ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08675

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 623 del 12/05/2016
Abbinamenti
Atto 5/11233 abbinato in data 19/07/2017
Atto 5/11345 abbinato in data 19/07/2017
Firmatari
Primo firmatario: DI STEFANO MANLIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/05/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 12/05/2016
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 12/05/2016
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 12/05/2016
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 12/05/2016
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 12/05/2016
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 12/05/2016


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 12/05/2016
Stato iter:
19/07/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/07/2017
Resoconto AMENDOLA VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 19/07/2017
Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 12/05/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/07/2017

DISCUSSIONE IL 19/07/2017

SVOLTO IL 19/07/2017

CONCLUSO IL 19/07/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08675
presentato da
DI STEFANO Manlio
testo di
Giovedì 12 maggio 2016, seduta n. 623

   MANLIO DI STEFANO, SIBILIA, SPADONI, GRANDE, DEL GROSSO, SCAGLIUSI e DI BATTISTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   si apprende da organi di stampa che la Commissione affari costituzionali del Parlamento della Turchia, su pressione del Presidente della Repubblica Erdogan, ha già avviato il procedimento per togliere l'immunità parlamentare ai deputati dell'HDP (Partito democratico del popolo);
   il Governo dell'AKP (Partito della giustizia e sviluppo di matrice islamista) mira a togliere l'immunità parlamentare dei deputati e delle deputate dell'HDP che di fatto rappresentano tutte le aree e i gruppi della società, compresi i curdi, turchi, armeni, assiri, yezidi, aleviti, cristiani e altri;
   nei giorni scorsi il presidente del Parlamento, esponente di spicco del partito di governo, ha dichiarato di voler superare la laicità nel Paese e di scrivere una nuova Costituzione basata sull'Islam politico e considera l'HDP – partito plurietnico, laico e pluriconfessionale – un grosso ostacolo per raggiungere questo obiettivo;
   la sessione plenaria del Parlamento affronterà questo argomento il 16 giugno 2016. Se dovesse essere approvata la risoluzione, 46 (di 59) deputati e deputate dell'HDP perderanno la loro immunità e saranno incarcerati. Se accadrà ciò, il conflitto già intenso nella regione curda della Turchia rischierà di inasprirsi ulteriormente, degenerando in una guerra civile aperta con il rischio di causare la fuga di milioni di persone;
   la violazione dei valori democratici e dei diritti umani in Turchia, come Stato membro del Consiglio d'Europa, della NATO e candidato a far parte dell'Unione europea, non possono essere ulteriormente tollerate;
   lo stesso Ministro interrogato, nel corso della sua visita in Turchia del 16 febbraio 2016, ha avuto un colloquio con Zelahatin Demirtas, leader del partito curdo presente in Parlamento, un gesto che ha sottolineato un'attenzione anche per l'opposizione in un Paese dove le maglie nei confronti del dissenso si fanno sempre più strette. In particolare il Ministro interrogato ha sottolineato, in una dichiarazione stampa, l'importanza fondamentale della richiesta turca a Bruxelles di aprire i capitoli 23 e 24 (quelli che riguardano le libertà democratiche e i diritti umani) del negoziato di adesione: «Noi non manchiamo mai di sollevare con Ankara i temi della libertà di opinione e di espressione, ma crediamo che il contesto migliore sia proprio quello del processo negoziale con la Ue»;
   in un appello rivolto ai Parlamenti dei Paesi dell'Unione europea proprio da Zelahatin Demirtas e dalla copresidente dell'HDP, Figen Yuksekdag, si parla di «svolta totalitaria che il sistema politico turco ha preso di recente, dove chiunque sia critico rispetto al blocco Erdogan-AKP viene etichettato come "terrorista" o "sostenitore del terrorismo", la chiusura della rappresentanza parlamentare all'opposizione politica renderà i curdi e altri popoli marginalizzati della Turchia anche più vulnerabili a gravi forme di violenza di Stato e repressione. Da come stanno le cose, la tutela dell'esecutivo sul potere giudiziario ha incoraggiato il Presidente Erdogan persino a chiedere di revocare la cittadinanza dei suoi critici politici, dai deputati dell'HDP e sindaci curdi eletti ai giornalisti, accademici per la pace e utenti dei social media. Per timore che Parlamento non venga messo sotto il controllo dell'esecutivo, sospettiamo che la prossima mossa di Erdogan sarà di chiudere «uno Stato senza cittadini»; già in passato, nel 1994, furono arrestati i parlamentari curdi, tra i quali la premio Sakarov per la pace, Leyla Zana, e questa prospettiva non può non preoccupare o lasciare indifferente l'Unione europea –:
   se non reputi necessario un puntuale e univoco intervento dell'Italia e dell'Unione europea per evitare l'arresto e la decadenza dei parlamentari dell'HDP e quali iniziative di competenza intenda assumere affinché questa grave decisione non si ripercuota sull'attuazione del recente accordo stipulato dalla Unione europea con la Turchia (che prevede copiosi finanziamenti in cambio di accoglienza dei profughi). (5-08675)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 19 luglio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-08675

  Il governo italiano, insieme alle Istituzioni europee e agli Stati Membri dell'UE, segue con grande attenzione l'evolversi della situazione interna in Turchia. In ogni occasione di incontro con le autorità turche viene espressa dal Governo preoccupazione per le conseguenze del perdurante stato di emergenza, prorogato di altri tre mesi in questi giorni, che sta comportando numerose forzature degli standard internazionali in tema di diritti fondamentali e di Stato di diritto. Riteniamo necessario mantenere la risposta al tentativo di colpo di Stato all'interno delle procedure di legge, nel pieno rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e del diritto ad un equo processo.
  La situazione dei diritti dei cittadini, delle minoranze e delle opposizioni parlamentari è seguita, oltre che sul piano dei rapporti bilaterali, anche in ambito multilaterale. Assieme agli altri partner europei, monitoriamo la situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Turchia, incluse le libertà di espressione e di stampa, come testimonia del resto anche la Dichiarazione dell'Alto rappresentante Mogherini e del Commissario Hahn in occasione del primo anniversario del fallito golpe, rilasciata il 14 luglio scorso.
  In particolare, la situazione in Turchia è oggetto di scrutinio da parte dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, che ha deciso lo scorso aprile il reinserimento di Ankara tra i Paesi sottoposti alla procedura di monitoraggio, a cui la Turchia era stata già soggetta dal 1996 al 2004. Tale procedura di monitoraggio permetterà di seguire con attenzione ancora maggiore la situazione interna, con spirito costruttivo e collaborativo.
  Il monitoraggio in ambito multilaterale avviene anche nell'ambito della «Commissione di Venezia», che ha formulato nel marzo scorso un proprio parere sulla riforma costituzionale turca. Secondo tale commissione, la riforma non risponderebbe ad un modello di sistema presidenziale democratico basato sulla separazione dei poteri, in particolare per le criticità legate all'assenza di meccanismi di controllo, equilibrio e salvaguardia discendenti dalla riforma.
  Con riferimento alla specifica questione dell'arresto dei parlamentari dell'HDP ricordo che il Governo italiano è stato tra i primi in Europa a reagire agli arresti in Turchia. Abbiamo sottolineato che il contrasto alle azioni del PKK non può giustificare la negazione dei diritti delle opposizioni parlamentari e che gli arresti sono misure che rischiano di pregiudicare ogni dialogo democratico e costruttivo con la componente curda della Nazione. Il Governo ha fatto appello alle autorità turche affinché tutelino adeguatamente le libertà civili, democratiche e lo stato di diritto, essenziali per la prosecuzione del percorso europeo del Paese.
  Gli arresti della leadership dell'HDP, che seguono quelli anche di giornalisti, con la chiusura di testate giornalistiche, sono particolarmente gravi, perché investono direttamente uno dei nodi della crisi turca: la possibilità o meno che si attivi un percorso politico per risolvere la questione curda.
  Per quanto riguarda la cessazione degli attacchi turchi in Siria e Iraq contro le formazioni curde che combattono contro Daesh e l'istituzione di una no-fly zone nel nord della Siria e nel nord dell'Iraq, il dialogo tra Amministrazione USA e Turchia resta aperto, intenso e talvolta teso, essendo di fatto basato su un «agreement to disagree» su questo aspetto. Varie ipotesi di istituire «no-fly zone» sul territorio siriano sono state in passato evocate e scartate, a causa dei rischi che esse comporterebbero. Peraltro, eventuali iniziative NATO dovrebbero comunque essere adottate all'unanimità dai 29 Alleati, dunque anche con il consenso della Turchia. Per parte nostra, riteniamo che lo strumento migliore per contenere le tensioni turco-curde, e perseguire l'obiettivo prioritario della sconfitta di Daesh, resti quello del dialogo con Ankara.
  Quanto alla possibile ripercussione di tale questione sull'attuazione delle intese UE-Turchia, citato dall'On. Di Stefano, mi preme sottolineare che i fondi stanziati dall'Unione Europea e dagli Stati Membri attraverso la cosiddetta Facility for Refugees in Turkey sono destinati a sostenere progetti umanitari e socioeconomici che hanno come beneficiari i rifugiati siriani presenti sul territorio turco. Peraltro i fondi stanziati non vengono corrisposti direttamente al governo turco, ma ad organizzazioni non governative incaricate della realizzazione dei singoli programmi.
  In conclusione, nell'attuale complesso frangente riteniamo importante mantenere aperto con Ankara un canale di dialogo e di confronto. La Turchia resta un alleato strategico nella regione, in particolare nei settori delle migrazioni, dell'energia, della lotta al terrorismo, del commercio. Ed il percorso europeo della Turchia rappresenta per noi un'ipotesi da tenere aperta nel rispetto delle regole europee che sono molto chiare e corrispondono a valori di libertà, di rispetto dello Stato di diritto e di tutela dei diritti umani.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

gruppo etnico

partito politico