ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08166

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 592 del 17/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: GUIDESI GUIDO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 17/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 25/05/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 17/03/2016
Stato iter:
25/05/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/05/2016
Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 25/05/2016
Resoconto BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 25/05/2016

DISCUSSIONE IL 25/05/2016

SVOLTO IL 25/05/2016

CONCLUSO IL 25/05/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08166
presentato da
GUIDESI Guido
testo presentato
Giovedì 17 marzo 2016
modificato
Mercoledì 25 maggio 2016, seduta n. 631

   GUIDESI, BORGHESI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   la pesca professionale attualmente viene praticata principalmente ad opera di pescatori stranieri, prevalentemente provenienti dai Paesi dell'Est Europa, con particolare riferimento al delta del Danubio, oltre ad un esiguo numero di operatori italiani, a giudizio dell'interrogante comunque compiacenti dei trafficanti dell'Est Europa;
   questi soggetti, operano a fronte dell'acquisizione di una licenza di pesca professionale, rilasciata dalla provincia di residenza, in funzione della rispettiva legge regionale, a costi annuali irrisori, senza l'obbligo di nessun corso o qualifica di specializzazione. La licenza di pesca dà diritto all'attività di pesca e alla commercializzazione del relativo pescato verso i mercati ittici o comunque con imprenditori commerciali del comparto ittico;
   dal 2012, si sono aperti dei mercati con le industrie dell'Est Europa, principalmente in Romania, per la lavorazione del pescato d'acqua dolce, sia per l'alimentazione umana, sia per la produzione di alimenti per animali. La filiera di tali mercati, per potersi sostenere, richiede ingentissime quantità di materia prima e in soli tre anni, molti corsi d'acqua hanno subito una contrazione di risorsa ittica fino al 90 per cento;
   questo sistema industriale si rivolge principalmente verso le acque italiane interne, in particolare, in ogni corso d'acqua della pianura padana dove la pesca professionale e la commercializzazione del pescato sono autorizzate. È altresì ovvio che le acque interne della pianura padana non possono costituire e continuare ad essere a lungo il bacino di approvvigionamento della risorsa ittica necessaria ad alimentare il sistema industriale di lavorazione del pescato costituitosi nell'Est Europa;
   la pesca professionale praticata dai suddetti pescatori stranieri porta introiti irrisori provenienti dalle licenze professionali, ha regimi fiscali ai minimi, non lascia nessun indotto sul territorio e trasferisce tutto il capitale ittico all'estero, sottraendolo definitivamente alla pesca sportiva che invece sviluppa un indotto commerciale pari a circa tre miliardi di euro l'anno, tra attrezzatura direttamente venduta, strutture ricettive e varie ricadute economiche sul territorio;
   tutto il materiale ittico pescato e commercializzato viene catturato in qualsiasi corso d'acqua possibile senza tener conto delle condizioni ambientali, qualità e salubrità delle acque, senza distinzione di specie ittica, pregiata o non, tutelata o non. Inoltre, il pescato non è soggetto a nessun idoneo controllo sanitario o comunque non pare caratterizzato da veritiera certificazione di provenienza;
   il materiale ittico viene altresì catturato quasi sistematicamente in modo illegale: pesca in zone non consentite, oltre i limiti di orario previsti, con strumenti o metodi non autorizzati, spesso stordendo i pesci con la corrente elettrica o con lo sversamento in acqua di sostanze chimiche;
   le quantità di fauna ittica catturata, soprattutto con modalità fraudolente, sono ingentissime e riescono ad eludere le attività di controllo. Vengono conferite presso vari centri di stoccaggio, spesso in strutture private o magazzini, con discutibile osservanza delle più comuni regole e idonee autorizzazioni;
   settimanalmente il materiale ittico stoccato viene caricato su furgoni frigo coibentati e trasferito verso i mercati dell'Est Europa per la lavorazione e la trasformazione. Dal momento in cui il materiale ittico, pescato illegalmente, viene caricato sui furgoni, che rispettano le normative idonee per il trasporto, quel carico di pesce diventa regolare, in quanto ha un mittente con una valida partita iva (quella di pescatore di professione e imprenditore ittico) e un legittimo destinatario con sede all'estero;
   si viene a creare, quindi, un'anomalia che vede, da un lato, le forze di polizia e le istituzioni impegnate nel contrastare i reati di pesca di frodo, ma con risultati quasi esigui, e, dall'altro, ingenti quantità di risorsa ittica, frutto del reato stesso, divenire regolari dal momento dello stoccaggio al conferimento presso il destinatario finale;
   vanno rimarcati la mancanza di veridicità sulla provenienza del pescato, l'assoluto dubbio sulla salubrità delle carni stesse, la contrazione enorme del patrimonio ittico italiano e l'ingente danno causato all'indotto socio-economico della pesca sportiva –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali siano le iniziative urgenti che intende adottare al fine di fronteggiare la grave situazione in cui versano le acque ciprinicole interne, o almeno dell'areale padano, in particolare relativamente alla commercializzazione del pescato proveniente dalle stesse acque. (5-08166)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 25 maggio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-08166

  Il Ministero è consapevole della gravità del fenomeno e per questo nel corso dell'esame del cosiddetto collegato agricolo è stato introdotto un articolo aggiuntivo (articolo 40), approvato dalla Camera dei deputati, in materia di contrasto al bracconaggio ittico nelle acque interne, ovvero in fiumi, laghi, acque dolci, salse o salmastre delimitati – rispetto al mare – dalla linea congiungente i punti più foranei degli sbocchi dei bacini, dei canali e dei fiumi. Con tale strumento avremo un elemento in più per aumentare il contrasto a questa piaga, tenuto conto che la pesca nelle acque interne è disciplinata da regioni ed enti locali che devono provvedere all'eventuale modifica della pertinente normativa.
  Si aggiunge poi che è stata rafforzata la sorveglianza sull'attività in parola nonché l'accertamento delle relative infrazioni da parte del Corpo forestale dello Stato (sotto la direzione delle Amministrazioni provinciali), che ha svolto in materia numerose operazioni di polizia giudiziaria. In particolare da maggio 2014, il Comando provinciale del Corpo forestale dello Stato di Rovigo ha riscontrato attività illecite di commercio e trasporto di materiale ittico dalla zona del delta del Po verso l'Europa dell'est, in particolare Romania ed Ungheria. In tale contesto, sono stati sequestrati o sottoposti a vincolo sanitario diversi quintali di pesce di varie specie e applicate le relative sanzioni.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

pescatore

commercializzazione

alimentazione animale