ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/10825

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 760 del 15/03/2017
Firmatari
Primo firmatario: VALIANTE SIMONE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 15/03/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 15/03/2017
Stato iter:
04/05/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/05/2017
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 04/05/2017
Resoconto VALIANTE SIMONE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 15/03/2017

DISCUSSIONE IL 04/05/2017

SVOLTO IL 04/05/2017

CONCLUSO IL 04/05/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-10825
presentato da
VALIANTE Simone
testo di
Mercoledì 15 marzo 2017, seduta n. 760

   VALIANTE. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   la Sensibilità chimica multipla (MCS) è una sindrome immuno-tossica infiammatoria attraverso la quale si perde per sempre la capacità di tollerare gli agenti chimici. È una sindrome multisistemica di intolleranza ambientale totale alle sostanze chimiche, che può colpire vari apparati ed organi del corpo umano: il corpo cede e non tollera più qualsiasi piccola traccia di sostanze di sintesi nell'ambiente, come insetticidi, pesticidi, disinfettanti, detersivi, profumi, deodoranti personali o per la casa, vernici, solventi, colle e prodotti catramosi, preservanti del legno (es. antitarlo), materiali dell'edilizia, carta stampata, inchiostri, scarichi delle auto, fumi di stufe, camini, barbecue, prodotti plastici, farmaci, anestetici, formaldeide nel mobilio, tessuti e stoffe soprattutto nuove, quindi tutto ciò che è di derivazione petrolchimica;
   la patologia comporta una compromissione delle capacità lavorative e sociali;
   ad oggi, non vi è da parte del Ministero della salute e degli organismi preposti il riconoscimento di tale patologia, come tale riconosciuta solo da poche regioni tra le quali la Puglia, Toscana, Emilia-Romagna e Abruzzo che l'hanno inserita nell'elenco regionale delle malattie rare definendo tale malattia come invalidante;
   i malati nel nostro Paese non possono quindi rivolgersi ad alcuna struttura medica in caso di necessità, nemmeno al Pronto Soccorso, dove la mancanza di ambienti adeguati e di competenze specifiche del personale medico comportano un rischio gravissimo per il paziente, sul quale o sulla famiglia del quale grava esclusivamente dal punto di vista economico;
   i soggetti affetti da tale sindrome denominata MCS, risultano in percentuale sempre crescente tra il 5 per cento e 15 per cento;
   la MCS è riconosciuta dall'Agenzia americana per la protezione ambientale (EPA – Environmental Protection Agency), dalle leggi per la disabilità (ADA – American Disability Act) e dal Dipartimento dello sviluppo urbano e dell'abitazione. È riconosciuta, in Canada, ed in Germania è stata inclusa nella Classificazione internazionale delle malattie dell'Organizzazione mondiale della sanità (WHO), ICI-10, sotto il codice T 78.4, «allergia non specificata»;
   in Italia, non esiste una legge quadro che equipari i diritti dei malati affetti da sindrome MCS a qualsiasi altra forma di disabilità in termini di tutela di lavoro e di diritto alle cure –:
   quali elementi si intendano fornire sui fatti descritti in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda assumere per il riconoscimento della sensibilità chimica multipla come malattia invalidante per fornire diagnosi, tutele e cure ai malati che attendono un intervento normativo che disciplini la loro particolare condizione. (5-10825)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 maggio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-10825

  Le malattie rare sono – per definizione – patologie a bassa prevalenza nella popolazione generale: interessano, infatti, non più di 5 persone ogni 10.000 abitanti.
  Per quanto concerne la sensibilità chimica multipla (SCM), definita anche come intolleranza chimica o idiopatica ambientale, mi preme evidenziare che la stessa è a tutt'oggi una sindrome dagli aspetti clinici e patogenetici ancora non ben definiti, che non ne consentono una precisa stima epidemiologica.
  Il Ministero della salute, sensibile alle condizioni di disagio e sofferenza in cui versano i soggetti affetti da tale patologia, già nel 2005 ha istituito, presso l'istituto Superiore di Sanità (ISS), un gruppo di lavoro multidisciplinare, che ha prodotto uno specifico documento di sintesi, approvato in seguito all'esame della letteratura scientifica nazionale e internazionale, ove sono stati esaminati i criteri per la definizione del caso e sono stati definiti i primi percorsi diagnostico-terapeutici.
  Successivamente, nel 2008, il Consiglio Superiore di Sanità ha ritenuto che l'indisponibilità di evidenze scientifiche non consentisse di qualificare la patologia in questione come entità nosologicamente individuabile; così come l'assenza di chiari riferimenti eziopatogenetici e di procedure di riconoscimento nosologico non rendeva possibile la definizione e, quindi, la validazione di percorsi diagnostici e/o terapeutici da introdurre all'interno del Servizio Sanitario Nazionale per la gestione clinica dei soggetti affetti.
  Nonostante le suddette, prime indicazioni scientifiche di segno avverso, il Ministero della salute, nella piena consapevolezza della serietà della problematica, ha voluto istituire un nuovo Tavolo, costituito anche da professionisti segnalati dalle stesse Associazioni di pazienti, per avviare una nuova fase di valutazione e di approfondimento della materia e per individuare strumenti per l'assistenza socio-sanitaria di tali pazienti. Anche in tale sede, tuttavia, è emerso che i risultati sperimentali raggiunti non erano – purtroppo – sufficienti a supportare decisioni di natura amministrativa né a intraprendere iniziative utili nel breve termine.
  Di recente, a conferma della perdurante attenzione riposta dal Ministero della salute sul tema, l'istituto Superiore di Sanità ha tuttavia avviato una nuova raccolta ed analisi della letteratura, per il periodo di riferimento relativo agli anni 2006 –2016.
  Ne è emerso che, allo stato attuale, lo studio di questa malattia presenta alcune criticità, tra le quali ricordo – a titolo esemplificativo – il rifiuto, da parte dei pazienti, di sottoporsi alle prestazioni sanitarie per il timore di possibili reazioni avverse, l'assenza di uniformi criteri diagnostici, nonché la presenza, in letteratura, di sintomi molteplici e non specifici.
  Tali circostanze rendono, pertanto, gli studi sulla eziologia e sulla patogenesi molto difficili da attuare, costituendo, inoltre, una ulteriore difficoltà sul piano diagnostico.
  In tale complesso contesto, caratterizzato da un controverso dibattito a livello scientifico, desidero, in ogni caso, dare piena assicurazione che il Servizio Sanitario Nazionale è in grado di fornire un'appropriata assistenza ai soggetti che mostrano sintomi di intolleranza all'esposizione a sostanze chimiche attraverso il ricorso alle strutture di cure primarie e specialistiche esistenti, nell'ambito dei Livelli Essenziali di Assistenza garantiti a tutti i cittadini, prevedendo la possibilità di assicurare anche un supporto psicologico, qualora il medico lo ritenga opportuno. In particolare, eventuali problemi collegati all'esposizione a sostanze chimiche possono essere efficacemente valutati e trattati da parte delle strutture specialistiche esistenti, unitamente a eventuali problemi di carattere allergico o immunologico, con l'eventuale ricorso, se necessario, a terapie che impieghino farmaci autorizzati secondo le indicazioni approvate dall'Agenzia Italiana del Farmaco e le eventuali linee guida applicabili (in materia di specifiche patologie).
  In conclusione, posso comunque assicurare che il Ministero della salute non cesserà di svolgere tutti i necessari approfondimenti in merito alla delicata problematica proposta: a riprova di ciò, comunico che, nel mese di luglio 2016, è stato chiesto nuovamente al Consiglio Superiore di Sanità di esprimersi sulla questione, eventualmente rettificando il precedente parere del 2008 con il quale si affermava l'impossibilità di definire tale patologia una «entità nosologicamente individuabile».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

diritti del malato

automobile