ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00153

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: del 18/11/2015
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00557
Firmatari
Primo firmatario: CANI EMANUELE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/11/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2015
BARGERO CRISTINA PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2015
BASSO LORENZO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2015
GALPERTI GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2015
MARROCU SIRO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2015
MONTRONI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2015
PELUFFO VINICIO GIUSEPPE GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2015
PES CATERINA PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2015
SANNA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2015
SANNA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2015
SENALDI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2015
TIDEI MARIETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2015
VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2015


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Stato iter:
18/11/2015
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 18/11/2015

APPROVATO IL 18/11/2015

CONCLUSO IL 18/11/2015

Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00153
presentato da
CANI Emanuele
testo di
Mercoledì 18 novembre 2015 in Commissione X (Attività produttive)

7-00557 Cani: Definizione di un piano strategico di rilancio dell'industria dell'alluminio primario in Italia.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,
   premesso che:
    la produzione manifatturiera italiana ha avuto, nel periodo 2000-2013, un andamento opposto ai principali Paesi industriali, poiché mentre la produzione manifatturiera mondiale è cresciuta del 36 per cento, l'Italia ha registrato un crollo del 25 per cento, con cadute in tutti i comparti ad eccezione di quello alimentare;
    ad ottobre 2014 l'indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,1 per cento rispetto a settembre, mentre nella media del trimestre agosto-ottobre la produzione è diminuita dello 0,9 per cento rispetto al trimestre precedente;
    nel 2015 si è registrata una modesta ripresa delle produzioni industriali che purtroppo non riguarda il settore della produzione di alluminio;
    sono di tutta evidenza la necessità e l'urgenza di rilanciare le politiche industriali specie in quei settori che possono maggiormente contribuire alla ripresa della crescita nel nostro Paese;
    in tale quadro, si può rivelare strategico il settore dell'alluminio, un materiale il cui consumo rappresenta una risorsa fondamentale per qualsiasi economia e, inoltre, essendo interamente riciclabile, questo metallo permette di limitare di molto le emissioni dei gas serra e rappresenta una risorsa fondamentale per quelle economie dove crescita e rispetto dell'ambiente e delle risorse naturali sono considerati elementi strategici non in conflitto;
    i prodotti finiti della lavorazione dell'alluminio sono destinati in gran parte a settori economici che risentono ampiamente dell'andamento del ciclo, come le costruzioni e la meccanica e quindi i trasformatori risentono molto dei cambiamenti della domanda interna;
    la crescita del mercato dell'alluminio ha avuto nel tempo un andamento inizialmente piuttosto lineare, mentre dal 1990 in poi ha avuto uno sviluppo quasi esponenziale: ciò è stato in gran parte dovuto al cambiamento della struttura del mercato con l'ingresso da protagonisti della Cina e degli altri Paesi orientali;
    l'Europa rappresenta il secondo mercato mondiale dell'alluminio, con ulteriori e significativi margini di crescita grazie ad un'industria di trasformazione tecnologicamente all'avanguardia e alla capacità di innovazione e sviluppo delle applicazioni;
    dal punto di vista merceologico, la produzione di alluminio si divide fondamentalmente in due differenti categorie: alluminio primario, ossia il metallo ottenuto per via industriale dalla bauxite mediante l'allumina, e alluminio secondario, ottenuto dalla lavorazione dell'alluminio già esistente;
    l'Italia, il cui import assomma a circa 764.000 tonnellate all'anno, pari al 47 per cento del fabbisogno, si pone come trasformatore di alluminio primario, generatore di alluminio secondario mediante riciclo di alluminio già utilizzato e rottami e consumatore di semilavorati e prodotti finiti;
    la produzione nazionale di primario era pari, prima della chiusura degli stabilimenti di Fusina e Portovesme a circa 190.000 tonnellate all'anno, e copriva solo il 12 per cento del fabbisogno interno, il valore più basso tra i Paesi industrializzati;
    la produzione di alluminio primario risulta fondamentale per l'economia nazionale perché è integrata all'industria di trasformazione e rappresenta, allo stesso tempo, un indiretto sostegno della industria del secondario, la più evoluta in Europa, che incontra difficoltà crescenti nell'approvvigionamento dell'estero del rottame;
    l'industria dell'alluminio primario è ad alta intensità di capitale con investimenti ad elevata durata di vita economica ed è energy intensive;
    l'energia elettrica è la vera materia prima del processo produttivo incidendo per oltre il 30 per cento sui costi operativi;
    la produzione di alluminio secondario, è di 700.000 tonnellate all'anno, pari al 43 per cento dell'intera domanda;
    l'Italia è stata tra le prime nazioni, dalla seconda metà del novecento a utilizzare tecnologie produttive sempre più efficienti riuscendo a riciclare completamente le scorie saline rimanenti alla fine del processo produttivo e ricopre un ruolo leader nelle produzioni mondiali di alluminio da riciclo, piazzandosi stabilmente al quarto posto dopo Usa, Giappone e Germania;
    la crisi economica, cominciata nel 2008, ha avuto effetto sulla filiera dell'alluminio in senso verticale, colpendo alcuni tra i comparti più importanti tra cui in particolare ne hanno risentito i settori dell'estrusione e quello dell'alluminio destinato all'edilizia, molto importanti in Italia;
    nel settore dell'estrusione, a fronte di una capacità produttiva di 950.000 tonnellate, nel 2012 il consumo è stato di sole 465.000 tonnellate, di cui 320.000 destinate al mercato interno;
    secondo i database Bureau Van Duk su dati Istat, risultano presenti oggi in Italia 1791 aziende attive nel settore dell'alluminio;
    il Nord (Ovest ed Est) comprende il maggior numero di unità produttive nel settore dell'alluminio, ma spicca comunque l'importanza che il settore ha sia nel Centro che nel Sud e nelle isole;
    la produzione di alluminio primario in Italia era effettuata in due stabilimenti, entrambi appartenenti alla multinazionale Alcoa, che li ha acquistati nel 1996 in seguito alla privatizzazione dell'industria nazionale dell'alluminio:
   a) Portovesme, nel Sulcis Iglesiente (Sardegna) con capacità di 150.000 tonnellate all'anno;
   b) Fusina, nel Veneto, con capacità di 45.000 tonnellate all'anno e che attualmente invece dell'allumino primario produce prodotti laminati in alluminio;
    condizione essenziale per il perfezionamento di tale privatizzazione è stata la fornitura ai suddetti stabilimenti di energia elettrica ad un prezzo allineato a quello medio applicato nel resto dell'Europa per un periodo di almeno dieci anni, ossia sino al 31 dicembre 2005;
    nel luglio 2006, la Commissione europea, ritenendo che il suddetto regime potesse costituire un aiuto di Stato, ha aperto un'indagine conoscitiva conclusasi con una pesante condanna per il Governo italiano, e conseguentemente per Alcoa, al pagamento di oltre 300.000.000 di euro;
    il 30 novembre 2012 Alcoa ha deciso di fermare le produzioni di alluminio primario ed ha chiuso lo stabilimento;
    il fermo della produzione, nello stabilimento di Portovesme, ha comportato il ricorso agli ammortizzatori sociali per circa 1000 lavoratori, 500 dei quali direttamente dipendenti e altri 500 occupati nell'indotto;
    ad oggi lo stabilimento è ancora chiuso e sono cessate anche le attività di manutenzione ordinaria propedeutiche a mantenere efficienti gli impianti e immediatamente attivabili per la produzione;
    sono state avviate interlocuzioni e trattative con una serie di potenziali investitori stranieri tra cui il gruppo Glencore che ha manifestato interesse nel possibile subentro; la trattativa con il gruppo Glencore è ancora in corso e si auspica una positiva conclusione in tempi rapidi;
    il mantenimento delle attività produttive di alluminio primario dell'ultimo impianto rimasto in Italia si pone come occasione per riprendere il filo di una politica industriale che:
   a) fermi le delocalizzazioni di attività produttive attive e remunerative;
   b) eviti che la competitività del sistema industriale sia danneggiata dalla rinuncia a una forma di approvvigionamento interna e dalla dipendenza economica da importazioni extra-Unione europea;
   c) consenta il rilancio di un settore strategico che può contribuire anche a fare da apripista della ripresa per molti di quei settori dell'industria italiana che coniugano lavorazioni artigianali tradizionali e innovazioni di prodotto e di processo;
   d) dia un segnale forte ad un territorio, quello del Sulcis-lglesiente che è stremato dalle numerose crisi aziendali e che rischia, continuando la chiusura di impianti, il collasso del tessuto produttivo rimasto, con effetti devastanti per l'occupazione,

impegna il Governo:

  a porre in essere tutte le iniziative necessarie al fine di definire un piano strategico di rilancio dell'industria di alluminio primario in Italia che consenta di riavviare gli impianti di produzione esistenti e di sviluppare nuove attività produttive;
  a proseguire il confronto con la Commissione europea sugli strumenti necessari da adottare per:
   a) conseguire l'abbattimento dei costi dell'energia a carico delle imprese metallurgiche e, in tal modo, non perdere la produzione industriale primaria a favore di Paesi extraeuropei;
   b) implementare gli strumenti normativi, già previsti dal Regolamento (CE) 14/06/2006, n. 1013/2006, in materia di esportazione di rifiuti (rottami) dell'alluminio in quei Paesi dove le norme ambientali e sanitarie per il riciclo sono poco rigorose;
  a rendere il settore della raccolta e del riciclo dell'alluminio ancora più efficiente, promuovendo tutte le best practice di cui l'Italia è punto di riferimento a livello mondiale.
(8-00153) «Cani, Benamati, Bargero, Basso, Galperti, Marrocu, Montroni, Peluffo, Pes, Giovanna Sanna, Francesco Sanna, Senaldi, Tidei, Vico».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

alluminio

importazione comunitaria

produzione industriale