di sicurezza per contrastare lo spaccio di stupefacenti all'interno dell'isola e migliorare i controlli delle coste, dei porti e degli aeroporti;

   se non sia il caso di riattivare la caserma della Guardia di finanza di Santa Teresa Gallura in modo da poter anche effettuare controlli nell'area della «Valle della luna», dove lo spaccio di droga risulterebbe particolarmente frequente.
(4-00888)


   ACQUAROLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nel comune di Corridonia si sta assistendo in questi giorni a un grave strappo nei confronti della democrazia;

   con deliberazione n. 165 del 6 luglio 2018 la giunta comunale dava avvio alla ricognizione sulla legittimità del comportamento di due componenti del collegio di revisore dei conti, Giuseppina Giacobbi e Antonietta Brandimarte, dando mandato al sindaco a procedere all'eventuale contestazione degli addebiti mossi a loro carico;

   a parere della giunta erano state rilevate gravi inadempienze e insanabili contrasti con l'amministrazione comunale da parte del collegio dei revisori: dall'assenza di collaborazione con il consiglio comunale al rallentamento e all'ostruzione dell'attività amministrativa; dall'emissione di pareri non favorevoli senza motivazioni valide all'aumento dei costi di gestione dell'ente alle ingerenze nella gestione politico-amministrativa;

   con successiva deliberazione n. 53 del 25 luglio 2018 il consiglio comunale proponeva di revocare l'incarico di revisore dei conti del comune di Corridonia alle dottoresse Giuseppina Giacobbi e Antonietta Brandimarte;

   nella seduta del consiglio comunale del 30 luglio 2018 la revoca del mandato veniva ratificata, col voto contrario del presidente del consiglio ed ex sindaco Nelia Calvigioni e con l'uscita dall'aula della minoranza;

   in particolare, secondo la denuncia della minoranza «Ieri sera abbiamo assistito ad un consiglio comunale di basso livello, vista l'importanza dei punti all'ordine del giorno ci aspettavamo una discussione con un taglio diverso, più responsabile, il sindaco ha preferito leggere per quasi due ore tutti i documenti e le missive che l'organo di revisione si è scambiato con l'ente in merito al procedimento di revoca. Un atto di eccessiva trasparenza che ci fa pensare che aveva uno scopo più nobile, ossia quello di posticipare l'apertura della discussione, che infatti, è iniziata a mezzanotte inoltrata»;

   come si apprende da fonti di stampa, peraltro, i gruppi di minoranza avevano chiesto alla giunta di ritirare la proposta di revoca, evidenziando tutte le perplessità in fatto e in diritto in merito al procedimento di revoca, non ultimo che nell'oggetto della proposta non si parlava di revoca e quindi la proposta di delibera si poteva considerare viziata;

   a parere dei tre gruppi di opposizione, peraltro, le due componenti dell'organo di revisione sono state revocate dall'incarico senza un giustificato motivo e sulla base di una proposta di delibera quanto mai dubbia, ricordando che «il collegio dei revisori (...) è un organo terzo, nominato per estrazione dalla Prefettura, e non scelto dalla vecchia amministrazione. Tale organo formato da stimati professionisti che hanno profuso impegno e dedizione nello svolgimento del loro operato, non può essere revocato a piacimento, la legge prevede una ristrettissima serie di casi. I casi di revoca dei revisori in tutta Italia sono veramente rari e legati a gravissimi inadempimenti certamente non ravvisabili nella nostra situazione» –:

   di quali elementi disponga il Ministro interrogato in relazione alla vicenda esposta in premessa e se intenda assumere le iniziative di competenza volte a chiarire i presupposti di legge per la revoca e la sostituzione del collegio dei revisori.
(4-00895)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:


   NOVELLI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   sulla Gazzetta Ufficiale n. 69 del 5 settembre 2000 veniva pubblicato il bando per concorso, per esami e titoli, a posti di personale educativo nelle istituzioni educative;

   nello stesso bando vi era tra i requisiti di ammissione il possesso di diploma di istruzione secondaria di II grado che dia accesso a facoltà universitaria ovvero di titolo di studio appositamente riconosciuto equivalente, a seguito dell'attuazione di progetti di sperimentazione, autorizzati ai sensi dell'articolo 278 del decreto legislativo n. 297 del 1994, ovvero ancora, per i cittadini di uno degli Stati membri dell'Unione europea, il possesso di un titolo dichiarato equipollente;

   il decreto ministeriale n. 53 del 21 giugno 2007, all'articolo 2, comma H), stabilisce che consentono l'accesso ai posti di personale educativo: la laurea in scienze della formazione primaria per l'indirizzo di scuola primaria (legge 19 novembre 1990, n. 341, articolo 3, comma 2) o i titoli di studio conseguiti al termine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell'istituto magistrale conseguiti entro l'anno scolastico 2001/2002 (decreto ministeriale 10 marzo 1997, articolo 2, comma 1 e 3). In mancanza dei suddetti requisiti è consentito l'accesso alla graduatoria a coloro che risultino inclusi nelle relative graduatorie delle istituzioni educative dell'anno scolastico 2006/07 e abbiano prestato servizio in qualità di educatore, nel corso dell'ultimo triennio di vigenza delle graduatorie medesime, in misura valutabile (almeno 16 giorni);

   la terza fascia d'istituto del personale educativo comprende i docenti educatori con pluriennale esperienza di servizio che non hanno ancora ottenuto l'abilitazione, poiché dall'ultimo concorso non sono stati previsti percorsi abilitanti e di reclutamento;

   detti docenti educatori sono assolutamente indispensabili nel garantire quotidianamente, e negli anni, il funzionamento delle istituzioni educative;

   è necessario rimuovere le disparità e definire una fase transitoria che permetta finalmente di valorizzare i lavoratori dei convitti qualificati ma privi della usuale abilitazione –:

   se il Ministro interrogato non ritenga urgente assumere iniziative normative al fine di prevedere per il personale educativo di terza fascia delle graduatorie d'istituto, con esperienza lavorativa di almeno tre annualità di servizio continuativo, l'immissione in una «graduatoria transitoria», ossia una graduatoria regionale di merito, procedendo quindi alla fase di abilitazione con corso-concorso abilitante per titolo e servizio.
(4-00876)


   GEMMATO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   ad oggi i docenti e i supplenti Ata risultano non ricevere lo stipendio da mesi a causa dei capitoli di bilancio incapienti;

   è evidente l'impatto negativo che i docenti e i supplenti Ata devono subire per la mancata percezione di quanto dovuto, nei tempi dovuti oltre alla già condizione di assoluta precarietà;

   i suddetti docenti e supplenti Ata hanno diritto ad accedere alla «Naspi» per ricevere il contributo di disoccupazione, ma, non potendo presentare i cedolini degli ultimi mesi, la richiesta viene di norma rigettata. Inoltre, non avendo il cedolino, il lavoratore non può legittimamente ricorrere e far valere, in sede giudiziale, i propri diritti. Si tratta di un percorso infernale;

   i docenti denunciano che il ritardo e la gestione approssimativa dei pagamenti porterebbero a decurtazioni degli stipendi, e a esclusioni dalle detrazioni e dal bonus di 80 euro;

   a essere maggiormente danneggiati sono proprio i supplenti e il personale Ata temporaneo e chi percepisce una retribuzione complessiva annua non superiore a 8 mila euro. Queste persone infatti, con il riconoscimento delle detrazioni fiscali, sarebbero state totalmente esenti dalla tassazione Irpef;

   i supplenti e gli Ata temporanei si vedono accreditare lo stipendio con notevole ritardo rispetto all'ultimo giorno di servizio svolto a scuola. Pare ciò avvenga per mancanza di liquidità (capitoli incapienti);

   molti personale docente e Ata impiegato per le supplenze temporanee svolge servizio lontano da casa, sovente in regioni diverse dalla propria; ciò comporta notevoli spese da sostenere (ad esempio viaggio, affitto, bollette) mensilmente. Ne consegue che il forte ritardo dell'emissione stipendiale mensile comporta una serie di enormi problematiche e disagi;

   pare che la problematica in questione riguardi un grande numero di personale docente e Ata che pur coprendo le falle della scuola continua ad essere discriminato –:

   se sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative intenda adottare per mettere fine ad un'ingiusta discriminazione e garantire ai docenti e al personale Ata le spettanze nei tempi dovuti.
(4-00884)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ALEMANNO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   i lavoratori della Pista di Nardò, gestita dalla Nardò Technical Center del gruppo Porsche, da diversi anni, nonostante continui presidi, scioperi della fame, interrogazioni parlamentari, tavoli istituzionali presso la regione Puglia, ancora attendono risposte concrete sul loro futuro dignitoso di lavoratori;

   la situazione, che va avanti da tantissimi anni, ha duramente colpito i dipendenti delle cooperative che dal 1999 gestivano il collaudo dei mezzi sperimentali per conto della Nardò Technical Center Srl (Ntc), licenziati poi nel 2009 dopo essere stati impiegati con turni massacranti, risibili paghe orarie (4 euro l'ora) e in assenza di piani di sicurezza adeguati, per guidare veicoli anche a 250 km/h;

   il centro sperimentale di Nardò ha ricevuto nel 2008 circa 10 milioni di euro dalla regione Puglia. Nell'accordo sul finanziamento, venivano previste 23 assunzioni stabilizzative dei lavoratori delle predette cooperative;

   nell'accordo sottoscritto nel gennaio 2012, si era stabilito che il rientro al lavoro sarebbe stato garantito attraverso due fasi. In una prima fase, parte dei dipendenti sarebbe stato integrato tramite agenzia interinale e la restante parte tramite la cooperativa Copat; nel secondo step si sarebbe arrivati, invece, alla definitiva stabilizzazione alla diretta dipendenza di Nardò Technical Center srl (Nct);

   in base al predetto accordo i lavoratori rinunciavano alle cause in corso per interposizione di manodopera intentate per il periodo in cui erano stati dipendenti delle cooperative di cui sopra. Inoltre, garantivano disponibilità per la stabilizzazione non solo nel collaudo ma anche negli altri servizi previsti nella pista di Nardò;

   nonostante ciò, e nonostante la (Nct) sia stata acquistata da Porsche nel marzo 2012 l'accordo non è mai stato rispettato. Di conseguenza, dopo neanche un anno la cooperativa «Copat» falliva per mancanza di appalti e commesse e attraverso il lavoro interinale iniziavano ad essere chiamati ben altri lavoratori rispetto a quelli firmatari dell'accordo;

   la Porsche (Nct) nel frattempo aumentava il bacino interinale — di circa il 250 per cento — mentre il gruppo originario di lavoro veniva sempre più discriminato e marginalizzato;

   i lavoratori e i sindacati hanno cercato più volte un confronto con l'azienda e con le amministrazioni locali al fine di dirimere tale vicenda;

   in tali occasioni chiedevano il rispetto dell'accordo del gennaio 2012 — cui mai la Porsche ha dato seguito — e la propria stabilizzazione, partendo dai criteri di anzianità ed esperienza. A fronte di tutto ciò, è continuato l'ostracismo da parte della azienda verso questi lavoratori, al punto che questi ultimi hanno ripetutamente cercato di attirare l'attenzione con presidi permanenti davanti alla azienda con diversi e ripetuti scioperi della fame;

   dopo varie vertenze legali per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori, ad agosto del 2017, la Porsche, attuale gestore della pista di Nardò, ha deciso di transigere con i lavoratori, prevedendo per alcuni di questi un riconoscimento economico per la definizione della causa, mentre per altri lavoratori era previsto il reintegro sul posto di lavoro. Ad oggi la Porsche all'interrogante risulterebbe ancora inadempiente per mancato reintegro di questi ultimi;

   aziende multinazionali così importanti che investono sul territorio italiano devono tener conto di queste situazioni e degli accordi stipulati a salvaguardia dei livelli occupazionali;

   risulterebbe poi all'interrogante che altri 15 lavoratori abbiano ricevuto, proprio pochi giorni fa, da parte della società Manpower la lettera di licenziamento per «il venir meno dei presupposti per la prosecuzione della prestazione lavorativa» presso la Nardò Technical Center srl, in somministrazione a tempo determinato –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda assumere affinché la Nardò Technical Center Srl (Ntc) del gruppo Porsche rispetti gli accordi pregressi e favorisca un dialogo costruttivo tra azienda e lavoratori al fine di salvaguardare i livelli occupazionali.
(5-00303)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:


   FORNARO e MURONI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   il grano Cappelli è una varietà di grano duro molto antica, risalente al 1915, ottenuta dal genetista Nazareno Strampelli presso il Centro di ricerca per la cerealicoltura di Foggia, tramite selezione genealogica della popolazione nord-africana Jenah Rhetifah. Negli ultimi 20, 25 anni è usato soprattutto in agricoltura biologica, in quanto sembra che il seme si adatti molto bene a questa tecnica;

   fino al 2016 gli agricoltori interessati al grano Senatore Cappelli acquistavano il seme presso due ditte sementiere italiane che si occupavano della sua moltiplicazione, quindi lo coltivavano e il grano ottenuto veniva o venduto come prodotto a società di trasformazione o trasformato in altri prodotti;

   il Cappelli è iscritto nel registro delle varietà di specie agrarie (codice Sian 1297) tenuto presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, mentre i diritti patrimoniali derivanti dallo sfruttamento della varietà sono riconosciuti al Crea;

   a luglio 2016 il Crea, con un bando pubblico, ha affidato la licenza esclusiva per 15 anni alla Società italiana sementi (Sis) che ha quindi ora i diritti di moltiplicazione e commercializzazione del seme, che vende agli stessi agricoltori;

   sembrerebbe che la Sis abbia stipulato con gli agricoltori accordi che prevedono precisi obblighi a carico dei coltivatori relativamente alla consegna della totalità della granella prodotta, la quale verrebbe, secondo tali accordi, destinata, in quota parte, alla riproduzione in purezza e, in quota parte, al mercato della trasformazione;

   questo porrebbe di fatto la Sis nella posizione di esclusivista, non solo relativamente a quanto previsto nella manifestazione di interesse, nella quale si prevedeva la licenza esclusiva per la riproduzione e la commercializzazione della semente, ma anche del rapporto tra il produttore agricolo e l'industria di trasformazione;

   un terzo soggetto, il Cai (Consorzi agrari d'Italia), non contemplato nell'accordo tra Crea e Sis, si avvarrebbe del beneficio riconosciuto a quest'ultima, dal momento che nel contratto verrebbe chiesto al coltivatore di impegnarsi a ricevere l'assistenza tecnica da parte della struttura consortile aderente al Cai competente per territorio;

   il Cappelli, con ben oltre 1.000 ettari coltivati nel nostro Paese, è la qualità di grano duro antico più seminato in Italia con una produzione, nel 2017, di circa 2,5 milioni di chilogrammi;

   l'eventuale monopolio di questo importante alimento conosciuto e usato da persone con intolleranze al glutine potrebbe far lievitare di molto il prezzo e di fatto non renderlo accessibile a tutti. Ma soprattutto questo monopolio sta danneggiando centinaia o forse migliaia di agricoltori, poiché Sis, per sua diretta ammissione, non è in grado di fornire di seme che viene richiesto, con grave danno per la difficile economia degli agricoltori italiani;

   è pertanto necessario trovare urgentemente una soluzione a questa mancanza di semente e evitare che, per il terzo anno consecutivo, le imprese siano poste nelle condizioni di non poter realizzare o continuare le filiere volte alla produzione di pasta grano duro Cappelli –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di dover promuovere urgentemente, per quanto di competenza, una nuova regolamentazione che riconosca la possibilità di disporre di grano Cappelli anche ad altre ditte sementiere o di effettuare risemine da grano non cartellinato l'anno precedente, ricorrendo, se del caso, a licenze obbligatorie a favore degli interessati in base all'articolo 115 del decreto legislativo n. 30 del 2005;

   se non ritenga opportuno, in attesa di una nuova regolamentazione assumere iniziative per la riapertura dei termini del bando per evitare l'instaurarsi di un regime di monopolio;

   in vista delle prossime semine di ottobre/dicembre, se non intenda assumere urgentemente iniziative, per quanto di competenza, per permettere a tutti gli agricoltori di accedere alle sementi di grano Cappelli ed evitare una crisi economica per centinaia di agricoltori.
(4-00890)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   RIZZETTO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la diastasi dei retti addominali è una patologia che si verifica successivamente al parto, nelle donne i cui muscoli addominali non tornano nella loro sede naturale rimanendo distanziati;

   nello specifico, si tratta di una dislocazione laterale dei muscoli retti della parete addominale il cui cedimento può compromettere sia funzionalità statiche, contenitiva e protettiva dei visceri addominali, che dinamiche/muscolari della parete addominale;

   la diastasi dei muscoli retti si presenta in circa il 60 per cento delle donne al termine della gravidanza, ma in circa il 30 per cento delle gestanti assume un carattere irreversibile non regredendo a distanza di 12 mesi dal parto;

   sebbene non vi sia una classificazione ufficiale, la gravità di una diastasi dei muscoli retti viene comunemente individuata in base alla distanza esistente tra i due ventri dei due muscoli retti (normalmente 2,5 centimetri) e alla consistenza e continenza della linea alba;

   nei casi più seri, correlati a una eccessiva distanza dei muscoli retti o a una particolare cedevolezza dei tessuti fasciali, interposti tra i due muscoli retti, può comportare disturbi aspecifici della regione pelvica, incontinenza urinaria, gastralgie o disturbi statico-dinamici della colonna vertebrale;

   pur trattandosi di una patologia spesso poco conosciuta negli ambienti medici, il sospetto di diastasi dei muscoli retti può essere verificato, con una semplice visita medica che può evidenziare una estroflessione verticale mediana della parete addominale e può essere confermata con una mera ecografia della parete addominale;

   l'intervento necessario per risolvere questa patologia è l'addominoplastica con plicatura dei retti, intervento che non è convenzionato in tutte le regioni, poiché solo poche Asl riconoscono la diastasi come una patologia meritevole di terapia chirurgica. Questa condizione comporta una migrazione delle pazienti attraverso il territorio nazionale, verso quelle strutture che erogano interventi plastico ricostruttivi per la ricostruzione della parete addominale;

   il mancato riconoscimento della diastasi a livello nazionale, impedisce a molte donne la giusta diagnosi e il necessario intervento risolutivo –:

   se e quali iniziative intenda adottare affinché la diastasi sia riconosciuta tra i trattamenti in convenzione con il servizio sanitario nazionale e siano garantiti la diagnosi e l'intervento terapeutico necessari, eliminando gli attuali disagi conseguenti alle «migrazioni» verso le sole strutture che riconoscono la patologia in questione.
(5-00294)

Interrogazioni a risposta scritta:


   VANESSA CATTOI, BINELLI, SEGNANA e ZANOTELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017 sostituisce integralmente, a distanza di 16 anni, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001 con cui erano stati definiti, per la prima volta, le attività, i servizi e le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale (Ssn) è tenuto a fornire a tutti cittadini gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con risorse raccolte attraverso la fiscalità generale;

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017 introduce nuovi livelli essenziali di assistenza che, come previsto dallo stesso decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, verranno aggiornati annualmente;

   i nuovi Lea hanno aggiornato l'elenco delle malattie croniche e invalidanti che danno diritto all'esenzione dalla partecipazione alla spesa;

   la fibromialgia, detta anche sindrome fibromialgica o sindrome di Atlante, è una sindrome reumatica idiopatica e multifattoriale che causa un leggero aumento della tensione muscolare, specie durante l'utilizzo degli stessi muscoli, ed è caratterizzata da dolore muscolare e ai tessuti fibrosi (tendini e legamenti) di tipo cronico – diffuso, fluttuante e migrante – associato a rigidità, astenia (calo di forza con affaticabilità), insonnia o disturbi del sonno, alterazioni della sensibilità (come eccessiva percezione degli stimoli) e calo dei livelli di serotonina, con possibili disturbi d'ansia e depressivi in parte dei pazienti;

   il Consiglio superiore di sanità (Css), a seguito di richiesta di parere formulata dalla direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della salute, ha stabilito che la fibromialgia sia inclusa tra le malattie soggette a tutela e merita sicuramente l'inclusione nelle malattie croniche; è una malattia invalidante solo in alcuni casi, non necessariamente permanente. Facendo seguito al suddetto parere la sezione I del Consiglio superiore di sanità, nella seduta del 19 luglio 2016, su mandato del Comitato di presidenza, ha istituito un gruppo di lavoro denominato «Progetto Fibromialgia», al fine di definire i cut off della patologia. Il 14 marzo 2017, la I sezione del Consiglio superiore di sanità, esaminati i documenti prodotti dal gruppo di lavoro, ha espresso all'unanimità parere favorevole al documento «Proposta progettuale per la definizione dei cut-off della Fibromialgia» –:

   se il Ministro interrogato, alla luce del parere espresso dal Consiglio superiore di sanità, non ritenga opportuno, nell'ambito dell'aggiornamento annuale dei Lea operato dalla Commissione nazionale per l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza e la promozione dell'appropriatezza delle prestazioni del Servizio sanitario nazionale, così come previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, inserire nei Lea anche la sindrome fibromialgica nell'elenco delle patologie croniche e invalidanti che danno diritto all'esenzione dalla partecipazione alla spesa.
(4-00881)


   MAURIZIO CATTOI, ROBERTO ROSSINI, TERZONI, PARISSE, CATALDI, EMILIOZZI, RACHELE SILVESTRI e GIULIODORI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'Impianto di raffinazione e stoccaggio di idrocarburi Api di Falconara appartiene al Gruppo API Holding S.p.a. ed è attiva dal 1950;

   si sviluppa su una superficie di oltre 700.000 metri quadrati e, secondo dati ufficiali dell'azienda, ha una capacità di lavorazione di 3.900.000 tonnellate all'anno, pari a circa 85.000 barili al giorno, con una capacità di stoccaggio di oltre 1.500.000 metri cubi;

   l'impianto si trova interamente entro i confini territoriali del comune di Falconara Marittima, è contiguo alla foce del fiume Esino e confina a nord-ovest con il centro abitato di Marina di Rocca Priora (comune di Falconara) e a sud-est con il centro abitato di Falconara Marittima. L'impianto si trova inoltre compreso fra la Ferrovia Adriatica e il Mare Adriatico, a 1,3 chilometri circa dalla pista dell'Aeroporto Raffaello Sanzio e, nel raggio di 5 chilometri circa, si trovano i centri abitati di Marina di Rocca Priora e Castelferretti (comune di Falconara Marittima), Marina di Montemarciano, Palombina e Torrette di Ancona, quest'ultima sede del principale nosocomio regionale situato a 6,7 chilometri circa in linea d'aria dall'impianto. Il Sito è definito di Interesse Nazionale;

   nel corso degli ultimi decenni si sono verificati numerosi episodi incidentali con esalazioni di sostanze nocive verso le persone e l'ambiente. Ultimo in termini di tempo, nell'aprile 2018, è stato l'episodio per cui la cittadinanza ha denunciato un fortissimo odore di gas proveniente dalla centrale. Ad originare il fenomeno, un trafilamento di petrolio greggio durante le operazioni di manutenzione di un serbatoio;

   allarmati dal forte odore, alcuni cittadini si sono recati al Comando dei carabinieri per presentare denuncia. Ad Ancona, sono decine le chiamate alla polizia municipale e ai vigili del fuoco di Ancona che hanno spiegato l'origine dell'odore;

   sebbene il piano di risanamento Aerca (2005) voluto dalla regione Marche abbia introdotto linee guida per la identificazione delle emissioni, per il programma di biomonitoraggio dell'inquinamento ambientale e per l'ottimizzazione delle reti di monitoraggio, identificati come obiettivi da perseguire con il piano, la raffineria Api di Falconara Marittima presenta ancora criticità incompatibili con l'ambiente circostante e con il diritto alla salute della cittadinanza;

   sulla base di dati epidemiologici aggiornati e sulla mancata attivazione del registro dei tumori, il Ministero della salute, nella conferenza dei servizi del giugno 2016 per il riesame della Autorizzazione integrata ambientale del 19 aprile 2010 e la modifica della stessa Aia, decide di esprimere un unico parere sfavorevole dato l'interesse nazionale del sito, di fatto negando la proroga alle autorizzazioni;

   l'impianto è certificato solo come UNI EN 9001 e non possiede, come raccomandato dalla Comunità Europea, la certificazione Emas II (Eco-Management and Audit Scheme – Reg. 761 del 2001 – 196 del 2006) che è compresa tra gli strumenti volontari attivati nell'ambito del V Programma di azione europeo a favore dell'ambiente;

   il Ministro pro tempore Galletti il 18 maggio 2018, ha firmato il rinnovo dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per altri 12 anni (Gazzetta Ufficiale n. 122 del 28 maggio 2018), nonostante il Ministero della salute, nella conferenza dei servizi del 15 giugno 2016 (Prot. 0016903 – P – 14/06/2016), avesse dato parere contrario –:

   se il Governo non ritenga opportuno considerare la necessità di assumere iniziative, per quanto di competenza, per rinnovare la verifica dello stato di salubrità territoriale sulla scorta dei dati epidemiologici attualizzati e della reiterazione dei sinistri industriali patiti dalla popolazione insistente sull'area di Falconara Marittima e della bassa valle dell'Esino.
(4-00892)


   FERRO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la Costituzione della Repubblica italiana, all'articolo 32, garantisce il diritto alla salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività;

   da notizie di stampa si apprende che presso il pronto soccorso dell'ospedale di Reggio Calabria «i medici sarebbero costretti a stabilizzare con dei semplici pezzi di cartone i pazienti che arrivano in ospedale con fratture, lussazioni o distorsioni non urgenti quando il reparto di Ortopedia è chiuso posto che tale unità, a causa della carenza di personale, non opera h24, bensì dalle 8 del mattino fino alle 20»;

   tutti i cittadini, ancor più in un momento di difficoltà quale quello rappresentato dalla necessità di cure mediche, meritano rispetto e devono essere tutelati dallo Stato –:

   quali iniziative urgenti intenda assumere il Ministro interrogato per accertare la veridicità dei fatti riportati in premessa, anche attraverso verifiche da parte del comando carabinieri per la tutela della salute, e, qualora essi siano confermati, quali immediate iniziative di competenza intenda assumere al fine di evitare che si ripetano nuovamente.
(4-00893)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CIAMPI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   le tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono il settore che, più di ogni altro, dà impulso e sostiene lo sviluppo di un paese: le reti di nuova generazione a banda ultra larga contribuiscono infatti fattivamente, alla crescita economica, sociale ed occupazionale dei territori;

   l'infrastruttura di nuova generazione rappresenta quindi una priorità di investimento perché contribuisce a sviluppare quell’«ecosistema digitale» necessario per recuperare produttività, attrarre investimenti, rivitalizzare l'attività e la competitività delle imprese e creare nuova occupazione qualificata;

   il Ministero dello sviluppo economico cura l'attuazione del piano nazionale strategico per la banda ultralarga (Bul), il quale punta a raggiungere l'85 per cento della popolazione con infrastrutture in grado di veicolare servizi a velocità pari e superiori a 100 Mbps e garantire accesso ad almeno 30 Mbps al 100 per cento dei cittadini;

   per raggiungere questo obiettivo, il Governo e gli operatori di telecomunicazioni hanno avviato in questi anni ingenti piani infrastrutturali (con un finanziamento complessivo di 5,3 miliardi di euro) che prevedono una diffusione capillare delle reti in fibra ottica;

   il 3 giugno 2016 è stato pubblicato il primo bando di gara per lo sviluppo della nuova rete pubblica per la diffusione della banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato di 6 regioni italiane (Abruzzo, Molise, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, Veneto);

   rispetto alla base di asta di circa 1,4 miliardi di euro, Open Fiber si è aggiudicata la gara offrendo, a titolo di prezzo della concessione, un totale di circa 675 milioni di euro;

   la diffusione della banda ultralarga sta registrando notevoli ritardi, soprattutto in alcune zone della Toscana ed in particolare nei comuni medio piccoli. Ad oggi, la copertura ha infatti raggiunto circa il 51,8 per cento della superficie totale e le previsioni per raggiungere il 100 per cento vanno oltre l'anno 2021;

   per sopperire a questi ritardi che, oltre ad ostacolare lo sviluppo sociale ed economico dei territori interessati e la crescita della qualità della vita dei cittadini residenti, compromettono anche la regolare attività delle imprese, alcune amministrazioni comunali della Toscana (tra cui il comune di Calcinaia in provincia di Pisa) hanno espresso la volontà di confrontarsi con altre aziende private con la volontà di anticipare Open Fiber e garantire all'utenza la possibilità di accedere alla fibra ottica in tempi rapidi e certi;

   nel caso del comune di Calcinaia va registrato come l'azienda privata Tim, interessata a tale intervento, non abbia potuto portare a termine i lavori per la banda larga a causa di un contenzioso con il Governo;

   appare evidente che la mancanza di informazioni certe sulla copertura della banda larga stiano creando gravissime difficoltà non solo ai cittadini interessati, una soprattutto alle aziende che sono nell'impossibilità di programmare attività ed investimenti. Appare altrettanto evidente che il cronoprogramma di Open Fiber debba essere attentamente monitorato e che vengano previste, in caso di perdurate e gravi inadempienze, altre opzioni per ottenere una copertura della banda ultralarga in tempi certi –:

   quale sia ad oggi lo stato di avanzamento del piano per la banda ultralarga citato in premessa in Toscana e, in particolar modo, nei comuni medio-piccoli e se il Governo non ritenga necessario, qualora vengano appurati gravi ritardi attribuibili al soggetto titolare della gara d'appalto, promuovere apposite iniziative al fine di velocizzare la realizzazione della copertura telematica nelle aree interessate.
(5-00296)

Apposizione di una firma
ad una mozione.

  La mozione Bergamini e altri n. 1-00026, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 luglio 2018, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata: Prestigiacomo.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  La interrogazione a risposta in Commissione Rizzetto n. 5-00025, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 giugno 2018, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: Gemmato.

  La interrogazione a risposta in commissione Marco Di Maio n. 5-00121, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 luglio 2018, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: De Menech.

  La interrogazione a risposta scritta Melicchio e altri n. 4-00815, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 luglio 2018, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Scutellà, Forciniti.

  La interrogazione a risposta scritta Lollobrigida n. 4-00833, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 luglio 2018, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: Deidda.

  La interrogazione a risposta scritta Forciniti e Sapia n. 4-00855, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 luglio 2018, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata: Scutellà.

  La interrogazione a risposta scritta Faro e altri n. 4-00874, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 31 luglio 2018, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Buompane, Angiola, Bellachioma, Maurizio Cattoi, Cestari, Comaroli, D'Incà, Donno, Flati, Frassini, Gubitosa, Manzo, Misiti, Pretto, Raduzzi, Ribolla, Tornasi, Trizzino, Zennaro.

Pubblicazione di testi riformulati.

  Si pubblica il testo riformulato della interpellanza urgente Palazzotto n. 2-00063, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 35 del 31 luglio 2018.

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro della difesa, per sapere premesso che:

   il 16 luglio 2018, alle ore 12.42, le navi Open Arms e Astral, impegnate in una missione di «Save and Rescue», hanno intercettato una comunicazione tra il mercantile Triades e la Guardia costiera libica in cui quest'ultima segnala la posizione di un gommone in difficoltà con migranti a bordo non lontano dal mercantile;

   secondo il Comandante della Astral, dalle comunicazioni successive, sarebbe emerso che la posizione del gommone sia stata fornita dalla Guardia costiera italiana;

   il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo, che si trovava a bordo della Astral vicino all'area di comando dell'imbarcazione, ha potuto assistere a tutte le comunicazioni avvenute in quelle ore;

   per 10 ore il mercantile Triades è rimasto in prossimità del gommone, chiedendo istruzioni alla Guardia costiera libica;

   alle ore 20.39, la Guardia costiera libica suggerisce al comandante del Triades di contattare la motovedetta Ras-al Jadr, che non risponderà alle chiamate;

   in seguito la Guardia costiera libica autorizza il mercantile a proseguire verso Misurata in quanto di lì a poco sarebbe arrivato un loro mezzo ad effettuare il soccorso. Da quel momento non vi è stata più alcuna comunicazione;

   le navi della ong si sono dirette verso l'ultima posizione segnalata dal mercantile Triades per accertarsi che il gommone non si trovasse ancora in difficoltà;

   alle ore 7.20 del 17 luglio 2018, Open Arms e Astral ritrovano i resti di un gommone alle coordinate 34° 13'N 013° 52,4'E. Il relitto galleggiava leggermente immerso. A bordo tre corpi abbandonati, due donne e un bambino;

   una delle donne, ancora viva, è stata recuperata dai soccorritori, insieme agli altri due corpi ormai senza vita;

   terminate le operazioni di recupero, alle ore 9.18 il comandante della Open Arms ha avvisato il Maritime rescue coordination centre (Mrcc) spagnolo in quanto Stato di bandiera della nave per chiedere istruzioni sul da farsi;

   su indicazione dell'Mrcc spagnolo, il comandante della Open Arms contattava l'Mrcc italiano e quello maltese, chiedendo di farsi carico del coordinamento delle operazioni di salvataggio;

   contestualmente, la guardia costiera libica annunciava l'avvenuto soccorso di un gommone al largo delle coste libiche, con il salvataggio di 158 persone cui era stata prestata assistenza medica e umanitaria nel «campo profughi» di Khoms;

   a quel punto, Open Arms ha reso pubblica la notizia del ritrovamento del gommone affondato, della superstite e dei corpi senza vita, chiedendo al Governo italiano di farsi carico del soccorso;

   il Ministro dell'interno Salvini ha replicato che la versione dei fatti riportata dalla ong e dal deputato fosse falsa e che una testimonianza indipendente avrebbe smentito la notizia rappresentata da Open Arms e dal primo firmatario del presente atto, riferendosi probabilmente alla versione della giornalista, Nadjia Kreinwald, a bordo della motovedetta libica che avrebbe effettuato il salvataggio. La giornalista ha prima confermato che in acqua non sarebbe rimasto più nessuno, salvo poi riferire che il capitano libico dell'imbarcazione le avrebbe parlato di altra missione della guardia costiera libica, avvenuta un paio di ore prima;

   la giornalista, contattata dal primo firmatario del presente atto, ha confermato la circostanza riferitagli e che l'operazione a cui aveva partecipato era partita da Tripoli e ivi ritornata;

   il comandante della Guardia costiera libica di Misurata, Tofag Scare (o Tawfik Skeeb come sembrerebbe), in un'intervista, ha confermato un secondo intervento al largo di Khoms in cui sarebbero stati lasciati a bordo i cadaveri di una donna e un bambino perché non c'era alcun motivo di recuperarli, sostenendo che nessuna altra persona era a bordo;

   questa versione darebbe ragione alla ricostruzione della Open Arms e del primo firmatario del presente atto, confermando l'esistenza di un secondo intervento, nonostante l'affermazione del comandante della guardia costiera libica che l'aver abbandonato in acqua delle persone vive costituirebbe una bugia e una propaganda contro la Guardia costiera libica;

   il Governo italiano continuerebbe a non fornire prove che smentirebbero tale versione. I tracciati depositati presso la Presidenza della Camera all'esito della risposta all'interrogazione a risposta immediata 3-00123 fornita dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 1° agosto 2018 non risultano comprensivi delle motovedette italiane e libiche transitate in quel tratto di mare nella notte tra il 16 ed il 17 luglio 2018 –:

   se il Ministro dell'interno intenda chiarire sulla base di quali elementi e di quale prova ha dichiarato che la notizia diffusa dalla Open Arms fosse falsa;

   quale sarebbe la «fonte terza» a cui si riferiva il Ministro dell'interno quando sosteneva di avere delle prove per confutare la tesi della Open Arms e del primo firmatario del presente atto;

   se il Governo abbia sentito direttamente o indirettamente le autorità libiche nelle ore successive al ritrovamento sopra richiamato;

   per quali motivi ci siano volute oltre 10 ore per individuare un porto di sbarco e sulla base di quali motivazioni sia stato individuato come porto di sbarco Catania;

   se sia stato accertato che la Guardia costiera italiana abbia ricevuto una chiamata dal gommone in difficoltà;

   se corrispondano al vero le dichiarazioni del comandante della nave Astral, il quale ha affermato di avere ascoltato, nelle comunicazioni via radio tra il mercantile Triades e la Guardia costiera libica, che la posizione del gommone fosse stata fornita dalla Guardia costiera italiana;

   se, durante le 10 ore di comunicazioni tra il Triades e la Guardia costiera libica, la Guardia costiera italiana fosse a conoscenza della situazione e perché non abbia emanato alcun avviso;

   se il Governo sia in possesso dei dati relativi alle motovedette italiane e libiche transitate nella zona, nella notte tra il 16 ed il 17 luglio 2018, o intenda reperirli tramite la Guardia costiera o la Marina militare e se non ritenga che questi dati debbano essere resi pubblici per permettere di individuare esattamente i responsabili di questa tragedia.
(2-00063) «Palazzotto, Fornaro, Bersani, Boldrini, Conte, Epifani, Fassina, Fratoianni, Muroni, Occhionero, Pastorino, Rostan, Speranza, Stumpo».

  Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta scritta Rosato n. 4-00829, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 34 del 30 luglio 2018.

   ROSATO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 83 del codice della navigazione attribuisce al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti la facoltà di decretare una limitazione o il divieto di transito e sosta di navi mercantili nel mare territoriale, per motivi di ordine pubblico e di sicurezza della navigazione;

   nel corso del mese di giugno 2018, il Ministro dell'interno, in più occasioni, ha pubblicamente annunciato l'intenzione del Governo di vietare l'attracco nei porti italiani delle navi delle organizzazioni non governative o mercantili che hanno salvato migranti in mare, in ragione delle norme del diritto internazionale;

   il 29 giugno 2018, quindi, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha diramato una nota alle agenzie di stampa con la quale si annunciava l'adozione di tale decreto di divieto di sosta e ingresso nelle acque territoriali delle imbarcazioni Open Arms e Astral di proprietà dell'organizzazione non governativa Proactiva;

   il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti viene motivato da ragioni di «ordine pubblico», e viene citata la nota del capo di gabinetto del Ministero dell'interno che segnalava l'impossibilità di «escludere riflessi sull'ordine pubblico derivanti dall'accoglimento dell'istanza» di accesso al porto presentata da tale organizzazione non governativa;

   da un'inchiesta apparsa sul settimanale L'Espresso, sembrerebbe che tale decreto di divieto di transito e sosta non sia stato mai realmente adottato, nonostante la nota faccia inequivocabilmente riferimento alla procedura di cui all'articolo 83 del codice della navigazione;

   si legge nell'inchiesta de L'Espresso: «La conferma arriva il 23 luglio scorso dal Comando generale delle Capitanerie di porto, in risposta a una richiesta di accesso agli atti di Open Arms: Non risulta che sia stato adottato, nel caso indicato, alcun provvedimento ministeriale ai sensi dell'articolo 83 del Codice della navigazione, precisa il capo del terzo reparto, contrammiraglio Sergio Liardo. Nessun problema di ordine pubblico. Nessun decreto del Ministro. La Guardia costiera italiana esclude anche che sia stato firmato qualsiasi altro provvedimento di interdizione, del mare o degli ambiti portuali, nei confronti di navi della Ong Proactiva» –:

   se corrisponde al vero che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non abbia mai adottato un provvedimento formale ai sensi dell'articolo 83 del codice della navigazione, e, in caso contrario, per quali ragioni questo non risulti dall'accesso agli atti chiesto dall'organizzazione non governativa, come sopra evidenziato;

   per quali ragioni il Ministro interrogato abbia diramato una nota nella quale si annunciava come già adottato un provvedimento formale che non risulta esser mai esistito;

   se la nota stampa in questione, pur nella sua inefficacia amministrativa, risulti sia stata utilizzata da qualche Amministrazione dello Stato per condizionare il comportamento di soggetti privati, e in caso affermativo, quali soggetti hanno subìto tale condizionamento e che cosa ha comportato.
(4-00829)

Ritiro di un documento
del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore:

   interpellanza Deiana n. 2-00066 del 31 luglio 2018.