ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/11702

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 823 del 29/06/2017
Abbinamenti
Atto 5/11611 abbinato in data 06/07/2017
Atto 5/11614 abbinato in data 06/07/2017
Firmatari
Primo firmatario: LOMBARDI ROBERTA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 29/06/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 06/07/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 29/06/2017
Stato iter:
06/07/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/07/2017
Resoconto BOBBA LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 06/07/2017
Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 29/06/2017

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 06/07/2017

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 06/07/2017

DISCUSSIONE IL 06/07/2017

SVOLTO IL 06/07/2017

CONCLUSO IL 06/07/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-11702
presentato da
LOMBARDI Roberta
testo di
Giovedì 29 giugno 2017, seduta n. 823

   LOMBARDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   nel 2007 Vodafone Italia opera una cessione di ramo d'azienda ed esternalizza così 914 dipendenti di varie sedi italiane (Napoli, Roma, Ivrea, Milano e Padova) ad una società di servizi di call center, Comdata Care spa. Molti lavoratori ceduti ricorrono al giudice del lavoro, in quanto ritengono la cessione priva degli elementi necessari, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 2112 c.c.;
   nel 2012 il tribunale del lavoro di Roma giudica «inefficace» tale cessione e dispone il reintegro di 100 lavoratori che vengono riammessi da Vodafone, la quale, però subito dopo avvia una procedura di mobilità per esubero di 100 unità che si conclude con il licenziamento di 83 dei lavoratori reintegrati, in quanto 17 non licenziabili (per matrimonio o gravidanza) e senza eliminare il detto esubero che consisteva, appunto, in 100 unità;
   nel 2013, la corte di appello, sezione lavoro, di Roma conferma l'inefficacia della cessione di ramo d'azienda a favore di 150 dipendenti della sede capitolina; una parte dei 150 ricorrenti viene formalmente reintegrata in Vodafone e tuttavia collocata sine die in distacco presso la cessionaria Comdata; gli altri ricorrenti restano a casa senza salario, in attesa dell'esito dei contenziosi contro i licenziamenti;
   nel 2015 la corte di appello di Roma dichiara nulli i licenziamenti disposti da parte di Vodafone, condannata per condotta discriminatoria e ritorsiva, ma i lavoratori reintegrati in base a questa sentenza vengono anch'essi distaccati sine die presso Comdata;
   a dicembre 2015 anche la corte di appello di Torino giudica inefficace la cessione del 2007 e dispone il reintegro in Vodafone di 17 dipendenti ceduti;
   nel 2016 la Corte di Cassazione conferma la nullità dei licenziamenti per comportamento discriminatorio e ritorsivo e l'illegittimità della cessione di ramo d'azienda del 2007, determinando la reintegra dei lavoratori della sede di Ivrea, adibiti tuttavia a un'attività in via di esaurimento;
   tra il 2014 e il 2017 giungono a sentenza una serie di ricorsi e i giudici ordinano il reintegro di 43 lavoratori di Pozzuoli, di cui, a quanto consta all'interrogante, 28 sarebbero stati collocati in distacco presso Comdata e 15 sarebbero tutt'oggi esonerati dalla prestazione lavorativa;
   in base a ulteriori sentenze giudiziarie, nel 2017 vengono reintegrati 8 lavoratori a Roma e 12 a Milano;
   il 29 maggio 2017, Vodafone avvia la procedura di trasferimento collettivo da Ivrea alla sede di Milano per 19 lavoratori dopo aver annunciato la creazione di un polo a Milano e di un altro al Centro-sud, nei quali saranno impiegati i lavoratori protagonisti delle anzidette vicende giudiziarie e i lavoratori mai ceduti, ma con problemi di salute tali da non poter più svolgere attività di call center; si tratta per lo più di genitori con contratti part time di 5 ore per i quali un trasferimento a 120 chilometri di distanza si preannuncia chiaramente insostenibile;
   sono sempre più numerosi tra i lavoratori coinvolti i casi di riconoscimento della malattia professionale per disagio psicologico che un «girone dantesco» come quello descritto ha causato –:
   se il Ministro interrogato non reputi urgente assumere ogni iniziativa di competenza per una positiva conclusione della vicenda descritta in premessa, favorendo l'individuazione di una soluzione che eviti che i dipendenti Vodafone vengano trasferiti nonostante la magistratura abbia sancito l'illegittimità della cessione di ramo d'azienda del 2007 e la nullità dei licenziamenti effettuati. (5-11702)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 6 luglio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-11702

  Le interrogazioni che passo ad illustrare vertono tutte sulla situazione riguardante i trasferimenti di lavoratori della società Vodafone. Pertanto, fornirò per esse una risposta congiunta.
  Innanzitutto ci tengo a precisare che sulla vicenda lo scorso 20 giugno la Confederazione dei Comitati di base del lavoro privato (COBAS) ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, trasmesso anche al Ministero che rappresento. Tale esposto è stato successivamente inoltrato dalla Direzione Centrale Vigilanza, Affari legali e Contenzioso dell'ispettorato nazionale del lavoro agli Ispettorati territoriali competenti (di Torino, Milano, Padova, Roma e Napoli) per le verifiche di competenza.
  Secondo quanto rappresentato nell'esposto, i dipendenti di Vodafone Italia Spa sarebbero stati oggetto di provvedimenti ritorsivi da parte dell'azienda, in conseguenza delle azioni legali da essi intentate contro la cessione di ramo d'azienda a Comdata Care Spa e del loro passaggio alle dipendenze di quest'ultima. A maggio 2017, inoltre, nonostante le pronunce giurisdizionali, Vodafone Italia Spa ha annunciato la creazione di un polo a Milano e di un altro al centro-sud presso i quali trasferire i lavoratori che si sono opposti alla cessione del ramo d'azienda, ottenendo sentenze favorevoli di reintegrazione, oltre che altri lavoratori estranei alla cessione ma che non possono svolgere per problemi di salute l'attività di call center.
  Relativamente al confronto sindacale sul trasferimento collettivo, l'ispettorato territoriale di Milano ha rappresentato che la Società lo scorso 29 maggio è stato dato corso all'informativa sindacale relativa alla procedura di trasferimento collettivo di 19 lavoratori dalla sede di Ivrea a quella di Milano, come previsto dal vigente CCNL Telecomunicazioni. Nell'ambito dei successivi diversi incontri, le organizzazioni sindacali hanno espresso la loro contrarietà al trasferimento, chiedendo all'azienda in primo luogo la ricerca di una soluzione alternativa al trasferimento, e in subordine la ricerca di soluzioni atte a contenere i disagi derivanti dal medesimo.
  Ciò premesso, informo che allo stato attuale, da parte degli ispettorati territorialmente competenti, sono in corso le programmazioni per le verifiche di competenza presso le sedi interessate. Dall'esito di tali accertamenti, verranno adottate le opportune iniziative ed eventuali provvedimenti.
  Dalle prime informazioni acquisite dall'ispettorato territoriale di Milano il 26 giugno scorso l'organizzazione sindacale COBAS ha inviato formale diffida alla Vodafone Italia SpA al fine di procedere all'immediata revoca dei trasferimenti e alla progressiva fusione del personale reintegrato negli ordinari reparti aziendali della sede di Ivrea. Detta sigla sindacale ha invitato, inoltre, la Società, in caso di eventuale esubero presso tale sede o di necessità di implementare l'organico della sede milanese, ad identificare criteri oggettivi e non discriminatori né ritorsivi per l'individuazione del personale da trasferire. L'organizzazione sindacale ha ribadito, inoltre, che il trasferimento collettivo costituisce in realtà una ritorsione nei confronti di chi ha agito per la tutela dei propri diritti; evidenziando che il trasferimento ha riguardato gli iscritti a COBAS, ivi compresi i due componenti della RSU.
  Secondo quanto indicato nell'esposto presentato da COBAS, peraltro, il gruppo di lavoratori destinati dalla Società, azienda al nuovo polo milanese verrà adibito ad attività cosiddette di back-office, consistenti nell'attivazione e nella configurazione delle linee telefoniche dei clienti aziendali e non ad attività che prevedono il contatto telefonico con la clientela. Tali attività, secondo tale sigla sindacale, non necessitano di competenze specifiche e possono essere fisicamente svolte presso qualsiasi sede, senza costi aggiuntivi, come suffragato dal fatto che esse, sino ad oggi, sono state svolte da società outsourcer, prevalentemente localizzate fuori dall'Italia.
  Segnalo, inoltre, che anche la Regione Piemonte non ha nascosto il suo interesse istituzionale sulla vicenda e, a seguito dell'incontro con i lavoratori, ha dichiarato che la questione andrebbe approfondita con la società. 
  Informo, inoltre, che allo stato attuale, come dichiarato dalla Società, è previsto un ulteriore incontro sindacale con i rappresentanti sindacali COBAS per la giornata odierna.
  Da ultimo, sottolineando l'attenzione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali attendere di conoscere gli esiti dei controlli intrapresi dagli Ispettorati territoriali per poter valutare tutti gli elementi utili all'analisi del quadro complessivo della vicenda.
  Ribadisco che l'impegno del Ministero che rappresento è volto certamente, nei limiti delle proprie competenze, a vigilare sul rispetto della legislazione in materia di lavoro e previdenza sociale e a sanzionare eventuali comportamenti non conformi ad essa.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

licenziamento collettivo

soppressione di posti di lavoro

telecomunicazione