ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00539

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 343 del 02/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: DAGA FEDERICA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 02/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00539
presentato da
DAGA Federica
testo di
Martedì 2 dicembre 2014, seduta n. 343

   La VIII Commissione,
   premesso che:
    il diritto alla abitazione rientra nella categoria dei diritti fondamentali inerenti alla persona, in forza dell'interpretazione desumibile da diverse pronunce dalla Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) e nelle sentenze della Corte costituzionale nn. 348 e 349 del 2007, che delineano i rapporti tra ordinamento interno e diritto sovranazionale;
    in questo periodo di crisi, in cui precarietà e disoccupazione non garantiscono più nessuna copertura sociale, sempre più vaste aree di popolazione si sono trovate in emergenza abitativa tanto che questa situazione investe, non solo le fasce sociali più deboli, ma una sempre più ampia «fascia grigia» fatta di persone sole, nuclei familiari mono-genitori, giovani coppie, lavoratori precari, immigrati, studenti, anziani soli;
    in Italia abbiamo la necessità, secondo i dati degli ultimi censimenti, di almeno 700.000 case popolari. Si legge in una nota del Sindacato degli Inquilini che sono 40.000 le case popolari lasciate al degrado, che solo a Milano oltre 9.000 appartamenti sono chiusi, mentre a Roma centinaia di alloggi hanno urgenti necessità di manutenzione;
    oggi l'abitazione è un lusso per tutte le persone che, con redditi bassi o occupazioni intermittenti, tentano di costruirsi un'esistenza dignitosa, un lusso concesso solo a chi può comprarla a caro prezzo;
    per rispondere ai bisogni di milioni di cittadini occorre, invece, utilizzare l'immenso patrimonio immobiliare pubblico, che va ristrutturato e riutilizzato, per essere messo a disposizione delle famiglie bisognose che, massacrate dalla crisi economica, non hanno le risorse per accedere al libero mercato della locazione;
    lo scorso maggio, con la conversione in legge del decreto-legge n. 47 del 2014, è stato modificato il decreto-legge n. 112 del 2008, prevedendo che, al fine di assicurare il coordinamento della finanza pubblica, i livelli essenziali delle prestazioni e favorire l'accesso alla proprietà dell'abitazione, entro il 30 giugno 2014, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, previa intesa della Conferenza unificata avrebbero approvato le procedure di alienazione degli immobili di proprietà dei comuni, degli enti pubblici anche territoriali, nonché degli Istituti autonomi per le case popolari, tenendo conto anche della possibilità di favorire la dismissione degli alloggi nei condomini misti nei quali la proprietà pubblica è inferiore al 50 per cento oltre che in quelli inseriti in situazioni abitative estranee all'edilizia residenziale pubblica, al fine di conseguire una razionalizzazione del patrimonio e una riduzione degli oneri a carico della finanza locale e che le risorse derivanti dalle alienazioni dovranno essere destinate esclusivamente a un programma straordinario di realizzazione o di acquisto di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica e di manutenzione straordinaria del patrimonio esistente;
    nella riunione del 16 ottobre 2014 la Conferenza unificata ha sancito l'intesa prevista dall'articolo 3, comma 1, del decreto-legge n. 47 del 2014, convertito in legge n. 80 del 2014, sullo schema di decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, del Ministro dell'economia e delle finanze e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, recante la definizione delle procedure di alienazione degli immobili di proprietà dei comuni, degli enti pubblici anche territoriali, nonché degli istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati;
    i sindacati degli inquilini hanno chiesto il ritiro del decreto ed hanno organizzato mobilitazioni ed assemblee in tutte le città;
    la regione Campania approvando la mozione del PD sull'emergenza abitativa ha chiesto il ritiro del decreto, impegnando la giunta del presidente Caldoro «ad assumere ogni iniziativa utile nei confronti del Governo nazionale per ottenere il ritiro del decreto e la sua modifica al fine di eliminare la previsione di vendita all'asta del patrimonio pubblico.»;
    anche la regione Lazio tramite una nota dell'assessore Refrigeri si è espresso contro la vendita all'asta delle case popolari affermando che «la forma ipotizzata di vendita all'asta pubblica e con poche garanzie, così come la mobilità per coloro che non acquistano sono elementi che generano forti timori»;
    l'agenzia ADN Kronos il 15 novembre 2014 ha dato notizia che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha emanato un comunicato nel quale si afferma che «non vi è alcun decreto attuativo» ma che, in accordo con il Ministero dell'economia e delle finanze e con la Conferenza unificata, si «sta lavorando al testo di un decreto attuativo del cosiddetto “Piano casa” che prevede, per gli enti proprietari in accordo con le Regioni, la possibilità di messa in vendita degli alloggi di edilizia popolare la cui manutenzione sia economicamente onerosa». Pertanto continua la nota – «non è assolutamente previsto» che le abitazioni vengano messe in vendita «al valore di mercato» e che «il decreto in elaborazione, oltre che tentare di sanare la disastrosa situazione economica degli enti che gestiscono case popolari, permetterà agli inquilini di poter acquistare l'alloggio in cui vivono con diritto di prelazione e a condizioni vantaggiose» e che «nessun alloggio potrà essere venduto se all'inquilino che rinuncia alla prelazione non verrà offerta dall'ente proprietario una riallocazione in abitazione equivalente»;
    l'articolo 4 del decreto-legge n. 47 del 2014 convertito dalla legge n. 80 del 2014 prevede con una tempistica ben chiara l'approvazione di un decreto attuativo volto a promuovere un Programma di recupero di immobili e alloggi di edilizia residenziale pubblica: «Entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, d'intesa con la Conferenza unificata, di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, approvano con decreto i criteri per la formulazione di un Programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà dei comuni e degli Istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, costituiti anche in forma societaria, e degli enti di edilizia residenziale pubblica aventi le stesse finalità degli IACP sia attraverso il ripristino di alloggi di risulta sia per il tramite della manutenzione straordinaria degli alloggi anche ai fini dell'adeguamento energetico, impiantistico statico e del miglioramento sismico degli immobili;
    entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, le regioni trasmettono al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti gli elenchi, predisposti dai comuni e dagli IACP, comunque denominati, delle unità immobiliari che, con interventi di manutenzione ed efficientamento di non rilevante entità, siano resi prontamente disponibili per le assegnazioni;
    con il decreto interministeriale di cui al comma 1 sono definiti i criteri di ripartizione delle risorse di cui al comma 5 tra le regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano che provvedono entro due mesi all'assegnazione delle risorse ai Comuni e agli Istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, nonché agli enti di edilizia residenziale aventi le stesse finalità degli IACP;
    il Governo riferisce alle competenti Commissioni parlamentari circa lo stato di attuazione del Programma di recupero di cui al presente articolo decorsi sei mesi dall'emanazione del decreto di cui al comma 1 e successivamente ogni sei mesi, fino alla completa attuazione del Programma»,

impegna il Governo:

   a sospendere le procedure di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e a modificare il decreto attuativo relativo all'articolo 3.1 del decreto-legge n. 47 del 2014 convertito con modificazioni dalla legge n. 80 del 2014, al fine di procedere alla cancellazione della previsione di vendita all'asta delle case popolari, evitando così una pesantissima ricaduta in termini di ampliamento della precarietà abitativa in Italia;
    a prevedere nella nuova formulazione del decreto attuativo che gli inquilini assegnatari abbiano la possibilità di scegliere se comprare o no la casa come previsto dalla legge 24 dicembre 1993, n. 560;
    a restituire il pieno controllo del patrimonio immobiliare nella disponibilità dei cittadini, applicando il principio di trasparenza in tutte le fasi di gestione di tale patrimonio;
    a utilizzare, per tamponare l'emergenza abitativa il patrimonio immobiliare pubblico e quello privato che non risulti abitato, quello degli enti previdenziali e dei fondi immobiliari e bloccare le vendite speculative (ovvero a prezzi superiori a quelli di mercato) del patrimonio immobiliare pubblico;
    a prevedere l'aumento dell'offerta di alloggi a canone sociale;
    a provvedere quanto prima all'approvazione del decreto ministeriale contenente i criteri per la formulazione di un Programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà dei comuni e degli Istituti, autonomi per le case popolari come previsto all'articolo 4 del decreto-legge n. 47 del 2014 convertito in legge n. 80 del 2014;
    a prevedere che tale programma abbia fondi certi per il recupero e l'autorecupero del patrimonio pubblico per la realizzazione di progetti per il riuso delle città secondo politiche volte al consumo di «suolo zero», nell'ottica di una concreta rigenerazione urbana, anche attraverso il meccanismo dell'autorecupero;
    a chiarire a quanto ammontino i fondi previsti per l'attuazione dell'articolo 4 del decreto-legge n. 47 del 2014 convertito in legge n. 80 del 2014;
    a dare quanto prima attuazione a quanto previsto dagli articoli 26 e 27 del decreto-legge sblocca Italia (decreto-legge n. 133 del 2014 convertito nella legge n. 164 del 2014) contenenti misure finalizzate alla valorizzazione degli immobili demaniali inutilizzati, con priorità di valutazione ai progetti di recupero di immobili a fini di edilizia residenziale pubblica (ERP), da destinare a nuclei familiari utilmente collocati nelle graduatorie comunali per l'accesso ad alloggi di edilizia economica e popolare e a nuclei sottoposti a provvedimenti di rilascio per morosità incolpevole nonché agli immobili da destinare ad autorecupero, affidati a cooperative composte esclusivamente da soggetti aventi i requisiti per l'accesso all'ERP ed a interventi per la bonifica dell'amianto e per la messa in sicurezza e l'incremento dell'efficienza energetica di scuole, asili nido, strutture socio-sanitarie, edilizia residenziale pubblica.
(7-00539) «Daga, Segoni, Zolezzi, Terzoni, De Rosa, Micillo, Mannino, Busto».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

casa popolare

ente pubblico territoriale

liberalizzazione del mercato