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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 14 giugno 2018

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, per sapere – premesso che:

   la biblioteca comunale di Todi, inserita nel Servizio bibliotecario nazionale, aderente all'Associazione italiana biblioteche e attiva nel progetto «Nati per leggere», offre servizi specializzati per l'infanzia che comprendono lo sviluppo di collezioni di qualità e la promozione della lettura e dell'apprendimento;

   dal 2004 ad oggi i lettori sono passati da poco più di 2000 a circa 13.000; le iniziative sono state 149 solo per l'anno 2017 e, grazie alla biblioteca, Todi è stata inserita tra le 148 città insignite per il 2018-2019 del titolo «Città che legge» dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dal Centro per il libro e la lettura e dall'Anci, che prevede una corsia preferenziale per i bandi per l'attribuzione di contributi finanziari;

   nel novembre 2017 una direttiva dell'assessore alla famiglia e di quello della cultura del comune di Todi ha previsto la richiesta di spostamento in altri spazi dei libri per bambini che trattano temi definiti, in una direttiva comunale, a carattere sensibile, legati cioè ad omosessualità, omogenitorialità e transessualismo;

   sulla vicenda, la presidente nazionale dell'Associazione italiani biblioteche ha dichiarato che «sarebbe bene che i politici lasciassero alla Biblioteca il compito di organizzare al meglio le collezioni e i servizi e sostenerne sviluppo, invece di impegnarsi a nascondere i libri. E quale vantaggio possono trarre i bambini e tutti gli abitanti Todi, se la biblioteca diventa un luogo dove i libri si nascondono, un luogo che asseconda i conformismi e i pregiudizi di certi adulti?»; la Garante regionale dell'infanzia e dell'adolescenza della regione dell'Umbria ha dichiarato che «i libri hanno la grande forza di farci crescere, di far conoscere, di presentare idee e possibilità, di aiutarci a comprendere le diversità e a rispettare le differenze tutte come risorse e valori»;

   a seguito dell'iniziativa della giunta comunale, reiterata ai primi di maggio 2018, la direttrice della biblioteca comunale di Todi ha inviato alla giunta comunale il catalogo intero della sezione ragazzi, dichiarandosi incapace di indicare anche un solo libro da spostare secondo le indicazioni della stessa giunta, in quanto la biblioteca è stata organizzata secondo criteri internazionali e nazionali largamente condivisi dalla comunità scientifica;

   subito dopo la partecipazione ad una iniziativa a Todi delle famiglie Arcobaleno, la direttrice della biblioteca è stata rimossa dall'incarico e spostata presso la sezione urbanistica dello stesso comune; è stata così privata la biblioteca, prestigiosa istituzione culturale della regione Umbria, di una notevole professionalità;

   considerato che l'Italia ha aderito a numerosi accordi internazionali al fine di garantire l'effettivo godimento del diritto all'istruzione, senza discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere e a garanzia della libera circolazione delle idee;

   la legge del 13 luglio 2015, n. 107 prevede, all'articolo 1, comma 16, che il piano triennale dell'offerta formativa assicuri l'attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori –:

   quali iniziative il Governo intenda assumere, per quanto di competenza, per garantire la tutela della libera circolazione delle idee e la promozione della cultura e del diritto all'istruzione senza discriminazioni, anche alla luce della vicenda illustrata in premessa;

   se e quali linee di indirizzo il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo intenda esprimere, al fine di garantire la tutela dell'autonomia e della professionalità degli operatori dei beni culturali.
(2-00027) «Magi».

Interrogazioni a risposta scritta:


   CROSETTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il quotidiano Corriere della Sera, con un articolo a firma di Federico Fubini, ha recentemente reso noto che il fondo britannico «AH» di Alan Howard avrebbe realizzato una gigantesca speculazione sui titoli di Stato italiani, scommettendo al ribasso sulla crisi italiana grazie alla notizia trapelata di un'eventuale uscita dall'euro;

   secondo la notizia apparsa sul Corriere della Sera, l'operazione sarebbe avvenuta anche grazie alla pubblicazione, da parte del giornale Huffington Post, di una prima bozza del contratto di Governo Lega-5 Stelle, contenente un presunto «piano B» degli economisti vicini a Paolo Savona, che avrebbe dato il via ad un attacco speculativo contro l'Italia;

   secondo l'articolo del Corriere della Sera, infatti, «il testo affidato allo Huffington Post contiene due proposte che hanno tutto per destabilizzare la fiducia degli investitori verso l'Italia: l'opzione di uscita dall'euro e l'intenzione di azzerare il valore dei titoli di Stato comprati nel piano di interventi della Banca centrale europea. Ovvio che conseguenze non potessero tardare»;

   in replica alle accuse in merito alla pubblicazione del documento, la direttrice dell’Huffington Post, Lucia Annunziata, ha affermato che lo stesso era «arrivato effettivamente in una busta chiusa e anonima, come è logico che sia trattandosi di documenti riservati, ma la fonte era conosciuta da me, di grande reputazione e l'arrivo del documento in quella forma e modalità era stato concordato»;

   resta il fatto che non c'è traccia alcuna del «piano B» nelle stesure successive del contratto e che le conseguenze della pubblicazione sono state destabilizzanti per il Paese e per gli investitori, considerato che il crollo del mercato italiano ha cancellato circa quattrocento miliardi di valore in azioni e obbligazioni pubbliche o private, e che almeno i due terzi di queste perdite sono state a carico dei cittadini italiani;

   il Corriere ricostruisce, inoltre, come a partire da martedì 15 maggio 2018 giorno in cui è stata fatta recapitare la busta anonima, abbia cominciato ad aumentare lo spread, e afferma: «Da allora il mercato precipita. Il 22 maggio ha già bruciato circa 200 miliardi, di cui una sessantina in titoli di Stato a scadenza medio-lunga. Il 29 maggio il rendimento dei titoli di Stato a dieci anni, che si muove in senso opposto ai prezzi, è ormai esploso al 3,16 per cento quando era all'1,95 per cento subito prima che quell'anonimo si presentasse allo Huffington Post. Il differenziale fra titoli biennali tedeschi e italiani, appena allo 0,40 per cento prima, arriva a toccare il 3,55 per cento. La distruzione di risparmio per il 75 per cento di debito pubblico detenuto da italiani (anche tramite fondi esteri) è enorme» –:

   se corrisponda al vero quanto riportato in premessa, e, se del caso, quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda adottare in merito;

   quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere, per quanto di competenza, affinché si possa contrastare in maniera efficace la speculazione finanziaria a danno dell'Italia, impedendo che simili eventi possano tornare a verificarsi.
(4-00456)


   CECCANTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   il 13 aprile 2017, il Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale ha emanato una circolare inerente alla gestione stralcio dell'Albo nazionale, degli albi regionali e delle province autonome del servizio civile nazionale ai sensi dell'articolo 11, commi quinto e sesto, del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40;

   la circolare ha disposto che, a partire dal 18 aprile 2017, «non potranno più essere presentate domande di iscrizione al Servizio Civile Nazionale sia per quanto riguarda l'Albo nazionale, che gli Albi delle Regioni e delle Province autonome. Non potranno cioè essere iscritti negli albi di Servizio Civile Nazionale nuovi soggetti giuridici, né singolarmente, né in qualità di sedi di attuazione di progetti di enti già accreditati»;

   il deposito dei progetti avvenuto il 30 novembre 2017 ha risentito di questo limite, nonostante che nella suddetta circolare, il dipartimento avesse previsto la possibilità per gli enti già iscritti, proprio in vista della presentazione dei progetti per l'anno 2018, di «effettuare l'adeguamento dell'iscrizione relativamente alle figure professionali, ai sistemi di comunicazione e coordinamento, di progettazione, di reclutamento e selezione, di formazione, di monitoraggio e valutazione, nonché a nuove sedi di attuazione progetti appartenenti a soggetti a qualsiasi titolo già accreditati». Detta possibilità, infatti, è stata impedita agli enti accreditati che hanno presentato progetti da realizzare con fondi stanziati per il 2018;

   in tal modo, il dipartimento ha di fatto bloccato l'ingresso di nuovi soggetti nel sistema del servizio civile, impedendo altresì a quanti a quella data vi erano già operanti di implementare le proprie risorse umane dedicate e le proprie sedi di attuazione progetti;

   anche i soggetti che hanno presentato istanza per l'iscrizione al nuovo Albo unico del servizio civile universale di fatto non hanno ancora potuto perfezionare le proprie richieste, anche a causa dell'incertezza della normativa secondaria che, dal 3 agosto 2017 al 9 maggio 2018, ha prodotto tre diverse circolari in materia;

   il 10 maggio 2018 l'assemblea della Conferenza nazionale enti servizio civile ha lamentato, in un comunicato, la lentezza con la quale si stanno svolgendo le operazioni di accreditamento al nuovo albo, chiedendo con urgenza di «permettere ingressi di nuove organizzazioni per il prossimo deposito progetti» –:

   quale sia il numero di enti, già iscritti agli albi nazionale o regionali del servizio civile nazionale che, alla data del 10 giugno 2018, abbiano presentato richiesta di iscrizione all'albo del servizio civile universale, nonché quanti siano, alla stessa data, gli enti già iscritti al predetto albo;

   se non ritenga di assumere iniziative per consentire, in via transitoria, agli enti iscritti agli albi del servizio civile nazionale di effettuare l'adeguamento dell'iscrizione relativamente a nuove sedi e nuove figure professionali in vista della presentazione dei nuovi progetti prevista per l'autunno 2018, come richiesto da molti enti accreditati.
(4-00458)


   FOTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il Presidente del Consiglio, nella replica ai deputati intervenuti nel dibattito sulla fiducia al Governo tenutosi davanti la Camera dei deputati il 6 giugno 2018, ha – tra l'altro – testualmente detto: «Vogliamo che tutti possano beneficiare di cure; vorremmo anche ad esempio che ci possano essere dei presìdi ostetrici nei piccoli centri montani, là dove può essere difficile assicurare interventi così significativi»;

   risulta che il 5 ottobre 2017 il Ministero della salute abbia comunicato alla regione Emilia-Romagna il parere negativo espresso dal Comitato Percorso Nascita nazionale rispetto alla deroga richiesta dallo stesso ente regionale per evitare la chiusura prevista per i punti nascite al di sotto dei 500 parti annui per tutte e tre le strutture di quel genere operanti in località montane sull'Appennino emiliano: Castelnovo né Monti, Borgo Val di Taro e Pavullo nel Frignano;

   al riguardo, la regione Emilia-Romagna si è attenuta al detto parere ministeriale, ancorché il Protocollo metodologico per la valutazione delle richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui e in condizioni orogeografiche difficili (decreto ministeriale 11 novembre 2015) stabilisca che il parere richiesto abbia solo finalità consultive e non vincolanti;

   nel parere negativo riguardo alla prosecuzione dell'attività in questione in quelle strutture, espresso dalla commissione tecnico consultiva regionale sul percorso nascita, venivano indicate in dettaglio tutte le carenze strutturali e organizzative degli stessi punti nascita montani, mentre non si faceva cenno, almeno per quanto riguarda Castelnovo né Monti e Borgo Val di Taro, alla significativa distanza da percorrere per raggiungere i punti nascita più vicini dalla gran parte dei luoghi serviti da quelle due strutture ed, inoltre, non si faceva cenno alla pericolosità di eventuali frequenti parti in itinere per le partorienti;

   le criticità per la sicurezza di gestanti e nascituri dei punti nascita montani al di sotto dei 500 parti sono sicuramente risolvibili con investimenti sia in attrezzature tecnologiche avanzate, sia in una diversa organizzazione del personale medico e paramedico addetto che potrebbe essere fatto ruotare tra diverse strutture per acquisire la necessaria esperienza annua in diverse casistiche di parti, così come peraltro è stato recentemente sperimentato nell'Ausl di Reggio Emilia ed è prassi consolidata anche nelle zone più isolate degli Stati Uniti;

   le citate commissioni (nazionale e regionale) sul percorso nascite erano incaricate di esprimere i propri pareri solo sulla base di valutazioni medico scientifiche e di spesa sanitaria, a prescindere da valutazioni più ampie socio-economiche ed ideali –:

   se il Governo intenda assumere idonee iniziative affinché restino operativi i punti nascita di Castelnovo né Monti (Reggio nell'Emilia), Borgo Val di Taro (Parma) e Pavullo nel Frignano (Modena), affinché siano messe a disposizione le dotazioni strumentali, di personale e organizzative necessarie a garantire adeguata sicurezza alle gestanti ed ai nascituri.
(4-00461)


   TRANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il radicamento della criminalità organizzata in provincia di Latina è stato segnalato dalla XVII legislatura con le interrogazioni a risposta scritta presentate al Senato della Repubblica n. 4-06102 (seduta di annuncio n. 659 del 13 luglio 2016) e n. 4-07335 (seduta di annuncio n. 803 del 6 aprile 2017), rimaste senza risposta;

   le risultanze contenute nella relazione conclusiva redatta dalla Commissione antimafia operante nella precedente legislatura e nel terzo rapporto «Mafie nel Lazio» a cura dell'Osservatorio regionale evidenziano il sempre più evidente l'intreccio in provincia di Latina tra imprenditorialità, criminalità e politica, come emerso recentemente anche dall'operazione «Arpalo» in cui è rimasto coinvolto anche l'ex deputato Maietta;

   va tenuto conto della delicata fase che vive ormai da decenni la parte meridionale della provincia di Latina, divenuta progressivamente terra di investimento dei clan camorristici, e dei numerosi casi di intimidazione con l'uso di armi da fuoco trattati in maniera «frazionata» e rimasti irrisolti nei comuni laziali al confine con il fiume Garigliano;

   andrebbe dedicata molta attenzione alle denunce di associazione a delinquere sul «sistema Sperlonga», che dal 2013 continuano a pervenire alla procura di Latina;

   la situazione del comune di Sperlonga vede fronti giudiziari aperti per le vicende dei sequestri della Marina di Bazzano, degli alberghi Ganimede e Grotta di Tiberio nell'ambito del piano integrato di Sperlonga, dove a fare da collante compare più volte il sindaco Armando Cusani, già sottoposto alla misura cautelare degli arresti nell'ambito del procedimento penale «Tiberio»;

   c'è un clima da «querela preventiva», in cui operano buona parte dei cronisti locali;

   per quanto a conoscenza degli interroganti, nel giro di soli sei anni, sono stati erogati dalla Banca Popolare di Fondi (Bpf) mutui bancari per circa 8.000.000 di euro a favore di alberghi di Sperlonga che sono attualmente sotto sequestro; a giudizio dell'interrogante tale situazione fa nascere dubbi circa la modalità della restituzione delle onerose rate;

   un articolo pubblicato sul quotidiano economico «Il Sole 24 Ore» (25 marzo 2017) evidenzia lo stato di difficoltà di 500 banche, mentre in 114 secondo l'ufficio studi di Mediobanca le «sofferenze hanno superato il “valore netto tangibile”»;

   il bilancio 2017 pubblicato della Banca Popolare di Fondi riporta attività deteriorate al netto delle rettifiche per 83.578.000 e un indice «Texas ratios» abbondantemente superiore ai 100 punti, in crescita rispetto al 2016 –:

   di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di prevenire e contrastare, anche attraverso un potenziamento della direzione investigativa antimafia, le dinamiche sopra richiamate e il radicamento della criminalità organizzata nel tessuto sociale e produttivo della provincia di Latina e del sud pontino e, in particolare, dei comuni di Sperlonga, Fondi, Formia, Gaeta, Itri, Minturno e Castelforte, anche alla luce della contiguità che sembra emergere tra criminalità e ambienti politico-istituzionali;

   se il Ministro dell'economia e delle finanze intenda attivare con urgenza la Guardia di finanza (nucleo speciale polizia valutaria) per effettuare, per quanto di competenza, le necessarie verifiche ed i dovuti controlli.
(4-00465)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 12 giugno 2018, sull'isola di Sentosa a Singapore, il Presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump, e il leader supremo della Repubblica popolare democratica di Corea, Kim Jong-un, si sono resi protagonisti di uno storico incontro, il primo tra i capi di Stato americano e nordcoreano, e hanno siglato una dichiarazione di intenti dal valore meramente simbolico, che indica però un importante segnale di distensione e consente l'avvio di negoziati ambiziosi anche per la denuclearizzazione della penisola coreana;

   l'impegno di Trump per impedire la proliferazione nucleare da parte della Corea del Nord ad avviso dell'interrogante non rende più intelligibile la decisione del ritiro statunitense dall'accordo vincolante che si era concluso nel 2015 per impedire alla Repubblica islamica dell'Iran lo sviluppo dell'arma atomica; tale impegno, tuttavia, è da salutare con favore se potesse scongiurare il ripetersi delle provocazioni e dei test missilistici nordcoreani che, anche nell'autunno 2017, hanno pericolosamente messo a rischio la pace in estremo oriente e nel mondo;

   proprio in risposta ai test missilistici ordinati da Kim Jong-un, nell'estate e nell'autunno del 2017, il Ministro degli affari esteri italiano pro tempore, Angelino Alfano, aveva preso la decisione di interrompere la procedura di accreditamento dell'ambasciatore della Repubblica Popolare Democratica di Corea;

   la politica estera dell'Italia riconosce il quadro multilaterale come il primo e più stabile punto di riferimento, nonché come strumento per rispondere alle sfide globali, da accompagnare attraverso lo sviluppo dei rapporti bilaterali, lungo le direttrici di interesse prioritario; è da segnalare anche l'apprezzamento della Corea del Sud per la sensibilità ed attenzione dimostrate dall'Italia per la situazione nella penisola coreana; è stato inoltre molto apprezzato da parte coreana il fatto che l'Italia sia stato il primo paese in ambito G7 nel 2000 ad allacciare relazioni diplomatiche con la Corea del Nord –:

   come intenda operare il Governo nel mutato contesto, per favorire il raggiungimento di un accordo per lo smantellamento del programma nucleare nordcoreano che sia completo, verificabile e irreversibile, e se non intenda a tal fine intensificare i canali diplomatici con la Repubblica popolare democratica di Corea, anche assumendo iniziative per il riavvio della procedura di accreditamento del nuovo ambasciatore nordcoreano.
(4-00454)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FOTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il comandante della polizia penitenziaria del carcere di Reggio Emilia, Mauro Pellegrino, è stato oggetto, nei giorni scorsi, di una vile aggressione da parte di un detenuto extracomunitario, non nuovo a fatti di violenza;

   l'aggressore, di origine marocchina, classificato tra i cosiddetti islamici a rischio radicalizzazione, risulta trasferito agli istituti penali di Reggio Emilia circa due mesi fa, e ciò a seguito di altri episodi di aggressione di cui si è reso responsabile, sempre nei confronti del personale di polizia penitenziaria, nelle strutture di Parma e Piacenza;

   nel carcere di Reggio Emilia, il predetto risultava ospitato in una sezione particolare del carcere, e seguito da diverse figure professionali (psichiatrici, psicologici, medici generici, educatori, criminologi e mediatori culturali) oltre che dalla polizia penitenziaria;

   il comandante aggredito si era recato in sezione per cercare di comprendere, dal detenuto in questione, le ragioni dei numerosi problemi che aveva creato la sera precedente ai poliziotti penitenziari ma, una volta uscito dalla propria cella, il carcerato si avventava sul comandante sferrandogli un pugno in pieno volto ed una serie di calci;

   appare, in primo luogo, necessaria l'assunzione di interventi urgenti volti a scongiurare che nelle carceri si possano formare sodalizi di appartenenti, simpatizzanti o anche semplici tifosi dell'estremismo islamico che, con atti di gratuita violenza, possono determinare situazioni pericolose e conseguenze gravissime all'interno delle strutture carcerarie –:

   se e quali iniziative di competenza con riguardo al detenuto in questione risultino adottate al fine di neutralizzare la reiterata predisposizione alla violenza da parte dello stesso;

   se i fatti in questione siano stati segnalati all'autorità giudiziaria;

   quali iniziative siano state assunte per l'integrazione dell'organico della polizia penitenziaria nelle carceri dell'Emilia-Romagna.
(5-00040)

Interrogazione a risposta scritta:


   ZAN. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   da organi di stampa si apprende che in data 12 giugno 2018 il gruppo d'investigazione sulla criminalità della Guardia di finanza ha eseguito perquisizioni nella sede del quotidiano padovano «Il Mattino di Padova», in via Tommaseo a Padova, su mandato della direzione distrettuale antimafia della procura di Venezia;

   le indagini coinvolgono tre giornalisti, il direttore Paolo Possamai, il codirettore Paolo Cagnan e la cronista Cristina Genesin, accusati di divulgazione del segreto istruttorio, con l'aggravante di aver agevolato l'associazione mafiosa, a cui sono stati sequestrati smartphone e computer;

   i fatti a cui le indagini fanno riferimento risalgono a oltre un anno fa, nel febbraio 2017, quando il quotidiano padovano ha pubblicato fotografie che ritraevano il figlio di Totò Riina, Giuseppe Salvatore Riina, durante alcuni incontri a Padova dell'estate 2013 con Riccardo Foti, pregiudicato romano, e con Giannantonio Caserio;

   tali fotografie furono scattate nell'estate 2013 dai carabinieri e dalla direzione distrettuale antimafia, essendo Giuseppe Salvatore Riina sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale;

   si contesta dunque ai tre cronisti di aver rivelato a Giuseppe Salvatore Riina di essere sottoposto a tale misura di prevenzione tramite la pubblicazione dell'articolo, pur considerando che le foto in questione risalgono al 2013, mentre la pubblicazione risale al 2017, dunque con un lasso temporale di 4 anni;

   appare all'interrogante assai dubbio che in tale vicenda sia stata adeguatamente considerata e rispettata la libertà di stampa garantita dall'articolo 21 della Costituzione, anche con riferimento al segreto professionale e alla tutela delle fonti –:

   di quali elementi dispongano in relazione ai fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intendano porre in essere al riguardo.
(4-00464)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:


   ROSPI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il sistema stradale della Basilicata è oggetto di diversi interventi da parte di Anas in quanto vi è la necessità di migliorare la rete viaria regionale, soprattutto in vista della rassegna culturale Matera 2019, Capitale europea della cultura;

   tra gli interventi ancora da realizzare vi sono: il collegamento mediano «Murgia - Pollino» Gioia del Colle - Matera, il quale collegherà l'autostrada A14 con l'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria; il completamento del tratto finale della strada statale 655 «Bradanica», che collega la città di Matera con la provincia di Foggia; e la messa in sicurezza della strada statale 407 «Basentana», che collega le città di Matera e Potenza con l'area del Metapontino;

   in data 6 settembre 2017 è stato assegnato, attraverso gara pubblica, l'appalto Anas relativo al progetto di fattibilità del collegamento mediano «Murgia-Pollino» Gioia del Colle-Matera e «by-pass di Matera», noto come la Matera-Ferrandina-Pisticci, del valore di circa 4,3 milioni di euro;

   il collegamento mediano Murgia Pollino era già stato dichiarato opera strategica e di interesse nazionale dalla delibera del Cipe n. 121 del 2001 e inserito tra gli interventi previsti dalla delibera Cipe n. 130 del 2006;

   il collegamento mediano «Murgia - Pollino» è stato inoltre inserito all'interno del contratto di programma 2018-2020, siglato tra Anas S.p.A. e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;

   il collegamento viario Murgia - Pollino prevede la realizzazione di un itinerario che dalla strada statale 653 Sinnica collega l'itinerario autostradale della A3 Salerno-Reggio Calabria con Matera, fino a Gioia del Colle (Bari), con un innesto sull'autostrada A14, al fine di potenziare il corridoio trasversale tra l'autostrada A3 in prossimità dello svincolo di Lauria sud e l'autostrada A14, in prossimità dello svincolo di Gioia del Colle;

   l'opera si compone di cinque interventi principali: la tratta da Gioia del Colle a Matera; la tangenziale di Matera; il tratto dalla tangenziale di Matera a Pisticci; il tratto da Pisticci a Valsinni e da Valsinni a Lauria;

   il completamento della strada statale 655 riguarda gli ultimi 3,5 chilometri sugli 11,5 chilometri totali e che i lavori di completamento rientrano nell'importo complessivo, circa 70 milioni di euro, stanziata originariamente per l'opera;

   i diversi interventi sopra citati rappresentano delle opere strategiche per la Basilicata, per i comuni interessati e per la città di Matera; infatti, attraverso la realizzazione di queste opere saranno potenziati i collegamenti tra le province di Matera e Potenza, i collegamenti con la Puglia, nello specifico con le province di Bari e Foggia, i collegamenti con l'area del Melfese e i collegamenti con il litorale jonico e l'area del Metapontino –:

   quali siano lo stato dell'arte e le tempistiche di ultimazione dei lavori riguardanti gli interventi avviati da Anas e relativi alla realizzazione della «Murgia - Pollino», al completamento del tratto finale della strada statale 655 e alla messa in sicurezza della strada statale 407; quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere presso l'Anas al fine di velocizzare la realizzazione delle opere citate in premessa.
(4-00459)


   BAGNASCO e CASSINELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il Documento di economia e finanza (Def) 2015 – allegato Programma delle infrastrutture strategiche (Pis) del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti deliberato dal Consiglio dei ministri il 10 aprile 2015, previsto dall'articolo 1, comma 1, della legge n. 443 del 2001, e predisposto ai sensi dell'articolo 10, comma 8, della legge n. 196 del 2009, come modificato dall'articolo 2, comma 2, della legge n. 39 del 2011, è stato approvato con apposite risoluzioni dalle Camere del Parlamento in data 23 aprile 2015;

   lo schema di Piano strategico nazionale della portualità e della logistica, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri in data 3 luglio 2015, reca un elenco di interventi «esemplificativo e non esaustivo» rispetto al numero di 150 che il Programma delle Infrastrutture Strategiche definisce «suscettibile di inserimento»;

   la delibera della giunta regionale della Liguria n. 997 del 18 settembre 2015, evidenziando lo stato di avanzamento delle grandi opere infrastrutturali della regione Liguria in ambito autostradale, oltre alla gronda autostradale di Genova, contempla anche la Gronda autostradale di Levante, il cui tracciato non è completamente definito e per cui è necessario finanziare un apposito studio di fattibilità;

   la medesima delibera contiene l'elenco delle opere infrastrutturali prioritarie e strategiche per la regione Liguria da inserire nel Pis, in occasione dell'aggiornamento del Def in cui è compreso il tunnel autostradale della Val Fontanabuona per cui è previsto un finanziamento di 350 milioni di euro, in opere e progettazioni;

   il protocollo d'intesa tra regione Liguria e da società Autostrade sottoscritto il 13 aprile 2011, il progetto preliminare del 6 marzo 2012 e il progetto definitivo trasmesso da società Autostrade il 15 maggio 2015, contempla un finanziamento condiviso tra regione Liguria e da società Autostrade di due milioni di euro;

   il tunnel della Fontanabuona è un'infrastruttura fondamentale per lo sviluppo di un territorio che, negli ultimi anni, ha pagato a caro prezzo in termini economici il proprio decennale isolamento, e in cui è stato scoraggiato l'insediamento di nuove attività produttive e sono state penalizzate quelle esistenti;

   anche dal punto di vista sociale, l'isolamento della Fontanabuona incide profondamente sulla qualità della vita dei suoi abitanti che devono affrontare ogni giorno grandi difficoltà per raggiungere i posti di lavoro, le scuole, i treni di collegamento e gli ospedali –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di assumere iniziative per organizzare, in tempi rapidi, un incontro con la regione Liguria per chiarire ed evidenziare le ragioni della peculiare necessità di quest'opera strategica e prioritaria per il bene della regione e dei suoi cittadini e per individuare le risorse necessarie al suo finanziamento.
(4-00463)

INTERNO

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   FOTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   è preoccupante, sotto il profilo della sicurezza pubblica, la situazione che oramai da anni si è radicalizzata in alcune specifiche aree del comune di Parma (Piazzale della Pace, zona stazione, quartiere San Leonardo, quartiere Oltretorrente e quartiere Pablo), dove non solo non vengono rispettate le norme previste dal regolamento di polizia urbana, ma si verificano sistematiche risse, episodi di gratuita violenza, lanci di bottiglie contro i passanti, da parte di nullafacenti stranieri;

   è indispensabile, al punto in cui si è arrivati, garantire la costante presenza di operatori delle forze dell'ordine nelle zone di maggior affluenza di pubblico, con il presidio delle aree di mercato, delle aree di parcheggio, delle zone commerciali e ospedaliere, sia per efficacemente contrastare la diffusione di reati predatori, sia per prevenire l'accattonaggio molesto, l'abusivismo commerciale e il fenomeno dei parcheggiatori abusivi –:

   se il Ministro interrogato sia in grado di fornire un quadro degli episodi di violenza denunciati o verificatisi nelle zone suindicate negli ultimi tre anni;

   se alla luce della situazione sopra evidenziata, si intendano assumere iniziative, per quanto di competenza, e in sinergia con le autorità locali, volte a mettere in sicurezza le aree suindicate, in modo tale da evitare che le stesse siano frequentate da coloro i quali scambiano gli spazi e le aree pubbliche per luoghi di bivacco e di violenza, anziché per luoghi di incontro e di positiva socializzazione.
(5-00041)


   GALLO, BRUNO, DE GIROLAMO, GIORDANO, DI LAURO e PROVENZA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in occasione del primo turno delle elezioni amministrative del comune di Torre del Greco, tenutesi il 10 giugno 2016, alcuni organi di informazione hanno riportato notizie di brogli elettorali, che potrebbero aver condizionato, anche in maniera significativa, il risultato elettorale;

   ciò è particolarmente evidente anche alla luce dei risultati dei diversi candidati alla carica di sindaco, e in particolare dei due candidati che hanno ottenuto i voti necessari per il seguente turno di ballottaggio: secondo i dati pubblicati sul sito del Ministero dell'interno, sul totale di 41.779 voti espressi, il candidato sindaco Palomba Giovanni avrebbe ottenuto 14.135 preferenze mentre il candidato sindaco Luigi Mele ne avrebbe ottenuto 6.163; il candidato Luigi Sanguigno invece, arrivato terzo per numero di voti, si è fermato a 5.785 preferenze, vale a dire meno di 400 voti di scarto da Mele;

   viste le numerose denunce di brogli, che sono state fatte anche a mezzo di organi di informazione, vi è dunque il fondato dubbio che il risultato elettorale possa esser stato manipolato, anche con riguardo ai soggetti che avrebbero diritto a disputare il turno di ballottaggio che si terrà il 24 giugno 2018;

   in particolare un video-denuncia di fanpage.it mostra chiaramente gravissimi casi di corruzione elettorale in cambio di denaro nei pressi delle sezioni elettorali di Torre del Greco che potrebbero anche configurarsi come casi di scambio elettorale politico-mafioso;

   inoltre, la gestione del comune di Torre del Greco è stata interessata negli ultimi 10 mesi dall'amministrazione straordinaria di un commissario prefettizio a seguito di dimissioni del sindaco Ciro Borriello, arrestato nell'ambito di un'indagine su presunti «fondi neri» in cambio di favori ad una ditta impegnata nella raccolta dei rifiuti; la relazione conclusiva del commissario ha evidenziato numerose criticità che interessano il comune, in particolar modo la gestione dei rifiuti, settore che, come è noto, risulta essere uno tra i più esposti agli interessi della criminalità organizzata;

   quanto sopra descritto non fa altro che aggiungere ulteriori elementi di criticità ad un quadro già desolante fatto di possibili brogli elettorali che puntualmente sono denunciati in tutta Italia da associazioni, cittadini e stampa ad ogni tornata elettorale, con grave pregiudizio per il buon funzionamento della democrazia e delle istituzioni repubblicane –:

   di quali elementi disponga il Governo sull'eventuale condizionamento del voto nelle elezioni amministrative del 10 giugno 2018, tenutesi a Torre del Greco e se non intenda, per quanto di competenza promuovere ogni iniziativa volta a garantire il regolare svolgimento delle elezioni comunali nella giornata del 24 giugno 2018, onde evitare eventuali manomissioni del voto;

   se non intenda, assumere iniziative, per quanto di competenza, anche normative, volte ad assicurare una maggiore presenza delle forze dell'ordine nei pressi dei seggi elettorali durante le operazioni di voto e di scrutinio, al fine di ostacolare la compravendita di voti o altre forme di condizionamento;

   se e quali iniziative intenda intraprendere, anche di tipo normativo, per modificare l'attuale sistema di voto e scrutinio, al fine di rendere le procedure elettorali più trasparenti, onde evitare pericoli di manomissioni o condizionamenti.
(5-00042)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DONZELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   in data 14 dicembre 2014 l'immobile sito a Firenze, in via del Bronzino numero 44, nel quale si trovano complessivi otto appartamenti, è stato occupato abusivamente da alcune decine di persone con l'ausilio del Movimento di Lotta per la Casa di Firenze;

   la proprietà dell'edificio appartiene alla società «Pax Srl», rappresentata dal dottor Carlo Vadi, la quale, in data 19 dicembre 2014, ha presentato un ricorso d'urgenza al tribunale di Firenze, rigettato dal magistrato perché il proponente, nel suddetto documento, non aveva indicato nome, cognome e residenza degli occupanti;

   nel contempo, in data 17 dicembre 2014, la società Pax ha presentato una denuncia-querela nei confronti dei suddetti occupanti dinanzi alla procura della Repubblica di Firenze;

   in seguito alle denunce, in data 5 febbraio 2015 il nucleo operativo della Legione Carabinieri Toscana e la Asl, insieme alla proprietà, hanno effettuato un sopralluogo nella struttura ed identificato venti persone di varie nazionalità, tra cui tunisini, marocchini e rumeni;

   in occasione del sopralluogo furono rilevati «pessime condizioni di manutenzione generali», «impianti elettrici palesemente fatiscenti», e «rischi per la salute pubblica» e per gli stessi occupanti, ma non è stato adottato alcun provvedimento;

   in data 23 ottobre 2015, in un incontro tra la proprietà e l'assessore all'accoglienza e alla casa del comune di Firenze, Sara Funaro, la stessa ha riferito che non poteva procedere allo sgombero, mentre in una successiva richiesta di incontro, nel gennaio 2017, l'assessore Funaro ha preferito delegare un funzionario a presenziare, di conseguenza, la proprietà ha ritenuto di non partecipare;

   il 9 gennaio 2017 è iniziato il procedimento penale per occupazione arbitraria di immobile di cui alla querela; caratterizzato da numerosi rinvii a causa dell'impossibilità di recapitare la notifica ad alcuni degli occupanti, anche per le restrizioni in carcere per alcuni di loro, e l'udienza è stata rinviata all'11 giugno 2018;

   nel tempo intercorso dall'inizio dell'occupazione dell'immobile ad oggi, la proprietà è stata ed è costretta a continuare a pagare tasse e tributi, e, ad oggi, calcola un danno economico stimato in centomila euro annui, come dichiarato alla stampa locale;

   in data 26 maggio 2018, nel corso di un sopralluogo effettuato dall'interrogante, insieme con il dottor Vadi e i rappresentanti della, cui ha preso parte anche la stampa, per verificare le condizioni dell'immobile, è risultato impossibile fare ingresso nell'edificio –:

   quando sia stata fatta l'ultima identificazione degli occupanti dell'immobile sopra richiamato e con quali risultati;

   di quali elementi disponga il Governo, per quanto di competenza, circa le ragioni per cui, ad oggi, l'immobile non sia ancora stato sgomberato;

   di quali elementi disponga il Governo, per quanto di competenza, circa il motivo per cui durante il sopralluogo del 26 maggio 2018, citato in premessa, sia stato impedito l'ingresso nell'immobile al proprietario e all'interrogante.
(4-00453)


   FOTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   si va sempre più diffondendo, in ogni parte d'Italia, il fenomeno delle baby gang. Ne è la riprova il fatto che, sistematicamente, i media riferiscono di raccapriccianti episodi di violenza che hanno come protagonisti – in negativo – giovanissimi di entrambi i sessi;

   anche nella città di Piacenza operano alcune baby gang che hanno i propri quartieri generali in aree della prima periferia e centrali. Si legge, al riguardo, sul quotidiano Libertà (4 giugno 2018, pagina 9) di «Un giovane con in mano una spranga di ferro che in piena notte ne rincorre un altro gridando “vieni qui, adesso ti ammazzo”. Un ragazzino che si infila nei sotterranei dei garage e viene sorpreso da un residente a fumare uno spinello nella semioscurità. Un altro giovanissimo che a tarda sera si aggrappa a un lampione quasi volesse sradicarlo e che al rimbrotto di un abitante dalla finestra replica così: “Ma che ca... vuoi? Scendi e ti faccio vedere io”. Scene di ordinaria follia avvenute nelle ultime sere nei dintorni delle case popolari del Pubblico Passeggio e di viale Patrioti, al civico 81, vicino a Piazzale Libertà e all'imbocco di Stradone Farnese»;

   a tacere dell'ultima aggressione (ancorché non denunciata formalmente) nei confronti di un giovane, che accompagnava il proprio cane in sgambettata serale, aggredito con inaudita violenza nei pressi di un liceo scientifico, nonostante fosse in preda ad una crisi epilettica;

   non è dato sapere se di questa sparuta, ma violenta, schiera di giovani, qualcuno sia mai stato identificato e denunciato alle competenti autorità. Di certo è che il timore per la minacciosa presenza degli stessi in alcune aree della città è un fatto acclarato che preoccupa, e non poco, gli abitanti delle zone interessate, molti dei quali, nel rendere noti i fatti di ordinaria violenza subiti, ricorrono all'anonimato per timore di rappresaglie;

   se è vero che dietro certi comportamenti violenti si nascondono spesso situazioni di disagio non adeguatamente affrontate e per le quali le attenzioni del mondo della scuola e dei servizi sociali non appaiono esaustive, altrettanto vero è che occorre intervenire con urgenza per prevenire e reprimere dette assurde manifestazioni di violenza, predisponendo nel contempo opportune iniziative di recupero a favore dei rei –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza del fenomeno descritto in premessa e in particolare della situazione sopra rappresentata, e di quali dati disponga al riguardo, essendo tali dati indispensabili per accertare l'entità del fenomeno delle baby gang in tutto il territorio della provincia di Piacenza, condizione indispensabile anche per contrastarlo correttamente ed impedirne – quindi – una progressiva diffusione;

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere con specifico riferimento alla situazione venutasi a determinare nella città di Piacenza, succintamente rappresentata in premessa.
(4-00455)


   PEZZOPANE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   con il concorso pubblico per titoli ed esami per l'accesso al ruolo iniziale di vigile del fuoco per 814 posti bandito con decreto ministeriale n. 5140 del 6 novembre 2008, dopo che nell'anno 2006, per carenza di fondi da stanziare per l'assunzione di personale a titolo permanente, si avviava una procedura straordinaria per l'assunzione di personale volontario, ovvero di vigili del fuoco discontinui;

   nel mese di luglio 2009 iniziavano le prove preselettive del bando di concorso per l'accesso al ruolo di n. 814 vigili del fuoco a titolo permanente, mentre nei mesi successivi si articolavano, nelle modalità previste dalla disciplina dello stesso bando, le conseguenti prove previste dal concorso; le prove concorsuali terminavano nel maggio del 2010, e consistevano in prove di tipo motorio ed orale; le commissioni iniziavano quindi la valutazione dei titoli (preferenze, riserve, patenti) e stilavano la relativa graduatoria finale di merito che veniva pubblicata all'interno del Bollettino ufficiale del 16 luglio 2010; la graduatoria finale veniva accompagnata da ulteriori allegati, tra i quali erano presenti la graduatoria B1 relativa ai militari che rientravano nella riserva prevista del 45 per cento dalla normativa del bando di concorso, la graduatoria B2 relativa al personale discontinuo da stabilizzare dei vigili del fuoco con riserva del 25 per cento, la graduatoria B3 relativa a coloro che avessero prestato servizio civile, per non meno di un anno, presso il Corpo nazionale dei vigili del fuoco con riserva del 20 per cento, la graduatoria B4 relativa a coloro che non rientravano in nessuna delle precedenti riserve, l'allegato consistente nell'elenco degli 814 nominativi dei soggetti risultati vincitori del concorso, infine l'allegato A, recante graduatoria generale di merito composta da 7600 persone, che venivano valutate come idonee ad essere assunte in via permanente all'interno del corpo dei vigili del fuoco;

   il concorso si concluse con l'emanazione della graduatoria finale nel luglio 2010, formata da 7599 candidati dichiarati idonei (comprendenti civili, volontari e discontinui precari dei vigile del fuoco) dopo aver dunque superato tre prove molto selettive durate ben 30 mesi, su un bacino di ben 123.000 candidati (1 prova preselettiva - 4 prove motorio attitudinali - 1 prova orale);

   gli idonei di cui sopra andarono a formare una graduatoria di personale da stabilizzare composta da circa 6000 unità di vigili discontinui, e tra questi, circa 2000 venivano assunti a titolo permanente, mentre la medesima graduatoria veniva chiusa nell'anno 2010;

   lo scorrimento della graduatoria in questione ha subito troppe battute d'arresto (dovute al «blocco totale delle assunzioni per l'anno 2012» ed al blocco del turn over, ripristinato al 100 per cento soltanto nel 2017);

   inoltre, con la cosiddetta legge Fornero molti vigili del fuoco non sono ancora andati in pensione, con conseguente stallo nel ricambio generazionale; infine, tutte le assunzioni dal 2013 al 2016 sono state divise al 50 per cento, con una vecchia procedura di stabilizzazione di personale precario –:

   se il Ministro interrogato non intenda adottare le iniziative necessarie per portare a termine il percorso intrapreso per esaurire la graduatoria sopracitata, prevedendo ulteriori 600/700 assunzioni extra con riferimento unicamente alla graduatoria cosiddetta «814», ottenendo questo modo, tra l'altro, il risultato di abbassare l'età media del corpo, che momento è di 49 anni circa, mentre quella degli idonei della graduatoria in questione e di circa 33 anni, e al fine di evitare una grave disparità di trattamento con riguardo alle altre graduatorie di stabilizzazione già esaurite, e di evitare di aggravare ulteriormente il deficit di personale, già elevato all'interno del corpo dei vigili del fuoco.
(4-00460)


   TOCCAFONDI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   dopo quarant'anni dalla strage di via Fani la brigatista rossa, Barbara Balzerani, mai pentita né dissociata, scontati 25 anni di carcere, continua a parlare di lotta armata, a giudicare, a dare lezioni sugli anni più drammatici della nostra democrazia. Scandalizza l'idea che il rapimento, la morte di Aldo Moro e della sua scorta possano essere giudicati da costei proprio nel giorno del quarantesimo anniversario della strage;

   si riportano solo alcune sconcertanti dichiarazioni che ha espresso alla presentazione del suo libro «L'ho sempre saputo» presso il Centro popolare autogestito (CPA) di Firenze venerdì 16 marzo 2018, in gran parte ripetute nelle trasmissione Matrix il 20 marzo;

   «Non è mai esistita una storia senza conflitto, senza rotture non si va da nessuna parte... c'è questo monopolio assoluto che si sono ripresi in mano. Lo spauracchio del 16 marzo è questo sostanzialmente... Qui non è che si discute di come è stato possibile che in un paese c'è stata più di dieci anni di guerriglia comunista armata... Non si discute di questo... che sarebbe interessante no? Che cosa facevano le altre forze politiche nel frattempo?... Perché, non è che la guerra la fai da solo!»;

   «Tutto questo marasma... questa isteria... che c'è oggi di dover ridurre la ricchezza di quegli anni, le conquiste di quegli anni... concentrati in un episodio, in una mattina. Come se il 16 marzo fosse venuto da Marte... fare la vittima è un mestiere... non possono fare la storia solo loro», e rivendica quegli anni di terrore;

   dice il Ministro dell'interno pro tempore Minniti: «C'è questa spada di Damocle che questi signori intendono mettere sulle lotte attuali... Ai ragazzi che avevano manomesso il compressore in Val di Susa con l'accusa di terrorismo, li hanno messi al 41-bis!... Una sproporzione tra quello che accade e quello che i vari Ministri degli Interno – l'ultimo, che Dio lo perdoni! – riescono ad elaborare... mette paura, veramente...»;

   il 19 marzo 2018 il consiglio comunale di Firenze, con risoluzione votata a larga maggioranza proposta da FI Fratelli d'Italia, ha invitato il Sindaco Nardella, a sgomberare il CPA di Via Villamagna, ricordando che: «occupa abusivamente una struttura di proprietà comunale... in contrasto evidente con il tentativo di reperire strutture pubbliche in favore di chi ne faccia richiesta in termini di legge». «Inaccettabile per tutta la comunità l'invito alla Balzerani, proprio il giorno dell'anniversario del rapimento Moro». Definendo «gravi le parole usate dalla Balzerani, senza nessuna presa di distanza dai rappresentanti del CPA». Perciò si invita il Sindaco Nardella a rivolgersi «alle autorità competenti» così da «riprendere possesso dell'immobile»;

   il 20 marzo 2018 la procura di Firenze, su informativa Digos, ha aperto un fascicolo, sulle dichiarazioni fatte dalla Balzerani al CPA. Nello stesso giorno, Lorenzo Conti, figlio dell'ex sindaco di Firenze, assassinato dalle Br il 10 febbraio 1986, ha annunciato querela nei confronti della Balzerani, ritenendo le sue dichiarazioni lesive ed oltraggiose;

   dopo le dichiarazioni della Balzerani, ignoti, nella notte del 21 marzo, hanno oltraggiato e infangato la memoria delle vittime, imbrattando con la scritta BR il monumento in via Fani in onore dei caduti: Leonardi, Ricci, Iozzino, Zizzi e Rivera;

   dagli ultimi processi si evince che non tutti i brigatisti furono catturati e che pertanto non bisogna mai abbassare la guardia ritenendolo un fenomeno del passato;

   è triste costatare come le rievocazioni televisive ignorino quasi totalmente il dolore dei famigliari delle vittime –:

   quali iniziative, per quanto di competenza intenda adottare il Governo in merito alle vicende di cui in premessa e quali iniziative si ritenga di adottare al fine di rafforzare la vigilanza contro ogni possibile recrudescenza del terrorismo di stampo brigatista.
(4-00462)


   PARENTELA, SAPIA, D'IPPOLITO, NESCI e ASCARI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi a San Calogero (Vibo Valentia) è stato ucciso con un colpo di fucile alla testa un giovane maliano, Soumayla Sacko, il quale viveva nella tendopoli di San Ferdinando, mentre con altri due uomini, M. D. e M. F., si trovava presso l'ex fornace «La tranquilla», probabilmente, secondo notizie stampa, a raccattare vecchie lamiere con cui costruire un riparo;

   nell'area dell'ex fornace esiste una «situazione di pericolo» per la salute, ha precisato il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, rispondendo all'interrogazione n. 4-17968, presentata dal deputato Paolo Parentela nella scorsa legislatura;

   lo provano, si legge nella richiamata risposta, pubblicata il 23 marzo 2018, gli esami di laboratorio disposti dalla procura di Vibo Valentia nell'ambito di un'inchiesta giunta a processo e, qui si aggiunge, riguardante, come ha ricordato lo scrittore Roberto Saviano in un articolo apparso l'8 giugno 2018 sul quotidiano nazionale La Repubblica, lo sversamento illecito, in quel cimitero industriale, di circa 130 mila tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi provenienti dall'Enel di Brindisi, di Priolo Gallo (Siracusa) e Termini Imerese (Palermo);

   in Italia, lo sversamento illecito di rifiuti tossici è spesso legato ad interessi e/o compartecipazioni della criminalità organizzata, come ampiamente dimostra la cronaca giudiziaria;

   nell'articolo succitato si fa riferimento alla presenza sul posto dell'indiziato A. P., che sembra presidiasse da furti l'ex fornace «La tranquilla», oggetto del riferito sversamento ipotizzato nella suddetta inchiesta della Procura di Vibo Valentia, nell'ambito della quale, stando al medesimo articolo, è indagato un parente del medesimo indiziato;

   l'area territoriale in questione, compreso l'abitato di San Ferdinando (Reggio Calabria), in cui si trova la rammentata tendopoli e il cui comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose nel novembre 2014, è storicamente segnata dalla presenza invasiva della criminalità, organizzata, sia nella provincia di Vibo Valentia che nella confinante provincia di Reggio Calabria, per cui l'omicidio potrebbe anche essere correlato a interessi di ’ndrangheta –:

   di quali elementi disponga il Governo, per quanto di competenza, sull'omicidio di Soumayla Sacko, con particolare riferimento al possibile coinvolgimento della ’ndrangheta e quali iniziative di competenza, intenda assumere per contrastare il radicamento di tali organizzazioni criminali nel territorio.
(4-00466)


   SAPIA, D'IPPOLITO, PARENTELA, NESCI e MELICCHIO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la signora R.S., residente a Limbadi (Vibo Valentia), per il tramite del proprio legale ha presentato un esposto alla Procura di Vibo Valentia, recante la data del 28 maggio 2018;

   nel predetto esposto si riassume che in data 9 aprile 2018, a seguito di attentato dinamitardo di matrice mafiosa, perdeva la vita il dott. M.V., mentre rimaneva gravemente ferito suo padre F.V.;

   ivi si legge che «nell'immediatezza dell'evento, e senza alcun indugio, la superstite» R.S., rispettivamente madre e moglie delle succitate vittime, «ne indicava nella famiglia Mancuso-Di Grillo-Barbara i presunti responsabili» e che da anni la famiglia dell'esponente sarebbe stata «bersaglio di avvertimenti, angherie, azioni violente, da parte dei soggetti di cui al punto precedente, e in ordine ai quali sono depositate presso i Vostri uffici le puntuali e circostanziate denunce di tutti i fatti accaduti»;

   proprio «da tali denunce – come è precisato nell'esposto richiamato – emerge quanto energica sia stata l'azione della signora (...) nel condurre, con i mezzi predisposti dal nostro ordinamento, la lotta per l'affermazione del Diritto e della Legge»;

   nell'esposto si legge che «non è una superfetazione affermare che era – ed è –» la stessa signora «l'obiettivo principale del gruppo mafioso che da tempo ha nel proprio mirino» la famiglia cui la donna appartiene;

   «in questo contesto – prosegue l'esposto citato – è evidente che l'esponente è in imminente, concreto ed attuale pericolo di» morte;

   «reiteratamente – continua l'esposto – il prefetto della Provincia di Vibo Valentia, il Ministro dell'interno, la direzione distrettuale antimafia, sono stati sollecitati a predisporre una tutela a favore della signora (...), sia per motivi di opportunità processuale, atteso il suo status di testimone di giustizia, sia per motivi etici e morali, connessi all'obbligo dello Stato di proteggere i cittadini esposti al pericolo di morte»;

   nell'esposto in predicato si rammenta che, per l'articolo 1 della legge 2 luglio 2002, n. 133, «nell'espletamento dei compiti e nell'esercizio delle funzioni di autorità nazionale di pubblica sicurezza, il Ministro dell'interno adotta i provvedimenti e impartisce le direttive per la tutela e la protezione (...) delle persone che per le funzioni esercitate (...) o per altri comprovati motivi, sono soggette a pericoli o minacce, potenziali o attuali, nella persona propria o dei propri familiari, di natura terroristica o correlati al crimine organizzato»;

   nell'esposto in parola è evidenziato un perdurante stato di pericolo per l'esponente, che gli interroganti ritengono non possa in alcun modo proseguire, dovendo lo Stato garantire alla signora R.S. e ai suoi familiari la massima tutela e serenità personale –:

   quali urgenti iniziative per quanto di competenza, il Ministro interrogato, intenda assumere per assicurare la piena incolumità della signora e della propria famiglia.
(4-00468)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   SAPIA, NESCI, D'IPPOLITO e PARENTELA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in un articolo giornalistico a firma di Carmine Calabrese apparso il 4 giugno 2018 sulla testata web cosenzainforma.it, si legge la storia di una signora di 75 anni «deceduta, secondo la denuncia dei familiari, per colpa di una diagnosi sbagliata»;

   il citato resoconto giornalistico riferisce di un «aneurisma addominale» «scambiato per altro» e racconta di primi accertamenti alla signora presso l'ospedale di Cosenza, in un primo tempo ricoverata, dopo una visita al pronto soccorso, presso il reparto di malattie infettive con la diagnosi di «infezione alla vie urinarie» e la somministrazione di specifica terapia antibiotica e farmacologica, con conseguenti dimissioni;

   la menzionata cronaca giornalistica racconta di un successivo ricovero dell'anziana presso il «reparto di Gastroenterologia» del suddetto presidio ospedaliero, con altri accertamenti e un'endoscopia con l'individuazione di una «massa tumorale» poi rimossa con intervento chirurgico cui hanno fatto seguito rapide complicanze sino «all'arresto cardiaco»;

   secondo quanto riportato nell'articolo, per i familiari «di quel presunto tumore, non ce n'era traccia» e la donna sarebbe morta, stando allo stesso articolo, «per colpa di un aneurisma addominale»; l'intera vicenda, informa l'articolo, sarebbe stata denunciata «alla Procura della Repubblica», che ordinerà, «probabilmente, il sequestro della salma e di tutta la documentazione medica» –:

   quali urgenti iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo, il Governo intenda assumere per far luce sulle cause dell'episodio di cui in premessa, anche sul piano organizzativo e professionale, inclusi gli aspetti legati ai turni di lavoro e al rispetto della qualità dell'assistenza sanitaria dell'ospedale di Cosenza, al fine di verificare altresì la tutela dei livelli essenziali di assistenza nei reparti nella fattispecie coinvolti.
(4-00467)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GAGNARLI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la società Cantarelli & C. spa è uno storico marchio di abbigliamento maschile, con stabilimenti ad Arezzo Rigutino e Terontola-Cortona. La società occupava in piena attività circa 270 lavoratori, in maggioranza donne, a cui si aggiungevano oltre 650 operatori dell'indotto ripartiti tra Toscana ed Umbria;

   l'azienda era in crisi finanziaria da lungo periodo e, in data 25 settembre 2015, si era vista bocciare una richiesta di concordato preventivo presentata dal patron Alessandro Cantarelli, per poi passare, dopo la dichiarazione dello stato di insolvenza, alla procedura di amministrazione straordinaria, acclarata dal tribunale di Arezzo il 19 gennaio 2016, e terminata, con la chiusura del programma di vendita, il 13 dicembre 2017, senza che alcuna delle proposte vincolanti giunte fosse ritenuta congrua;

   il tribunale di Arezzo, pertanto, con decreto del 16 maggio 2018, ha disposto la conversione della procedura di amministrazione straordinaria in fallimento, nominando due curatori fallimentari, l'avvocato Salvatore Sanzo e la dottoressa Lucia Stefani, i quali hanno confermato pochi giorni fa la presenza dello stand Cantarelli a Pitti Immagine Uomo dal 12 al 15 giugno 2018, e che la liquidazione dei beni aziendali, oltre che finalizzata al ristoro dei creditori, perseguirà anche lo scopo di riavviare un'attività produttiva, con l'obiettivo principale di riaprire l'azienda, anche se «non saranno pensabili i numeri di prima»;

   i sindaci dei comuni di Cortona, Francesca Basanieri, e Castiglion Fiorentino, Mario Agnelli, hanno chiesto un incontro col Ministro interrogato per poter ridiscutere del caso e cercare la migliore soluzione per l'azienda e per le lavoratrici –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano intraprendere al fine di assicurare una risoluzione della questione che tuteli le lavoratrici, che conservano un know how di grande livello, e il brand, ancora apprezzato sul mercato.
(5-00039)

Interrogazione a risposta scritta:


   BENEDETTI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   nella direttiva n. 2012/27/UE sull'efficienza energetica si è tenuto conto delle conclusioni del Consiglio del 10 giugno 2011 sul piano di efficienza energetica: è specificato che gli immobili rappresentano il 40 per cento del consumo finale di energia dell'Unione e per cogliere le opportunità di crescita e occupazione nei settori qualificati del commercio e dell'edilizia, nonché nella produzione di prodotti edili e nelle attività professionali del settore, gli Stati membri dovrebbero attuare una strategia, a lungo termine oltre il 2020, di investimenti nella ristrutturazione di edifici residenziali e commerciali al fine di migliorare la prestazione energetica del parco immobiliare; la direttiva stabilisce un quadro comune di misure per la promozione dell'efficienza energetica nell'Unione con l'obiettivo principale dell'aumento dell'efficienza energetica del 20 per cento entro il 2020 e di ulteriori miglioramenti dell'efficienza energetica oltre tale data; nel definire tali obiettivi gli Stati membri tengono conto del fatto che nel 2020 il consumo energetico dell'Unione non deve essere superiore a 1.483 Mtoe di energia primaria o non superiore a 1.086 Mtoe di energia finale; il decreto legislativo n. 102 del 2014, successivamente modificato dal decreto n. 141 del 2016, recepisce la normativa europea in materia di efficienza energetica degli edifici, volta al contenimento del consumo energetico e all'emissione dei gas serra, e alla suddivisione delle spese in base ai consumi effettivi delle unità immobiliari; l'obiettivo nazionale indicativo di risparmio energetico cui concorrono le misure del decreto, consiste nella riduzione, entro l'anno 2020, di 20 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio dei consumi di energia primaria, pari a 15,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio di energia finale, conteggiati a partire dal 2010, in coerenza con la Strategia energetica nazionale; le regioni, tramite i propri strumenti di programmazione energetica, possono concorrere, con il coinvolgimento degli enti locali, al raggiungimento dell'obiettivo nazionale; all'articolo 9, comma 5, lettera b) del decreto legislativo n. 102 del 2014, è stabilito che per favorire il contenimento dei consumi energetici, attraverso la contabilizzazione dei consumi di ciascuna unità immobiliare e la suddivisione delle spese in base ai consumi effettivi nei condomini e negli edifici polifunzionali riforniti da una fonte di riscaldamento o raffreddamento centralizzata o da una rete di teleriscaldamento o da un sistema di fornitura centralizzato che alimenta una pluralità di edifici, è obbligatoria l'installazione entro il 30 giugno 2017, a cura del proprietario, di sottocontatori per misurare l'effettivo consumo di calore o di raffreddamento o di acqua calda per ciascuna unità immobiliare, nella misura in cui sia tecnicamente possibile, efficiente in termini di costi e proporzionato rispetto ai risparmi energetici potenziali mentre l'importo complessivo è suddiviso tra gli utenti finali, in base alla norma tecnica UNI 10200; al comma 6 dell'articolo 16 «Sanzioni», del suddetto decreto, è stabilito che, nei casi di cui all'articolo 9, comma 5, lettera b), il proprietario dell'unità immobiliare che non installi, entro il termine ivi previsto, un sottocontatore di cui alla predetta lettera b), è soggetto ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2.500 euro per ciascuna unità immobiliare –:

   se il Governo intenda chiarire quali enti stiano vigilando sulla corretta attuazione del decreto di recepimento della direttiva europea sopracitata e quali iniziative di competenza si intendano adottare per potenziare i controlli volti al risparmio energetico e alla salvaguardia ambientale nel quadro di un più ampio interesse nazionale;

   se il Governo intenda fornire elementi, per quanto di competenza, circa i controlli relativi all'installazione di sottocontatori che misurino l'effettivo consumo di calore negli edifici polifunzionali riforniti da una fonte di riscaldamento o raffreddamento centralizzata o da una rete di teleriscaldamento o da un sistema di fornitura centralizzato che alimenta una pluralità di edifici, di cui era prevista l'obbligatorietà a cura del proprietario entro il 30 giugno 2017.
(4-00457)