ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00855

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 528 del 24/11/2015
Abbinamenti
Atto 7/00837 abbinato in data 25/11/2015
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00156
Firmatari
Primo firmatario: PARENTELA PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 24/11/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 24/11/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
26/11/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/11/2015
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/11/2015
ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/11/2015
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE
ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 26/11/2015
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/11/2015

DISCUSSIONE IL 25/11/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 25/11/2015

DISCUSSIONE IL 26/11/2015

ACCOLTO IL 26/11/2015

PARERE GOVERNO IL 26/11/2015

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 26/11/2015

CONCLUSO IL 26/11/2015

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00855
presentato da
PARENTELA Paolo
testo di
Martedì 24 novembre 2015, seduta n. 528

   La XIII Commissione,
   premesso che:
    come noto, il cambiamento climatico costituisce una delle priorità più significative nell'agenda delle istituzioni nazionali ed internazionali: il riscaldamento globale, senza interventi urgenti che ne impediscano il continuo aumento, avrà un impatto devastante sugli habitat naturali e sulla produzione agricola mondiale, oltre che sulla disponibilità di acqua potabile e della vivibilità delle aree costiere;
    la regione sud europea e quella mediterranea, in particolare, risultano, secondo recenti studi, le più esposte agli effetti dei mutamenti climatici, con conseguenze allarmanti sul sistema di approvvigionamento alimentare, in considerazione dell'impatto negativo che tali fenomeni hanno sull'agricoltura e sulla conduzione dei suoli;
    secondo il comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici – Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) –, nei prossimi 30 anni, l'agricoltura subirà un calo di resa del 50 per cento nelle coltivazioni di riso, grano e mais, i rendimenti sono destinati a ridursi del 10 per cento per ogni grado di aumento sopra i 30 gradi; l'incremento della frequenza di ondate di calore avrà inoltre effetti molto gravi soprattutto sulla produzione di latte bovino, determinerà un aumento dei consumi irrigui delle colture e un aumento degli attacchi parassitari; la penetrazione del cuneo salino, causata dall'innalzamento del livello marino, è in grado di provocare una desertificazione destinata a compromettere, oltre all'agricoltura, anche la stessa vegetazione spontanea di larga parte delle coste italiane;
    con riferimento alla risorsa acqua, gli effetti più evidenti del surriscaldamento globale consistono in una progressiva riduzione delle precipitazioni, accompagnata da una marcata accentuazione degli eventi estremi di breve durata con conseguente alternanza di piogge alluvionali e prolungate siccità e con tutto ciò che questo comporta per il dissesto idrogeologico e la carenza di acqua rispetto al fabbisogno;
    secondo uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista accademica Nature nel 2009, da parte dei 29 maggiori scienziati della scienza del sistema terra, nel nostro pianeta esistono delle soglie o limiti che non dovrebbero assolutamente essere oltrepassati, pena il rischio di cambiamenti imprevisti e assolutamente irreversibili che metterebbero a rischio il buon funzionamento del sistema. Le interferenze umane nel ciclo dell'azoto e del fosforo, ad esempio, hanno causato improvvisi e pericolosi mutamenti della biochimica dei laghi e degli ecosistemi marini. Il processo di eutrofizzazione è infatti causato dalle emissioni di azoto e fosforo provocate dalle attività umane. Perciò, la salvaguardia e la tutela della risorsa suolo, anche attraverso la lotta contro il consumo e la desertificazione, contribuisce senz'altro a ripristinare l'equilibrio dell'ecosistema terrestre, ma richiede una strategia di intervento concordata a livello globale, posto che le riserve mondiali di minerali fosfatici, risorse non rinnovabili, indispensabili alla fertilità dei suoli, sono concentrate in pochi Paesi quali Cina, Stati Uniti e Marocco, oltre che nell'area del Sahara occidentale, e la loro continua domanda potrebbe innescare ulteriori tensioni geopolitiche;
    l'agricoltura industriale è altro fattore che incide negativamente sul cambiamento climatico, facendo uso di sistemi meccanizzati ad alta intensità energetica e a combustibili fossili e, a sua volta, ne è influenzata, visto che le monocolture geneticamente omogenee, su cui si basa, non sono resilienti; diversamente, i sistemi di gestione agroecologici – varietà di tecniche agricole, come agricoltura biologica, sinergica, sostenibile o permacultura –, basandosi sul rispetto della biodiversità, sull'efficienza dei processi biologici e sulla diversificazione dei sistemi di produzione, rappresentano un modello alternativo sostenibile, socialmente equo, resiliente ai cambiamenti climatici e, dunque, in grado di sostenere la sfida del cambiamento climatico;
    anche la crescita della popolazione, stimata dalla Fao a 9 miliardi entro il 2050, unita alla transizione verso modelli alimentari a più alto impatto ambientale tipici dei Paesi ricchi industriali, ha effetto sul cambiamento climatico in quanto implica il raddoppio della produzione alimentare, con notevole aumento delle emissioni globali generate: l'allevamento contribuisce per il 14,5 per cento alle emissioni causate dalle attività umane, più dell'intero settore dei trasporti; la crescente richiesta di olio di palma da parte dell'industria alimentare, inoltre, solo per citare un caso di attualità, causa degradazione e incendi delle foreste torbiere indonesiane, con conseguente aumento delle emissioni di gas serra; secondo alcune autorevoli fonti, la sostituzione delle foreste con i palmeti causerebbe il 4 per cento delle emissioni globali di gas serra, ponendo Indonesia e Malesia, dopo Usa e Cina, nell'elenco delle nazioni responsabili dell'inquinamento globale;
    in occasione del «Climate Summit» tenutosi il 23 settembre 2014 a New York, è stata firmata la «Dichiarazione di New York sulle Foreste», sottoscritta da 150 attori tra cui Governi, aziende, comunità indigene e organizzazioni non governative, che prevede di ridurre il tasso di perdita delle foreste entro il 2020, portandolo a zero entro il 2030. La dichiarazione impegna inoltre a ripristinare 150 milioni di ettari di territori degradati e terreni boschivi entro il 2020, ai quali se ne aggiungeranno altri 200 entro il 2030;
    a causa dei frequenti quanto repentini cambiamenti delle condizioni climatiche si assiste a un progressivo intensificarsi dei fenomeni di dissesto e instabilità dei versanti (su 712.000 frane censite in Europa nel 2012, 486.000 ricadono nel territorio italiano, di cui oltre l'80 per cento è localizzato nei territori montani), con gravi problemi di sicurezza, incolumità pubblica e di tutela e mantenimento degli equilibri ecologici;
    il patrimonio forestale italiano rappresenta un bene economico-sociale di elevato interesse pubblico ed è parte costituente delle risorse ambientali e naturali del Paese, ma anche del suo patrimonio storico-culturale, identitario ed economico; esso rappresenta una economia non localizzabile e i settori economici collegati presentano importanti potenzialità di sviluppo; la materia forestale è un tema d'interesse strategico per l'Italia e trasversale a diverse politiche (economica, ambientale, sociale, culturale), in considerazione anche degli impegni internazionali sottoscritti dal Governo italiano e degli obblighi e delle indicazioni comunitarie in materia ambientale e di sviluppo sostenibile che hanno influenzato e che influenzeranno le scelte politiche: appena il 15,7 per cento dei boschi italiani è regolamentato da strumenti di pianificazione della gestione e si registra un abbandono colturale per oltre il 60 per cento dei boschi nazionali;
    è di tutta evidenza, secondo i presentatori del presente atto di indirizzo, che il settore forestale e quello del legno italiano non esprimono pienamente le rispettive potenzialità, con gravi conseguenze anche per la salvaguardia dell'ambiente e il presidio del territorio;
    gli oceani e i sistemi di acqua dolce sono fondamentali per la sicurezza alimentare globale e sono la chiave per regolare il clima mondiale. Con circa un terzo delle emissioni di CO2 che finiscono negli oceani, questi costituiscono il più grande assorbitore di anidride carbonica nel mondo,

impegna il Governo:

   anche in considerazione della prossima riunione della XXI Conferenza delle Parti (Cop 21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, a valutare iniziative per attivare strumenti assicurativi mirati alla mitigazione dei danni dovuti agli inevitabili effetti climatici, oltre a quelli già previsti per agricoltori dai regolamenti comunitari e a promuovere un uso razionale dell'acqua durante la realizzazione del piano irriguo nazionale;
   a promuovere e sostenere a livello unionale iniziative volte alla corretta gestione del ciclo del fosforo e dell'azoto, con l'obiettivo dell'utilizzo sostenibile di tali risorse nella concimazione del suolo agrario;
   a promuovere, coinvolgendo tutte le istituzioni pubbliche competenti in materia, un'indagine ministeriale sullo stato dell'arte dell'approvvigionamento attuale e futuro dei concimi fosforici e azotati da parte del nostro Paese, nonché ad avviare campagne informative sulla tematica, al fine di informare correttamente i comuni e gli agricoltori sulle prassi e procedure consigliate per il recupero e l'impiego sostenibile del fosforo e dell'azoto;
   a promuovere un nuovo modello di agricoltura, per prevenire l'aggravare dell'inquinamento idrico, sia per la produzione alimentare, che per il ruolo fondamentale nella mitigazione dei cambiamenti climatici e dei danni naturali, favorendo, a livello normativo e finanziario, lo sviluppo di politiche agricole più sostenibili e incoraggiando le comunità locali a gestire la produzione e il consumo delle proprie risorse, nell'ottica degli obiettivi ambientali; a promuovere inoltre, la transizione verso l'agroecologia, pratiche sostenibili, resilienti e, allo stesso tempo, efficienti e socialmente eque, in grado di sostenere le sfide ambientali e alimentari future;
   a promuovere e sostenere progetti volti a diffondere un'educazione alimentare che privilegi un ridotto impatto sulle risorse ambientali e sulla salute dell'individuo rispetto alle diete alimentari caratterizzate dal consumo di prodotti di origine animale;
   ad attivare misure di contrasto allo spreco alimentare, in ossequio agli obiettivi enunciati nella Carta di Milano, tra cui quello della riduzione del 50 per cento dello spreco alimentare al 2020, definendo delle azioni precise e improrogabili, per agire a più livelli dalla produzione agricola per evitare le eccedenze, al riutilizzo nella catena alimentare destinata al consumo umano, fino al riciclo e al recupero, nonché a dare tempestivo seguito agli impegni contenuti nella mozione 1-00482 che è stata approvata dalla Camera il 3 giugno 2014;
   ad aderire alle linee guida del CFS (Committee on World Food Security) – FAO, per una gestione responsabile delle terre, delle foreste e dei bacini idrici;
   ad impegnarsi fattivamente per l'attuazione del «New York declaration on Forests», l'accordo siglato in occasione del vertice ONU «Climate summit 2014», con l'obiettivo di fermare la deforestazione delle foreste naturali entro il 2030, rafforzando gli incentivi per l'investimento a lungo termine e la tutela forestale ed aumentando i finanziamenti internazionali, progressivamente legati ai risultati;
   ad attivare, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, un ufficio permanente di coordinamento delle politiche forestali, oggi mancante, che rappresenti l'unico punto di riferimento e di indirizzo per le politiche forestali nazionali nel rispetto delle competenze e dei ruoli che la Costituzione definisce circa i rapporti fra Stato e regioni, e che svolga, in modo continuativo, le funzioni di coordinamento istituzionale e inter-istituzionale per le amministrazioni nazionali e regionali competenti in materia di politica e programmazione forestale, nonché di raccordo per tutte le iniziative internazionali e comunitarie in materia forestale, anche al fine di assicurare la presenza costante e qualificata dell'Italia in tali sedi, facendo sì che tale ufficio, senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato, possa avvalersi delle competenze e del personale presente nelle strutture interne del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali in quelle esterne (come l'Osservatorio foreste dell'Istituto nazionale di economia agraria, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria e il Corpo forestale dello stato);
   a promuovere iniziative per implementare tecnologie per migliorare l'indice di conversione alimentare in acquacoltura, per ridurre le emissioni di gas serra e per migliorare l'efficienza nell'uso delle risorse in generale, nonché ad identificare e ridurre le vulnerabilità dei sistemi di pesca e acquacoltura, migliorando la resilienza e l'adattabilità dei settori per contrastare i cambiamenti climatici, l'acidificazione degli oceani e i disastri naturali.
(7-00855) «Parentela, Benedetti, Massimiliano Bernini, Gagnarli, L'Abbate, Lupo, Busto, Gallinella».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica ambientale

cambiamento climatico

salvaguardia delle risorse