ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00566

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 362 del 14/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: FERRARESI VITTORIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 14/01/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 14/01/2015
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 14/01/2015


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00566
presentato da
FERRARESI Vittorio
testo di
Mercoledì 14 gennaio 2015, seduta n. 362

   La II Commissione,
   premesso che:
    Eurojust è un'agenzia dell'Unione europea con sede a L'Aja, in Olanda;
   l'idea di istituirla nasce a Tampere, in Finlandia, ove nell'ottobre 1999 si riunì il Consiglio europeo, composto dai capi di Stato e di Governo dei 15 Stati allora membri dell'Unione, per tenere una riunione straordinaria esclusivamente dedicata alle problematiche degli affari interni e della giustizia;
   in quella sede venne deciso di creare l'unità di cooperazione giudiziaria permanente, denominata appunto Eurojust, con l'obiettivo di rafforzare la lotta contro le forme gravi di criminalità, in particolare di criminalità organizzata, che trascendono la dimensione nazionale e investono più di uno Stato membro;
   il Consiglio dell'Unione europea, con decisione 2002/187/GAI del 28 febbraio 2002, ha dato seguito a quella risoluzione, istituendo tale unità, quale organo dell'Unione, dotato di personalità giuridica e finanziato a carico del bilancio dell'Unione europea, composta all'inizio da 15 membri nazionali, e ora, dopo l'allargamento, da 27, ciascuno distaccato dal proprio Stato, in conformità del proprio ordinamento giuridico, aventi titolo di magistrato del pubblico ministero, giudice o funzionario di polizia con pari prerogative;
   l'Italia ha dato piena attuazione alla decisione del Consiglio dell'Unione europea del 28 febbraio 2002 con la legge 14 marzo 2005, n. 41;
   l'ambito di competenza generale dell’Eurojust comprende le forme di criminalità e i reati per i quali l’Europol è competente ad agire, in qualsiasi momento, e, in particolare: la prevenzione e la lotta contro il terrorismo; il traffico illecito di stupefacenti; la tratta di esseri umani; le reti d'immigrazione clandestina; il traffico illecito di materie radioattive e nucleari; il traffico illecito di autoveicoli; la lotta contro la falsificazione dell'euro; il riciclaggio dei proventi di attività criminali internazionali; la criminalità informatica; la frode, la corruzione e qualsiasi altro reato che colpisca gli interessi finanziari dell'Unione europea; il riciclaggio dei proventi di reato; la criminalità ambientale; la partecipazione ad un'organizzazione criminale;
   è stato pubblicato nel novembre 2014 il primo, allarmante rapporto (Strategic Project on Environmental Crime) di Eurojust sui crimini contro l'ambiente concentrato su tre argomenti: traffico di specie in via d'estinzione, traffico illegale di rifiuti esportati abusivamente dall'Italia e l'Irlanda verso Paesi terzi, tipi diversi d'inquinamento delle acque in Grecia, in Ungheria e in Svezia, l'esportazione illegale di lupi, scimmie e di uova di volatili; peraltro, alcuni rapporti di Europol segnalano che proventi del traffico delle corna di rinoceronte, in Africa, sono entrati a far parte del budget delle organizzazioni terroristiche internazionali;
   il citato rapporto, inoltre, prende anche in esame le strutture nazionali di controllo, l'accesso alle competenze, così come le possibili soluzioni per affrontare queste sfide;
   secondo il rapporto «certe organizzazioni criminali sono dietro le attività di criminalità ambientale transfrontaliera.... questo tipo di criminalità genera profitti sostanziali (la stima dell'Ocse è di 30 a 70 miliardi di dollari all'anno), ma la criminalità ambientale viene raramente condannata dalle autorità nazionali. Il numero di casi che sono trasmessi a Eurojust rimane basso, anche se c’è la necessità di operare in un modo transfrontaliero per arrivare a condannare»;
   la nuova commissaria europea alla giustizia, la socialista ceca Vera Jourova, ha affermato: «Una delle mie priorità è di rafforzare la fiducia dei cittadini nei sistemi giudiziari dell'Ue. E una delle cose necessarie per rafforzare questa fiducia è quella di attuare i procedimenti e assicurarsi che i criminali pericolosi siano effettivamente inviati in prigione. Allo stesso tempo, quando vengono emessi ordini di perquisizione e di sequestro/è necessario proteggere i diritti dei cittadini e lo Stato di diritto. Per questo è imperativo che i Procuratori vengano coinvolti fin dall'inizio nella lotta contro la criminalità transfrontaliera. La criminalità ambientale è una minaccia per la vita umana, la salute, e per le risorse naturali. Questi reati hanno un effetto su tutta la società. Bisogna combatterli duramente come gli altri reati»;
   secondo la presidente di Eurojust, Michele Coninsx, l'attività delle ecomafie in Europa è un fenomeno sottostimato «che crea grande profitto, con un basso rischio di arrivare a processo, e pene non sufficientemente dissuasive»;
   come si accennava sopra, l'Italia, dove il fenomeno è sotto i riflettori viene citata in particolare assieme all'Irlanda per i casi di export di rifiuti pericolosi verso Paesi terzi, soprattutto in Africa occidentale, e anche perché non si è ancora dotata di un'unità specializzata, a livello giudiziario. Tra i Paesi che, invece, meglio si sono attrezzati in questo senso ci sono Gran Bretagna e Olanda i quali, unitamente al Belgio, hanno sottolineato la necessità di un approccio più ampio per la lotta ai crimini ambientali e un maggior coordinamento a livello internazionale;
   dai principali porti italiani, gli organi a cui sono affidati compiti di vigilanza e repressione segnalano la partenza di tonnellate di rifiuti non trattati, anche pericolosi, verso destinazioni estere senza alcuna prova che tali residui siano avviati ad operazioni di recupero e riciclo nei paesi di destinazione; tali rifiuti non adeguatamente sottoposti a procedimenti di recupero tornano indietro dai Paesi esteri a cui sono stati destinati nei Paesi dell'Unione europea sotto forma di prodotti finiti dannosi per la salute (ad esempio biberon e giocattoli realizzati in materiale plastico tossico provenienti da rifiuti) con grave rischio di pregiudizio per la salute;
   inoltre, l'Italia non è ancora entrata a fare parte del network europeo dei procuratori per l'ambiente,

impegna il Governo:

   ad avviare, in ordine a quanto previsto da Eurojust, ogni iniziativa necessaria atta a rafforzare il coordinamento a livello internazionale per la lotta ai crimini ambientali e consentire un approccio transnazionale armonizzato a tale materia, coinvolgendo anche la direzione nazionale antimafia nel contrasto di attività illecite che riguardano non solo l'esportazione di rifiuti non soggetti ad alcun pretrattamento verso destinazioni comunitarie ed extracomunitarie ma anche l'importazione nel mercato nazionale di beni e prodotti che sono realizzati attraverso inadeguati, quando non anche frodatori, processi di riciclo di materie prime secondarie ottenute dai rifiuti;
   ad assumere iniziative per migliorare la cooperazione e lo scambio di informazioni, per affrontare organizzazioni criminali di natura sempre più transnazionale anche attraverso la creazione di un'unità specializzata, a livello giudiziario, o comunque a rafforzare la collaborazione e lo scambio di dati e informazioni sui crimini ambientali e sui loro responsabili a livello nazionale tra soggetti inquirenti, contestualmente prevedendo l'introduzione di condotte penalmente rilevanti in danno all'ambiente integranti «delitti» anziché mere «contravvenzioni» in considerazione della maggiore pervasività ed efficacia degli strumenti di indagine, nonché dei termini di prescrizione connessi ai reati previsti come delitti;
   ad avviare tutte le necessarie iniziative per consentire al nostro Paese l'entrata a fare parte del network europeo dei procuratori per l'ambiente.
(7-00566) «Ferraresi, Spadoni, Vignaroli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

riciclaggio di denaro

traffico illecito

scambio d'informazioni