ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07796

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 570 del 16/02/2016
Abbinamenti
Atto 5/07799 abbinato in data 12/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: LENZI DONATA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 16/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CANI EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 16/02/2016
MARROCU SIRO PARTITO DEMOCRATICO 16/02/2016
MELONI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 16/02/2016
MURA ROMINA PARTITO DEMOCRATICO 16/02/2016
PES CATERINA PARTITO DEMOCRATICO 16/02/2016
PINNA PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 16/02/2016
SANNA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 16/02/2016
SANNA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 16/02/2016
CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO 16/02/2016
ARGENTIN ILEANA PARTITO DEMOCRATICO 16/02/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 16/02/2016
Stato iter:
12/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/04/2016
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 12/04/2016
Resoconto LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 16/02/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/04/2016

DISCUSSIONE IL 12/04/2016

SVOLTO IL 12/04/2016

CONCLUSO IL 12/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07796
presentato da
LENZI Donata
testo di
Martedì 16 febbraio 2016, seduta n. 570

   LENZI, CANI, MARROCU, MARCO MELONI, MURA, PES, PINNA, GIOVANNA SANNA, FRANCESCO SANNA, CARNEVALI e ARGENTIN. — Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   le cronache riportano sempre più spesso casi di maltrattamenti a danno di minori, anziani e disabili, tutti soggetti con evidenti situazioni di disagio, che si consumano all'interno di strutture, pubbliche e private (come asili, scuole per l'infanzia o strutture socio-assistenziali), di cui sono ospiti;
   dopo pochi giorni dalla denuncia dei fatti accaduti presso il centro l’«Eugenio Litta» di Grottaferrata in provincia di Roma, le cronache riportano un altro episodio avvenuto in Sardegna presso il centro Aias di Decimomannu;
   secondo le indagini condotte dal comando provinciale dei carabinieri e del Nas di Cagliari che hanno notificato le misure cautelari a 14 operatori e responsabili del centro Aias di Decimomannu, questi avrebbero maltrattato, picchiato e umiliato in modo «continuo e sistematico» gli ospiti della struttura psichiatrica convenzionata in cui lavoravano;
   le accuse vanno a vario titolo dall'omissione di atti d'ufficio, ai maltrattamenti, alle percosse, alle lesioni personali e all'omissione di referto –:
   quali ulteriori iniziative urgenti i Ministri interrogati ritengano necessario assumere, per quanto di competenza e d'intesa con le regioni, per incrementare le attività di controllo e vigilanza nei confronti delle strutture socio-educative, sanitarie e di ricovero adibite all'assistenza e alla cura di pazienti ivi ricoverati, oltre alla task force già istituita dal Ministro della salute nel 2013. (5-07796)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 12 aprile 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-07796

  Si risponde congiuntamente alle interrogazioni parlamentari in esame, stante le analogie delle problematiche in esse segnalate.
  In via preliminare, segnalo che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, nel sottolineare di effettuare costantemente le attività di vigilanza nel settore delle strutture socio-assistenziali, in merito ai casi indicati negli atti ispettivi, ha inteso precisare quanto segue.
  Per quanto riguarda gli accadimenti occorsi presso un centro di riabilitazione neuropsichiatrica di Grottaferrata, i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Roma, nel febbraio 2016, a conclusione delle attività di indagine avviate nel 2015, hanno eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare, di cui una in carcere e 9 agli arresti domiciliari, nei confronti di operatori socio-assistenziali per percosse, ingiurie e segregazione dei pazienti, mentre altri 6 operatori sono stati denunciati a piede libero.
  Poiché detta struttura risulta accreditata con il Servizio Sanitario Regionale, in data 11 marzo 2016, il Ministero della salute ha inviato alla regione Lazio una richiesta di informazioni, per sapere se la stessa sia dotata «di uno specifico sistema di monitoraggio e verifica dell'attività che si svolge nelle molteplici strutture private accreditate che operano nel settore, al fine di scongiurare il possibile ripetersi di casi analoghi».
  In merito a quanto avvenuto a Decimomannu, i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Cagliari, nel febbraio 2016, hanno eseguito 14 misure cautelari di sospensione dal servizio nei confronti dei legali responsabili di un centro di riabilitazione psico-motoria, nonché di operatori socio-assistenziali, per aver assunto, quotidianamente, nei riguardi dei pazienti affetti da patologie psichiatriche, comportamenti offensivi, omissivi e lesivi, tanto da rendere necessario, in taluni casi, il loro ricovero presso strutture ospedaliere, tenendo i familiari degli ospiti all'oscuro degli eventi.
  L'efficacia della costante attività svolta presso le strutture assistenziali dai Carabinieri-NAS è documentata dal documento che lascio a disposizione degli On.li interroganti e della Commissione.
  Una adeguata ed efficace azione di contrasto agli accadimenti in esame, richiede una forte attività di vigilanza e controllo da parte delle strutture assistenziali stesse e delle ASL, nonché da parte delle regioni che, nell'esercizio delle proprie competenze istituzionali, devono intervenire nella definitiva risoluzione delle problematiche evidenziate.
  Infatti, l'accreditamento istituzionale rappresenta il riconoscimento che l'Ente Regione, ossia l'Organismo accreditante, concede alle Aziende/strutture sanitarie, già autorizzate a svolgere attività sanitarie, quali potenziali erogatori di prestazioni nell'ambito e per conto del Servizio Sanitario Nazionale.
  La normativa regionale, in accordo con quella nazionale, detta indicazioni precise sui requisiti che tutte le strutture sanitarie, socio-sanitarie e sociali devono possedere per poter operare nel territorio regionale.
  Con le verifiche, ordinariamente condotte dagli organismi regionali preposti, si assicura che l'assistenza sia di elevato livello tecnico-professionale e scientifico, nonché di equità e pari accessibilità a tutti i cittadini, e che sia appropriata rispetto ai reali bisogni di salute, psicologici e relazionali della persona.
  Le attività di programmazione nazionale richiamano, con forza, il dovere di porre particolare riguardo agli aspetti di umanizzazione e, in linea con l'Intesa tra il Governo, le regioni e le province Autonome, nel documento recante «Disciplinare per la revisione della normativa dell'accreditamento», del 20 dicembre 2012, tra i requisiti per l'autorizzazione e l'accreditamento sono compresi quelli che riguardano l'umanizzazione e personalizzazione dell'assistenza: tali requisiti sono volti a orientare le attività assistenziali ed organizzative all'accoglienza dei pazienti, considerando le diverse esigenze relative all'età, al genere e a particolari condizioni di salute e di fragilità fisica e psicologica.
  Inoltre, nell'ambito delle attività volte alla gestione del rischio clinico e alla promozione della qualità e sicurezza delle cure, il Ministero della salute monitora un pannello di eventi sentinella, tra i quali l'evento «violenza su paziente»; ciò nell'intento di richiamare l'attenzione di regioni, aziende e singoli operatori sanitari sulla necessità di vigilare sul verificarsi di tali eventi, nonché sulle condizioni che li determinano e sulle azioni da mettere in atto per prevenire il loro accadimento.
  In relazione alla violenza di genere, le regioni sono state, inoltre, incoraggiate ad attivare percorsi di sensibilizzazione degli operatori di Pronto Soccorso, di Medicina Generale, di Pediatria di libera scelta e di Continuità assistenziale, e ad elaborare specifici progetti inerenti alla prevenzione della violenza secondo le buone pratiche già adottate da alcune regioni, all'individuazione di segni e sintomi ascrivibili alla violenza sessuale, fisica e psicologica, anche mediante schede di rilevazione per valutare l'entità e l'impatto della violenza subita.
  Gli altri indirizzi ai quali le Regioni fanno riferimento, nell'elaborazione dei progetti, sono: l'utilizzo nella pratica clinica di protocolli condivisi ed uniformi, in particolare per la definizione di maltrattamento domestico e/o intrafamiliare, l'attivazione di percorsi per l'accoglienza e l'assistenza all'interno delle strutture sanitarie delle vittime di violenza, l'attivazione o l'implementazione di percorsi sanitari e socio sanitari per la presa in carico e la continuità assistenziale alle vittime di violenza, e l'attivazione di programmi per il trattamento degli uomini autori di violenze di genere domestiche e/o intrafamiliari.
  I progetti presentati dalle Regioni nel 2012 sono stati 23, e 11 di essi promuovono azioni volte a tutelare le vittime della violenza di genere.
  Da ultimo, come ho avuto già modo di ricordare, nel disegno di legge di iniziativa del Ministro della salute, AS 1324, recante disposizioni in materia sanitaria, il cui iter è in fase di conclusione in 12a Commissione Senato, all'articolo 6 è prevista una specifica disposizione, volta ad inasprire le sanzioni per i reati contro la persona, commessi in danno di persone ricoverate presso strutture sanitarie o presso strutture socio-sanitarie residenziali o semi residenziali.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

delitto contro la persona