ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08286

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 599 del 31/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: TARANTO LUIGI
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 31/03/2016


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 31/03/2016
Stato iter:
12/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/04/2016
Resoconto GENTILE ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 12/04/2016
Resoconto TARANTO LUIGI PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 31/03/2016

DISCUSSIONE IL 12/04/2016

SVOLTO IL 12/04/2016

CONCLUSO IL 12/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08286
presentato da
TARANTO Luigi
testo di
Giovedì 31 marzo 2016, seduta n. 599

   TARANTO. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   il Fondo europeo per gli investimenti (Fei) e il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese hanno firmato in data 4 marzo 2016, un contratto di controgaranzia che, nell'ambito del programma Cosme, si avvale del sostegno del Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis), fulcro piano di investimenti per l'Europa;
   attraverso il contratto di controgaranzia – secondo quanto emerge dal comunicato ufficiale diffuso a margine della sua stipula – il Fondo di garanzia per le Pmi potrà sostenere «finanziamenti per oltre 1 miliardo di euro a favore di 20.000 piccole e medie imprese (PMI) italiane nel corso dei prossimi dodici mesi. Il Fondo di Garanzia sosterrà le PMI italiane tramite i confidi (società di mutua garanzia che forniscono garanzie alle PMI in Italia)»;
   Jyrki Katainen vicepresidente della Commissione europea responsabile per il portafoglio «Occupazione, crescita, investimenti e competitività», ha così dichiarato: «L'Italia è molto impegnata nella conclusione delle convenzioni di finanziamento per le PMI nel quadro del Piano di investimenti: il numero di quelle stipulate in Italia è di gran lunga superiore a quelle concluse negli altri Stati membri. Si tratta di uno sviluppo particolarmente positivo in quanto le PMI sono la spina dorsale dell'economia italiana e non dovrebbero avere difficoltà di accesso ai finanziamenti necessari per i loro progetti. Spero che l'accordo firmato oggi e che gode del sostegno del FEIS consenta alle 20.000 piccole imprese di concretizzare le loro idee»;
   in data 17 febbraio 2016, si è inoltre tenuto, presso il Ministero dello sviluppo economico, l'evento celebrativo dal titolo «500 mila garanzie. Il Fondo di garanzia per le PMI: un'eccellenza italiana»;
   nella circostanza, Massimo Vivoli, presidente di Rete imprese Italia, ha così sintetizzato, in sede di intervento, i «punti cardine» dell'attesa riforma del Fondo di garanzia: «a) l'ampliamento della platea delle imprese beneficiarie anche mediante il passaggio al modello di rating interno, calibrando così gli accantonamenti; b) l'articolazione delle coperture del Fondo prevedendo misure crescenti all'aumentare della rischiosità dell'impresa; c) il ripristino del principio di neutralità del Fondo rispetto alla forma tecnica della garanzia rilasciata a Banche e Confidi»;
   al riguardo, risultano di particolare interesse dati e valutazioni esposti nella «Relazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive», del settembre 2015, predisposta dal Ministero dello sviluppo economico – direzione generale per gli incentivi alle imprese, ove, tra l'altro, così si legge: «Nel periodo considerato (2008-2014), il Fondo... ha accolto complessivamente n. 368.692 operazioni finanziarie, con un corrispondente importo garantito dal Fondo superiore ai 32 miliardi di euro, che ha attivato un volume di nuovi finanziamenti per oltre 56 miliardi di euro»;
   quanto all'evoluzione delle modalità di concessione delle garanzie, il ridimensionamento della controgaranzia a vantaggio della garanzia diretta è dovuto «ad una molteplicità di fattori – prosegue la Relazione – di diversa natura. In primo luogo, l'elevata operatività negli anni della crisi economica ha maggiormente esposto i confidi alle escussioni e all'assottigliamento del patrimonio, riducendone gradualmente il raggio di azione. La necessità di contrastare il restringimento del credito per le imprese, in secondo luogo, ha reso necessario un intervento del policy maker (Cfr. decreto Salva Italia in tema di coperture, importo massimo garantito, costi dell'operazione) che, se da un lato ha facilitato l'accesso al credito per le PMI, dall'altro lato ha reso più conveniente la modalità di concessione mediante “Garanzia diretta”. In terzo luogo, infine, per le banche, in virtù della ponderazione al 100 per cento della garanzia dei confidi (in virtù del duplice downgrading del rating sull'Italia), in termini generali, in assenza dell'intervento del Fondo, diventa meno apprezzabile, in ottica comparativa, il valore della garanzia dei confidi»;
   la relazione sintetizza, inoltre, l'esercizio di valutazione sul fondo di garanzia condotto, nel corso del 2014 e nei primi mesi del 2015, dal dipartimento di economia e statistica della Banca d'Italia, così annotando: «Sulla scorta dei risultati dell'esercizio valutativo, lo studio condotto da Banca d'Italia avanza tre principali indirizzi di policy, in termini di cambiamenti nel funzionamento dello strumento. In primo luogo, adottare criteri di accesso alla garanzia meno stringenti al fine di estendere ad un numero più ampio di imprese gli effetti positivi osservati. Introdurre meccanismi volti a favorire un beneficio in termini di minor tasso di interesse applicati ai finanziamenti garantiti dal Fondo. Rafforzare, infine, gli strumenti di valutazione del rischio di credito delle imprese e raffinare i meccanismi di selezione utilizzati dalle banche rispetto ai beneficiari»;
   i dati relativi all'esercizio 2015 segnalano, ancora, oltre 100 mila domande di finanziamento accolte ed oltre 66 mila imprese garantite; oltre 15 miliardi di finanziamenti ed oltre 10 miliardi di importi garantiti;
   nel complesso, dunque, attività ed esigenze di riforma del fondo di garanzia si confermano questioni decisive nel contesto di uno scenario in cui, in Italia, «... l'uscita graduale dalla recessione – come si legge nel Rapporto sulla stabilità finanziaria, pubblicato, a novembre 2015, da Banca d'Italia – favorisce un graduale ritorno alla crescita del credito al settore privato; se valutato in rapporto al prodotto, tale credito rimane tuttavia assai inferiore ai valori medi di lungo periodo» –:
   quali siano le linee guida, le modalità e i tempi previsti per il processo di riforma del fondo di garanzia per le Pmi, con particolare riferimento alla valorizzazione della controgaranzia, anche alla luce delle prospettive del recente contratto tra detto fondo ed il Fondo europeo per gli investimenti (Fei). (5-08286)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 12 aprile 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-08286

  Con riguardo al Fondo di garanzia per le PMI evidenzio che dalla data di avvio della sua operatività (gennaio 2000), il Fondo ha assunto una importanza via via crescente. Ma è soprattutto negli ultimi anni, segnati da una forte contrazione del credito bancario, che il Fondo ha assunto un ruolo fondamentale a supporto del sistema produttivo, consentendo l'accesso al credito a migliaia di PMI.
  Ovviamente, la dinamica espansiva del Fondo (solo nel 2015, sono state rilasciate più di 102 mila nuove garanzie) ha determinato un sempre maggiore assorbimento di risorse pubbliche necessarie per assicurare il funzionamento dello strumento.
  Ciò premesso, il processo di riforma del Fondo nasce dalla necessità di perseguire una duplice finalità: aumentare l'efficacia e l'efficienza dello strumento e rendere, al contempo, il fabbisogno finanziario necessario per il suo funzionamento compatibile con gli equilibri della finanza pubblica.
  Il perno attorno al quale tale riforma ruota è rappresentato dall'introduzione di un modello di rating interno del Fondo ai fini della valutazione del merito creditizio delle imprese, che sostituirà l'attuale sistema di valutazione economico-finanziaria basato sull'utilizzo del credit scoring.
  L'adozione del modello di rating consentirà una stima accurata della rischiosità delle imprese. La conoscenza della rischiosità dell'imprenditore permetterà al Ministero dello Sviluppo Economico di rendere più selettivi, mirati ed efficaci gli interventi del Fondo, attraverso un'articolazione delle coperture che preveda misure via via crescenti all'aumentare della rischiosità dell'impresa.
  Ciò consente una maggiore focalizzazione del sostegno pubblico in favore delle imprese rischiose che presentano un reale bisogno di sostegno da parte dello Stato.
  Al contempo, la conoscenza del grado di rischio delle imprese, consentirà al Gestore del Fondo di effettuare accantonamenti prudenziali a fronte delle garanzie rilasciate calibrati in funzione dei rischi effettivamente assunti dal Fondo.
  Gli altri obiettivi della riforma – strettamente connessi, come detto, al passaggio dall'attuale sistema di valutazione al modello di rating del Fondo – sono:
   la creazione di più ampi margini per interventi di altre Amministrazioni e altre istituzioni di sviluppo con lo scopo di finanziare operazioni realmente addizionali;
   riorientamento del Fondo verso le operazioni finanziarie a medio-lungo termine e gli investimenti;
   rendere «neutro» – come correttamente osservato dall'Onorevole interrogante – l'intervento del Fondo rispetto alla tipologia di soggetto richiedente (banca o confidi) e riequilibrando, dunque, il trattamento tra «garanzia diretta» e «controgaranzia» che, durante la crisi, sotto la morsa del credit crunch, si era effettivamente perso.

  Il processo di riforma del Fondo è in fase avanzata. In questi giorni, si stanno chiudendo i test del modello, condotti al fine di confrontare, su medesimi gruppi di imprese, il comportamento del modello di rating del Fondo con quello dei modelli di rating interni di un gruppo di banche che si sono offerte di collaborare.
  Chiusi i test, saranno adottati i provvedimenti amministrativi necessari all'introduzione del nuovo modello di valutazione.
  Per ciò che attiene, invece, il contratto di riassicurazione recentemente sottoscritto dal Fondo con il FEI, esso è finalizzato a trasferire al FEI una quota (50 per cento) del rischio assunto dal Fondo sul portafoglio di controgaranzie concesse nel corso del 2016.
  È importante precisare che la riassicurazione del FEI è prestata dal Fondo a titolo gratuito.
  Il Governo assicura la propria disponibilità a fornire al Parlamento ulteriori elementi che dovessero essere utili al riguardo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

piccole e medie imprese

credito industriale

impresa transnazionale