ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00840

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 520 del 12/11/2015
Abbinamenti
Atto 7/00869 abbinato in data 16/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: MARTELLA ANDREA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/11/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TARANTO LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
ARLOTTI TIZIANO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
BARGERO CRISTINA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
BECATTINI LORENZO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
BINI CATERINA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
CAMANI VANESSA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
CANI EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
CASELLATO FLORIANA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
DONATI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
GALPERTI GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
GINEFRA DARIO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
IMPEGNO LEONARDO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
MONTRONI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
PELUFFO VINICIO GIUSEPPE GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
SCUVERA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
SENALDI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
TIDEI MARIETTA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
AMODDIO SOFIA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
BRAGANTINI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
BERLINGHIERI MARINA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
BOLDRINI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
CARELLA RENZO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
CENSORE BRUNO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
COMINELLI MIRIAM PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
CRIVELLARI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
D'ARIENZO VINCENZO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
DE MENECH ROGER PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
DI MAIO MARCO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
FREGOLENT SILVIA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
FONTANA CINZIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
GIULIETTI GIAMPIERO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
GNECCHI MARIALUISA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
LODOLINI EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
MAESTRI PATRIZIA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
MARANTELLI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
MARCHI MAINO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
MARIANO ELISA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
MORETTO SARA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
MURER DELIA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
MIOTTO ANNA MARGHERITA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
MOGNATO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
MORANI ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
NACCARATO ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
NARDUOLO GIULIA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
PAGANI ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
PALMA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
PES CATERINA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
RUBINATO SIMONETTA PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2015
SANNA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2015
SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
TULLO MARIO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
VERINI WALTER PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
ZAPPULLA GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
ZARDINI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
ZOGGIA DAVIDE PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015
MURA ROMINA PARTITO DEMOCRATICO 02/12/2015


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
SANNA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015 02/12/2015
SANNA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2015 12/11/2015
Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Stato iter:
16/12/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/11/2015
MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 24/11/2015
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 16/12/2015
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO
VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE VOTO 16/12/2015
TARANTO LUIGI PARTITO DEMOCRATICO
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 16/12/2015
MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
EPIFANI ETTORE GUGLIELMO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 16/12/2015
VICARI SIMONA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/11/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 24/11/2015

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 02/12/2015

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/12/2015

DISCUSSIONE IL 16/12/2015

ACCOLTO IL 16/12/2015

PARERE GOVERNO IL 16/12/2015

APPROVATO IL 16/12/2015

CONCLUSO IL 16/12/2015

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00840
presentato da
MARTELLA Andrea
testo presentato
Giovedì 12 novembre 2015
modificato
Mercoledì 2 dicembre 2015, seduta n. 534

   La X Commissione,
premesso che:
secondo quanto emerge dal rapporto su «L'industria chimica in cifre» – predisposto da Federchimica-Confindustria ed aggiornato al giugno 2015 – l'industria chimica «continua ad essere uno dei settori trainanti a livello mondiale. Nonostante la crisi del 2008-09, il consumo mondiale di chimica continua ad aumentare a ritmi intensi (+2,9 per cento nel 2000-2014)» e, in un'ottica di medio-lungo termine, la crescita della domanda mondiale di chimica proseguirà sospinta, da una parte, dai consumi dei Paesi emergenti e, dall'altra, dal fatto che «la spinta, verso lo Sviluppo Sostenibile stimolerà i consumi di chimica anche nei Paesi avanzati non solo in valore (per il crescente contenuto tecnologico dei prodotti chimici), ma anche in volume (per l'aumento della penetrazione dei prodotti chimici nei settori utilizzatori)»;
inoltre, poiché «una quota preponderante dei prodotti chimici è destinata agli altri settori industriali (68 per cento)», «l'industria chimica rappresenta un elemento chiave per mantenere una base industriale forte in Europa in quanto – attraverso i suoi beni intermedi – trasferisce tecnologia e innovazione ai settori utilizzatori, contribuendo anche alla loro sostenibilità», sicché «la chimica dovrebbe essere al centro delle iniziative della Commissione Europea per riportare l'industria manifatturiera al 20 per cento del PIL»;
sul versante della, produzione, poi, «dal 2012 la quota degli Emergenti sul valore della produzione chimica mondiale ha superato quella degli Avanzati, che attualmente rappresentano il 45 per cento», ma la chimica europea esprime comunque – con 546 miliardi di euro – il 17 per cento del valore mondiale della produzione, quota che raggiunge il 20 per cento tenendo conto dei Paesi europei non appartenenti all'Unione europea;
in particolare, l'Italia «è il terzo produttore chimico europeo dopo Germania e Francia e il decimo a livello mondiale. Per alcune produzioni della chimica fine e specialistica, riveste posizioni anche più rilevanti», grazie all'attività di circa 2800 imprese chimiche il cui valore della produzione ammonta a circa 52 miliardi di euro – che generano occupazione diretta per 109 mila unità ed occupazione complessiva per oltre 350 mila unità, con una quota di addetti dedicati alla R&S (4,2 per cento) «decisamente superiore alla media manifatturiera (2,6 per cento)» e con un valore aggiunto per occupato «superiore di circa il 60 per cento alla media manifatturiera»;
la produzione chimica italiana si connota, ancora, per «una specializzazione forte e crescente nella chimica a valle che rappresenta il 58 per cento del valore della produzione...», e per «la presenza bilanciata di 3 tipologie di attori: le imprese a capitale estero (38 per cento del valore della produzione), i medio-grandi gruppi italiani (24 per cento) e le PMI (38 per cento)»: si tratta di piccole e medie imprese di qualità «come dimostrano i dati per addetto del valore aggiunto e delle spese del personale decisamente più elevati rispetto alle piccole e medie imprese industriali»; quanto ai principali gruppi chimici a capitale italiano, ne fanno parte «grandi realtà della chimica di base e gruppi medio-grandi, poco conosciuti al grande pubblico ma spesso leader nel loro segmento di specializzazione a livello mondiale o europeo»; inoltre, «l'Italia mostra nella chimica una capacità di attrazione degli investimenti esteri più elevata della media manifatturiera e più in linea con la media europea...»;
per quel che riguarda le performance sui mercati internazionali, «la chimica, dopo la farmaceutica, è il settore italiano con la più elevata incidenza di imprese esportatrici (54 per cento)» e «da diversi anni si evidenziano avanzi significativi e crescenti nella chimica fine e specialistica (2,5 miliardi di euro nel 2014)», risultato anche di «un posizionamento avanzato in termini di internazionalizzazione produttiva» e della centralità di ricerca e innovazione in un settore che presenta «la quota più elevata di imprese innovative in Italia (71 per cento)» ed una «diffusione dell'attività di R&S (42 per cento)», che risulta «più che doppia della media manifatturiera (19 per cento) in quanto nella chimica la ricerca non coinvolge solo i grandi gruppi ma anche tante PMI», facendo così registrare investimenti in ricerca e sviluppo di circa 480 milioni di euro (oltre il 5 per cento del valore aggiunto) e spesa complessiva in innovazione prossima ai 700 milioni di euro (circa l'8 per cento del valore aggiunto), con un posizionamento al primo posto (insieme alla farmaceutica) tra i diversi settori industriali «per quota di imprese che hanno investito in tecnologie e prodotti a favore della sostenibilità ambientale tra il 2008 e il 2014»;
benché l'incidenza delle spese di ricerca e sviluppo sul fatturato (0,9 per cento) risulti comunque, nel nostro Paese, inferiore alla media europea (1,6 per cento), e pur vero che «in un contesto di concorrenza internazionale sempre più pressante, di costi elevati delle materie prime e – più recentemente – anche di crollo della domanda interna, molte imprese chimiche hanno reagito cercando di innalzare il contenuto tecnologico dei prodotti attraverso un maggiore impegno nella ricerca. La quota di spese di innovazione dedicate alla ricerca è passata, infatti, dal 46 per cento al 68 per cento tra il 2000 ed il 2012»;
nel rapporto Federchimica di luglio 2015 su «Situazione e prospettive per l'industria chimica», così si legge «Nell'ipotesi che la crisi greca non comprometta la ripresa a livello europeo e italiano, le previsioni per la produzione chimica nazionale portano a chiudere il 2015 con un aumento dell'1,3 per cento sostenuto non solo dall'export (+3,5 per cento) ma finalmente anche dalla domanda interna (+1,4 per cento) dopo 4 anni di calo. Nel 2016 queste tendenze potranno diffondersi ai vari settori e consolidarsi, portando ad una crescita della produzione dell'1,8 per cento. Dopo la sostanziale stabilizzazione del 2014, l'industria chimica in Italia potrà lasciarsi alle spalle la più lunga e pesante recessione del Dopoguerra. L'intensità della ripresa rimarrà, però, modesta e le conseguenze della crisi continueranno a farsi sentire soprattutto per le PMI chimiche più dipendenti dal mercato interno i cui livelli di attività risultano, nella maggior parte dei casi, ancora decisamente inferiori al pre-crisi»;
nella nota congiunturale di Federchimica, del novembre 2015, su «L'industria chimica in Italia», si legge inoltre «Nonostante la generale debolezza del commercio internazionale, l'export chimico italiano risulta in forte espansione, + 4,9 per cento in valore in presenza di prezzi lievemente cedenti. Il cambio favorevole offre un importante sostegno, ma tale performance è soprattutto il frutto degli sforzi di riposizionamento delle imprese italiane conseguenti alla profonda crisi del mercato interno»; «Preoccupano la frenata degli emergenti e soprattutto le possibili ripercussioni, sulla Germania che rappresenta il principale partner estero non solo per la chimica ma anche per numerosi settori clienti. Ciò nonostante, la ripresa europea è attesa consolidarsi grazie al rafforzamento della domanda interna e le previsioni, per il cambio euro/$ rimangono favorevoli. Inoltre, uno scenario di quotazioni del petrolio al di sotto dei 60 $ rappresenta un sollievo per i margini, dopo anni di forte sofferenza, e ridimensiona la competitività delle produzioni extra-europee (alimentate ad etano, derivato del gas naturale) rispetto a quelle europee (alimentate a virgin nafta, derivato del petrolio)»;
nel contesto strutturale e nel quadro congiunturale fin qui delineati, è intervenuto, il 30 ottobre 2015, l'incontro tra l'amministratore delegato di ENI, dottor Claudio Descalzi, ed i segretari generali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil – Emilio Miceli, Angelo Colombini e Paolo Pirani nel corso del quale, come riportato nel comunicato stampa diffuso dalle organizzazioni sindacali, è stata rappresentata la riorganizzazione di ENI e sono stati confermati «i contatti con Fondi internazionali con i quali ENI sta negoziando la cessione di quote di Versalis. Inoltre è stato rappresentato come il tema della salvaguardia dell'occupazione e dell'attuale piano industriale di Versalis siano per Eni due condizioni indispensabili ai fini di scegliere il partner. In ogni caso l'Eni manterrà una quota di garanzia all'interno di Versalis e dunque non si tratterebbe di una cessione totale della propria società chimica»;
«Su questo punto – prosegue il comunicato stampa delle organizzazioni sindacali – abbiamo espresso le nostre perplessità in ordine alle preoccupazioni sulla tenuta della filiera chimica in Italia e sul rischio che una ipotesi di cessione di quote, in una fase caratterizzata dal basso costo del petrolio, possa generare appetiti speculativi. Rassicurazioni inoltre sono venute in ordine alle raffinerie di Sannazzaro, Livorno e Taranto, mentre su Gela l'Eni conferma il piano di investimenti già in corso di esecuzione (...) Eni ha confermato l'interesse verso la costituzione di un ramo funzionale nell'area «retail» del gas, ancora allo studio e non di imminente realizzazione, mentre sulla riorganizzazione di Saipem manterrà una funzione di garanzia sui futuri livelli occupazionali»;
«Anche su questi punti – conclude il comunicato – abbiamo espresso le nostre preoccupazioni sull'impatto generale delle decisioni – prese ed in itinere – ed abbiamo informato Eni che è nostra intenzione chiedere un tavolo di confronto politico con il Governo sulle refluenze possibili che il processo di riorganizzazione dell'Eni può determinare sull'assetto industriale del Paese e sulla presenza dell'azienda sul territorio»;
per quel che riguarda Versalis – la più grande società chimica italiana – le preoccupazioni manifestate dalle organizzazioni sindacali muovono, dunque, dallo stato di attuazione del piano industriale 2015-2018, che – con investimenti per circa 1,2 miliardi di euro aggiuntivi rispetto agli oltre 400 milioni di euro impegnati a partire dal 2012 – punta allo sviluppo di progetti di chimica verde e delle «specialities», ma segnala oggi la necessità di coerenti accelerazioni – in particolare per i siti di Porto Torres, Priolo e Porto Marghera – determinanti proprio nell'ottica della «tenuta della filiera chimica in Italia»;
peraltro, lo stesso amministratore delegato di Eni, dottor Claudio Descalzi, aveva illustrato – nel contesto della sua audizione da parte della questa Commissione X della Camera in data 5 novembre 2014 – un documento di presentazione della strategia complessiva della società, ricomprendente anche azioni di recupero nel settore della chimica attraverso il «Piano di rilancio Versalis», avente come obiettivo il raggiungimento del breakeven operativo a fine 2016 e declinato attraverso le seguenti linee di azione: ottimizzazione della capacità di conversione della chimica di base; flessibilizzazione delle cariche; valorizzazione delle tecnologie di proprietà; nuove piattaforme di chimica verde; sviluppo prodotti «specialties» e internazionalizzazione;
il 6 novembre 2015 si è svolto, a Roma, il Coordinamento sindacale del gruppo Eni e, in tale circostanza, i segretari generali di Filctem-Cgil Femea-Cisl ed UiltecUil hanno così dichiarato: «Il piano ENI esclude in prospettiva il paese ed alcune importanti filiere industriali – dall'estrazione, alla raffinazione, alla chimica – con il rischio concreto di un disimpegno ed un secco ridimensionamento»; «ENI, con il nuovo piano di riassetto, abbandona la chimica verde e la relega a fanalino di coda dell'Europa. Ancora una volta un'occasione perduta: si accumulano tagli nei processi di riconversione, insieme ad un abbandono di siti importanti come Porto Marghera, Porto Torres, Gela e alla stessa incertezza della prospettiva industriale di Saipem. Verranno azzerati in Italia gli investimenti previsti, mentre l'interesse dell'Eni sembra rivolto esclusivamente ai mercati internazionali. Ciò deprimerà le politiche di ricerca e innovazione che un grande campo come la chimica verde necessita nella competizione internazionale e nella acquisizione di quote di mercato»;
sulla scorta di tali valutazioni, le organizzazioni sindacali hanno proclamato due ore di sciopero a livello territoriale ed hanno indetto una grande assemblea pubblica nazionale, a Roma, per il 28 novembre 2015, richiedendo intanto un incontro urgente alla Presidenza del Consiglio;
forti reazioni si sono registrate anche a livello territoriale e, ad esempio, nel caso della regione Sardegna, l'assessore regionale alle attività produttive, Maria Grazia Piras, ha sottolineato che sarebbero inaccettabili, a Porto Torres, disimpegni da parte di Eni nel progetto «Matrica», affermando di «non vedere alternativa nel futuro di Porto Torres che non sia la chimica verde»;
la questione del ruolo di Eni nella filiera chimica italiana e il tema della continuità della presenza pubblica in Eni medesima assumono rilevanza anche per quanto concerne gli investimenti per gli interventi di bonifica e caratterizzazione delle aree – industriali, ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 – di cui Eni è protagonista attraverso la controllata Syndial – che costituiscono processo indispensabile per rilanciare l'attrattività di tali aree ai fini della allocazione di nuove, attività produttive, in particolare nel settore della chimica verde;
in considerazione del rilievo strategico del settore chimico, sarebbe opportuno ripristinare la piena funzionalità dell'Osservatorio chimico nazionale e delle sue articolazioni territoriali come sede permanente di confronto sulle dinamiche di settore e sulle politiche industriali,

impegna il Governo

ad effettuare un più attento monitoraggio delle prospettive della filiera chimica in Italia – a partire dagli sviluppi della vicenda Versalis e dalla loro valutazione in un'ottica di continuità e sviluppo di piano industriale, investimenti ed occupazione – e ad attivare tempestivamente ogni strumento di politica industriale utile al rafforzamento della competitività e della sostenibilità della chimica italiana, con particolare riferimento ai nodi del costo dell'energia, dell'efficienza infrastrutturale e logistica, dell'impulso alla ricerca e sviluppo, del sistema formativo, del sistema normativo e del rapporto con le pubbliche amministrazioni, anche attraverso l'istituzione di tavoli di approfondimento e confronto – che registrino il contributo delle parti sociali interessate e di ogni competente livello istituzionale ed amministrativo – e, in particolare, attraverso il ripristino dell'Osservatorio chimico nazionale, in sede ministeriale, nonché delle sue articolazioni territoriali.
(7-00840) «Martella, Taranto, Benamati, Arlotti, Bargero, Becattini, Bini, Camani, Cani, Casellato, Donati, Galperti, Ginefra, Impegno, Montroni, Peluffo, Scuvera, Senaldi, Tidei, Vico, Luciano Agostini, Amoddio, Braga, Paola Bragantini, Bratti, Berlinghieri, Paola Boldrini, Carella, Carra, Censore, Cominelli, Crivellari, D'Arienzo, D'Incecco, De Menech, Marco Di Maio, Fregolent, Cinzia Maria Fontana, Giulietti, Gnecchi, Grassi, Gribaudo, Lodolini, Patrizia Maestri, Marantelli, Marchi, Mariano, Moretto, Murer, Miotto, Mognato, Morani, Naccarato, Narduolo, Pagani, Palma, Pes, Rubinato, Giovanna Sanna, Sbrollini, Tullo, Venittelli, Verini, Zappulla, Zardini, Zoggia, Mura».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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