ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00267

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 176 del 19/02/2014
Firmatari
Primo firmatario: ZARATTI FILIBERTO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 19/02/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PIAZZONI ILEANA CATHIA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/02/2014
ZAN ALESSANDRO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/02/2014
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/02/2014
PILOZZI NAZZARENO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/02/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00267
presentato da
ZARATTI Filiberto
testo di
Mercoledì 19 febbraio 2014, seduta n. 176

   La VIII Commissione,
   premesso che:
    il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (cosiddetto Codice ambientale), all'articolo 252, come modificato dall'articolo 36-bis, comma 1, del decreto-legge 83/2012, norma i criteri per l'individuazione e la definizione dei Siti di interesse nazionale (SIN) ai fini della bonifica, in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell'impatto sull'ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico;
    alcuni tra i criteri volti a individuare un'area quale Sito di interesse nazionale, stabiliscono che: 1) gli interventi di bonifica devono riguardare aree e territori, compresi i corpi idrici, di particolare pregio ambientale; 2) il rischio sanitario ed ambientale che deriva dal rilevato superamento delle concentrazioni soglia di rischio deve risultare particolarmente elevato in ragione della densità della popolazione o dell'estensione dell'area interessata; 3) l'impatto socio economico causato dall'inquinamento dell'area deve essere rilevante; 4) vi sia, o vi sia stata, l'insistenza di attività di raffinerie, di impianti chimici integrati o di acciaierie;
    la discarica romana di Malagrotta, situata nell'area di valle Galeria, è stata aperta nel lontano 1974, e chiusa definitivamente, dopo infinite proroghe, il 1o ottobre scorso;
    Malagrotta è la discarica più grande d'Europa: con un'estensione di circa 240 ettari, ha raccolto quasi 5mila tonnellate di rifiuti al giorno, provenienti dalla città di Roma e da parte della sua provincia, inclusi i rifiuti speciali degli aeroporti di Ciampino e Fiumicino;
    la discarica, secondo le analisi dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente del Lazio, ha costituito e costituisce la principale causa di fenomeni di inquinamento delle acque e dei terreni circostanti;
    la stessa «Relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lazio» approvata il 3 luglio 2012 dalla «Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti», riporta – tra l'altro – la valutazione epidemiologica dello stato di salute della popolazione residente nell'area di Malagrotta svolta dal dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario regionale e dall'Arpa Lazio, pone in evidenza l'aumento di neoplasie e di patologie a carico degli apparati respiratori e cardiovascolari nella popolazione insediata a ridosso degli impianti industriali presenti nell'area;
    la stessa ARPA, con nota prot. 00550653 del 9 luglio 2010, nel confermare il quadro di contaminazione delle acque sotterranee rilevato nella precedente campagna di monitoraggio, aveva del resto già sottolineato «un peggioramento dello stato di contaminazione del sito sia per composti inorganici che per composti organici»;
    come riportato dalla suddetta «Relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lazio», un altro studio dell'ISPRA «Studio dell'impatto della discarica di Malagrotta sulle acque superficiali e sotterranee mediante l'uso di metodologie isotopiche: risultati preliminari», concludeva asserendo che «l'indagine multidisciplinare realizzata nell'area della discarica di Malagrotta (RM) dal CIRCEDSA/SUN, ISPRA e ARPA Lazio evidenzia una contaminazione diffusa delle acque sotterranee, esterne ed interne al sito, da parte di metalli e inquinanti. In particolare, l'utilizzo di metodologie isotopiche allo scopo di identificare il potenziale inquinamento da percolato insistente sulle risorse idriche sotterranee e superficiali è stato dimostrato essere uno strumento applicabile nell'area di studio considerata ed efficace nell'identificare zone di possibile contaminazione»;
    ma è tutta l'intera area della valle Galeria a rappresentare una vera e propria emergenza ambientale e sanitaria. Le indagini epidemiologiche effettuate dall'Asl Roma e dall'Arpa mostrano un quadro piuttosto preoccupante, con valori di inquinamento fuori da ogni parametro;
    anche la recente relazione preliminare del politecnico di Torino richiesta dal Consiglio di Stato in merito all’iter giudiziario aperto in seguito all'ordinanza emessa il 12 novembre 2010 dal sindaco di Roma per la messa in sicurezza l'area circostante la discarica a salvaguardia delle acque sotterranee e già annullata dal Tar del Lazio, confermano la non salubrità ambientale della zona della valle Galeria. Dalla valutazione dei dati di qualità dell'acqua di falda disponibili risulta che nei punti a valle della discarica si riscontrano o direttamente parametri di inquinamento presenti nel percolato o parametri che appaiono derivare da fenomeni biologici aventi origine nelle caratteristiche chimico-fisiche dello stesso percolato. Il confronto tra i dati di monitoraggio chimico dell'acqua di falda superficiale, unito a considerazioni di carattere idrogeologico – rivela una nota diffusa dall'Arpa Lazio (l'Agenzia per la protezione ambientale della regione che nel 2010 aveva diffuso una allarmante relazione) portano a ricondurre all'attività di discarica gestita dalla E. Giovi srl (società del «re» di Malagrotta, Manlio Cerroni arrestato nell'ambito dell'inchiesta) il fenomeno di contaminazione dei terreni;
    l'elevato livello di rischio ambientale e sanitario dell'area di valle Galeria, è tale da far classificare l'intera zona valle Galeria come fra le 18 aree italiane ad alto rischio di incidente rilevante, di cui al decreto legislativo n. 334 del 1999 (la cosiddetta legge Seveso 2). Detto elevato livello di rischio ambientale e sanitario, è infatti fortemente acuito dalla contestuale presenza, oltre alla discarica, di numerose altre attività e impianti inquinanti, tra i quali:
     a) il deposito idrocarburi Sud Gas;
     b) il deposito idrocarburi ENI – EX PRAOIL;
     c) il deposito G.P.L. Lampogas e del deposito idrocarburi DECO;
     d) la ex raffineria, con i suoi impianti di stoccaggio di idrocarburi derivati;
    a ciò si aggiungano due impianti per il Trattamento meccanico biologico dei rifiuti (TMB), cave per l'estrazione di materiali da costruzione, un gassificatore, un inceneritore di rifiuti speciali ospedalieri ubicato nei pressi di Ponte Malnome. Si rammenta peraltro, proprio con riferimento a quest'ultimo impianto, che nei primi giorni di febbraio 2014, a seguito del forte nubifragio che hanno colpito molte aree laziali, vi è stata l'esondazione del Rio Galeria che ha provocato la fuoriuscita sui terreni circostanti dei suddetti rifiuti ospedalieri, con rischi evidenti per la salute e per l'ambiente, tanto che la procura di Roma ha avviato un'indagine in proposito,

impegna il Governo

a verificare i presupposti per dichiarare l'area di Valle Galeria quale sito di interesse nazionale, ai sensi dell'articolo 252 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
(7-00267) «Zaratti, Piazzoni, Zan, Pellegrino, Pilozzi».

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DL 2006 0152

GEO-POLITICO:

ROMA,ROMA - Prov,LAZIO

EUROVOC :

rischio sanitario

deposito dei rifiuti

edificio per uso industriale

gestione dei rifiuti

protezione dell'ambiente

inquinamento del suolo