ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07255

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 539 del 18/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: DE LORENZIS DIEGO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/12/2015


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 18/12/2015
Stato iter:
10/11/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 10/11/2016
Resoconto DEL BASSO DE CARO UMBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 10/11/2016
Resoconto DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/12/2015

DISCUSSIONE IL 10/11/2016

SVOLTO IL 10/11/2016

CONCLUSO IL 10/11/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07255
presentato da
DE LORENZIS Diego
testo presentato
Venerdì 18 dicembre 2015
modificato
Mercoledì 27 gennaio 2016, seduta n. 556

   DE LORENZIS. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   il 23 febbraio 2006 il Ministro delle attività produttive, di concerto con quello dell'ambiente e su istanza di una società privata, ha concesso per decreto l'autorizzazione a realizzare un impianto industriale offshore galleggiante di rigassificazione di GNL (gas naturale liquefatto), permanentemente, ancorato al fondo marino e collegato tramite gasdotto alla rete di distribuzione in terraferma, localizzato in un «sito» al largo della costa toscana, tra Livorno e Pisa, al confine delle acque territoriali italiane;
   il terminale galleggiante FSRU (floating storage and regasification unit) «Toscana» è un'opera di una tipologia unica, mai realizzata prima anche per la nota pericolosità delle operazioni di trasbordo in mare di combustibili infiammabili di questo tipo;
   nell'area del rigassificatore, posto a circa 14,5 miglia di distanza dal porto di Livorno, in conformità a quanto stabilito dall'ordinanza n. 137/2013 della Capitaneria di porto di Livorno, per motivi di sicurezza, sono stati posti vincoli di vario grado per la navigazione, con l'istituzione di tre aree – la zona di interdizione totale, di limitazione e di preavviso – in cui la navigazione, la sosta, l'ancoraggio, la pesca nonché qualunque altra attività di superficie o subacquea sono vietate, con conseguente danno per l'attività del porto, del turismo e dell'attività di pesca locale;
   il funzionamento del rigassificatore è notevolmente limitato dalla natura di quel tratto del mar Tirreno, peraltro soggetto a frequenti e forti mareggiate e il numero dei giorni in cui il rigassificatore potrebbe non essere in grado di operare sono inevitabilmente destinate ad aumentare, anche a causa dell'impatto dei cambiamenti climatici;
   il terminale in questione non è ancora oggetto di un contratto definito e a lungo termine per la fornitura di gas, anche perché è piuttosto evidente per l'interrogante che nel Paese c’è una cospicua sovraccapacità di importazione di gas rispetto alla domanda, grazie anche alla crescita delle energie rinnovabili, che sempre di più allontana il Paese dalla dipendenza dalle forniture di combustibili fossili;
   premessa necessaria alla permanenza del rigassificatore offshore OLT risulta essere, in forza del parere favorevole alla compatibilità ambientale reso dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, la presenza e la disponibilità di un «bacino di carenaggio di grandi dimensioni adatto per eseguire eventuali lavori da eseguire sullo scafo del terminale». Nella specie, si tratta del bacino di carenaggio del porto di Livorno le cui dimensioni e caratteristiche lo collocano fra i più grandi del Mediterraneo dal lontano 1975;
   a fondamento della citata previsione prescrittiva si pongono esigenze di sicurezza per il caso, a titolo esemplificativo, dell'apertura di una falla da collisione che potrebbe rivelarsi fatale se non vi fosse o non fosse funzionante un bacino di carenaggio delle dimensioni necessarie per effettuare gli eventuali lavori. Esigenze di sicurezza che non potrebbero essere neanche soddisfatte altrimenti, considerata la mancanza di un diverso bacino di carenaggio in grado di ospitare il terminale a largo delle coste livornesi-pisane;
   la disponibilità di un bacino di grandi dimensioni è altresì richiesto, ai fini della presenza del rigassificatore, dallo Studio di impatto ambientale, nella sintesi non tecnica, del 15 febbraio 2013, predisposto dalla stessa OLT;
   allo stato, tuttavia, risulta una grave dismissione del bacino di carenaggio livornese. Fino al 2007 si è infatti registrata un'elevata operatività del porto fino all'accordo di programma per lo sviluppo e la trasformazione urbanistica dell'ex cantiere navale Orlando e delle aree portuali limitrofe cui è seguito un sistematico comportamento omissivo di ciascun soggetto coinvolto, mancando dei necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni. Ne sono derivati la dismissione e il sostanziale abbandono del bacino di carenaggio che pertanto non risulta affatto funzionante;
   in una relazione peritale del 2008, resa nel corso di un procedimento penale sulla vicenda, relativa allo stato di conservazione ed efficienza del bacino grande di carenaggio di Livorno, il consulente tecnico del pubblico ministero ha avuto cura di rilevare che la manutenzione sia stata trascurata per lunghissimi anni, peraltro il degrado estremo a cui sono arrivati le strutture e gli impianti del Bacino appare imputabile soprattutto alla carente, se non del tutto cessata, opera di manutenzione maturata negli ultimi anni, che hanno portato il bacino da funzionante, sia pure con pecche dovute alla vetustà, alla completa inagibilità funzionale. Detto stato di dismissione per omessa manutenzione è confermato altresì dalla relazione della capitaneria di porto di Livorno del 2009, resa alla procura di Livorno;
   ne deriva che, con la conclamata dismissione del grande bacino in muratura, vengono ad essere minate secondo l'interrogante le previsioni di cui al decreto n. 01256 del 15 dicembre 2004 del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che, di concerto con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, ha espresso giudizio di compatibilità ambientale positivo con prescrizioni in merito al progetto per la realizzazione e l'esercizio del terminale galleggiante per la rigassificazione di gas naturale liquido;
   si aggiunga che a giugno 2015 è scaduto il termine ultimo per il ricevimento delle richieste di invito per la gestione del grande bacino e, nel valutare le offerte pervenute ed i successivi piani di impresa, l'autorità portuale di Livorno è chiamata ad affrontare le condizioni attuali del bacino grande, anche al fine del mantenimento del rigassificatore, di cui – come detto – il grande bacino è condizione necessaria, valorizzando all'uopo le capacità tecniche, imprenditoriali e finanziarie che gli aspiranti concessionari dovranno possedere per riattivare il grande bacino e per restituirgli la necessaria conformità, con ripercussioni favorevoli sui posti di lavoro per la ripresa delle riparazioni navali –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto indicato in premessa e quali iniziative intendano promuovere, nell'ambito delle rispettive competenze, per affrontare questa perdurante situazione di ambigua equivocità dovuta alla compresenza del grande bacino di carenaggio dismesso e non funzionante e del terminale offshore, anche al fine di riportare il bacino di carenaggio nelle condizioni di sicurezza imposte per autorizzare il suo funzionamento;
   se i Ministri interrogati nei limiti delle rispettive competenze, intendano considerare l'ipotesi, acclarata la particolare fragilità e delicatezza ambientale del sito in questione e l'assenza delle garanzie di sicurezza, di sospendere l'efficacia dell'autorizzazione all'esercizio del terminale rigassificatore galleggiante FSRU Toscana e procedere ad un riesame dell'autorizzazione concessa. (5-07255)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 10 novembre 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione IX (Trasporti)
5-07255

  Per quanto riferisce il MISE sul terminale di rigassificazione galleggiante FSRU della società OLT Offshore Toscana, questo è stato progettato e realizzato in accordo alle normative e regole di classe sia nazionali che internazionali. Per quanto riguarda le normative di esercizio, il terminale opera nel rispetto di un Sistema Internazionale di gestione della Sicurezza (ISM code) e Security (ISPS code, cap. XI SOLAS), in base a quelle che sono le convenzioni internazionali SOLAS e MARPOL interamente recepite dalla legislazione italiana.
  In merito alla tecnologia utilizzata da terminali offshore esistenti o in progettazione in paesi esteri, il MISE evidenzia che la tecnologia energy bridge ha ormai lasciato il campo alla più adeguata e sicura tecnologia FSRU (Floating Storage Re-gassification Unit), la stessa applicata per il terminale OLT.
  Per quanto concerne il punto riguardante i bracci di carico, essi sono certificati da RINA (Registro Italiano Navale) e tutte le operazioni dovranno effettuarsi nel rispetto della normativa vigente, in particolare del decreto MIT 2 agosto 2007. I bracci di carico presenti sul terminale, in particolar modo i relativi sistemi di sicurezza, sono analoghi a quelli utilizzati in numerosi terminali GNL nel mondo e hanno una tecnologia testata da oltre 30 anni.
  Viceversa, il sistema di ormeggio è uno standard internazionale (ship to ship) riconosciuto da tutti gli organismi tecnici di bandiera internazionali, di conseguenza anche il RINA si è adeguato con una specifica dichiarazione di conformità, riconoscendo il sistema di ormeggio idoneo ad essere connesso all'unità navale, come pure a mantenerla in posizione.
  Sulle attività del porto, del turismo e della pesca, il progetto è stato oggetto di valutazione in fase di VIA con espressione di parere positivo da parte degli enti coinvolti.
  Nel merito, quindi, di considerare l'ipotesi della sospensione di efficacia dell'autorizzazione all'esercizio del terminale di rigassificazione e di un suo riesame, il MISE ritiene non sussistano i presupposti di accoglimento per le motivazioni anzidette, che invece riaffermano la positività della scelta di infrastrutture strategiche quali i terminali di rigassificazione di GNL previsti anche nella Strategia Energetica Nazionale (SEN), che accrescono il grado di sicurezza e diversificazione degli approvvigionamenti di gas e consentono di giungere a uno stabile aggancio dei prezzi del gas italiani a quelli europei.
  In riferimento al bacino in muratura, per il quale è competente l'Autorità portuale di Livorno, vanno evidenziate le seguenti circostanze.
  Nella sintesi non tecnica, presentata da OLT in sede di richiesta di VIA a febbraio 2003, tra i vari aspetti generali di cui la società aveva tenuto conto per individuare il sito ove collocare il terminale, si fa effettivamente riferimento alla ...disponibilità di un bacino di carenaggio di grandi dimensioni..., ma espressamente ai fini dei ...lavori di installazione della torretta di ancoraggio e le eliche direzionali di poppa, e non già ai fini del mantenimento in esercizio.
  Al riguardo, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha precisato che nel quadro prescrittivo di cui al decreto 1256 del 15 dicembre 2004 non vi è alcuna prescrizione che impone la disponibilità di un bacino di carenaggio; inoltre, alcuna prescrizione si rinviene nei successivi provvedimenti di esclusione dalla VIA emanati in ragione di alcune modifiche apportate dalla società al progetto originario.
  Il rigassificatore OLT è una nave gasiera parzialmente trasformata e ancorata in maniera stabile. Dette informazioni, insieme ad altre, venivano riportate, nel parere della Commissione VIA n. 581 del 6 maggio 2004 e recepite nel citato decreto VIA n. 1256 nel quadro di riferimento progettuale, ma non nella parte dispositiva né in eventuali prescrizioni, né, tantomeno, quale condizione essenziale per il mantenimento dell'impianto.
  Si precisa, da ultimo che le vicende del bacino negli anni dal 2003 al 2009 hanno formato oggetto di diverse indagini, sia della Procura della Repubblica che della Procura della Corte dei conti che, a quanto consta, si sono concluse tutte con provvedimento di archiviazione. Dal 2009 il bacino è nella disponibilità dell'Autorità portuale di Livorno che, dopo una serie di valutazioni corroborate anche da uno studio di settore e analisi di mercato commissionati al RINA, ha deliberato, acquisendo anche il parere MIT del 27 settembre 2012, di bandire un procedimento ad evidenza pubblica per l'assegnazione in concessione della gestione del compendio costituito dal bacino in muratura e da un bacino galleggiante. Purtroppo, mentre era in corso la fase di prequalifica delle manifestazioni di interesse ricevute ai fini della formalizzazione della lettera d'invito, alla fine di agosto del 2015 si è verificato un incidente nel bacino galleggiante cui ha fatto seguito la morte di un lavoratore.
  Da allora il bacino galleggiante – peraltro danneggiato a seguito del tragico evento – è sotto sequestro da parte della magistratura che ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo e, ovviamente, la procedura di gara ha subito un'interruzione. Recentemente, l'AP ha accolto l'istanza della società Azimut-Benetti, concessionaria del bacino galleggiante, di provvedere alla risistemazione del bacino al fine di far proseguire la gara. Pertanto, la stessa AP ha espresso l'intenzione di richiedere il dissequestro al magistrato penale; una volta ottenuto il dissequestro, la gara potrà riprendere e al suo esito il compendio bacini verrà assegnato in concessione al vincitore per la messa in esercizio e l'espletamento delle attività previste nel piano d'impresa che sarà allegato all'offerta.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gas naturale

impianto portuale

distribuzione commerciale