Legislatura: 17Seduta di annuncio: 93 del 09/10/2013
Primo firmatario: BIASOTTI SANDRO
Gruppo: IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 09/10/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma GAROFALO VINCENZO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/10/2013 BERGAMINI DEBORAH IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/10/2013 MINARDO ANTONINO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/10/2013 PISO VINCENZO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/10/2013 SQUERI LUCA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/10/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione INTERVENTO PARLAMENTARE 16/10/2013 BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO GAROFALO VINCENZO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE COPPOLA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE BRUNO FRANCO MISTO-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO - ALLEANZA PER L'ITALIA (API) DICHIARAZIONE GOVERNO 16/10/2013 CATRICALA' ANTONIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO) INTERVENTO PARLAMENTARE 30/10/2013 ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE INTERVENTO GOVERNO 30/10/2013 CATRICALA' ANTONIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO) ILLUSTRAZIONE 04/12/2013 BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO INTERVENTO PARLAMENTARE 04/12/2013 ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO BIASOTTI SANDRO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE INTERVENTO GOVERNO 04/12/2013 CATRICALA' ANTONIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO) INTERVENTO PARLAMENTARE 04/12/2013 NARDI MARTINA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' PARERE GOVERNO 04/12/2013 CATRICALA' ANTONIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/10/2013
DISCUSSIONE IL 16/10/2013
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 16/10/2013
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 30/10/2013
DISCUSSIONE IL 30/10/2013
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 30/10/2013
DISCUSSIONE IL 04/12/2013
ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 04/12/2013
ACCOLTO IL 04/12/2013
PARERE GOVERNO IL 04/12/2013
APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 04/12/2013
CONCLUSO IL 04/12/2013
La IX Commissione,
premesso che:
le telecomunicazioni rappresentano un settore strategico per lo sviluppo economico del Paese, in considerazione dei recenti e autorevoli studi che hanno documentato l'effetto moltiplicatore sul prodotto interno lordo degli investimenti per le reti di nuova generazione in fibra;
i miglioramenti tecnologici nel medesimo settore avvenuti di recente, hanno inoltre ridotto il cosiddetto «attrito della distanza», ovvero l'ostacolo che la distanza oppone alle comunicazioni e agli scambi, avvicinando molte aree del sud del mondo, in un processo di globalizzazione inarrestabile e consolidatosi nel corso degli ultimi decenni;
l'Italia, nell'ambito delle iniziative dell'Unione europea in materia di telecomunicazioni presentate nel maggio del 2010, ha accumulato un forte ritardo infrastrutturale nei confronti degli altri Paesi europei per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi posti dall’«agenda digitale europea», (COM(2010)245) recepiti nell'ordinamento nazionale attraverso la legge n. 35 del 4 aprile 2012;
Telecom Italia spa, con oltre 80 mila dipendenti, in qualità di unico operatore attualmente incaricato a svolgere il servizio universale, essendo dotato di significativo potere nei mercati di comunicazioni elettroniche e titolare di accesso infrastrutturale alla rete fissa, rappresenta una sorta di monopolio naturale nel nostro Paese, a causa della mancanza di adeguati sistemi di connessione via cavo, che in altri contesti europei rappresentano, invece, una soluzione alternativa e più economica per la fornitura ai clienti finali di servizi innovativi a banda ultralarga;
il recente e complesso patto Telco modificato dall'accordo stipulato il 24 settembre 2013, ha indicato una via d'uscita per Telefonica, che rappresenta la principale azienda di telecomunicazioni spagnola, stabilendo che a determinate condizioni, non sarà obbligata ad acquisire azioni Telecom;
la Commissione europea nel 2009, nell'ambito dell'utilizzo dei poteri speciali, ha avviato una procedura di infrazione in relazione alle disposizioni della legislazione italiana in materia della cosiddetta golden power, giudicata troppo «intrusiva»;
la medesima istituzione europea in particolare, sebbene abbia riconosciuto la legittimità della previsione di poteri speciali volti a salvaguardare gli interessi vitali dello Stato, ha sostenuto che tale obiettivo, poteva essere conseguito attraverso misure meno restrittive rispetto a quelle previste dalle disposizioni del decreto-legge n. 332 del 1994;
la disciplina contenuta all'interno dell'articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 giugno 2004, ha definito i criteri di esercizio dei predetti poteri speciali, stabilendo che questi dovessero essere esercitati esclusivamente al ricorrere di rilevanti e imprescindibili motivi di interesse generale, in particolare con riferimento all'ordine pubblico, alla sicurezza pubblica, alla sanità pubblica e alla difesa, in forma e misura idonee e proporzionali alla tutela di detti interessi, anche mediante l'eventuale previsione di opportuni limiti temporali, fermo restando il rispetto dei principi dell'ordinamento interno e comunitario, e tra questi in primo luogo del principio di non discriminazione;
il Governo, in considerazione di quanto suesposto e con lo scopo di interrompere la procedura di infrazione, ha adottato il decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, che prevede la «tutela» governativa in caso di operazioni «ostili» che portino a «una situazione eccezionale, non disciplinata dalla normativa nazionale ed europea di settore, di minaccia, di grave pregiudizio per gli interessi pubblici relativi alla sicurezza e al funzionamento delle reti e degli impianti ...», nonché, in caso di soggetti esterni all'Unione europea, la notifica dell'acquisto che porti all'assunzione del controllo della società, ai fini di salvaguardia da «grave pregiudizio agli interessi essenziali dello Stato»;
in base a quanto disposto dal suindicato provvedimento d'urgenza, i poteri speciali previsti dal precedente decreto n. 332 del 1994 continueranno a essere esercitabili, secondo i criteri definiti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 giugno 2004, con riferimento ai singoli settori, fino all'entrata in vigore dei decreti e regolamenti relativi a ciascun settore;
i regolamenti che individuano le procedure per l'attivazione dei poteri speciali nei settori della difesa e della sicurezza nazionale e delle attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni, secondo quanto disposto rispettivamente dall'articolo 1, comma 8 e dall'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, approvati, in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 9 ottobre 2013, attribuiranno al Governo poteri speciali sulla rete, consentendo alla Telecom obblighi di natura comportamentale, sugli investimenti o di carattere strutturale (sulla cessione della stessa rete, ad esempio), prevedendo anche il diritto di veto nel caso sia a rischio la sicurezza nazionale;
il Viceministro Catricalà il 25 settembre, in audizione dinanzi alle Commissioni VIII e X del Senato, ha sottolineato inoltre che il cambio di controllo «su una società di questa rilevanza comporta come necessaria conseguenza un confronto chiaro e leale tra il Governo e i soci di riferimento» in particolare «sul mantenimento dei livelli occupazionali; adeguatezza dei nuovi investimenti; mantenimento e miglioramento della qualità del servizio; separazione tra governance della rete e governance del servizio»;
lo stesso rappresentante del Ministero dello sviluppo economico ha, inoltre, evidenziato che per il Governo l'obiettivo di separazione tra governance della rete e governarne del servizio resta prioritario e dovrebbe prevedere fra l'altro «una partecipazione significativa della Cassa Depositi e Prestiti non in funzione di sostegno o di aiuto, ma come scelta imprenditoriale in un'attività profittevole come si è finora dimostrata quella della gestione delle reti nazionali»;
il 30 maggio Telecom Italia ha reso noto l'intenzione di procedere allo scorporo della rete di accesso con la creazione di una nuova società (Opac), nella quale confluiranno attività e risorse relative allo sviluppo e alla gestione del la rete di accesso passiva, sia in rame sia in fibra;
la newco dovrebbe garantire a tutti gli operatori del mercato (operatori alternativi e la stessa Telecom Italia) l'accesso alla rete fissa, applicando il modello di parità di trattamento denominato a livello europeo di «equivalence of input» (EoI);
interventi volti a monitorare il decreto presidenziale, che individua le procedure per l'attivazione dei poteri speciali nei settori della regolamentazione delle comunicazioni, approvati il 9 ottobre 2013, in coerenza con quanto previsto dall'ordinamento comunitario, risultano pertanto necessari, anche in considerazione di quanto precedente esposto, al fine di garantire il controllo della rete fissa di accesso, considerata il vero asset strategico della principale azienda di telecomunicazioni nazionale,
impegna il Governo:
a garantire, a seguito dell'approvazione del decreto presidenziale che regolamenta l'estensione anche per le telecomunicazioni, l'utilizzo dei poteri speciali e una efficace vigilanza, in base ai poteri attribuiti, nei confronti dei beni e negli impianti di rilevanza strategica per l'interesse e la sicurezza nazionale nel settore delle comunicazioni;
a favorire iniziative volte a prevedere l'investimento di Cassa depositi e prestiti nella nuova società della rete di accesso, al fine di assicurare un più rapido sviluppo delle reti di nuova generazione in fibra, coerente con gli obiettivi posti dall'agenda digitale europea;
ad assicurare piena tutela e valorizzazione dell'occupazione e del patrimonio di conoscenze e competenze di Telecom Italia;
ad avviare ogni iniziativa volta a potenziare il sistema infrastrutturale delle telecomunicazioni, all'interno del piano previsto dall'Agenda digitale, al fine di determinare le condizioni affinché il nostro Paese diventi un vero hub globale delle comunicazioni» anche in considerazione consolidamento del mercato europeo, ormai inevitabile.
(7-00124) «Biasotti, Garofalo, Bergamini, Minardo, Piso, Squeri».
SIGLA O DENOMINAZIONE:DECRETO LEGGE 2012 0021
EUROVOC :sicurezza pubblica
industria delle comunicazioni
telecomunicazione
parita' di trattamento
sicurezza del lavoro
investimento