Legislatura: 17Seduta di annuncio: 692 del 14/10/2016
Primo firmatario: TARICCO MINO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 13/10/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2016 AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2016 PRINA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2016 ROSSI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2016 RUBINATO SIMONETTA PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2016 TARTAGLIONE ASSUNTA PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2016 AMATO MARIA PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2016 ROSTELLATO GESSICA PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2016 CAPOZZOLO SABRINA PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2016 ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2016 CASELLATO FLORIANA PARTITO DEMOCRATICO 15/11/2016
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 13/10/2016
MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 14/10/2016
APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 15/11/2016
TARICCO, GRIBAUDO, LUCIANO AGOSTINI, PRINA, PAOLO ROSSI, RUBINATO, TARTAGLIONE, AMATO, ROSTELLATO, CAPOZZOLO, ROTTA, CASELLATO. —
Al Ministro dell'interno
. — Per sapere – premesso che:
dai dati in possesso degli interroganti risulterebbe che i migranti e rifugiati sbarcati in Italia nel 2016 provengono soprattutto da Nigeria (15 per cento), Gambia (10 per cento), Somalia (9 per cento), Eritrea, Guinea e Costa d'Avorio (8 per cento) e la spinta all'emigrazione deriva da fattori di instabilità politica e sociale;
sulla base dei dati raccolti dalla UNHCR, la UN Refugee Agency, gli arrivi via mare di immigrati, nei primi nove mesi del 2016, sono in totale 131.702 di cui 16.792 nel mese di settembre (ca. 5.000 persone in meno del mese di agosto);
arriverebbero in Italia soprattutto uomini (70 per cento) con un numero considerevole di minori non accompagnati, in continua crescita (16 per cento);
gli sbarchi sono più numerosi in Sicilia (69 per cento), ma se ne contano anche in Calabria, Puglia e Sardegna;
purtroppo la cosiddetta «relocation», vale a dire la ripartizione dei migranti fra i vari Paesi europei, nonostante le pressioni del nostro Paese, e gli impegni formali della Commissione europea, procede a ritmi lenti e non produttivi: sempre da dati UNHCR, a settembre 2016, su 160.000 persone che devono essere redistribuite tra Grecia e Italia entro un possibile settembre 2017, soltanto 5.290 sono state riallocate nei Paesi europei e, di queste, soltanto 1.156 provengono dall'Italia, le restanti tutte dalla Grecia; parliamo di un 3 per cento del totale;
numerose indagini hanno dimostrato che le condizioni dei migranti accolti in Grecia e Turchia sono pessime, se non vergognose, talvolta con situazioni prossime alla prigionia, più che all'accoglienza;
l'Italia ha operato fin dai primi tempi di questa emergenza umanitaria nell'ottica del sostegno oltreché dell'accoglienza, investendo in termini di economie, energie, impegno civile e umano, con un coinvolgimento diretto delle proprie forze militari e assistenziali ben oltre il limite dettato dal dovere, mossa dalla necessità e dalla volontà di accogliere, anziché erigere muri;
nonostante l'imponente sforzo messo in campo, il sistema appare ancora frammentato e non sufficientemente controllato e, proprio la situazione di emergenza, rischia di offre spazio a circostanze di criticità estrema, dettate da contingenza e mancanza di sufficienti regole e supervisione;
alloggiare i richiedenti asilo, evitando conflitti con la popolazione locale ed evitando sprechi di risorse è questione complessa, in quanto entrano in gioco questioni sociali, culturali ed economiche;
il rischio di risposte di accoglienza improntate più alla ricerca di business che non alla volontà di contribuire ad una risposta ad una emergenza crea in molti casi tensioni anche sui territori, compromettendo l'immagine complessiva dello sforzo in atto;
alcuni imprenditori, a tal riguardo, lucrando sul fenomeno, rimettono in circolo strutture ricettive che non sempre sono adeguate per diventare centri di accoglienza, mentre alcune cooperative candidate, non sempre hanno i requisiti e le competenze per poterlo fare;
numerose comunità locali si trovano talvolta ad accogliere e gestire numeri di rifugiati, in relazione al numero di residenti, eccessivamente alti, mentre servirebbe una proporzionalità tra numero dei rifugiati accolti ed i residenti;
visti i numeri importanti e vista la situazione che nella sua straordinarietà sta purtroppo diventando ordinaria e quindi richiederebbe un approccio strutturale, sarebbe necessario prevedere percorsi formativi obbligatori ed una abilitazione per garantire requisiti minimi e una provata professionalità per potersi candidare all'accoglienza di cittadini migranti e, altresì, sarebbe indispensabile, prevedere una verifica serrata del rispetto della convenzione di affidamento una volta avviata –:
se il Governo sia a conoscenza della situazione e se non ritenga di dover individuare percorsi formativi e procedure di accreditamento con criteri qualitativi e di professionalità minimi, adeguati, misurabili che permettano una verifica rigorosa, in grado di eradicare speculazioni ed atti illegittimi nelle attività di accoglienza degli immigrati. (5-09777)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):migrante
asilo politico
infrastruttura turistica