ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00181

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 123 del 21/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: RIZZETTO WALTER
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CATALANO IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
BALDASSARRE MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
BECHIS ELEONORA MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
ROSTELLATO GESSICA MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 21/11/2013


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00181
presentato da
RIZZETTO Walter
testo di
Giovedì 21 novembre 2013, seduta n. 123

   Le Commissioni IX e XI,
   premesso che:
    sebbene il trasporto aereo abbia un ruolo fondamentale per il rilancio dell'Italia sul fronte del mercato turistico e dei trasporti globali, Alitalia risulta essere, ad oggi, una compagnia aerea sull'orlo del fallimento a causa della mala gestione, che negli ultimi 10 anni è costata ai contribuenti circa 5 miliardi e 187 milioni di euro e ha determinato la perdita di migliaia di posti di lavoro attraverso operazioni che, invece, di risollevare le sorti della compagnia, ad avviso dei firmatari del presente atto, hanno, esclusivamente, permesso ad una nota cordata di imprenditori di trarre profitto;
    per un'analisi dell'attuale situazione di Alitalia, è necessario ripercorrere le vicende storiche partendo dall'anno 2008, tempo in cui si è paventata la possibilità di un'acquisizione della società da parte di Air France-KLM che, anche nell'attuale crisi della compagnia, si era proposta come un potenziale compratore;
    nel marzo 2008, Alitalia accettava l'offerta vincolante di Air France-KLM, che prevedeva un'offerta pubblica di scambio sul 100 per cento delle azioni di Alitalia con una permuta di 160 azioni Alitalia per ogni azione Air France-KLM e un'offerta pubblica di acquisto sul 100 per cento delle obbligazioni convertibili Alitalia, per un valore dell'operazione di circa 1,7 miliardi di euro;
    la trattativa con Air France è poi naufragata poiché costituiva motivo di scontro durante le elezioni politiche del 2008, in quanto, il capo della coalizione della Casa delle libertà, Silvio Berlusconi, affermando di volere garantire l’«italianità» della Compagnia aerea, vinte le elezioni, chiedeva e otteneva dal dimissionario Governo Prodi un prestito di 300 milioni di euro ad Alitalia, attuato con decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2008, n. 111, da restituirsi entro il 31 dicembre dello stesso anno;
    tale prestito non solo non è stato mai restituito ma, per di più, era esplicitamente subordinato alla vendita di Alitalia, e non ad altre manovre quali la cessione di un ramo d'azienda o dei beni produttivi dell'azienda, come poi in concreto è avvenuto;
    il Governo successivo ha affidato a Corrado Passera di Intesa San Paolo il ruolo di advisor per arrivare a una celere privatizzazione della compagnia di bandiera ed è in tale contesto che è nato il cosiddetto «piano Fenice», che ha comportato la divisione dell'Alitalia in due società, una new company in cui fare confluire tutti i beni produttivi dell'azienda (i marchi, gli slot e gli aerei), e una seconda società, la bad company, cui sarebbero rimasti tutti i debiti e che sarebbe andata in amministrazione straordinaria;
    in base a tale piano i lavoratori non sono stati inseriti nella «nuova compagnia» insieme ai beni produttivi, difatti, la new company ha provveduto alla stipula di nuovi contratti di lavoro, selezionando il personale e procedendo all'esclusione di molti lavoratori;
    si è trattato, dunque, di un'atipica cessione di ramo di azienda che ha visto la cessione solo dei beni produttivi di reddito, a giudizio dei firmatari del presente atto in violazione dei principi del diritto del lavoro e, in particolare, di quanto previsto all'articolo 2112 del codice civile che stabilisce: «in caso di trasferimento di azienda, il rapporto di lavoro continua con il cessionario e il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano»;
    pur di permettere tale anomala operazione, per superare il dettato codicistico è stato emesso il decreto-legge 28 agosto 2008, n. 134, che non solo rende possibile tale operazione ma, all'articolo 3 garantisce, altresì, l'impunità per ogni atto compiuto dagli amministratori in danno alla società: di fatto un esonero di responsabilità per gli artefici della svendita, secondo i firmatari del presente atto in contrapposizione ai più elementari principi di diritto;
    in seguito all'entrata in vigore del predetto decreto, il consiglio di amministrazione di Alitalia ha ammesso lo stato di insolvenza e ha chiesto l'amministrazione straordinaria, concessa appena il giorno successivo dal tribunale, nominando un commissario straordinario, Augusto Fantozzi;
    il 26 agosto 2008, nasceva su iniziativa di Intesa San Paolo, la CAI srl – Compagnia aerea italiana, trasformata poi in spa, col proposito di rilevare il marchio e le attività della vecchia Alitalia e di Air One;
    la CAI spa, presieduta dall'imprenditore Roberto Colaninno, vedeva un assetto sociale con alcuni noti imprenditori operanti nel settore delle commesse e degli appalti pubblici (tra questi lo stesso Colaninno, tramite IMMSI, Tronchetti Provera, Intesa Sanpaolo, il gruppo Benetton tramite Atlantia, il gruppo Marcegaglia, il gruppo Aponte, Bellavista Caltagirone, tramite Acqua Marcia, il gruppo Riva, il gruppo Fratini tramite Fingen, Equinox, Clessidra, il gruppo Toto e il gruppo Fossati tramite Findim, il gruppo Gavio tramite Argo; Davide Maccagnani tramite Maccae, il gruppo Ligresti tramite Fondiaria SAI);
    nel gennaio 2009, entra tra gli azionisti Air France-KLM, acquistando una quota azionaria del 25 per cento, pagando una quota di 322 milioni di euro;
    la quota acquisita da Air France era superiore a quella di ogni altro azionista in contrasto con l'accordo quadro del 14 settembre 2008 tra Governo, CAI e sindacati, che prevedeva che il socio estero partecipasse al capitale «con una quota di minoranza e in ogni caso non superiore a quella massima riservata agli attuali soci»;
    ebbene, l'avventura della cordata d'imprenditori, che si proposero come i «salvatori» della compagnia aerea di bandiera, i cosiddetti «capitani coraggiosi», iniziata nel 2008 sotto il Governo Berlusconi, ha avuto un decorso tristemente noto, poiché dopo avere sborsato circa 100 milioni di euro per comprare degli asset produttivi, probabilmente stimati in difetto poiché valevano circa dieci volte tanto, l'ex compagnia di bandiera ha «tirato avanti» in assenza di un piano industriale per trovarsi cinque anni dopo nuovamente sull'orlo del fallimento;  
    in pratica, dal 2008 ad oggi, vi è stato un esborso di denaro pubblico calcolato tra sei e otto miliardi di euro, considerati anche gli interventi a tutela dell'occupazione, nonché la trasformazione della compagnia di bandiera in un piccolo vettore regionale di fatto, con costi da compagnia tradizionale ma con poche linee di lungo raggio;
    la situazione attuale è quella che vede Alitalia perdere circa 630.000 euro al giorno e si deve rifinanziare per non fallire, sicché, dopo quattro anni, la cordata di imprenditori non solo non ha aiutato a trovare una soluzione alla crisi della compagnia, ma, anche a causa delle vicende giudiziarie di alcuni degli stessi, ha determinato una completa paralisi della compagnia, che non ha sviluppato piani industriali credibili;
    l'11 ottobre 2013 il consiglio di amministrazione di Alitalia ha votato all'unanimità l'aumento di capitale per consentire alla compagnia aerea di sopravvivere;  
    all'operazione, che porterà nelle casse della compagnia un totale di 500 milioni di euro, dovrebbe intervenire Poste Italiane entrando nel capitale della società con 75 milioni di euro, mentre, è dell'11 novembre 2013 la notizia che Air France non parteciperà all'aumento di capitale;
    deve ancora essere definito il piano attraverso il quale verrà effettuata una ricapitalizzazione, dalle ultime notizie apparse sui giornali, il progetto di rilancio della compagnia, su cui sta lavorando l'amministratore delegato Gabriele Del Torchio, si propone l'obiettivo di ottenere risparmi per 250 milioni di euro da realizzare, tra l'altro, attraverso pesanti tagli del personale;
    lo stesso Ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato ha affermato che il nuovo piano di Alitalia comporterà «grossi problemi» legati ai tagli dei posti di lavoro che potrebbero riguardare addirittura 4.000 lavoratori circa;
    si è, dunque, in attesa di conoscere i termini del definitivo piano per risollevare le sorti della compagnia, con un unico dato che appare certo, ossia che il piano comporterà gravosi tagli del personale e delle retribuzioni;
    gli ultimi anni di gestione della compagnia hanno dimostrato che non è con i tagli del personale che può essere superata la perdurante crisi di Alitalia, ma con un piano che consenta alla stessa di essere produttiva considerando che una società che perde un miliardo di euro l'anno e che è riuscita a raddoppiare le perdite nel primo semestre 2013 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, è un'impresa che non crea reddito;
    occorre pertanto elaborare in tempi rapidi un piano che tenga conto del riequilibrio dei conti e dei ricavi e che al tempo stesso preveda le misure necessarie per garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali e dei redditi dei lavoratori;
    nell'elaborazione del nuovo piano per salvare la compagnia, non è possibile prescindere da una seria riflessione sulle vicende di Alitalia degli ultimi anni onde evitare che ancora una volta, per «risollevare» apparentemente le sorti della società, la politica del Paese metta in atto una serie di manovre affaristiche caratterizzate da quello che ai firmatari del presente atto appare un «malsano» intreccio tra finanza, imprenditoria e politica, a discapito dei lavoratori della compagnia stessa nonché dei contribuenti,

impegnano il Governo:

   a promuovere immediatamente un tavolo di confronto a livello governativo sulla questione Alitalia con le parti sociali rendendo tempestiva informazione alle competenti Commissioni parlamentari;
   ad adottare azioni finalizzate ad una corretta gestione delle relazioni industriali e sindacali, al fine di individuare un piano di intervento per il rilancio delle attività che consenta di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali e i redditi dei lavoratori, promuovendo in tempi rapidi audizioni con esperti del settore che contribuiscano allo studio di concrete soluzioni per attuare un rilancio aziendale della società in oggetto;
   ad assumere iniziative – di tipo normativo – volte all'abrogazione dell'articolo 3 del decreto-legge n. 134 del 2008 promosso dal Governo Berlusconi che, a tutt'oggi, prevede l'esonero da responsabilità degli amministratori, dei componenti del collegio sindacale, dei dirigente preposti alla redazione dei documenti contabili societari per i fatti da loro commessi.
(7-00181) «Rizzetto, Catalano, Ciprini, Tripiedi, Baldassarre, Bechis, Rostellato, Cominardi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

trasporto aereo

soppressione di posti di lavoro

politica industriale

impresa di trasporto

protezione dell'ambiente

contratto di lavoro

aumento di capitale