ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/10986

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 769 del 29/03/2017
Firmatari
Primo firmatario: VEZZALI MARIA VALENTINA
Gruppo: SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE
Data firma: 29/03/2017


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER LO SPORT
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LO SPORT delegato in data 29/03/2017
Stato iter:
30/03/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 30/03/2017
Resoconto VEZZALI MARIA VALENTINA SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE
 
RISPOSTA GOVERNO 30/03/2017
Resoconto LOTTI LUCA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (SPORT)
 
REPLICA 30/03/2017
Resoconto VEZZALI MARIA VALENTINA SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 30/03/2017

SVOLTO IL 30/03/2017

CONCLUSO IL 30/03/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-10986
presentato da
VEZZALI Maria Valentina
testo di
Mercoledì 29 marzo 2017, seduta n. 769

   VEZZALI. — Al Ministro per lo sport . — Per sapere – premesso che:
   lo sport è promotore di valori positivi;
   allo sport manca ancora l'equiparazione di trattamento economico fra uomini e donne;
   una disparità consentita in Italia poiché una norma del 1981 – scritta per regolare i rapporti di lavoro nel mondo del calcio e poi estesa a tutti gli sport – conferisce il potere alle federazioni, sulla base delle direttive impartite dal Coni, di stabilire quali sport siano da considerarsi professionistici e quali no;
   ciò significa che le donne, qualsiasi sport pratichino, indipendentemente dai risultati raggiunti e dall'impegno profuso, sono considerate dilettanti, con i limiti che questa dimensione porta con sé: disparità di trattamento economico, nessuna tutela in caso di maternità, in alcuni casi nessuna posizione previdenziale e infortunistica, non di rado le atlete si trovano a firmare contratti con la cosiddetta «clausola antimaternità» che le mette nella condizione di dover scegliere fra attività agonistica e famiglia;
   le atlete più conosciute, possono vivere di sponsor o essere testimonial negli spot pubblicitari; l'alternativa concreta, per loro, è entrare a far parte delle squadre dei corpi militari così da riuscire a guadagnare lo status di dipendente pubblico e la possibilità di mantenere lo stipendio anche oltre gli anni dell'agonismo;
   la quota di popolazione femminile che pratica sport è pari a circa il 24 per cento del totale; l'ammontare dei premi riconosciuti alle atlete equivale a circa il 50 per cento di quello riconosciuto ai maschi nella stessa specialità; una sola federazione sportiva, la Federazione italiana sport equestri, è stata presieduta da una donna;
   a tutt'oggi, in Italia, nessuna disciplina sportiva femminile è qualificata come professionistica; le donne sono considerate dilettanti anche nelle federazioni (in Italia solo 6) che prevedono il professionismo per gli uomini;
   in Italia persiste una carenza normativa che dovrebbe essere colmata al fine di perseguire la legalità e la trasparenza;
   se il Ministro interrogato non ritenga di assumere iniziative per promuovere una necessaria e urgente riforma della legge n. 91 del 1981, al fine di assicurare quella parità di genere che non può rimanere un proposito, ma deve trasformarsi in azioni concrete e tangibili, così da superare il discrimine costituzionale che vuole medesime opportunità per tutti senza distinzione alcuna, definendo professionistico l'impegno costante e totalizzante di migliaia di donne che praticano sport a livello agonistico e che oggi sono ancora costrette ad accettare «compromessi», e al fine di equiparare a livello contrattuale le performances di donne e uomini che praticano agonismo. (5-10986)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 30 marzo 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-10986

  Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, con interrogazione a risposta immediata in Commissione Cultura l'On. Vezzali mi chiede se non intenda intervenire per una riforma necessaria ed urgente della Legge n. 91 del 1981 al fine di assicurare quella parità di genere oggi assente nell'ordinamento sportivo italiano, nonché di riconoscere pari dignità professionistica alle migliaia di donne che praticano sport a livello agonistico con una conseguente equiparazione a livello contrattuale tra atleti e atlete.
  La Legge n. 91 del 1981 disciplina, appunto, il rapporto di lavoro sportivo qualificandolo come subordinato, salvo rare eccezioni.
  L'articolo 2 della legge n. 91 del 1981 delega al Coni l'individuazione delle differenze tra dilettantismo e professionismo e tale delega si traduce poi in un potere riconosciuto alle singole federazioni sportive di stabilire chi tra gli atleti è professionista e chi dilettante. Risultato di tale sistema è che in Italia soltanto 6 federazioni delle 45 riconosciute dal Coni qualificano i propri atleti come professionisti, escludendo tuttavia le donne.
  Non sarà certo sfuggito a quanti di voi hanno seguito la mia audizione in VII Commissione Senato lo scorso 23 Gennaio come già in quella sede, durante l'esposizione delle linee programmatiche di questo Ministero, abbia posto la necessità di una profonda modifica delle Legge n. 91 del 1981 che presenta molteplici profili di criticità ed inadeguatezza dovuti anche ad un'impostazione oggi superata e non più condivisibile.
  La riforma deve porsi un triplice obiettivo: mettere ordine nel rapporto tra professionismo e dilettantismo; introdurre un nuovo regime fiscale; elaborare una disciplina coerente con i principi del diritto comune. Oltre a questi obiettivi è evidentemente indispensabile ripensare e ridisegnare l'intero ordinamento sportivo nel senso del superamento di ogni forma di discriminazione tra i sessi.
  Per questo motivo è intenzione del Ministro per lo sport attivarsi al fine di promuovere la discussione e l'esame in commissione del DDL 1996/2015 (prima firmataria la Senatrice Fedeli) avente ad oggetto le «Modifiche alla legge 23 marzo 1981, n. 91, per la promozione dell'equilibrio di genere nei rapporti tra società e sportivi professionisti» o comunque di impegnarsi per la modifica della ridetta legge allo scopo di realizzare un sistema che vada nella direzione dell'equiparazione tra atleti e atlete professionisti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

contratto

revisione della legge

organizzazione sportiva