ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01299

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 822 del 28/06/2017
Abbinamenti
Atto 7/01292 abbinato in data 04/07/2017
Atto 7/01296 abbinato in data 04/07/2017
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00249
Firmatari
Primo firmatario: RUSSO PAOLO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 28/06/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/06/2017
DI STEFANO FABRIZIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/06/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
26/07/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 04/07/2017
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 05/07/2017
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/07/2017
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO GOVERNO 26/07/2017
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/07/2017
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO
ZACCAGNINI ADRIANO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 26/07/2017
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
PARERE GOVERNO 26/07/2017
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 04/07/2017

DISCUSSIONE IL 04/07/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 04/07/2017

DISCUSSIONE IL 05/07/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 05/07/2017

DISCUSSIONE IL 26/07/2017

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 26/07/2017

ACCOLTO IL 26/07/2017

PARERE GOVERNO IL 26/07/2017

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 26/07/2017

CONCLUSO IL 26/07/2017

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01299
presentato da
RUSSO Paolo
testo di
Mercoledì 28 giugno 2017, seduta n. 822

   La XIII Commissione,
   premesso che:
    secondo alcuni dati riportati da diverse fonti giornalistiche, l'assenza protratta di pioggia sul territorio italiano ha causato un vero e proprio allarme siccità che, ormai, ha raggiunto oltre i due terzi della superficie agricola nazionale, toccando praticamente tutte le regioni anche se con diversa intensità;
    l'ultimo monitoraggio predisposto da Coldiretti delinea un quadro sostanzialmente allarmante, in quanto gli effetti peggiori si starebbero registrando nel settore produttivo, «(...) con perdite ben superiori al miliardo stimato, se non pioverà nell'arco delle prossime due settimane, in modo costante e non violento»;
    nello specifico, secondo Coldiretti, la situazione delle regioni italiane sarebbe così articolata: in Piemonte, a Cuneo, a causa dell'eccesso di caldo, si sarebbero riscontrate perdite in una percentuale pari al 25-30 per cento per grano ed orzo, e del 40 per cento per le colture foraggere; in Lombardia, invece, il mais è in sofferenza, mentre i grandi laghi stanno subendo un deciso calo rispetto ai livelli dell'anno scorso (35 e 40 centimetri, rispettivamente, per il lago di Como e per il lago Maggiore);
    Coldiretti prosegue con l'Emilia-Romagna, regione nella quale risultano «colpite tutte le colture, dal pomodoro ai cereali, ma anche gli ortaggi, mentre in Veneto si parla di poche settimane di autonomia, soffrono barbabietole e mais e la vendemmia si prevede anticipata di almeno una settimana. In Sardegna, l'assenza di piogge sta condizionando tutti i settori agricoli, con perdite nella produzione di oltre il 40 per cento, mentre in Liguria si teme per gli ulivi e in Toscana la produzione di cereali e crollata del 40 per cento, con punte del 70 per cento nel caso del mais e quelle di foraggi, ortaggi, pomodoro da industria e frutta sono diminuite fino al 50 per cento. I girasoli e il granoturco stanno seccando in Umbria, ma in difficoltà sono anche ampie aree del Lazio dove a produzione di frumento risulta stentata, con pesante contrazione dei raccolti e perdita di qualità»;
    il forte condizionamento, per l'assenza di piogge, subìto dalla produzione agricola regionale sarebbe anche chiaramente visibile in Campania, all'interno della quale in molte zone (Cilento, Alento e nella piana del Sele) ci registrerebbero diversi problemi per gli ortaggi e la frutta, mentre in Puglia sarebbero in difficoltà gli agrumeti presenti a Taranto, i vigneti di uva da tavola e da vino in tutte le province, nonché il pomodoro a Foggia, mentre la produzione di olive rischia un concreto calo del 30 per cento;
    la siccità in corso avrebbe anche costretto la Sicilia ad anticipare l'inizio della stagione irrigua negli agrumeti mentre, nei territori delle arche terremotate, si registra una produzione di fieno insufficiente, con pascoli e prati asciutti. Tale stato di scarsità delle precipitazioni sta avendo rilevanti ripercussioni anche in Friuli Venezia Giulia, che avrebbe decretato lo stato di sofferenza idrica per garantire l'acqua alla media pianura friulana, per circa 26.000 ettari di coltivazioni, mentre in Piemonte sarebbe stato dichiarato lo stato di massima pericolosità degli incendi;
    la siccità ha avuto i suoi effetti preoccupanti anche in gran parte dell'Europa, nella quale si registrano non solo precipitazioni inferiori alla media, ma anche un diffuso allarme incendi e sui raccolti; ciò avrebbe persino costretto la Commissione europea a rivedere al ribasso le stime per i cereali;
    il quadro allarmante che scaturisce dall'analisi di Coldiretti si conclude con l'affermazione dell'assoluta necessità, per continuare a mantenere il consueto livello qualitativo dell'agricoltura, di «interventi strutturali di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali», attraverso la creazione di «bacini aziendali e utilizzando le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere acqua», che non possono essere più rimandati;
    secondo quanto recentemente affermato dal presidente della Fondazione centro studi del Consiglio nazionale dei geologi (Cng), Fabio Tortorici, il perdurare della scarsezza nelle precipitazioni avrebbe comportato, comportato, tra gli altri, un abbassamento dei livelli d'acqua in fiumi, negli invasi e nelle falde sotterranee e, nonostante la periodicità del fenomeno, non sarebbe stato ancora possibile addivenire ad una strategia efficiente di contenimento del fenomeno;
    inoltre, lo stesso Tortorici prosegue affermando che «oggi non è possibile stabilire i reali e globali quantitativi di acqua utilizzati a causa degli innumerevoli prelievi abusivi. La conseguenza di questi sfruttamenti illegali è quella di rendere aleatorie le stime dei bilanci idrici: non si ha una misura del reale deficit irriguo e potabile. Vediamo l'effetto della scarsità d'acqua dove e quando questa viene a mancare, ma non abbiamo una misura degli eccessi e sprechi con cui questa viene sottratta dalle falde, alterandone gli equilibri»;
    un altro importante fattore di problematicità risiede nelle reti – irrigue e ad uso potabile – e negli invasi-colabrodo; da ciò deriverebbe la necessità improcrastinabile di mettere in campo importanti investimenti, al fine di realizzare nuove condotte, anche alla luce delle perdite di molti comuni italiani nelle reti acquedottistiche, stimate intorno al 60 per cento;
    è stato affermato, infatti, che «La risorsa idrica deve essere innanzitutto risparmiata, tutelata e sfruttata con ulteriori e mirate opere di captazione (ed eventualmente trattenuta da opere artificiali), solo dopo avere stabilito quali aree del nostro territorio e in che misura sono le più carenti. In questi giorni si discute della possibile realizzazione di nuovi bacini, ma sono così necessarie nuove cattedrali nel deserto ? Non sarebbe prima il caso di conoscere il problema in termini numerici e scientifici con realistici bilanci idrogeologici e poi risolverlo con interventi puntuali ? I mancati introiti dai canoni demaniali, evasi dagli innumerevoli sfruttamenti abusivi, non potrebbero essere recuperati con azioni di “Polizia idrica” e impiegati per contribuire alla realizzazione di nuove opere ?»;
    a fronte di tali situazioni, non si registrano, da parte delle istituzioni a vario titolo coinvolte, interventi strutturali di manutenzione del sistema impiantistico nazionale, se non in misura del tutto insufficiente e lacunosa; ciò a dispetto della loro importanza strategica, non solo al fine di evitare sprechi ed utilizzi abusivi ma, soprattutto, per fare in modo che si proceda ad un uso della risorsa idrica maggiormente efficiente ed ottimale. Sotto tale aspetto, dunque, emerge in maniera forte la necessità di provvedere, da un lato, alla predisposizione di interventi di ammodernamento e manutenzione degli impianti pubblici esistenti e, dall'altro, all'introduzione di sistemi al alto tasso di innovazione tecnologica per la raccolta delle acque ed evitarne, così, la dispersione;
    alcuni dati recenti, che sono stati resi noti durante la seconda conferenza nazionale delle acque, elaborati dall'Istat e dall'Ispra, evidenziano una media di 302 miliardi di metri cubi di pioggia ogni anno. Si tratterebbe di una cifra superiore addirittura alla Gran Bretagna e alla Germania. Tutto questo, anche secondo quanto dichiarato da organi governativi, pone l'Italia come uno dei Paesi più ricchi d'acqua, rispetto al quale risulta utilizzato solo l'11 per cento. Il problema, dunque, risiede nella lacunosità delle infrastrutture che determina grossi problemi nei casi di annate siccitose come quella attuale. Occorrerebbe, dunque; un ripensamento in materia, allo scopo di predispone un grande piano di infrastrutture idriche sia per l'irriguo che per l'agricoltura, guardando soprattutto alla situazione del sud del Paese, caratterizzate da sciatteria e speculazioni,

impegna il Governo:

   ad adottare le necessarie misure di contrasto alla siccità e le opportune iniziative al fine di tutelare in misura maggiore i terreni agricoli presenti nel territorio nazionale interessati dalla crisi idrica attualmente in corso, attraverso un utilizzo dei fondi attualmente disponibili che sia maggiormente orientato ad un deciso aumento degli interventi di manutenzione delle infrastrutture idriche e irrigue, con particolare attenzione a quelle presenti nel Sud del Paese, rispetto alle quali permangono forti ritardi e grosse sacche di inefficienza strutturale e gestionale;
   ad istituire un tavolo di monitoraggio permanente, coinvolgendo le varie istituzioni competenti ed i diversi operatori economici del settore agricolo coinvolti, affinché si possano mettere a punto strategie dirette al contenimento dei danni causati dal recente fenomeno della siccità;
   ad assumere iniziative volte a stanziare ulteriori risorse mirate per metter in campo gli interventi infrastrutturali necessari nel settore agricolo al fine di consentire di affrontare in modo sistematico il fenomeno della siccità che, a causa dei cambiamenti climatici, non può più essere considerato come un evento sporadico ma, al contrario, come una sfida da affrontare tramite interventi strutturati ed a carattere continuativo;
   ad assumere iniziative per prevedere lo stanziamento di risorse specificamente destinate ai settori della ricerca nel campo dell'agricoltura, con particolare riferimento all'implementazione di possibili strategie di razionalizzazione del consumo di acqua e della pratica del riutilizzo a fini irrigui nei momenti di siccità.
(7-01299) «Russo, Catanoso, Fabrizio Di Stefano».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto agricolo

cerealicoltura

settore agricolo