ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00813

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 503 del 15/10/2015
Abbinamenti
Atto 7/00769 abbinato in data 03/11/2015
Atto 7/00800 abbinato in data 03/11/2015
Atto 7/00806 abbinato in data 03/11/2015
Atto 7/00807 abbinato in data 03/11/2015
Atto 7/00815 abbinato in data 03/11/2015
Atto 7/00826 abbinato in data 03/11/2015
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00158
Firmatari
Primo firmatario: POLVERINI RENATA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 15/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RUSSO PAOLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 15/10/2015
CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 30/10/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
02/12/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 03/11/2015
POLVERINI RENATA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/11/2015
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
CAPOZZOLO SABRINA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 01/12/2015
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
CAPOZZOLO SABRINA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 01/12/2015
BOBBA LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 02/12/2015
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
CAPOZZOLO SABRINA PARTITO DEMOCRATICO
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
RUSSO PAOLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
POLVERINI RENATA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
RIZZETTO WALTER MISTO
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 02/12/2015
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 02/12/2015
MICCOLI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 02/12/2015
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 30/10/2015

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 30/10/2015

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 03/11/2015

DISCUSSIONE IL 03/11/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 03/11/2015

DISCUSSIONE IL 26/11/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/11/2015

DISCUSSIONE IL 01/12/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 01/12/2015

DISCUSSIONE IL 02/12/2015

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 02/12/2015

ACCOLTO IL 02/12/2015

PARERE GOVERNO IL 02/12/2015

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 02/12/2015

CONCLUSO IL 02/12/2015

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00813
presentato da
POLVERINI Renata
testo presentato
Giovedì 15 ottobre 2015
modificato
Venerdì 30 ottobre 2015, seduta n. 513

   Le Commissioni XI e XIII,
   premesso che:
    l'agricoltura è un argomento troppo importante per l'economia del Mezzogiorno per non essere affrontato in ogni suo aspetto a partire da alcune questioni che si possono definire strutturali e che ne minano alla radice le potenzialità;
    recenti drammatici episodi di cronaca hanno riportato l'attenzione dell'opinione pubblica sul fenomeno del caporalato, in particolare nell'agricoltura e nel Mezzogiorno;
    il caporalato in agricoltura è un fenomeno da combattere come la mafia e per batterlo occorre la massima mobilitazione di tutti: istituzioni, forze dell'ordine, imprese, associazioni e organizzazioni sindacali; non ci si può rassegnare allo sfruttamento dei braccianti, alla morte per fatica di numerosi lavoratrici e, lavoratori, come è purtroppo avvenuto questa estate, tantomeno ci si può arrendere al triste retaggio del caporalato; alcune iniziative prese dalle Organizzazioni sindacali, in particolare, si segnala quella dell'Unione generale del lavoro nelle province di Foggia e di Barletta, Andria, Trani, hanno ulteriormente evidenziato la pervasività di un fenomeno sicuramente complesso e che sfugge ad ogni forma di controllo e repressione per una serie di motivi, il primo dei quali è la carenza di uomini, mezzi e risorse finanziarie in capo agli ispettorati del lavoro, ma probabilmente anche la mancanza di un indirizzo preciso da parte della dirigenza degli enti preposti, primo fra tutti l'INPS, ad effettuare contatti più frequenti e mirati;
    sui recenti episodi di quest'estate sono in corso accertamenti da parte della magistratura che dovrà chiarire cause e responsabilità, cosa assolutamente urgente e necessaria anche per scongiurare un indiscriminato e generalizzato discredito, anche sul piano internazionale, sull'intero settore agricolo e su alcune produzioni di eccellenza (pomodori, uva) che rischia di danneggiare pesantemente la credibilità del sistema agricolo italiano e delle sue produzioni, anche a livello commerciale;
    va infatti dato atto e voce alle centinaia di migliaia di imprenditori agricoli onesti che rispettano le regole (non solo quelle sul lavoro) e che, oltre a subire la concorrenza sleale da parte di coloro che operano in modo scorretto, subiscono anche i riflessi negativi della «sfiducia» che ha colpito l'intero settore;
    le organizzazioni agricole, peraltro, sono state tra le prime a riconoscere che la presenza del lavoro nero e del caporalato in agricoltura rappresenta un problema, oltre che per lo Stato, anche per le imprese in regola, che adempiono puntualmente agli obblighi burocratici ed economici connessi ai rapporti di lavoro dipendente. Dette imprese, infatti, si trovano costrette a competere con aziende «sommerse», che operano con costi di produzione notevolmente inferiori;
    l'ampiezza del fenomeno, stimato da alcune fonti in almeno 400 mila unità, è corroborato dai dati dell'Inail sull'incidenza infortunistica: nel Mezzogiorno, come del resto in tutta Italia, non vengono denunciati gli infortuni sul lavoro in assenza di menomazioni, mentre sono denunciati quelli con conseguenze gravi o che portano al decesso della persona;
    il fenomeno del caporalato oltre ad essere devastante per le persone coinvolte, che lavorano in condizioni di assoluta insicurezza fisica ed economica, penalizza fortemente le aziende sane che rischiano di essere espulse dal mercato da chi opera in maniera scorretta e al di fuori di ogni norma;
    altrettanto grave appare il fenomeno del lavoro «fittizio», ossia del lavoro mai prestato ma denunciato agli enti previdenziali al solo fine di far percepire prestazioni indebite, sul quale pure dovrebbe concentrarsi l'attenzione ispettiva, anche per i costi e le distorsioni che esso provoca sul sistema previdenziale;
    la massima attenzione contro il deprecabile fenomeno del lavoro sommerso è stata dimostrata, tra le altre cose, dalla sottoscrizione di ben quattro avvisi comuni (nel 2004, nel 2007, nel 2009 e nel 2012) con le organizzazioni sindacali dei lavoratori agricoli, finalizzati a favorire l'azione di contrasto al lavoro sommerso, irregolare e fittizio, nonché a definire interventi mirati a salvaguardare i livelli occupazionali e a promuovere una migliore occupazione nel settore agricolo;
    per combattere i preoccupanti fenomeni sopra indicati, anche l'Unione europea ha fornito da tempo precise indicazioni, a cui sostanzialmente non è stato dato seguito. Con diversi provvedimenti, infatti, la Commissione europea (da ultimo con comunicazione Com/2007/0628) ha indicato quali sono le misure necessarie per combattere efficacemente il lavoro sommerso: ridurre i vantaggi finanziati del lavoro sommerso, alleggerendo la pressione fiscale sul lavoro; riformare e semplificare le procedure amministrative (segnatamente, in termini di costi); migliorare i meccanismi di sorveglianza e i sistemi sanzionatori. Si tratta degli obiettivi prospettati anche dalle parti sociali agricole, da ultimo nel citato avviso comune del gennaio 2012;
    purtroppo, nonostante le indicazioni dell'Unione europea e delle parti sociali, la pressione fiscale e contributiva sul lavoro rimane alta, gli adempimenti amministrativi numerosi e complessi, la vigilanza scarsamente selettiva e più attenta alle violazioni formali che sostanziali;
    per cercare di risolvere queste criticità, occorre sicuramente una migliore attività di intelligence da parte degli organi di vigilanza nella selezione delle aziende da ispezionare, cercando di concentrare l'attenzione su quelle imprese agricole che operano in modo completamente o parzialmente sommerso, a volte contigue alla criminalità organizzata (sull'argomento, e senza confusione di ruoli, i sistemi di bilateralità territoriale potrebbero senz'altro fornire il proprio contributo di conoscenza della realtà locale); una maggiore attenzione alle violazioni più gravi (lavoro nero, sfruttamento dei lavoratori, occupazione di clandestini ed altro); un altro aspetto che senz'altro influisce negativamente sulla complessiva azione ispettiva, e sulla qualità della stessa, è la circostanza, ormai innegabile, che gli ispettori di vigilanza sono visti dalle proprie amministrazioni più come soggetti che debbono «fare cassa», piuttosto che soggetti chiamati a promuovere ed imporre il rispetto delle regole sul lavoro. Questa circostanza spinge gli ispettori a rilevare comunque qualcosa di irregolare quando effettuano una visita ispettiva anche per raggiungere gli obiettivi minimi in termini di accertamento che gli vengono imposti;
    oltre ai segnalati problemi nel sistema di vigilanza, si sconta un grave ritardo del sistema di collocamento pubblico che non è mai stato in grado di garantire alle imprese agricole un efficace reclutamento di ingenti quantitativi di manodopera in brevi periodi nel corso delle grandi campagne di raccolta;
    il problema riguarda dunque più la vigilanza e l'organizzazione della domanda/offerta di lavoro che non una carenza normativa, dato che nell'ordinamento esiste da tempo un piano sanzionatorio importante che prevede pesanti conseguenze anche di carattere penale: reato di intermediazione illecita (caporalato), maxisanzione per il lavoro sommerso, sospensione dell'attività aziendale per lavoro non dichiarato, sfruttamento di lavoratori clandestini;
    da ultimo, non si può sottacere che la questione in alcuni territori e contesti economico/sociali è prevalentemente di ordine pubblico e come tale va trattata dalle istituzioni competenti al fine di tutelare i lavoratori ma anche le imprese da ingerenze da parte della criminalità organizzata;
    in ragione di ciò, si è proposto presso la Commissione lavoro della Camera di assumere ogni iniziativa possibile per approfondire questo fenomeno ed indagare i motivi e le responsabilità del mancato controllo del territorio, così come è stato fatto in passato in analoghe indagini conoscitive,

impegnano il Governo:

   a rafforzare l'azione ispettiva e di controllo da parte delle Istituzioni preposte, assumendo iniziative per riconoscere penalmente la responsabilità delle imprese che accettano di sfruttare manodopera irregolare;
   ad assumere iniziative per prevedere forme di tutela per i lavoratori migranti che denunciano i caporali e/o i datori di lavoro, estendendo anche ai lavoratori agricoli il diritto al permesso di soggiorno per motivi giudiziari;
    ad implementare il sistema di tracciabilità dei prodotti aumentando l'attenzione sulla qualità dell'occupazione, così da orientare le scelte del consumatore e, di conseguenza, i comportamenti delle aziende; ad assumere iniziative per introdurre degli sgravi contributivi per le aziende che regolarizzano la forza lavoro.
(7-00813) «Polverini, Russo, Catanoso».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lavoro nero

lavoratore migrante

lavoratore clandestino