ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07309

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 544 del 11/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: LABRIOLA VINCENZA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 11/01/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 11/01/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 11/01/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07309
presentato da
LABRIOLA Vincenza
testo di
Lunedì 11 gennaio 2016, seduta n. 544

   LABRIOLA. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   dalle notizie di cronaca dei giorni scorsi si è appreso che dal 25 al 31 dicembre 2015 siano morte ben 5 donne ed i rispettivi bambini ancora in grembo, si tratterebbe di:
    Anna Massignan di 34 anni, morta il 25 dicembre nell'ospedale di San Bonifacio, in provincia di Verona, dopo una caduta in casa durate l'antivigilia di Natale. La donna sottoposta a un parto cesareo d'urgenza, sarebbe deceduta durante l'intervento, mentre il neonato avrebbe seguito le sorti della madre successivamente in un altro ospedale;
    Angela Nesta di 39 anni, morta durante la notte del 26 dicembre per arresto cardiocircolatorio in sala parto ospedale Sant'Anna di Torino, dopo aver dato alla luce, al nono mese di gravidanza, la sua primogenita nata morta;
    Marta Lazzarin, blogger di 35 anni, morta il 29 dicembre a seguito del ricovero avvenuto nel pomeriggio alla 27a settimana di una gestazione che non le avrebbe mai dato problemi. La giovane sarebbe arrivata al pronto soccorso con febbre alta e dolori addominali con perforazione del sacco amniotico e il feto morto, probabilmente da un paio di giorni;
    lo stesso 29 dicembre una giovane di 23 anni, incinta di nove mesi di una bambina, morta in casa a Foggia per cause da accertare. In pochi minuti, il corpo sarebbe stato portato agli Ospedali Riuniti della città pugliese ove sarebbe stato eseguito un cesareo post-mortem, facendo nascere la piccola e rianimandola. La neonata sembra sia in discrete condizioni;
    Giovanna Lazzari, 30 anni, già mamma di due bambini, morta il 31 dicembre a Brescia insieme al bimbo del quale era incinta da otto mesi;
   si apprende da un articolo del 2 gennaio 2016, pubblicato dal quotidiano Il Corriere della Sera, che il Ministro interrogato abbia inviato la task force, istituita lo scorso marzo presso il Ministero della salute per verificare eventuali errori nelle procedure eseguite negli ospedali di Brescia, Bassano del Grappa e di San Bonifacio-Verona;
   la task force composta dai dirigenti del Ministero e dell'Agenas, dai carabinieri del NAS, dal rappresentante delle regioni – dovrà accertare, secondo quanto pubblicato, se a determinare i decessi abbiano contribuito difetti organizzativi e se siano state rispettate tutte le procedure previste a garanzia della qualità e sicurezza delle cure;
   inoltre, viene riportato che i risultati delle ispezioni, saranno oggetto di approfondimenti e di ulteriori iniziative da parte del Ministro;
   secondo tale articolo, da un progetto pilota di sorveglianza attiva della mortalità materna, coordinato dall'istituto superiore di sanità (Iss), grazie a un finanziamento del centro controllo malattie (CCM) del Ministero della, salute, realizzato in sei regioni e presentato lo scorso anno, emerge che l'Italia rimane comunque in linea con la media dei Paesi europei per quanto riguarda la mortalità materna, con un rapporto pari a 10 decessi ogni centomila nati vivi; lo stesso rapporto rilevato nel Regno Unito e in Francia;
   il progetto sarebbe stato condotto in Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia utilizzando due metodologie: incrociando i registri di modalità con le schede di dimissione ospedaliera e attivando una sorveglianza attiva per analizzare i casi di morte materna. Il rapporto più basso (4,6 ogni centomila nati vivi) è stato rilevato in Toscana, il più alto (13,4 ogni centomila nati vivi) in Campania. Il progetto ha permesso di rilevare anche le morti materne avvenute fino ad un anno dal parto, mettendo in evidenza che il 12 per cento è attribuibile al suicidio, che avviene in due casi ogni centomila nati vivi. Grazie alla sorveglianza attiva, una rete di circa 300 presidi sanitari, sarebbero state rilevate 39 morti in due anni, la maggior parte delle quali a seguito di complicanze della gravidanza e del parto, mentre le altre per complicazioni legate a patologie preesistenti;
   è parere dell'interrogante che si debba intervenire in maniera decisa e capillare per evitare che altre donne e bambini muoiano di parto, e che, oltre ad accertare le cause e le responsabilità di quelle già avvenute, sia indispensabile un riordino dei servizi ospedalieri dei reparti di ginecologia ed ostetricia degli ospedali di tutto il territorio nazionale, rivedendo la turnazione del personale in servizio, stabilendo obbligatoriamente il servizio di più medici durate i vari turni, soprattutto festivi, e prevedendo anche l'assunzione di più medici non obiettori –:
   quali siano gli esiti delle ispezioni della task force inviata negli ospedali di Brescia, Bassano del Grappa e di San Bonifacio-Verona, quali siano i suoi orientamenti al riguardo e quali ulteriori dati abbia in suo possesso;
   se stia valutando altri interventi e quali siano;
   quali iniziative urgenti, anche normative e in concerto con le varie regioni italiane, intenda adottare, per riorganizzare i servizi ospedalieri relativi ai reparti di ginecologia e ostetricia degli ospedali italiani e quale sia la tempistica;
   in che modo ritenga di intervenire per ammodernare l'attrezzistica di tali reparti, soprattutto negli ospedali situati nelle aree più svantaggiante del nostro Paese, a tutela di tutte quelle famiglie impossibilitate, per motivi economici, a raggiungere strutture più moderne.
(5-07309)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

istituto ospedaliero

prima infanzia