ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01097

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 677 del 21/09/2016
Firmatari
Primo firmatario: ROMANINI GIUSEPPE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 21/09/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ANTEZZA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 21/09/2016
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 21/09/2016
FALCONE GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO 21/09/2016
DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 21/09/2016
CAPOZZOLO SABRINA PARTITO DEMOCRATICO 21/09/2016
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 21/09/2016
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 21/09/2016
VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 21/09/2016
COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 21/09/2016
PRINA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 21/09/2016
ROSSI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 21/09/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01097
presentato da
ROMANINI Giuseppe
testo di
Mercoledì 21 settembre 2016, seduta n. 677

   La XIII Commissione,
   premesso che:
    con la riforma dell'organizzazione comune di mercato (OCM) zucchero del 2006, l'Unione europea ha disposto l'erogazione per un quinquennio di aiuti comunitari e nazionali a favore degli operatori del settore bieticolosaccarifero, a fronte dell'impegno dell'Italia a ridurre almeno del 50 per cento la quota di produzione nazionale di zucchero (articolo 36 del regolamento (CE) n. 318/2006);
    l'Italia, rispettando gli impegni presi, ha ridotto del 67 per cento la propria quota di produzione attraverso la chiusura di 15 stabilimenti sui 19 operanti sull'intero territorio nazionale, rinunciando alla produzione di 1.049.064 tonnellate di quota zucchero e riducendo le superfici coltivate barbabietola a circa 50-60 mila ettari;
    in relazione al comparto bieticolo-saccarifero, la Commissione europea ha previsto, con la proposta di riforma della politica agricola comune (PAC) dell'ottobre del 2011, la cessazione del regime delle quote settoriali a partire dal 30 settembre del 2015. Tuttavia, con l'accordo politico del 27 giugno 2013 tra Stati membri ed istituzioni comunitarie, è staso definito lo slittamento del termine per la cessazione dell'attuale regime delle quote al 30 settembre 2017 (articolo 101 comma 3 e articolo 165 comma 3);
    l'intenzione della riforma OCM era di condurre il mercato dello zucchero verso la piena liberalizzazione, senza che aziende agricole e imprese della trasformazione potessero più far conto su meccanismi di protezione, con l'unica eccezione degli interventi per fronteggiare le crisi contingenti e le situazioni di pericolo per la sicurezza dei rifornimenti e la tutela dei consumatori, come peraltro già previsto negli altri settori agricoli;
    in Italia gli effetti della riforma, nel concreto, sono andati oltre gli obiettivi e gli impegni dichiarati ed hanno comportato, con la campagna bieticola 2016 la chiusura di due dei quattro impianti saccariferi salvati nel 2006, il mantenimento in Emilia Romagna e Veneto di due soli impianti per altro riferibili al medesimo operatore economico, la riduzione delle superfici coltivate a barbabietola complessivamente a poco più di 30 mila ettari;
    gli operatori del settore bieticolo-saccarifero, industriali ed agricoli, consapevoli da tempo che il settore sarebbe incorso in una costante marginalizzazione della sua presenza in Italia, hanno sviluppato progetti di rilancio della bieticoltura a livello nazionale per utilizzi agro energetici e di chimica verde basati anche su varietà di bietole non da zucchero (energy beet);
    questi utilizzi sarebbero in grado, da un lato, di valorizzare il patrimonio agro-industriale italiano esistente favorendo l'adozione di tecnologie abilitanti fondamentali che aumentino la compatibilità ambientale dei processi produttivi e, dall'altro, sviluppare nuove attività produttive in settori più strettamente collegati alla green economy;
    sotto il profilo quantitativo l'obiettivo di questi progetti è il raggiungimento, nei prossimi anni, di una superficie finalizzata a queste produzioni di circa 15 mila ettari che, sommata alla superficie tradizionalmente impegnata a livello saccarifero potrebbe vedere tornare in Italia investimenti a bietole per 50-60 mila ettari, in linea quindi con gli obiettivi della riforma;
    l'agricoltura italiana, d'altra parte, ha grande bisogno di alternative colturali e la diversificazione della bietola per usi diversi dallo zucchero ne rappresenta un elemento fondamentale; la coltivazione della barbabietola ha storicamente offerto agli agricoltori una possibilità di diversificazione stabile della rotazione delle colture, nonché favorito anche il consolidamento di un noto apporto positivo alla tutela dell'ambiente, essendo la bieticoltura da sempre un modello di sostenibilità ambientale; la barbabietola, infatti, grazie alla sua radice fittonante, migliora la struttura del suolo e riduce la compattazione e l'erosione del suolo concorrendo alla riduzione dell'uso di pesticidi, di concimi chimici e di altri prodotti tecnici di cui si auspica nel futuro una più sostanziale limitazione;
    tra i possibili vantaggi del mantenimento della coltivazione bieticola vi è anche la sinergia con il settore cerealicolo che, a sua volta, versa in Italia in una crisi particolarmente acuta causato dalla depressione del prezzo di vendita. È stato dimostrato, infatti, come la rotazione tra barbabietola e grano duro garantisca numerosi benefici dal punto di vista agronomico, ambientale ed economico (riduzione delle emissioni di gas serra, riduzione dei costi di produzione e aumento delle rese di produzione con conseguente miglioramento dei redditi degli agricoltori), tanto da aver dato luogo, ormai da diversi anni, tra industria utilizzatrice di grano duro di alta qualità ed associazioni di bieticoltori, ad accordi per favorire l'integrazione orizzontale tra le due colture;
    circa la possibilità, per l'agricoltura nazionale, di mantenere attivo un significativo settore bieticolo, occorre considerare che la sostenibilità economica di questi progetti di utilizzo alternativi a quello saccarifero non può fare a meno della integrazione di prezzo nell'aiuto accoppiato fino ad oggi riconosciuto alle barbabietole con destinazione alimentare;
    allo stato attuale, viceversa, le norme nazionali che regolano la materia in attuazione dei regolamenti europei, cioè il decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali prot. 6513 del 18 novembre 2014 «Disposizioni nazionali di applicazione del regolamento (UE) n. 1307/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013», prevedono che il sostegno accoppiato sia concesso sulla base degli ettari di superficie a barbabietola da zucchero seminata e coltivata secondo le normali pratiche colturali ed impegnata nei contratti di fornitura stipulati con un'industria saccarifera;
    di ciò va tenuto conto anche in vista della cessazione dell'attuale regime delle quote nel 2017 e della revisione della politica agricola comune, per accompagnare la riconversione dell'industria di trasformazione e per scongiurare l'abbandono della coltivazione della barbabietola da parte degli agricoltori,

impegna il Governo

a salvaguardare e valorizzare il comparto bieticolo-saccarifero concertando e concordando in sede comunitaria l'estensione, se non già compatibile, del sostegno accoppiato di cui all'articolo 25 del decreto 18 novembre 2014 del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, anche alle produzioni destinate a progetti di chimica verde o di valorizzazione energetica e, quindi, non solo impegnate nei contratti di fornitura stipulati con l'industria saccarifera.
(7-01097) «Romanini, Antezza, Luciano Agostini, Falcone, Dal Moro, Capozzolo, Carra, Zanin, Venittelli, Cova, Prina, Paolo Rossi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

riforma della PAC

riduzione delle emissioni gassose

applicazione del diritto comunitario