ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01417

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 899 del 12/12/2017
Abbinamenti
Atto 7/01360 abbinato in data 13/12/2017
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00284
Firmatari
Primo firmatario: GIORDANO SILVIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/12/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2017
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2017
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2017
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2017
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2017
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Stato iter:
20/12/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 13/12/2017
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 20/12/2017
FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
ILLUSTRAZIONE 20/12/2017
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 20/12/2017
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/12/2017

DISCUSSIONE IL 13/12/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 13/12/2017

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 20/12/2017

ACCOLTO IL 20/12/2017

PARERE GOVERNO IL 20/12/2017

DISCUSSIONE IL 20/12/2017

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 20/12/2017

CONCLUSO IL 20/12/2017

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01417
presentato da
GIORDANO Silvia
testo di
Martedì 12 dicembre 2017, seduta n. 899

   La XII Commissione,

   premesso che:

    secondo i dati dell'Associazione italiana registri tumori (Airtum), nel 2017 in Italia si sono ammalate di tumore al seno circa 50.500 donne e 500 uomini. Il trend di incidenza tra il 2003 e il 2017 appare in leggero aumento (+0,9 per cento per anno), mentre continua a calare, in maniera significativa, la mortalità (-2,2 per cento per anno). Il tumore al seno colpisce complessivamente circa 1 donna su 8 nell'arco della vita, è il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 29 per cento di tutti i tumori che colpiscono le donne;

    il 5-7 per cento circa dei tumori del seno è ereditario, un quarto dei quali determinati dalla mutazione di due geni, «BRCA-1» e/o «BRCA-2». Si sta parlando di un numero molto ristretto di donne che hanno un altissimo rischio di sviluppare un tumore. Nelle donne portatrici di mutazioni del gene «BRCA-1» il rischio di ammalarsi nel corso della vita di carcinoma mammario è pari al 65 per cento e nelle donne con mutazioni del gene «BRCA-2» è pari al 45 per cento, mentre il rischio di tumore ovarico è del 39 per cento per «BRCA-1» e dell'11 per cento per «BRCA-2»;

    il test «BRCA-1/BRCA-2» è un test di laboratorio in grado di identificare le alterazioni ereditarie nei geni «BRCA-1» e «BRCA-2». Il test genetico è eseguito attraverso un prelievo di sangue, dal quale viene estratto il Dna e sottoposto a indagini molecolari che permettono di individuare la presenza di mutazioni genetiche ereditarie sui geni «BRCA1» e «BRCA2». Il test genetico non diagnostica quindi la presenza del tumore, ma, attraverso l'identificazione di specifiche mutazioni del patrimonio genetico, consente esclusivamente di individuare le donne che sono portatrici di tali mutazioni ereditarie e quindi di una maggiore predisposizione alla malattia. Attualmente, il test «BRCA» è eseguito in molti laboratori attraverso metodologie ampiamente validate quale il sequenziamento Sanger o in fase di validazione come il sequenziamento di nuova generazione (Next Generation SequencingNGS);

    il primo documento che ha posto, in ambito nazionale, alcune regole per la definizione delle attività di genetica medica è l'accordo sancito dalla Conferenza Stato-regioni sulle linee guida per le attività di genetica medica (2004). Tale documento ha messo in luce la necessità di stabilire criteri per implementare la diagnosi genetica, assicurando qualità, efficacia, efficienza, equità ed economicità. La definizione di regole nella pianificazione delle attività di genetica è un punto qualificante e critico, al fine di evitare l'offerta di prestazioni non appropriate per qualità, caratteristiche tecniche e percorsi organizzativi. Fissare delle regole significa anche stabilire dei meccanismi in grado di valutarne e controllarne l'applicazione. Alcune regioni, seguendo l'esperienza di altri Paesi, hanno regolamentato le procedure e i criteri per l'introduzione di nuovi test genetici nel sistema sanitario regionale;

    l'Agenzia regionale per i servizi sanitari del Piemonte nel documento «Appropriatezza Test Genetici» considera l'analisi genetica per la ricerca di una mutazione ignota dei geni «BRCA1» e «BRCA2» indicata per tutti i soggetti ritenuti ad alto rischio di tumore ereditario della mammella e dell'ovaio, ovvero: donne affette da tumore della mammella e dell'ovaio, individui con storia familiare positiva per tumori della mammella femminile e/o maschile e/o tumori dell'ovaio compatibile con una ereditarietà autosomica dominante (nel ramo materno o nel ramo paterno), membri di famiglie nelle quali sia già stata identificata una mutazione nota. Il medesimo documento considera il test sul dna non indicato come screening della popolazione generale, come test di routine in gravidanza non a rischio, nei nuclei familiari con ricorrenza di soli tumori post-menopausali della mammella (>50 anni);

    la regione Emilia-Romagna ha adottato un percorso gratuito per valutare il rischio familiare ed ereditario del tumore alla mammella o all'ovaio, che si affianca al programma di screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori della mammella. Partendo da un questionario, attraverso passi successivi, il nuovo programma effettua una selezione sempre più stringente per identificare le donne a rischio ereditario da accompagnare e affiancare nella scelta dei possibili interventi profilattici o di sorveglianza;

    il documento del 2013 «Consulenza genetica e test genetici in oncologia: aspetti critici e proposte AIOM — SIGU» evidenzia i criteri di invio, comunemente usati, in caso di sospetto tumore ereditario. Essi si basano sostanzialmente sulla presenza di un insieme di caratteristiche (numero di parenti affetti, rapporto di parentela tra gli affetti, età allo sviluppo dei tumori, parenti affetti da tumori bilaterali o multipli, caratteristiche istologiche delle neoplasie) che configurano una probabilità convenzionalmente pari o superiore al 10 per cento di essere in presenza di una predisposizione ereditaria per la quale è disponibile un test diagnostico. Tale soglia viene ritenuta essere un ragionevole compromesso tra l'utilità clinica presunta e la salvaguardia dell'appropriatezza prescrittiva, a fronte dell'attuale complessità e costi dei test genetici. In relazione all'aumento delle conoscenze (nuovi geni, nuovi studi sulla prevalenza delle mutazioni, eventuali «effetti fondatore» che rendano una malattia o una mutazione particolarmente frequente in una specifica area geografica), i criteri di invio alla consulenza genetica oncologica per una data forma di predisposizione ereditaria possono variare nel tempo. È importante che l'utilizzo di specifici criteri di invio alla consulenza genetica sia promosso all'interno di percorsi assistenziali soggetti ad una periodica valutazione condivisa con i medici invianti, in modo da consentire un continuo miglioramento della loro applicazione ed un adeguamento alle nuove conoscenze;

    la Commissione ministeriale per la genetica nel servizio sanitario nazionale raccomanda che: i test genetici siano erogati all'interno di un percorso diagnostico che tenga conto della loro validità e utilità clinica, assicurandone affidabilità e accuratezza della analisi (validità analitica), e la consulenza genetica pre e post-test sia parte integrante del percorso diagnostico. La Commissione inoltre raccomanda nell'introduzione o nell'implementazione dei test genetici un approccio basato sul Health Technology Assessment che tenga conto dell'evidenza scientifica, del costo-efficacia dell'accettabilità, al fine di fornire un supporto alle decisioni di politica sanitaria e di incoraggiare le parti interessate a usare solo test che abbiano requisiti di appropriatezza, validità analitica, utilità clinica, efficacia diagnostica;

    negli ultimi decenni si è assistito allo sviluppo ed alla implementazione di centri clinici specialistici e multidisciplinari, denominati «breast unit» con l'obiettivo di migliorare l'assistenza sanitaria per le donne affette da tumore alla mammella e offrire uno standard di qualità delle cure elevato. Una delle caratteristiche principali di questi centri è rappresentata da una soglia di volume minimo di attività, 150 interventi chirurgici per carcinoma all'anno, che dovrebbe garantire un miglioramento degli esiti delle cure. Secondo i risultati del Programma nazionale esiti 2016 sviluppato dall'Agenas, per conto del Ministero della salute, delle 449 strutture ospedaliere che eseguono più di 10 interventi chirurgici per tumore alla mammella, solo 123 (27 per cento) presentano volumi di attività superiore a 150 interventi annui. L'intervento chirurgico per tumore della mammella è una delle aree cliniche per le quali è stata dimostrata un'associazione positiva tra volume di attività e mortalità intraospedaliera, ovvero nei centri ove si opera meno c'è più mortalità e la chirurgia è meno conservativa,

impegna il Governo:

   ad assumere le iniziative di competenza per introdurre linee guida volte a definire e promuovere indicatori di appropriatezza e accessibilità alla consulenza genetica per sospetta mutazione dei geni «BRCA»;

   ad adottare le opportune iniziative, in collaborazione con le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, per avviare nell'ambito dei programmi regionali di screening mammografico per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori al seno percorsi di valutazione del profilo di rischio genetico attraverso opportuni questionari, al fine di identificare le donne potenzialmente a rischio di mutazione dei geni «BRCA»;

   a promuovere un approccio di politica sanitaria focalizzato sull'efficacia e sull'appropriatezza clinica delle prestazioni, creando le condizioni necessarie affinché i test «BRCA» siano garantiti per tutti i soggetti ritenuti ad alto rischio di tumore ereditario della mammella e dell'ovaio, attraverso l'introduzione nei livelli essenziali essenziali di assistenza di tali test genetici per i soggetti a rischio;

   ad assumere iniziative per assicurare un flusso informativo specifico e condiviso a livello nazionale per raccogliere, valutare e monitorare le attività di genetica medica, al fine di disporre di dati indispensabili per la valutazione delle attività sulla base dell’Health Technology Assessment (HTA);

   ad assumere iniziative per introdurre un programma nazionale di genetica oncologica per le forme di predisposizione ai tumori dell'ovaio e della mammella, che coordini ed integri i piani regionali previsti dal piano nazionale della prevenzione 2014-2018;

   ad adottare iniziative per garantire le risorse economiche e finanziarie necessarie per la promozione e l'inserimento all'interno del servizio sanitario nazionale di tale programma;

   ad adottare le iniziative di competenza per rilevare e valutare quantitativamente e qualitativamente i centri di senologia presenti in tutte le regioni, pubblicando i relativi dati sul sito web del Ministero della salute, e per prevedere, altresì, un meccanismo premiale per le regioni virtuose che abbiano sul proprio territorio una rete dei centri di senologia eccellenti;

   ad adottare iniziative per garantire a tutte le donne affette da tumore al seno il diritto di essere curate nei centri di senologia certificati e, a tal fine, per prevedere, nel caso in cui tali centri non soddisfino criteri di qualità ed efficienza, meccanismi di valutazione sull'attività svolta dai direttori generali, con l'applicazione di idonee sanzioni.
(7-01417) «Silvia Giordano, Grillo, Nesci, Lorefice, Colonnese, Mantero, Baroni».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

cancro

genetica