ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00249

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 166 del 04/02/2014
Abbinamenti
Atto 7/00268 abbinato in data 17/09/2014
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00085
Firmatari
Primo firmatario: CENNI SUSANNA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/02/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DALLAI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 04/02/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
29/10/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 17/09/2014
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 24/09/2014
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 15/10/2014
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 22/10/2014
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
 
ILLUSTRAZIONE 29/10/2014
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 29/10/2014
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE VOTO 29/10/2014
CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 29/10/2014
OLIVERO ANDREA VICE MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 29/10/2014
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/09/2014

DISCUSSIONE IL 17/09/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 17/09/2014

DISCUSSIONE IL 24/09/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 24/09/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 08/10/2014

DISCUSSIONE IL 15/10/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 15/10/2014

DISCUSSIONE IL 22/10/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 22/10/2014

DISCUSSIONE IL 29/10/2014

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 29/10/2014

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 29/10/2014

CONCLUSO IL 29/10/2014

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00249
presentato da
CENNI Susanna
testo di
Martedì 4 febbraio 2014, seduta n. 166

   La XIII Commissione,
   premesso che:
    l'agricoltura rappresenta uno dei settori maggiormente incisivi sulla bilancia commerciale del Paese, una delle voci principali di export e di produzioni di eccellenza capace di essere, anche nella grave e perdurante crisi economica ed occupazionale, un comparto anticiclico di irrinunciabile valenza;
    da anni le rilevanti criticità determinate dai danni causati all'agricoltura e alla zootecnia da alcune specie di fauna selvatica o inselvatichita, hanno assunto dimensioni allarmanti, con gravi ripercussioni che incidono inevitabilmente, oltre che sui bilanci economici delle aziende agricole (in particolare delle aziende di medie e piccole dimensioni che vedono compromesso gran parte del reddito ed interessando produzioni di grande qualità ed eccellenza come il settore vitivinicolo) e compromettendo in vaste aree l'equilibrata ed integrata coesistenza sostenibile tra attività umane e specie animali;
    la necessità di affrontare e risolvere il problema è stata, nel corso degli anni, sollecitata dalle associazioni agricole di categoria, dagli enti locali territoriali e dalla Conferenza delle regioni;
    il fenomeno dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche continua ad avere i connotati di una vera e propria emergenza, che sollecita l'avvio urgente di iniziative da parte delle istituzioni pubbliche, volte a prevedere un sistema adeguato di efficaci misure preventive e di contrasto;
    dal punto di vista giuridico la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato, così come disposto dalla legge n. 157 del 1992;
    sempre la legge n. 157 del 1992 attribuisce alle regioni la competenza in materia di normativa, di programmazione e gestione dell'attività venatoria (nel rispetto dei princìpi generali della legislazione quadro nazionale e delle norme internazionali recepite), che hanno per lo più normato ed attivato in materia le amministrazioni provinciali e gli ATC determinando attività di prevenzione e di prelievo della fauna presente in eccesso;
    tali attività sembrano non risultare sufficientemente efficaci e, secondo quando segnalato da numerose amministrazioni locali, pare essere divenuto più complesso ed in alcuni casi quasi inapplicabile, l’iter previsto dalla legge per giungere ai prelievi (province, regioni, Ispra, Atc);
    alla luce di queste difficoltà e per contrastare e prevenire tale fenomeno sono state effettuate numerose e diversificate iniziative parlamentari, che hanno interessato vari gruppi politici, sia nella XVI che nell'attuale legislatura. Sul tema sono state infatti presentati atti di sindacato ispettivo, risoluzioni, proposte di legge ed avviate approfondite indagini conoscitive;
    secondo le stime le perdite economiche causate dalla fauna selvatica alle colture, la maggior parte delle quali riconducibili ai cinghiali, sono indicate, da alcune associazioni di categoria, in oltre 70 milioni di euro annui (in molti casi rimborsati solo parzialmente);
    sussiste comunque una palese difficoltà a reperire dati ufficiali ed aggiornati sui danni provocati dalla fauna selvatica. A livello nazionale infatti non esiste ad oggi un «database» complessivo con dati qualitativi e quantitativi provocati dalla fauna selvatica. Possiedono «database» le regioni Toscana, Piemonte, Emilia Romagna ed Umbria;
    nel mese di novembre 2010 la Conferenza delle regioni e delle province autonome ha prodotto un documento relativo ad una indagine conoscitiva sui danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche relative al periodo (2005-2009). Da tale documento sono emerse, in sintesi, le seguenti indicazioni:
     a) i danni causati dalla fauna selvatica sono ingenti e presenti in tutte le regioni, anche se sono differenziati in ragione del territorio, delle culture presenti e delle specie che li causano;
     b) le specie animali che procurano danni sono in particolare: cinghiale, capriolo, daino, lepre, fagiano, storno, lupo, nutria;
     c) le percentuali significative dei danni sono provocate dalle tre specie maggiormente immesse a scopo venatorio: cinghiale, lepre e fagiano;
     d) i maggiori danni sono stati registrati alle coltivazioni, in particolar modo alle produzioni erbacee (oltre 40 milioni di euro) ed alle produzioni arboree (circa 16 milioni di euro);
     e) i danni interessano anche la zootecnia ed i veicoli stradali a seguito di incidenti causati da animali selvatici;
    la Conferenza delle regioni e delle province autonome ha sollecitato in numerose occasioni il Governo a dare completa attuazione alle disposizioni contenute all'articolo 66, comma 14, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (legge finanziaria per il 2001), che dispone il trasferimento, da ripartire tra le regioni per la realizzazione di programmi di gestione faunistico-ambientale a decorrere dall'anno 2004, di una somma pari al 50 per cento dell'introito derivante dall'applicazione della tariffa sulle concessioni governative relative alle licenze di porto di fucile a uso caccia. Maggiori risorse, a giudizio della conferenza, sarebbero inoltre di aiuto anche agli osservatori faunistici regionali per svolgere l'attività di monitoraggio degli habitat e della fauna selvatica nonché per i prelievi e per le deroghe;
    nella XVI legislatura la Commissione agricoltura della Camera dei deputati ha approvato un documento a conclusione dell'indagine conoscitiva sul «Fenomeno dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche». Nella relazione viene evidenziata:
     a) la necessità di una analisi quantitativa e qualitativa del fenomeno attendibile basata su dati certi, realizzata da un ente terzo qualificato e con protocolli scientifici adatti ai censimenti;
     b) una rivalutazione, anche temporanea, dei criteri di immissione sul territorio di esemplari di fauna per le specie di cui è stato accertato uno squilibrio delle popolazioni che causa danni gravi alle popolazioni agricole;
     c) la valorizzazione, da parte degli organismi pubblici competenti, di una interazione sinergica ed integrata con gli agricoltori ed i cacciatori, anche attraverso collaborazioni specifiche e progetti di filiera;
     d) una puntuale individuazione delle aree da ritenersi vocate alla presenza faunistica e di quelle, invece, ove la presenza delle attività agro-silvo-pastorali impone la riduzione al minimo del numero di cinghiali, al fine di prevenire danni alle persone e cose, nonché alle attività che risultano essere quelle maggiormente colpite;
     e) il concreto funzionamento delle aree contigue (articolo 32 della legge n. 394 del 1991) in modo che le stesse possano svolgere la loro funzione di «zona cuscinetto» tra l'area protetta ed il territorio in cui si esercita la caccia;
     f) una maggiore attenzione alla prevenzione ed ai finanziamenti che questa comporta incoraggiando le amministrazioni locali competenti ad incentivare le aziende nella realizzazione di investimenti strutturali per la difesa dai danni;
    appare quindi evidente che ogni strumento o azione efficace per contrastare adeguatamente tale fenomeno debba essere basato su una conoscenza capillare e certificata dei danni prodotti dalla fauna selvatica. La raccolta di questi dati necessita quindi di un protocollo rigoroso ed omogeneo. L'Ispra (l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, vigilato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare) sembrerebbe quindi rappresentare l'ente statale preposto di riferimento scientifico e di ricerca, per mettere a punto e coordinare, di concerto con i Ministeri competenti e gli enti locali di riferimento, un protocollo rigoroso, omogeneo ed efficace di raccolta dei dati per i danni causati dalla fauna selvatica;
    l'Ispra è stato infatti istituito con la legge n. 133 del 2008 e svolge anche le funzioni, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale, che erano di competenza dell'ex Ispra (Istituto nazionale per la fauna selvatica normato dalla legge n. 157 del 1992);
    l'Istituto nazionale per la fauna selvatica, organo scientifico e tecnico di ricerca e consulenza per lo Stato, le regioni e le province, aveva il compito di censire il patrimonio ambientale costituito dalla fauna selvatica; di studiarne lo stato, l'evoluzione ed i rapporti con le altre componenti ambientali; di elaborare progetti di intervento ricostitutivo o migliorativo sia delle comunità animali sia degli ambienti al fine della riqualificazione faunistica del territorio nazionale; di effettuare e di coordinare l'attività di inanellamento a scopo scientifico sull'intero territorio italiano; di collaborare con gli organismi stranieri ed in particolare con quelli dei Paesi della Comunità economica europea aventi analoghi compiti e finalità; di collaborare con le università e gli altri organismi di ricerca nazionali; di controllare e valutare gli interventi faunistici operati dalle regioni e dalle province autonome; di esprimere i pareri tecnico-scientifici richiesti dallo Stato, dalle regioni e dalle province autonome;
    nonostante i danni interessino tutto il territorio nazionale il fenomeno ha colpito e colpisce in particolare rilevanza alcune regioni, ed in particolare Toscana, Piemonte, Liguria;
    la gravità di tale problematica ha spinto ad esempio la regione Toscana, nei giorni scorsi e per voce dell'assessore all'agricoltura Gianni Salvadori, a chiedere al Governo italiano di farsi promotore nei confronti dell'Unione europea per favorire l'introduzione dello storno fra le specie cacciabili, dal momento che «dopo il cinghiale e il capriolo, è la specie che causa più danni all'agricoltura toscana», e numerose amministrazioni provinciali a scrivere allo stesso Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali segnalando la gravità di danni prodotti da cinghiali e caprioli, come evidenziato da Anna Maria Betti, assessore all'agricoltura e caccia della provincia di Siena e coordinatore Upi Toscana: «Le norme e i regolamenti in materia di gestione della fauna selvatica – ha dichiarato – non sono più adeguati alla situazione attuale e non consentono di mantenere densità sostenibili e giusto equilibrio fra le specie, con l'ambiente circostante e con l'attività agricola»,

impegna il Governo:

   a promuovere tutte le iniziative necessarie urgenti, sia in sede nazionale che in sede comunitaria, per contrastare e prevenire con efficacia il problema dei danni alle colture causati dalla fauna selvatica prevedendo una maggiore sinergia con le regioni e le province autonome;
   a convocare quindi in tempi brevi un tavolo tematico di concertazione con le regioni e le province autonome sul problema dei danni causati dalla fauna selvatica;
   ad istituire, mediante il concerto tra i Ministeri competenti, Ispra, le regioni e le province autonome, un osservatorio permanente in grado di censire con puntualità, certezza e per mezzo di comprovati parametri tecnici e scientifici, i danni provocati dalla fauna selvatica su tutto il territorio nazionale;
   a reperire risorse adeguate per risarcire gli agricoltori dai danni causati dalla fauna selvatica a partire dalla completa attuazione alle disposizioni contenute all'articolo 66, comma 14, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, citata in premessa;
   a promuovere ulteriori strumenti finanziari e fiscali per far fronte ai danni complessivi causati dalla fauna selvatica, prevedendo, con rifinanziamento del medesimo, l'utilizzo del Fondo di solidarietà nazionale per l'agricoltura e l'incentivazione di forme assicurative specifiche;
   ad attivare strumenti e risorse finanziarie per promuovere, da parte dei soggetti pubblici e privati interessati, una reale ed efficace azione di prevenzione e la promozione di azioni sperimentali;
   a valutare iniziative normative straordinarie, qualora venisse documentato scientificamente un grave sovrannumero di alcune specie di fauna selvatica, per vietare temporaneamente l'immissione sul territorio di tali esemplari e per introdurre deroghe alla legislazione vigente per l'attività faunistica e per gli interventi di controllo, ove si rendessero necessari.
(7-00249) «Cenni, Dallai».

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 2000 0388

EUROVOC :

fauna

settore agricolo

produzione agricola

amministrazione locale

sostegno agricolo

utilizzazione degli aiuti