Legislatura: 17Seduta di annuncio: 609 del 19/04/2016
Primo firmatario: BRIGNONE BEATRICE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 19/04/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 19/04/2016 MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 19/04/2016 MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 19/04/2016 PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 19/04/2016
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA SALUTE
- MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega MINISTERO DELLA SALUTE 19/04/2016 MINISTERO DELLA SALUTE 19/04/2016 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 24/06/2016
MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/04/2016
MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 24/06/2016
BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAESTRI, MATARRELLI e PASTORINO. —
Al Ministro della salute, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca
. — Per sapere – premesso che:
la malattia celiaca (o Celiachia) è un'infiammazione cronica dell'intestino tenue, scatenata dall'ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. L'unica cura per le persone affette da questa malattia è la dieta aglutinata;
nel 2014, a uno studente di otto anni frequentante il convitto nazionale Cirillo di Bari, viene diagnostica la celiachia;
i genitori del bambino fanno richiesta alla dirigenza del convitto Cirillo di somministrare, come impone la legge 123 del 2005, un menu senza glutine;
la cucina dell'istituto non essendo attrezzata per le allergie alimentari e per la gestione separata dei cibi senza glutine, non fornisce allo studente il diritto alla somministrazione dei pasti separati e privi di glutine;
a maggio 2015,l'istituto scolastico trova una sorta di soluzione e al bambino vengono somministrati pasti idonei alla sua dieta grazie all'azienda di ristorazione Ladisa di Bari, che rifornisce con menu differenziati scuole e ospedali cittadini;
durante l'anno scolastico in corso allo stesso istituto si iscrive un'altra bambina anche lei affetta da celiachia e che quindi necessita dello stesso menu aglutinato;
l'azienda di ristorazione Ladisa all'inizio dell'anno scolastico in corso non offre più la propria disponibilità a fornire i pasti ai due studenti celiaci e, infatti, gli stessi devono accontentarsi durante la mensa, per i mesi di settembre e ottobre 2016 di un menu «normale», lasciando a loro la responsabilità di evitare cibi pericolosi per il loro stato di salute;
nel mese di novembre 2016, la scuola firma un contratto con un laboratorio barese che produce prodotti idonei ai due bambini celiaci; tuttavia il costo per ogni pasto aglutinato è di euro 15;
infatti, i genitori dei due studenti celiaci hanno commentato: «Rispetto a tale soluzione abbiamo manifestato le nostre perplessità relativamente non alla qualità del pasto, sicuramente eccellente, ma a una serie di annessi, come l'acqua in bottiglia o la frutta imbustata singolarmente con posate e bicchieri, inutili rispetto alla celiachia e rilevanti sul costo del pasto. Inoltre il pasto non è formulato da una dietista, come previsto dalla linee guida della ristorazione scolastica»;
il costo per pasto al giorno di 15 euro pesa notevolmente sul bilancio scolastico quindi l'istituto delibera che per due studenti la retta annuale passa da 1.100 a 3mila 100 euro;
la dirigente dell'Istituto Cirillo, Margherita Viterbo nello specifico ha dichiarato: «Non posso non accettare i bambini celiaci, sarebbe discriminante ma ci siamo dovuti fare i conti e aumentare le rette. Le famiglie pretendono che paghiamo noi, ma non è possibile perché useremmo i soldi delle altre famiglie. E poi già i celiachi ricevono un contributo mensile dalla Asl, non siamo noi che dobbiamo risolvere il problema. Comunque sono persone che se lo possono permettere»;
tali affermazioni della dirigente scolastica del Cirillo sono, secondo gli interroganti, molto gravi, poiché la legge n. 123 del 2005 ha definito la celiachia una «malattia sociale». Tale comportamento è secondo gli interroganti senza dubbio discriminante nei confronti di chi è affetto dalla malattia celiachia e non ha altre cure se non quella di ricevere parti adeguati;
inoltre, la quota che il servizio sanitario nazionale eroga attraverso le regioni per l'approvvigionamento di prodotti idonei ai celiaci è, di fatto, una quota parte ripartita in fasce di età e non supera i novanta euro/mese per i celiaci bambini e adolescenti;
infatti, a seguito della smisurata differenza di retta, anche l'Associazione italiana celiachia (Aic) ha denunciato il caso e la vicenda è riportata anche nel corso di un convegno regionale della stessa Associazione;
il direttore generale dell'ufficio scolastico regionale, Anna Cammalleri, più volte sollecitata a dare risposte non ha ancora comunicato, a quanto risulta agli interroganti, nessuna informazione ufficiale rispetto a quanto sta accadendo agli studenti;
la preside Viterbo rimarca dichiarando ancora: «Se mi arriva un vegano, allora, io che faccio ? Poi vengono tutti al Cirillo. Non intendo essere denunciata per distrazione di fondi. La nostra è una mensa collettiva, la possono usare tutti, ma se ci sono costi aggiuntivi li devono pagare loro»;
tenuto conto che la dirigente del Cirillo, nelle sue affermazioni ha espressamente detto che se ci sono costi aggiuntivi per diete speciali, questi devono essere a carico delle famiglie, occorrerebbe ribadire che la celiachia è una vera e propria malattia e come tale la struttura scolastica deve somministrare i pasti senza glutine senza nessuna differenziazione di retta a carico delle famiglie –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti narrati in premessa;
se ritengano doveroso intervenire presso l'Istituto Cirillo di Bari per garantire agli studenti pasti idonei e i più possibili analoghi a quelli dei compagni in base alla legge n. 123/2005;
se intendano chiarire, con una nota congiunta ai dirigenti scolastici regionali, l'obbligo della normativa vigente per le mense scolastiche pubbliche e private di garantire un pasto gluten free agli studenti celiaci;
se non ritengano di dover sensibilizzare maggiormente i dirigenti scolastici e delle strutture pubbliche e private al fine di evitare discriminazioni sociali, poiché la celiachia è una malattia considerata «sociale». (5-08419)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):malattia
istituto di istruzione
contratto