ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00196

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 132 del 05/12/2013
Abbinamenti
Atto 7/00441 abbinato in data 06/08/2014
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00078
Firmatari
Primo firmatario: OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/12/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ANTEZZA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 05/12/2013
COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 05/12/2013
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 05/12/2013
MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 05/12/2013
VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 05/12/2013
ROMANINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 23/07/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
10/09/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 23/07/2014
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 06/08/2014
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 10/09/2014
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
CATANIA MARIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
PARERE GOVERNO 10/09/2014
OLIVERO ANDREA VICE MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 23/07/2014

DISCUSSIONE IL 23/07/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 23/07/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 06/08/2014

DISCUSSIONE IL 06/08/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 06/08/2014

DISCUSSIONE IL 10/09/2014

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 10/09/2014

ACCOLTO IL 10/09/2014

PARERE GOVERNO IL 10/09/2014

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 10/09/2014

CONCLUSO IL 10/09/2014

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00196
presentato da
OLIVERIO Nicodemo Nazzareno
testo di
Mercoledì 23 luglio 2014, seduta n. 270

   La XIII Commissione,
premesso che:
da un attento esame della filiera pioppicola italiana, emerge pienamente l'importanza del pioppo per la sua contemporanea valenza economica, produttiva ed ambientale;
la pioppicoltura rappresenta per l'Italia la più significativa fonte interna di legname per l'industria, pur occupando una superficie minima rispetto a quella delle foreste (meno dell'1 per cento a livello nazionale): per un Paese che importa più dei tre/quarti del legno che consuma, ma che proprio nell'industria della trasformazione del legno in pannelli, mobili ed arredamenti ha uno dei suoi punti di forza nel mercato mondiale, la produzione di legno di pioppo assume un'importanza strategica;
peraltro, la pioppicoltura praticata secondo metodi di coltivazione «sostenibile» non ha mai generato problematiche di impatto ambientale contribuendo, al contrario, al mantenimento della stabilità, fertilità e depurazione dei suoli e delle acque, di buoni livelli di biodiversità ed al conseguimento degli obiettivi sottoscritti dall'Italia con il Protocollo di Kyoto (1997), il trattato internazionale per la riduzione della C02 atmosferica, che riconosce esplicitamente il ruolo ambientale della gestione foreste e delle coltivazioni legnose;
esaminando la filiera pioppicola italiana emerge l'importanza del pioppo per la sua valenza economica, produttiva ed ambientale. Nonostante la drastica diminuzione delle superfici coltivate a pioppo, il legname proveniente dai pioppeti coltivati continua a rappresenta oltre: un/terzo del tondo da industria di origine italiana lavorato dalle imprese operanti nella filiera legno arredo italiana;
i dati ufficiali nazionali, infatti, stimano che la quantità legno tondo da industria, di origine italiana, sia pari a circa 2.415.000 m3, 1.138.000 dei quali di latifoglie (Fonte: elaborazioni su dati Eurostat (Romano, Cesaro, 2011). All'interno di questa categoria, il pioppo da arboricoltura da legno specializzato è stimato pari a circa 950.000 metri/cubi (FAO-ISTAT);
nonostante il peso preponderante del legno di Pioppo sulla quota totale di legno da lavoro di origine italiana, le disponibilità attuali non sono in grado di soddisfare il fabbisogno dell'industria di trasformazione nazionale, che è costretta ad importarne notevoli quantitativi dall'Est Europa e dalla Francia, vanificando i benefici della filiera virtuosa del pioppo italiano;
negli ultimi anni il problema della mancanza della materia prima disponibile, sta portando alcune aziende del settore a delocalizzare la produzione all'estero, dove la pioppicoltura viene maggiormente valorizzata, con la conseguente perdita di posti di lavoro in Italia sia nelle fasi della coltivazione che in quelle della trasformazione;
emerge, pertanto, la pressante necessità di sostenere ed incentivare lo sviluppo della pioppicoltura, nell'ambito della politica di sviluppo prevista dalla nuova politica agricola comune, al fine di rendere vantaggiosa e redditizia oltre che competitiva questa forma digestione e conduzione dei terreni, ai proprietari. Infatti senza una politica di incentivi adeguati, i coltivatori preferiscono orientarsi verso colture annuali, anch'esse incentivate, ma con la differenza che l'investimento sarà per un solo anno con la certezza del reddito;
i dati ottenuti dalle aziende del settore evidenziano che, nelle condizioni attuali, per poter rendere competitiva la coltivazione del pioppo rispetto ad altre forme di coltura nel caso peggiore all'abbandono della stessa, occorrono forme d'incentivazione in grado di sostenere i costi dell'impianto e di manutenzione oltreché di mancato reddito per un importo sufficiente a rendere concorrenziale la coltivazione del pioppeto;
la pioppicoltura tradizionale a turno decennale è in grado di soddisfare i fabbisogni di tutta la filiera, rispetto alla superficie stimata di 50.000 ettari, è fondamentale incrementare la stessa di un valore pari a 65.000 ettari. Passando dagli attuali 50.000 ettari a 115.000 ha, si riuscirebbe a rendere autosufficiente la filiera del pioppo italiana, garantendo i benefici che questa è in grado di apportare in termini ambientali, ecologici, occupazionali ed economici per il nostro Paese;
i benefici del rilancio della pioppicoltura nel nostro Paese sono compatibili con le esigenze richieste dall'attuale quadro delle sempre più pressanti e gravi problematiche ambientali (soprattutto in termini di dissesto idrogeologico, stabilità e depurazione del suolo e delle acque ed emissioni antropiche di gas clima alteranti o «ad effetto serra»);
va inoltre considerato che la filiera legno-arredamento occupa circa 400.000 dipendenti a livello nazionale, pari all'8 per cento dei dipendenti del settore manifatturiero, ed interessa 75.000 imprese, pari a circa il 15 per cento sul totale nazionale. Il sistema legno-arredamento rappresenta così il terzo settore italiano per contributo alla bilancia commerciale, con un saldo attivo di circa 6 miliardi di euro;
nel suo complesso tale sistema ha fatto registrare nel 2011 un fatturato alla produzione di oltre 32 miliardi di euro, nonostante la riduzione del 18 per cento rispetto all'anno precedente;
la pioppicoltura italiana e l'industria di trasformazione ad essa collegata, continuano a rappresentare una delle eccellenze produttive ed ambientali del nostro Paese;
nonostante la forte contrazione della superficie complessiva attualmente coltivata, si ritiene indispensabile valorizzare questo fondamentale bacino di fornitura di materia prima di elevata qualità;
occorre operare nella concreta prospettiva di poter nuovamente individuare nel pioppo una materia prima strategica, promuovendone e supportandone la produzione e l'utilizzo a livello sia nazionale, che europeo; è improcrastinabile un pieno rilancio della pioppicoltura, soprattutto attraverso la massima riduzione degli ostacoli normativi e regolamentari che si frappongono alla necessaria interlocuzione diretta fra gli agricoltori/pioppicoltori e l'industria di trasformazione del pioppo;
è necessario rilanciare i diversi settori ed invertire l'attuale tendenza, attraverso nuove strategie ed interventi con effetti strutturali e duraturi, capaci di coniugare le esigenze di tipo ambientale con quelle di tipo produttivo,

impegna il Governo:

ad interagire, nel pieno rispetto delle proprie ed altrui competenze, con gli assessorati preposti degli enti regionali e l'autorità del bacino del fiume Po;
ad assumere iniziative affinché si aumenti l'estensione delle aree interessate da arboricoltura da legno coltivate a pioppo dagli attuali 50.000 ettari ad una superficie di 115.000 ettari, posto che l'incremento di tale superficie, coltivata con la pioppicoltura specializzata a turno decennale, consentirebbe alla filiera di essere autosufficiente, riguardo le esigenze di materia prima, al livello attuale di produttività dell'industria nazionale del legno-arredo;
ad incentivare la coltivazione del pioppo tradizionale nelle aree golenali e demaniali dello Stato, valorizzandone il contributo per la buona gestione delle aree stesse e il mantenimento della stabilità, fertilità e depurazione dei suoli e delle acque nonché il deflusso regolare delle acque in caso di piena dei fiumi;
ad adoperarsi, di concerto con i diversi soggetti della filiera, per un'azione di riconoscimento degli aspetti ambientali e produttivi della pioppicoltura, favorendone il rilancio mediante un adeguato sostegno economico soprattutto in occasione della definizione di coerenti misure dei programmi di sviluppo rurale (PSR) 2014-2020;
a prevedere l'opportunità di riconoscere le aree coltivate a pioppeto quali «aree di interesse ecologico» (o ecological focus area) e pertanto soggette a pagamenti ecologici (o greening) per il riconosciuto effetto di «carbon sink» (assorbimento della C02 da parte delle estensioni destinate a pioppeto, già esistenti e di nuova costituzione) e carbon stock (stoccaggio di C02 nei prodotti derivati del legno di pioppo, come pannelli compensati e truciolari per mobili, imballaggi ortofrutticoli).
(7-00196) «Oliverio, Antezza, Cova, Carra, Mongiello, Venittelli, Romanini».

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

FIUME PO

EUROVOC :

terreno agricolo

inquinamento atmosferico

politica forestale