ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09870

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 698 del 25/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: AGOSTINELLI DONATELLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 25/10/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 25/10/2016
Stato iter:
07/06/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/06/2017
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 07/06/2017
Resoconto AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 25/10/2016

SOLLECITO IL 02/05/2017

DISCUSSIONE IL 07/06/2017

SVOLTO IL 07/06/2017

CONCLUSO IL 07/06/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09870
presentato da
AGOSTINELLI Donatella
testo di
Martedì 25 ottobre 2016, seduta n. 698

   AGOSTINELLI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   una ricerca del Censis commissionata dalla società privata Rbm Assicurazione Salute rivela che nel 2016 gli italiani che hanno rinunciato alle cure a causa di difficoltà economiche sono 11 milioni, due milioni in più rispetto al 2012. La rinuncia riguarda soprattutto le fasce più deboli della popolazione. Chi può spesso preferisce rivolgersi ai privati a causa dei tempi troppo lunghi delle liste di attesa;
   in Italia la spesa per la sanità privata è arrivata a 34,5 miliardi di euro: un incremento del 3,2 per cento nel periodo 2013-2015. Il 45,4 per cento dei cittadini che si sono rivolti al settore privato ha pagato tariffe uguali o di poco superiori al ticket che avrebbe pagato nel pubblico. Ma dalla ricerca Censis emerge un dato su tutti: il 72,6 per cento delle persone che ha scelto di rivolgersi alla sanità privata lo ha fatto a causa dei tempi delle liste d'attesa del servizio sanitario pubblico, definite paradigma delle difficoltà del servizio pubblico e il moltiplicatore della forza d'attrazione della sanità a pagamento;
   stando ai dati raccolti dai tribunali per i diritti del malato di Cittadinanzattiva «fra gli oltre 26 mila che si sono rivolti al Tribunale per i diritti del malato nel 2015, un cittadino su quattro, lamenta difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie» di cui oltre il 58 per cento per le liste di attesa ed il 31 per cento per il costo del ticket. Quanto alle Marche, dalla stessa indagine emerge che nell'ultimo anno un marchigiano su dieci ha rinunciato alle cure (10,5 per cento) mentre in Italia hanno registrato risultati peggiori solo la Campania (14,1 per cento) e la Puglia (12,5 per cento), su una media nazionale del 7,2 per cento;
   i tempi d'attesa sono il problema più grave per i marchigiani. Per una analisi come una risonanza magnetica al cervello si devono aspettare trecentonovantanove giorni. Per una visita ginecologica a Urbino più di settecentocinquanta giorni, mentre a Pesaro novantuno giorni; per una visita cardiologica sempre a Urbino occorrono trecentonovanta giorni, a Pesaro trecentosessanta, a Fano trecentotrenta; per una colonscopia nella stessa Urbino, senza priorità, passano quattrocentoventisette giorni tra la chiamata e l'appuntamento, mentre negli altri due ospedali principali della provincia si aspettano più di settecentocinquanta giorni;
   l'intramoenia è diventato una corsia preferenziale. Spesso sono gli stessi operatori del centro di prenotazioni unico regionale a consigliare la via della visita privata: «se si decide di seguire il loro consiglio, si attende in linea e dopo un minuto al massimo risponde un altro call center che prenota i controlli in pochi giorni. A farli sono gli stessi medici del servizio sanitario nazionale che fanno anche attività da privati dentro gli ambulatori»;
   pagando di più, nelle stesse strutture pubbliche, si può fare la stessa visita, con gli stessi medici interni all'ospedale in tempi più brevi. L'attività intramoenia è tuttavia poco remunerativa per l'azienda ospedaliera perché, pur mettendo a disposizione del professionista macchinari e strumenti della sanità pubblica, su 100 euro pagati dal cliente, 70 vanno al medico a titolo di compenso, mentre dei restanti 30 l'ospedale ne incassa solo tra i 15 e i 20;
   anche quanto alla trasparenza delle liste di attesa, le Marche sono carenti: secondo l'ultimo rapporto dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, solo un quarto delle aziende sanitarie marchigiane rispetta la legge che obbliga alla pubblicazione online delle liste e, per questo, le Marche sono «maglia nera» d'Italia –:
   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare iniziative per definire una disciplina uniforme per tutto il territorio nazionale che stabilisca tempi certi nella erogazione delle prestazioni sanitarie, agganciando la valutazione della performance dei manager della sanità anche al rispetto della tempistica, prevedendo la sospensione della attività intramoenia nel caso di mancata osservanza della stessa tempistica. (5-09870)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 7 giugno 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-09870

  Con riferimento all'interrogazione in esame, desidero preliminarmente far presente che la materia dell'erogazione delle prestazioni sanitarie rientra nella piena autonomia organizzativa delle Regioni.
  Allo Stato, al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale, compete, invece, indicare obiettivi generali, i quali, con riferimento alla materia in argomento, sono contenuti nel Piano nazionale di governo delle liste di attesa 2010-2012, tuttora vigente.
  Fornire servizi in tempi congrui e rispondenti ai bisogni dei cittadini rientra, peraltro, già da anni tra i criteri di valutazione delle Regioni alle quali annualmente il Ministero della salute richiede le informazioni previste dalla normativa vigente per accedere al maggior finanziamento del SSN.
  Ciò posto, al fine di risolvere una serie di criticità emerse anche in sede di verifiche degli adempimenti LEA, condotte nel corso degli anni dal Ministero della salute, si è reso necessario addivenire in tempi rapidi ad un nuovo Piano di governo delle liste di attesa 2017-2019. A tal proposito anticipo, fin da ora, che è già stata elaborata una bozza che, prima di continuare l'iter in conferenza Stato regioni, sarà rivista e condivisa dall'istituendo Tavolo Tecnico formato da Ministero, Regioni e Province autonome, Agenas, Istituto Superiore di Sanità e altri stakeholder.
  È evidente, pertanto, che le linee di intervento declinate dalle Regioni nei rispettivi Piani regionali, pur nel rispetto dell'autonomia organizzativa e gestionale in tema di programmazione sanitaria, dovranno prevedere un allineamento con i contenuti del nuovo Piano nazionale di governo delle liste di attesa 2017-2019.
  Nello specifico, il nuovo Piano, proprio al fine del contenimento dei tempi di attesa per le prestazioni particolarmente critiche, prevederà un'adeguata organizzazione delle attività in libera professione «per conto e a carico delle aziende», nonché la verifica e il controllo delle prestazioni erogate in libera professione «a favore e a carico dell'utente» che ne faccia richiesta: per quest'ultime, infatti, dovranno essere attivati percorsi di prenotazione differenziati rispetto alle prenotazioni in regime istituzionale, attraverso numeri telefonici, sportelli e agende dedicati.
  Le Regioni, nei loro Piani regionali, dovranno, quindi, fornire chiare informazioni all'utenza sulla attività in libera professione «per conto e a carico delle aziende», che andrà tenuta ben distinta dalla attività in libera professione «a favore e a carico dell'utente».
  Le Regioni, inoltre, dovranno provvedere ad una riorganizzazione aziendale che tenga conto del rafforzamento della responsabilità sull'attività in libera professione intramuraria oltre che delle nuove modalità di gestione delle agende di prenotazione; ulteriori iniziative, poi, dovranno essere adottate in relazione alle questioni concernenti il personale Medico e ausiliario, agli aspetti contrattuali e alle verifiche sull'utilizzo delle risorse destinate alla realizzazione o ristrutturazione degli spazi aziendali interni e delle acquisizioni dall'esterno.
  Nel prossimo Piano nazionale sarà richiesto, inoltre, un ulteriore impegno alle Direzioni aziendali che saranno chiamate a verificare i volumi erogati e a confrontarli con i volumi istituzionali.
  Inoltre – e vengo, così, all'altro quesito posto dall'onorevole interrogante – il nuovo Piano nazionale di governo delle liste di attesa includerà tra gli interventi regolatori una eventuale riduzione o sospensione delle attività in libera professione intramoenia nei casi in cui i tempi di attesa della attività istituzionale superino in modo sistematico e rilevante quelli massimi indicati dalla programmazione regionale in riferimento alle classi di priorità sancite dal Piano nazionale; la riduzione e/o la sospensione cesserà solo dal momento in cui saranno ripristinati i tempi di attesa per l'attività istituzionale inferiori ai valori massimi previsti.
  Desidero inoltre informare che nell'attuale bozza di Piano nazionale sono indicate anche le modalità alternative di erogazione di quelle prestazioni che superano i tempi stabiliti, oltre che le misure inerenti l'appropriatezza prescrittiva, la piena operatività dei CUP e le altre modalità di raccolta delle informazioni su tempi e liste di attesa.
  Desidero, infine, rimarcare che il nuovo Piano 2017-2019 prevederà tra gli obiettivi di valutazione dei Direttori generali, proprio la riduzione dei tempi di attesa.
  Alla luce di quanto esposto, ritengo, dunque, di poter rassicurare l'Onorevole interrogante sull'impegno profuso dal Ministero della salute al fine di garantire, attraverso una razionalizzazione delle liste e dei tempi di attesa, un sistema sanitario efficiente ed equo, in grado di assicurare il rispetto della tempestività delle prestazioni e, quindi, un miglioramento della qualità della vita di tutti i cittadini.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prestazioni sanitarie gratuite

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