ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01059

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 660 del 22/07/2016
Abbinamenti
Atto 7/00848 abbinato in data 14/09/2016
Atto 7/00849 abbinato in data 14/09/2016
Atto 7/00870 abbinato in data 14/09/2016
Atto 7/00882 abbinato in data 14/09/2016
Atto 7/01154 abbinato in data 10/01/2017
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00212
Firmatari
Primo firmatario: PARENTELA PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/07/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2016
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2016
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2016
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2016
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2016
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
10/01/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 14/09/2016
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
ZACCAGNINI ADRIANO MISTO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 10/01/2017
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 10/01/2017
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 10/01/2017
GALLO RICCARDO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
ZACCAGNINI ADRIANO MISTO
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 14/09/2016

DISCUSSIONE IL 14/09/2016

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 14/09/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 10/01/2017

DISCUSSIONE IL 10/01/2017

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 10/01/2017

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 10/01/2017

CONCLUSO IL 10/01/2017

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01059
presentato da
PARENTELA Paolo
testo presentato
Venerdì 22 luglio 2016
modificato
Martedì 6 dicembre 2016, seduta n. 711

   La XIII Commissione,
   premesso che:
    la stragrande maggioranza dei prodotti agricoli quali vite, olio, agrumi, kiwi, castagne e miele è minata da fitopatie aggressive che ogni anno falcidiano intere coltivazioni con una mancata produzione, da nord a sud del territorio nazionale, che costa oltre 500 milioni di euro;
    l'effetto dei mutamenti climatici e le importazioni di prodotti agricoli potrebbero essere verosimilmente all'origine di un preoccupante prolificare di fitopatie specie virus, funghi e insetti che stanno attaccando pesantemente le eccellenze italiane della terra;
    secondo la Commissione europea, le specie esotiche invasive non solo sono una causa della crescente perdita di biodiversità e dell'estinzione delle specie ma possono anche essere vettori di malattie o causare direttamente problemi di salute (ad esempio asma, dermatiti e allergie). Tali specie possono danneggiare infrastrutture e impianti, ostacolare la silvicoltura o causare perdite agricole. I costi dei danni provocati dalle specie esotiche invasive nel territorio unionale ammontano a circa 12 miliardi di euro l'anno, secondo la valutazione d'impatto della Commissione;
    nel caso dell'olivo i problemi sono causati dalla famigerata bactrocera oleae, meglio nota come mosca olearia, che, nel 2014, ha imperversato ovunque con una riduzione totale dell'80 per cento della produzione di olio;
    in molti territori delle province di Brindisi, Taranto e Lecce la diffusione del batterio Xylella fastidiosa sta causando una vera e propria emergenza fitosanitaria, con l'abbattimento del 50 per cento delle coltivazioni di olivi secolari che rappresentano un patrimonio di particolare rilevanza per la regione Puglia e per il Salento;
    la massiccia infestazione delle superfici investite dal cinipide (Dryocosmus kuriphilus yatsumatsu), un imenottero particolarmente dannoso per il castagno, originario della Cina, segnalato per la prima volta in Italia nel 2002 in provincia di Cuneo, introdotto accidentalmente a seguito dell'importazione di materiale vegetativo (marze) e non adeguatamente certificato dal punto di vista fitosanitario, ha quasi azzerato le produzioni di castagne generando un danno di oltre 200 milioni;
    le api italiane sono minacciate da virus, parassiti e predatori, molti dei quali importati come la vespa velutina e il coleottero sudafricano Aethina tumida Murray, localizzato per ora in Calabria e in Sicilia, le cui larve si nutrono di miele di cui ne alterano irreversibilmente le caratteristiche organolettiche. Risultano distrutte, secondo i dati aggiornati all'agosto 2015, in ottemperanza dell'ordinanza regionale, oltre 3.000 famiglie di api e la flessione dei volumi del miele prodotto è stata una diretta conseguenza;
    a partire dal 2008 si è assistito alla diffusione della batteriosi dell'actinidia, una malattia ad elevato rischio fitosanitario causata dal batterio Pseudomonas syringae pv. actinidiae Takikawa, Serizawa, Ichikawa, Tsuyum & Goto (di seguito denominato PSA), che ha provocato danni gravissimi alla coltura dei kiwi in tutto il territorio nazionale, centinaia di migliaia di piante nel Lazio e nel Piemonte, complice anche la mancanza di efficaci mezzi di cura;
    neanche i filari di vite italiani sono passati indenni da questo stillicidio e diversi viticoltori hanno dovuto fronteggiare le conseguenze della infestazione da peronospora (che rappresenta un genere di funghi microscopici che ha interessato l'80 per cento dei vigneti, con gravissimi danni anche alle colture olivicole e cerealicole);
    gli allevatori italiani di ovini stanno subendo dei danni gravissimi, con perdite di migliaia di capi (sia per morte naturale che per necessario abbattimento) per colpa della febbre catarrale, meglio nota come «blue tongue» o «lingua blu», malattia infettiva che colpisce i ruminanti, in particolare gli ovini, compromettendone gravemente, e spesso in meniate irreparabile, la salute, a causa di gravi lesioni a carico della mucosa oronasale con la comparsa di febbre elevata;
    il nostro Paese non ha riportato particolare successo nel contrastare il Rynchophorus ferrugineus 8 punteruolo rosso), che ha praticamente decimato la popolazione di palme (sopratutto Phoenix canariensis, Phoenix dactilifera e Phoenix robeleinii) e si teme che la stessa sorte possa toccare al Ficus carica (Fico comune) a causa del coleottero curculionide, chiamato Aclees cribratus Gyllenhal, presumibilmente di origine asiatica, oggi riscontrato, oltre che in Toscana, anche in Lazio e Liguria e sul quale, se si esclude qualche pubblicazione scientifica nel 2007-2008 (Ciampolini et al., 2007, 2008), non si hanno informazioni esaustive e complete sulla biologia e difesa;
    i servizi fitosanitari regionali entrano in azione principalmente quando ci sono decreti nazionali o regionali di lotta obbligatoria o ci sono pericoli di ingressi di nuovi patogeni sul territorio. Hanno invece un coinvolgimento minore quando si tratta di organismi nocivi da tempo infeudati nel territorio. In tali casi si limitano controllare se viene effettuata la difesa fitosanitaria integrata;
    il territorio tutelato dall'Ente parco regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli comprende circa 4000 ettari di pinete di pino domestico (pinete nella Tenuta di San Rossore). La perpetuazione delle pinete di pino domestico è affidata alla sua rinnovazione per seme (il pinolo), rinnovazione sia naturale che per artificiale (semina o piantagione);
    da qualche anno, soprattutto dall'annata 2005/06, si è riscontrato un drastico calo di produzione, che si ripercuote proprio sulla rinnovazione ma anche sull'attività economica di raccolta che nel territorio si svolge da generazioni e riveste anche una importantissima funzione storico-sociale intimamente collegata alla conservazione di questi ambienti seminaturali);
    il calo di produzione sembra riconducibile al Cimicione americano della conifere (Leptoglossus occidentalis) che provoca l'aborto delle pigne o dei pinoli in fase di maturazione;
    la Popillia japonica, lo scarabeo asiatico, è giunto in Europa continentale da poco tempo ma già si sa che è in grado di attaccare fino a trecento specie vegetali e provocarmi danni per 600 milioni di dollari negli Stati Uniti;
    le fitopatie e le epizoozie elencate, come gli esempi di attacchi parassitari, sono solo alcune di quelle che ogni anno falcidiano le coltivazioni italiane e c’è bisogno di maggiore tempestività e di misure più importanti sul territorio, poiché parassiti e fitopatologie nuove, non trovando fattori naturali di contrasto, si sviluppano rapidamente con enormi danni economici agli agricoltori e pesanti ripercussioni su habitat e paesaggio agrario di vaste aree;
    sono deboli le misure previste, sia a livello nazionale che europeo, per indennizzare i produttori colpiti come anche inadeguate, allo stato attuale, sono le contromisure agronomiche e agrotecniche da mettere in campo;
    in agricoltura biologica i fondamenti della protezione fitosanitaria delle colture sono essenzialmente tre: la fertilità e la salute del suolo, la tecnica agronomica e il saper cogliere l'attimo per l'intervento;
    scopo della direttiva «Habitat» è «salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato» articolo 2). Per il raggiungimento di questo obiettivo la direttiva stabilisce misure volte ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat e delle specie di interesse comunitario elencati nei suoi allegati;
    come è noto le introduzioni di antagonisti naturali debbono seguire le indicazioni previste dallo standard EPPO PM 6/1(1) – First import of exotic biological control agents for research under contained conditions e PM 6/2(1) – Import and release of exotic biological control agents;
    l'articolo 22 (disposizioni complementari), lettera b) della direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, e successive modifiche e integrazioni, indica peraltro chiaramente che gli Stati membri «controllano che l'introduzione intenzionale nell'ambiente naturale di una specie non locale del proprio territorio sia disciplinata in modo da non arrecare alcun pregiudizio agli habitat naturali nella loro area di ripartizione naturale né alla fauna e alla flora selvatiche locali, e, qualora lo ritengano necessario, vietano siffatta introduzione»;
    il legislatore italiano, nel recepimento di tale direttiva, con decreto del Presidente della Repubblica» 8 settembre 1997, n. 357, aggiornato e coordinato con il decreto del Presidente della Repubblica 12 marzo 2003 n. 120, «Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche», non ha previsto alcuna possibilità di deroga e non ha delineato nessun percorso autorizzativo, bloccando di fatto ogni intervento di letta biologica con utilizzo di antagonisti naturali introdotti da altri areali. L'articolo 12 (Introduzioni e reintroduzioni) del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 è infatti formulato al comma 3 nella seguente maniera «Sono vietate la reintroduzione, l'introduzione e il ripopolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone», dove per introduzione si deve intendere la «immislione di un esemplare animale o vegetale in un territorio posto al di fuori della sua area di distribuzione naturale» e per «non autoctona» si deve intendere una «popolazione o specie non facente arte originariamente della fauna indigena italiana» (articolo 2, così come sostituito 12 marzo 2003, n. 120),

impegna il Governo:

    ad assumere iniziative per rivedere urgentemente il quadro normativo vigente al fine di introdurre deroghe che consentano, ancorché in modo da non arrecare alcun pregiudizio agli habitat naturali interessati, nè alla fauna nè alla flora selvatiche locali, interventi mirati di lotta biologica con l'utilizzo di antagonisti naturali provenienti da altri areali;
    al fine di una maggior efficacia delle operazioni di vigilanza, a razionalizzare e potenziare le strutture operative ufficiali preposte ad eseguire i controlli sugli scambi commerciali internazionali con l'obiettivo di contenere e prevenire l'introduzione deliberata nel territorio nazionale ed unionale di specie alloctone ed esotiche invasive e dannose;
    ad adottare un apposito piano, di intesa con tutti gli enti competenti in materia, al fine di attivare una struttura informatica o una rete che permetta agli agricoltori ed allevatori il recepimento dell’allert in tempo utile per fronteggiare l'eventuale emergenza fitosanitaria;
    ad intraprendere ogni utile iniziativa, dal potenziamento della ricerca al fine di elaborare piani di lotta biologica e diffondere tecniche di difesa adeguate, all'attivazione di strumenti specifici quali i fondi di mutualizzazione, come previsto dal piano di sviluppo rurale nazionale, con l'obiettivo di recuperare la perdita del reddito per gli agricoltori;
    a promuovere, in sede europea, l'adozione di strumenti che prevedano in caso di emergenza fondi destinati ai piani di lotta;
    a condividere, soprattutto con i servizi fitosanitari regionali e con il supporto di entomologi e microbiologi, le strategie attuali e future di lotta biologica e di risanamento dei suoli anche a fronte dei cambiamenti climatici in atto, al fine di garantire un intervento a tappeto in tutti quei territori dove è stata riscontrata la presenza di parassiti, fitopatie ed epizoozie;
    ad assumere iniziative affinché siano predisposti incentivi e sgravi fiscali volti a promuovere l'utilizzo di microrganismi del suolo attraverso fertilizzanti naturali per il risanamento del terreno in modo da potenziare la resa e il sistema immunitario endogeno delle piante;
    ad assumere iniziative, per quanto di competenza, per promuovere un miglior coordinamento tra i servizi d una maggiore cooperazione regionale tra gli Stati sto dalla legislazione europea in materia, al fine di predisporre una strategia di difesa efficace e tempestiva in grado di controllare invasive aliene;
    ad assumere iniziative per riformare le funzioni e le attribuzioni del servizio fitosanitario nazionale compatibilmente con le risorse umane e finanziarie a disposizione, in modo da coinvolgerli in operazioni di contrasto non solamente nei riguardi di nuovi patogeni sul territorio, ma anche quando si tratta di organismi nocivi da tempo infeudati.
(7-01059) «Parentela, Benedetti, Massimiliano Bernini, Gagnarli, Gallinella, L'Abbate, Lupo».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

vita selvatica

protezione dell'ambiente

riserva naturale