ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/11094

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 777 del 10/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 10/04/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FEDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 10/04/2017
TACCONI ALESSIO PARTITO DEMOCRATICO 10/04/2017
TIDEI MARIETTA PARTITO DEMOCRATICO 10/04/2017
ZAMPA SANDRA PARTITO DEMOCRATICO 10/04/2017
GARAVINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 10/04/2017
CHAOUKI KHALID PARTITO DEMOCRATICO 10/04/2017
LA MARCA FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 10/04/2017
LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 10/04/2017
CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 07/12/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 10/04/2017
Stato iter:
07/12/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/12/2017
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 07/12/2017
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 12/12/2017

DISCUSSIONE IL 07/12/2017

SVOLTO IL 07/12/2017

CONCLUSO IL 07/12/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-11094
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo presentato
Lunedì 10 aprile 2017
modificato
Martedì 12 dicembre 2017, seduta n. 899

   QUARTAPELLE PROCOPIO, FEDI, TACCONI, TIDEI, ZAMPA, GARAVINI, CHAOUKI, LA MARCA, LOCATELLI, CAUSI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   lo sviluppo del continente africano è nell'interesse di tutto il pianeta, primariamente dell'Europa e in particolare dell'Italia che, da ponte geografico tra i due continenti, può sfruttare virtuosamente i buoni rapporti esistenti con numerosi partner africani per lanciare una «nuova via con l'Africa» con l'obiettivo di assicurare che non sia più territorio di sfruttamento, di insicurezza e di migrazioni di massa;
   proprio quando si fa sempre più preoccupante il fenomeno delle migrazioni irregolari e suonano le sirene del radicalismo etnico e religioso, il forte incremento demografico che caratterizza alcune aree del continente africano non deve tradursi in un ulteriore aumento della marginalità sociale e della disoccupazione;
   l'Italia ha elaborato un contributo di policies presentato alle istituzioni europee, denominato Migration Compact che, parallelamente al contrasto dei flussi irregolari di migranti e del traffico di esseri umani, disegna una strategia volta a migliorare l'efficacia delle politiche migratorie esterne dell'Unione europea, agganciandole a misure per aiutare lo sviluppo dei Paesi partner, in particolare dell'Africa;
   il gruppo parlamentare del Partito democratico alla Camera dei deputati ha presentato un contributo di idee e di politiche da realizzare al livello nazionale, denominato «Africa Act», volto a rafforzare le relazioni dell'Italia con l'Africa, in una logica di co-sviluppo e a lanciare un piano d'azione che risponda all'impegno di incrementare le risorse destinate alla cooperazione con i Paesi del continente africano;
   l'articolo 1, comma 621, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (legge di bilancio 2017) ha istituito un Fondo straordinario per l'Africa con una dotazione di 200 milioni di euro volta a finanziare, in via prioritaria, interventi di cooperazione allo sviluppo e di controllo e prevenzione dei flussi di migranti irregolari;
   il 31 marzo 2017 è stato siglato a Roma un accordo con il presidente del Niger, Mahamadou Issoufou, per lo stanziamento di 50 milioni di euro a valere sul summenzionato Fondo per l'Africa, con cui il Niger potrà istituire unità speciali di controllo delle frontiere, costruire e ristrutturare posti di frontiera e costruire un nuovo centro di accoglienza per i migranti;
   le azioni di controllo delle frontiere africane e di contrasto al traffico di essere umani sono certamente imprescindibili per una corretta gestione dei flussi migratori e per bloccare i migranti sulla rotta transahariana prima che intraprendano pericolosi attraversamenti del deserto libico e del Mediterraneo; tuttavia, esse rischiano di risultare insufficienti e inefficaci se non sono accompagnate da un pacchetto di misure specifiche per la cooperazione in ambito culturale e scienti- fico, nonché economico e politico volte a favorire lo sviluppo del continente africano e a prevenire le partenze –:
   quale sia l'entità e la proporzione delle risorse a valere sul Fondo per l'Africa destinate al finanziamento d'interventi di cooperazione allo sviluppo, secondo la programmazione e le modalità previste dalla legge 11 agosto 2014, n. 125, per favorire il progresso economico e sociale e, più in generale, il miglioramento delle condizioni di vita nel continente africano, concorrendo così alla valutazione comparata della performance dell'Italia come Paese donatore, conformemente ai criteri individuati dal Comitato di aiuto allo sviluppo (DAC) dell'Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica (Ocse);
   come intenda vigilare, per quanto di competenza, sugli interventi di controllo delle frontiere finanziati dall'Italia e operati dai partner africani per verificare che questi siano conformi alle norme europee e internazionali in materia di diritti fondamentali, tra le quali le previsioni della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. (5-11094)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 7 dicembre 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-11094

  Come ricordato dall'On. interrogante, le iniziative finanziate dal Fondo Africa mirano al contrasto dell'immigrazione irregolare e del traffico di esseri umani, attraverso interventi che, come più volte sottolineato dal Ministro Alfano, rafforzano il legame fra solidarietà e sicurezza. Può trattarsi di misure di cooperazione allo sviluppo, di protezione dei più vulnerabili, ma anche di programmi per formare le autorità di frontiera e giudiziarie, per fornire strumenti utili per il controllo dei flussi e per la lotta al traffico di esseri umani, per accogliere e assistere migranti e rifugiati. Tali interventi, che devono essere realizzati perseguendo l'obiettivo prioritario del pieno rispetto dei diritti umani, possono essere attuati dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo o da altre Amministrazioni dello Stato così come, a livello internazionale, dall'Unione europea, dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), dall'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR), il cui coinvolgimento è molto importante per assicurare al meglio la tutela del diritto alla protezione internazionale e preparare i rimpatri volontari assistiti per i migranti economici.
  Le risorse finora deliberate a valere sul Fondo per l'Africa (circa 150 milioni di euro) sono state distribuite primariamente a favore di Niger (45 per cento delle risorse deliberate), Libia (27 per cento), Tunisia (10 per cento) e Ciad (7 per cento). Questi Paesi rivestono priorità strategica, poiché svolgono un molo centrale nella gestione dei flussi migratori lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Altre risorse sono state allocate per Etiopia, Sudan, Senegal, Mali, Cambia, Guinea Conakry, Guinea Bissau. I settori di impiego delle risorse riguardano principalmente aiuti al bilancio e al sostegno di attività di gestione delle frontiere, iniziative di sostegno ai rimpatri volontari assistiti, attività di sostegno allo sviluppo delle comunità locali, attività di assistenza e protezione dei rifugiati e di altre categorie vulnerabili.
  Credo sia importante sottolineare che gran parte del Fondo Africa finanzia interventi cosiddetti «daccabili», ovvero che concorrono al graduale riallineamento dell'aiuto pubblico allo sviluppo italiano alla media dei Paesi OCSE.
  In particolare, vorrei ricordare che 19,8 milioni di euro sono stati destinati al settore migrazioni e sviluppo della programmazione dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, così ripartiti: 3 milioni di euro per la realizzazione del progetto per le zone a rischio elevato socio-economico (Zarese) in ambito agricolo in Niger; 1 milione di euro per la realizzazione di un progetto dell'UNICEF per la protezione dei minori in Sudan; 2 milioni di euro per la realizzazione di un progetto di assistenza a 4 campi di rifugiati in Etiopia; 3,5 milioni di euro per la realizzazione di un progetto di creazione di occupazione nel settore tessile in Etiopia attuato dall'UNIDO; 3,5 milioni di euro per la realizzazione di un programma regionale in Africa occidentale (Senegal, Mali, Cambia, Guinea Conakry, Guinea Bissau, Niger) attuato dall'Alto Commissariato per i Diritti Umani per la protezione dei minori; 2 milioni di euro per un progetto per il miglioramento della gestione dei rifiuti in Libia; 2,9 milioni di euro per un progetto di sviluppo imprenditoriale e occupazionale in Tunisia con il coinvolgimento della diaspora; circa 900.000 euro per una campagna informativa sui rischi della migrazione irregolare in Africa Occidentale; un milione di euro per un progetto per il miglioramento della registrazione civile delle nascite in Etiopia.
  Abbiamo poi assicurato un forte sostegno al Trust Fund de La Valletta con finanziamenti che hanno contribuito a rendere l'Italia il primo donatore del medesimo fondo. In particolare, abbiamo destinato: 15 milioni di euro per il partenariato UE-OIM nel Sahel, e prioritariamente per il Niger, per l'assistenza ai migranti e la realizzazione di rimpatri volontari assistiti dei migranti in transito; 50 milioni di euro a sostegno del bilancio Niger.
  10 milioni di euro a sostegno del bilancio del Ciad; 10 milioni di euro per il finanziamento del programma presentato alla Commissione europea dal Ministero dell'interno per rafforzare le capacità a supporto delle autorità libiche per lo sviluppo di un sistema di gestione integrata delle frontiere e dell'immigrazione; ulteriori 2,5 milioni sono stati impegnati a favore del Ministero dell'interno per la realizzazione di ulteriori attività dello stesso.
  Ulteriori interventi che concorrono in parte alla valutazione dell'Italia come Paese donatore secondo i criteri OCSE-DAC consistono in: 18 milioni di euro per la realizzazione di attività del Piano d'azione dell'OIM in Libia; 10 milioni di euro per la realizzazione di attività del piano d'azione dell'UNHCR in Libia, e, nello specifico: assistenza ai rifugiati e ai migranti; miglioramento delle condizioni nei centri di detenzione; sostegno alle comunità locali; 2,7 milioni di euro sono stati destinati all'UNODC per progetti di cooperazione giudiziaria in Africa Occidentale e Africa Orientale e come contributo al Global Programme Against the Smuggling of Migrants.
  Non concorre alla valutazione dell'Italia secondo i criteri OCSE-DAC il finanziamento di un pacchetto di progetti per la Tunisia del valore di 12 milioni di euro, già impegnato ed ora in fase di erogazione progressiva a favore del Ministero dell'interno per interventi a sostegno delle autorità tunisine nella lotta al traffico di migranti. In particolare, per un maggior controllo delle frontiere marittime (con la manutenzione delle motovedette già in servizio); per favorire rimpatri più celeri e per formare una polizia di frontiera più efficiente nella lotta ai trafficanti.
  Credo che tutti possiamo concordare sul fatto che quello migratorio è un fenomeno di lungo periodo. L'obiettivo strategico è quello di assicurare un impegno italiano duraturo nella lotta contro le cause profonde delle migrazioni e di garantire un adeguato e continuativo sostegno economico ai Paesi di transito. È un approccio che il Ministro Alfano ha promosso con la Conferenza ministeriale «solidarietà e sicurezza», svoltasi alla Farnesina lo scorso 6 luglio alla presenza dei principali Paesi africani di transito, oltre che a quella dei Paesi europei maggiormente impegnati nella cooperazione in materia migratoria. In tale circostanza, ricordo che siamo riusciti a ottenere un accresciuto impegno, anche finanziario, degli Stati membri UE a sostegno dei principali Paesi africani di transito. In questo quadro, la Farnesina intende attivarsi per rendere strutturale il Fondo per l'Africa.
  Questo nella consapevolezza che non esiste una soluzione tutta italiana alla questione e che serve il contributo di tutti. Per questo siamo pronti, da un lato a continuare a sostenere le azioni delle principali organizzazioni internazionali attive in ambito migratorio, come OIM e UNHCR. Dall'altro, continueremo a sensibilizzare i partner europei affinché sostengano maggiormente l'impegno italiano, ad esempio offrendo aiuti e solidarietà ai Paesi di origine e transito dei flussi migratori maggiormente impegnati nella gestione condivisa dei flussi migratori, sostenendo OIM e UNHCR e partecipando con nuovi finanziamenti al Trust Fund de La Valletta e agli altri strumenti adottati dall'Unione europea per far fronte alla sfida delle migrazioni internazionali.
  Per quanto riguarda, infine, la questione della conformità degli interventi alle norme internazionali in materia di diritti umani, sollevato dall'On. Interrogante, tutti gli interventi di cooperazione finanziati a valere sul Fondo Africa, nonché quelli finanziati con il Fondo fiduciario de La Valletta, devono rispettare le previsioni della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Valgono, quindi, le norme e i sistemi di valutazione e controllo regolarmente applicati per i progetti dell'Unione europea.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

regolamentazione doganale

sorveglianza all'importazione

migrazione illegale